come localizzare un cellulare android



come localizzare un cellulare android

Hai acquistato uno smartphone Android nuovo fiammante ma lo usi sempre con parsimonia perché hai paura di smarrirlo?
Un po’ ti capisco, ma non devi essere troppo preoccupato per le sorti del tuo telefonino.
Ormai esistono tante soluzioni che permettono di proteggere i cellulari dai furti e di rintracciarli in caso di smarrimento, non devi far altro che sceglierne una e usarla sul tuo nuovo gioiellino tascabile.

Che ne diresti di AVG?
Sì, proprio lui.
Il celebre antivirus per PC è approdato anche su Android ed, oltre ad eliminare i malware che ahimè sono presenti anche sul sistema operativo di Google, permette di rilevare la posizione geografica del telefonino a distanza dal computer.
Coraggio, installalo subito e scopri come localizzare un cellulare Android utilizzandolo.
È gratis!



Se vuoi scoprire come localizzare un cellulare Android, il primo passo che devi compiere è collegarti al Google Play Store e scaricare l’applicazione antivirus AVG sul tuo smartphone.
Puoi eseguire quest’operazione direttamente dallo smartphone, cercando il nome della app dalla barra di ricerca di Google Play, oppure tramite PC usando la versione Web del Play Store.
In quest’ultimo caso, il software verrà scaricato automaticamente sul telefono non appena questo verrà connesso ad Internet.

A download ed installazione completati, avvia AVG sul tuo smartphone e premi sul pulsante Accetto per accettare le condizioni di utilizzo della app ed accedere alla sua schermata principale.
A questo punto, premi il tasto Menu del telefono e seleziona il pulsante Antifurto che compare in basso a destra.
Nella schermata che si apre, seleziona la voce Registrazione, digita il tuo indirizzo di posta Gmail (quello che hai associato ad Android) e premi sul pulsante OK per due volte consecutive per attivare il servizio di localizzazione sul telefono.



Il più è fatto.
Adesso però dobbiamo vedere come usare il computer per localizzare lo smartphone in caso di smarrimento/furto usando il servizio di localizzazione geografica che hai appena attivato.
Vedrai, è più facile di quanto immagini e non occorre installare nessun software sul PC:
funziona tutto via Web.

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Per localizzare un cellulare Android dal computer, tutto quello che devi fare è collegarti al sito Internet di AVG Mobile e cliccare sul pulsante Log in collocato in alto a destra.
Dopodiché clicca sul pulsante Consenti per autorizzare il servizio ad interagire con il tuo account Google ed avvia la localizzazione del telefono facendo click prima sul pulsante Locate e poi su Next.

Il processo di localizzazione durerà uno o due minuti, al termine dei quali verrà visualizzata una mappa di Google Maps con un indicatore sul punto in cui è stato localizzato il telefonino.
La rilevazione del dispositivo viene effettuata in base alla rete cellulare, quindi è molto accurata.
O almeno così è stata nelle mie prove.



Oltre ad identificare la posizione geografica del cellulare, AVG per Android permette anche di bloccare (Lock) e cancellare il contenuto del telefonino a distanza (Wipe).
Basta dare il comando desiderato dal pannello Web di AVG e il gioco è fatto.

come localizzare telefono android



come localizzare telefono android

Finalmente sei riuscito ad acquistare un nuovo smartphone:
quello che sognavi da tempo e per il quale hai fatto tantissimi sacrifici.
Sei molto felice.
Però questa felicità è offuscata dalla paura che un malintenzionato possa vedere il tuo nuovo “gioiellino”, ingolosirsi e tentare di rubartelo.

Beh, ti capisco, gli smartphone sono una preda ghiottissima per i ladri… però lasciatelo dire:
non bisogna essere troppo paranoici! Il rischio di subire furti esiste, non è possibile scongiurarlo al 100%, ma oggi esistono moltissime app che permettono di limitare i danni e in alcuni casi perfino di recuperare cellulari che sembravano perduti per sempre.



Dimmi, qual è il sistema operativo del tuo amato smartphone?
Android?
Bene, allora lascia che ti consigli alcune soluzioni che potrebbero aiutarti a vivere un po’ più sereno.
Non ti garantisco che ti consentiranno di recuperare il telefono in caso di furto (in caso di smarrimento, invece, quasi sicuramente sì) ma di sicuro ti aiuteranno a limitare i danni nel malaugurato caso in cui ciò accada.
In che modo?
Semplice.
Oltre a localizzare telefono Android da remoto, le applicazioni di cui sto per parlarti consentono di inviare comandi al dispositivo e, nei casi in cui non c’è più niente da fare, di cancellare tutti i dati presenti in esso (in modo da non far finire informazioni sensibili nelle mani dei delinquenti).
Allora, che aspetti a provarle?

Gestione Dispositivi Android

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Tutti i dispositivi Android che dispongono dell’accesso al Play Store e delle Google Apps includono una funzione denominata Gestione Dispositivi Android, grazie alla quale è possibile localizzare il proprio device da remoto e comandarlo.

Il servizio è completamente gratuito e non richiede configurazioni particolari, tuttavia va sottolineato che funziona solo quando il GPS è attivo e quando il telefono ha una connessione Internet attiva.
Questo significa che è molto utile nei casi di smarrimento del device mentre può rivelarsi abbastanza limitato se il telefono viene rubato, e i ladri sono abbastanza scaltri da disattivare la connessione Internet o spegnere completamente l’apparecchio.



Se vuoi verificare il corretto funzionamento di Gestione Dispositivi Android sul tuo smartphone, recati nelle impostazioni di Android (premendo sull’icona dell’ingranaggio che trovi nella schermata con l’elenco di tutte le applicazioni installate sul device), seleziona la voce Geolocalizzazione dalla schermata che si apre e controlla che la levetta che si trova in alto a destra sia impostata su ON (altrimenti spostala tu).
Dopodiché apri l’applicazione Impostazioni Google, seleziona la voce Sicurezza e attiva le voci Localizza questo dispositivo da remoto e Consenti blocco e cancellazione da remoto.

A questo punto dovresti essere in grado di collegarti al sito Internet Gestione Dispositivi Android e di localizzare il tuo smartphone da remoto semplicemente effettuando l’accesso con il tuo account Gmail (lo stesso configurato sul telefono da rintracciare).
Il telefono verrà visualizzato su una mappa di Google Maps e potrai scegliere di farlo squillare, bloccarlo con un PIN o cancellare tutti i dati presenti sulla sua memoria cliccando sugli appositi pulsanti.
Tieni presente che cancellando tutti i dati presenti su un terminale Android, le impostazioni del sistema vengono riportate allo stato di fabbrica e quindi diventa impossibile rintracciarlo nuovamente da remoto (usa questa funzione solo se non hai più speranze di recuperare il telefono e quindi vuoi impedire che qualcuno possa consultare le informazioni salvate in esso).



Gestione Dispositivi Android è disponibile anche sotto forma di applicazione per smartphone e tablet Android, in questo modo è possibile localizzare telefoni e tablet Android da remoto anche mediante altri dispositivi portatili.
Puoi trovare maggiori dettagli sul funzionamento di Gestione Dispositivi Android nel mio tutorial su come ritrovare il cellulare Android.

Lost Android

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Lost Android è un’applicazione gratuita che associa un’interfaccia minimalista a un set di funzioni che, invece, si rivela molto ricco.
Consente di localizzare telefono Android e di comandarlo da remoto effettuando varie operazioni.
Qualche esempio?
Fa squillare o vibrare lo smartphone; consente di visualizzare lo stato del dispositivo (livello di batteria, codice IMEI ecc.); attiva e disattiva Wi-Fi, GPS e Bluetooth; invia SMS da remoto; scatta foto con la fotocamera dello smartphone rubato; registra l’audio usando il microfono dello smartphone rubato; mostra messaggi personalizzati sullo schermo del dispositivo e molto altro ancora.
Ci sono anche delle funzioni avanzate, come l’avvio di applicazioni e la ricerca dei contatti da remoto, riservate a chi acquista la versione Premium dell’applicazione al costo di 3,35 euro.

Il funzionamento di Lost Android è basato su GPS (per la localizzazione), Wi-Fi o 3G/LTE (per l’invio di comandi dal pannello Web) ed SMS.
Questo significa che autorizzando un altro cellulare a inviare comandi via SMS al proprio smartphone Android è possibile comandare il dispositivo a distanza anche se i ladri disattivano Wi-Fi e GPS.
Altra cosa importante da sottolineare è che Lost Android si “nasconde”:
non mostra icone nella barra delle notifiche e la sua icona nel drawer delle applicazioni è camuffata da app per prendere annotazioni (Personal Notes).



Per attivare Lost Android sul tuo telefonino non devi far altro che scaricare l’applicazione dal Google Play Store, avviarla e premere sul pulsante Request Administrator Rights.
Nella schermata che si apre, premi sul pulsante Attiva per autorizzare l’applicazione a controllare il tuo dispositivo e il gioco è fatto.

Ad installazione completata, collegati al sito Internet di Lost Android dal computer, clicca sulla voce Sign In che si trova nel riquadro situato in alto a destra, esegui l’accesso al tuo account Google (che deve essere lo stesso a cui è associato lo smartphone su cui hai installato Lost Android) e clicca sul pulsante Permetti per accedere alla schermata principale del servizio.



Ora puoi localizzare e comandare il tuo device da remoto.
Per visualizzare la posizione del telefono su una mappa di Google Maps, clicca sul pulsante Controls del sito di Lost Android, seleziona l’icona Basic e clicca sul pulsante Send location.
Se invece vuoi attivare o disattivare Wi-Fi, GPS e Bluetooth recati nella sezione Status e clicca sugli appositi pulsanti.
Per bloccare il telefono o cancellare i dati presenti sulla sua memoria, clicca sull’icona Security e utilizza i pulsanti collocati sotto le voci Lock Phone (per bloccare l’accesso al dispositivo con un PIN), Erase SD card (per cancellare solo il contenuto della scheda microSD) e Wipe phone (per cancellare la memoria interna del dispositivo).

Puoi perfino creare dei backup delle foto, dei contatti e degli SMS presenti sulla memoria dello smartphone rubato.
Tutto quello che devi fare è recarti nella sezione Controls di Lost Android e premere sui pulsanti collocati sotto le voci Backup photos, Backup contacts e Backup SMS inbox.



