come calibrare la batteria android



come calibrare la batteria android

Il tuo smartphone Android si spegne all’improvviso?
L’indicatore della batteria passa bruscamente da una percentuale all’altra?
Probabilmente hai bisogno di fare una calibrazione della batteria.

La calibrazione della batteria è una procedura mediante la quale si resetta il modo in cui Android “vede” la percentuale della carica della batteria.
La sua attuazione è consigliata quando si verificano problemi come quelli appena elencati (spegnimento improvviso del telefono o sbalzi della percentuale di carica) e quando si installa una nuova ROM sul dispositivo.
Sia chiaro però, non si tratta di una cura miracolosa.
Se la batteria del telefono è difettata o ha subìto una fisiologica riduzione della sua autonomia, non c’è molto da fare, bisogna agire a livello hardware sostituendola.



Ci siamo intesi?
Bene, allora direi di non perdere altro tempo e di vedere in dettaglio come calibrare la batteria Android.
Il tutorial vale un po’ per tutti gli smartphone (e i tablet) equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.
Qualora la prima procedura non dovesse dare i risultati sperati, prova con le altre illustrate di seguito.
Incrocio le dita affinché tu riesca a risolvere tutti i problemi relativi all’autonomia del tuo device.
In bocca al lupo!

Calibrare la batteria Android – Metodo 1

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Il primo passo che devi compiere è far scaricare il tuo smartphone fino a quando non si spegne da solo.
Successivamente, devi riaccendere il telefono e, se questo resta acceso, devi aspettare che si spenga nuovamente da solo.
Ripeti l’operazione fino a quando la carica della batteria non arriva davvero al suo minimo (al punto che riaccendendo lo smartphone questo si spenga immediatamente dopo la prima schermata).

A questo punto, metti il dispositivo in carica, da spento, e attendi che l’indicatore della batteria arrivi al 100% (o che si accenda il LED della ricarica).
Dopodiché lascia che il telefono si carichi per altre due ore e ignora eventuali messaggi che compaiono sullo schermo del device.
Mi raccomando, questo è un passaggio importante ma non devi esagerare:
passate le due ore, stacca il telefono dalla carica o potresti danneggiare la batteria.



Adesso rimuovi la batteria dallo smartphone per 10-15 minuti e poi reinseriscila.
Se il tuo smartphone non consente di rimuovere la batteria tieni spento il dispositivo per lo stesso lasso di tempo (10-15 minuti).

Ad operazione completata, metti nuovamente il telefono in carica e aspetta qualche minuto (5-10 minuti dovrebbero andare bene), dopodiché accendi lo smartphone, attendi che la schermata principale di Android sia utilizzabile e scollega il terminale dal caricabatterie.
In questo modo dovresti essere riuscito a calibrare la batteria del dispositivo.



Nel malaugurato caso in cui i problemi alla batteria persistessero, ripeti la procedura di calibrazione della batteria.
Altrimenti prova con il metodo alternativo illustrato di seguito.

Calibrare la batteria Android – Metodo 2 (richiede il root)

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Se non sei riuscito a calibrare la batteria Android seguendo la procedura illustrata poc’anzi, prova con quest’altro metodo, il quale però richiede la presenza del root.
Se non sai di cosa sto parlando, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android e valuta se proseguire o meno.

Hai deciso di andare avanti?
Bene, allora apri subito il Google Play Store e installa l’applicazione Battery Calibration sul telefono sul quale vuoi effettuare la calibrazione della batteria.
Successivamente, lascia il dispositivo acceso e fallo scaricare fino a quando non si spegne da solo.
A spegnimento avvenuto, riaccendi lo smartphone e lascialo spegnere di nuovo:
devi arrivare al punto in cui il cellulare si spegne dopo la primissima schermata (segno che la batteria si è esaurita completamente).



Provvedi dunque a collegare il telefono al caricatore, da spento, attendi che la percentuale di carica arrivi al 100% (o aspetta l’accensione del LED di carica) e lascia il device in carica per un paio di ore in più.

Ad operazione completata, accendi lo smartphone (se nel frattempo non si è già acceso da solo), avvia Battery Calibration e concedi i diritti di root all’applicazione premendo sul pulsante Concedi.
Verifica quindi che nella schermata iniziale dell’app la percentuale di carica del telefono sia al 100%, premi sul bottone Battery Calibration e scollega il caricatore.



Se la percentuale di carica non risulta del 100%, rimetti il telefono in carica fino a quando Battery Calibration non indica il raggiungimento del 100% nel campo current charge.
Dopodiché premi sul bottone Battery calibration e scollega il caricatore.

Per concludere, riavvia il telefono, lascialo scaricare completamente e caricalo nuovamente fino al raggiungimento del 100% di carica.
Ad operazione completata dovresti essere riuscito a calibrare la batteria del telefono.



Attenzione: la procedura di calibrazione va eseguita solo in caso di reale necessità (in quanto scaricare e ricaricare completamente la batteria può influire negativamente sulle sue prestazioni).
Se dopo aver ripetuto la procedura per un paio di volte il problema non si risolve, prendi in considerazione l’ipotesi di sostituire la batteria e/o portare il telefono in assistenza.

Come aumentare l’autonomia della batteria su Android

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La calibrazione della batteria è andata a buon fine ma l’autonomia del tuo smartphone continua ad essere non entusiasmante?
In questo caso devi ottimizzare i consumi energetici del dispositivo agendo sulle app e sulle impostazioni di sistema.

Vuoi che ti faccia qualche esempio pratico?
Beh, ad esempio potresti installare un’applicazione come Wakelock Detector e scoprire quali app “svegliano” il telefono consumando energia; potresti installare un launcher meno avido di risorse di quello che utilizzi di solito e, cosa ancora più importante, potresti cancellare tutte quelle applicazioni che girano in background ma non ti servono più.



Per maggiori informazioni dai un’occhiata al mio tutorial su come risparmiare batteria Android, in cui ti ho spiegato dettagliatamente come ottimizzare i consumi energetici di qualsiasi smartphone o tablet equipaggiato con il sistema del robottino verde.

Inoltre, se vuoi approfondire l’argomento relativo all’ottimizzazione di Andorid, consulta la mia guida su come ottimizzare Android nella quale puoi trovare tantissime “dritte” su come velocizzare Android (e quindi agendo in maniera positiva anche sul risparmio energetico).



come calibrare il touch screen android



come calibrare il touch screen android

Hai come l’impressione che lo schermo del tuo tablet Android non risponda correttamente ai comandi?
Quando digiti un testo sul tastierino del telefono la pressione dei tasti non è reattiva e precisa come dovrebbe essere?
Non temere, forse è un problema che si può correggere senza portare il terminale in assistenza, andando a calibrare il touch screen Android a livello software.

Partendo dal presupposto che la perdita di precisione è comune nei dispositivi più datati e/o economici, soprattutto quelli equipaggiati con i display resistivi che soffrono gli effetti del tempo e dei danni accidentali in maniera maggiore rispetto a quelli capacitivi, attualmente più diffusi, calibrare il touch screen Android può dunque rivelarsi utile, se non è stato intaccato l’hardware (vale a dire se le difficoltà riscontrate non sono legate alla rottura del display o a quella di altri componenti interni il dispositivo), per far fronte alle sopracitate problematiche.



Detto ciò e visto che tentar non nuoce, ti suggerisco di prenderti qualche minuto di tempo libero e di provare a seguire le indicazioni su come calibrare il touch screen Android che sto per fornirti con questa guida. Se sei fortunato, riuscirai a risolvere i problemi di reattività del tuo telefono senza sostituirlo o portarlo a riparare.
Allora, sei pronto?
Si?
Benissimo! Mettiamo al bando le ciance e procediamo.

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Prima che tu possa spaventati e pensare a chissà cosa, ci tengo a farti presente sin da subito che al contrario delle apparenze calibrare il touch screen Android non è per niente complicato.
Tutti, compreso chi – un po’ come te – non si reputa esattamente pratico in nuove tecnologie, possono infatti riuscirci senza particolari problemi.

Prima di spiegarti in che modo procedere calibrare il touch screen Android ci tengo inoltre a farti presente una cosa.
Attualmente l’unica opzione disponibile sui terminali Android che permette di calibrare il touch screen è quella inerente la tastiera virtuale.
Quindi, se riscontri problemi durante la digitazione del testo molto probabilmente le indicazioni che sto per fornirti potranno rivelarsi utili.
In caso contrario, puoi testare in maniera avanzata il grado di precisione e reattività del display e, a seconda dell’esito della cosa, decidere se portare oppure no il tuo smartphone o tablet in assistenza.
Trovi spiegato tutto di seguito.



Calibrare la tastiera virtuale

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Se vuoi scoprire come calibrare il touch screen Android perché incontri delle difficoltà quando devi digitare del testo sul tastierino virtuale del telefono o del tablet, prova per prima cosa ad eseguire una calibrazione della tastiera virtuale usata dal tuo Android.



Per eseguire una calibrazione del tastierino, accedi alla home screen del dispositivo, premi sull’icona di Impostazioni (la ruota di ingranaggio) e seleziona la voce Lingua e testo Lingua e inserimento (dipende dal modello di smartphone o tablet Android e dalla versione della piattaforma utilizzata) dal menu che compare.
Se non riesci a vedere le voci Lingua e testo o Lingua e inserimento, molto probabilmente devi prima fare tap sulla scheda Controlli che risulta collocata nella parte alta della schermata che ti viene mostrata.

Nella schermata che si apre, seleziona il nome della tastiera usata sul telefono (è quella contrassegnata con il segno di spunta oppure quella che viene indicata in corrispondenza della voce Predefinito) dopodiché recati nel menu con le impostazioni generali e seleziona la voce relativa alla calibrazione.



A questo punto, ti verrà chiesto di digitare un testo sulla tastiera di Android e, successivamente, di premere su Salva per salvare le impostazioni di calibrazione.
Se dopo aver eseguito la procedura la situazione non migliora, prova a ripetere la calibrazione del tastierino mettendo lo schermo dello smartphone in modalità landscape (orizzontale).

Tieni ben presente che l’opzione di calibrazione non è presente in tutte le tastiere di Android, quindi potresti anche non trovarla.
In tal caso, per cercare di rimediare ai problemi di digitazione potrebbe essere utile installare una nuova tastiera sul dispositivo.
Se non sai come si fa e se non sai quali tastiere scaricare, consulta la mia guida su come cambiare la tastiera Android per scoprire in che modo procedere.



Testare il grado di precisione e reattività del display

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Purtroppo, come ti ho già accennato, non esistono altri metodi efficaci per calibrare il touch screen Android a livello software, ma prima di portare il dispositivo in assistenza forse faresti bene a testare in maniera avanzata il grado di precisione e reattività del display.
In che modo?
Te lo indico subito.



Ci sono vari modi per testare il touch-screen di un telefono o un tablet Android.
Il primo sistema, quello più semplice, consiste nello scaricare delle app adatte allo scopo ed utilizzarle per verificare se lo smartphone recepisce in maniera corretta gli input ricevuti su schermo.
Una delle migliori in ambito free è Multi-touch Benchmark Test, la quale permette di visualizzare su uno sfondo nero i punti dello schermo in cui il telefono riconosce il tocco dell’utente e, di conseguenza, di testare il funzionamento del touch screen in maniera estremamente semplice.

Per scaricare Multi-touch Benchmark Test sul tuo dispositivo, accedi alla home screen del tuo smartphone o tablet, premi sull’icona di Play Store, digita multi-touch benchmark test nel campo di ricerca visualizzato in alto e poi fai tap sul pulsante a forma di lente di ingrandimento annesso alla tastiera visualizzata a fondo schermo.
Se vuoi velocizzare l’esecuzione di questi passaggi puoi fare tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



Successivamente premi sul primo risultato presente nell’elenco di ricerca che ora ti viene mostrato dopodiché fai tap prima sul bottone Installa e poi su Accetto. Attendi quindi alche istante affinché la procedura di download e quella di installazione della app vengano aviate e completate dopoché recati nuovamente nella home screen del dispositivo ed avvia Multi-touch Benchmark Test facendo tap sulla sua icona.

Una volta visualizzata la schermata principale dell’app, premi in un punto qualsiasi dello schermo in modo tale da potertene cominciare a servire dopodiché attendi che ti venga mostrato uno sfondo nero ed inizia a premere sullo schermo con le dita per testare i punti del display in cui il dispositivo riconosce il tocco dell’utente.
Eventualmente puoi anche testare il numero di tocchi contemporanei che supporta il display premendo sullo schermo con più dita in simultanea.
Ogni volta che effettui una pressione sul display vengono visualizzati dei cerchi colorati indicanti il fatto che il tocco è stato effettivamente riconosciuto.



Per visualizzare le informazioni il numero di punti simultanei, quello totale dei tocchi oltre che i dati relativi a epa e fps, da’ uno sguardo alle statistiche riportate nella parte in alto a sinistra della schermata della app.

In alternativa, puoi eseguire alcuni test per verificare se sia necessario o meno calibrare il touch screen Android sfruttando degli appositi tool integrati nativamente in alcune versioni della piattaforma mobile del “robottino verde”.



Tali strumenti possono essere richiamati avviando la schermata di composizione della chiamata e “telefonando” il numero *#0*# oppure il numero *#*#2664#*#*.
Per uscire dalle schermata di test e tornare alla home screen di Android, basta premere il tasto Home sul telefono.

Tieni presente che gli strumenti per verificare il corretto funzionamento del touch screen Android non possono essere richiamati con entrambi i codici su tutti i dispositivi.
Inoltre, su alcuni smartphone e tablet tali tool non sono integrati.
In tal caso, per poter verificare se risulti necessario o meno calibrare il touch screen Android dovrai necessariamente ricorrere all’utilizzo di apposite app come quella che ti ho indicato nelle righe precedenti.



come bloccare un telefono android



come bloccare un telefono android

Hai da poco ricevuto in regalo un nuovo telefono Android e, desideroso di proteggere le tue informazioni dagli sguardi indiscreti, stai cercando di bloccarlo per impedire a chiunque di servirsene senza il tuo permesso.
Il problema, però, è che non hai esperienza in questo campo e, poiché non hai la benché minima intenzione di chiedere aiuto a qualche amico e sei deciso a sbrigartela da solo, hai cercato su Internet un tutorial su quest’argomento, finendo dritto sul mio sito.

Ho indovinato?
Perfetto, allora lascia che te lo dica:
questo è proprio il tuo giorno fortunato! Di seguito, infatti, ti spiegherò come bloccare un telefono Android avvalendoti delle apposite funzioni del sistema operativo sviluppato da Google, che permettono di bloccare lo schermo del telefono associando un’impronta digitale, il riconoscimento del volto, un codice di sicurezza oppure una sequenza visiva, in modo estremamente semplice.
Nella seconda parte di questa guida, inoltre, ti illustrerò le precauzioni da prendere nel caso in cui il telefono venisse rubato, al fine di tutelare la tua privacy e di rendere il dispositivo inutilizzabile (entro i limiti del possibile).



