come eliminare account google android



come eliminare account google android

Hai acquistato uno smartphone Android di “seconda mano” da un amico ma sul dispositivo è ancora impostato il suo account Google?
Vorresti cancellarlo senza dover disinstallare tutte le app o resettare le impostazioni del telefono ma non sai come fare?
Tranquillo, se vuoi ti do una mano io.

Eliminare account Google Android è un’operazione semplicissima e non comporta alcun effetto collaterale (a parte la cancellazione dei file legati all’account dal dispositivo).
Tutto quello che devi fare è accedere alle impostazioni dello smartphone, selezionare l’account da rimuovere e premere su un paio di pulsanti.
Vedrai, ci vorranno al massimo 30 secondi per completare tutto il lavoro.



Come dici?
Dopo aver eliminato l’account del tuo amico vorresti collegare Android al tuo indirizzo Gmail?
Nessun problema.
Anche in questo caso si tratta di un’operazione semplicissima che si può fare in pochissimi secondi.
Tutte le email, i contatti, gli appuntamenti del calendario e gli altri dati collegati al tuo account Google verranno sincronizzati automaticamente sul telefono senza che tu debba muovere un dito!

Cancellare un account Google da Android

Il primo passo che devi compiere per eliminare il tuo account Google da uno smartphone o un tablet Android è accedere alle impostazioni del terminale.
Se non sai come si fa, recati nella schermata in cui ci sono le icone di tutte le applicazioni installate il dispositivo (si chiama drawer) e premi sull’icona Impostazioni (che dovrebbe essere rappresentata da un piccolo ingranaggio).



A questo punto, scorri il menu che si apre fino a raggiungere la voce Account e fai “tap” su quest’ultima.
Seleziona quindi l’icona di Google, scegli l’account Google che vuoi rimuovere da Android (es.
tuonome@gmail.com) e premi sui tre puntini in alto a destra.

Per concludere, seleziona la voce Rimuovi account dal riquadro che compare, conferma la tua volontà di cancellare l’account premendo sul bottone Rimuovi account e il gioco è fatto.



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Attenzione: cancellare un account Google da Android causa l’eliminazione di tutti i dati associati a quest’ultimo.
Questo significa che non avrai più sul telefono (o sul tablet) le tue email, i documenti di Google Drive e gli appuntamenti del calendario.
Per ripristinarli dovrai associare nuovamente il tuo account Google al dispositivo (i dati rimarranno salvati su Internet, sul tuo spazio personale offerto da Google).



Aggiungere un nuovo account Google ad Android

Adesso sei libero di aggiungere un nuovo account ad Android.
Per compiere quest’operazione, recati nel menu Impostazioni > Account del tuo smartphone o del tuo tablet e premi sul bottone Aggiungi account che si trova in fondo allo schermo.

Nella schermata che si apre, seleziona il logo di Google e scegli se autenticarti con un account Gmail già esistente o se crearne uno nuovo.
Nel primo caso non devi far altro che digitare il tuo indirizzo Gmail nel campo Inserisci la tua email, premere su Avanti e inserire il resto delle informazioni richieste.



Se invece desideri creare un nuovo account, scorri il menu fino in fondo, premi sull’opzione Oppure crea un nuovo account e fornisci tutte le informazioni che ti vengono chieste:
nome, cognome, indirizzo email da creare, password e quant’altro.
Trovi maggiori informazioni su questa procedura nella mia guida su come creare account Google.

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Ad operazione completata tutti i dati che sceglierai di sincronizzare con il tuo account Gmail (posta, calendario, foto, cronologia di Chrome, contatti ecc.) verranno scaricati automaticamente su Android e potrai accedervi tramite le applicazioni ufficiali di Gmail, Google Calendar ecc.
installate sul tuo dispositivo.

Nel caso in cui non riuscissi ad eliminare account Google Android seguendo le indicazioni che ti ho fornito in precedenza, prova prima ad aggiungere un nuovo account al dispositivo come appena visto insieme e ripeti la procedura di cancellazione dell’account.



Cancellare i dati di uno smartphone Android da remoto

Il tuo smartphone è stato oggetto di un furto?
Mi spiace, in ogni caso sappi che puoi dissociare il tuo account Google e cancellare tutti i dati dal dispositivo agendo da remoto.
Tutto quello che devi fare è collegarti al sito Internet Gestione Dispositivi Android e cliccare sull’icona Cancella per due volte consecutive.
Tutti i dati presenti sul cellulare verranno cancellati e, ovviamente, il dispositivo non risulterà più rintracciabile da remoto (in quanto disconnesso dal tuo account Google).

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Se Gestione Dispositivi Android non riesce a localizzare lo smartphone, probabilmente il device è stato spento o disconnesso da Internet, oppure i servizi di localizzazione da remoto non sono mai stati attivati su quest’ultimo.
Per saperne di più leggi il mio tutorial su come ritrovare il cellulare Android.

Cancellare un account Google definitivamente

Oltre che disconnetterlo da Android, vuoi cancellare il tuo account Google in maniera definitiva?
Si può fare, ma sappi che si tratta di un’operazione irreversibile.
Mettendola in pratica cancellerai tutte le tue email di Gmail, i tuoi video di YouTube, i tuoi appuntamenti segnati su Google Calendar e tutte le altre informazioni collegate ai servizi di “big G”.
Per evitare di perdere questi dati in maniera definitiva, scaricane una copia di sicurezza sul PC prima di eliminare l’account.



Per scaricare un backup di tutti i dati del tuo account Google, collegati a google.com o google.it da PC, clicca sulla tua foto del profilo collocata in alto a destra e pigia sul pulsante Account personale che si trova nel menu che compare.

Nella pagina che si apre, clicca sulla voce Controlla i tuoi contenuti (nel riquadro sulle Informazioni personali e privacy) e seleziona l’opzione Crea archivio. Dopodiché accertati che ci sia il segno di spunta accanto a tutti i dati e i servizi di tuo interesse (contatti, posta, YouTube ecc.) e clicca prima su Avanti e poi nuovamente su Crea archivio.



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Verrà avviata la creazione di un pacchetto zip con tutti i tuoi dati personali.
Il processo di creazione dell’archivio potrebbe andare avanti anche diversi giorni (dipende dalla mole di informazioni da elaborare), comunque non appena sarà pronto riceverai un’email con il link per il download.



Dopo aver scaricato i dati puoi passare alla cancellazione dell’account.
Per eliminare definitivamente il tuo account Google torna nel menu Account personale di google.com o google.it e clicca prima sulla voce Elimina il tuo account o tuoi servizi che si trova sulla destra (nel riquadro relativo alle Preferenze account) e poi su Elimina account Google e dati.

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Nella pagina che si apre, digita la password del tuo indirizzo Gmail e completa la procedura di cancellazione dell’account mettendo il segno di spunta accanto alle voci Sì, riconosco di essere ancora responsabile di tutti gli addebiti derivanti da eventuali transazioni finanziarie in attesa e comprendo che in determinate circostanze le mie entrate non verranno pagate e Sì, desidero eliminare definitivamente il mio account Google e tutti i relativi dati. che si trovano in fondo alla pagina e cliccando sul pulsante Elimina account.

Ora il tuo account Google è cancellato e, con esso, sono stati eliminati tutti i dati di servizi come Gmail, Google Calendar e YouTube.
La procedura non è reversibile.



come effettuare un backup android



come effettuare un backup android

Hai paura che il tuo amato – e costosissimo – smartphone Android possa rompersi da un momento all’altro?
Temi di perdere tutte le applicazioni e i dati che hai salvato sul dispositivo?
Beh, fai bene a pensarci, anzi fai benissimo.
Però non essere così paranoico!

Ormai esistono tantissime app che permettono di salvare i dati presenti sui dispositivi Android e, all’occorrenza, ripristinarli con estrema facilità.
Installale una qualsiasi sul tuo smartphone e finalmente ti libererai dalla preoccupazione di perdere SMS, contatti, foto, video, appuntamenti del calendario o altri dati importanti salvati sulla memoria del device.



Occhio però:
le applicazioni più efficaci e complete per il backup di Android richiedono il root.
Questo significa che – se non l’hai ancora fatto – devi andarti a leggere la mia guida su come effettuare il root Android e devi sbloccare il tuo cellulare seguendo le indicazioni presenti in essa.
Dopodiché rimboccati le maniche e scopri in dettaglio come effettuare un backup Android seguendo le istruzioni che sto per fornirti.
Ti assicuro che sarà tutto molto più facile di quello che immagini.

Titanium Backup

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Titanium Backup è il top per quello che riguarda il backup Android, permette infatti di copiare tutte le applicazioni installate sul telefono, le loro impostazioni e i dati che contengono offrendo al contempo una pratica funzione di ripristino che permette di reintegrarle sul dispositivo in pochissimi “tap”.



È disponibile in due versioni:
una di base gratuita e una a pagamento (5,99 euro) che in più offre la possibilità di ripristinare tutte le app contemporaneamente senza interventi da parte dell’utente, cifrare i backup, conservare più versioni di una stessa app e dispone del supporto ai servizi di cloud storage (es.
Dropbox, Google Drive e Box). Richiede il root per funzionare correttamente.

Come si usa?
Nulla di più facile.
Dopo aver scaricato l’applicazione dal Play Store, devi avviarla, concederle i permessi di root (premendo sul pulsante Concedi quando sullo schermo compare l’avviso di SuperUser o SuperSU) e premere il pulsante OK per accedere al suo menu iniziale.



Se vengono visualizzati degli altri avvisi, come ad esempio quello relativo alla necessità di attivare il debug USB, segui le indicazioni della app e abilita tutte le funzioni richieste dal pannello delle impostazioni di Android.

A questo punto, seleziona l’icona delle Azioni in massa (il foglio con il segno di spunta accanto) che si trova in alto a destra.
Pigia sul pulsante Avvia collocato accanto alla dicitura Backup di tutte le app utente + dati sistema e premi sulla spunta verde situata in alto a destra per eseguire un backup completo di applicazioni e dati.



In alternativa, se preferisci, puoi scegliere l’opzione Backup di tutte le applicazioni utente per salvare solo le app (senza i dati) oppure l’opzione Backup di tutti i dati di sistema per fare l’inverso, cioè salvare i dati ma non le app.

Per ripristinare i backup effettuati in precedenza, dirigiti nel menu Azioni in massa di Titanium Backup, premi il pulsante Avvia collocato accanto alla voce Ripristina tutte le app con dati o accanto alla voce Ripristina app mancanti + tutti i dati di sistema (per ripristinare solo le app mancanti sul dispositivo e i dati) e seleziona la spunta verde in alto a destra.



Helium

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Helium è un’applicazione per il backup di Android molto simile a Titanium, ma a differenza di quest’ultimo riesce a funzionare anche senza root. Gli utenti che non hanno ancora sbloccato il proprio device, infatti, possono sfruttarne tutte le potenzialità collegando il telefono al PC e installando una semplice estensione di Chrome sul computer. Chi ha il root, invece, può usare la app direttamente senza collegare lo smartphone al PC.



Helium è disponibile in due versioni:
una gratuita che permette di salvare e ripristinare le applicazioni sul proprio device e una a pagamento (3,71 euro) che permette di passare le app da un dispositivo all’altro e di ripristinare i backup fatti sui servizi cloud.

Il funzionamento dell’applicazione è estremamente intuitivo, ma, come già accennato, se non si ha il root bisogna compiere qualche passaggio in più. Qui sotto trovi spiegato tutto in dettaglio.



  • Il primo passo che bisogna compiere è scaricare Helium dal Play Store e installarlo sul proprio smartphone;
  • Successivamente bisogna scaricare i driver per il proprio smartphone e installarli sul PC;
  • Ad installazione dei driver completata, occorre aprire Chrome sul PC e installare l’applicazione di Helium per il browser di Google;
  • Completata anche l’installazione della app in Chrome, bisogna avviare Helium sul telefono e seguire le indicazioni su schermo. In primis bisogna premere su OK ed effettuare l’accesso con il proprio account Google, dopodiché bisogna premere di nuovo OK, abilitare il Debug USB sul telefono e impostare la modalità di connessione PTP;
  • Per concludere, bisogna aprire la app di Helium in Chrome, collegare lo smartphone al PC e accettare l’attivazione del Debug USB sul telefono.