Se vuoi attivare l’invio di comandi via SMS, clicca sul pulsante SMS del sito di Lost Android, digita nel campo SMS allow il numero del telefono che vuoi autorizzare a inviare comandi via SMS al tuo smartphone e clicca sul pulsante Allow.
La lista dei comandi disponibili è quella che vedi sotto la voce Available SMS commands.

Nota: in caso di disinstallazione, prima di rimuovere Lost Android dal tuo smartphone, devi recarti nel menu Impostazioni > Sicurezza > Amministratori dispositivo e togliere il segno di spunta dalla voce Personal Notes (il nome fittizio usato da Lost Android per nascondersi).



Cerberus

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Se sei disposto a spendere qualche soldo pur di scrollarti da dosso la paura che il tuo smartphone possa finire nelle mani dei ladri, prova Cerberus.
Si tratta di una delle migliori applicazioni antifurto disponibili su Android.
Costa 4,99 euro ma è disponibile in una versione di prova gratuita che permette di testarne tutte le funzioni per 7 giorni.



Include tutte le funzioni che ci si aspetterebbe di trovare in una soluzione del genere, anche se alcune fra le più interessanti e avanzate richiedono i permessi di root.
Con Cerberus potrai localizzare il tuo cellulare da remoto visualizzandone la posizione geografica su una mappa (sia in tempo reale sia in modalità di “emergenza” grazie alla cronologia delle posizioni salvata dall’applicazione), potrai scattare foto e catturare l’audio da remoto, potrai impostare la riattivazione automatica del GPS in caso di disattivazione, potrai gestire i tuoi dati, bloccare il telefono e molto altro ancora.
Davvero difficile trovare di meglio!

come localizzare android



come localizzare android

Sei stato in giro con alcuni amici e, al tuo rientro a casa, ti sei accorto di non avere più il tuo smartphone Android con te.
Magari l’hai perso perché ti è scivolato inavvertitamente dalla tasca, oppure te l’hanno rubato:
non hai idea di come siano andate le cose, fatto sta che stai cercando una soluzione per ritrovare il tuo amato device.

Se le cose stanno effettivamente così e quindi ti domandi come localizzare un Android, sappi che non tutto è perduto.
Puoi infatti avvalerti dello strumento predefinito di Google, Trova il mio dispositivo, per rintracciarlo da remoto.
Come dici?
Ne hai già sentito parlare ma non sai come usarlo?
Nessun problema:
in questa mia guida ti spiegherò come usufruirne, illustrandoti anche altre soluzioni utili a rintracciare un dispositivo Android a distanza, agendo da computer o tramite un altro smartphone/tablet.



Coraggio! Si può sapere che altro aspetti?
Mettiti seduto bello comodo e prenditi qualche minuto di tempo libero; segui con la massima attenzione le indicazioni che sto per fornirti, in modo da metterle in pratica, e riuscire così a rintracciare il tuo device.
Ti auguro una buona lettura e ti faccio un grosso in bocca al lupo!

Indice

  • Come localizzare Android perso
    • Operazioni preliminari
    • Attivare la localizzazione Android
    • Trova il mio dispositivo
  • Come localizzare un cellulare Android da PC
  • Come localizzare un cellulare Android con Google
  • Come localizzare Android da iPhone
  • Come localizzare un cellulare Android di un amico
  • Altre soluzioni per localizzare Android

Come localizzare Android perso

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Per localizzare un dispositivo Android perso o rubato puoi avvalerti dello strumento nativo di Google chiamato Trova il mio dispositivo che permette di rintracciare la posizione dello stesso.
Per utilizzarlo, però, sono necessari alcuni requisiti preliminari di cui ti parlerò nelle prossime righe.

Operazioni preliminari

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Per poter localizzare un dispositivo Android da remoto è necessario che questo sia accesso e che sia collegato a un account Google.
Inoltre, è necessaria l’attivazione della connessione a Internet e del GPS, oltre che dello strumento Trova il mio dispositivo.
Ti spiego come procedere nelle righe che seguono.

Per verificare la corretta associazione del dispositivo con un account Google, premi su Impostazioni (l’icona dell’ingranaggio situata nella home screen), poi fai tap sulle voci Account > Google o, se usi Android 8.0 e successivi, sulle voci Impostazioni > Utenti e account > Google.



Nel caso in cui in questa schermata non vi sia indicato alcun account Google (del tipo nomeutente@gmail.com), torna indietro alla schermata Account (o Utenti e account) e premi sulla voce Aggiungi Account. Fai poi tap sul pulsante Google e connetti l’account in tuo possesso, inserendo i dati di login dello stesso (email e password).
In caso di problemi, segui le procedure che ti ho indicato nella mia guida su come aggiungere un account Gmail.

Adesso, connetti il dispositivo a Internet:
recati, dunque, nel menu Impostazioni > Wireless e reti > Rete mobile e sposta su ON la levetta in corrispondenza della voce Dati mobili.



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Se, invece, vuoi eseguire il collegamento in Wi-Fi, premi sulle voci Impostazioni > Wireless e reti > Wi-Fi e fai tap sulla rete a cui vuoi connetterti, inserendone la chiave di accesso, se necessario.



Puoi procedere anche più velocemente, premendo sull’icona del Wi-Fi (il simbolo di un’antenna) situata nel centro notifiche, accessibile con uno swipe dalla cima dello schermo verso il basso.

Attivare la localizzazione Android

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Adesso che hai associato un account Google al tuo smartphone (o tablet) e hai eseguito tutte le operazioni preliminari indicate in precedenza, attiva il GPS spostando su ON la levetta che trovi in corrispondenza della sezione Impostazioni > Geolocalizzazione. Su Android 8.0 e versioni successive, la geolocalizzazione si trova nel menu Impostazioni > Sicurezza e privacy.

Il pulsante per attivare la geolocalizzazione si trova anche nel centro notifiche di Android:
per agire tramite quest’ultimo, fai semplicemente tap su di esso.



Infine, nel menu Impostazioni > Google > Sicurezza > Trova il mio dispositivo, assicurati che la levetta sia impostata su ON.

Trova il mio dispositivo

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Una volta eseguite le operazioni preliminari, puoi utilizzare il servizio Trova il mio dispositivo per localizzare un dispositivo Android da remoto.



Questo strumento gratuito sviluppato da Google è accessibile da qualsiasi altro dispositivo Android, scaricando la relativa applicazione dal Play Store, oppure tramite interfaccia Web.
Il suo funzionamento è identico in entrambi i casi.

Se preferisci agire da smartphone o tablet, dopo aver scaricato l’app Trova il mio dispositivo dal Play Store (ti basta premere sul pulsante Installa), avviala ed effettua l’accesso con i dati dello stesso account Google connesso al dispositivo da rintracciare, premendo sulla voce Continua come [nome del tuo account Google].



Nella schermata principale, fai poi tap sull’icona a forma di telefono raffigurante il dispositivo da rintracciare, dopodiché attendi che ti venga mostrata sullo schermo una cartina geografica con la posizione del device in tempo reale.
Nel caso in cui riscontrassi dei problemi, premi sull’icona della freccia per ricaricare la schermata e attendi la localizzazione del dispositivo.

Oltre a rintracciare il dispositivo, puoi farlo suonare da remoto (Riproduci audio), impostare un messaggio personalizzato nella schermata di blocco dello schermo (Proteggi il dispositivo) e anche eseguire il reset alle impostazioni di fabbrica da remoto (Resetta il dispositivo).
Ti ho parlato nel dettaglio di come usufruire di queste funzionalità nella mia guida dedicata a Trova il mio dispositivo.



Se il device non viene trovato, significa che potrebbe essere spento e/o non connesso a Internet.
Puoi comunque comandarlo da remoto:
le azioni comandate verranno eseguite non appena il dispositivo tornerà online.

Come localizzare un cellulare Android da PC

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Se non hai a disposizione un altro cellulare o tablet Android per installare l’app Trova il mio dispositivo, puoi localizzare il device Android da computer collegandoti, come già detto, alla versione Web del servizio.

Per farlo, effettua l’accesso al sito di Trova il mio dispositivo con i dati (email e password) dello stesso account Google connesso al cellulare Android da rintracciare, dopodiché, attendi che ti venga mostrata su una cartina geografica la posizione del dispositivo.



Da Web il funzionamento di Trova il mio dispositivo è identico all’app per Android e quindi, in caso di problemi, fai riferimento alle indicazioni appena fornite nel capitolo precedente.

Come localizzare un cellulare Android con Google

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Per localizzare un cellulare Android tramite Google puoi avvalerti sempre dello strumento Trova il mio dispositivo, in quanto il servizio è integrato nei risultati del motore di ricerca.

Per usufruire di questa funzionalità, collegati alla pagina principale di Google e premi sul pulsante Accedi situato in alto a destra, per effettuare l’accesso a Google con lo stesso account collegato al dispositivo da rintracciare.
Digita, quindi, i dati di login (email e password) dello stesso account e premi sul pulsante Avanti per due volte consecutive.



Fatto ciò, digita i termini Trova il mio Android nella barra di ricerca, premi Invio e attendi che ti venga mostrata, all’interno di una mappa, la posizione del dispositivo.

Come localizzare Android da iPhone

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Hai bisogno di localizzare il tuo dispositivo Android, ma sei fuori casa e non hai a portata di mano un altro smartphone o tablet Android per usare l’app Trova il mio dispositivo?
Nessun problema, puoi comunque riuscire nell’intento.

Per localizzare un Android da iPhone ti basta collegarti al sito Web di Trova il mio dispositivo, in quanto questo può essere utilizzato nello stesso identico modo da qualsiasi browser per desktop o dispositivi mobili.



Effettua, quindi, l’accesso al servizio con i dati (email e password) dello stesso account Google connesso al cellulare Android da rintracciare:
entro qualche istante potrai visualizzare, su una mappa, la posizione esatta del dispositivo.

In caso di problemi o dubbi, fai riferimento alle indicazioni che ti ho fornito nel capitolo su come rintracciare Android da PC.



Come localizzare un cellulare Android di un amico

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Se hai bisogno di sapere come localizzare il cellulare Android di un amico, devi sapere che, per farlo, vi sono più soluzioni.