Dunque, senza esitare un attimo in più, mettiti bello comodo e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da spiegarti sul tema:
posso garantirti che, al termine di questa lettura, sarai in grado di prendere la decisione più giusta e di agire in totale autonomia per metterla in pratica.
Detto ciò, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e buona fortuna!

Indice

  • Come bloccare un telefono Android
    • Impronta digitale e riconoscimento del volto
    • Codice di sicurezza
    • Sequenza visiva
  • Come bloccare un telefono Android rubato
    • Bloccare un telefono Android a distanza
    • Richiedere il blocco IMEI

Come bloccare un telefono Android

Se hai intenzione di bloccare il tuo smartphone Android per renderlo inutilizzabile senza il tuo permesso, allora ti trovi nella sezione più adatta di questo tutorial.
Devi sapere che, a tal proposito, il sistema operativo sviluppato da Google integra delle misure di sicurezza per consentire lo sblocco del device soltanto da parte del suo legittimo proprietario:
puoi scegliere di associare la tua impronta digitale (se il dispositivo che possiedi è dotato dell’apposito sensore) e/o il tuo volto, un codice di sicurezza oppure una sequenza visiva.



Di seguito ti spiego come procedere, tenendo conto del fatto che le voci di menu esatte da premere possono variare in base alla versione di Android in uso.

Impronta digitale e riconoscimento del volto

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Per proteggere il dispositivo Android con l’impronta digitale, consentendone lo sblocco soltanto quando essa viene inserita, agisci nel seguente modo:
per prima cosa, tocca l’icona Impostazioni collocata nel drawer del dispositivo, fai tap sulla voce Sicurezza e posizione (o, semplicemente, Sicurezza) e poi sulla voce Impronta digitale.

Fatto ciò, dovrebbe esserti chiesto di definire una modalità di sblocco da utilizzare in caso di emergenza (se, per esempio, il sensore dovesse rompersi):
scegli quella che più desideri tra PINPassword Sequenza e inserisci le informazioni necessarie, quando richiesto.
Se la tua scelta è ricaduta sul PIN o sulla password, devi specificare per due volte il codice scelto; se, invece, hai optato per la sequenza di sblocco, devi scorrere le dita sui puntini mostrati a schermo fino a disegnare il percorso che più ritieni opportuno, ripetendo poi la stessa sequenza in un secondo momento.



Una volta definito il metodo di sblocco di backup, premi sulla voce Aggiungi impronta digitale e segui le istruzioni mostrate a schermo per associare l’impronta al telefono:
in genere, ciò che devi fare è poggiare il dito sul sensore e sollevarlo per più volte, finché il sistema non è in grado di riconoscerne i tratti distintivi; all’occorrenza, potrebbe venirti chiesto di effettuare operazioni aggiuntive (ad es.
inclinare il dito o ruotare il sensore).
Quando hai finito, puoi associare ulteriori impronte digitali toccando nuovamente la voce Aggiungi impronta digitale; per eliminare un’impronta, fai tap sull’icona a forma di cestino a essa corrispondente.

Completata l’associazione, l’impronta viene automaticamente salvata nel sistema:
a partire da questo momento, il dispositivo può essere sbloccato inserendo una delle impronte associate o, in alternativa, la sequenza visiva definita.
È inoltre possibile approvare, sempre tramite l’impronta digitale, anche gli acquisti dal Play Store o altre misure di sicurezza.



Se il tuo smartphone è dotato anche di funzione di sblocco tramite riconoscimento del volto, puoi attivare quest’ultimo (e proteggere così l’accesso al tuo device) andando nel menu Sicurezza e posizione (o, semplicemente, Sicurezza) e selezionando la voce relativa all’aggiunta dei dati del volto.

Digita, quindi, il PIN di sblocco del dispositivo, e segui le indicazioni su schermo per far memorizzare il tuo volto allo smartphone (di solito, basta farsi inquadrare dalla fotocamera frontale, spostando il volto all’occorrenza).
Considera, però, che se il tuo telefono non dispone del riconoscimento facciale 3D, lo sblocco potrebbe avvenire semplicemente mettendo una tua foto davanti alla fotocamera frontale del dispositivo!



Tieni inoltre presente che, dopo un riavvio, Android ti chiederà di sbloccare il telefono utilizzando uno dei metodi di backup impostati in precedenza; questi ultimi, inoltre, possono essere utilizzati come sistemi di “emergenza” per sbloccare il telefono.

Codice di sicurezza

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Se non disponi di un lettore di impronte digitali e/o del riconoscimento del volto, puoi proteggere il tuo telefono impostando un codice di sicurezza, che verrà chiesto in fase di avvio e ogni volta che sarà necessario sbloccare lo schermo, agendo in modo molto simile a quanto visto poc’anzi.



Dunque, dopo esserti recato nelle Impostazioni di Android, accedi alla sezione Sicurezza e posizione/Sicurezza, tocca la voce Blocco schermo e scegli l’opzione PIN dal pannello successivo; a questo punto, specifica se richiedere o meno il codice per avviare Android (in caso affermativo, non sarà possibile ricevere telefonate, messaggi o altre notifiche prima di aver sbloccato il sistema dopo l’accensione/riavvio), immetti il codice numerico che intendi usare per sbloccare il telefono (minimo 4 cifre), premi sul bottone Continua, immetti nuovamente il PIN da te scelto e premi sul pulsante OK per confermare le modifiche.

Per impostare un nuovo codice PIN, modificando quello indicato in precedenza, devi ripetere esattamente gli stessi passaggi (avendo cura di immettere, quando richiesto, il vecchio codice).



Nota:
se lo desideri, puoi impostare una password come codice di sicurezza.
Per farlo, recati in Impostazioni > Sicurezza/Sicurezza e posizione, tocca la voce Blocco schermo e, anziché toccare la voce PIN, accedi alla sezione Password.
Anche in questo caso, il codice da te scelto dovrà essere lungo almeno 4 caratteri.

Sequenza visiva

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Per tua informazione, la sequenza di sblocco è un “disegno” che può essere creato scorrendo il dito sui punti disegnati a schermo, senza però mai alzarlo da quest’ultimo.
Se ritieni opportuno bloccare il telefono con questa tecnica (sapendo però che è quella più facilmente “indovinabile” da parte di chi dovesse guardarti mentre sblocchi il telefono), agisci come segue:
apri le Impostazioni di Android, tocca le voci Sicurezza e posizione/Sicurezza Blocco schermo e, in seguito, recati nella sezione Sequenza.

Fatto ciò, specifica se avviare Android soltanto dopo aver impartito la sequenza, traccia a schermo quella che intendi utilizzare, sollevando il dito soltanto a conclusione della stessa, premi sul pulsante Avanti, ripeti la medesima operazione nella schermata successiva e finalizza il tutto premendo il bottone OK.



Anche in questo caso, puoi definire una nuova sequenza ripetendo gli stessi passaggi:
per completare la modifica, ti sarà però chiesto di tracciare la sequenza attualmente in uso.

Come bloccare un telefono Android rubato

Non hai trovato utili le informazioni che ti ho fornito finora, poiché hai la necessità di bloccare un telefono Android che ti è stato rubato?
Allora, senza esitare un attimo in più, leggi le istruzioni fornite di seguito:
agendo in tempo e con un pizzico di fortuna, è possibile ottenere il risultato sperato, rendendo la vita molto difficile a chi tenterà di approfittare indebitamente del terminale che possedevi.
In bocca al lupo!

Bloccare un telefono Android a distanza

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La prima cosa che devi fare, dopo esserti reso conto del furto, è quella di bloccare immediatamente lo smartphone tramite Android Device Manager (o Gestione dispositivi Android):
un servizio offerto da Google che, tramite l’utilizzo di un’interfaccia molto semplice, permette di localizzare il telefono su una mappa, di bloccarlo con un codice (che non è possibile bypassare neanche spegnendo lo smartphone) oppure di eliminare tutti i dati memorizzati, riportandolo allo stato di fabbrica.

Devi sapere, inoltre, che le versioni di Android pari o successive alla 6.0 integrano un meccanismo di sicurezza “resistente” anche al ripristino del telefono:
la procedura di configurazione iniziale successiva, infatti, richiede l’inserimento dell’account Google precedentemente utilizzato, operazione obbligatoria per poter utilizzare nuovamente il dispositivo.
Per questo, esistono buone possibilità che, dopo il ripristino del dispositivo allo stato di fabbrica (effettuato da te oppure forzato dal “nuovo possessore”), lo smartphone risulti completamente inutilizzabile.



Infine, tengo a precisarti un aspetto fondamentale di Android Device Manager:
è possibile effettuare le operazioni di blocco e di ripristino soltanto se il telefono è acceso e collegato a Internet; inoltre, affinché il dispositivo possa essere localizzato, è necessario che il GPS sia attivo e che siano state concesse le autorizzazioni di localizzazione da remoto.
Se ben ti ricordi, avevo chiarito questo aspetto nel mio tutorial su come localizzare un cellulare con Gmail.

Chiarito questo aspetto fondamentale, è il momento di metterti all’opera:
innanzitutto, accedi al sito Internet di Gestione Dispositivi Android ed effettua l’accesso utilizzando le credenziali Gmail configurate nello smartphone che intendi bloccare.



Successivamente, seleziona il device in questione servendoti delle icone a forma di smartphone collocate in alto a sinistra e attendi qualche istante affinché la schermata di gestione venga caricata:
nella parte centrale della mappa viene mostrata la posizione attuale del telefono, se disponibile, oppure l’ultima posizione nota; nella barra di sinistra, invece, risiedono i pulsanti per effettuare le operazioni di blocco ripristino completo del telefono.

Per bloccare il telefono con un codice, premi sul bottone Blocca il dispositivo, indica un eventuale messaggio da mostrare a schermo (ad es.
un numero di telefono presso cui contattarti) e finalizza il tutto premendo sul pulsante Blocca il dispositivo.
Come ti ho spiegato poc’anzi, il blocco impostato in tal modo non può essere aggirato nemmeno spegnendo e riaccendendo il cellulare.



Se, invece, è tua intenzione cancellare completamente i dati presenti sul dispositivo, devi premere il bottone Resetta il dispositivo per accedere alla sezione più appropriata; prima di andare avanti, tieni presente che quest’operazione comporta la cancellazione completa e irreversibile dei dati in memoria (inclusa l’eventuale scheda microSD) e che impedisce il futuro accesso ai servizi di localizzazione.

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Tutto chiaro?
OK! A questo punto, non ti resta che procedere cliccando nuovamente sul pulsante Resetta dispositivo e digitando, come ulteriore misura di sicurezza, le credenziali dell’account Google associato.
Se il telefono è collegato a Internet, la procedura di ripristino inizierà automaticamente (a meno che il ladro non abbia provveduto a effettuarla in precedenza); in caso contrario, questa verrà avviata non appena il telefono ritornerà online.

Se non disponi di un computer da cui effettuare il blocco, puoi installare l’app gratuita Gestione Dispositivi Android su un altro smartphone o tablet Android:
dopo averla avviata, indica l’account Google con cui effettuare l’accesso (scegliendo, all’occorrenza, di accedere come ospite) e agisci in modo esattamente analogo a quanto ti ho spiegato nei passaggi precedenti.



Come dici?
Sul tuo dispositivo era installata un’app antifurto come Android Lost o Cerberus e ora vorresti capire, nel concreto, come bloccare il telefono “da remoto” sfruttando una di queste due soluzioni?
Allora dai un’occhiata alla mia guida su come ritrovare il cellulare Android, in cui ti ho spiegato nel dettaglio le modalità di funzionamento di queste due app (che, tra le altre cose, permettono anche di impartire comandi tramite SMS, eliminando, dunque, la necessità di una connessione a Internet, presente, invece, in Gestione Dispositivi Android).

Richiedere il blocco IMEI

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Non sei riuscito a bloccare il tuo telefono in tempo perché il ladro, purtroppo, ti ha battuto sul tempo?
Non temere, hai ancora un’altra possibilità di rendere lo smartphone in questione parzialmente inutilizzabile:
quella di richiedere il blocco IMEI.



Se non ne avessi mai sentito parlare, il codice IMEI è un identificativo univoco associato a ogni smartphone (e più in generale, a ogni dispositivo che si collega alla rete mobile), tramite il quale è possibile riconoscerlo a livello di rete; richiedendo il blocco di questo codice, il telefono in questione non potrà più accedere alle reti nazionali, pertanto non sarà più in grado di effettuare o ricevere chiamate, inviare o ricevere SMS e collegarsi a Internet tramite rete cellulare:
una bella grana per chi tenterà di utilizzare il dispositivo in modo indebito o, peggio ancora, di venderlo!

Per procedere in tal senso, devi innanzitutto risalire al codice IMEI del dispositivo che ti interessa bloccare:
esso è indicato sulla confezione di vendita dello stesso, solitamente su un’etichetta bianca incollata a uno dei lati della scatola.
In alternativa, ci sono anche altre strade che puoi seguire, come ti ho spiegato in questo mio tutorial specifico.



Nota:
se stai leggendo questa guida a scopo informativo, sappi che puoi recuperare il codice IMEI digitando il codice *#06# nel dialer del telefono (la schermata di composizione manuale di un numero di telefono).

Individuato il codice, prendine nota e recati alla più vicina stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia di furto (o di smarrimento del telefono):
una volta comunicate le tue intenzioni alle autorità, rispondi alle domande che ti verranno poste (IMEI del dispositivo, dettagli estetici e circostanze in cui si è verificato l’evento) e fornisci un tuo documento in corso di validità.



A denuncia effettuata, puoi procedere con la richiesta di blocco operatore presso il gestore di telefonia a cui appartiene la SIM inserita nel telefono rubato:
come ti ho spiegato nella mia guida su come sbloccare un telefono bloccato da operatore, quest’operazione comporta non soltanto il blocco della SIM rubata, ma anche l’inserimento dell’IMEI del dispositivo in una specie di black list (condivisa da tutti i gestori di telefonia nazionali), la quale impedirà l’accesso del telefono alle reti cellulari.

Il modo più rapido di procedere è quello di recarsi in un punto vendita dell’operatore in questione:
dopo aver comunicato la tua esigenza, ti verrà chiesto di fornire il codice IMEI del telefono, il numero della scheda SIM, un documento di riconoscimento valido e, se necessario, il verbale della denuncia sporta in precedenza.
Conclusa questa fase, l’IMEI verrà inserito in black list e avrai la possibilità di chiedere una nuova SIM con lo stesso numero (e lo stesso credito) di quella rubata.



In alternativa, puoi procedere a mezzo posta o fax, inviando l’apposito modulo presso il recapito specifico del tuo operatore, segnalato sul modulo stesso; ricorda di allegare una copia del verbale della denuncia sporta in precedenza e un documento in corso di validità.
Di seguito ti illustro dove scaricare i moduli dei più noti operatori di telefonia nazionale.