Una volta completato il setup iniziale, puoi scollegare lo smartphone dal computer e avviare il backup delle tue applicazioni con Helium.

Apponi dunque il segno di spunta accanto alle icone delle app di tuo interesse, premi sul pulsante Backup collocato in basso a destra e scegli se salvare le app sulla memoria interna o la SD del telefono oppure su un servizio di cloud storage.



Successivamente, potrai ripristinare i tuoi backup recandoti nella scheda Ripristino e sincronizzazione di Helium e selezionando il backup da utilizzare.
Più facile a farsi che a dirsi!

Easy Backup & Restore

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Easy Backup & Restore è un’altra applicazione gratuita che ti consiglio di tenere altamente in considerazione. Permette di salvare messaggi, eventi del calendario, segnalibri del browser, storico delle chiamate e contatti in pochi e semplici “tap”.
I dati possono essere salvati non solo in locale, su memory card SD o sulla memoria del device, ma anche su servizi di cloud storage come Dropbox e Google Drive.
Ottimo, vero?
E pensa, non richiede nemmeno il root per funzionare.

È estremamente intuitiva.
Per avviare un backup basta infatti premere sul pulsante Effettua backup, mettere il segno di spunta accanto alle voci relative agli elementi da salvare (SMSMMSRegistro chiamateCalendarioSegnalibriDizionario e Rubrica) e premere sul pulsante OK.



Bisogna poi scegliere se eseguire la copia dei dati sulla scheda SD inserita nel telefono (opzione che permette di scegliere come destinazione anche la stessa memoria del dispositivo) o su uno dei servizi di cloud storage supportati da Easy Backup (DropboxGoogle DriveBox o Gmail, sotto forma di allegato).
Infine occorre assegnare un nome al backup e avviare la procedura.

Il processo di ripristino dei dati salvati in precedenza da Easy Backup è ugualmente semplice:
basta premere sul bottone Ripristina Backup, selezionare la fonte dei dati (es. Scheda SD o Dropbox), indicare il backup da utilizzare per il ripristino e il gioco è fatto.



Da sottolineare anche la presenza della funzione Strumenti app, la quale consente di creare dei backup delle app e dei dati ad esse correlati (previa l’installazione della app gratuita BusyBox, che richiede il root per funzionare).
Si tratta di una funzione sicuramente utile ma, se puoi e se hai un dispositivo sbloccato, prediligi Titanium per il backup delle applicazioni.

Backup di Foto, Video e Musica sul PC

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Fino ad ora abbiamo visto come effettuare un backup Android occupandoci di applicazioni, messaggi e contatti.
Ma come fare a salvaguardare foto, video e musica?

La cosa più veloce che puoi fare è collegare il tuo telefono al computer e copiare i dati sul PC “manualmente” usando l’Esplora Risorse di Windows o l’utility Android File Transfer del Mac. Tuttavia, se vuoi semplificarti la vita e vuoi copiare sul PC anche i contatti, i messaggi e altri dati importanti che hai sul telefono, puoi affidarti alle applicazioni ufficiali distribuite dalle case produttrici dei dispositivi Android, le quali permettono di automatizzare il processo di backup di tutti i dati. Qui sotto trovi elencate quelle più importanti.



  • Samsung SmartSwitch – il programma che permette di effettuare il backup dei dispositivi Samsung sul PC.
    È compatibile con Windows e Mac OS X ed è semplicissimo da usare, basta un click per salvare o ripristinare tutti i file presenti su smartphone e tablet.
    Per maggiori dettagli relativi al suo funzionamento leggi le mie guide su come collegare cellulare Samsung al PC e come collegare cellulare Samsung a Mac. Scarica da qui.
  • HiSuite – l’applicazione ufficiale per il backup dei dispositivi Huawei, solo per Windows. Scarica da qui.
  • Motorola Device Manager – il programma di Motorola che permette di eseguire il backup degli smartphone su Windows e Mac OS X. Scarica da qui.
  • Sony PC Companion – si tratta del software ufficiale di Sony.
    Permette di eseguire il backup di smartphone e tablet Android sui PC Windows. Scarica da qui.
  • LG PC Suite – come facilmente intuibile, si tratta del programma che permette di copiare sul PC i dati contenuti nei dispositivi LG.
    Funziona solo su Windows. Scarica da qui.
  • HTC Sync Manager – il software di sincronizzazione ufficiale per i terminali HTC.
    È compatibile con Windows e Mac OS X. Scarica da qui.

Trovi maggiori informazioni su come collegare lo smartphone al PC e come utilizzare i software ufficiali dei produttori Android nella mia guida sull’argomento.

Backup sul cloud

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Al backup dei dati in locale (sul PC o su scheda SD) consiglio sempre di associare un backup sul cloud, cioè su Internet.
Per salvare contatti, foto, messaggi e altri dati importanti sul cloud puoi contare sui servizi di Google che sono completamente gratuiti e sono già integrati in Android.
Scopriamo subito come usarli.

Per quanto riguarda i contatti, le email, gli appuntamenti del calendario e i dati delle app, tutte le informazioni dovrebbero essere sincronizzate automaticamente online con il tuo account Google.
Per assicurarti che tutte le funzioni di sincronizzazione siano attive, recati nel menu Impostazioni > Account > Google di Android e seleziona il tuo indirizzo Gmail dalla schermata che si apre. Se nella schermata che si apre trovi delle opzioni di tuo interesse disattivate, attivale spostando su ON la levetta collocata accanto al loro nome.



Adesso passiamo a foto e video.
L’applicazione Google Foto, che dovrebbe essere installata “di serie” sul tuo smartphone ma comunque si può scaricare liberamente dal Play Store, permette di archiviare gratuitamente su Google Drive tutte le immagini presenti nella galleria di Android senza compromettere lo spazio a disposizione sul servizio. Proprio così! Tutte le foto con una risoluzione massima di 16MP e i video con una risoluzione massima di 1080p (Full HD) vengono salvati automaticamente su Google Drive senza “pesare” sullo spazio a disposizione di noi utenti.

Per attivare questa utilissima funzione di backup, apri Google Foto, premi sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra e seleziona la voce Impostazioni dal menu che compare.
Nella schermata che si apre, seleziona quindi la voce Backup e sincronizzazione, sposta su ON la levetta che si trova in alto (accanto alla voce Backup e sincronizzazione), premi sul pulsante Dimensioni caricamento e seleziona la voce Alta qualità dal riquadro che si apre.



Una funzione per il backup automatico delle foto è disponibile anche nella app ufficiale di Dropbox, che permette di avere 3GB di storage extra sul proprio account, ma personalmente ti consiglio di usare Google Foto che offre anche funzioni di ricerca e organizzazione delle immagini più interessanti.

Per la musica, se non sei ancora passato totalmente a Spotify o altri servizi di streaming musicale, puoi affidarti a Google Play Music che sincronizza con il cloud la tua libreria musicale e ti consente di ascoltarla in qualsiasi momento da qualsiasi dispositivo Android (e non solo).



Nandroid

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Se hai effettuato il root sul tuo telefono Android e hai installato una recovery personalizzata (come illustrato nella guida che ti ho segnalato all’inizio del post) puoi creare una copia di backup di tutto quello che c’è sul dispositivo:
una vera e propria immagine di sistema, denominata Nandroid, da archiviare su una scheda SD o sulla memoria dello stesso device.



Basta richiamare la funzione di Backup dal menu della recovery (accessibile avviando lo smartphone con la combinazione di tasti Power+Volume –), selezionare tutte le opzioni disponibili dalla schermata che si apre (es. DataCacheSystemBoot e PDS) e fare uno swipe sul pulsante presente in basso.

Per il ripristino del backup bisogna invece recarsi nel menu Restore della recovery, selezionare l’archivio da ripristinare e fare uno swipe sul pulsante in basso.



come effettuare il root su android



come effettuare il root su android

Android è un sistema operativo aperto.
Questo significa che non solo gli sviluppatori possono prendere il suo codice sorgente e realizzarne delle versioni modificate, ma anche che noi utenti possiamo personalizzare il software dei nostri dispositivi portatili potendo contare su un altissimo grado di flessibilità.
Per aumentare ancora di più la nostra libertà d’azione possiamo ricorrere a una procedura di sblocco denominata root che permette di bypassare tutte le restrizioni che normalmente vietano di accedere alle aree più profonde del sistema.

Per dirla in parole povere, quando si provvede ad effettuare il root su Android si diventa al 100% “padroni” del proprio device.
Si possono modificare i file del sistema operativo, si possono “spingere” le prestazioni del telefono alterandone i parametri hardware (es.
la frequenza del processore) e si ottiene la possibilità di utilizzare applicazioni che normalmente non funzionerebbero, come ad esempio quelle che permettono di creare backup completi del sistema o di controllare il terminale da remoto.



La procedura è completamente legale ma in molti casi invalida la garanzia del telefono (o del tablet) su cui viene applicata:
dipende tutto dalle politiche attuate dal produttore.
Il rischio di “brick”, cioè di rottura del device, è minimo ma bisogna stare attenti a seguire la procedura specifica per il proprio dispositivo.
Per attuare il root, infatti, ogni smartphone e ogni tablet richiede un procedimento diverso.
Non ce n’è uno universale valido per tutti i terminali.
Ad ogni modo posso spiegarti, per sommi capi, quali sono i passaggi che dovrai compiere qualora decidessi di sbloccare il tuo smartphone o tablet.

Dizionario del root

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Per prima cosa devi acquisire un po’ di confidenza con i vocaboli legati al root Android, quindi prenditi qualche minuto di tempo libero e leggi questo breve dizionario del root, se così vogliamo chiamarlo.

  • Root – tecnicamente, il root consente di utilizzare Android usufruendo di privilegi da amministratore.
    Questo, come detto in precedenza, consente di avere accesso alle aree di sistema che normalmente risultano inaccessibili e quindi offre la possibilità di usare funzioni e app che gli utenti con privilegi standard non possono utilizzare.
  • ROM – sono le versioni modificate di Android che gli sviluppatori “cucinano” e mettono a disposizione del pubblico.
    Sono fornite quasi sempre con i privilegi di root già sbloccati e possono contenere diverse personalizzazioni, come le ottimizzazioni software per far andare il dispositivo più veloce o dei temi grafici diversi da quello predefinito di Android.
    Bisogna stare molto attenti a scaricarne una adatta al proprio device.
  • Bootloader – è il software che parte appena si accende lo smartphone (o il tablet) e fornisce al dispositivo le istruzioni necessarie ad avviare il sistema operativo, cioè Android.
    Di solito è bloccato e non permette l’installazione di ROM personalizzate, quindi si deve provvedere a sbloccarlo tramite una procedura che analizzeremo un po’ più avanti.
    Attento:
    lo sblocco del bootloader invalida la garanzia del device e cancella tutte le app e i dati salvati su quest’ultimo.
  • Recovery – è un software che permette di effettuare varie operazioni di sistema, come l’installazione di ROM o i backup dei dispositivi Android.
    Quello presente “di serie” sugli smartphone e i tablet in commercio è assai limitato, quindi si deve provvedere a installarne uno alternativo (altro argomento che tratteremo fra qualche riga).
  • Kernel – il kernel è il cuore di Android (così come di ogni altro sistema operativo), quello che gestisce la comunicazione tra il software e l’hardware.
    È possibile installarne di personalizzati per aumentare le prestazioni del dispositivo ma si tratta di un’operazione abbastanza rischiosa per la stabilità del sistema.
  • Radio – è quella parte del firmware che si occupa di mettere in comunicazione il software del dispositivo con l’hardware legato alla connessione Wi-Fi, alla rete dati, alla linea voce e al GPS.
    Su Internet ne sono disponibili delle versioni personalizzate che dovrebbero aumentare le prestazioni della rete, ma anche in questo caso si tratta di modifiche ad alto rischio.
  • Gapps – le ROM personalizzate di Android, per questioni di diritti, non possono contenere le applicazioni di Google (Play Store, Gmail eccetera).
    Per colmare questa lacuna si può scaricare da Internet un pacchetto denominato Gapps che le contiene tutte.
  • Flash – “flashare” è un termine che viene utilizzato come sinonimo di “installare” quando si tratta di inserire sul proprio device una ROM di Android, un kernel o una recovery.
    Significa, dunque, installare sul proprio smartphone o tablet una versione di Android personalizzata, una recovery o un kernel.
  • Nandroid – è un backup completo del terminale contenente app, dati e impostazioni.
    Può essere effettuato solo dopo aver installato una recovery alternativa.
  • ADB – acronimo di Advance Debug Bridge, è un software che permette di comunicare con i dispositivi Android dal PC tramite linea di comando.
    Fa parte dell’SDK di Android, cioè del pacchetto ufficiale che contiene tutti gli strumenti per gli sviluppatori Android, e la sua presenza è fondamentale nella procedura di root di molti dispositivi.
  • SuperSU/SuperUser – sono i software che, a root effettuato, consentono di gestire i permessi delle varie applicazioni.
    Sarai infatti tu a decidere quali app potranno accedere al sistema sfruttando i permessi di root (quindi i privilegi da amministratore) e quali no mediante dei comodi avvisi che compariranno sullo schermo quando tenterai di eseguirle.
  • Fastboot – è una modalità di avvio di Android che permette di modificare file di sistema quando il dispositivo è connesso a un computer tramite cavo USB.
    Per attivarla, bisogna spegnere il terminale e premere contemporaneamente i tasti Power e Volume -.
  • Recovery mode – modalità di avvio che permette di accedere alla recovery.
    Su alcuni dispositivi si richiama premendo Volume +, Power e Home, su altri premendo Volume – e Power per poi selezionare l’opzione Recovery dal menu che si apre.
  • Debug USB – è una modalità per il collegamento di Android al computer tramite cavo USB richiesta dalla maggior parte dei software per il root.
    Per attivarla, bisogna andare nelle impostazioni di Android, selezionare la voce Info sul telefono e premere sulla dicitura Numero buid per sette volte consecutive in modo da far comparire il menu Opzioni sviluppo in cui si trova, per l’appunto, la funzione debug USB.