In primo luogo, se conosci i dati di accesso del suo account Google, puoi rintracciare per lui lo smartphone, avvalendoti dello strumento Trova il dispositivo di cui ti ho parlato nei capitoli precedenti.

In alternativa, se vuoi rintracciare il cellulare di un amico, perché ti serve sapere dove si trova, in modo da raggiungerlo, puoi avvalerti delle soluzioni di condivisione della posizione messe a disposizione da app come WhatsApp, Facebook o Google Maps.



Ti ho spiegato nel dettaglio di come usufruire di questa possibilità nella mia guida su come sapere dove si trova una persona attraverso il cellulare.

Altre soluzioni per localizzare Android

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Oltre a Trova il mio dispositivo, che è il servizio predefinito di Google preesistente su tutti gli smartphone e tablet Android, esistono anche servizi di terze parti, come per esempio Prey e Cerberus, che permettono di localizzare un device Android a distanza agendo da computer, tramite browser, ma anche da dispositivi mobili, scaricando la loro app dedicata.

In maniera simile a Trova il mio dispositivo, infatti, per essere utilizzati questi strumenti richiedono una connessione a Internet sempre attiva e il GPS abilitato (ti ho parlato di come eseguire queste operazioni preliminari nel capitolo precedente), in modo da poter individuare in tempo reale su una mappa la posizione di uno smartphone o di un tablet Android.
Offrono però funzionalità aggiuntive e, in alcuni casi, impediscono lo spegnimento o la disattivazione di GPS e connessione sul dispositivo da proteggere.



Se vuoi sapere come usarli e/o ti servono maggiori approfondimenti su quelle che sono altre soluzioni utili alla localizzazione remota di un dispositivo Android, ti consiglio di leggere la mia guida specifica sull’argomento.

come leggere chiavetta usb su tablet android



come leggere chiavetta usb su tablet android

Sei solito usare molto spesso un tablet Android per lavoro:
di recente, ti si è presentata l’esigenza di accedere, tramite quest’ultimo, ad alcuni file memorizzati su una chiavetta USB.
Sfortunatamente, non avevi mai effettuato un’operazione simile prima di quel momento, per cui ti sei ritrovato costretto a usare il primo computer che ti è capitato a tiro per ottenere le informazioni di cui avevi bisogno. Fermamente intenzionato a far fronte a questa tua “mancanza”, onde evitare il riproporsi di uno scenario simile, hai aperto Google alla ricerca di informazioni in merito e, per questo, sei finito sul mio sito.

Benissimo, ti assicuro che sei capitato nel posto giusto, al momento giusto! Nelle righe seguenti, infatti, intendo spiegarti per filo e per segno come leggere chiavetta USB su tablet Android.
Per prima cosa, ti fornirò alcune “dritte” riguardo gli strumenti da utilizzare per l’occasione.
Successivamente, sarà mia cura mostrarti come visualizzare i file salvati sulla chiavetta direttamente dallo schermo del tablet.



Allora, cosa ci fai ancora lì impalato?
Non aspettare un secondo in più e leggi attentamente tutto quanto ho da dirti sull’argomento:
ti garantisco che, al termine di questa guida, avrai acquisito le competenze necessarie per raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato.
A questo punto, non mi resta altro da fare, se non augurarti buona lettura e farti un grosso in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Informazioni preliminari
    • Tecnologia OTG
    • File system supportati
  • Come leggere la chiavetta USB su tablet Android

Informazioni preliminari

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Leggere le chiavette USB sui tablet Android non è difficile, tuttavia devo comunicarti fin da subito che, nella maggior parte dei casi, non è possibile usare farlo in modo diretto:
quasi tutti i tablet in commercio non dispongono di porte USB “standard” o USB di tipo A (quelle “grandi”, presenti sui PC), ma di sole entrate microUSB o USB di tipo C (le stesse che usi per ricaricare il tablet, per intenderci).

Ciò, tuttavia, non significa che non sia possibile collegare ad essi una chiavetta USB “standard”:
per poterlo fare, bisogna avvalersi di un apposito adattatore da USB-A a microUSB o USB-C.
Questi piccoli componenti dispongono di un’entrata “femmina” USB-A, nella quale inserire la chiavetta, e di un connettore microUSB o USB Type C, da collegare al rispettivo alloggiamento del tablet.



Adattatori di questo tipo possono essere acquistati nei migliori negozi di informatica, oppure online:
di seguito te ne segnalo alcuni.
Prima dell’acquisto, verifica il tipo di porta USB di cui il tuo tablet è dotato (microUSB o USB-C) e assicurati di scegliere l’adattatore in base a quest’ultima.

Inoltre, assicurati che il dispositivo abbia il supporto alla tecnologia OTG (USB on The Go), che permette l’utilizzo di dispositivi USB quali tastiere, mouse e, per l’appunto, chiavette su Android (maggiori informazioni al riguardo le trovi nel capitolo successivo di questo tutorial).



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Una valida alternativa agli adattatori USB OTG sono le chiavette USB OTG:
questi drive USB “speciali” dispongono infatti di un connettore microUSB (o USB-C), tramite il quale possono essere collegati direttamente al tablet.
Anche in questo caso, assicurati di scegliere la chiavetta in base al tipo di porta USB a bordo del dispositivo in tuo possesso.

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Tecnologia OTG

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Come accennato in precedenza, la tecnologia USB OTG (o _on-the-go_) permette di leggere dati da chiavette e/o altre memorie di massa USB anche da smartphone e tablet, tramite la porta di connessione microUSB o USB-C presente su questi ultimi.
Ma non è tutto:
grazie alla tecnologia OTG, è possibile collegare anche a smartphone e tablet dispositivi “esterni”, quali mousetastierecontroller.



Quasi tutti i tablet Android sono nativamente compatibili con la tecnologia OTG:
per accertartene, ti consiglio di dare un’occhiata alla scheda tecnica del tuo dispositivo, oppure di effettuare una verifica tramite un’app progettata per lo scopo, come USB OTG Checker.

Una volta scaricata quest’ultima dal Play Store, avviala sul tablet e attendi qualche secondo:
l’app dovrebbe indicarti se il device è compatibile o meno con la tecnologia USB.
In caso affermativo, puoi tranquillamente collegare la chiavetta USB al tablet usando gli adattatori che ti ho mostrato in precedenza (o, in alternativa, servirti di un’apposita chiavetta OTG).



Se, invece, il tablet non fosse compatibile con USB OTG, dovrai “forzare” la lettura della chiavetta USB servendoti di un’app di terze parti come Neotg, progettata da sviluppatori indipendenti e non disponibile sul Play Store.
Oltretutto, affinché il tutto vada a buon fine, è indispensabile che il dispositivo sia stato preventivamente sottoposto alla procedura di root.

Dal canto mio, ti sconsiglio però di usare una procedura del genere, poiché potrebbe rivelarsi poco efficace e dare luogo a problematiche di vario tipo:
in alternativa, se hai bisogno di trasferire dati tra il tablet e la chiavetta USB, puoi seguire una delle strategie che ti ho segnalato nel mio tutorial dedicato all’argomento.

File system supportati

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Altro aspetto molto importante da tenere in considerazione è il file system con cui è formattata la chiavetta USB da usare su Android:
per tua informazione, il file system è una sorta di “schema” secondo il quale i dati vengono memorizzati sulle memorie di massa (chiavette USB, dischi, SSD, memorie flash e così via).

Al momento in cui ti scrivo questa guida, Android è in grado di leggere le chiavette USB formattate con i file system FAT32, ext3, ext4 e, su alcuni dispositivi moderni, anche con exFAT.
Se vuoi ulteriori indicazioni sull’argomento file system, ti consiglio di dare un’occhiata alla sezione dedicata alle informazioni preliminari del mio articolo su come formattare SSD.



Come dici?
Hai necessità di formattare la tua chiavetta usando uno dei file system compatibili con Android?
A tal proposito, ti consiglio di leggere con attenzione le mie guide su come formattare in FAT32 e come formattare in exFAT, in cui ti ho spiegato tutto nel dettaglio.

Nota:
come avrai notato, Android non dispone del supporto nativo al file system di Windows, NTFS.
Quest’ultimo può essere integrato tramite alcune app di terze parti che, però, non sempre riescono a gestire la chiavetta in modo efficace.



Come leggere la chiavetta USB su tablet Android

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Ora che disponi di tutte le nozioni necessarie riguardo gli strumenti da usare per leggere la chiavetta USB su tablet Android, è arrivato il momento di capire, nel concreto, come fare a ottenere questo risultato.



Per prima cosa, se non ce l’hai già, provvedi a installare un gestore file, cioè un’app che ti permetta di “esplorare” la memoria del tablet e delle unità a esso collegate:
personalmente, ti consiglio di utilizzare Files di Google, il gestore file di “big G” disponibile gratuitamente sul Play Store.

Conclusa l’installazione dell’app, provvedi a inserire la chiavetta USB nell’adattatore USB OTG, per poi collegare l’altro capo di quest’ultimo all’apposita entrata del tablet (oppure collega la chiavetta USB OTG al tablet, qualora avessi optato per quest’ultima):
dopo qualche istante, Android dovrebbe notificarti l’avvenuto inserimento di un’unità USB, segno che la chiavetta è stata riconosciuta correttamente.



Quando ciò avviene, apri l’app di Files (l’icona del foglio azzurro con pieghe colorate situata nel drawer), sfiora i pulsanti ContinuaConsenti/OK per autorizzare l’app ad accedere alla memoria di Android, quindi fai tap sulla scheda Sfoglia, situata in basso, e tocca la voce Mass Storage Device residente in fondo alla schermata.

A questo punto, sfiora il pulsante Consenti/OK per concordare all’app i permessi d’accesso alla memoria USB e il gioco è fatto:
dopo qualche secondo, dovresti poter visualizzare l’intero contenuto della chiavetta collegata al tablet e avere la possibilità di navigare tra i file e le cartelle contenuti in essa.



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Se hai bisogno di effettuare operazioni sui dati, sfiora il pulsante  situato in corrispondenza del nome del file di tuo interesse:
tutte le funzioni principali (copia, spostamento e così via) sono disponibili nel menu che compare a schermo.