  • TIM – recati nella sezione “modulistica” del portale dell’operatore, scorri in basso fino a trovare la sezione Mobile e, dopo aver identificato il modulo di tuo interesse, premi sul pulsante Scarica in sua corrispondenza, per scaricarne una copia in PDF, oppure sul pulsante Compila, per riempirlo direttamente online.
    Se hai una SIM associata a piano ricaricabile, devi avvalerti del modulo di Richiesta di blocco e sblocco IMEI per apparati rubati o smarriti, collocato sotto la voce Clienti ricaricabili; altrimenti, devi utilizzare un modulo con nome uguale ma disponibile sotto la voce Clienti con abbonamento (per accedervi, potresti dover cliccare sul pulsante Vedi tutti).
  • Vodafone – visita l’apposita sezione del sito Web dell’operatore, accedi con il tuo account Vodafone e compila il modulo attenendoti scrupolosamente alle istruzioni mostrate a schermo.
  • Wind – accedi all’area moduli del sito Internet di Wind, identifica il MODULO RICHIESTA BLOCCO/SBLOCCO DEL TELEFONINO e premi sull’icona a forma di floppy disk a esso corrispondente, per visualizzare il modulo PDF dedicato.
    Una volta scaricato il documento, stampalo, compilalo in tutte le sue parti e invialo all’indirizzo indicato sul modulo stesso, avendo cura di allegare i documenti illustrati in precedenza.
  • Fastweb – scarica questo modulo, compilalo in tutte le sue parti e spediscilo via fax (insieme alla copia del documento di identità e il verbale della denuncia) al numero specificato sulla prima pagina del documento.
  • Tre – collegati al sito Internet di Tre, clicca sulla voce Modulo di richiesta blocco/sblocco del Cellulare per sfurto e smarrimento e scarica il modulo PDF che ti viene proposto; infine, compilalo in tutte le sue parti e trasmettilo al numero di fax indicato in alto a sinistra.
  • Iliad – dopo esserti collegato a questo sito Internet, scarica il modulo per la richiesta di blocco/sblocco della SIM Iliad e del codice IMEI che trovi al suo interno, stampalo, compilalo e spediscilo tramite raccomandata A/R all’indirizzo Iliad Italia S.p.A., CP 14106, 20146 Milano oppure al numero di fax 0230377960 (allegando, in ogni caso, un documento d’identità valido).
  • PosteMobile – accedi al sito Internet dell’operatore, clicca sulla voce Richiesta sblocco/sblocco IMEI e, dopo aver scaricato il modulo PDF, compilalo e spediscilo (allegando i documenti specificati precedentemente) a uno dei recapiti segnalati nella sua parte finale.

Laddove avessi bisogno di chiarimenti su uno dei passaggi sopraelencati, ti consiglio di contattare l’operatore di competenza e richiedere informazioni dettagliate sulla procedura di blocco.
Ti ho mostrato i passaggi da seguire per parlare telefonicamente (ma non solo) con un addetto ai lavori nei miei tutorial dedicati a TIM, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb.



come bloccare un sito su android



come bloccare un sito su android

Hai acquistato un dispositivo Android per tuo figlio, ma hai paura che possa navigare sui siti Internet per adulti?
Hai provato a “smanettare” nelle impostazioni del device per bloccare un sito su Android, ma non sei riuscito a venirne a capo?
Posso immaginare le tue preoccupazioni, ma bloccare l’accesso ai siti Internet è più semplice di quanto possa sembrare, basta utilizzare i giusti strumenti e, in pochi tap, si possono lasciare i dispositivi nelle mani dei più piccoli senza alcun timore.

Se la situazione che ho immaginato rispecchia le tue esigenze e vuoi sapere cosa fare per impedire la navigazione su alcuni siti specifici che consideri non adatti, sarai felice di sapere che sei capitato sulla guida giusta e al momento giusto.
Nel corso di questo tutorial, infatti, ti parlerò di alcune soluzioni native e di applicazioni per Android utili allo scopo in oggetto, spiegandoti come applicare delle restrizioni alla navigazione Web.



Come dici?
Sei impaziente di saperne di più?
In questo caso non perdiamoci ulteriormente in chiacchiere e mettiamoci subito al lavoro.
Mettiti seduto comodo, prenditi qualche minuto di tempo libero e leggi con la massima attenzione le istruzioni che sto per fornirti.
Le operazioni da compiere sono adatte anche ai meno esperti quindi sono sicuro che, leggendo questo mio tutorial, non avrai problemi a eseguirle.
Sei pronto per iniziare?
Ti auguro una buona lettura e un buon “lavoro”.

Indice

  • Bloccare un sito su Android con Google
  • App per bloccare un sito su Android
    • Hosts Editor
    • Hosts Go
    • Norton Family Parental Control
  • Altre soluzioni per bloccare un sito su Android

Bloccare un sito su Android con Google

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Per bloccare un sito su Android è possibile eseguire una veloce operazione che non richiede l’impiego di strumenti aggiuntivi, in quanto l’applicazione Google e il browser Google Chrome integrano, in maniera predefinita, alcuni strumenti per il blocco di alcuni siti Internet considerati non adatti ai bambini.
Te ne parlo nel dettaglio nelle righe che seguono, spiegandoti come attivarli.

Le soluzioni native alla quale puoi rivolgerti sono relative all’attivazione del filtro Safe Search, presente all’interno dell’app Google oppure al servizio Navigazione sicura, incluso in Google Chrome, il browser predefinito per i device Android.



Nel primo caso, apri l’applicazione di Google facendo tap su quest’ultima nella home screen del tuo device, premi sul pulsante  collocato in basso a destra, raggiungi le sezioni Impostazioni > Account e privacy e sposta la levetta da OFF a ON, in corrispondenza della voce Filtro Safe Search.

Se invece vuoi attivare lo strumento di navigazione sicura nel browser Google Chrome, avvia l’app di navigazione facendo tap sulla sua icona nella home screen, premi sull’icona (…) situato in alto a destra, seleziona la voce Impostazioni dal menu a tendina che vedi a schermo, recati nella sezione Privacy e apponi il segno di spunta su Navigazione sicura.



App per bloccare un sito su Android

Le soluzioni native di cui ti ho parlato nelle righe precedenti riguardano opzioni basilari per il blocco dei siti che risultato facili da disattivare per chi ha un minimo di familiarità con i device Android.
Se quindi sei alla ricerca di strumenti più completi, continua a leggere le righe che seguono, nelle quali ti parlo di alcune applicazioni utili per bloccare un sito su Android.

Hosts Editor

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La prima soluzione che voglio proporti per bloccare un sito Internet su Android riguarda l’utilizzo di un’app chiamata Hosts Editor, la quale è dedicata ai dispositivi con i permessi di root.
Si tratta di uno strumento di facile utilizzo che permette la modifica del file host, al fine di limitare l’accesso a specifici URL.

Per utilizzarla, scaricala gratuitamente dal Play Store facendo tap su questo link e premendo sui pulsanti Installa e Accetto.
Dopodiché, avvia l’applicazione, premendo sul bottone Apri, oppure sfiora la sua icona nella home screen del tuo device.



Nella schermata principale di Hosts Editor, fai tap sul pulsante (+) e nel campo di testo IP Adress digita 127.0.0.1, mentre in quello denominato Hostname inserisci l’URL del sito da bloccare.
Premi su Add Hostname e concedi i permessi di root, premendo su Concedi.
Le modifiche saranno applicate in automatico e impediranno la visualizzazione dei siti Internet aggiunti all’elenco.
Per rimuovere una limitazione, apponi il segno di spunta sul nominativo aggiunto, fai tap sul simbolo del cestino e premi su Delete.

Hosts Go

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Una soluzione alternativa è quella offerta dall’applicazione gratuita Hosts Go, la quale non richiede i permessi di root e permette di modificare il file host in maniera altrettanto immediata.
Quest’applicazione è disponibile anche in una versione a pagamento (il costo è di 6,49 €), la quale elimina la pubblicità e supporta gli sviluppatori.

Scaricala quindi dal Play Store premendo sui pulsanti Installa, Accetto e premendo su Apri per avviarla (oppure fai tap sulla sua icona nella home screen).
Nella schermata principale, sposta la levetta da OFF a ON, in corrispondenza della dicitura Hosts change switch, premi sul pulsante (+) e, nel campo di testo IP Adress, digita 127.0.0.1, mentre in quello chiamato Hostname inserisci l’URL del sito da bloccare.
Poi premi su Add Hostname, torna indietro nella schermata principale dell’app, fai tap sul bottone Start e su OK.



Per eliminare una restrizione, sfiora il bottone Hosts Setting, apponi il segno di spunta sull’URL aggiunto, premi sull’icona del cestino in alto a destra e su Delete.

Norton Family Parental Control

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Tra le app che puoi utilizzare per bloccare un sito su Android, puoi avvalerti di quelle di parental control, tra le quali ti suggerisco Norton Family Parental Control.
Questa è scaricabile dal Play Store ed è utilizzabile dietro la creazione di un account Premium gratuito per 30 giorni, il quale garantisce anche alcune funzionalità extra (come quella di antivirus) per tutta la durata della prova.
Al termine di questo periodo è necessario sottoscrivere un abbonamento (prezzi a partire da 59,99 euro/anno), se si vuole continuare a usufruire del servizio di Parental Control.

Se intendi utilizzare quest’applicazione, scaricala dal Play Store premendo sui pulsanti Installa e Accetto, dopodiché avviala facendo tap sulla voce Apri oppure sfiorando la sua icona nella home screen.



All’avvio, premi sulle voci Accetto e continua, Ignora e Inizia in modo da provarla gratuitamente per 30 giorni.
Fai tap sul pulsante Accedi e poi sulla scheda Crea account in modo da compilare tutti i dati richiesti (indirizzo email e password, nome, cognome e numero di cellulare – questi ultimi sono facoltativi).
Per finire, premi su Crea account.

Effettua ora la creazione e configurazione di un “profilo bambino”, in modo da poter applicare le restrizioni sul device in uso:
premi su Figlio, OK e Aggiungi bambino, dopodiché compila il modulo che vedi a schermo con le informazioni richieste (nome, sesso, anno di nascita) e fai tap sui pulsanti Continua e Salva.
Sfiora l’icona relativa al profilo appena creato e poi premi su Fine.



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A questo punto, devi attivare alcune impostazioni obbligatorie riguardanti le restrizioni sui siti da bloccare.
Fai tap sulla voce Apri impostazioni, in corrispondenza della dicitura Accessibilità, sposta la levetta da OFF a ON, facendo tap sulla voce Servizio Accessibilità per Norton Family e conferma l’operazione tramite il pulsante OK.



Torna indietro alla schermata precedente e premi su Apri impostazioni in prossimità della dicitura Accesso.
Nella schermata successiva, premi su Norton Family e sposta la levetta da OFF a ON per la scritta Consenti accesso dati di utilizzo.
Se richiesto, conferma quest’ultima opzione, premendo su OK.

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Torna di nuovo nella schermata di Norton Family e premi su Attiva per terminare la configurazione.
Una volta effettuate queste operazioni, collegati al sito Internet di Norton Family, premendo sul pulsante Accedi in alto a destra per effettuare il login con i dati dell’account recentemente registrato.

A questo punto, fai clic sull’icona del profilo utente configurato, recati nella sezione Regole domestiche di [Nome profilo] e, in corrispondenza della sezione Supervisione Web seleziona il collegamento Impostazioni regole domestiche.



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Le restrizioni per disattivare l’accesso ai siti Internet per adulti sono già state configurate in automatico ma, se lo desideri, puoi bloccare alcune categorie di siti, oppure uno specifico URL tramite questa sezione.
Per farlo, nel primo caso, ti basta fare clic sulla categoria da te desiderata (per esempio Gioco), mentre per limitare l’accesso a un singolo URL ti basta digitare il suo indirizzo Internet nel campo di testo Immettere URL sito Web e premere poi su Aggiungi.
Per confermare le modifiche apportate, premi sul pulsante Salva situato in basso.



Oltre alla soluzione che ti ho indicato nelle righe precedenti, tra le applicazioni che ti consiglio di utilizzare per bloccare un sito su Android vi sono Mobile Fence e Qustodio.
Si tratta di applicazioni dedicate al controllo parentale, di cui ti ho parlato in maniera approfondita in quest’altra mia guida.

Altre soluzioni per bloccare un sito su Android

Se stai cercando una soluzione alternativa per bloccare un sito Internet su Android, forse potresti trovare utile la possibilità di apporre delle restrizioni a tutti i dispositivi che si collegano al WI-Fi di casa.
In questo caso specifico, per compiere quest’operazione, è necessario attivare delle restrizioni tramite il router domestico.



Per farlo, la prima operazione che devi compiere è quella di collegarti al pannello del router, accedendo tramite il suo indirizzo Internet.
Solitamente basta digitare nella barra degli indirizzi del browser 192.168.1.1 192.168.0.1 premendo Invio.
Per accedere, digita, se necessario, i dati di login (che potrebbero essere semplicemente admin/admin o admin/password) e premi sui pulsanti EntraAccedi o Login.
In caso di problemi, leggi la mia guida su come accedere al router.

Una volta effettuato l’accesso, individua se presente, l’opzione relativa al controllo parentale (può chiamarsi Controllo genitori o Parental Control e solitamente si trova nel pannello Sicurezza) e attivala tramite la sua levetta o la sua casella di spunta.



Se vi è presente una voce che permette di aggiungere uno specifico indirizzo Web, come per esempio la dicitura Aggiungi URL/Aggiungi Indirizzo, digita l’indirizzo del sito Internet da bloccare nell’apposita casella di testo e fai clic su OK o sul tasto Invio della tastiera per confermare.
Una volta aggiunti tutti i siti Internet, salva le modifiche, premendo sul pulsante SalvaConferma.

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Quelle che ti ho fornito sono delle istruzioni generiche che potrebbero variare in caso di specifici modelli di router; a questo proposito, se hai bisogno di indicazioni più specifiche, leggi i miei tutorial su come configurare router D-Link, come configurare router Netgear, come configurare router TP-Link, come configurare router TIM, come configurare router Fastweb e su come configurare router Infostrada.

Se non ti va di intervenire manualmente per bloccare i siti Internet tramite il router, puoi utilizzare le liste di DNS FamilyShield, servizio offerto da OpenDNS.
Questo strumento, di cui ti ho parlato nel dettaglio nella mia guida dedicata, richiede di impostare un indirizzo DNS alternativo, il quale include una lista di siti Internet per adulti che sono già stati bloccati.



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Per usufruire di questo servizio è quindi necessario cambiare i DNS sul proprio dispositivo Android, impostando i DNS 208.67.220.123 .208.67.222.123.
A questo proposito, se non sai come effettuare quest’operazione, leggi la mia guida specifica in cui ti spiego come effettuare quest’operazione.



come bloccare siti che si aprono da soli su android



come bloccare siti che si aprono da soli su android

Da qualche tempo a questa parte, usare il tuo smartphone Android è diventato praticamente impossibile:
la colpa è di tutte quelle pagine Web che si aprono in ogni istante, senza che tu faccia assolutamente nulla! Stanco di questa situazione, hai deciso di aprire Google alla ricerca di una guida che possa spiegarti come bloccare siti che si aprono da soli su Android e sei capitato proprio qui, sul mio sito Web.