Effettuare il root su Android

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Fatta questa doverosa panoramica sui termini più importanti del mondo Android possiamo vedere più in dettaglio cos’è la procedura di root e come portarla a termine. Come già detto prima, non esiste una tecnica universale per fare il root su Android:
bisogna cercare i software e le guide specifiche per il proprio smartphone o il proprio tablet.
Ribadito questo concetto, ecco grossomodo i passaggi che dovrai compiere per sbloccare il tuo device.

Operazioni preliminari

  • Backup – la prima volta che si esegue il root di un dispositivo Android occorre sbloccarne il bootloader, operazione che come accennato in precedenza porta alla cancellazione di tutti i dati presenti sulla memoria di quest’ultimo.
    Prima di metterti all’opera provvedi dunque a salvare foto, video e il resto dei file presenti sul terminale collegando il telefono o il tablet al computer.
    Per maggiori informazioni su come effettuare un backup su Android leggi la mia guida sull’argomento.
  • Driver – Per collegare un device Android al computer (sia in caso di backup sia per il root) occorre che sul PC ci siano installati i driver del telefono/tablet.
    Se ad esempio hai un dispositivo Samsung provvedi dunque a installare il software Samsung Smart Switch, se hai un terminale Motorola scarica Motorola Device Manager e così via. Per maggiori informazioni su questa procedura consulta il mio tutorial su come collegare Android al PC.

Root Android

1.
Sbloccare bootloader Android

La prima operazione da effettuare per eseguire il root su Android è sbloccare il bootloader.
Così come il root, anche questo procedimento può variare da dispositivo a dispositivo ma nella maggior parte dei casi richiede l’utilizzo dell’utility ADB che puoi scaricare singolarmente da questo sito o insieme all’Android SDK da quest’altro sito.



Alcuni produttori, come ad esempio Sony e Motorola, forniscono ufficialmente strumenti e istruzioni per lo sblocco del bootloader, ma la procedura invalida comunque la garanzia del telefono/tablet.
Per trovare la procedura più adatta al tuo device, vai su Google e cerca sblocco bootloader [nome tuo smartphone/tablet].

Per farti capire meglio in cosa consiste la procedura di sblocco del bootloader ti faccio un esempio pratico, quello relativo al  Moto G di Motorola per essere precisi. La procedura di sblocco del bootloader su un Moto G consiste nel collegare il device al computer in modalità fastboot, aprire il Prompt dei comandi e trovare il codice identificativo del terminale tramite il comando fastboot oem get_unlock_data.
Dopodiché bisogna andare sul sito di Motorola e incollare il codice restituito dal Prompt per ottenere il codice di sblocco del bootloader, il quale va digitato in coda al comando fastboot oem unlock nel Prompt di Windows per completare l’operazione.
Detta così sembra una cosa complicatissima, ma in realtà si tratta di una procedura abbastanza semplice e veloce.



2.
Installare recovery Android

Dopo aver sbloccato il bootloader bisogna flashare (cioè installare) sul proprio dispositivo una recovery personalizzata, la quale come già accennato permette di caricare il file del root e/o ROM di Android con privilegi da amministratore già sbloccati. Tra le recovery più diffuse del momento ci sono TWRP e ClockworkMod, scegli quella suggerita nella guida per effettuare il root del tuo smartphone/tablet e segui le relative istruzioni per l’installazione.

Generalmente, per installare una recovery personalizzata bisogna avviare il terminale in modalità fastboot (tenendo premuti i tasti Power e Volume -), dopodiché si deve aprire il Prompt dei comandi e si deve digitare il comando fastboot flash recovery file.img (dove al posto di “file.img” va il nome del file immagine che contiene la recovery).



Con i dispositivi Samsung si può ricorrere anche a Odin, un’applicazione gratuita che permette di “flashare” recovery e file di root sui telefoni prodotti dall’azienda coreana in maniera molto semplice. Puoi trovare le istruzioni più adatte al tuo device sui siti Web delle recovery che ti ho appena segnalato o nelle guide per il root Android che trovi linkate alla fine del post.

Prima di passare allo step successivo, fai un backup dell’intero dispositivo (Nandroid) selezionando l’apposita opzione dal menu della recovery personalizzata.



3.
Installare root o ROM Android

Ora viene la parte più divertente, quella in cui devi installare i file del root o una ROM personalizzata sul tuo smartphone.
Nella maggior parte dei casi il processo di sblocco di Android avviene sostituendo la versione standard del sistema operativo con una già “rootata” (quindi con una ROM personalizzata), ma ci sono anche dei casi in cui si possono installare le applicazioni del root (SuperSU/SuperUser) senza sostituire la versione di Android installata sul device, dipende tutto dal modello di smartphone o tablet in proprio possesso.

Dopo aver sbloccato il bootloader e aver installato la recovery personalizzata, procurati dunque i file del root oppure la ROM personalizzata di Android che desideri installare e spostali sulla scheda SD del dispositivo (o sulla sua memoria interna).
Sia i file del root che le ROM personalizzate vengono distribuite sotto forma di pacchetti zip che bisogna avviare da recovery per installare SuperSu/SuperUser (nel caso in cui lo smartphone supportasse l’installazione dei soli file di root) o la ROM personalizzata (se invece si deve installare una versione di Android già sbloccata). Mi raccomando, prima di scaricare una ROM da Internet accertati che questa sia fatta su misura per il modello di telefono o di tablet in tuo possesso.
Se scarichi una ROM non adatta al tuo dispositivo, rischi di “brickarlo” e di comprometterne in maniera irrimediabile il funzionamento! Per scoprire con precisione qual è il modello del tuo smartphone/tablet, recati nella Impostazioni di Android e seleziona la voce Info sul telefono.
Troverai il codice di cui hai bisogno nel campo Numero modello.



Dopo aver copiato i file del root o la ROM sul tuo device, riavvialo in recovery mode, seleziona l’opzione Install/Install ZIP from SD card e scegli il pacchetto ZIP del root o della ROM da installare. Ad operazione completata (ci vorranno alcuni minuti) provvedi a cancellare il contenuto della memoria del dispositivo selezionando le opzioni Wipe Data/Factory Reset e Wipe Cache Partition dal menu della recovery.

4.
Installare Play Store

Adesso puoi riavviare il tuo smartphone (o il tuo tablet) e cominciare a usare Android in versione sbloccata.
Se hai installato una ROM che non comprende le Google Apps (Play Store, Gmail, Google Music e compagnia), provvedi a scaricare il pacchetto delle Gapps più adatto al tuo sistema e installalo da recovery seguendo la procedura che abbiamo appena visto insieme per i file di root e le ROM personalizzate.



Per trovare le Google Apps più adatte al tuo device, cerca su Google gapps Android xx (dove al posto di “xx” devi indicare la versione di Android installata sul tuo terminale, ad esempio “5” o “Lollipop”) oppure Google apps Android xx.
Fra i siti che permettono di scaricare le Google apps ti segnalo Open Gapps, RootzWiki e XDA Forum.

Link utili e altre informazioni

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In conclusione, eccoti i collegamenti alle guide su come effettuare il root su Android per tutti i principali smartphone/tablet attualmente in commercio e le risposte ad alcuni dubbi che potresti avere dopo aver sbloccato il tuo dispositivo.

Guide per il root

Il sito che offre il maggior numero di tutorial per il root è XDA Forums che include guide passo-passo dedicate a tutti i modelli di smartphone e tablet Android.
È solo in lingua inglese ma di facilissima consultazione.



Tutto quello che devi fare è collegarti alla sua pagina iniziale, digitare il nome del tuo dispositivo nella barra di ricerca collocata in alto e selezionare uno dei risultati che compaiono in automatico.
Dopodiché consulta le discussioni presenti nel forum e tra di esse troverai sicuramente quella che riguarda il root.

Se vuoi fare prima, vai su Google e cerca site:forum.xda-developers.com root [modello smartphone/tablet] per trovare i link diretti alle guide che ti interessano.
Se poi hai delle difficoltà con l’inglese, vai su Google e cerca semplicemente guida root [nome del tuo smartphone/tablet].
Mi raccomando però, cerca di affidarti solo a siti, forum e blog di provata affidabilità.



FAQ

  • Si possono ricevere aggiornamenti OTA su un dispositivo rootato? Sì.
    Molte ROM hanno il loro sistema di aggiornamento automatico e consentono di installare versioni di Android anche più recenti rispetto a quelle offerte ufficialmente dal produttore.
    Se si effettua il root senza installare una ROM personalizzata (operazione possibile solo su alcuni terminali) si continuano a ricevere gli aggiornamenti OTA dal produttore ma spesso non si riescono a installare correttamente, anche in questo caso, comunque, tutto dipende dal modello di smartphone o tablet in proprio possesso.
  • Si può disattivare il root? Sì, basta scegliere l’apposita voce dalle impostazioni di SuperSU o installare una ROM “stock” di Android senza i permessi da amministratore sbloccati, su Internet ci sono molte guide a riguardo.
    Tuttavia ci tengo a precisare che la disattivazione del root non ripristina automaticamente la garanzia sul dispositivo.
    Come spiegato in precedenza, la garanzia è legata al bootloader e quindi per ripristinarla bisognerebbe ri-bloccare il bootloader (operazione non sempre semplicissima da portare a termine).
  • Dopo il root bisogna effettuare una calibrazione della batteria? Se si installa una ROM personalizzata di Android, sì, è altamente consigliato calibrare la batteria del telefono o del tablet facendola scaricare completamente e poi ricaricandola oltre il 100% (cioè mantenendo il device in corrente per un po’ di tempo dopo il raggiungimento del 100% di carica).
    Trovi tutte le informazioni relative a questa procedura nel mio tutorial su come calibrare batteria Android.
  • Quali applicazioni bisogna installare dopo aver fatto il root?
    Non c’è una lista di applicazioni da installare obbligatoriamente, dipende tutto dalle proprie esigenze e da cosa si vuole ottenere dal proprio device. Se posso darti qualche consiglio, così, per iniziare, prova Titanium Backup che permette di eseguire un backup completo (e quindi un ripristino) di app e dati, Greenify che permette di “ibernare” le applicazioni per tenere sotto controllo il consumo della batteria e Link2SD che permette di spostare tutte le app su SD.

come disinstallare un programma su android



come disinstallare un programma su android

Il tuo smartphone Android ha poche settimane di vita ma la sua memoria interna è già esaurita?
Se non hai la possibilità di espanderla tramite microSD, mi spiace, ma devi metterti di buzzo buono e cominciare a disinstallare tutte le app che ritieni superflue:
scommetto che ce ne sono un sacco, e non le hai ancora cancellate perché non avevi voglia, giusto?
Lo sapevo! Allora non perdere altro tempo e mettiti subito all’opera:
non puoi più andare avanti così!

Come dici?
Sei alle primissime armi con il mondo Android e non sai ancora come disinstallare le applicazioni in maniera corretta?
Non ti preoccupare, si tratta di una delle cose più semplici di questo mondo, e io oggi sono qui per dimostrartelo.
Prenditi cinque minuti di tempo libero e segui le indicazioni che sto per darti:
in men che non si dica imparerai non solo come disinstallare un programma su Android, ma anche come liberarti del bloatware (cioè di tutte quelle app inutili che quasi sicuramente hai trovato preinstallate sul telefono) e delle applicazioni che non si riescono a cancellare normalmente perché protette a livello di sistema (es.
app anti-furto, antimalware e simili).



Io il tutorial io l’ho realizzato usando uno smartphone equipaggiato con Android 6.0, ma le indicazioni presenti in esso valgono anche per le altre versioni del sistema operativo di casa Google e per i tablet.
La marca del device è ininfluente, le istruzioni da seguire sono sempre le stesse.
Buona lettura e buon divertimento!

Come disinstallare un’app da Android (procedura standard)

Cominciamo dalla procedura standard per disinstallare un programma su Android.
Se vuoi cancellare una app dal tuo smartphone o dal tuo tablet, non devi far altro che selezionare la sua icona, tenere il dito premuto su di essa e trascinarla sul cestino che compare in alto a destra.
Rispondi OK al messaggio che compare sullo schermo e il gioco è fatto.
Se non vedi l’icona della app che vuoi cancellare nella home screen di Android, premi sul pulsante circolare che trovi in basso al centro e dovrebbe comparirti la lista completa delle applicazioni installate sul device (il cosiddetto drawer).



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Vuoi scoprire quali sono le app che occupano più spazio sulla memoria del tuo device?
Nessun problema, si può fare pure questo.
Recati nelle impostazioni di Android premendo sull’icona dell’ingranaggio che si trova nel drawer o nel menu delle notifiche e seleziona la voce Archiviazione e USB dalla schermata che si apre.



Successivamente, seleziona l’icona relativa alla memoria interna del dispositivo, vai su App, premi sul pulsante (…) che si trova in alto a destra e seleziona la voce Ordina per dimensioni dalla schermata che si apre.
Se non vedi l’opzione “Ordina per dimensioni” significa che le applicazioni già sono ordinate in base al loro “peso” e quindi puoi passare lo step successivo.

Lo step successivo consiste nel selezionare un’applicazione che ritieni superflua e premere prima sul pulsante (i) e poi su Disinstalla e OK per rimuoverla dal dispositivo.



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Un altro modo per ottenere lo stesso risultato è andare nel menu Impostazioni > App, selezionare il nome dell’applicazione da disinstallare e premere sul pulsante Disinstalla nella schermata che si apre.
Attenzione però, sulle versioni di Android pari o superiori alla 6.0 in questo menu non è possibile ordinare le app per dimensioni.



Come disinstallare una app con permessi avanzati

Alcune applicazioni, come ad esempio gli antimalware o le app anti-furto, dispongono di permessi avanzati sul sistema che ne impediscono la normale disinstallazione.
Per bypassare questo limite, devi entrare nelle impostazioni di Android, disabilitare i permessi avanzati delle app che desideri disinstallare e procedere con la procedura di cancellazione standard che abbiamo appena visto insieme.
Ecco più in dettaglio tutti i passaggi che devi compiere.

  • Accedi alle impostazioni di Android premendo sull’icona dell’ingranaggio che si trova nel drawer o nel menu delle notifiche;
  • Seleziona la voce Sicurezza dalla schermata che si apre;
  • Vai su Amministratori dispositivo;
  • Togli il segno di spunta dall’icona della app che desideri disinstallare;
  • Pigia sul pulsante Disattiva nella schermata che si apre;
  • Disinstalla l’applicazione normalmente, cioè trascinando la sua icona nel cestino o andando nel menu Impostazioni > App di Android.

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Come disinstallare più app contemporaneamente

Abbiamo appena visto come disinstallare un programma su Android, ma cosa fare quando si vogliono cancellare più app contemporaneamente?
La risposta è Easy Uninstaller, un’applicazione gratuita che permette di selezionare, e quindi disinstallare, più app in serie.
È molto facile da usare e funziona su tutte le versioni di Android più diffuse.

Per disinstallare più applicazioni con Easy Uninstaller, seleziona i loro nomi, premi sul pulsante Disinstalla le App selezionate e rispondi OK a tutti gli avvisi che compaiono sullo schermo (cioè i messaggi di conferma relativi alla rimozione di ogni app selezionata).



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Come rimuovere le app preinstallate sullo smartphone/tablet

Molto produttori di smartphone e tablet Android hanno l’abitudine di riempire i loro device di software inutili (un po’ come accade con i produttori di PC nel mondo Windows).
Questi software vengono definiti bloatware, che in italiano potremmo tradurre con “software pesanti e inutili”, e in molti casi non si riescono a disinstallare seguendo la procedura standard di Android.
Per risolvere il problema bisogna sbloccare il proprio device effettuando il root e bisogna ricorrere ad alcune applicazioni adatte allo scopo.
Qualche esempio?
Te lo faccio subito.



La app che ti consiglio di provare è Titanium Backup, che secondo il mio modesto parere non dovrebbe mai mancare su un device Android.
Si tratta di una soluzione completa per il backup che permette di salvare, ripristinare e cancellare qualsiasi tipo di applicazione da Android, comprese quelle che si trovano preinstallate su smartphone e tablet e quelle di sistema (che però non andrebbero mai toccate se non si sa bene dove si mettono le mani!).
Si può scaricare gratuitamente, ma alcune funzioni, come ad esempio il backup di più versioni della stessa app e il ripristino di più applicazioni in serie, sono disponibili solo nella versione Pro che costa 5,99 euro.

Per rimuovere il bloatware con Titanium Backup, avvia la app, concedile i permessi di root, rispondi OK a tutti gli avvisi che compaio sullo schermo e recati nella scheda Backup/Ripristino.
Dopodiché individua l’applicazione che vuoi cancellare, selezionala e creane una copia di sicurezza premendo sul pulsante Backup!.



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Successivamente, seleziona di nuovo il nome della app, premi sul pulsante Disinstalla e rispondi  all’avviso che compare sullo schermo per completare la procedura di rimozione.
Mi raccomando, non cancellare le applicazioni con il nome scritto in rosso in quanto si tratta di applicazioni di sistema, la cui rimozione potrebbe inficiare sulla stabilità del sistema.



In caso di problemi (o di più banali ripensamenti), scopri come ripristinare le app cancellate con Titanium Backup seguendo il mio tutorial su come effettuare un backup su Android.

come disinstallare app android



come disinstallare app android

Entusiasmato dall’acquisto del tuo primo smartphone Android hai fatto incetta di app, hai scaricato tutto quello che ti capitava a tiro nel Play Store e ora, come ampiamente prevedibile, non hai più lo spazio per far nulla. Vista la situazione non ci sono dubbi:
il tuo cellulare ha bisogno di una massiccia opera di “pulizia”.
Devi fare una cernita delle app che ti servono davvero e devi sbarazzarti di tutte le altre.
Sai già come procedere, vero?
No?! Allora rimediamo subito, non c’è altro tempo da perdere.

Prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri come disinstallare app Android grazie alle indicazioni che trovi di seguito.
Vedremo innanzitutto come cancellare le applicazioni in maniera “standard” agendo dalle impostazioni di Android, dopodiché scopriremo come rimuovere più app in sequenza e come eliminare tutte quelle applicazioni che non si riescono a disinstallare in quanto protette a livello di sistema.



Mi chiedi se si possono rimuovere anche quelle app, spesso inutili, che si trovano preinstallate su molti smartphone Android?
La risposta è sì, ma di quest’argomento ci occuperemo nella parte finale del tutorial.
Per ora concentriamoci sulle operazioni più basilari e vediamo come disinstallare le app “normali” da tutte le versioni più diffuse di Android, ti assicuro che è davvero un gioco da ragazzi!

Disinstallare un’app da Android

Cominciamo dalle basi, ossia dalla procedura standard per rimuovere le applicazioni da Android.
Per disinstallare un’applicazione da Android in maniera “tradizionale” non devi far altro che aprire il menu delle impostazioni (l’icona dell’ingranaggio), selezionare la voce Applicazioni dalla schermata che si apre e premere sulla scheda Tutte che si trova in alto a destra (scorri la schermata da destra verso sinistra se non la vedi). Successivamente, seleziona il nome dell’applicazione da disinstallare, premi sul pulsante Disinstalla e conferma la rimozione della app premendo sul bottone OK.



Troppi passaggi da fare dici?
Nessun problema, molti launcher per Android come il famosissimo Nova Launcher permettono di disinstallare le applicazioni agendo direttamente dal drawer (cioè la schermata con l’elenco di tutte le app presenti sul dispositivo).
Tutto quello che bisogna fare è tenere il dito premuto per un paio di secondi sull’icona dell’applicazione da eliminare, trascinarla sull’icona del cestino che compare in alto a sinistra e confermare la disinstallazione.
Più facile di così?!

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Disinstallare le app “bloccate”

Come accennato in apertura del post, in alcuni casi la rimozione delle app non riesce perché le applicazioni in questione sono “bloccate” a livello di sistema, cioè hanno dei permessi da amministratore e quindi impediscono la loro eliminazione diretta.

Quando ti imbatti in un problema di questo genere, devi recarti nel menu Impostazioni > Sicurezza di Android, devi fare “tap” sulla voce Amministratori dispositivo, devi togliere il segno di spunta dal nome della app da disinstallare e devi premere sul pulsante Disattiva presente nella schermata che si apre. Ad operazione completata prova a rimuovere l’applicazione seguendo la procedura di disinstallazione standard e tutto dovrebbe filare liscio.



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Nota: alcune applicazioni “particolari”, come ad esempio gli antivirus o i software anti-furto, possono includere delle misure di protezione aggiuntive per le quali bisogna avviare o sbloccare la procedura di disinstallazione direttamente dalla app (agendo nelle sue impostazioni interne).



Disinstallare più app Android in sequenza

Hai bisogno di rimuovere un bel po’ di app dal tuo telefono?
Allora ti consiglio vivamente di scaricare Uninstaller di Rhythm Software.
Si tratta di un’applicazione gratuita che automatizza il processo di rimozione delle app su Android avviandone la cancellazione in sequenza (una dopo l’altra).

Funziona così:
tu la avvii e selezioni i nomi delle app che vuoi disinstallare, poi premi sul pulsante Disinstalla le App selezionate che si trova in alto e rispondi OK a tutte le richieste di cancellazione che compaiono sullo schermo.
Tempo qualche secondo e ti sarai liberato di tutte le applicazioni superflue presenti sul tuo terminale!



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Disinstallare app di sistema e bloatware

Stai cercando un modo per cancellare le applicazioni di sistema e/o le applicazioni che hai trovato preinstallate sul tuo smartphone ma non si possono rimuovere?
Conosco un paio di applicazioni che potrebbero fare al caso tuo, attenzione però, il loro utilizzo può compromettere in maniera molto seria la stabilità di Android. Usale solo se sai bene dove mettere le mani, mi raccomando.



Altra cosa importante da sapere è che queste applicazioni richiedono i i permessi di root per funzionare.
Se non sai come effettuare il root su Android leggi la mia guida dedicata all’argomento e valuta se è il caso di metterla in pratica.
Ed ora ecco le app a cui facevo riferimento.

System App Remover

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Come suggerisce abbastanza facilmente il suo nome, System App Remover è un’applicazione gratuita che permette di rimuovere le applicazioni di sistema da Android (ed eventualmente ripristinarle).
È molto utile in quanto indica in maniera chiara quali sono le app che si possono eliminare, quali invece è consigliato tenere e quali non vanno assolutamente toccate in quanto cruciali per il funzionamento del sistema.

Dopo aver scaricato System App Remover dal Play Store, concedile i permessi di root rispondendo in maniera affermativa all’avviso che compare sullo schermo e individua le applicazioni di sistema da rimuovere:
le app contrassegnate con la scritta rossa Key module sono essenziali per il corretto funzionamento di Android e quindi non vanno rimosse; quelle contrassegnate con la scritta arancione Da tenere non vanno altresì disinstallate (anche se non sono importanti quanto le prime), mentre quelle che non hanno alcuna scritta accanto al loro nome si possono cancellare tranquillamente.



Per disinstallare una app con System App Remover, metti il segno di spunta accanto al suo nome e premi prima sul pulsante Disinstalla che si trova in basso e poi su quello  che compare al centro dello schermo.
In caso di ripensamenti potrai ripristinare le applicazioni cancellate in precedenza recandoti nel cestino (l’icona in alto a destra), mettendo il segno di spunta accanto al nome delle app da ripristinare e premendo sul bottone Restore.

Pigiando sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra e selezionando la voce User app dalla barra che compare di lato puoi disinstallare anche le applicazioni standard, quelle non di sistema, ma per questo scopo basta e avanza il disinstallatore di cui ti ho parlato prima.



Titanium Backup

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Di Titanium Backup ti ho parlato tantissime volte in passato.
Si tratta di una delle migliori applicazioni per salvare e ripristinare le app su Android.
Quello che non tutti sanno è che integra una funzione utilissima per disinstallare i bloatware, ossia per rimuovere dallo smartphone tutte quelle app che i produttori preinstallano in Android e spesso si rivelano inutili, se non addirittura dannose per le performance del dispositivo.



Per disinstallare i software inutili con Titanium Backup, avvia l’applicazione, concedile i permessi di root e recati nella scheda Backup/Ripristino che si trova in alto.
Dopodiché individua i nomi di una app da rimuovere (le app con il nome in rosso sono le app di sistema e quindi non andrebbero rimosse), selezionalo e premi prima su Disinstalla e poi su  per completare l’operazione.

Quasi inutile dire che prima di cancellare qualsiasi app, ti consiglio di effettuarne un backup con lo stesso Titanium Backup. Per scoprire come si fa leggi il mio tutorial su come effettuare un backup su Android.



come dettare sms android



come dettare sms android

Un tuo amico, possessore di iPhone, si è vantato di come riesce a dettare gli SMS al suo smartphone, utilizzando le funzioni di riconoscimento vocale di Siri, incluse nel dispositivo di casa Apple?
E tu, che ti trovi benissimo con il tuo telefono Android, cosa gli hai risposto?
Nulla?! Non dirmi che non sei al corrente dell’esistenza di Google Now e del fatto che anche tu puoi dettare i testi con la voce…non sai cosa ti stai perdendo!

Android include un sistema di dettatura vocale ancora più completo e flessibile di quello presente su iOS, che può essere utilizzato per comandare vocalmente alcune funzionalità dello smartphone.
In particolar modo, se desideri dettare SMS al tuo smartphone Android, puoi infatti avvalerti dell’utilizzo dell’assistente vocale Google Now.
In alternativa, puoi utilizzare direttamente la funzionalità di digitazione vocale presente nell’applicazione Messaggi Android, ovvero l’applicazione predefinita per l’invio dei messaggi di testo.
Imparando a utilizzare l’assistente vocale Google Now, potrai però sfruttare al meglio le funzionalità dei comandi vocali, potendo inviare anche messaggi ai tuoi contatti in rubrica, tramite le principali applicazioni di messaggistica.



Dopo aver letto queste premesse sei curioso di saperne di più?
Benissimo, allora scopri subito come utilizzare Google Now e come dettare SMS Android, tramite le indicazioni che sto per darti.
Sei pronto per iniziare?
Come al solito, ti auguro una buona lettura.

Come dettare SMS Android (Messaggi Android)

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L’applicazione Messaggi Android, quella predefinita tramite la quale puoi inviare SMS dal tuo smartphone Android, supporta la dettatura di SMS tramite comandi vocali.

Dettare SMS sul tuo dispositivo Android, tramite l’applicazione predefinita di invio di messaggi di testo è una procedura estremamente semplice.
Per prima cosa individua l’applicazione dall’elenco di quelle presenti sul tuo smartphone e fai tap su di essa per avviarla.



Dalla schermata principale, denominata Messaggi, potrai scegliere in libertà la persona con cui desideri avviare una conversazione.
Scegli quindi la persona a cui desideri inviare (o in questo caso dettare) un SMS.
Potrai dettare il testo in maniera estremamente naturale, grazie alla funzionalità di comandi vocali integrata nella tastiera Gboard, generalmente già disponibile e automaticamente integrata in molti smartphone Android.

Qualora tale tastiera non fosse presente, puoi scaricarla gratuitamente sul tuo smartphone.
La tastiera Gboard è infatti disponibile sotto forma di applicazione gratuita ed è presente nel Play Store di Android.
Per ulteriori informazioni sulle funzionalità di Gboard, puoi leggere la mia guida dedicata alla miglior tastiera Android.
Troverai tutto il necessario per imparare a utilizzare la tastiera virtuale di Google.



Nel caso in cui tu abbia già installato la tastiera Gboard, per dettare SMS Android ti basterà soltanto fare tap nel campo di testo presente (quello che usi solitamente per digitare un messaggio di testo).
Si aprirà così la tastiera del tuo dispositivo Android e potrai così dettare un messaggio.
Per farlo, ti basterà premere sul simbolo del microfono e parlare al microfono del tuo cellulare potendo così comporre il messaggio.
Puoi parlare al tuo smartphone digitando il tuo messaggio in un linguaggio naturale:
l’applicazione per la tastiera Gboard di Google è uno strumento molto efficiente in grado di riconoscere (il più delle volte) anche la punteggiatura.
Quando hai finito di digitare il tuo messaggio, dovrai premere nuovamente il simbolo del microfono.
Una volta composto il tuo messaggio, dovrai poi inviarlo manualmente premendo sul pulsante della freccia blu denominata SMS. Puoi dettare un SMS Android tramite l’applicazione Messaggi Android anche in assenza di una connessione a Internet.

Come dettare SMS Android (Google Now) – Requisiti Minimi

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In queste righe ti permetterò di scoprire un procedimento alternativo che ti permetterà di dettare SMS Android, dettando un SMS a un contatto presente nella tua rubrica.
Tale procedura richiede l’utilizzo di Google Now, l’assistente vocale Android, che ti permetterà di dettare un SMS da inviare tramite l’applicazione predefinita Messaggi Android.

L’assistente vocale si integra inoltre con alcune applicazioni di messaggistica, in particolar modo con WhatsApp e Telegram, per l’invio di un messaggio sotto dettatura.
Chiaramente, in questo specifico caso, sarà necessaria una connessione a Internet attiva per l’invio del messaggio.



Per poter utilizzare Google Now, e di conseguenza per poter dettare SMS Android, vi sono però alcuni requisiti indispensabili.
Te ne parlo qui di seguito:

  • Dovrai essere in possesso di uno smartphone Android 4.1 o versione successiva:
    Google Now, il software che funge da assistente personale per i dispositivi Android, richiede la presenza di uno smartphone con una versione di Android 4.1 o successiva.
  • Dovrai aver installato l’applicazione Google:
    L’assistente vocale Google Now si integra con l’app Google, applicazione dedicata al motore di ricerca omonimo.
    Assicurati quindi di avere installato sul tuo dispositivo l’ultima versione dell’applicazione ufficiale di Google.
  • Aver installato il launcher Avvio Applicazioni Now:
    attraverso l’utilizzo del launcher Avvio Applicazioni Now potrai dettare SMS al tuo smartphone Android in maniera estremamente semplice, anche dalla schermata principale del tuo dispositivo.

Inoltre, nel caso in cui dovessi riscontrare la mancanza di uno dei requisiti appena elencati, posso guidarti nella risoluzione.
In particolar modo:



  • Se sul tuo dispositivo è presente una versione di Android precedente alla 4.1, puoi scopri se vi è la possibilità di aggiornarlo.
    Per farlo ti basterà seguire passo per passo le indicazioni che ti ho fornito e che sono presenti nella mia guida sugli aggiornamenti per Android.
  • Se sul tuo telefono c’è una versione datata dell’app Google, apri il Play Store e scarica o aggiorna aggiornala l’applicazione Google all’ultima versione disponibile.
    Nel caso tu abbia qualche dubbio su come procedere, puoi dare sguardo alla mia guida dedicata all’argomento, intitolata “come aggiornare Google”.
  • Dal momento che, non tutti i launcher supportano l’invio dei messaggi tramite comandi vocali, la soluzione migliore per sfruttare la dettatura di SMS dal tuo dispositivo Android, direttamente dalla Home Screen del dispositivo, è quella di installare il launcher Avvio Applicazioni Now. In caso in cui il launcher non sia presente sul tuo dispositivo, puoi installarlo facendo clic su questo link che rimanda all’installazione tramite Google Play Store.
    Nell’eventualità che tu abbia installato sul tuo smartphone Android altri launcher diversi da quello indicato, assicurati che il launcher di Google venga utilizzato come predefinito.

Come configurare Google Now per dettare SMS Android

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Una volta che hai compreso quali sono i requisiti minimi per l’utilizzo di Google Now sul tuo smartphone Android, sei pronto per procedere ed eseguire l’attivazione dell’assistente vocale sul tuo dispositivo Android.



La procedura di configurazione che andrò a indicarti prevede l’attivazione dell’assistente vocale tramite la barra di ricerca di Google che comparirà in seguito all’installazione del launcher Avvio Applicazioni Now.
Nel caso in cui la barra di ricerca Google non sia disponibile sul tuo dispositivo, potrai comunque configurare l’assistente vocale Google Now con la procedura indicata:
dovrai soltanto aprire l’applicazione ufficiale di Google sul tuo smartphone ed effettuare la configurazione direttamente dall’app.

Per configurare Google Now, quello che devi fare è avviare l’applicazione ufficiale di Google.
Fai quindi clic sulla lettera G sulla barra di ricerca di Avvio Applicazioni Now o apri direttamente l’applicazione Google, toccando la sua icona.



Una volta che avrai aperto l’applicazione Google tramite la barra di ricerca di Avvio Applicazioni Now, dovrai fare “tap” sulle tre linee orizzontali situate in alto a sinistra.
A questo punto individua e tocca la voce Impostazioni dal menu che compare e vai prima su Voce e poi su Rilevamento “Ok Google”.

Secondo quelle che sono le impostazioni predefinite dello strumento offerto da Google Now, il servizio di ricerca vocale offerto da Google Now, chiamato Ok Google dovrebbe essere attivo Solo nella app Google.
Controlla quindi che l’opzione Dall’app Google sia impostata su ON.
In caso contrario, attivala, spostando la levetta da OFF a ON.



Se lo desideri, puoi attivare i comandi vocali di Google anche dalla Home Screen, in caso di schermo attivo o spento.
Come fare?
Semplicemente sposta su ON la levetta relativa Sempre Attivo per poter utilizzare i comandi vocali anche quando lo schermo dello è spento e lo smartphone è bloccato.

Se hai spostato la levetta su ON, in corrispondenza della voce Sempre Attivo, dovrai poi effettuare un’ulteriore procedura di configurazione, “addestrando” il tuo dispositivo a riconoscere la tua voce.
Non preoccuparti, si tratta di una procedura molto semplice.
Per prima cosa premi su Continua, dopodiché si tratta di ripetere per tre volte la frase Ok Google ad alta voce:
dovrai far comparire tre segni di spunta accanto alle voci In ascolto, Dì ancora e Dì un’ultima volta.



Inoltre, nel caso ti venga richiesto, puoi scegliere di attivare la funzione Voce Attendibile premendo sul pulsante Sì accetto.
Si tratta di uno strumento aggiuntivo che permetterà al tuo dispositivo di riconoscere la tua voce in maniera automatica.
Attivando quest’opzione, il tuo dispositivo potrà sbloccarsi quando dirai Ok Google nella schermata di blocco.
A questo punto potrai confermare quest’ultima operazione inserendo il tuo PIN o appoggiando il dito sul sensore del Touch ID se presente.
Premi poi su Fine per completare la procedura di configurazione di Google Now.

Come dettare SMS Android tramite Google Now

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Una volta che avrai seguito tutte le procedure preliminari per l’installazione di Google Now, puoi procedere a dettare SMS, tramite il tuo smartphone Android.
Dalla schermata principale, premi sull’icona del microfono, in corrispondenza della barra di ricerca Google che sarà comparsa in seguito all’installazione del launcher Avvio Applicazioni Now.

Premendo sull’icona del microfono, puoi parlare al tuo smartphone Android, chiedendo a Google Now di inviare un SMS ad un contatto.
Per farlo dì Invia un SMS a [nome della persona a cui desideri inviare un SMS].



Google Now ti risponderà chiedendo di dettare il testo del messaggio.
Una volta che avrai dettato il testo del messaggio, Google Now ti chiederà se desideri modificare il testo del messaggio o se, valutata l’effettiva correttezza del messaggio, inviarlo.
Per modificare il testo del messaggio dì Modifica, in alternativa, per inviare il messaggio dì Invia.
Al comando Invia, l’assistente vocale di Google invierà il messaggio da te dettato al destinatario scelto.

Per ulteriori informazioni sulle altre funzionalità dell’assistente vocale Google Now puoi leggere la mia guida intitolata Siri per Android.



come dettare punteggiatura android



come dettare punteggiatura android

Android include un sistema di dettatura vocale che è molto comodo ma con la lingua italiana dà più di qualche problema.
Ad esempio, hai provato a dettare un testo al tuo smartphone Android pronunciando simboli di punteggiatura, come “punto” o “virgola”?
Il telefono non li riconosce e li scrive come parole anziché come simboli di punteggiatura.

Per fortuna però esiste Swype Beta, una tastiera alternativa del tutto gratuita che comprende un avanzatissimo sistema di dettatura vocale che comprende anche i simboli di punteggiatura pronunciati in lingua italiana.
Se vuoi scoprire come installarla e come dettare punteggiatura Android utilizzandola, continua a leggere.



Se vuoi imparare come dettare punteggiatura Android, il primo passo che devi compiere è avviare il browser del tuo smartphone e collegarti all’indirizzo beta.swype.com/android/get/ per scaricare il downloader di Swype.
A download completato apri, premendo sulla voce che trovi nel centro notifiche di Android, il file apk appena scaricato e, nella schermata che si apre, premi il pulsante Installa.

Ad installazione completata, premi su Apri ed avvia il download dell’applicazione vera e propria di Swype premendo il pulsante Download Swype collocato in fondo alla schermata che compare.
Aspetta che lo scaricamento giunga al termine e premi nuovamente Installa e Fine per completare l’installazione della tastiera Swype sul tuo telefonino.



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Adesso, devi attivare la tastiera di Swype e impostarla come tastiera predefinita del tuo telefono.
Per fare ciò, recati nelle Impostazioni di Android, seleziona la voce Lingua e testo dal menu, metti il segno di spunto accanto alla voce Swype Beta e premi sul pulsante OK per attivare Swype.



Successivamente, richiama la tastiera di Android aprendo qualsiasi applicazione che permette di digitare del testo (es.
Messaggi) e tieni premuto per un paio di secondi il pulsante con l’icona dell’ingranaggio.
Seleziona quindi Swype Beta dall’elenco delle tastiere disponibili e premi prima su Accettare e poi su Continua, Ignora e Inizia a usare Swype per attivare la tastiera Swype.

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Adesso la tastiera di Swype è attiva e funzionante, ma è impostata sulla lingua inglese.
Per aggiungere il supporto alla lingua italiana, tieni premuto per un paio di secondi il pulsante Spazio e premi sul pulsante Più lingue nel riquadro che compare.

Nella schermata che compare, seleziona la voce Scarica lingue e scegli di scaricare i file relativi all’Italiano.
Al termine del download, premi su Accettare, richiama nuovamente il tastierino, tieni premuto Spazio per un paio di secondi e seleziona la lingua italiana dal menu che compare sullo schermo.



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Ora sei finalmente pronto a dettare punteggiatura Android in italiano usando qualsiasi applicazione consenta di digitare del testo.
In che modo?
Nulla di più facile.
Pigia sull’icona del microfono che si trova in basso a destra nel tastierino di Swype e comincia a dettare il testo che intendi “scrivere”, comprensivo di punteggiatura.



Si può usare tranquillamente un linguaggio naturale, quindi per inserire una virgola puoi dire “virgola”, per inserire un punto interrogativo puoi dire “punto interrogativo”, e così via.
Quando hai terminato la dettatura, premi su Fine e il testo dettato a voce verrà trascritto sullo schermo dello smartphone.

Il sistema di dettatura vocale incluso in Swype Beta è molto preciso, ma per poter essere utilizzato necessita di una connessione Internet attiva.
Questo significa che non si può usare offline.
Puoi disattivare Swype e tornare alla tastiera di default di Android (e vice versa) in qualsiasi momento, basta seguire le indicazioni presenti nella mia guida su come cambiare la tastiera Android.



come deframmentare android



come deframmentare android

Girovagando sul Google Play Store, ti sei imbattuto in diverse app per deframmentare la memoria degli smartphone Android e vorresti qualche delucidazione sul loro funzionamento?
Effettivamente sono molti gli amici che mi stanno scrivendo in merito a questo argomento e credo che sia arrivato proprio il momento di occuparsene.

Andiamo dunque dritti al sodo e vediamo come deframmentare Android.
O meglio, cerchiamo di capire se questa procedura è davvero necessaria e se bisogna fidarsi delle app pensate per questo scopo.
Nulla di eccessivamente complicato, promesso! Cercherò di essere il più chiaro possibile.



Cominciamo questa guida su come deframmentare Android partendo dal concetto di deframmentazione.
Come ti ho spiegato anche nella mia guida su come deframmentare il computer, la deframmentazione è una procedura mediante la quale si possono “riordinare” i file sul disco fisso dopo che, con il susseguirsi delle modifiche, le cancellazioni e la creazione di nuovi file, questi si frammentano occupando punti dell’hard disk distanti fra loro (diventando lenti da aprire).
Si tratta di una routine di manutenzione altamente consigliata sui PC equipaggiati con hard disk standard, ma per i dispositivi Android vale lo stesso discorso?

La risposta è no, nella maniera più assoluta.
Deframmentare un dispositivo Android non solo è inutile ma può risultare addirittura dannoso.
Questo perché gli smartphone e i tablet non sono dotati di hard disk normali ma di memorie Flash, che hanno un tempo di accesso uguale per tutti i file ed ordinano questi ultimi in maniera automatica.
Inoltre, questi drive sono caratterizzati da cicli di scrittura limitati, pertanto stressarli con la deframmentazione non fa altro che accorciare inutilmente la loro vita.
Il discorso vale sia per le memorie interne dei telefoni/tablet sia per le schede di memoria SD che si possono inserire in essi.



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Alla luce di ciò, deframmentare Android è assolutamente sconsigliato.
C’è inoltre da considerare il fatto che spesso le applicazioni pensate per questo scopo rappresentano un rischio per la privacy.
Installandole sul proprio smartphone, infatti, si accetta di farle accedere alla cronologia delle navigazioni Web e ad altre comunicazioni di Rete che potrebbero finire nelle mani di qualche malintenzionato.
Meglio starne alla larga, insomma.



E tutti quei feedback a cinque stelle sul Play Store?
Su questo bisognerebbe fare un discorso generale riferito a tutte le app, ad ogni modo ti dico che non di rado gli sviluppatori di applicazioni poco raccomandabili fanno salire artificialmente il rating dei propri software usando commenti fasulli (fake) e votazioni “gonfiate”.

Per smascherare tali “giochetti”, solitamente basta cliccare sul link per leggere tutti i commenti presenti sul Google Play Store e prestare attenzione ai feedback con poche stelle:
se l’applicazione rappresenta un rischio per la privacy, probabilmente ce ne saranno molti tesi ad avvertire gli utenti di ciò.
Basta solo fare un po’ di attenzione, informarsi, e così si evitano un mucchio di rischi inutili.



come creare una playlist su android



come creare una playlist su android

Stai per affrontare un lungo viaggio e hai deciso di rendere più piacevole il tragitto ascoltando un po’ di buona musica con il tuo fedele smartphone Android.
Una volta preparato il tutto, però, ti sei reso conto che negli ultimi tempi hai ascoltato esclusivamente i brani presenti in un album oppure i brani passati in maniera casuale dalle app di streaming (magari sfruttando la funzionalità radio), senza creare nessun tipo di “raccolta” che possa riprodurre in automatico i tuoi brani preferiti.

Non preoccuparti, a tutto c’è un rimedio, anche a questo:
in questa guida, ti mostrerò come creare una playlist su Android utilizzando le principali app per ascoltare la musica sul sistema del “robottino verde”, così da poter riprodurre musica di continuo e senza dover cambiare manualmente brano.
Oltre alle modalità di azione previste dalle app di streaming, avrò cura di mostrarti come creare delle playlist utilizzando i file audio e i brani custoditi nella memoria del tuo dispositivo, così da poterli organizzare e ascoltare in maniera ordinata utilizzando l’app di riproduzione “di serie” inclusa in tutti i moderni smartphone Android.



Dunque, senza attendere oltre, ritaglia qualche minuto del tuo tempo libero e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da dirti sull’argomento:
sono sicuro che, al termine di questa lettura, sarai perfettamente in grado di creare delle code di riproduzione sul tuo dispositivo e di usarle al meglio.
Detto ciò, ti auguro buona lettura e buon divertimento!

Indice

  • Come creare una playlist su Android tramite servizi di streaming
    • YouTube
    • Google Play Musica
    • Spotify
    • Amazon Music
    • Apple Music
  • Come creare una playlist su Android gratis

Come creare una playlist su Android tramite servizi di streaming

Gran parte della musica, al giorno d’oggi, si ascolta grazie alle app di streaming:
pertanto, vien da sé che, nella prima parte di questa guida, andrò a mostrarti come creare una playlist su Android con i servizi di streaming audio più famosi.
Ricordati che la maggior parte di questi ultimi impone delle limitazioni sull’ascolto dei brani in forma gratuita, e spesso tali limiti si ripercuotono anche sulle playlist.
Detto ciò, andiamo al sodo.



YouTube

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YouTube è molto probabilmente l’app più utilizzata per guardare video, ma viene usata molto anche per ascoltare musica.
Permette, inoltre, di creare delle playlist dei videoclip con grande facilità. In che modo?
Te lo spiego subito.



Prima di tutto, apri l’app di YouTube sul tuo smartphone e cerca il video del primo brano che vuoi mettere in lista, facendo tap sull’icona della lente d’ingrandimento collocata in alto a destra e digitando il nome dell’artista o del brano, quindi avvia la riproduzione del videoclip.

Mentre il video musicale scorre, puoi iniziare a creare la tua playlist musicale effettuando un tap prolungato sul pulsante Salva; nella schermata successiva, hai la possibilità di scegliere se aggiungere il video a una delle playlist già presenti sul tuo account Google (rimuovendo o aggiungendo il segno di spunta alla casella corrispondente) oppure crearne una nuova facendo tap sulla voce Nuova Playlist.



In quest’ultimo caso, devi scegliere il nome da dare alla playlist e indicare la sua visibilità (Pubblico, se desideri che essa venga vista anche dai contatti che seguono il tuo canale; Non in elenco, se vuoi che la tua playlist sia raggiungibile solo da chi conosce l’indirizzo URL della stessa; Privato, se desideri conservare la playlist per te e renderla invisibile agli altri utenti di YouTube e a quelli che seguono il canale); per confermare l’aggiunta del brano, è sufficiente fare tap sulla voce OK.
A partire da questo momento, potrai aggiungere nuovi video alla playlist appena creata facendo un tap “breve” sul pulsante Salva, poiché l’app aggiungerà subito il brano all’ultima playlist utilizzata o creata.

Per accedere velocemente alle playlist salvate, portati nella schermata Home dell’app YouTube, fai tap sul menu Raccolta collocato in basso a destra, quindi tocca una delle playlist presenti in elenco per avviarne la riproduzione (puoi anche ordinarle in ordine alfabetico o mettere in cima le playlist più recenti, utilizzando il menu a tendina Playlist (A-Z) o Playlist (aggiornate di recente).



Con l’account gratuito di YouTube, puoi ascoltare musica con l’inserimento di messaggi pubblicitari e senza la possibilità di spegnere lo schermo o di cambiare app (in questi due casi la musica andrà in pausa); se vuoi rimuovere questi limiti, puoi sottoscrivere un abbonamento a YouTube Music Premium e usare la relativa app specifica per la musica, come ti ho spiegato nella mia guida dedicata a guida dedicata a YouTube Music.

Google Play Musica

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Sei solito ascoltare la musica in streaming tramite Google Play Musica e vorresti raccogliere (e riprodurre in sequenza) la tua musica preferita in una comoda playlist?
Perfetto, tra un attimo ti spiegherò come fare.



Se disponi di un abbonamento Unlimited al servizio, o se hai già provveduto ad acquistare preventivamente dei brani, puoi aggiungerli a una playlist nel seguente modo:
per prima cosa, avvia l’app dedicata, cerca un brano o un album da riprodurre usando il pulsante a forma di lente d’ingrandimento (o selezionandolo tra i brani preferiti), fai tap sul pulsante () presente accanto al brano o all’album di tuo interesse e, infine, fai tap sulla voce Aggiungi a playlist collocata nel menu che si apre a schermo.

Nella nuova schermata che compare, premi sulla voce Nuova playlist per creare una nuova coda di riproduzione, indica un nome e una descrizione da associare alla raccolta, quindi fai tap sulla voce OK per confermare le modifiche.
D’ora in avanti, puoi aggiungere nuovi brani alla playlist appena creata ripetendo i passaggi che ti ho illustrato poc’anzi e selezionando la playlist creata in precedenza.
Per visualizzare le playlist create, sfiora il pulsante ☰ collocato in alto a sinistra e seleziona la voce Raccolta musicale dal menu che compare.



Per tua informazione, Google Play Musica offre la sua grande raccolta musicale a pagamento, con la possibilità di scegliere se acquistare il brano o l’album (che diventeranno di tua proprietà e potrai ascoltarli senza limiti e senza abbonamento) oppure accedere al servizio Unlimited, che permette l’ascolto di tutti i brani presenti sulla piattaforma.
A tal proposito, ti invito ad approfondire l’argomento leggendo la mia guida su come funziona Google Play Musica.

Spotify

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Come dici?
Usi Spotify ormai da tempo ma non sei in grado di creare una playlist sull’app di Spotify per Android?
Non temere, non è affatto difficile! Per farlo, avvia l’app sul tuo dispositivo, effettua l’accesso, se necessario, con le credenziali del tuo account premendo sul tasto Accedi o tramite l’account Facebook e, a login avvenuto, cerca il primo brano (o il primo album) di tuo interesse facendo tap sul pulsante Cerca, presente nella barra inferiore.

Una volta identificato il brano o l’album, fai tap sul pulsante () ad esso corrispondente, quindi seleziona la voce Aggiungi alla playlist.
A questo punto, dovrebbe aprirsi una nuova schermata in cui selezionare una delle playlist già esistenti; se, invece, vuoi crearne una nuova, premi sul pulsante Nuova playlist presente in alto, fornisci un nome alla playlist quindi fai tap su Crea:
il brano o l’album verranno subito aggiunti a essa.



Per ascoltare le playlist salvate su Spotify, ti sarà sufficiente fare tap sul bottone La mia libreria, portarti nella sezione Playlist, quindi scegliere la playlist da riprodurre.
Ricorda che la versione gratuita di Spotify non permette di ascoltare i brani nell’ordine desiderato (solo riproduzione casuale) e presenta delle pubblicità d’intermezzo a intervalli regolari:
per bypassare questi limiti e rimuovere la pubblicità, puoi sottoscrivere un abbonamento a Spotify Premium, seguendo le istruzioni che ti ho fornito mia guida su come abbonarsi a Spotify.

Amazon Music

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Per quanto riguarda Amazon Prime Music, il servizio di streaming musicale esclusivo per gli utenti Amazon Prime, la creazione di una playlist sulla relativa app per Android è affare davvero molto semplice:
dopo aver avviato l’app, effettua l’accesso (se necessario) usando il tuo account Amazon e, a login effettuato, tocca il simbolo a forma di lente d’ingrandimento collocato in alto a destra e cerca il brano, l’artista o l’album che intendi ascoltare.
Una volta trovato l’elemento di tuo interesse, fai tap sul pulsante () presente accanto a ogni voce e, in seguito, sulla voce Aggiungi alla playlist.



Ti verrà mostrata una schermata in sovrimpressione nella quale dovrai scegliere se creare una nuova playlist oppure aggiungere il brano a una playlist già esistente; selezionando la prima opzione, dovrai poi indicare un nome da assegnare alla playlist che ti accingi a creare e confermare facendo tap sulla voce Salva.
Per accedere alle playlist salvate ti sarà sufficiente fare tap sulla voce Musica presente in basso e selezionare la scheda Playlist.

Tieni ben presente che il servizio Prime Music offre l’accesso a circa 2 milioni di brani, a fronte di un catalogo multimediale completo di oltre 50 milioni di brani; per accedere a quest’ultimo, puoi sottoscrivere un abbonamento separato al servizio Amazon Music Unlimited, facendo riferimento ai passaggi spiegati nella mia guida su come funziona Amazon Music Unlimited.



Apple Music

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Sei fiero abbonato al servizio Apple Music, tanto da scaricare l’app per Android dedicata, ma non hai la più pallida idea di come creare una playlist personalizzata sulla stessa?
Nessun problema, ti aiuto io.



Tanto per cominciare, avvia l’app e, se necessario, effettua l’accesso con il tuo ID Apple; una volta dentro, cerca un brano o un artista facendo tap sull’icona della lente d’ingrandimento collocata in alto a destra.
Identificato l’elemento di tuo interesse, effettua un tap prolungato sullo stesso, premi sulla voce Aggiungi a una playlist annessa al menu che va ad aprirsi e, successivamente, tocca la voce Nuova playlist.

A questo punto, indica un nome, una descrizione e un’immagine da assegnare alla playlist e, se lo desideri, completala subito con altri brani:
fai, dunque, tap sulla voce Aggiungi musica per cerca un brano dal catalogo di Apple Music oppure tra quelli presenti nella Libreria.
Puoi aggiungere i brani di tuo interesse sfiorando la casella bianca con bordo rosa collocata accanto agli stessi:
ll termine della selezione, tocca il segno di spunta rosa presente nella parte superiore dello schermo e il gioco è fatto.

Come creare una playlist su Android gratis

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Se non hai trovato utili le istruzioni precedenti, poiché non intendi creare una playlist su Android tramite i servizi di streaming più conosciuti, ma è tua precisa intenzione raccogliere in una comoda “coda di riproduzione” tutti i brani musicali custoditi nella memoria del tuo dispositivo, allora questa è la sezione del tutorial più adatta a te.

Per comodità, ti consiglio di utilizzare l’app Play Musica (la stessa di cui ti ho parlato qualche sezione fa), installata già “di serie” sui dispositivi Android:
essa, oltre a poter riprodurre brani tramite Internet, è perfettamente in grado di riprodurre e organizzare i brani disponibili nella memoria del dispositivo.



Tanto per iniziare, dunque, avvia la summenzionata app richiamandola dal drawer di Android, premi sul pulsante collocato in alto a sinistra e, nel menu che compare, apponi il segno di spunta accanto alla voce Solo musica scaricata.
A partire da questo momento, l’app andrà in modalità offline e visualizzerà i soli brani presenti sul dispositivo.

Per creare la tua playlist, fai nuovamente tap sul pulsante , quindi seleziona la voce Raccolta multimediale dal menu proposto:
navigando tra le schede presenti in alto (Artisti, Album, Brani e così via), individua l’elemento musicale da aggiungere, fai tap sul pulsante () ad esso corrispondente e, infine, sulle voci Aggiungi a playlist e Nuova playlist.
Per concludere, indica un nome e una descrizione della stessa e conferma la creazione premendo sul pulsante OK.



Aspetta, mi stai dicendo che vorresti trasferire tutta la tua musica su Android ma proprio non sai come fare?
A tal proposito, ti consiglio di leggere la mia guida su come caricare musica su Android, in cui ti ho mostrato tutti i passaggi da effettuare per trasferire gli MP3 (o altri formati audio) del computer nella memoria interna o sulla scheda microSD del dispositivo Android.

come creare giochi android



come creare giochi android

Il Play Store di Android è pieno zeppo di giochi divertentissimi e appassionanti, ma ne manca uno:
quello che sogni di realizzare orami da tempo ma che, per mancanza di conoscenze legate alla programmazione, non hai ancora creato.
Beh, non capisco cosa aspetti?
Comincia a studiare la materia, esercitati e, vedrai, nel giro di qualche mese riuscirai a ottenere i primi risultati incoraggianti.
D’altronde esistono strumenti semplificati che permettono di creare giochi per le piattaforme mobili senza dover scrivere righe infinite di codice.

Come dici?
La cosa ti intriga e ti piacerebbe sapere se posso darti una mano a raggiungere il tuo obiettivo?
Ma certo che sì, sta’ tranquillo.
Se mi dedichi la tua attenzione, posso infatti spiegarti come creare giochi per Android usando una serie di soluzioni adatte un po’ a tutti:
a chi vuole cimentarsi con la scrittura del codice e a chi, invece, vuole avere poco o nulla a che fare con quest’ultimo.



Adesso però mettiamo le chiacchiere da parte e cominciamo immediatamente a darci da fare.
Posizionati bello comodo dinanzi il tuo fido computer, prenditi del tempo libero solo per te e inizia subito a concentrarti sulla lettura di tutto quanto riportato qui di seguito.
Spero vivamente che alla fine tu possa finalmente ritenerti ben contento di quanto appreso.
Buona lettura e buon divertimento!

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Come creare giochi Android con Unity
  • Come creare giochi con Android Studio
  • Come creare giochi Android senza programmare
  • Come creare giochi Android e guadagnare

Informazioni preliminari

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Prima di passare all’azione andando a scoprire come creare giochi per Android, è doveroso, da parte mia, fare alcune precisazioni.

In primo luogo, sappi che gli strumenti che puoi sfruttare per sviluppare giochi per Android (e più in generale per le piattaforme mobile) si suddividono in due categorie:
gli SDK e i software commerciali indipendenti.



Gli SDK (acronimo di Software Development Kit) sono quelli che vengono messi a disposizione degli sviluppatori da chi realizza i sistemi mobile (Google, in questo caso).
Consentono di sfruttare al massimo la piattaforma alla quale si rivolgono, di gestire ogni singolo particolare, di assicurarsi che ogni funzione risulti essere ottimizzata e di effettuare svariati test, anche emulando virtualmente i dispositivi finali.
In linea di massima, però, risultano un po’ meno intuitivi rispetto ad alcune soluzioni commerciali di terze parti.

I software commerciali indipendenti (altrimenti noti come Game Engine), invece, sono quelli che, come suggerisce la stessa definizione, vengono rilasciati da aziende terze e mediante cui si possono sviluppare contenuti all’interno di un ambiente integrato.
A seconda della licenza d’uso, consentono di esportare i giochi in diversi formati destinati ad altrettanti sistemi operativi.
Da notare, poi, che vanno a caratterizzarsi per un livello di difficoltà d’uso solitamente basso e permettono di realizzare un progetto unico (e tutte le risorse connesse) esportabile come pacchetto compatibile con diverse piattaforme, a seconda della licenza posseduta.



Sia in un caso che nell’altro, per sviluppare giochi per Android devi conoscere almeno un minimo quelli che sono i linguaggi di programmazione più diffusi per lo scopo in questione, quali Java e XML.
Per approfondire l’argomento, ti rimando alla lettura delle mie guide incentrate specificamente su come iniziare a programmare, come creare un programma e come imparare Java.

Come creare giochi Android con Unity

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Fatte le dovute precisazioni di cui sopra, passiamo all’azione vera e propria.
La prima risorsa che voglio invitarti a prendere in considerazione è Unity.
Nel caso in cui non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un ambiente di sviluppo integrato multipiattaforma dedicato alla creazione di numerose simulazioni 3D e 2D.
Consente, dunque, di sviluppare videogiochi di qualsiasi genere, offrendo un elevato livello di personalizzazione e un alto tasso qualitativo dei software generati.

È disponibile per Windows e macOS e ne esistono più versioni:
quella gratuita, denominata Personal, è gratis, ma solo se la persona giuridica che rappresenta chi se ne serve non genera guadagni o raccolte fondi eccedenti i 100.000$.
In caso contrario, occorre effettuare l’acquisto di una licenza Plus o Pro (con costi a partire da 25$/mese con fatturazione annuale).



Per scaricare Unity Personal sul tuo computer, visita il sito Internet ufficiale del programma e clicca sul pulsante Get Started, dopodiché individua la dicitura Personal e premi sul pulsante Try Personal.
Apponi poi un segno di spunta in corrispondenza della voce Accept terms e fai clic sul bottone Download Unity Hub.

A download completato, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che si apre, clicca prima sul pulsante e poi su quello Next.
Spunta quindi la casella collocata accanto alla voce I accept the terms of the License Agreement, clicca per tre volte di seguito sul bottone Next e, per concludere, premi sul pulsante Install.



Se, invece, stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg scaricato e trascina l’icona del programma all’interno della cartella Applicazioni del computer.
In seguito, fai clic destro su di essa, seleziona la voce Apri dal menu contestuale e premi sul bottone Apri nella finestra comparsa sullo schermo, in modo tale da andare ad aggirare le restrizioni imposte da Apple nei confronti delle applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va effettuata solo al primo avvio).

Ora che, a prescindere dal sistema operativo utilizzato, visualizzi la finestra del programma sul desktop, effettua il login con il tuo account Unity.
Se non ne possiedi ancora uno, salta questo passaggio cliccando sul bottone Work Offline.
Successivamente, clicca sul pulsante New collocato in alto a destra, digita il nome del tuo progetto nella prima casella di testo e seleziona un template dall’elenco in basso, scegliendo tra 2D e 3D.
Premi poi sul pulsante Create project, collocato in basso a destra.



A questo punto, ti ritroverai al cospetto dell’editor di Unity, che risulta suddiviso in tre grandi aree, ciascuna delle quali dedicata a una componente differente del flusso di lavoro: il pannello Hierarchy, quello Inspector e il pannello Project.

Il primo, si trova nella parte sinistra della finestra e permette di gestire gli elementi presenti sulla scena.
Per creare un nuovo elemento, fai clic destro all’interno del pannello in questione e scegli, mediante l’apposito menu che ti viene mostrato, la categoria e l’oggetto da creare.
 



A destra, invece, è presente il pannello Inspector, il quale permette di visualizzare e modificare le proprietà degli elementi selezionati nel primo pannello.
L’area Project, poi, è destinata alla gestione delle risorse di cui si compone il progetto:
facendo clic destro al suo interno e selezionando la voce Import New Asset dal menu che compare, puoi aggiungere al tuo progetto tutti i materiali di cui necessiti, come sequenze audio, immagini o motivi decorativi.

Per creare nuove scene, vale a dire nuovi livelli o nuove ambientazioni di gioco, seleziona la voce File e quella New Scene dalla barra dei menu di Unity.
Per testare il gioco, invece, clicca sul bottone Play, che si trova in alto.
Ricordati poi di premerlo nuovamente per uscire dalla modalità test, in modo tale da poter apportare eventuali ulteriore modifiche al progetto.



Quando lo vorrai, potrai esportare il tuo gioco selezionando la voce File dalla barra dei menu, cliccando sulla dicitura Build Settings, selezionando la voce Android nella finestra che si apre e cliccando sui pulsanti Switch Platform e Build.
Infine, assegna un nome al file e procedi pure con il salvataggio, indicando la posizione di output e premendo sul bottone apposito.

Tieni presente che non sempre sul computer sono disponibili tutti i componenti necessari per lo sviluppo dei giochi, come ad esempio librerie, moduli aggiuntivi o software.
Qualora così fosse, non troverai il pulsante Switch Platform nell’editor del programma, bensì quello Open Download Page e, cliccandoci sopra, verrai subito reindirizzato alla pagina che fornisce istruzioni sui moduli mancanti e sui dettagli della loro installazione.



Per ulteriori dettagli e approfondimenti riguardo il funzionamento di Unity, puoi fare riferimento al manuale ufficiale presente sul sito Internet del software.

Come creare giochi con Android Studio

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Vediamo adesso come creare giochi per Android usando Android Studio, la suite che integra Android SDK messa a disposizione direttamente da Google.
Include un apposito editor tramite il quale gli sviluppatori possono realizzare app e giochi per Android.
Inoltre, consente di decompilare i file APK e di visualizzarne il relativo contenuto.



È gratis e si può usare su Windows, macOS e Linux.
Da notare che a meno di non voler programmare tutto manualmente, di solito i giochi non si creano direttamente in Android Studio ma si utilizza un editor che consente di creare il mondo virtuale che poi il game engine dovrà gestire.

Ciò detto, per scaricare Android Studio sul tuo computer, visita il sito Internet del programma e clicca sul bottone Download Android Studio che trovi al centro della pagina visualizzata.
Nel modulo che si apre, seleziona la casella collocata accanto alla voce I have read and agree with the above terms and conditions e clicca sul pulsante azzurro collocato in basso, per procedere con il download.



A scaricamento ultimato, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che si apre sul desktop, fai clic sul pulsante .
Nella schermata successiva, clicca sul bottone Next per tre volte consecutive e porta a termine il setup premendo il bottone Finish.

Se, invece, stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg ottenuto, sposta l’icona di Android Studio nella cartella Applicazioni del Mac, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Apri dal menu che ti viene mostrato, in modo tale da avviare l’applicazione andando ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso le applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va eseguita solo al primo avvio).



Successivamente, a prescindere dal sistema operativo in uso, clicca sul pulsante OK nella schermata visualizzata, fai clic sul tasto Next per tre volte di fila e aspetta che il download di tutti i componenti necessari al funzionamento del programma venga avviato e portato a termine.
In seguito, clicca sul pulsante Finish, per visualizzare la finestra principale di Android Studio.

A questo punto, seleziona l’opzione Start a new Android Studio project per creare un nuovo progetto e iniziare a programmare, scegli il modulo dal quale partire, assegna un nome al progetto del tuo gioco e seleziona la versione dell’SDK da usare, utilizzando il menu a tendina dedicato.
In seguito, fai clic sul pulsante Next e indica quale tra le basi preimpostate disponibili desideri eventualmente usare, quindi configurane i valori oppure lascia quelli predefiniti e conferma il tutto facendo clic sul bottone Finish.



Serviti poi dell’editor che ti viene proposto per sviluppare il tuo gioco.
A sinistra trovi la struttura, mentre a destra è presente l’editor vero e proprio.
In alto, invece, ci sono i pulsanti per inserire oggetti, tagliare, copiare e incollare le parti di codice ecc., mentre ancora più sopra trovi la barra dei menu.

Quando necessario, potrai salvare il progetto del gioco richiamando la voce apposita annessa presente nel menu File ,collocato in alto a sinistra.
Per ulteriori dettagli e per approfondire il funzionamento del programma, ti consiglio la lettura della guida all’uso di Android Studio fornita direttamente da Google.



Come creare giochi Android senza programmare

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È possibile creare giochi per Android anche senza programmare:
per riuscirci, ci si può affidare a delle apposite Web App, le quali consentono di sviluppare app e giochi in maniera semplice, agendo tramite un editor visuale, sfruttando un pratico sistema di drag-and-drop per inserire i vari elementi d’interesse.



Tra le varie Web App disponibili su piazza, ti suggerisco di affidarti a MIT App Inventor, che è gratis e abbastanza famosa.
Da notare, però, che per poterla sfruttare, occorre effettuare il login con il proprio account Google.

Per servirtene, recati dunque sulla sua home page, effettua l’accesso con il tuo account Google, premi sul bottone Start new project che trovi in alto, digita il nome che vuoi assegnare al gioco e fai clic sul pulsante OK.



A questo punto, seleziona l’Italiano dal menu a tendina in collocato alto a destra, in modo tale da tradurre l’interfaccia del servizio in Italiano, e comincia a servirti dell’editor visuale su schermo per creare il tuo gioco.

L’editor è suddiviso in più sezioni:
a sinistra trovi l’elenco degli elementi e degli oggetti che puoi aggiungere all’interfaccia dal gioco (Componenti disponibili), al centro c’è la schermata che ti mostra l’anteprima del risultato finale (Visualizzatore), mentre a destra ci sono l’elenco dei vari elementi (Componenti utilizzati), il menu con le proprietà degli oggetti selezionati (Proprietà) e il bottone per caricare i file multimediali (Multimediale).



Per cominciare ad aggiungere elementi all’interfaccia del gioco, selezionali dall’elenco situato sulla sinistra e trascinali al centro, rilasciandoli nel punto che preferisci.
Per modificarne le proprietà, invece, selezionali e serviti della sezione apposita, collocata a destra.
Per aggiungere ulteriore schermate al tuo gioco, clicca poi sul bottone Aggiungi Schermo posto in alto, mentre per rimuoverle usa quello Rimuovi Schermo, che trovi accanto.

Per aggiungere uno o più elementi all’interfaccia dell’app, selezionali dall’elenco a sinistra e trascinali nel visualizzatore al centro, nel punto che preferisci.
Per modificarne le proprietà, selezionali e intervieni tramite l’apposita sezione posta sulla destra.
Per aggiungere ulteriori schermate all’app, premi sul bottone Aggiungi Schermo che si trova in alto, mentre per rimuoverle usa il pulsante Rimuovi Schermo adiacente.



Una volta portato a termine lo sviluppo del tuo gioco, salvalo facendo clic sulla voce Progetti che si trova in alto a sinistra e selezionando la voce Salva progetto dal menu che compare.
Per scaricarlo sul tuo computer, invece, seleziona, sempre dal medesimo menu, l’opzione Esporta il progetto selezionato (.aia).

Come creare giochi Android e guadagnare

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Dopo essere riuscito a creare il tuo gioco per dispositivi Android, utilizzando gli strumenti di cui ti ho parlato nelle righe precedenti e seguendo le relative istruzioni d’uso, puoi finalmente pensare alla sua distribuzione sul Play Store di Google, il negozio di applicazioni ufficiale per i dispositivi basati sulla piattaforma mobile del robottino verde, ed, eventualmente, anche alla sua monetizzazione.



Per riuscirci, devi aprire un account come sviluppatore, associare quest’ultimo al tuo profilo Google al costo di 25 dollari e inviare a “big G” il gioco da te creato.
Per compiere i passaggi in questione, ti basta visitare la pagina di registrazione a Google Play Console.

Dopo aver fatto ciò, potrai procedere con l’upload dei file APK dei tuoi giochi.
In questa fase, dovrai in primo luogo gestire i metadati dei giochi che hai sviluppato, quindi il versionamento e i requisiti di sistema e, in seguito, pensare alla parte commerciale, vale a dire al titolo, alla descrizione, agli screenshot e al prezzo.
Per ulteriori informazioni , ti rimando alla consultazione della guida ufficiale di Play Console.