Per selezionare più file alla volta, effettua un tap prolungato su una delle anteprime e apponi il segno di spunta accanto ai file/cartelle di tuo interesse:
in questo caso, puoi accedere al menu delle azioni sfiorando il pulsante (⋮) situato in alto a destra.

Per quanto riguarda la gestione dei dati, non c’è molto altro da dire:
puoi tagliare, copiare e incollare qualsiasi tipo di file da un punto all’altro della chiavetta USB, spostare file da quest’ultima alla memoria di Android e viceversa, sempre tramite il menu delle azioni dell’app.
Facile, vero?



come inoltrare un sms con android



come inoltrare un sms con android

Hai ricevuto un messaggio sul tuo smartphone Android e desideri girarlo ad un tuo amico?
Puoi riuscirci facilmente, basta usare la funzione di inoltro degli SMS inclusa nel sistema operativo di casa Google.
È possibile anche impostare delle regole personalizzate attraverso le quali inoltrare i messaggi ricevuti da determinati mittenti automaticamente, ma facciamo un passo alla volta.

Vediamo insieme come inoltrare un SMS con Android utilizzando l’applicazione Messaggi installata di default su tutti i telefoni del robottino verde, dopodiché vedremo come automatizzare tale processo con una app di terze parti.
Ti meraviglierai per quanto è semplice fare entrambe le cose.



Tutto quello che devi fare per scoprire come inoltrare un SMS con Android è avviare la app Messaggi, selezionare una conversazione e tenere premuto il dito sul messaggio da inoltrare.
Seleziona quindi la voce Inoltra dal menu che compare e, nella schermata che si apre, indica il destinatario a cui “girare” l’SMS selezionato.

Puoi digitare manualmente il numero del destinatario del messaggio, digitandolo nel campo A, oppure selezionarlo dall’elenco dei contatti recenti o dalla Rubrica premendo sugli appositi pulsanti.
Se hai creato dei gruppi di contatti, puoi anche scegliere un gruppo come destinatario del messaggio inoltrato utilizzando l’omonimo pulsante.



A questo punto, non ti rimane che premere il pulsante Invia e il messaggio selezionato verrà inoltrato al destinatario da te scelto.
Se anziché un numero di telefono digiti un indirizzo email nel campo A, il messaggio viene convertito automaticamente in MMS (al quale potrai aggiungere anche foto premendo sul pulsante con l’icona della graffetta).

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Non vuoi limitarti a inoltrare un SMS con Android ma desidereresti inoltrare in automatico tutti i messaggi ricevuti da un determinato mittente?
Allora puoi fare affidamento su SMS Forwarder, un’applicazione gratuita per Android che consente di impostare delle regole personalizzate per l’inoltro automatico degli SMS.

Per utilizzare SMS Forwarder, non devi far altro che avviare la app, premere il tasto Menu del telefono e premere sul pulsante New Profile che compare nella parte bassa dello schermo.
Nella schermata che si apre, digita il nome della regola che intendi creare nel campo Profile name e premi sul pulsante Add contact collocato sotto la voce Receive from.



Digita dunque il numero del mittente per il quale desideri inoltrare i messaggi, dopodiché premi sul sul pulsante Add contact collocato sotto la voce Forward to e digita il numero verso il quale “girare” gli SMS.
Infine, premi su Done e il gioco è fatto.
Tutti i messaggi ricevuti dal mittente indicato verranno inoltrati automaticamente verso il destinatario da te scelto.
Comodo, vero?

come impostare mp come suoneria android



come impostare mp come suoneria android

Hai scaricato alcune canzoni in formato MP3 da Internet, vorresti estrapolarne alcune parti per trasformarle in suoneria sul tuo smartphone Android ma non sai come riuscirci?
Lasciatelo dire, ti stai perdendo in un bicchiere d’acqua!

Al contrario di iPhone, il quale presenta molte restrizioni sul fronte della personalizzazione del sistema operativo, Android è ampiamente configurabile e, credimi, cambiare la sua suoneria con una canzone scaricata da Internet è una delle cose più semplici che si possano fare. Non ci credi?
Allora te lo dimostro subito:
prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri come impostare MP3 come suoneria Android grazie alle indicazioni che sto per darti.



In men che non si dica potrai prendere qualsiasi brano musicale scaricato da Internet (o importato dal tuo PC), ritagliarlo come meglio credi e impostarlo come suoneria sul tuo smartphone Android.
E non finisce qui! Se vorrai, potrai impostare i brani ottenuti anche come suonerie per singoli contatti o  come sveglie.
Se vuoi saperne di più, continua a leggere:
trovi spiegato tutto qui sotto.

Operazioni preliminari:
scaricare MP3 su Android

Per impostare MP3 come suoneria Android devi avere dei brani in formato MP3 salvati sulla memoria dello smartphone (o sulla microSD che utilizzi in quest’ultimo se hai un telefono che supporta l’espansione della memoria).
Ecco dunque sorgere spontanea la domanda:
come si fanno a scaricare gli MP3 su Android?
Di risposte ce ne sono fondamentalmente due.



  • Installare un’applicazione per scaricare gli MP3 su Android. La prima che mi viene in mente è TinyTunes (un vero e proprio motore di ricerca che consente di scaricare canzoni da vari siti e servizi di hosting) ma ce ne sono anche molte altre.
    Se vuoi approfondire l’argomento e vuoi trovare la app più adatta ai tuoi gusti, leggi il mio tutorial su come scaricare musica gratis su Android.

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  • Importare gli MP3 dal computer. Se hai delle canzoni sul PC e vuoi copiarle sul tuo smartphone, non devi far altro che collegare i due dispositivi tramite cavo USB, aprire l’Esplora File di Windows (o l’applicazione Android File Transfer su Mac) e copiare i file MP3 di tuo interesse in una delle cartelle del dispositivo Android (io ti consiglio quella dei Download).
    Se incontri dei problemi durante la procedura di collegamento dello smartphone al computer, metti in pratica i suggerimenti che trovi nel mio tutorial su come collegare Android al PC.

Nota: scaricare abusivamente da Internet della musica protetta da copyright è un reato.
Questo tutorial è stato scritto a scopo puramente illustrativo e quindi non mi assumo alcuna responsabilità circa l’uso che verrà fatto delle informazioni presenti in esso.



Come creare suonerie su Android

Una volta ottenuto il file MP3 da usare come base per la tua suoneria, sei pronto a passare all’azione.
Sei pronto cioè a prendere il brano e “tagliuzzarlo” in modo da trasformarlo in una suoneria perfetta per il tuo smartphone.

Ci sono molte applicazioni per modificare gli MP3 su Android e trasformarli in delle suonerie.
Io te ne consiglio una che è completamente gratuita, in lingua italiana e tremendamente facile da usare:
si chiama Ringtone Maker di Big Bang Inc. e la puoi scaricare direttamente dal Google Play Store.
Se non sai come fare, apri il Google Play Store (l’icona del sacchetto della spesa con il simbolo ▶︎ al centro), cerca Ringtone Maker nella barra di ricerca situata in alto e procedi all’installazione della app premendo prima sul suo nome e poi sui pulsanti Installa Accetto.



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Dopo aver scaricato Ringtone Maker sul tuo smartphone, avvia l’applicazione, attendi qualche secondo affinché venga effettuata la ricerca di tutti i brani salvati sul telefono e seleziona il file MP3 che desideri trasformare in suoneria premendo sul pulsante (…) collocato accanto al suo titolo e selezionando la voce Modifica dal menu che compare.



Se non trovi il brano di tuo interesse nella schermata iniziale della app, premi sul pulsante  collocato in alto a sinistra e premi per due volte sull’opzione Scan per forzare una nuova scansione della memoria dello smartphone. In alternativa, premi sul pulsante , seleziona la voce Sfoglia dal menu che compare, seleziona la cartella nella quale hai salvato il brano e tocca l’icona di quest’ultimo per importarlo in Ringtone Maker.

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A questo punto dovresti essere al cospetto dell’editor con cui tagliare la canzone e trasformarla in suoneria:
utilizza i due indicatori grigi posti ai lati del grafico per marcare i punti di inizio e fine della porzione di brano da conservare e premi Play per ascoltare un’anteprima della selezione.

Per rendere più precisa la scelta del pezzo di canzone da tenere puoi aumentare il livello di zoom del grafico usando l’icona della lente d’ingrandimento collocata in basso a destra oppure puoi digitare manualmente i tempi di inizio e fine della selezione negli appositi campi di testo.
Per ottenere risultati ottimali non creare suonerie più lunghe di 30–40 secondi.



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Quando sei soddisfatto del lavoro effettuato, premi sull’icona del floppy disk che si trova in alto a destra, assicurati che nel menu a tendina Tipo ci sia selezionata l’opzione Suoneria, digita il nome che vuoi assegnare alla tua suoneria nel riquadro che compare e premi il bottone Salva per salvare la tua suoneria personalizzata.



Successivamente, Ringtone Maker ti chiederà se vuoi impostare la suoneria come predefinita per tutte le chiamate o se vuoi assegnarla a un contatto in particolare:
scegli l’opzione che più preferisci e il gioco è fatto!

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Non vuoi creare una suoneria per le chiamate ma un suono per le notifiche o per la sveglia?
Nessun problema.
Crea suoni di breve durata in Ringtone Maker, dopodiché premi l’icona del floppy disk e dal riquadro che si apre seleziona Notifica o Allarme usando il menu a tendina che si trova in alto a sinistra.

Nota: al momento di impostare una suoneria come suoneria predefinita, Ringtone Maker potrebbe chiederti delle autorizzazioni speciali per portare a termine l’operazione.
Sposta quindi su ON la levetta relativa all’opzione Consenti modifica impostazioni di sistema nella schermata che si apre e il gioco è fatto.



Cambiare suoneria su Android

Se dopo aver impostato una suoneria con Ringtone Maker cambi idea e/o per questioni di privacy non vuoi concedere ad applicazioni di terze parti il permesso di modificare le impostazioni di sistema,  puoi cambiare la suoneria predefinita di Android recandoti nel menu delle impostazioni (l’icona dell’ingranaggio) e selezionando la voce Audio e notifiche dalla schermata che si apre.