Ebbene, sono felice di comunicarti che ti trovi nel posto giusto, al momento giusto:
nel corso di questo tutorial, infatti, ti fornirò una serie di consigli per far sì che l’apertura improvvisa di siti indesiderati, per il tuo terminale, diventi soltanto un brutto ricordo.
Non temere se non sei molto abile con la tecnologia, perché i passaggi che mi appresto a illustrarti sono davvero alla portata di tutti, anche di chi, come te, non ha mai fatto una cosa del genere prima d’ora.



Dunque, senza esitare un momento in più, mettiti bello comodo e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da dirti sull’argomento:
sono sicuro che, al termine di questa lettura, avrai acquisito le competenze necessarie per porre rimedio a questo inconveniente del quale, ormai, proprio non ne puoi più.
A questo punto, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e farti un grosso in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Controllare la presenza di app sospette
  • Effettuare una scansione antimalware
  • Impostare il blocco dei popup nel browser
  • Verificare i DNS
  • Altri metodi per bloccare siti che si aprono da soli su Android

Controllare la presenza di app sospette

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Spesso, l’apertura di siti Internet indesiderati su Android è provocata da alcune app che, nel tentativo di proporre app e siti sponsorizzati, non esitano a disturbare l’utente con improvvise, quanto indesiderate, finestre pubblicitarie.
In genere, gli annunci “molesti” non vengono visualizzati soltanto durante la navigazione su Internet, ma anche in altre aree del sistema operativo.

Come primo passaggio, dunque, ti suggerisco di controllare la lista delle app installate, alla ricerca di app sospette che possano assumere comportamenti simili:
sfortunatamente, app di questo tipo sono tutt’altro che rare, per cui non mi è possibile fornirti una lista esauriente di software da cui stare alla larga.



Tuttavia, in genere, questo tipo di comportamento è tipico delle app che rispondono al modello “freemium” (quelle gratuite, auto-sponsorizzate, con possibilità di acquisto di funzionalità aggiuntive) e dei giochi free-to-play, anch’essi, spesso, predisposti per gli acquisti in-app.

Chiaramente, non tutte le app freemium e non tutti i giochi free-to-play mostrano siti e popup indesiderati, per cui il discorso resta assolutamente generale.



Ad ogni modo, ciò che puoi fare è accedere alla sezione relativa alle applicazioni installate su Android ed eliminare quelle che ti convincono di meno:
per poterci riuscire, sfiora l’icona Impostazioni (quella a forma d’ingranaggio) situata nel drawer del dispositivo, tocca la voce App e notifiche/App/Applicazioni e, se necessario, fai tap sulla voce Mostra tutte le app.

A questo punto, individua l’app sospetta nella lista visualizzata a schermo, fai tap sul suo nome e, per liberartene, premi i pulsanti DisinstallaOK.
Se hai bisogno di ulteriori delucidazioni su come disinstallare le app su Android, puoi dare uno sguardo alla guida che ho realizzato in merito.



Effettuare una scansione antimalware

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Se, dopo aver eliminato le app che ritenevi sospette, continui a visualizzare siti Internet sgraditi quando meno te lo aspetti, ti consiglio di effettuare una scansione antimalware, alla ricerca di altri spyware ben nascosti.



Per questo scopo, ti consiglio di affidarti a Malwarebytes per Android, la versione dedicata al sistema operativo di Google del celebre software per PC.
L’app è disponibile gratuitamente sul Play Store, con possibilità di acquisti in-app per ampliarne le funzionalità (attivando, per esempio, la protezione in tempo reale).

Ad ogni modo, dopo aver scaricato e avviato Malwarebytes, sfiora il pulsante Inizia subito, ripeti l’operazione con il pulsante Dai il permesso e tocca la voce Consenti, per far sì che l’app possa analizzare i file e le cartelle sul dispositivo.



A questo punto, scegli se iniziare la prova Premium di 30 giorni, acquistare la versione Premium oppure continuare con la versione free (in tal caso, devi toccare la voce Salta collocata in alto a destra), sfiora il pulsante Ripara e, successivamente, fai tap sul pulsante Aggiorna database, per scaricare le nuove definizioni dei malware.

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Superato anche questo step, non ti resta che sfiorare il pulsante Esegui scansione completa e far sì che Malwarebytes faccia il suo lavoro.
Al termine dell’analisi, visualizzerai un riepilogo dello stato del dispositivo, insieme alla lista delle eventuali minacce presenti, con relative istruzioni per eliminarle immediatamente.

Sebbene Malwarebytes figuri tra le migliori app di sicurezza per Android, non è sicuramente l’unica:
nella mia guida ai migliori antivirus Android, infatti, ti ho elencato numerose altre app di questo tipo, anch’esse molto efficienti.

Impostare il blocco dei popup nel browser

Un altro metodo efficace per bloccare siti che si aprono da soli su Android consiste nell’impostare il blocco popup nel browser:
in tal modo, le pagine Internet visitate non saranno più autorizzate ad aprirne delle altre, a meno che non sia l’utente ad aprire, volontariamente, link, immagini o altri contenuti.
Di séguito, ti spiego come ottenere questo risultato nei browser Chrome e Firefox.
Tieni presente, però, che il blocco dei popup potrebbe alterare il funzionamento di alcuni siti Web.



Chrome

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Per attivare il blocco dei popup su Chrome per Android, avvia il browser, sfiora il pulsante (⋮) situato in alto a destra e tocca la voce Impostazioni collocata nel menu che compare.
In séguito, fai tap sulle voci Impostazioni sito e Popup e reindirizzamenti e sposta su OFF la levetta collocata in cima allo schermo.



Infine, controlla la lista delle Eccezioni e verifica che, tra queste, non siano presenti siti sospetti oppure in grado di aprire popup nocivi, dannosi o indesiderati.
In caso affermativo, fai tap sul nome del sito in questione, tocca la voce Popup e reindirizzamenti e apponi il segno di spunta accanto all’opzione Blocca.

Firefox

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I passaggi da compiere per bloccare i popup su Firefox per Android sono abbastanza simili a quelli visti in precedenza per Chrome.
Tanto per cominciare, avvia il browser, digita la stringa about:config nella barra degli indirizzi e dai Invio, per accedere alla pagina di configurazione avanzata del browser.

A questo punto, digita, nel campo di ricerca posto in alto a destra, il codice dom.disable_open_during_load, fai tap sul primo risultato restituito e tocca la voce Imposta, che compare a destra, per impostare il valore del parametro su False e disattivare i popup.



In caso di ripensamenti, puoi attivare nuovamente la visualizzazione degli stessi, seguendo lo stesso procedimento visto poc’anzi ma sfiorando, questa volta, il pulsante Ripristina.

Verificare i DNS

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Un altro metodo largamente impiegato per far sì che Android e le relative app aprano autonomamente siti Internet non desiderati, consiste nell’alterare i DNS usati per la navigazione tramite Wi-Fi.
Per tua informazione, i server DNS si occupano di “tradurre” gli indirizzi letterali nei corrispondenti indirizzi IP numerici, permettendo così ai dati di muoversi agevolmente su Internet.

Di conseguenza, è sufficiente utilizzare un server DNS progettato ad-hoc per far sì che il dispositivo Android visualizzi siti indesiderati, al posto di quelli su cui l’utente intende navigare.



Per verificare che i DNS di Android non siano stati modificati, agisci in questo modo:
per prima cosa, recati nelle Impostazioni del sistema operativo toccando l’icona a forma d’ingranaggio situata nel drawer, fai tap sulle voci Rete e InternetWi-Fi e seleziona la rete wireless alla quale sei attualmente connesso.

In séguito, fai tap sull’icona a forma di matita collocata in alto a destra, sfiora la voce Opzioni avanzate, scorri il pannello visualizzato fino a individuare la dicitura Impostazioni IP e, a meno che tu non abbia provveduto a intervenire manualmente sull’indirizzo IP assegnato al dispositivo, assicurati che il menu a tendina sottostante sia impostato su DHCP.
In caso contrario, fallo tu.



Se, invece, avevi volontariamente assegnato un indirizzo IP statico al dispositivo, controlla che nei campi DNS 1DNS 2 siano indicati server perfettamente leciti, come per esempio quelli di Google (8.8.8.8 e 8.8.4.4) o quelli di OpenDNS (208.67.222.222 e 208.67.220.220).
Qualora fossero presenti opzioni sospette, provvedi immediatamente a modificare i server in uso, scegliendoli tra quelli che ti ho presentato nella mia lista dei migliori DNS.

Quando hai finito, ti consiglio di tornare alla schermata di selezione delle reti Wi-Fi e di ripetere lo stesso controllo su tutte le altre reti salvate:
per poterci riuscire, effettua un tap prolungato sul nome della rete senza fili di tuo interesse, fai tap sulla voce Modifica rete situata nel menu che ti viene proposto e segui gli stessi passaggi visti in precedenza per verificare, o correggere, i server DNS in uso.



Per quanto riguarda, invece, le reti cellulari, non è possibile modificare i DNS in uso durante la navigazione, a meno di non usare app come 1.1.1.1 di Cloudflare (che però usa solo i suoi DNS, più che legittimi) o che il dispositivo non sia stato preventivamente sottoposto a procedura di root.
In caso di dispositivo sbloccato con il root, puoi servirti di un’app adatta allo scopo, come OverrideDNS, per verificare i DNS impostati per la navigazione dati ed eventualmente modificarli.

In caso di dubbi o problemi, ti invito a consultare la mia guida su come cambiare i DNS su Android, nella quale ho trattato l’argomento con dovizia di particolari.

Altri metodi per bloccare siti che si aprono da soli su Android

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Nonostante tu abbia seguito pedissequamente le indicazioni che ti ho fornito nel corso di questo tutorial, non sei riuscito a bloccare i siti che si aprono da soli su Android?
Non gettare la spugna, ho ancora un paio di utili suggerimenti che, in questo caso, potrebbero rivelarsi risolutivi.

Tanto per cominciare, se sul terminale in tuo possesso erano stati preventivamente attivati i permessi di root, ti consiglio di eliminarli, così da aumentare la sicurezza del dispositivo e impedire alle app di mostrarti siti che non vorresti vedere.



I metodi per disattivare i permessi elevati su Android sono diversi e variano a seconda della procedura usata per ottenerli:
in genere, è sufficiente avviare l’app usata per ottenere i privilegi di root (ad es.
SuperSU), recarsi nella scheda delle Impostazioni e selezionare l’opzione per l’unroot completo.
Per ottenere informazioni più dettagliate sulla procedura da seguire, puoi effettuare una breve ricerca su Google, usando come chiave eliminare root [marca e modello dispositivo].

Se, nonostante l’eliminazione dei permessi di root, il problema dovesse continuare a presentarsi, ti consiglio di prendere in considerazione l’idea di riportare il terminale alle impostazioni di fabbrica, in modo da risolvere la questione alla radice.



Chiaramente, prima di procedere, assicurati di aver creato un backup dei tuoi dati, poiché il reset alle impostazioni iniziali comporta la perdita completa dei dati salvati nella memoria del dispositivo.
Per ulteriori informazioni al riguardo, puoi dare un’occhiata alla mia guida su come formattare Android.

Come dici?
Hai riportato il device alle impostazioni iniziali ma, dopo qualche giorno, il problema si è presentato nuovamente?
Se così fosse, la causa potrebbe essere da ricercarsi proprio nel sistema operativo.



Alcune custom ROM, specie quelle fortemente personalizzate da produttori poco conosciuti, potrebbero integrare al loro interno una sorta di spyware, attivabile da remoto, che permette di avviare la visualizzazione di siti Internet indesiderati, in qualsiasi momento.

Tali spyware, essendo integrati nel sistema operativo, potrebbero non essere rilevati dagli antimalware, né dal sistema integrato Play Protect.



In tal caso, non c’è molto che tu possa fare, se non tentare di cambiare il sistema operativo, installando una ROM più “pulita” e affidabile.
Sfortunatamente, si tratta di una procedura non esente da rischi che, nel peggiore dei casi, potrebbe rendere inutilizzabile il dispositivo.

Inoltre, non tutti i terminali Android permettono di effettuare una simile sostituzione, in quanto potrebbero non essere disponibili ROM alternative a quelle con cui essi vengono distribuiti.



Ad ogni modo, per ricevere informazioni più dettagliate riguardo la sostituzione delle ROM su Android, ti rimando alla mia guida su come cambiare sistema operativo Android, nella quale ho avuto modo di spiegarti tutto nel dettaglio.

come bloccare email indesiderate su android



come bloccare email indesiderate su android

Recentemente, ti si è presentata la necessità di recuperare un’importantissima informazione da un vecchio messaggio di posta elettronica che hai sullo smartphone:
a causa della gigantesca quantità di messaggi presenti nella posta in arrivo, però, hai impiegato fin troppo tempo per portare a termine il tuo compito.
Dopo aver provveduto a identificare tutte le email per te non importanti, ti sei ripromesso di bloccarne i rispettivi mittenti, con il preciso intento di visualizzare, nella posta in arrivo, soltanto i messaggi per cui hai effettivamente interesse.

Il problema, però, è che non hai la più pallida idea di come fare a bloccare email indesiderate su Android, per cui sei alla ricerca di qualcuno che ti insegni a farlo nel modo più semplice possibile.
Cosa dirti?
Basta chiedere, ci sono qui io! Nelle righe successive di questo tutorial, infatti, ti illustrerò diverse tecniche per portare a termine questo compito in modo facile e veloce:
tutto ciò di cui hai bisogno è qualche minuto di tempo libero, il tuo dispositivo Android e una connessione a Internet.
Il resto, vedrai, arriverà da solo!



Come dici?
A questo punto ti ho proprio incuriosito e non vedi l’ora di iniziare?
Allora non perdere altro tempo e procedi con la lettura di questa mia guida:
sono sicuro che il risultato che riuscirai a ottenere saprà soddisfarti a pieno, indipendentemente dall’app che usi per gestire la posta.
Buona lettura e buon lavoro!

Indice

  • Come bloccare email indesiderate su Gmail per Android
  • Come bloccare email indesiderate su Outlook per Android
  • Come bloccare email indesiderate su BlueMail
  • Altre soluzioni per bloccare email indesiderate su Android

Come bloccare email indesiderate su Gmail per Android

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La prima app di cui voglio parlarti è Gmail, il client di posta elettronica predefinito di numerosi dispositivi Android.
Come ben saprai, l’app Gmail è in grado di gestire sia la posta elettronica ricevuta tramite un account Google, sia quella proveniente da altri account configurati in essa.
In entrambi i casi, puoi facilmente bloccare email indesiderate su Android tramite questo client. Come?
Te lo spiego subito.

Per prima cosa, avvia l’app in questione richiamandola dal drawer del device Android in tuo possesso (la schermata con la lista di tutte le app installate sul dispositivo), apri un qualsiasi messaggio di posta proveniente dal contatto di cui non intendi più ricevere email e, per accedere al menu contestuale, tocca il pulsante (⋮), quello collocato subito accanto al pulsante Rispondi (rappresentato da una freccia semicircolare rivolta verso sinistra).