Dopodiché devi premere sull’icona dell’ingranaggio collocata accanto alla voce Generali, devi selezionare l’opzione Suoneria telefono e devi scegliere di completare l’operazione con Media Storage (solo una volta):
in questo modo ti verrà mostrata la lista completa delle suonerie disponibili sullo smartphone e potrai scegliere quella che più ti aggrada.
Se installi il file manager gratuito ES Gestore File e selezioni quest’ultimo dal menu Suoneria telefono, puoi navigare liberamente nelle cartelle del device e selezionare così il brano da usare come suoneria.



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Se vuoi impostare una suoneria per un contatto in particolare, seleziona quest’ultimo nella app Contatti di Android e premi prima sull’icona della matita collocata in alto a destra e poi sul pulsante (…) collocato anch’esso in alto a destra. Dopodiché seleziona l’opzione Imposta suoneria dal menu che si apre e scegli la suoneria che vuoi usare per il contatto.



Per cambiare il suono di notifica predefinito, invece, torna nel menu Impostazioni > Audio e notifiche > Generali di Android e fai “tap” sulla voce Suono di notifica predefinito.

App per scaricare suonerie su Android

In conclusione, ti segnalo che esistono delle ottime applicazioni gratuite per Android, come ad esempio Zedge, che permettono di scaricare suonerie da Internet e di impostarle come suoneria predefinita su Android in pochi e semplici “tap”.
Te ne ho parlato in maniera più approfondita nel mio tutorial dedicato alle suonerie per Android:
leggilo e non te ne pentirai!



come impostare mail libero su android



come impostare mail libero su android

Hai deciso di aprire un indirizzo di posta elettronica su Libero Mail ma non riesci ad utilizzarlo sul tuo nuovo smartphone Android?
Strano.
Libero Mail è un servizio pensato per l’utilizzo da Web, client di posta tradizionali ma anche da smartphone e tablet, proprio come tutti i servizi di posta elettronica più moderni.

Se non riesci a farlo funzionare, probabilmente non hai scaricato la app giusta oppure non hai configurato in maniera corretta il tuo client email.
Proviamo a svelare l’arcano e vediamo insieme come impostare mail Libero su Android in maniera corretta.
Sono convinto che riuscirai a risolvere il tuo problema in quattro e quattr’otto senza rivolgerti per l’ennesima volta al tuo amico “smanettone” esperto di tecnologia.



Seguendo le indicazioni che trovi di seguito riuscirai a inviare e ricevere posta con il tuo account Libero da qualsiasi smartphone e tablet Android, avendo persino la possibilità di usare varie app per la gestione delle email.
Io a dire il vero ti consiglio quella ufficiale di Libero.it, ma se vuoi puoi usarne anche altre.
Mettiamoci subito all’opera!

Se non vuoi perdere tempo ad impostare mail Libero su Android, ascolta il mio consiglio e scarica l’applicazione ufficiale del servizio disponibile sul Play Store.
Si tratta di un’eccellente app gratuita che permette di gestire le Web-Mail di Libero.it, Virgilio, Gmail, Yahoo! ed Outlook attraverso un’unica comoda interfaccia.
Normalmente funziona solo se c’è una connessione a Internet attiva (quindi non scarica le email sulla memoria dello smartphone o del tablet) ma supporta anche l’utilizzo di altri servizi di posta elettronica tramite protocollo IMAP e POP3.



Allora, sei pronto a provarla?
Per scaricare la app di Libero Mail sul tuo terminale Android, avvia il Google Play Store (è l’icona del sacchetto bianco con il simbolo “play” al centro che trovi nella schermata dove ci sono tutte le applicazioni installate sul dispositivo), premi sulla barra collocata in alto e cerca libero mail.

Quando compaiono i risultati della ricerca, seleziona l’icona della app Libero Mail (è un pallino verde con una busta da lettere bianca sopra) e premi prima su INSTALLA e poi su ACCETTO per avviare la sua installazione su Android.

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A procedura ultimata, avvia Libero Mail selezionando la sua icona dalla schermata principale del tuo smartphone/tablet e premi sul logo di Libero.
Compila quindi il modulo che ti viene proposto digitando il tuo indirizzo email libero.it e la password che hai scelto per accedere a Libero Mail.

Premi quindi sul pulsante Accedi e si aprirà automaticamente la casella della posta in arrivo con tutti i messaggi da leggere.
Il resto è quasi inutile spiegarlo, funziona come qualsiasi altro client o servizio di posta elettronica online:
in alto c’è il pulsante per avviare la composizione di un nuovo messaggio (il foglietto con la penna), di lato c’è il pulsante Menu per accedere alle varie cartelle della casella email e così via.



Se vuoi, puoi aggiungere altri account di posta elettronica e gestirli direttamente dalla app di Libero Mail.
Basta premere sul pulsante Menu collocato in alto a sinistra (le tre linee orizzontali), poi sul simbolo + (più) e configurare il nuovo account scegliendo uno dei servizi supportati dall’applicazione.
Se vuoi configurare un account diverso da Libero, Virgilio, Gmail, Yahoo o Outlook, seleziona la voce Altro e digita le “coordinate” IMAP o POP3 dell’indirizzo che intendi utilizzare.

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Nel caso in cui tu voglia utilizzare il tuo account Libero Mail in un client di posta di terze parti, come ad esempio MailDroid o CloudMagic, devi scegliere l’opzione per aggiungere un nuovo indirizzo con impostazioni manuali e digitare le “coordinate” del server IMAP di Libero.it.



  • Server posta in arrivo (IMAP): imapmail.libero.it, porta 993, cifratura SSL
  • Server posta in uscita (SMTP): smtp.libero.it, porta 465, cifratura SSL con richiesta di autenticazione attiva.
  • Nome: [il tuo nome completo]
  • Nome account o Nome utente: il tuo indirizzo di posta elettronica Libero.it.
  • Indirizzo e-mail: il tuo indirizzo di posta elettronica Libero.it.
  • Password: la password del tuo account Libero Mail.

Nel caso in cui incontrassi delle difficoltà nell’impostare mail Libero su Android, prova a seguire le indicazioni contenute sul sito ufficiale del servizio e prova ad eseguire l’accesso direttamente da browser.
Il tuo account potrebbe essere stato momentaneamente sospeso o potrebbero esserci dei problemi tecnici che impediscono il corretto funzionamento del servizio di posta.

come impostare google come pagina iniziale su android



come impostare google come pagina iniziale su android

Hai recentemente acquistato un nuovo dispositivo Android e, legato come sei alle tue abitudini, ti sei subito chiesto come personalizzarlo per renderlo più tuo.
Per esempio, una delle cose a cui sei particolarmente legato è la pagina iniziale del tuo browser:
hai ragione, non c’è cosa migliore che avviarlo e trovarti subito faccia a faccia con la pagina del tuo motore di ricerca preferito, Google!

Ma aspetta un momento, ti sei appena reso conto di non essere in grado di impostare Google come pagina iniziale su Android e stai già iniziando ad andare in panico?
Non preoccuparti, non ce ne è motivo:
Android è un sistema operativo progettato da Google, dunque già predisposto all’utilizzo dell’omonimo motore di ricerca tramite gli strumenti integrati, come ad esempio l’assistente vocale Google Assistant.
Inoltre, quasi tutti i browser per Android permettono di usare Google come pagina d’avvio, quindi non c’è davvero alcun motivo per cui preoccuparsi.



Scommetto che ti ho tranquillizzato e che adesso non vedi l’ora di metterti a lavoro per compiere l’operazione tanto desiderata:
perfetto, anche perché si tratta di un’operazione molto semplice che non richiede nessun tipo di competenza informatica.
Coraggio, non perdere altro tempo:
nelle righe di seguito ti spiegherò come modificare la pagina iniziale sui browser per Android più utilizzati.
Devi solo individuare quello che utilizzi attualmente e seguire le relative istruzioni.
Buona lettura e buon divertimento!

Indice

  • Google Chrome
  • Firefox
  • Opera
  • Dolphin Browser
  • Maxthon
  • Orfox

Google Chrome

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Google Chrome è il browser predefinito impostato su tantissimi smartphone e tablet Android:
ricco di funzionalità e perfettamente integrato con il sistema operativo del robottino verde, ha tra i suoi principali punti di forza proprio la ricerca:
basta, infatti, scrivere una parola o una frase nella barra degli indirizzi in alto, dare Invio e il risultato è servito!

Ti dico fin da subito, però, che non è possibile impostare Google come pagina iniziale sulla versione Android di Chrome, proprio per via del suo funzionamento, che è già di suo particolarmente semplice.
Ciò che puoi fare, però, è rendere Google il motore di ricerca predefinito del browser, qualora qualche app “esterna” lo avesse modificato.
In che modo?
Te lo spiego subito!



Per prima cosa, avvia Google Chrome dalla lista app del tuo dispositivo, premi sul pulsante  collocato in alto a destra e sfiora la voce Impostazioni dal menu che si apre.
A questo punto, fai tap sull’opzione Motore di ricerca e, nel nuovo pannello che si apre, metti il segno di spunta su Google. Il gioco è fatto:
da questo momento in poi, tutte le ricerche effettuate tramite la barra vengono eseguite tramite il motore di ricerca scelto.
Nulla di complicato, vero?

Firefox

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La versione del browser Firefox progettata per Android è molto, molto simile alla sua controparte dedicata al PC:
da questa eredita numerose funzionalità, tra cui la possibilità di impostare una pagina iniziale personalizzata.
Volendo, è inoltre possibile mostrare la pagina iniziale scelta, Google in questo caso, ogni qual volta si apre una nuova scheda.
Farlo non è difficile:
un paio di tap qui e là e la nuova pagina iniziale sarà servita!

Per iniziare, avvia il browser dalla lista app del tuo dispositivo, fai tap sul pulsante  situato in alto a destra, sfiora le voci Impostazioni Generale dal menu che si apre e, nel nuovo pannello che viene visualizzato sullo schermo, premi sulla voce Home.



A questo punto, seleziona l’opzione Imposta una pagina iniziale, apponi il segno di spunta sulla casella Personalizzata, digita nella casella preposta l’indirizzo https://www.google.it e fai tap sul pulsante Ok.
Se desideri impostare Google come pagina iniziale di Firefox anche all’atto dell’apertura di una nuova scheda, sposta su Attivato l’interruttore in corrispondenza della voce Utilizza anche per le nuove schede.

Il gioco è fatto:
adesso chiudi completamente Firefox (premendo sull’icona del multi-tasking e spostando la finestra del browser verso sinistra o verso destra) e, all’apertura successiva, la pagina iniziale sarà impostata su Google.
Se non sei capace di chiudere correttamente Firefox (premere sul pulsante “Home” lo manderà soltanto in stand-by) ti invito a consultare la mia guida su come chiudere le app su Android.

Opera

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Opera per Android è la variante “rimpicciolita”, almeno per quel che riguarda l’aspetto grafico, dell’omonimo browser progettato per computer.
Questa versione, tuttavia, dispone di una “gestione” della schermata d’avvio molto simile a quella di Google Chrome:
ciò significa che non è possibile impostare l’apertura della pagina iniziale su Google, ma si può in modo semplicissimo modificare il motore di ricerca utilizzato.
In tal modo, sarà sufficiente digitare la ricerca di interesse nella barra degli indirizzi per vederla eseguita tramite Google!

Per procedere, avvia opera premendo sull’icona residente tra le app installate nel tuo device Android, fai tap sull’icona a forma di O rossa situata nell’angolo in basso a destra della schermata principale del browser e seleziona la voce ⚙Impostazioni dal menu che compare.
Scorri dunque la pagina fino a raggiungere la sezione Pagina iniziale e, per “ripulire” quest’ultima dalle notizie proposte da Opera, sposta su Disattivato l’interruttore in corrispondenza della voce Notizie.
Ripeti poi l’operazione per l’opzione Notifiche di Opera e il gioco sarà fatto.



A questo punto, raggiungi la sezione Cerca e premi sul pulsante Motore di ricerca predefinito:
nel piccolo pannello che compare, apponi il segno di spunta sulla voce Google, dopodiché riavvia completamente il browser e potrai effettuare le tue ricerche su Google semplicemente digitando le parole o le frasi di interesse nella barra degli indirizzi, ossia quella collocata nella parte superiore del browser.

Dolphin Browser

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Dolphin Browser è una valida alternativa ai più blasonati browser per Android, caratterizzato dalla possibilità di essere “espanso” grazie all’installazione di add-on dedicati.
Al di là di tale caratteristica, questo browser ha un alto margine di personalizzazione e, tra le sue possibilità, prevede quella di impostare Google come pagina iniziale.

In che modo?
Semplice:
per prima cosa avvia Dolphin, fai tap sul pulsante a forma di delfino collocato nella barra in basso, esattamente al centro, successivamente premi sul pulsante  posto nell’angolo in basso a destra e seleziona la scheda Avanzate tramite l’apposita voce che trovi in alto.
A questo punto, scorri il pannello fino a trovare la sezione Personalizza, fai tap sulla voce Imposta Homepage, apponi il segno di spunta sull’opzione Apre questa pagina, digita nell’apposita casella l’indirizzo https://www.google.it e premi sul pulsante OK, dopodiché riavvia completamente il browser e il gioco è fatto!



Come dici?
Vuoi usare Google e non Yahoo! anche per le ricerche tramite la barra di Dolphin?
Puoi fare anche questo:
recati di nuovo nelle Impostazioni del browser, seleziona la scheda Generali, premi sulla voce Motore di ricerca e seleziona Google dal pannello che ti viene proposto.
Infine riavvia il browser.
Non è stato difficile, vero?

Maxthon

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Forse l’opzione per impostare Google come pagina iniziale sul browser Maxthon non è immediatamente visibile, ma posso garantirti che c’è e che funziona alla grande! Per procedere, fai partire il browser premendo sulla sua icona dalla lista delle app del tuo dispositivo Android e attendi che la sua interfaccia venga caricata automaticamente.



Completata l’operazione, premi sul pulsante  collocato nell’angolo in basso a destra, sul pulsante  che compare subito sopra, e seleziona successivamente le voci Opzioni AvanzateHomepage Predefinita.
Digita nella casella di testo preposta l’indirizzo https://www.google.it, premi sul pulsante OK e torna indietro fino alla schermata iniziale.

Per verificare se la procedura è andata a buon fine, fai tap sull’icona a forma di casetta che trovi in basso al centro e assicurati che la schermata visualizzata corrisponda alla pagina principale di Google.
Fatto ciò, non ti resta che riavviare il browser per rendere effettiva la modifica.



Orfox

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Disponi del browser Orfox e desideri far sì che, all’apertura, venga mostrata la pagina di Google?
Non c’è problema, puoi procedere in modo estremamente semplice! Per prima cosa avvia il browser richiamandolo dalle app installate sul tuo dispositivo, dopodiché premi sul pulsante  posto nell’angolo in alto, a destra, e seleziona la voce Settings dal menu che si apre.



A questo punto, fai tap in sequenza sulle voci General, Home e infine Set a Homepage, apponi il segno di spunta sulla voce Custom e digita, nella casella di testo che compare immediatamente sotto, l’indirizzo https://www.google.it.

Per completare l’operazione, sfiora il tasto OK e riavvia del tutto il browser:
qualora l’home page non fosse cambiata (poiché i dati del browser risiedono ancora in memoria), riavvia completamente lo smartphone.



come ibernare app android



come ibernare app android

L’autonomia del tuo dispositivo Android non ti permette di arrivare con tranquillità a sera?
La colpa, in buona parte, potrebbe essere di tutte quelle app programmate per aprirsi in continuazione, ovvero quelle concepite per inviare continuamente notifiche all’utente, come ad esempio quelle per la messaggistica istantanea, ma non solo.
Tenendo conto di ciò, potresti cercare di risolvere il problema sospendendo temporaneamente le applicazioni che mettono maggiormente sotto stress il processore e consumano la batteria del telefono (o del tablet) anche quando non sono in esecuzione in primo piano.

Quest’operazione, nel caso in cui non lo sapessi, prende il nome di ibernazione e attuarla può aumentare di molto l’autonomia del device.
Come dici?
La cosa sembra essere interessante e vorresti quindi approfondire il discorso?
Benissimo, allora facciamo così:
prenditi qualche minuto di tempo libero solo per te, posizionati bello comodo, prendi il tuo smartphone o tablet Android e comincia subito a concentrati su quanto riportato qui di seguito.



Nelle righe successive, infatti, andremo a scoprire come ibernare le app su Android ricorrendo all’uso di una serie di utili risorse appositamente adibite allo scopo.
Ti anticipo già che, al contrario di quel che tu possa pensare, non dovrai fare nulla di particolarmente complesso o che comunque sia fuori dalla portata dei più.
Dunque, dimmi:
sei pronto?
Sì?
Grandioso! Procediamo allora!

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Come ibernare app Android
    • Funzioni predefinite di Android
    • Greenify
    • Hibernation Manager
    • Hibernator

Informazioni preliminari

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Prima di entrare nel vivo dell’argomento, andandoti a spiegare come ibernare le app su Android, è mio dovere fare alcune precisazioni riguardo la pratica in questione.
In primo luogo, voglio spiegarti in maniera esatta cosa s’intende per ibernazione sui dispositivi Android.

Diversamente dai PC, il concetto di ibernazione, nel caso dei device basati sulla piattaforma mobile del robottino verde, consiste nel bloccare completamente l’avvio delle app, evitando che restino attive in background, andando quindi a consumare batteria, riempiendo la RAM e a volte persino scaricando dati da Internet.



Per compiere quest’operazione, è possibile sfruttare le funzioni ad hoc messe a disposizione da alcuni produttori sui loro terminali oppure ricorrere all’impiego di applicazioni di terze parti appositamente concepite per lo scopo, alcune delle quali consentono un controllo ancora più approfondito del dispositivo, soprattutto se impiegate su uno smartphone sul quale è stato effettuato il root:
pratica di cui ti ho parlato in maniera approfondita nel mio tutorial incentrato su come effettuare il root su Android.

In tutti i casi, le applicazioni che vanno ibernate sono quelle di cui è possibile fare a meno nell’immediato.
Ad esempio, se usi sovente l’app di WhatsApp per comunicazioni importanti con amici e familiari, faresti bene a non ibernarla, mentre se hai installato Snapchat e Telegram sul telefono ma te ne servi solo di rado o comunque per comunicazioni non urgenti, puoi tranquillamente procedere con la loro ibernazione.



Ad ogni modo, tieni presente che, ponendo le app in ibernazione, non sarai in grado né di ricevere le loro notifiche né di visualizzare quelle mostrate in precedenza da queste ultime.

Un’altra cosa che ti invito a considerare è il fatto che un utilizzo non corretto della funzione di ibernazione su Android, ricorrendo all’uso di app di terze parti e non delle funzioni già incluse nel dispositivo, potrebbe portare a malfunzionamenti del sistema e potenzialmente anche alla perdita di dati, pertanto io non mi assumo nessuna responsabilità circa eventuali danni arrecati al tuo smartphone o ai tuoi file nel tentativo di usare le risorse menzionate in questo tutorial.



La soluzione alternativa all’ibernazione potrebbe essere, molto banalmente, quella di chiudere le varie app, seguendo le indicazioni che ti ho fornito nella mia guida sull’argomento.
Tuttavia, va detto che alcune applicazioni sono concepite appositamente per restare aperte anche in seguito all’effettuazione di quest’operazione.

Ibernazione e chiusura forzata delle app a parte, ci sono anche altre pratiche che possono essere utili per limitare il consumo della batteria su Android e ottimizzare la gestione energetica.
Se la cosa ti interessa e desideri approfondire l’argomento, ti consiglio la lettura del mio post su come risparmiare batteria Android.



Come ibernare app Android

Fatte le dovute precisazioni di cui sopra, veniamo al nocciolo vero e proprio della questione e andiamo a scoprire, in dettaglio, come ibernare le app su Android.
Come ti dicevo, per riuscirci puoi ricorrere all’uso di alcune apposite funzioni “di serie” e app di terze parti:
trovi indicato tutto di seguito.