Per impedire la ricezione di messaggi da parte del contatto in questione, devi semplicemente selezionare la voce Blocca [nome del mittente] dal menu proposto, così da impedire che le email provenienti da quel mittente non vengano scaricate affatto.

Se, invece, intendi non ricevere più messaggi automatici provenienti da newsletter, siti commerciali e così via, puoi provare ad annullare l’iscrizione al servizio in modo altrettanto semplice:
sempre dall’app di Gmail, apri uno dei messaggi in questione, fai tap sul pulsante (⋮) posto, questa volta, sulla barra colorata superiore (quello accanto all’icona del cestino, per intenderci), seleziona la voce Annulla iscrizione dal menu proposto e conferma la volontà di procedere premendo sul pulsante Annulla iscrizione proposto subito dopo.



Se hai bisogno di una mano in più per portare a termine questa procedura, oppure se stai cercando una tecnica per ottenere lo stesso risultato da Web o da altri programmi per computer, ti consiglio di dare un’occhiata al mio tutorial su come bloccare un indirizzo email su Gmail, in cui ho trattato nel dettaglio questo argomento.

Come bloccare email indesiderate su Outlook per Android

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Hai configurato un account di posta di Microsoft (Hotmail, Outlook o Live) sull’app Outlook per Android e desideri sapere come fare a bloccare le email da mittenti indesiderati?
Purtroppo devo dirti che non puoi compiere quest’operazione direttamente dall’app in questione, ma puoi servirti della versione Web “desktop” del servizio, accessibile tramite qualsiasi browser per computer, per impostare un filtro di posta elettronica. Una volta completata questa procedura, gli effetti di tale filtro si “rifletteranno” immediatamente e automaticamente anche per l’account configurato su Android.

Dunque, tanto per cominciare, collegati al sito Internet di Outlook, premi sul pulsante Accedi e, nelle schermate successive, indica il tuo indirizzo email Microsoft seguito dalla password che utilizzi per accedere.
Se l’hai dimenticata, puoi reimpostarla seguendo le istruzioni che ti ho fornito nel mio tutorial dedicato.



Una volta giunto nella cartella Posta in arrivo, individua un messaggio proveniente dal mittente che desideri bloccare, fai clic destro sulla sua anteprima (quella collocata nella parte sinistra della finestra) e, dal menu proposto, seleziona la voce Blocca.
Per concludere il tutto e non ricevere più i messaggi provenienti dall’utente in questione, clicca sul pulsante OK annesso alla finestra di avviso successiva.

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In alternativa, puoi far sì che i messaggi non vengano bloccati ma “dirottati” immediatamente nella casella Posta eliminata:
per farlo, anziché selezionare la voce “Blocca”, devi scegliere l’opzione Crea Regola, selezionare la cartella Posta eliminata dal menu a tendina Seleziona una cartella e confermare il tutto premendo sul pulsante OK.

Nota:
se hai configurato altri tipi di account (ad es.
Google, Yahoo! Mail o altri) in Outlook per Android, devi impostare dei filtri agendo tramite il pannello Web degli stessi.

Come bloccare email indesiderate su BlueMail

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Gestisci gli account email tramite il client BlueMail per Android?
Allora ti trovi nella la sezione più adatta a te:
quest’app permette di bloccare email indesiderate su Android, dirottandole immediatamente nella cartella spam, nel giro di un paio di tap.

Tanto per cominciare, avvia BlueMail toccando la relativa icona collocata al drawer del tuo device, identifica un messaggio di posta elettronica proveniente dal mittente che desideri bloccare ed effettua un tap prolungato su di esso.



Fatto ciò, premi sul pulsante (⋮) visualizzato in basso a destra e seleziona la voce Blocca Mittente (Segna spam) dal menu proposto:
a partire da questo momento, i messaggi ricevuti dal mittente in questione verranno automaticamente spostati nella cartella spam.

Qualora la voce “Blocca Mittente” non dovesse essere visibile, cosa che accade, ad esempio, se hai personalizzato il menu di scelta rapida, puoi ottenere lo stesso risultato nel seguente modo:
dopo aver identificato il messaggio di tuo interesse, aprilo con un tap (questa volta breve) e, dal menu che compare, seleziona la voce Blocca Mittente (Segna spam).
Più facile di così!



Nota:
se non riesci a trovare subito l’email di tuo interesse, potresti dover selezionare l’account specifico da cui l’hai ricevuta.
Puoi farlo premendo sull’icona collocata in alto a sinistra e selezionando il profilo email di tuo interesse dal pannello proposto.

Altre soluzioni per bloccare email indesiderate su Android

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Se sei arrivato fin qui, vuol dire che hai appreso alla perfezione le tecniche di base per bloccare email indesiderate su Android, tuttavia non hai trovato la soluzione che calza su misura alla problematica da te riscontrata:
non gettare ancora la spugna e leggi con molta attenzione le dritte che mi appresto a fornirti di seguito!

In primo luogo, se utilizzi un’app differente da quelle segnalate nel corso di questa guida, puoi verificare rapidamente l’esistenza di un filtro anti-spam:
apri un messaggio di posta elettronica, accedi al menu di gestione dello stesso (per trovarlo, devi identificare il pulsante (⋮) (…), solitamente collocato in uno degli angoli della schermata) e cerca al suo interno le voci Blocca mittenteSpam oppure Segnala.



In alternativa, puoi verificare se sull’app di tuo interesse è presente la possibilità di impostare dei filtri personalizzati:
per farlo, devi accedere al menu principale della stessa e cercare la voce più appropriata.

Tanto per farti un esempio, su Yahoo Mail, puoi portare a termine quest’operazione toccando il simbolo , collocato in alto a sinistra, per poi recarti nelle Impostazioni e selezionare la voce Filtri.
Fatto ciò, devi indicare l’account di posta per cui impostare il filtro, premere sul simbolo [+] per definire una nuova regola e, infine, specificare l’indirizzo email da bloccare nel campo Mittente e scegliere di spostare il messaggio nella cartella Spam. Sono sicuro che, con un po’ di pazienza, riuscirai a trovare la sezione dedicata, se disponibile, anche nell’app di posta a cui fai affidamento!



Come dici?
Nonostante le tue accurate ricerche, proprio non sei riuscito a trovare ciò di cui avevi bisogno?
Non gettare ancora la spugna! Se lo desideri, puoi creare dei filtri “a monte” sul tuo account di posta elettronica, agendo dal suo pannello Web:
in tal modo, le regole vengono specificate sul server e sono automaticamente replicate su tutti i programmi e le app di posta su cui andrai a configurare gli account in questione.

Per maggiori indicazioni su queste procedure, puoi riferirti al mio tutorial generico su come bloccare le email indesiderate.
Se, invece, intendi applicare dei blocchi personalizzati utilizzando i programmi per computer, puoi invece dare un’occhiata al mio tutorial su come bloccare email da un indirizzo.



Qualora fossi invece vittima del cosiddetto spam selvaggio e desiderassi liberarti di tutti quei siti che inviano giornalmente decine e decine di email che reputi inutili, ti consiglio di leggere attentamente il mio tutorial su come bloccare spam, in cui ho avuto modo di fornirti delle efficaci dritte per tenere pulita la tua casella di posta elettronica.

come bloccare chiamate android



come bloccare chiamate android

Sei stufo di ricevere decine di chiamate al giorno da parte degli operatori di telemarketing?
C’è un numero anonimo che ti chiama di tanto in tanto e vorresti trovare un modo per bloccarlo?
Nessun problema, se utilizzi uno smartphone Android puoi dire facilmente addio a tutte le telefonate moleste.
Basta utilizzare alcune applicazioni gratuite adatte allo scopo o sfruttare alcune delle funzioni, forse un po’ nascoste, previste dal sistema operativo del robottino verde.
Sarà facile come bere un bicchiere d’acqua, se seguirai le istruzioni che ti indicherò in questo mio tutorial.

Se vuoi bloccare solo i numeri di alcune persone che ti disturbano spesso, puoi entrare nell’applicazione Contatti del tuo smartphone e bloccarle da lì.
Se invece vuoi prevenire le chiamate da parte degli operatori di telemarketing, dei truffatori e di altri seccatori noti, puoi installare una tra le numerose applicazioni per bloccare chiamate Android che fanno tutto in automatico e di cui ti spiegherò il funzionamento.



Grazie a dei database online aggiornati quotidianamente (spesso con il contributo degli stessi utenti), queste app consentono di bloccare in anticipo tutte le chiamate provenienti dai numeri ritenuti poco affidabili o, in alternativa, di indicare l’ID del chiamante come seccatore.
In questo modo potrai evitare di rispondere per scoprire che dall’altra parte del telefono vi è l’ennesimo operatore di telemarketing.
Se queste premesse ti hanno incuriosito e vuoi sapere come bloccare chiamate Android, continua a leggere per saperne di più.

Bloccare le chiamate Android (funzione di sistema)

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Se utilizzi una versione abbastanza recente di Android puoi bloccare le chiamate dai mittenti indesiderati senza installare alcuna app.

Tutto quello che devi fare è aprire l’applicazione Contatti (simbolo di un omino) creare un contatto contenente il numero (o i numeri) da bloccare e attivare la deviazione automatica alla segreteria.



  • Per creare il contatto, premi sul pulsante (+) che si trova in basso a destra;
  • Dopo aver creato il contatto, apri l’applicazione Telefono che sarebbe quella che usi normalmente per effettuare una chiamata dal tuo smartphone Android (icona a forma di una cornetta)
  • A questo punto, premi sul pulsante (…)collocato in alto a destra e fai tap sulla voce Impostazioni.
    Nella schermata che si apre, fai tap sulla voce Blocco delle chiamate.
    Successivamente premi sulla voce Aggiungi un numero e aggiungi manualmente il numero della persona che desideri bloccare.
  • Torna ora indietro alla schermata Impostazioni e fai tap sulla voce ID chiamante e spam.
    Nella schermata successiva, verifica che vi sia la levetta su ON in corrispondenza della voce ID chiamante e Spam.
    Se è su OFF, attiva spostando la levetta verso destra.

Da questo momento in poi, ogni volta che riceverai una chiamata dai numeri inclusi nella lista dei bloccati, il mittente potrà ascoltare solo un breve squillo e poi verrà dirottato alla segreteria telefonica.
Se la tua segreteria telefonica è disattivata, il mittente potrà comunque ascoltare un breve squillo ma poi verrà avvisato che il numero chiamato è occupato.

Per quanto riguarda invece i numeri che non hai salvato nella lista dei bloccati, una volta che avrai attivato l’opzione per mostrare l’ID chiamante, sarà grazie a Google che potrai ricevere informazioni utili sull’identità del numero che ti sta chiamando.
La chiamata non verrà bloccata in automatico in caso di possibile spam, ma potendo visualizzare informazioni utili, riuscirai quindi in autonomia a capire se si tratta di un operatore di telemarketing.



Se utilizzando questo strumento di blocco delle chiamate Android hai scoperto che la segreteria è ancora attivata e vuoi disattivarla, scopri come fare leggendo il mio tutorial su come disattivare la segreteria telefonica.

Calls Blacklist

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In alternativa allo strumento nativo di Android, puoi bloccare chiamate Android rivolgendoti a delle applicazioni di terze parti.

Una delle più note, in questo settore, è Calls Blacklist, applicazione che consente di bloccare i numeri aggiunti dall’utente alla sua “blacklist” e tutte le chiamate provenienti da numeri anonimi o non inclusi nella rubrica del cellulare.



Calls Blacklist è completamente gratis, anche se ne è disponibile una versione Pro (da 1,99 euro) che non presenta banner pubblicitari al suo interno.
In ogni caso, utilizzarla nella sua versione gratuita è davvero un gioco da ragazzi.

Tutto quello che devi fare è avviare l’applicazione e autorizzarla affinché possa accedere ai tuoi contatti, premendo sul pulsante Continuare e sul pulsante Consenti per tre volte consecutive.



A questo punto, una volta che ti troverai nella schermata principale dovrai premere sul pulsante (+) e tra le opzioni disponibili potrai scegliere se bloccare un contatto dal registro delle chiamate, un nominativo dai contatti o se digitare un numero manualmente.
Per bloccare tutte le chiamate provenienti dai numeri anonimi e/o non inclusi nella rubrica del telefono, seleziona invece l’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra, vai su Blocco e scegli le opzioni che desideri attivare:
numeri privati, numeri sconosciuti, ad esempio.

In caso di ripensamenti, per sbloccare un numero precedentemente bloccato in Calls Blacklist, avvia l’applicazione, premi sul numero bloccato e seleziona la voce Cancella dal menu che si apre.



Nota: Calls Blacklist include anche una funzione per bloccare gli SMS dai mittenti indesiderati, ma ti consiglio di attivarla.
Il motivo è che su Android 4.4 e successivi funziona solo se si trasforma la app nell’applicazione predefinita per la gestione dei messaggi, e ciò può comportare dei costi aggiuntivi sull’invio degli SMS.
Se compaiono dei messaggi che ti invitano ad attivare questa funzione, rifiuta.

TrueCaller

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TrueCaller è un’altra ottima applicazione che ti permette di bloccare le chiamate Android che si configura inoltre come più completa rispetto a Calls Blacklist.
Oltre a impedire le chiamate provenienti dai mittenti indesiderati (scelti dall’utente), ha un database costantemente aggiornato che le permette di bloccare e segnalare automaticamente tutti i numeri dei “seccatori noti”:
operatori di telemarketing, truffatori ecc.

Funziona bene, ma bisogna precisare una cosa molto importante:
installando TrueCaller sul proprio smartphone, si accetta la creazione di un account che rende il proprio numero di cellulare rintracciabile nel database pubblico del servizio (insieme al proprio nome, che però risulta visibile solo agli altri iscritti al servizio).
Per cancellare il proprio recapito dal database di TrueCaller bisogna disattivare il proprio account, disinstallare l’applicazione e compilare l’apposita richiesta presente sul sito ufficiale del servizio.



Fatta questa doverosa precisazione passiamo al funzionamento dell’applicazione, che è estremamente intuitivo.
Dopo aver installato TrueCaller, crea il tuo account gratuito premendo su Inzia per cominciare a usare il servizio e consenti che l’applicazione abbia accesso al tuo smartphone per gestire le telefonate premendo sul pulsante Consenti per due volte consecutive.
Inserisci quindi il tuo numero di telefono e premi sul pulsante Continua per due volte consecutive.
Salta quindi il tutorial premendo su Avanti e Capito.
Inoltre, nel caso in cui ti venga richiesto di utilizzare Truecaller come app per gli SMS, premi su No.

Per bloccare i numeri dei seccatori noti e i numeri anonimi, fai tap sul menu in alto a sinistra e fai tap su Impostazioni > Blocca.
Nella scheda che si aprirà puoi spostare alcune levette su ON in corrispondenza della voce Blocca gli spammer arcinoti e Blocca numeri privati. 



Per aggiungere un numero alla tua blacklist personale, invece, fai “tap” sul pulsante con il simbolo dello scudo collocato in alto a destra per accedere alla scheda Bloccato e, tramite il pulsante + e scegli se digitare un numero manualmente (blocca un numero) o se bloccare una serie di numeri (blocca una serie numerica).

In caso di ripensamenti, per sbloccare un contatto bloccato in precedenza, recati nuovamente nella scheda Bloccato premendo sul simbolo dello scudo dal menu principale.  Premi ora il simbolo dei tre puntini in alto a destra e fai tap sulla voce La mia lista di indesiderati.
Pigia quindi sul pulsante (–) situato accanto al numero da sbloccare e poi su per sbloccarlo.



Should I Answer?

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Should I Answer (conosciuta in Italia con il nome di Dovrei Rispondere?) è un’applicazione molto simile a TrueCaller.
Una volta che avrai autorizzato l’applicazione ad accedere ai tuoi contatti, questa funzionerà tramite un database collaborativo, grazie al quale riesce a bloccare in anticipo tutte le chiamate provenienti dai numeri che la community ha ritenuto poco affidabili:
degli operatori di telemarketing, dei truffatori e così via.



A differenza di TrueCaller, non richiede la creazione di un account e quindi non rende i numeri degli utenti rintracciabile pubblicamente.
Tuttavia nella prima schermata della app ti consiglio di disattivare l’opzione Invia statistiche anonime sulle chiamate in arrivo che potrebbe rappresentare un potenziale rischio per la privacy (basso come rischio, ma pur sempre da evitare).

Il funzionamento della app è estremamente intuitivo.
Selezionando la scheda Bloccando è possibile scegliere se bloccare i numeri valutati negativamente dalla community di Should I Answer, i numeri nascosti, i numeri stranieri, i numeri premium (a pagamento) o i numeri non memorizzati nei contatti.



Per aggiungere una valutazione negativa a un numero e quindi bloccarlo, fai tap sulla scheda Valutazione e aggiungi il numero tramite il pulsante (+).
Puoi scegliere se rendere la valutazione privata o se indicare a tutta la community dell’applicazione che il numero presenta una valutazione negativa, indicandone i motivi tramite i menu a tendina disponibili.

In caso di ripensamenti, per sbloccare un numero bloccato in precedenza, recati nuovamente nella sezione Valutazioni dell’applicazione e premi prima sul numero da sbloccare e poi sul pulsante Elimina che compare alla sua sinistra.



Ricapitolando:
se devi bloccare solo pochi numeri, utilizza la funzione di blocco prevista in Android o Calls Blacklist.
Se invece necessiti di una protezione contro le chiamate dei “seccatori” rivolgiti a Should I Answer o Truecaller (prova prima Should I Answer, che sembra tutelare maggiormente la privacy dei suoi utenti).

come avere whatsapp iphone su android



come avere whatsapp iphone su android

Hai finalmente acquistato quel telefono Android che desideravi da tempo e, ansioso di mandare per sempre in pensione il tuo vecchio iPhone, stai provvedendo a trasferire tutti i dati che hai accumulato nel tempo.
A questo proposito, hai iniziato a chiederti se fosse possibile spostare anche i messaggi di WhatsApp dall’iPhone al telefono Android, poiché, nonostante tu abbia usato per lungo tempo l’app di messaggistica, non hai mai notato la presenza di una funzionalità del genere.

Se è questo il tuo dubbio, sappi che ti trovi nel posto giusto per trovare la risposta che cerchi:
nel corso di questo tutorial, infatti, ti spiegherò come avere WhatsApp iPhone su Android, trasferendo tutti i messaggi e i file multimediali dal vecchio “iPhone” al nuovo terminale animato dal sistema operativo del robottino verde.
Poiché questa possibilità non è ufficialmente prevista da WhatsApp, ti presenterò una serie di strumenti di terze parti, utili a raggiungere efficacemente l’obiettivo che ti sei prefissato.



Dunque, senza attendere un attimo in più, ritaglia un po’ di tempo libero per te e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento:
ti raccomando, in particolare, di dare un’occhiata al capitolo delle informazioni preliminari, nel quale ti ho spiegato alcuni aspetti della questione dei quali devi necessariamente essere a conoscenza.
Buona lettura e in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Come avere WhatsApp iPhone su Android con Wondershare Dr.Fone
    • Operazioni preliminari
    • Trasferire WhatsApp da iOS ad Android
  • Come avere WhatsApp iPhone su Android tramite procedura manuale
    • Creare il backup con iTunes
    • Estrarre le conversazioni dall’iPhone
    • Ripristinare le conversazioni su Android

Informazioni preliminari

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Sebbene sia possibile trasferire i messaggi WhatsApp da un telefono all’altro in maniera semplicissima, se il trasferimento avviene da Android per Android e da iPhone per iPhone, lo stesso non si può dire nel caso in cui i sistemi operativi siano diversi, poiché i dati e i backup vengono creati e salvati con formati profondamente differenti.

Ciò, tuttavia, non significa che quest’operazione sia impossibile:
esistono infatti dei programmi di terze parti e delle app che possono essere impiegati per lo scopo che, scoprirai tra breve, permettono di avere WhatsApp iPhone su Android nel giro di qualche minuto.



Devo però avvisarti, prima ancora di procedere, che si tratta di soluzioni non progettate in via ufficiale da WhatsApp, pertanto il loro impiego potrebbe comportare dei rischi:
per esempio, i programmi e le app potrebbero smettere di funzionare, a causa delle modifiche ai sistemi di archiviazione di WhatsApp.
O, ancora, il trasferimento dei dati potrebbe non essere portato a termine completamente.
Sebbene si tratti di eventualità non frequenti, è bene che tu ne sia consapevole, prima ancora di addentrarti in quest’avventura.

Ad ogni modo, nel corso di questo tutorial, ti mostrerò due differenti approcci per questa procedura:
effettuare il trasferimento dei dati tramite un programma a pagamento, tale Wondershare dr.fone (il modulo apposito costa 15,99$), oppure effettuare la conversione in maniera “manuale”, avvalendoti dell’app WazzapMigrator (costa 5,99€ sul Play Store).



A prescindere dalla soluzione che sceglierai, devi disporre di un computer equipaggiato con Windows o di un Mac su cui sia installato iTunes, dei cavi USB necessari per collegare l’iPhone e il dispositivo Android al PC e di una porta USB libera (due nel caso volessi operare tramite Wondershare dr.fone, poiché i dispositivi devono essere collegati contemporaneamente).

Come avere WhatsApp iPhone su Android con Wondershare Dr.Fone

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Come ti ho già accennato poco fa, WhatsApp non prevede una procedura ufficiale per trasferire chat e allegati da un sistema operativo all’altro.
Esistono, però, alcuni programmi di terze parti, come Wondershare dr.fone, che permettono di ottenere questo risultato in maniera piuttosto semplice.

Per tua informazione, Wondershare dr.fone è un programma dedicato alla gestione dei dati di Android e iPhone.
Disponibile per Windows e macOS, è in grado di effettuare backup, recuperare e trasferire dati da un dispositivo all’altro, anche se con sistema operativo differente.



Wondershare dr.fone si può scaricare e provare gratuitamente ma, per usufruire della funzionalità di trasferimento dei messaggi, indispensabile per avere WhatsApp iPhone su Android, è necessario acquistare il modulo dedicato al ripristino delle app social, con prezzi a partire da 19,95$/anno.
Tutto chiaro?
Bene, allora lascia che ti spieghi come usarlo.

Operazioni preliminari

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Come prima cosa, devi far sì che sia l’iPhone che lo smartphone Android rispondano alle condizioni necessarie per portare a termine il trasferimento dei dati di WhatsApp con successo:
te le elenco qui di seguito.



  • WhatsApp dev’essere funzionante e correttamente associato a un numero di telefono su entrambi i dispositivi.
  • Su Android, dev’essere preventivamente stato attivato il debug USB.
    Per farlo, recati nel menu Impostazioni > Sistema > Informazioni sul telefono/Info sul dispositivo e fai tap sulla voce Numero build per sette volte consecutive, in modo da attivare il menu delle Opzioni sviluppatore.
    Successivamente, torna al menu Sistema, fai tap sulle voci AvanzateOpzioni sviluppatore e attiva la levetta corrispondente alla voce Debug USB, rispondendo affermativamente agli eventuali messaggi d’avviso mostrati a schermo.
    Per ulteriori indicazioni sull’argomento, puoi consultare questa mia guida.
  • Il computer da cui ti appresti a operare deve disporre del software iTunes (se non ce l’hai, puoi installarlo seguendo queste istruzioni), al quale dev’essere stato preventivamente associato l’iPhone da cui prelevare i dati.
    Per poterci riuscire, collega il “iPhone” al computer, tramite il cavo Lightning in dotazione, quindi rispondi affermativamente ai messaggi mostrati su entrambi i dispositivi e digita, sullo smartphone, il codice di sblocco.
    Se hai bisogno di una mano per effettuare questi passaggi, puoi avvalerti delle istruzioni presenti in questo mio tutorial.

Infine, tieni presente che il trasferimento provocherà la cancellazione dei dati di WhatsApp presenti sul dispositivo di destinazione (in questo caso, Android).
Se vuoi conservarne alcuni, devi provvedere a salvarli seguendo le istruzioni che ti ho fornito in questa mia guida.

Trasferire WhatsApp da iOS ad Android

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Una volta conclusa la fase delle operazioni preliminari, è arrivato il momento di passare all’azione e di trasferire, materialmente, i dati di WhatsApp da iPhone ad Android.

Per prima cosa, collegati dunque al sito di Wondershare dr.fone e clicca sul pulsante Download Now per scaricare sùbito il pacchetto d’installazione del software.
A download ultimato, avvia il file ottenuto (ad es.
drfone_restoreapp_fullxxxx.exe) e segui le istruzioni più appropriate al sistema operativo da te in uso.



  • Windows – clicca sui pulsanti Install, attendi che i componenti del programma vengano scaricati da Internet e installati sul computer e, al termine del processo, premi il pulsante Start now, in modo da avviare il programma automaticamente.
  • macOS – clicca sul pulsante Accetto situato nella finestra che compare sulla scrivania, trascina dr.fone nella cartella Applicazioni di macOS, accedi a quest’ultima e fai doppio clic sull’icona del programma appena copiato.
    Al primo avvio, dovrai confermare la volontà di eseguire il software, cliccando sul pulsante Apri, annesso all’avviso che compare a schermo.

Una volta aperto il software, collega sia lo smartphone Android che l’iPhone al computer e clicca sui pulsanti Ripristina app social (nel menu principale di dr.fone) e Trasferisci i messaggi WhatsApp.

Dopo qualche secondo, il software dovrebbe rilevare entrambi i telefoni.
Controlla, nella finestra che ti viene mostrata, che essi siano posizionati correttamente:
nel campo Fonte dev’esserci l’iPhone, ossia il dispositivo da cui copiare le chat; nel campo Destinazione, invece, dev’essere presente il dispositivo Android, cioè quello su cui trasferire i dati.



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Qualora l’ordine non fosse corretto, premi il pulsante Capovolgi, situato al centro della finestra del programma, per invertirlo.



In seguito, clicca sul pulsante Trasferimento (in basso a destra) e, se non l’hai ancora fatto, provvedi ad attivare la tua copia del programma, cliccando sul pulsante relativo alla registrazione e indicando indirizzo emailcodice licenza nei campi di testo preposti.
Qualora dovessero comparire altri avvisi su schermo, rispondi Accesso riuscito.
Continua
.

Superato anche questo step, dr.fone dovrebbe procedere con il controllo dei dati e con l’installazione della versione di WhatsApp necessaria al completamento dell’installazione, per poi chiederti di concedere alcuni permessi all’applicazione di WhatsApp per Android, al fine di visualizzare correttamente gli allegati ai messaggi.



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Quando ciò avviene, prendi il tuo smartphone Android, recati nel menu Impostazioni > App e notifiche > Mostra tutte le app, sfiora la voce relativa a WhatsApp, fai tap sull’opzione Autorizzazioni e sposta su ON la levetta corrispondente alla voce Archiviazione.
Su alcuni dispositivi, l’area relativa ai permessi delle app potrebbe trovarsi in un percorso leggermente diverso (ad es. Impostazioni > App > Avanzate > Autorizzazioni app > WhatsApp).



A questo punto, torna al computer, premi il pulsante OK in dr.fone e, quando richiesto, avvia WhatsApp su Android ed esegui la procedura di prima configurazione dell’app, indicando il tuo numero, accettando di voler ripristinare il backup e confermando, infine, il tuo nome.
In caso di dubbi relativi alla prima configurazione di WhatsApp, puoi consultare il mio tutorial sull’argomento.

Ci siamo quasi:
dopo aver terminato la configurazione dell’app su Android, premi il pulsante Avanti di dr.fone, attendi che la barra d’avanzamento raggiunga il 100% e il gioco è fatto! Clicca poi sul pulsante OK, prendi lo smartphone Android e controlla che siano presenti tutte le chat che avevi sull’iPhone di origine.

Come avere WhatsApp iPhone su Android tramite procedura manuale

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Se non vuoi affidarti a Wondershare dr.fone, magari perché vorresti risparmiare qualche euro, puoi seguire una procedura manuale, leggermente più macchinosa, ma anche più economica, per spostare i messaggi di WhatsApp da iPhone ad Android.

Ciò che devi fare, all’atto pratico, è creare un backup non cifrato dell’iPhone, utilizzando iTunes (se non ce l’hai, puoi installarlo seguendo queste indicazioni), estrarre i dati relativi a WhatsApp con un programma ad-hoc e, in seguito, convertire e ripristinare tali dati su Android usando WazzapMigrator:
un’app scaricabile dal Play Store al prezzo di 5,99€.



Ricorda, ancora una volta, che il trasferimento dei dati di WhatsApp da un sistema operativo all’altro non rappresenta una procedura ufficialmente riconosciuta da WhatsApp e che, di conseguenza, essa potrebbe non funzionare correttamente.
Inoltre, su alcuni dispositivi, WazzappMigrator potrebbe non funzionare affatto oppure trasferire soltanto in parte le chat e i file multimediali.
Poi non dirmi che non ti avevo avvisato!

Creare il backup con iTunes

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Chiariti i passaggi da mettere in pratica, è arrivato il momento di agire.
Per prima cosa, avvia iTunes, richiamandolo dal menu Start di Windows o dal Dock di macOS, collega l’iPhone al computer avvalendoti del cavo Lightning in dotazione e, se è la prima volta che effettui quest’operazione, conferma la volontà di autorizzare la comunicazione su entrambi i dispositivi e immetti il codice di sblocco dell’iPhone, quando richiesto.

A questo punto, ritorna su iTunes, clicca sul bottone a forma di iPhone situato in alto a sinistra, apponi il segno di spunta accanto alla voce Questo computer e, per creare un backup non cifrato, rimuovilo dalla casella Cifra backup iPhone (inserendo, se necessario, la password di cifratura definita in precedenza).



Quando sei pronto, clicca sul bottone Effettua backup adesso, in modo da creare sùbito il backup dei dati:
per controllare lo stato di avanzamento, dai uno sguardo alla barra situata in cima alla finestra del programma.
Al termine del backup, puoi chiudere iTunes.

Estrarre le conversazioni dall’iPhone

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Completata la creazione del backup, puoi procedere all’estrazione dei dati relativi a WhatsApp utilizzando iBackup Viewer, un programma disponibile gratuitamente sia per Windows che per macOS.



Per servirtene, collegati alla sua pagina principale e premi sul pulsante download for Windows, se stai usando il sistema operativo Microsoft, oppure download for Mac, se stai agendo da un Mac.
Una volta ottenuto il file d’installazione (ad es.
iBackupViewerSetup.exe), lancialo e segui le istruzioni più appropriate per il sistema operativo a tua disposizione.

  • Windows – clicca sul pulsante  per superare il controllo di sicurezza di Windows, premi il bottone Next per quattro volte consecutive e concludi l’installazione del programma premendo sui tasti InstallFinish.
  • macOS – avvalendoti della finestra che compare a schermo, trascina il programma nella cartella Applicazioni del Mac e apri quest’ultima.
    In seguito, fai clic destro sull’icona di iBackup Viewer, scegli la voce Apri dal menu proposto e premi il pulsante Apri dalla finestra successiva, per superare il controllo di sicurezza di macOS (devi farlo soltanto alla prima esecuzione del software).

Il programma, a questo punto, dovrebbe riconoscere i backup di iTunes presenti sul PC e importarli automaticamente:
seleziona quello più recente, aiutandoti, se necessario, con la data specificata subito sotto, clicca sul pulsante Raw Files (l’icona a forma di grafico) e attendi che iBackupViewer “estragga” il contenuto del backup.



Ultimata l’estrazione, clicca sul pulsante Tree View (a sinistra della voce Export), individua la cartella AppDomainGroup-group.net.whatsapp.WhatsApp.shared, situata nella parte sinistra del programma, seleziona quest’ultima e clicca sul file ChatStorge.sqlite, sulla destra.

Ora, clicca sul pulsante Export…, premi la voce Selected… annessa al menu visualizzato, indica dove salvare il file estratto (per esempio sul desktop) e finalizza il tutto, cliccando sul pulsante Salva/Save.



Se è tua intenzione trasferire anche i file multimediali allegati alle conversazioni, fai doppio clic sulla cartella Message, clicca poi sulla cartella Media contenuta al suo interno, per selezionarla, e utilizza nuovamente il menu Export… > Selected… per salvarla nella stessa posizione in cui hai memorizzato il file precedente.

Quando hai finito, scollega l’iPhone dal computer, estrai la scheda SIM (che dovrai trasferire nel telefono Android, appena possibile) e disinstalla WhatsApp.



Ripristinare le conversazioni su Android

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Una volta “estratti” i file contenenti i dati di WhatsApp, prendi il telefono Android e, dopo aver installato la SIM al suo interno (è indispensabile ottenere la medesima numerazione del backup creato), accendilo e installa l’app di WhatsApp.



In seguito, avvia quest’ultima e provvedi alla sua configurazione iniziale inserendo, quando richiesto, il numero di telefono della SIM inserita e il codice identificativo ricevuto tramite SMS (se necessario). Abbi cura di rifiutare, in caso di richiesta, il ripristino di eventuali backup già presenti in cloud (tengo a precisarti che, così facendo, questi ultimi saranno persi).

Terminata la configurazione di WhatsApp, acquista e installa WazzapMigrator sul telefono, collega quest’ultimo al computer tramite il cavo USB ricevuto in dotazione, richiama l’area di notifica di Android e, dopo aver sfiorato la voce Dispositivo in carica tramite USB – Tocca per altre opzioni, apponi il segno di spunta accanto alla voce Trasferimento di file/MTP.



A questo punto, avvia Esplora File, se utilizzi un PC Windows, oppure l’applicazione Android File Transfer, se utilizzi un Mac (disponibile gratuitamente al download, come ti ho spiegato in questa mia guida), accedi alla memoria dello smartphone e incolla il file e la cartella salvati in precedenza all’interno della cartella WazzapMigrator, residente sul dispositivo Android.

Se hai bisogno di istruzioni più specifiche sul trasferimento dei file dal computer ad Android, oppure se dovessi avere problemi con i driver, potrebbe tornarti utile la guida che ho interamente dedicato all’argomento.



Finalmente è giunto il momento di estrarre le conversazioni su Android:
scollega il dispositivo dal computer, disinstalla WhatsApp e avvia l’app WhatsApp Migrator.
In seguito, effettua alcuni swipe verso destra, per saltare il tutorial iniziale, tocca la voce Seleziona l’archivio iPhone e fai tap sul pulsante , per avviare la ricerca automatica.

Ora, dovresti visualizzare un messaggio di conferma relativo alla presenza di un backup precedente:
quando ciò avviene, tocca il pulsante (►) collocato al centro dello schermo e aspetta che le conversazioni vengano “trasformate” dal formato iPhone al formato Android (l’operazione potrebbe impiegare diversi minuti).
Per finalizzare la copia dell’archivio nell’area di memoria predisposta a ospitarlo, premi il pulsante OK.



Questa volta ci siamo davvero! Provvedi a reinstallare nuovamente WhatsApp ed effettua ancora una volta la procedura di configurazione (inserendo il numero di telefono e attendendo l’SMS di conferma):
se tutto è filato liscio, WhatsApp dovrebbe proporti di ripristinare il backup locale presente in memoria.
Per farlo, sfiora il pulsante Ripristina annesso alla sezione Backup Locale e attendi qualche minuto affinché il backup venga ripristinato.
Se WhatsApp non rileva il backup locale ma quello di Google Drive, collegati a questa pagina Web e rimuovi WhatsApp dalle applicazioni associate a Drive (in questo modo, forzerai l’app a cercare dei backup locali, anziché quelli cloud).

Il gioco è fatto! Dopo alcuni istanti, dovresti avere a disposizione le chat di WhatsApp che avevi sull’iPhone, insieme ai relativi file multimediali (se hai scelto, in precedenza, di copiare la cartella contenente tali dati).



Per concludere e liberare un po’ di spazio in memoria, puoi tranquillamente eliminare i file contenuti nella cartella WazzapMigrator e, se lo ritieni opportuno, disinstallare anche l’app.

come avere spotify premium gratis su android



come avere spotify premium gratis su android

Spotify è uno dei servizi di musica in streaming più famosi al mondo.
Permette di ascoltare migliaia di brani, album e playlist in qualsiasi momento e su qualsiasi device:
dagli smartphone ai tablet, dai PC alle console per videogiochi, e l’elenco potrebbe andare avanti ancora. Se hai letto il mio tutorial su come funziona Spotify, già saprai di cosa sto parlando; così come saprai che la versione free di Spotify prevede diverse limitazioni:
non permette il download delle canzoni offline, interrompe la riproduzione con dei messaggi pubblicitari e limita la qualità dello streaming a soli 160 kbps.

Altra limitazione – probabilmente la più fastidiosa di tutte – è quella relativa alla riproduzione dei brani su smartphone, che può avvenire solo in modalità shuffle, quindi solo in modalità casuale non avendo la possibilità di scegliere le singole canzoni da riprodurre.
Che noia, vero?
Scommetto che anche tu, sul tuo smartphone Android, vorresti liberarti di queste restrizioni e cominciare ad ascoltare la musica di Spotify senza limitazioni, giusto?
Così come scommetto che vorresti farlo senza spendere un centesimo.
Ho indovinato?
Beh, in tal caso ho due notizie da darti:
una buona e una cattiva.



La notizia cattiva è che non è possibile avere Spotify senza limitazioni gratis per sempre – esistono alcune app che promettono di rimuovere alcune restrizioni dalla versione free del servizio, ma sono illegali e, cosa forse ancora più importante, sono poco sicure in quanto provenienti da fonti sconosciute -, quella bella è che è possibile provare Spotify Premium a costo zero per periodi di tempo abbastanza prolungati e senza alcun obbligo di rinnovo.
Inoltre, esistono delle tariffe telefoniche che permettono di usare Spotify sia su smartphone che su tablet senza consumare dati:
gratis in pratica! Se vuoi saperne di più e vuoi scoprire come avere Spotify Premium gratis su Android (entro i limiti delle possibilità concrete e legali), prenditi qualche minuto di tempo libero e continua a leggere:
trovi spiegato tutto qui sotto.

Indice

  • Spotify Premium gratis per 7 giorni (senza rinnovo)
  • Spotify Premium gratis per 30 giorni (con rinnovo)
    • Attivare la prova gratuita di Spotify Premium su Android
    • Disattivare il rinnovo automatico
  • Offerte telefoniche per Spotify
  • Condivisione dell’abbonamento Premium for Family
  • Regalare Spotify

Spotify Premium gratis per 7 giorni (senza rinnovo)

Se ancora non sei registrato a Spotify, hai diritto a provare gratuitamente la versione Premium del servizio per 7 giorni.
In questo caso non è previsto alcun rinnovo automatico e, pertanto, al termine della trial non dovrai ricordarti di disattivare assolutamente nulla! Ovviamente, alla fine della prova, potrai poi scegliere in totale libertà se continuare a utilizzare la versione free di Spotify (con tutte le limitazioni del caso) o se sottoscrivere un abbonamento Premium.



Per prima cosa, scarica l’app Spotify Music dal Google Play Store usando il link che ti ho appena fornito e, a download completato, avvia l’applicazione premendo sul pulsante Apri o premendo sulla sua icona collocata in home screen.
Dopodiché, crea il tuo account facendo tap sul bottone verde Iscriviti gratis e inserendo, negli appositi campi di testo, il tuo indirizzo e-mail e una password sicura.
Pigia quindi sul pulsante Avanti e, nelle schermate successive, indica la tua data di nascita, il tuo sesso e premi sul bottone verde Accetto per accettare i termini e le condizioni d’uso del servizio.

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Ora dovresti ricevere una e-mail all’indirizzo di posta elettronica che hai fornito poc’anzi:
clicca sul link che ti è stato inviato per confermare la creazione del tuo account. In alternativa, puoi decidere di autenticarti anche tramite il tuo account Facebook premendo sull’apposito pulsante presente nella schermata iniziale dell’app. A login effettuato, premi sul bottone verde Continua, crea una playlist personalizzata facendo tap sui tuoi generi e artisti preferiti e, a operazione completata, premi sulla voce Fine (in basso a destra).

Ora, per attivare la tua prova gratuita di Spotify Premium per 7 giorni, fai tap sulla voce La tua libreria (in basso a destra) e, nella schermata che compare, premi sul simbolo dell’ingranaggio per accedere alle Impostazioni di Spotify.
Adesso, premi sul bottone Passa a Premium e, nella schermata che si apre, fai tap sul pulsante Inizia la prova gratuita.
Ora puoi usare Spotify Premium per una settimana intera senza obbligo di rinnovo!



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Spotify Premium gratis per 30 giorni (con rinnovo)

Una settimana ti sembra insufficiente per capire se vale la pena passare o meno a Spotify Premium?
In tal caso, puoi registrarti sul sito Internet di Spotify utilizzando un qualsiasi browser Web e ottenere una prova gratuita di 30 giorni.
In questo caso, però, dovrai fornire un metodo di pagamento valido.
Tale metodo di pagamento verrà usato solo come garanzia:
se disattiverai il rinnovo automatico di Spotify Premium prima dello scadere dei 30 giorni, non pagherai assolutamente nulla.



Attivare la prova gratuita di Spotify Premium su Android

Se vuoi provare Spotify Premium gratis per 30 giorni, collegati al sito Internet del servizio utilizzando il browser del tuo smartphone o del tuo tablet Android (es.
Google Chrome o Firefox).
Nella home page del sito, fai tap sul bottone Scegli Spotify Premium e, nella nuova pagina Web che viene aperta, premi sul bottone verde Inizia la prova gratuita.

Se disponi già di un account, inserisci le tue credenziali d’accesso per effettuare il login e fai tap sul pulsante Accedi.
Altrimenti, effettua la registrazione al servizio facendo tap sul link Iscriviti (collocato in basso a destra). Per registrarti a Spotify, inserisci, nei campi appositi, la tua e-mail, una password sicura, il tuo nome utente, la tua data di nascita e il tuo sesso.



Apponi quindi il segno di spunta accanto alle voci Accetto termini e condizioni e Informativa sulla privacy Spotify e Non sono un robot; dopodiché, premi sul pulsante verde Iscriviti e la tua registrazione verrà portata a termine.
In alternativa, se vuoi, puoi iscriverti a Spotify con Facebook premendo sull’apposito pulsante blu.

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A login effettuato, puoi attivare la prova gratuita di 30 giorni scegliendo un metodo di pagamento valido fra quelli disponibili:
Carta di credito, PayPal o Paysafecard.
Dopo aver scelto il metodo di pagamento che preferisci di più, compila il modulo con tutte le informazioni relative a quest’ultimo (es.
numero e data di scadenza della carta di credito) e premi sul bottone Inizia il periodo di prova e paga dopo 30 giorni. Mi raccomando, non scegliere il metodo di pagamento Paysafecard o ti verrà subito addebitato subito l’importo dell’abbonamento!

Se tutto è andato per il verso giusto, visualizzerai a schermo il messaggio Sei passato a Premium che ti confermerà l’attivazione della prova gratuita di 30 giorni di Spotify.
Sempre nella stessa schermata, poi, visualizzerai la data esatta della scadenza della prova, entro la quale potrai disattivare il rinnovo automatico per non pagare nulla.



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Disattivare il rinnovo automatico

Se decidi di non abbonarti a Spotify Premium, ricordati di disattivare il rinnovo automatico prima che scadano i 30 giorni della prova gratuita.
Puoi fare ciò direttamente dal browser (nell’app di Spotify puoi vedere soltanto il tipo di abbonamento attivo ma non puoi disattivarlo).
Avvia dunque il browser Web del tuo smartphone o del tuo tablet Android, collegati al sito Internet di Spotify, premi sul simbolo (≡), fai tap sulla voce Accedi e, nella pagina Web che si apre, effettua il login inserendo le tue credenziali negli appositi campi e facendo tap sul bottone verde Accedi.



A login effettuato, premi sulla voce Riepilogo Dell’account e, nel menu a tendina che compare, seleziona l’opzione Abbonamento.
A questo punto, premi sul pulsante verde Modifica o annulla e, nella schermata che compare, premi sull’opzione Annulla l’abbonamento Premium e conferma l’operazione premendo sul pulsante Sì, annulla.
Entro pochi minuti riceverai una e-mail di conferma in cui troverai scritto che hai appena deciso di disattivare l’abbonamento Premium.

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Complimenti! Sei riuscito a disattivare il rinnovo automatico.
Puoi comunque continuare a provare la versione Premium di Spotify per gli eventuali giorni di prova rimanenti.

Offerte telefoniche per Spotify

Se le soluzioni che ti ho indicato nei precedenti paragrafi precedenti non ti sono congeniali, potresti pensare di attivare alcune offerte telefoniche che permettono di usufruire di Spotify in modo gratuito.
Alcuni operatori telefonici, infatti, permettono di ascoltare la musica in streaming su Spotify e altri servizi senza addebitare il consumo dei dati.
Questo significa che si paga solo l’abbonamento al servizio ma non il suo utilizzo in termini di Giga.



Tra le offerte più interessanti in ottica Spotify ti segnalo quella di Vodafone, che permette di usufruire dello streaming “no limits” su Spotify (e altri servizi di streaming musicale) attraverso il piano Vodafone Pass Music, il quale costa 3,00 euro e si rinnova in modo automatico insieme all’offerta.
Per maggiori info e dettagli sulla promo, clicca qui.

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Anche TIM permette di ascoltare musica su Spotify attraverso il piano TIM Young&Music Limited Edition, grazie al quale è possibile usufruire di 500 chiamate, 5 Giga per la navigazione Web “standard” e altri 5 Giga per lo streaming musicale.
Grazie a questo piano, è possibile ascoltare musica in streaming su Spotify (e anche su altri servizi di streaming musicale) pagando 9,99 euro ogni quattro settimane.
Purtroppo questa offerta può essere attivata soltanto dagli utenti Under 30.
Per maggiori info e dettagli, clicca qui.

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Condivisione dell’abbonamento Premium for Family

Se le soluzioni che ti ho proposto finora non sono di tuo gradimento, potresti pensare sottoscrivere l’abbonamento Premium for Family che permette di utilizzare Spotify Premium dividendo il canone dell’abbonamento con altri cinque membri della tua famiglia che vivono sotto il tuo stesso tetto.
È vero, questa non è una soluzione gratuita, ma perlomeno ti permetterà di spalmare il prezzo dell’abbonamento e risparmiare qualche quattrino, che di questi tempi male non fa.

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Se cerchi un modo per gestire al meglio la condivisione dell’account, prova Together Price:
un servizio Web che permette di condividere l’abbonamento a vari servizi online.
compreso Spotify, con altre persone in maniera estremamente facile e veloce.

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Regalare Spotify Premium

È possibile regalare (e quindi farsi regalare) un abbonamento a Spotify Premium visitando questo link e scegliendo una delle sottoscrizioni disponibili.

  • 1 mese — 9,99 euro
  • 3 mesi — 29,97 euro
  • 6 mesi — 59,94 euro
  • 12 mesi — 119,88 euro

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Dopo aver scelto uno dei tagli disponibili, bisogna scegliere il tema della gift card e compilare il modulo che viene visualizzato in basso con tutte le informazioni richieste:
nome, indirizzo di posta elettronica, nome della persona a cui regalare Spotify, il suo indirizzo e-mail e la data di consegna della carta regalo.
Chi lo desidera, può anche digitare un messaggio da inviare alla persona a cui sta regalando l’abbonamento a Spotify Premium.

Il destinatario dell’abbonamento a Spotify Premium riceverà il regalo sotto forma di gift card virtuale e potrà usufruire del servizio utilizzando il codice PIN ricevuto tramite.



Nota: le carte regalo di Spotify sono disponibili anche in formato fisico.
Si possono acquistare in tutti i migliori negozi di elettronica.

come avere le emoji delliphone su android



come avere le emoji delliphone su android

Ti sei riunito con gli amici per una serata divertente e, mentre osservavi il nuovo iPhone di uno di loro, hai notato che le emoji che inviava nelle chat erano diverse da quelle che normalmente spedisci dal tuo smartphone Android.
Incuriosito, hai provato a farti mandare le stesse “faccine” nella tua finestra di chat e, con tua grande sorpresa, hai notato che queste non venivano visualizzate correttamente.

Come dici?
Per questo motivo stai già pensando che il tuo smartphone Android sia ormai obsoleto e da sostituire il prima possibile, nonostante tu lo abbia acquistato soltanto pochi mesi fa?
Non farlo:
prima di fare qualche mossa un po’ azzardata, ti invito a fermarti e a leggere il resto della guida che ho preparato qui in basso, nella quale intendo mostrarti come avere le emoji dell’iPhone su Android in maniera piuttosto semplice, seguendo pochi passaggi alla portata di tutti:
anche di chi, come te, non mastica molto bene la tecnologia.



Dopo aver completato la lettura di questa mia guida, sarai perfettamente in grado di inviare le emoji “mancanti” (quelle disponibili solo sugli iPhone) anche dal tuo device Android, oltre che visualizzarle correttamente nelle chat e negli SMS ogni volta che un contatto in possesso di un iPhone di ultima generazione ti invierà un messaggio.
Ti assicuro che, completato il tutto, il tuo dispositivo non ti sembrerà più così obsoleto.
Buona lettura e buon divertimento!

Indice

  • Operazioni preliminari
  • Come avere le emoji dell’iPhone su Android
    • iOS Emoji + iFont
    • Emoji Switcher
    • Kira Keyboard + emoji

Operazioni preliminari

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Prima di entrare nel vivo di questa guida e spiegarti nel dettaglio come avere le emoji dell’iPhone su Android, è necessario che tu esegua alcune operazioni preliminari:
solo così i metodi descritti nelle parti successive di questa mia guida potranno funzionare correttamente sul dispositivo Android in tuo possesso.

Per prima cosa, ti consiglio di attivare le Origini sconosciute sullo smartphone o sul tablet Android che utilizzi, così da poter installare sul dispositivo anche le app non presenti nel Play Store ed aggiungere nuove funzionalità altrimenti irreperibili.



La procedura per farlo è abbastanza simile su tutti i dispositivi Android, a meno del nome di qualche menu che potrebbe comunque cambiare:
per prima cosa, fai tap sull’icona Impostazioni del tuo telefono, accedi quindi alla sezione Sicurezza (che può presentarsi con altri nomi come Privacy, Impostazioni sicurezza e così via.) e scorri la finestra finché non vedi comparire la voce Origini sconosciute.
A questo punto, apponi il segno di spunta accanto alla summenzionata voce, oppure sposta su ON la relativa levetta, per poi premere su Conferma/Consenti in corrispondenza degli eventuali messaggi di avviso che potrebbero comparire a schermo.

Se possiedi Android 8.0 o superiori, devi invece recarti in Impostazioni > App e notifiche, toccare la voce relativa al browser da cui intendi scaricare i pacchetti APK (ad es. Google Chrome), premere sulla sezione Installa app sconosciute e attivare la levetta corrispondente alla voce Consenti da questa fonte.



Qualora avessi bisogno di una mano per portare a termine i passaggi precedentemente illustrati, ti consiglio di dare un’occhiata al mio tutorial su come installare APK, in cui ho trattato nel dettaglio quest’argomento.

Nota:
ti consiglio di attenerti al download e all’installazione dei soli pacchetti menzionati in questa guida e, al termine della stessa, di riattivare la protezione integrata in Android, disabilitando di nuovo le origini sconosciute.
In questo modo eviterai, in futuro, l’installazione di pacchetti provenienti da fonti non ufficiali e quindi potenzialmente pericolosi.



Altro requisito fondamentale per ottenere il supporto alle nuove emoji è avere a disposizione una tastiera di sistema compatibile con esse, così da poterle sfruttare subito in tutte le chat e, in generale, su tutte le app che inviano messaggi.

Per usare correttamente le emoji di iPhone su Android ti consiglio di installare sul telefono la tastiera GBoard:
per ottenerla, accedi al Google Play Store richiamandolo dal drawer del dispositivo (oppure fai tap sul link che ti ho segnalato poc’anzi) e premi sul tasto Installa per scaricarla immediatamente.



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Fatto ciò, devi abilitarla come tastiera predefinita del dispositivo:
per farlo, tocca il pulsante Impostazioni, accedi alla sezione Lingua e immissione e, nella nuova schermata, scegli la voce Tastiera corrente; fatto ciò, dovrebbero esserti mostrate tutte le tastiere installate sul dispositivo:
non devi fare altro che premere sulla voce Gboard per attivare la tastiera in questione e renderla predefinita.



Su Android 8.0 o superiori, devi invece recarti in Impostazioni > Sistema > Lingue e immissione > Tastiera virtuale > Gestisci tastiere e spostare su ON l’interruttore corrispondente alla tastiera Gboard.

Un altro passaggio da compiere prima di andare avanti è quello di installare un buon file manager, con eventuale supporto ai permessi di root (su questi ultimi ritorneremo tra breve):
a mio avviso, una delle migliori app per lo scopo è File Manager +, che puoi installare direttamente da Google Play Store (o toccando il link proposto poc’anzi).



Infine, devi sapere che alcuni dei metodi che ti segnalerò potrebbero richiedere che sul dispositivo Android in questione siano stati attivati i permessi di root:
ciò non sempre è necessario, tuttavia si tratta di una condizione che varia da dispositivo a dispositivo.
Prima di prendere una decisione in merito, ti consiglio comunque di leggere con attenzione il mio approfondimento su cosa sono i permessi di root, così da comprendere alla perfezione i vantaggi e gli svantaggi a cui questa procedura può condurre.

Come avere le emoji dell’iPhone su Android

Dopo averti mostrato le operazioni preliminari da compiere per poter usufruire delle emoji degli iPhone anche sul tuo dispositivo Android, è arrivato il momento di mostrarti nel concreto tutti i metodi che puoi utilizzare per portare a termine il compito che ti sei prefisso, utilizzando senza limiti quelle emoji di cui ti sei tanto innamorato.

iFont + emoji iOS

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Il primo metodo che intendo suggerirti prevede l’utilizzo dell’app iFont, tramite il quale importare un file .ttf contenente tutte le emoji di iOS 11.
Per prima cosa, dunque, scarica la summenzionata app direttamente dal Google Play Store (oppure toccando questo link) e segui la normale procedura di installazione prevista dal tuo dispositivo Android.

Fatto ciò, per scaricare il pacchetto contenente le emoji in formato .ttf, recati su questa pagina Internet, premi sul pulsante verde Download (XX.XX MB) e attendi che il file venga automaticamente copiato nell’apposita cartella di Android (solitamente si tratta di una cartella denominata proprio Download).



Ora che hai tutto l’occorrente, apri l’app File Manager+ scaricata in precedenza, fai tap sulla voce Memoria principale e poi tocca la cartella Download.
Identifica il file delle emoji scaricato in precedenza (che dovrebbe chiamarsi iOS 11 emoji.ttf), effettua un tap prolungato su di esso per attivare la barra dei comandi e fai tap sul pulsante Copia.
Fatto ciò, aiutandoti con la pulsantiera superiore, torna alla cartella Memoria Principale, apri la cartella iFont e premi sul pulsante Incolla collocato nella barra inferiore dei comandi per incollare all’interno il file contenente le faccine.

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Completato questo passaggio, avvia l’app iFont dal drawer di Android, portati nella scheda My e fai tap sulla voce My Font.
Si aprirà una finestra apparentemente vuota:
in realtà, è sufficiente fare tap sulla voce click this (evidenziata in rosso nella parte alta dell’app) per aprire il file manager interno e selezionare il file ttf copiato in precedenza.
Se tutto è andato per il verso giusto, dopo pochi secondi dovrebbe comparire l’anteprima del font:
tutto ciò che devi fare è cliccare sul pulsante SET per aggiungere il font con le nuove emoji al tuo dispositivo.

Per usare le emoji, non devi fare altro che aprire la tastiera Gboard in qualsiasi app di messaggistica (se ben ti ricordi, ti ho insegnato a impostarla come predefinita nella precedente sezione), effettuare un tap prolungato sul tasto virgola e fare tap sul simbolo delle emoji: il gioco è fatto!



Nota:
come ti ho già spiegato in precedenza, su alcuni modelli di smartphone questa procedura potrebbe richiedere l’attivazione dei permessi di root.

Emoji Switcher

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Se il metodo precedente non è riuscito a soddisfarti, puoi dare un’opportunità all’app Emoji Switcher (root). Come è semplice intuire già dal suo nome, quest’app richiede espressamente i permessi di root per funzionare correttamente:
dunque, se non hai effettuato questo tipo di modifica sul tuo dispositivo, ti consiglio di lasciar perdere e di rivolgerti ad altri metodi segnalati in questa guida.

Dopo aver scaricato l’app sul tuo dispositivo Android, avviala dal drawer e premi sul menu a tendina accanto alla voce Set emoji to e seleziona l’opzione iOS dal riquadro che va ad aprirsi. Fatto ciò, premi sul pulsante Set per rendere effettive le modifiche.



A questo punto, il sistema dovrebbe chiederti se fornire i permessi di root all’app, consentendo così il cambio delle emoji:
tutto ciò che devi fare è premere, quando richiesto, il pulsante Consenti/Allow, premere sul pulsante a forma di freccia circolare collocato all’interno dell’app e verificare che sotto la voce Current emoji detected sia specificata la dicitura iOS.

Completata la procedura, puoi tranquillamente uscire dall’app e sfruttare le emoji direttamente dalla tastiera Gboard installata sul dispositivo.

Kira Keyboard + emoji

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Un’altra valida soluzione per avere le emoji dell’iPhone su Android prevede l’utilizzo della Tastiera Kika, in combinazione con un APK di terze parti contenente le emoji di iOS:
questo metodo, a differenza del precedente, dovrebbe funzionare egregiamente anche senza permessi di root per quanto riguarda l’invio delle emoji.
Per visualizzarle all’interno dei messaggi ricevuti, invece, si renderà necessario installare le faccine come font di sistema previo accesso al root.

Fatta questa doverosa premessa, è il momento di entrare in azione:
per prima cosa, scarica la Tastiera Kika direttamente dal Google Play Store, installala come di consueto e impostala come tastiera predefinita recandoti in Impostazioni > Lingua e immissione > Tastiera corrente (oppure Impostazioni > Sistema > Lingue e immissione > Tastiera virtuale > Gestisci tastiere se stai utilizzando Android 8.0 o superiori).



Ora che la tastiera Kika è attiva, scarica il pacchetto APK per le emoji iOS recandoti su questa pagina e premendo sul pulsante verde Download APK (5.0 MB) e, non appena il download viene concluso, richiama l’area di notifica di Android e tocca sul nome del file appena scaricato, per poi confermare l’installazione dell’APK facendo tap sul tasto Installa.

Completata la procedura di installazione, apri l’app IOS EMOJI, fai tap sulla voce Activate emoji che vedrai comparire in alto e il gioco è fatto:
non ti resta che aprire un’app di messaggistica per sfruttare la nuova tastiera Kika con le emoji iPhone installate (il tasto per richiamarle si trova in basso a sinistra, accanto alla virgola).



Le emoji dell’iPhone non compaiono?
Assicurati che esse siano correttamente attivate nel menu delle impostazioni di Kika; apri la tastiera in qualsiasi app che supporti i messaggi di testo, quindi fai tap sul simbolo a forma di fiore in alto a sinistra, premi sulla voce Stile e seleziona il pacchetto IOS EMOJI tra quelli presenti.
Facile, no?