Funzioni predefinite di Android

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Per ibernare le app su Android, è in primo luogo possibile sfruttare le funzioni predefinite che alcuni produttori, come ad esempio Samsung e Xiaomi, hanno scelto di integrare nei loro dispositivi, tra le impostazioni dedicate al risparmio energetico, quindi senza la necessità di dover scaricare e installare nuove applicazioni sul dispositivo.



Per cui, se lo smartphone o il tablet che stai usando supporta “di serie” questa funzionalità, tutto quello che devi fare per potertene servire è prendere il device, sbloccarlo, accedere al drawer (la schermata di Android in cui trovi raggruppate le icone di tutte le applicazioni), fare tap sull’icona delle Impostazioni (quella con la ruota d’ingranaggio) e, nella schermata successiva, selezionare la voce relativa alla manutenzione del dispositivo o alla gestione della batteria.
Seleziona poi l’opzione per attivare la modalità sospensione o per congelare le app e il gioco è fatto.

Purtroppo non posso essere più preciso con le mie indicazioni, in quanto non sono a conoscenza di marca e modello esatti dello smartphone in tuo possesso e della versione di Android su di esso installata.
Per tua conoscenza, per redigere questo tutorial io ho usato un Samsung Galaxy S6 aggiornato ad Android 7.0.



Greenify

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La prima soluzione per ibernare le app su Android che ti consiglio di provare è Greenify:
si tratta di un’applicazione gratuita che consente di scegliere quali app tenere sotto controllo e ne previene automaticamente l’esecuzione quando lo schermo dello smartphone viene spento. Per sfruttarla al meglio, occorrerebbe un terminale sbloccato tramite root, ma funziona abbastanza bene anche sui sistemi non modificati, a patto che si utilizzi una versione di Android pari o superiore alla 4.1.
Da notare che l’app è disponibile anche in una versione a pagamento che offre alcune feature extra, come l’ibernazione delle app di sistema.



Per effettuare il download della versione base di Greenify, collegati alla relativa sezione del Play Store e premi sul pulsante Installa.
Successivamente, avvia l’app facendo tap sul bottone Apri comparso sullo schermo oppure selezionando la relativa icona che è stata aggiunta al drawer.

Ora che visualizzi la schermata principale di Greenify, fai tap sulla voce Avanti, situata in basso a destra, indica se il tuo dispositivo ha il root o meno e fai ancora tap sulla voce Avanti.
Premi, dunque, sul pulsante Concedi permesso, per concedere all’app i permessi necessari per abilitare l’ibernazione smart (che consente di evitare che le app in primo piano e sullo sfondo vengano ibernate mentre viene riprodotta della musica o è in corso un processo critico) e, per concludere, fai tap sulla voce Finito.



Adesso, premi sul pulsante con i tre puntini in verticale che si trova in alto a destra, seleziona la voce Impostazioni dal menu che si apre e abilita la modalità d’ibernazione che preferisci tra quelle disponibili.
Personalmente, ti suggerisco di spuntare la casella accanto alla voce Ibernazione automatica, per fare in modo che l’applicazione entri in azione da sola dopo pochi minuti che lo schermo del dispositivo si spegne.

A questo punto, devi scegliere quali app vuoi che vengano ibernate:
per riuscirci, fai tap sul bottone [+] posto in basso a destra nella schermata principale di Greenify, seleziona le applicazioni di tuo interesse dall’elenco visualizzato (in alto trovi tutte quelle in esecuzione e in background, mentre in basso ci sono quelle che potrebbero rallentare il dispositivo) e poi premi sul pulsante verde con la spunta che vedi comparire a fondo schermo.



Se non hai scelto una modalità per l’ibernazione automatica, puoi fare in modo che Greenify entri in azione “a comando”:
per riuscirci, premi sul pulsante Zzz che trovi nella parte in fondo a destra della schermata principale dell’applicazione.

In alternativa alla pratica appena descritta, puoi creare un apposito collegamento in home screen da selezionare all’occorrenza, premendo sul bottone con i tre puntini in verticale che si trova nella parte in alto a destra della schermata principale dell’app e scegliendo la voce Crea scorciatoia per l’ibernazione dal menu che compare.

Hibernation Manager

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Un’altra risorsa alla quale puoi appellarti per ibernare le tue app è Hibernation Manager:
si tratta di un’applicazione gratuita, in grado di assolvere allo scopo oggetto di questo tutorial, abbastanza facile da configurare e da usare e dall’interfaccia semplice e altamente intuitiva.
Da notare che consente di intervenire anche sulla CPU e sulle impostazioni di Android.
Inoltre, offre acquisti in-app (al costo di 1,80 euro) per coloro che hanno effettuato il root del dispositivo, in modo tale da poter gestire in maniera ancora più approfondita i processi di ibernazione.

Mi chiedi come potertene servire?
Te lo spiego subito.
In primo luogo, effettuane il download e l’installazione collegandoti alla relativa sezione del Play Store e facendo tap sul bottone Installa.
Successivamente, avvia l’app premendo sul pulsante Apri comparso sullo schermo oppure selezionando la relativa icona che è stata aggiunta al drawer.



A questo punto, individua la sezione Ibernazione delle applicazioni visibile nella parte in basso dello schermo e porta su ON l’interruttore che trovi sotto il nome delle app che desideri ibernare.
Per visualizzare le varie applicazioni in elenco, premi sulle frecce verso destra o verso sinistra che trovi in basso.
In seguito, premi sul bottone OFF che si trova in basso a destra, in modo tale che al suo posto compaia quello con su scritto ON, e il gioco è fatto.

A partire da questo momento, tutte le volte che il display del dispositivo verrà spento, Hibernation Manager entrerà in azione andando a ibernare in automatico le app selezionate in precedenza.
Più comodo di così?



Hibernator

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Qualora nessuna delle applicazioni di cui ti ho già parlato ti avesse convinto in maniera particolare, puoi affidarti a Hibernator:
si tratta di un’altra app molto semplice da usare, è gratuita ma con acquisti in-app (al costo di 1,59 euro) per sbloccare funzioni extra, come la possibilità di intervenire anche sulle app di sistema.
Non necessita del root per funzionare.



Per scaricare l’app sul tuo dispositivo, visita la relativa sezione del Play Store e premi sul pulsante Installa.
In seguito avviala, facendo tap sul bottone Apri comparso sullo schermo oppure selezionando la relativa icona che è stata aggiunta alla schermata home.

Adesso, assicurati che l’interruttore posto in corrispondenza della dicitura Applicazioni dell’utente sia impostato su ON (altrimenti provvedi tu), dopodiché premi sul bottone Zzz che si trova a destra, concedi all’app i permessi necessari per funzionare e questa entrerà finalmente in azione.



Se vuoi, puoi anche abilitare la funzione di ibernazione automatica, la quale consente di ibernare le app in automatico quando il display del dispositivo si spegne:
per attivarla, fai tap sul pulsante con i tre puntini in verticale posto nella parte in alto a destra della schermata principale di Hibernator, seleziona la voce Impostazioni dal menu che compare e spunta la casella presente accanto alla dicitura Ibernazione automatica.

Se vuoi escludere specifiche app dal processo di ibernazione, fai tap sul bottone [+] che trovi in corrispondenza del box Lista eccezioni nella schermata principale di Hibernator, seleziona quelle di tuo interesse e fai tap sulla voce OK.



Invece, per creare un elenco personalizzato di app da ibernare, escludendo tutte le altre, seleziona la scheda Lista personalizzata (che trovi sempre nella schermata principale di Hibernator), premi sul bottone [+] presente nel relativo box e selezionale dall’elenco che compare, dopodiché conferma la scelta fatta, premendo sulla dicitura OK.

come hackerare un telefono android



come hackerare un telefono android

La mia casella di posta elettronica e i miei account social sono pieni di messaggi in cui mi viene posta sempre la stessa domanda:
quella relativa a come hackerare un telefono Android.
C’è chi, preoccupato per la propria privacy, mi contatta per scoprire come difendersi dagli attacchi dei pirati informatici e chi, invece, spinto da pura curiosità, vorrebbe scoprire quali sono le tecniche che i cosiddetti “cracker” (cioè gli hacker “cattivi”) utilizzano per attaccare gli smartphone delle proprie vittime.

Di fronte a una mole di richieste così ampia non potevo di certo restarmene con le mani in mano, e infatti oggi sono qui per occuparmi dell’argomento e per chiarire tutti i dubbi che si possono avere in merito.
O quasi.



Vedremo prima le “armi” con le quali i malintenzionati spiano e/o comandano più comunemente gli smartphone Android a distanza, dopodiché cercheremo di stilare un insieme di regole per proteggerci da questo tipo di minacce.
Ti assicuro che con un pizzico di buonsenso si riescono ad ottenere ottimi risultati e a dormire sonni relativamente tranquilli.
Insomma, la sicurezza assoluta non esiste, né su Android né su qualsiasi altra piattaforma software, ma se si utilizza il proprio smartphone in maniera attenta si possono scongiurare un bel po’ di rischi.
Continua a leggere per saperne di più.

App per hackerare un telefono Android

Cominciamo con una rapida selezione delle app e delle tecniche utilizzate dai malintenzionati per hackerare un telefono Android.
D’altronde solo conoscendo il “nemico” si può imparare a contrastarlo efficacemente.



Applicazioni per il parental control e app anti-furto

Anche se realizzate per scopi leciti, le applicazioni per il parental control possono essere facilmente “piegate” al volere dei malintenzionati.
Questo perché includono tutto il necessario per tracciare le attività degli utenti (monitorano la navigazione Internet, le chiamate, le applicazioni utilizzate ecc.) e spesso sono in grado di nascondersi dagli occhi dell’utente rimuovendo le loro icone dalla home screen e dal drawer di Android.

Di applicazioni per il parental control ce ne sono tantissime, anche in ambito free, e il loro funzionamento è davvero alla portata di tutti:
basta installarle, configurarle e poi fanno tutto da sole consentendo un monitoraggio e/o un controllo dello smartphone da remoto.
Fra le app per il parental control più “quotate” del momento ci sono Screen Time, Mobile Fence e Qustodio di cui ti ho parlato ampiamente nei miei post su come spiare Android e come spiare cellulare Android.



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Altre applicazioni alla portata di tutti, che sono perfettamente lecite ma possono essere usate dai malintenzionati per monitorare uno smartphone da remoto, sono quelle antifurto.
Con le applicazioni anti-furto, infatti, è possibile localizzare un telefono da remoto, comandarlo tramite SMS, realizzare foto e video da remoto e molto altro ancora senza che l’utilizzatore del device si accorga di nulla.



Tra le applicazioni anti-furto più popolari in ambito Android ci sono Lost Android che è completamente gratuita e Cerberus che invece costa 4,99 euro dopo una settimana di prova gratis.
Ti ho illustrato il loro funzionamento nei miei tutorial su come ritrovare il cellulare Android e

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Applicazioni-spia

Se le applicazioni per il parental control e le applicazioni anti-furto nascono con finalità lecite ma possono essere “piegate” al volere dei malintenzionati, ci sono applicazioni – fortunatamente più difficili da usare e configurare – che hanno come scopo principale proprio quello di hackerare e/o spiare i dispositivi Android.
Attenzione, non si tratta di app “cattive” di per sé, infatti possono essere usate anche per scovare vulnerabilità di sicurezza e/o per testare la sicurezza dei propri device, ma come facilmente immaginabile spesso vengono usate per finalità meno nobili.

Tra le applicazioni di questo genere ti segnalo AndroRat che permette di monitorare e comandare Android da remoto “catturando” i messaggi che vengono inviati o ricevuti sullo smartphone, localizzando il terminale su una mappa, attivando la fotocamera, catturando il suono dal microfono e molto altro ancora.



Molto potenti sono anche cSploit che permette di rilevare le vulnerabilità di Android e di sfruttarle per accedere da remoto agli smartphone e DroidSheep, che invece serve a “catturare” le comunicazioni di Facebook, Twitter e altri social media.

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Come già detto, nessuna di queste app può essere utilizzata senza avere un minimo di dimestichezza in materia di sicurezza informatica, quindi non si tratta di soluzioni particolarmente diffuse, ma è bene conoscerle per sapere come contrastarle al meglio.
E qui comincia la seconda parte del nostro tutorial.

Come difendersi

Come abbiamo appena visto insieme, hackerare un telefono Android non è impossibile.
Purtroppo non lo è.
Tuttavia adottando delle misure preventive adeguate si può riuscire a ridurre il rischio di intrusioni al minimo.
Quali sono le misure preventive di cui parlo?
Tranquillo, nulla che tu non possa fare da solo.
Si tratta di misure semplicissime, di puro, buonsenso che non richiedono né l’intervento di un tecnico né conoscenze avanzate nell’ambito della sicurezza informatica.



Verificare i permessi di amministrazione delle app

La prima misura preventiva che ti consiglio di adottare è verificare, di tanto in tanto, che sul tuo smartphone non ci siano applicazioni sospette a cui sono stati concessi i permessi di amministrazione.

Come già sottolineato in precedenza, le app-spia per Android si nascondono, nella maggior parte dei casi non si fanno vedere né nella home screen né nel drawer del sistema, ma questo non significa che siano impossibili da rintracciare.
Se ci si reca nel pannello delle impostazioni di Android e si controlla la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il sistema, spesso si riesce a individuarle (e quindi ad eliminarle).



Per scoprire la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il tuo smartphone, recati nel menu Impostazioni > Sicurezza > Amministratori dispositivo di Android.
Se fra le applicazioni in elenco ce ne sono alcune sospette (cioè alcune che non hanno a che fare con il sistema operativo e sei sicuro di non aver installato in prima persona), disattivale e provvedi a rimuoverle dallo smartphone.

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Se utilizzi una versione di Android pari o superiore alla 6.0, puoi controllare anche quali applicazioni hanno il diritto di modificare le impostazioni di sistema.
Per farlo, recati nel menu Impostazioni > App di Android, premi sull’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra e seleziona la voce Modifica impostazioni di sistema dalla schermata che si apre.

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Se tra le applicazioni in elenco ne trovi qualcuna che non fa riferimento a servizi di sistema e/o non hai installato in prima persona, provvedi subito a disattivarla e a rimuoverla dallo smartphone.

Controllare i processi in esecuzione sul telefono

Se nelle impostazioni di Android non hai trovato app sospette, ma temi ugualmente che il tuo telefono sia sotto controllo, prova a controllare la lista di tutti i processi in esecuzione su Android tramite System Monitor Lite.



Come si intuisce abbastanza facilmente anche dal suo nome, System Monitor Lite è un task manager gratuito per Android che permette di scoprire tutti i processi (e quindi tutte le app) in esecuzione sullo smartphone.
Per utilizzarla, avviala, premi sull’icona che si trova in alto a sinistra e seleziona la voce Top apps dalla barra che compare di lato.

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Se tra le applicazioni in esecuzione sul telefono ce ne sono alcune “sospette”, cerca su Google il nome del processo ad esse relativo e, se i tuoi sospetti sono confermati, provvedi subito a rimuovere la app “incriminata” dal dispositivo.

Utilizzare un antimalware

Che tu abbia o meno il sospetto che qualcuno ti stia spiando, ti consiglio caldamente di installare un antimalware per Android.
Come mai?
Te lo spiego subito.
Installando un antimalware per Android, potrai scoprire facilmente se sul tuo smartphone ci sono delle app malevole e/o se qualche app nasconde al suo interno un meccanismo per rubarti dati e informazioni.



Ci sono tanti antimalware per Android.
Io personalmente ti consiglio Avast Mobile Security che è completamente gratuito e molto facile da usare, ma ce ne sono anche altri che vale la pena prendere in considerazione:
te ne ho parlato nel mio post sugli antivirus per Android.

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Spiegare come funzionano gli antimalware (o “antivirus”) per Android è pressoché superfluo:
una volta installati sul telefono, controllano tutte le app presenti sul dispositivo e monitorano lo stato del sistema in tempo reale (scansionando tutte le nuove applicazioni installate sul terminale).
Se qualche app viene riconosciuta come “sospetta”, cioè pericolosa per la privacy o la sicurezza, viene immediatamente bloccata.

Rimuovere il root (se non ritenuto necessario)

Come ti ho spiegato nel mio tutorial su come effettuare il root su Android (e come probabilmente già saprai), il root è una procedura mediante la quale è possibile ottenere i permessi di amministrazione su Android e quindi è possibile modificare più a fondo il comportamento del sistema operativo.
Si tratta di una risorsa molto utile – ammesso che si sappia bene dove mettere le mani e si abbia bisogno di app che non funzionano senza il root – ma rappresenta anche un potenziale rischio.



Avere uno smartphone sbloccato tramite root, espone infatti il dispositivo all’installazione di app, comprese le applicazioni spia, che possono agire in maniera indisturbata sugli aspetti più profondi del sistema.
Alla luce di ciò, se tu non hai bisogno del root in quanto non sei un utente particolarmente esperto e/o non utilizzi applicazioni che lo richiedono, faresti meglio a rimuoverlo.

Per scoprire come rimuovere il root da Android, vai su Google e cerca la procedura più adatta al tuo smartphone (es.
“come rimuovere il root da Samsung Galaxy S7”).
In genere basta aprire SuperSU e selezionare l’opzione per l’unroot completo dalla scheda impostazioni, ma per andare sul sicuro è meglio cercare la procedura specifica per il proprio modello di smartphone.



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Disattivare l’installazione di app provenienti da origini sconosciute

Una volta disattivato il root, il rischio più grande proviene dalle applicazioni installate dalle fonti esterne al Play Store, laddove è molto facile imbattersi in malware e applicazioni-spia di vario genere.



Per aumentare il livello di sicurezza del tuo smartphone e quindi ridurre il rischio di imbatterti in app malevole, recati nelle impostazioni di Android, seleziona la voce Sicurezza dalla schermata che si apre e, se attiva, disattiva la levetta che si trova accanto all’opzione Origini sconosciute.
In questo modo, sullo smartphone si potranno installare solo le applicazioni che provengono dal Google Play Store (che sono generalmente sicure) e non più quelle scaricate da altre fonti.

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Aggiornare Android

Per hackerare un telefono Android, i malintenzionati possono sfruttare eventuali falle di sicurezza presenti nel sistema operativo; falle che possono essere corrette solo aggiornando Android all’ultima versione disponibile.

Se non l’hai ancora fatto, recati dunque nelle impostazioni del tuo smartphone, seleziona le vociInfo sul telefono e Aggiornamenti di sistema e verifica se è disponibile una versione più recente del sistema operativo (che potrebbe correggere eventuali falle di sicurezza e quindi potrebbe rendere più sicuro il telefono).



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Se qualche passaggio non ti è chiaro, consulta la mia guida su come aggiornare Android facilmente in cui ti ho spiegato come aggiornare tutti i device equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.



Proteggere l’accesso al telefono

Per quanto possa sembrare banale, una delle misure di sicurezza più efficaci per evitare il monitoraggio del proprio smartphone è proteggere in maniera sicura l’accesso al dispositivo.
Questo significa utilizzare un PIN sicuro o una sequenza di sblocco complessa (associati, se possibile, all’impronta digitale).

Per impostare un PIN o una sequenza di sblocco su Android, non devi far altro che recarti nel menu Impostazioni > Blocco schermo del telefono e selezionare l’opzione per aggiungere un PIN o una sequenza di sblocco al sistema.



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Non utilizzare le reti Wi-Fi pubbliche

Un altro consiglio che mi sento di darti è quello relativo alle reti Wi-Fi pubbliche:
a meno che tu non ne abbia strettamente bisogno, evita l’utilizzo delle reti Wi-Fi pubbliche (che possono essere più facilmente attaccate dai malintenzionati per captare dati e comunicazioni degli utenti) e affidati alla rete 3G/4G del tuo operatore.



Ripristinare Android

Infine, se arrivato a questo punto hai ancora il sospetto che qualcuno stia spiando/controllando il tuo telefono da remoto, prendi la situazione in mano e provvedi a formattare il tuo smartphone riportando Android allo stato di fabbrica.
In questo modo cancellerai tutte le app presenti nel sistema (comprese, eventualmente, quelle spia) e potrai usare un device “pulito”.

Se non sai come ripristinare Android e/o vuoi dei consigli su come preparare l’intera operazione, dà un’occhiata al tutorial che ho dedicato all’argomento:
lì puoi trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno.