come ritrovare il cellulare android



come ritrovare il cellulare android

Ogni tanto ti capita di avere la testa fra le nuvole e di lasciare il telefonino in locali pubblici o a casa di amici? Allora potrebbe tornarti utile il servizio gratuito che Google offre a tutti gli utenti Android e che permette di localizzare il proprio telefono da remoto in caso di smarrimento. Il suo funzionamento è molto simile a quello di “Trova il mio iPhone” sui dispositivi Apple, permette di localizzare lo smartphone su una mappa da remoto, di farlo squillare e di cancellare tutti i dati presenti sulla sua memoria.

Così come tutti i sistemi di localizzazione da remoto, anche il sistema di localizzazione targato Google richiede che il telefono sia acceso e connesso a Internet per funzionare, cosa che ne limita l’utilità in caso di furto (basta che il ladro sia abbastanza scaltro da spegnere il device dopo il “colpaccio” per renderne impossibile il rintracciamento), ma per fortuna ci sono anche delle soluzioni alternative più complete.



Nella guida di oggi, vedremo dunque come ritrovare il cellulare Android utilizzando sia il sistema di localizzazione offerto da Google sia alcune soluzioni di terze parti disponibili sul Play Store.
Che aspetti ad approfondire l’argomento?
Tutto quello di cui hai bisogno sono cinque minuti di tempo libero. Buona lettura!

Gestione Dispositivi Android

Per ritrovare il cellulare Android con Gestione Dispositivi Android, il servizio di localizzazione offerto gratuitamente da Google, devi innanzitutto attivare il GPS sul tuo smartphone e autorizzare il servizio a svolgere il suo lavoro.



Recati quindi nel menu con la lista delle app installate sul tuo smartphone e premi sull’icona delle Impostazioni (l’ingranaggio grigio).
Nella schermata che si apre, seleziona la voce relativa alla Geolocalizzazione e, se necessario, sposta su ON la levetta relativa alle funzioni di localizzazione (in alto a destra).

Ad operazione completata, torna nel menu con la lista delle app installate sul tuo smartphone e avvia Impostazioni Google (l’icona dell’ingranaggio con la lettera “G” stampata al centro).
Seleziona quindi la voce Sicurezza dalla schermata che si apre e attiva le funzioni Localizza questo dispositivo da remoto e Consenti blocco e cancellazione da remoto spostando su ON le relative levette.



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Missione compiuta! Ora puoi ritrovare il cellulare Android su cui è stata attivata la localizzazione da remoto collegandoti al sito Internet Gestione Dispositivi Android e accedendo con il tuo account Google.
Naturalmente deve trattarsi dello stesso account Google configurato sul telefono (quello che trovi nel menu Impostazioni > Account > Google di Android, o che comunque puoi aggiungere dalla medesima schermata).  



Ad accesso effettuato, attendi qualche secondo affinché il telefono venga visualizzato sulla mappa e decidi il da farsi.

Al termine del rilevamento, infatti, oltre a conoscere la posizione attuale del tuo telefono puoi far squillare il dispositivo, bloccarlo o cancellare tutti i dati presenti sulla sua memoria.



Per lanciare l’allarme, clicca sul pulsante Fai squillare due volte consecutive e il dispositivo squillerà ininterrottamente per cinque minuti (o fino a che qualcuno non premerà il tasto di accensione). Per cancellare il contenuto del cellulare, invece, fai click sul pulsante Cancella per due volte consecutive e Android eliminerà automaticamente app, foto, musica e impostazioni del telefono.
Alcuni dati presenti sulla scheda microSD potrebbero non essere eliminati.
Al termine dell’operazione la localizzazione remota del device non funzionerà più.

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Infine c’è la funzione Blocca che sostituisce la lock screen predefinita di Android con una schermata di sblocco protetta da password.
Per sfruttarla, clicca sul pulsante Blocca e compila il modulo che ti viene proposto digitando la password da usare per bloccare il telefono nei campi Nuova passwordConferma password, un messaggio per il ripristino da visualizzare nella lock screen (opzionale) e un numero di telefono che vuoi rendere contattabile da parte di chi dovesse trovare lo smartphone (opzionale).

Nota: se vuoi, puoi usare Gestione Dispositivi Android anche da altri smartphone o tablet Android, basta installare l’apposita applicazione disponibile sul Google Play Store.



Cerberus

Come accennato in apertura del post, Gestione Dispositivi Android è un ottimo servizio ma risulta un po’ limitato quando si tratta di rintracciare un cellulare rubato.

Chi cerca una soluzione più efficace in caso di furto, farebbe bene ad optare per soluzioni di terze parti, come Cerberus che al costo di 5 euro/anno (dopo 7 giorni di prova gratuita) permette di avere una soluzione anti-furto completa sul proprio smartphone.



Grazie a Cerberus, è possibile localizzare il proprio smartphone da remoto, bloccarlo, formattarlo, farlo squillare e compiere tante altre operazioni che Gestione Dispositivi Android non offre.
Ad esempio è possibile scattare foto e registrare video di nascosto, ottenere l’elenco delle chiamate o dei messaggi recenti, ricevere informazioni sulla rete dati o WiFi a cui è connesso il telefono rubato e molto altro ancora.

A rendere Cerberus particolarmente utile in caso di furto sono i suoi sistemi di protezione, grazie ai quali l’applicazione può riattivare il GPS in automatico (richiede il root), può ricevere comandi via SMS (quindi funziona anche in assenza di connessione Internet) e può nascondersi dai menu di sistema in modo da rendere invisibile la sua presenza.



Interessante, vero?
Allora apri subito il Play Store e scarica la versione di prova di Cerberus premendo sui pulsanti InstallaAccetto. Dopodiché avvia l’applicazione, premi sul pulsante Crea un account Cerberus e crea il tuo account gratuito sulla rete di Cerberus.
Questo account ti permetterà poi di rintracciare il telefono e comandarlo da remoto.

A registrazione completata, segui la procedura di configurazione dell’applicazione per farla entrare in azione. Pigia quindi sui pulsanti Abilita amministratore dispositivo e Attiva per autorizzare Cerberus a comandare il tuo smartphone (senza questa autorizzazione la app non può funzionare) e se hai un telefono sbloccato tramite root, premi anche su Concedi permesso Superuser per sbloccare le funzioni di Cerberus che richiedono il root (riattivazione del GPS e permanenza dell’anti-furto dopo il reset di Android).



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A questo punto sei già protetto da Cerberus e puoi localizzare/comandare il tuo smartphone da remoto, ma, se vuoi, puoi regolare le impostazioni della app agendo nel suo menu principale.
Ad esempio mettendo il segno di spunta accanto alla voce Nascondi dalla lista applicazioni puoi rendere invisibile l’applicazione, attivando le funzioni Blocca menu PowerBlocca status bar impedirai ai ladri di spegnere il telefono o visualizzare la barra di stato dalla lock screen e così via.



Pigiando sull’icona ad hamburger che si trova in alto a sinistra potrai inoltre configurare la cattura foto automatica di Cerberus, il sistema SIM checker che invia un avviso in caso di cambiamento della SIM nel telefono e potrai impostare delle azioni automatiche (Configurazione AutoTask) che l’applicazione deve compiere in determinate circostanze.

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Per ritrovare il cellulare Android utilizzando Cerberus, collegati al sito Internet cerberusapp.com, clicca sul pulsante Login collocato in alto a destra ed esegui l’accesso usando il tuo account di Cerberus (quello che hai creato durante il setup iniziale dell’applicazione).

Ad accesso effettuato, attendi qualche secondo e dovresti vedere la posizione del tuo smartphone su una mappa di Google Maps.
Per comandare il dispositivo da remoto, usa il menu a tendina collocato in alto a sinistra.
All’interno del menu ci sono le opzioni per bloccare il device, mostrare un messaggio, far partire un allarme, ottenere la cronologia delle posizioni, scattare foto, realizzare video e molto altro ancora.



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Se non riesci a localizzare il telefono da remoto con Cerberus, ricordati che puoi comunque comandare il dispositivo da remoto con gli SMS.
Per maggiori informazioni su questa funzionalità consulta la guida inclusa nell’applicazione.



Android Lost

Android Lost è una soluzione gratuita che si pone come alternativa a Gestione Dispositivi Android e Cerberus: non offre tutte le funzioni di quest’ultimo, non è altrettanto semplice da usare, ma risulta più completo del servizio di localizzazione offerto “di serie” da Android.

Con Android Lost, puoi localizzare lo smartphone da remoto, bloccarlo, formattarlo, scattare foto, registrare l’audio e perfino riattivare GPS e connessione Internet in caso di disattivazione (anche se queste funzioni non sono sempre disponibili).
L’applicazione permette inoltre di comandare Android tramite SMS, di visualizzare messaggi personalizzati sullo schermo del telefono e di far squillare il dispositivo.



Per usare Android Lost sul tuo smartphone, scarica la app dal Google Play Store, avviala e concedile i permessi da amministratore premendo prima sul pulsante Request Administrator Rights e poi su Attiva.
Nel menu di Android, l’applicazione sarà rappresentata con il nome Personal Notes e l’icona di un Blocco Note, per non dare nell’occhio.

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A questo punto non ti resta che collegarti al sito Internet AndroidLost.com e autenticarti con il tuo account Google (lo stesso configurato sul telefono da localizzare).
Clicca quindi sulla voce Sign In che si trova in alto a destra, se necessario effettua il login con il tuo account Google e clicca sul pulsante Permetti per completare il processo di autenticazione.

Ora puoi localizzare il tuo telefono semplicemente selezionando la scheda Controls dal sito Internet di AndroidLost e cliccando sul pulsante Send location.
Entro qualche secondo visualizzerai una mappa di Google Maps con la posizione attuale del tuo smartphone.



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Per “sfogliare” e utilizzare gli altri comandi disponibili in Android Lost, clicca sulle icone che vedi sotto la scheda Controls:
in  Status trovi i comandi per attivare/disattivare le varie connessioni, in Messages quelli per inviare o ricevere messaggi dal cellulare, mentre in Security ci sono le funzioni per bloccare o formattare il telefono.



Se il telefono non può essere localizzato o comandato da remoto (magari perché non connesso a Internet), comandalo via SMS utilizzando i codici che trovi qui (sotto la voce Available SMS commands).

come ritornare alla versione precedente di android



come ritornare alla versione precedente di android

Dopo aver aggiornato il tuo smartphone Android con l’ultimo firmware ufficiale, hai riscontrato dei vistosi rallentamenti del sistema o dei problemi che prima non si verificavano?
Ogni tanto succede, ma per fortuna ci sono varie operazioni che si possono compiere per rimediare a questo genere di situazioni.
Quella più drastica è il downgrade, ossia la reinstallazione del vecchio firmware in luogo di quello più recente.

È un’operazione potenzialmente rischiosa, ma in alcuni casi è l’unica soluzione che funziona davvero.
Se tu credi di rientrare in uno di questi, prima di passare all’azione lascia che ti spieghi come ritornare alla versione precedente di Android per schiarirti le idee su questo argomento.
Non ci vorrà molto, promesso.



Prima di vedere in dettaglio come ritornare alla versione precedente di Android, vista la potenziale pericolosità di un’operazione come la sostituzione del firmware del telefono, ti consiglio di fare tutte le prove possibili per “recuperare” il firmware attuale e risolvere tutti i problemi che quest’ultimo presenta.

A tal proposito, ti consiglio di provare con un bel reset di Android.
In questo modo, potrai riportare il telefono allo stato di fabbrica (mantenendo la versione attuale del firmware) ed eliminare tutti gli eventuali problemi che potrebbero minare la stabilità di Android.
È un tentativo “estremo”, lo so, ma sempre meno estremo del sostituire interamente il firmware dello smartphone.



Per resettare il tuo terminale Android, recati quindi nelle Impostazioni del sistema operativo e seleziona le voci Privacy > Ripristina dati di fabbrica dal menu che si apre.
Successivamente, premi sul pulsante Ripristina dispositivo, conferma l’operazione premendo Cancella tutto ed attendi che la procedura giunga al termine.
Ci vorranno pochi minuti.

A reset effettuato non avrai più le tue applicazioni e le tue impostazioni, ma molto probabilmente avrai risolto i problemi che ti stavano spingendo verso il downgrade del firmware.
I dati, le foto e i video salvati sulle schede di memoria esterne rimarranno intatti (a meno che tu non abbia selezionato l’opzione Formatta scheda SD dal menu di reset di Android).



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Se la procedura di reset non ha portato ai risultati sperati e sei convinto di voler ritornare alla versione precedente di Android, devi fare qualche giretto su Google per trovare i software più adatti al tuo telefono.



Ora, premesso che sul PC devono essere installati i driver del telefono (che solitamente vengono inclusi in prodotti come Samsung Kies, attraverso i quali si possono gestire gli smartphone Android dal PC), devi procurarti quanto segue:

  • Un’applicazione per sostituire il firmware del telefono (flashare, in gergo tecnico)
  • I file del firmware originale per il tuo smartphone

Per quanto concerne i file del firmware, purtroppo non posso darti molte indicazioni.
Devi semplicemente cercare su Google il nome del tuo smartphone associato al termine firmware ed essere bravo a trovare il link per il download.
Fai estremamente attenzione a quello che scarichi, però.
Utilizzare un firmware non adatto al telefono sul quale lo si installa rende il dispositivo inutilizzabile!



Anche le applicazioni per flashare il firmware cambiano a seconda del telefono su cui si deve operare.
Per gli smartphone Samsung, ad esempio, c’è ODIN, per quelli Sony c’è un Flash Tool ufficiale, per quelli HTC c’è l‘HTC Flash Help Tool, mentre per altri device si può utilizzare l’MTK Android SP Flash Tool.

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Le procedure per effettuare il downgrade del firmware Android cambiano a seconda dell’applicazione utilizzata.
Ad esempio, con ODIN bisogna cliccare sul pulsante OPS e selezionare il file con estensione OPS del firmware che si desidera copiare sul telefono.
Dopodiché bisogna mettere il segno di spunta accanto alla voce One package e cliccare sul pulsante One package per selezionare il file .tar.md5 contenente il software da installare sullo smartphone.

Successivamente, bisogna attivare la modalità Download sul telefono (spegnendolo e riaccendendolo tenendo premuti i tasti Power, Menu e Volume – contemporaneamente) e cliccare sul pulsante START per avviare il downgrade del firmware.



Come vedi nulla di impossibile ma, ripeto, bisogna fare molta attenzione ai firmware che si scaricano e bisogna mettere in conto il fatto che questo genere di operazioni può anche andare storto compromettendo irrimediabilmente l’usabilità dello smartphone.
Inoltre, per completezza di informazione ti ricordo che con il downgrade del firmware si cancellano tutte le applicazioni e le impostazioni presenti sul telefono.

come rintracciare telefono android



come rintracciare telefono android

Hai paura di perdere il tuo smartphone da qualche parte?
Ti capisco.
Ormai un po’ tutti viviamo con questa preoccupazione addosso ma, per fortuna, rispetto a qualche anno fa, abbiamo delle armi in più per affrontare situazioni del genere.

Mi riferisco a quei servizi di localizzazione inclusi nella maggior parte degli smartphone, anche quelli meno costosi, che permettono di rintracciare i telefonini da remoto, tramite Internet.



Per approfondire l’argomento ho preparato per te questo tutorial in cui vedremo insieme come rintracciare telefono Android usando due soluzioni differenti:
il sistema Gestione Dispositivi Android presente “di serie” nel sistema operativo del robottino verde e un’applicazione esterna, a pagamento, che offre qualche funzione in più.

Gestione Dispositivi Android

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Per assicurarti che il tuo smartphone sia rintracciabile da remoto tramite il sistema Gestione Dispositivi Android, accedi alla schermata in cui c’è l’elenco di tutte le app installate sul telefono (il drawer) e premi sull’icona Impostazioni di Google.
Nel menu che si apre, seleziona la voce Sicurezza e verifica che le opzioni Localizza questo dispositivo da remoto e  Consenti blocco e cancellazione da remoto siano spuntate.
In caso contrario, attivale tu.



Se le opzioni di cui sopra risultano “ingrigite”, quindi non attivabili, recati nel menu Impostazioni > Geolocalizzazione di Android e sposta su ON la levetta collocata in alto a destra nella schermata che si apre.

Una volta attivato il sistema di localizzazione da remoto, per rintracciare telefono Android non bisogna far altro che collegarsi al sito Internet Gestione Dispositivi Android, eseguire il login con i dati del proprio account Google (se necessario) e attendere che il device compaia sulla mappa.



In alternativa, è possibile scaricare l’applicazione Gestione Dispositivi Android su un altro smartphone/tablet Android e visualizzare la posizione del telefono da quest’ultima.

Oltre a consentire la localizzazione dei dispositivi da remoto, Gestione Dispositivi Android consente anche di impartire degli ordini allo smartphone:
cliccando sul pulsante Fai squillare puoi far squillare il telefono ininterrottamente (per attirare l’attenzione degli astanti e sperare che qualcuno metta in salvo il terminale), premendo sul pulsante Blocca puoi bloccare il dispositivo con un codice di sicurezza, mentre cliccando su Cancella puoi avviare la cancellazione di tutti i dati presenti sullo smartphone in modo che nessuno veda le tue informazioni private (in questo caso, però, il servizio di localizzazione non funzionerà più).



Il servizio Gestione Dispositivi Android è presente sulla maggior parte dei terminali Android prodotti dal 2010 in poi ed è gratuito al 100%.
Per funzionare, necessita che il telefono sia acceso, con il GPS attivo e connesso a Internet (tramite Wi-Fi o rete dati 3G/LTE).

Cerberus

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Lo strumento di localizzazione d remoto incluso di default in Android ti sembra un po’ troppo facile da aggirare?
Allora ti consiglio di dare un’occhiata a Cerberus, una delle migliori app antifurto disponibili sul Google Play Store.

Cerberus – così come Gestione Dispositivi Android – consente di rintracciare lo smartphone da remoto, ma rispetto a quest’ultimo offre diverse funzioni in più:
permette di comandare il device tramite SMS quando la connessione Internet non è disponibile; registra la cronologia degli “spostamenti” del cellulare in modo da conoscerne la posizione geografica anche se è spento; registra l’audio dal microfono dello smartphone; permette di ottenere la lista con tutte le ultime chiamate effettuate/ricevute; attiva automaticamente il GPS quando è spento (solo sui dispositivi sbloccati tramite root) e molto altro ancora.



Inoltre, l’applicazione include un sistema di azioni automatiche che – tanto per fare un esempio – consente di ricevere un’email di notifica se viene cambiata la SIM nel cellulare o viene sbagliata l’immissione del codice di sblocco.
Cerberus è gratis per i primi 7 giorni e poi si paga 4,99 euro.
È possibile utilizzarlo su un numero massimo di tre dispositivi, a patto che siano tutti associati allo stesso account Google.

Vuoi sapere come funziona Cerberus?
Nulla di più facile.
Scarica l’applicazione dal Play Store, avviala e premi sul pulsante Crea un account Cerberus per avviare la creazione di un account gratuito per usare i servizi offerti dalla app.
Comparirà un modulo che dovrai compilare con le tue informazioni personali:
nome utente, password e indirizzo email.



Ad operazione completata, premi sul bottone Crea account due volte consecutive, leggi l’introduzione alle funzioni principali della app e premi i pulsanti Abilita amministratore dispositivo e Concedi permesso Superuser (solo se hai un terminale sbloccato tramite root) per consentire a Cerberus di avere il controllo completo sul dispositivo.

A questo punto, esegui l’accesso con i dati del tuo account Cerberus e attiva o disattiva le funzioni della app dal menu configurazione principale.
Tramite il menu Cattura foto automatica puoi invece impostare lo scatto automatico di foto quando si inserisce un codice di sblocco sbagliato o si stoppa l’allarme del cellulare, mentre nella schermata SIM Checker puoi impostare il numero su cui ricevere una notifica quando viene cambiata la SIM nel telefono.



Per localizzare il tuo device da remoto con Cerberus, devi collegarti al sito Internet dell’applicazione oppure scaricare la app gratuita Cerberus Client su un altro smartphone/tablet Android.
Una volta localizzato sulla mappa, potrai inviare al dispositivo vari comandi:
blocca con codice; fai partire un allarme; registra audio; cattura video; scatta foto; cancella SD card; abilita/disabilita Wi-Fi; ottieni lista chiamate e molto altro ancora.

come rintracciare cellulare android



come rintracciare cellulare android

Eri con gli amici ad un concerto e tornato a casa ti sei accorto di non avere più con te il tuo fidato cellulare Android.
Un bel guaio, considerando che non ricordi se, distrattamente l’hai perso o, malauguratamente te l’hanno rubato.
Dai, non disperarti, forse c’è una soluzione, posso spiegarti come rintracciare un cellulare Android.

Devi infatti sapere che i terminali Android commercializzati dal 2010 in poi includono una funzione, denominata Find My Device, che permette di localizzarli su una mappa e comandarli da remoto.
Si tratta di uno tra i più popolari servizi per la localizzazione di smartphone disponibili su Android.
Servizi indubbiamente utili – anche perché per la maggior parte si tratta di strumenti gratuiti – ma per certi versi un po’ limitati.
Per funzionare, infatti, Find My Device (e anche gli altri servizi per rintracciare cellulare Android di cui ti parlerà in questa mia guida) richiedono che il device da localizzare sia acceso, connesso a Internet (tramite rete 3G/LTE o Wi-Fi) e con il GPS attivo:
tutte funzioni che vengono meno se il telefono viene spento, e i ladri purtroppo questo lo sanno.
In poche parole si tratta di soluzioni eccellente per i casi di smarrimento e in alcuni casi utili per quelli di furto ma, niente panico, esistono delle soluzioni alternative pensate principalmente per offrire una protezione adeguata nel caso in cui lo smartphone venga rubato.



Vuoi saperne di più?
Nessun problema, sono qui per questo.
Lascia che ti spieghi come rintracciare cellulare Android con alcuni tra i più polari servizi, tra cui lo strumento Find My Device, incluso “di serie” nel sistema operativo del robottino verde.
Ti auguro una buona lettura.

Come rintracciare cellulare Android (Find My Device )

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Il primo passo che devi compiere è attivare la geolocalizzazione sullo smartphone che intendi rintracciare da remoto.
Recati quindi nel drawer di Android (la schermata in cui ci sono le icone di tutte le app installate sul dispositivo), premi sull’icona Impostazioni, seleziona la voce Geolocalizzazione e sposta su ON la levetta presente in alto a destra nella schermata che si apre.

Ad operazione completata, attiva le funzioni di localizzazione e controllo remoto del servizio Find my Devide. Torna quindi nel drawer di Android, premi nuovamente sull’icona Impostazioni e seleziona la voce Google e poi Sicurezza dalla schermata che si apre.



A questo punto, trova le opzioni Localizza questo dispositivo da remoto e Consenti blocco e cancellazione da remoto (in corrispondenza della voce Gestione Dispositivi Android) e, se necessario, attivale spostando su ON la levetta che le riguarda.
Missione compiuta! Ora puoi localizzare e comandare il tuo device tramite Internet.
Come?
Te lo spiego subito.

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Per rintracciare cellulare Android devi collegarti al sito Internet Find My Device ed effettuare l’accesso a quest’ultimo usando i dati del tuo account Google.
Se lo smartphone è acceso, connesso a Internet (tramite rete dati o Wi-Fi) e ha il modulo GPS attivo, entro qualche secondo vedrai la sua posizione su una mappa di Google Maps e potai comandarlo a distanza.

I comandi per il controllo remoto li trovi in alto a sinistra: Fai squillare permette di far squillare il cellulare in maniera continuativa per attirare l’attenzione degli astanti; la funzione Blocca consente di bloccare il device con un codice di sicurezza (rendendolo quindi inutilizzabile da parte degli sconosciuti); lo strumento Cancella, invece, serve a cancellare tutti i dati presenti sullo smartphone.
Quest’ultima funzione è da usare solo nei casi disperati, quando non ci sono più speranze di recuperare il cellulare, anche perché rende impossibile una nuova localizzazione del terminale da remoto.



Il servizio Gestione Dispositivi Android è accessibile anche da smartphone e tablet Android mediante un’apposita applicazione gratuita che permette di sfruttare tutte le funzionalità del servizio in mobilità.

Come rintracciare cellulare Android (Cerberus)

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Come già detto nell’apertura del post, Gestione Dispositivi Android è un ottimo servizio ma risulta un po’ limitato quando si tratta di rintracciare un cellulare rubato.
Per proteggersi in maniera più efficace contro il furto del proprio smartphone è meglio optare per soluzioni di terze parti, come ad esempio l’ottimo Cerberus.

Cerberus è una delle applicazioni antifurto più complete disponibili nel panorama Android che dà il meglio di sé quando installata sui dispositivi con i permessi di root sbloccati.



Tra le funzionalità di Cerberus vi è la possibilità rintracciare il telefono e comandarlo da remoto, come Gestione Dispositivi Android, ma in più offre la possibilità di inviare comandi al dispositivo via SMS, di registrare l’audio circostante, scattare foto, attivare il GPS quando viene spento e registrare una cronologia degli spostamenti del device in modo da poterlo rintracciare anche da spento (o quantomeno sapere dove si trovava prima che i ladri lo spegnessero).
Il servizio è gratuito per i primi 7 giorni, dopodiché si paga 4,99 euro per sempre.
Da sottolineare che alcune funzioni sono disponibili solo per i device sbloccati tramite root.

Che ne dici di provare quest’applicazione?
Apri il PlayStore di Google e scaricarla:
potrai così usufruire della versione di prova gratuita potendo così decidere se è l’app che fa al caso tuo.



Per scaricarla tramite lo store virtuale di Google, premi sul pulsante Installa e poi su Accetto.
Quando il dowload dell’applicazione sarà terminato, dovrai creare un account nell’applicazione premendo sul pulsante Crea un account Cerberus.
Attraverso l’account registrato potrai interfacciarti con la localizzazione da remoto offerta dal panello web dell’applicazione.

Per completare la registrazione, segui la procedura guidata che visualizzi a schermo.
Inoltre, per completare il collegamento tra lo smartphone e l’applicazione, dovrai premere sul pulsante Abilita amministratore dispositivo e Attiva.
Tale autorizzazioni servono per comandare il tuo smartphone da remoto.
Inoltre, solo nel caso in cui tu disponga di uno smartphone con i permessi di root, premi la voce Concedi permesso Superuser.
In questo modo potrai accedere alle funzioni di Cerberus che richiedono il root del dispositivo (ovvero la riattivazione del GPS e la permanenza dell’anti-furto dopo il reset di Android).



Una volta seguiti questi passaggi avrai configurato correttamente l’applicazione Cerberus:
potrai facilmente localizzare/controllare il tuo smartphone da remoto.
Nelle righe che seguono ti spiego come fare, nei minimi dettagli.

La prima cosa che devi fare per rintracciare il cellulare Android, attraverso Cerberus è quella di collegarti al sito Internet dell’applicazione.
Effettua quindi il login con le credenziali precedentemente registrate premendo sul pulsante Login situato in alto a destra.



Una volta che avrai effettuato l’accesso, dovrai soltanto attendere di riuscire a visualizzare una mappa.
Potrai così vedere la posizione del tuo smartphone tramite Google Maps.

Ti spiego ora come puoi comandare il dispositivo da remoto.
Utilizza il menu a tendina che trovi in alto a sinistra:
avrai a disposizione tutti i comandi per controllare il dispositivo da remoto.
Tra le funzionalità degne di nota ti segnalo la possibilità di far partire un allarme, ottenere la cronologia delle posizioni, scattare foto, realizzare video e molto altro ancora.



Le altre funzionalità di Cerberus di cui voglio parlarti sono situate nell’applicazione su smartphone:
vai alla voce Configurazione principale e metti il segno spunta accanto alla voce Nascondi dalla lista applicazioni.
In questo modo potrai rendere invisibile l’applicazione.
Se individui le voci Blocca menu Power e Blocca status bar potrai tutelarti in caso di furto:
il ladro non potrà spegnere il telefono o visualizzare la barra di stato dalla lock screen.

Come avrai senz’altro capito, Cerberus è l’applicazione per Android più completa di funzionalità che puoi utilizzare, specialmente in caso di furto del dispositivo.



Come rintracciare cellulare Android (Lost Android)

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Altra soluzione anti-furto per Android che ti consiglio di prendere in considerazione è Android Lost che consente di localizzare il telefono e comandarlo via Internet o via telefono.
Tra le sue funzioni più interessanti, ti segnalo la possibilità di ricevere la cronologia di chiamate e messaggi, scattare foto e cancellare il contenuto del dispositivo.



Android Lost è di base gratuito ma include alcune funzioni avanzate, come ad esempio la possibilità di camuffare l’applicazione e impostarla come app di sistema, che richiedono il pagamento di 3,35 euro per essere sbloccate (dopo una trial iniziale di 7 giorni in cui si possono provare gratuitamente).

Anche in questo caso, dopo aver scaricato l’applicazione sul tuo dispositivo dovrai concederle i permessi da amministratore premendo sul pulsante Request Administrator Rights e poi su Attiva.



Le altre funzionalità degne di nota di Android Lost ti permettono di rintracciare il tuo telefono Android, bloccarlo, formattarlo, farlo squillare, scattare foto, registrare l’audio e perfino riattivare GPS; tutto da remoto.
Interessante notare anche che Android Lost ti permetta di comandare da remoto, tramite SMS, lo smartphone Android.

Per ritracciare il tuo cellulare Android, utilizzando Android Lost dovrai recarti sul sito Internet ufficiale dell’applicativo:
AndroidLost.com.
La prima cosa da fare è premere sul pulsante Sign In per autenticarti con il tuo account Google (lo stesso che hai configurato sul cellulare Android che desideri localizzare).
A questo punto non ti resta che premere sul pulsante Permetti per completare il processo di autenticazione.



Una volta che sarai entrato nella piattaforma Web dell’applicazione, ti basterà semplicemente selezionare la scheda Controls e fare clic sul pulsante Send location.
In questo modo potrai visualizzare una mappa di Google Maps e verificare la posizione attuale del tuo smartphone Android.

Per valutare tutte le altre funzionalità di Android Lost ti basta fare clic sulla scheda Status (per attivare/disattivare le varie connessioni), Messages (attivi/disattivi le funzionalità di invio e ricezione SMS da remoto) o Security (potrai bloccare/formattare lo smartphone).



come riavviare android



come riavviare android

Ogni tanto anche gli smartphone Android possono bloccarsi e, molte volte, l’unico modo per sbloccarli è riavviare il sistema.
Tu sai come si fa, giusto?
No?! Allora dobbiamo rimediare subito.
Prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri subito come riavviare un device Android in maniera corretta.

Qui sotto trovi tutte le indicazioni di cui hai bisogno. Vedremo prima come come riavviare Android in maniera tradizionale (anche se questo dovresti saperlo già fare!), poi ci occuperemo del riavvio forzato dei dispositivi bloccati e infine ti farò fare la conoscenza di alcune app che permettono di spegnere e riavviare lo smartphone senza l’ausilio di tasti fisici:
una soluzione perfetta se il tasto di accensione del telefono è rotto o non funziona più bene.



Le indicazioni presenti nel tutorial valgono per la maggior parte dei terminali Android e per tutte le versioni più diffuse del sistema operativo del robottino verde.
Che altro dire?
Buona lettura e buon divertimento! Mi auguro vivamente che questi suggerimenti possano aiutarti a sistemare piccoli fastidi e noie che incontri nell’utilizzo quotidiano del tuo smartphone (o anche del tuo tablet).

Riavvio standard di Android

Per completezza d’informazione comincerei questo tutorial dalla modalità di riavvio standard di Android, quella che tecnicamente viene chiamata anche soft reset.



Per riavviare un telefono Android che funziona correttamente – ma probabilmente già lo saprai – non bisogna far altro che premere il tasto di accensione per qualche secondo, selezionare la voce Spegni che compare al centro dello schermo e attendere che il dispositivo si spenga completamente. Dopodiché bisogna riaccendere lo smartphone tenendo premuto il tasto di accensione per qualche secondo e il gioco è fatto.

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Riavvio forzato di Android

Se vuoi sapere come riavviare Android perché il tuo smartphone si è bloccato e/o non risponde più ai comandi, puoi provare a forzare il suo riavvio tenendo premuto per circa dieci secondi il tasto Power del telefono (ossia il tasto di accensione del terminale).
Il device dovrebbe spegnersi completamente e quindi dovresti essere in grado di riaccenderlo.

Se con il solo tasto di accensione non riesci a riavviare forzatamente lo smartphone, prova ad usare varie combinazioni di tasti (es.
Power+Volume – oppure Power+Home) tenendole premute per 5–10 secondi oppure, se hai uno smartphone con batteria rimovibile, rimuovi la batteria e reinseriscila.



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App per riavviare Android

Il tasto di accensione del tuo smartphone si è rotto?
Non disperare, esistono delle app che consentono di spegnere e riavviare Android mediante l’utilizzo di pulsanti virtuali visualizzati sullo schermo del dispositivo.
Purtroppo necessitano tutte dei permessi di root, quindi funzionano solo se hai effettuato il root su Android, ma una volta superato questo piccolo “ostacolo” puoi utilizzarle senza il benché minimo problema.



Fra le migliori app per riavviare Android senza usare tasti fisici c’è Simple Reboot che è completamente gratuita e include tante funzionalità interessanti.
Permette non solo di riavviare lo smartphone, ma anche di  spegnerlo completamente, effettuare un soft remoto o riavviare il dispositivo in modalità provvisoria.

Per installare Simple Reboot sul tuo smartphone, cerca l’applicazione nel Play Store e premi sui pulsanti InstallaAccetto.
Ad installazione completata, premi sull’icona di Simple Reboot (che per comodità puoi copiare in home screen semplicemente tenendo il dito premuto su di essa e posizionandola nel punto dello schermo che preferisci) e scegli una delle tante opzioni disponibili.



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  • Shutdown – spegne completamente il telefono.
  • Reboot – riavvia lo smartphone normalmente.
  • Soft Reboot – riavvia Android in maniera “leggera”, cioè senza interrompere l’alimentazione energetica del telefono e senza uscire dal sistema operativo.
  • Reboot to recovery – riavvia il telefono ed entra nella Recovery.
    Se non sai di cosa si tratta, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android in cui ti ho spiegato cos’è la Recovery e a cosa serve.
  • Reboot to the bootloader – riavvia il telefono ed entra nel boot loader. Maggiori info sul boot loader sono altresì disponibili nel mio tutorial dedicato al root.
  • Reboot into safe mode – riavvia il telefono in modalità provvisoria, quindi senza caricare le applicazioni di terze parti.
    Per ritornare alla versione standard di Android bisogna spegnere e riaccendere il telefono.

Se non hai eseguito il root sul tuo Android Phone, puoi rivolgerti ad un’altra applicazione, denominata Fast Reboot, che consente di eseguire una sorta di riavvio soft dello smartphone chiudendo tutte le applicazioni e i processi in esecuzione (non è proprio come spegnere il device, ma può essere utile in alcune circostanze). Per utilizzare Fast Reboot non devi far altro che scaricare la app sul tuo telefonino e premere sulla sua icona:
fa tutto da sola, mostrando al termine del “riavvio” un resoconto con l’elenco di tutte le app e tutti i processi terminati.



Riavviare Android per cambiare utente

A partire dalla versione 4.2 su tablet e dalla versione 5.0 su smartphone, Android supporta la configurazione multi-utente.
Ciò significa che è possibile configurare più account utente (e più account Google) sullo stesso device avendo la possibilità di passare da un profilo all’altro in qualsiasi momento.

Se hai configurato più account sul tuo smartphone (basta recarsi nel menu Impostazioni > Utenti e premere sul pulsante Aggiungi utente) e vuoi sapere come riavviare il sistema per passare da un profilo all’altro, sappi che è facilissimo, non c’è nemmeno bisogno di riavviare completamente il sistema.



Tutto quello che devi fare è espandere il menu delle notifiche di Android (effettuando uno swipe dalla cima dello schermo verso il basso), premere sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e selezionare l’account utente da utilizzare.
Android si preparerà per qualche secondo al cambio di profilo e caricherà tutte le app e tutte le preferenze relative a quest’ultimo.

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Per tornare al profilo utente iniziale, stesso discorso:
espandi il menu delle notifiche di Android, premi sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e seleziona l’account da utilizzare.

Come resettare Android

Android è diventato tremendamente lento? Le app vanno continuamente in crash?
Forse anziché un riavvio, dovresti effettuare un ripristino completo del tuo smartphone.
Ripristinando il tuo telefono puoi cancellare tutte le app e i dati conservati su quest’ultimo e riportare le condizioni del sistema allo stato di fabbrica.



Si tratta di una soluzione abbastanza drastica, lo so, ma a volte è l’unica che funziona per risolvere i problemi di prestazioni di Android.
Se vuoi saperne di più leggi la mia guida su come resettare Android in cui ti ho illustrato tutti i passaggi da compiere (inclusi quelli importantissimi relativi al backup dei dati che poi andranno persi).

come resettare box android



come resettare box android

Qualche tempo fa, hai deciso di avvalerti di un TV box Android sia per aggiungere funzionalità multimediali al tuo televisore sia per poter utilizzare al meglio Kodi.
Sul più bello, però, il dispositivo che avevi scelto ha smesso di funzionare in modo corretto:
le app non partono più o, addirittura, lo stesso box si blocca sulla schermata d’avvio, rovinandoti il pomeriggio o la serata che avevi tenuto libera proprio per gustarti un film o una serie TV in pace.

Ma non disperare, il tuo tempo no nè ancora perso:
se seguirai i consigli che intendo offrirti di seguito, in pochi minuti potrai resettare box Android e renderlo di nuovo operativo, ripristinando anche le impostazioni e i profili che avevi preventivamente configurato su Kodi:
in questo modo non dovrai reimpostare manualmente l’intero catalogo multimediale che con tanta cura avevi realizzato!



Per prima cosa, ti indicherò tutti i passaggi che devi effettuare per poter eseguire un backup di Kodi e un backup delle impostazioni di sistema di Android (qualora il TV Box si avviii ancora), per poi procedere con le istruzioni relative al ripristino del box Android, sia utilizzando il sistema operativo che avvalendoti del pulsante di reset, presente praticamente su tutti i dispositivi di questo tipo.
A questo punto, non mi resta altro da fare che augurarti buona lettura e buona fortuna!

Indice

  • Operazioni preliminari
  • Come resettare box Android tramite il sistema operativo
  • Come resettare box Android tramite hardware

Operazioni preliminari

Prima di resettare il tuo box Android, ti consiglio di effettuare alcune operazioni preventive per semplificare la configurazione successiva.
Mi riferisco alla procedura per salvare la configurazione del media center Kodi (di cui ti ho parlato nello specifico nella mia guida dedicata) e a quella per effettuare la medesima operazione con le impostazioni del sistema operativo Android, avvalendoti dell’account Google configurato al suo interno.



Backup impostazioni Kodi

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Per effettuare un backup delle impostazioni di Kodi, avvia l’app sul box Android utilizzando l’icona presente nella dashboard (l’area in cui risiedono i collegamenti rapidi alle app più usate) o nel menu App dello stesso, spostati poi nella barra sinistra di Kodi utilizzando il telecomando, clicca sul pulsante Add-on e ripeti successivamente l’opreazione con il pulsante Installa da repository, collocato in alto a sinistra.



Nella nuova finestra proposta, clicca ancora sulla voce Add-on Programmi, identifica il componente aggiuntivo Backup e premi sul pulsante Installa per effettuare immediatamente il setup dello stesso.

Una volta completata l’operazione, torna alla schemrata principale di Kodi utilizzando il tasto back/indietro del telecomando, accedi alla sezione Add-on collocata nella barra di navigazione sinistra e clicca sull’icona Backup (a forma di disco floppy) residente al suo interno.



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Una volta aperta l’app, clicca sulla voce Backup collocata al suo interno per aprire subito la finestra di configurazione:
per aggiungere un percorso in cui salvare il backup (puoi scegliere tra percorso di rete, chiavetta USB o microSD), clicca sul menu Cartella Remota e seleziona successivamente la voce Seleziona percorso dal menu a tendina Tipo percorso remoto.



A questo punto, spostati sulla voce Seleziona percorso remoto e premi il tasto OK del telecomando per scegliere, di fatto, la cartella da utilizzare:
seguendo le istruzioni proposte nella fienstra successiva, potrai scegliere se salvare il file di backup in un percorso di rete SMB, in una memoria esterna, in un percorso di rete NFS o all’interno di un dispositivo UPnP.

In alternativa, puoi salvare il backup anche su Google DriveDropbox:
in questo caso, nel menu a tendina Tipo percorso remoto, devi scegliere tra uno dei due servizi cloud e seguire le istruzioni visualizzate a schermo per effettuare l’accesso e selezionare la cartella remota in cui salvare il file.



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Una volta completata la fase di selezione della cartella di backup e tornato alla schermata principale dell’add-on, fai clic sul pulsante Selezione File collocato a sinistra, per scegliere cosa includere nel backup di Kodi:
personalmente, ti consiglio di apporre il segno di spunta accanto alle voci Profili, File di configurazione, Add-on Utente Dati add-on per salvare tutte le impostazioni principali del programma.



Una volta completata la scelta, premi sul pulsante OK collocato a destra, clicca per tre volte sul pulsante Back/Indietro del telecomando per tornare alla sezione “Add-on” di Kodi, clicca ancora una volta sull’icona di Backup e, infine, avvia la procedura di salvataggio cliccando sulla voce Backup:
a seconda della dimensione dei file e del percorso scelto, potrebbero essere necessari alcuni minuti per portare a termine il tutto.

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Effettuare il ripristino del backup di Kodi è semplicissimo:
una volta resettato il box Android, apri nuovamente l’app Kodi e installa l’add-on “Backup” come ti ho mostrato in precedenza.

Seleziona, quindi, la voce Ripristino e indica, avvalendoti dei menu e dei pulsanti proposti, il percorso remoto in cui hai salvato il file di backup.
Infine, non devi far altro che cliccare sul nome del file in questione (aiutandoti con la data, se non sai quale scegliere) per avviare il ripristino delle impostazioni.



Backup impostazioni Android

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Effettuare il backup delle impostazioni e delle app installate sul TV Box Android è molto semplice, poiché il tutto si “lega” all’account Google che hai configurato all’interno del sistema oeprativo.



Come dici?
Non hai ancora collegato l’account Google al box?
Non preoccuparti, si tratta di un’operazione estremamente semplice:
per prima cosa, clicca sull’icona di Google Play (a forma di triangolo colorato) annessa alla dashboard o alla schermata Home del sistema operativo, digita, utilizzando la tastiera a schermo attraverso il telecomando, le credenziali del tuo account Google nelle apposite caselle (se non ne disponi, puoi crearlo rapidamente seguendo le mie istruzioni in merito) e premi sul pulsante Accedi.

Una volta effettuato il login, il sistema mostrerà una finestra che chiede se effettuare il backup delle impostazioni (Wi-Fi, contatti, app e così via) che andrai a installare sul sistema operativo:
tutto ciò che devi fare è apporre il segno di spunta accanto all’apposita voce per effettuare il backup automatico dei dati del dispositivo.
Una volta configurato il backup, fai clic sul pulsante Avanti collocato in basso a destra per finalizzare l’operazione.



Se, invece, avevi preventivamente effettuato l’accesso, puoi attivare il backup automatico dalle impostazioni di Android premendo sul pulsante Impostazioni (o SettingsMore Settings o voci simili, variabili a seconda del modello in tuo possesso), cliccando poi sulla voce Backup e Ripristino e assicurandoti che la levetta collocata accanto alla voce Backup dei miei dati sia impostata su ON.

Per ripristinare le impostazioni così salvate, non dovrai fare altro che configurare, una volta resettato il box Android, lo stesso account Google da cui hai agito, per poi confermare la volontà di effettuare il ripristino durante la procedura di configurazione.



Come resettare box Android tramite il sistema operativo

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Ora che hai messo al sicuro i tuoi dati, puoi finalmente resettare box Android e riportarlo allo stato di fabbrica.
In linea di massima, i passaggi da eseguire sono gli stessi che probabilmente hai già effettuato su uno smartphone Android:
l’unica differenza è che, questa volta, dovrai procedere avvalendoti del telecomando.



Dunque, se possibile, avvia il box Android, clicca sul menu Impostazioni (o simili, il nome dipende dal modello di dispositivo in tuo possesso), scegli la voce Memoria e ripristino dalla schermata che si apre, dopodiché clicca sulla voce Ripristino dati di fabbrica:
a questo punto, consapevole del fatto che la procedura cancellerà completamente i dati presenti sul box, clicca sulla voce  collocata nella finestra d’avviso successiva per avviare immediatamente la procedura di ripristino.

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In alcuni box Android, la summenzionata procedura potrebbe leggermente variare:
una volta avuto accesso al menu Impostazioni, potresti aver bisogno di cliccare sulla voce More settings per accedere ai settaggi aggiuntivi di Android.

In questo modo, si aprirà una schermata del tutto simile alle classiche impostazioni di Android su smartphone:
tutto ciò che devi fare, a questo punto, è cliccare sul menu Backup e ripristino e successivamente sulla voce Ripristino dati di fabbrica.



A questo punto, consapevole del fatto che l’operazione cancellerà tutti i dati di Android, non devi fare altro che cliccare sulla voce Ripristina telefono per avviare immediatamente il processo di reset.

Come resettare box Android tramite hardware

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Come dici?
Hai letto attentamente le istruzioni che ti ho fornito finora, ma non hai potuto avvalertene perché il tuo TV Box Android non si avvia affatto?
Non disperare, come ultima spiaggia puoi tentare di resettare il dispositivo tramite l’apposito pulsante hardware, di cui tutti i device di questo tipo sono dotati.



Tale pulsante permette, nello specifico, di effettuare il ripristino istantaneo alle impostazioni di fabbrica salvate nel firmware del box Android, così da poterlo riportare alle impostazioni iniziali anche nel caso in cui si accenda oppure risulti bloccato alla schermata di avvio.

La posizione del pulsante di ripristino cambia su ogni modello:
essa è facilmente riconoscibile poiché si presenta come un piccolo foro, in cui è possibile inserire un piccolo oggetto appuntito (come uno stuzzicadenti o un ago, per intenderci), in alcuni casi accompagnato dalla dicitura RESET e collocato solitamente in prosismità delle porte HDMI e di alimentazione del box.
Ricorda che, anche con questo tipo di ripristino, i dati salvati sul box Android verranno irrimediabilmente persi.



Ad ogni modo, una volta identificato il foro, collega il dispositivo alla corrente elettrica, assicurati che questo sia acceso e, avvalendoti di uno stuzzicadenti o di un oggetto sottile e appuntito, premi delicatamente il pulsante nascosto all’interno del foro e tienilo premuto per almeno 10 secondi.

Fatto ciò, rilascia il pulsante e collega il cavo video (ad es.
HDMI) al televisore per verificare che la procedura sia andata a buon fine:
tieni presente che il primo avvio del sistema operativo potrebbe essere molto lungo (e durare anche 10 minuti), dunque non preoccuparti se, all’inizio, Android potrebbe sembrarti bloccato all’avvio.



come resettare android



come resettare android

Il tuo smartphone Android ha cominciato a fare le bizze?
Si blocca in continuazione e non ti consente più di eseguire molte applicazioni di cui hai bisogno?
Anche le operazioni più banali richiedono tantissimi secondi per essere portate a termine?
In casi come questi potrebbe essere d’aiuto un reset completo del sistema.

Resettando Android puoi cancellare in un sol colpo tutti i dati, le app e le impostazioni presenti sul dispositivo e riportare il sistema operativo allo stato di fabbrica.
Questo permette di risolvere eventuali conflitti di software, debella eventuali infezioni da malware e riporta le prestazioni del terminale su livelli accettabili eliminando quindi i fastidiosi “freeze” e i messaggi d’errore che vedi adesso.



Se utilizzi un telefono (o un tablet) con memoria espandibile puoi applicare la procedura di reset anche alla scheda SD e cancellare tutti i dati presenti su quest’ultima (es.
foto, video e dati delle applicazioni), ma non è un’operazione obbligatoria:
sta a te scegliere in base alle tue esigenze.
Adesso però mettiamo al bando le ciance, rimbocchiamoci le maniche e scopriamo insieme come resettare Android per riportare il tuo smartphone/tablet a nuova vita.
Non ci vorrà moltissimo, vedrai.

Operazioni preliminari

Prima di entrare in azione, ti consiglio vivamente di effettuare una scansione antimalware del tuo device e di salvare tutti i dati presenti sulla sua memoria.
La scansione antimalware può servire nel caso in cui i malfunzionamenti del tuo smartphone o del tuo tablet fossero dovuti alla presenza di software malevolo sul dispositivo:
in questo caso, utilizzando un buon antivirus per Android, potresti riuscire a risolvere tutti i problemi legati a crash, errori ecc.
e potresti riportare le prestazioni del terminale su buoni livelli senza ripristinare il sistema.



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Per quanto riguarda le operazioni di backup, ti consiglio di agire sia a livello locale, copiando i tuoi dati sul PC o su una scheda di memoria esterna, sia in remoto, sfruttando i servizi cloud di Google.
Ecco in dettaglio tutte le app che ti consiglio di utilizzare.



  • Titanium Backup – è l’applicazione numero uno per il backup di Android.
    Permette di salvare dati, impostazioni e applicazioni ma per sfruttarne appieno le funzionalità è richiesto il root.
    La versione di base è gratuita, quella Pro che include il supporto ai servizi di cloud storage e la cifratura dei backup costa 5,99 euro.
    Per scoprire come si usa, leggi il mio tutorial su come effettuare backup su Android,
  • Easy Backup & Restore – altra ottima applicazione dedicata al backup.
    È completamente gratuita e permette di salvare e SMS, MMS, registro chiamate, calendario, segnalibri, dizionario e rubrica.
    Non richiede il root per funzionare.
  • Google Foto – è l’applicazione di Google per la gestione delle foto.
    Offre la possibilità di archiviare i propri scatti e i propri video online online avendo a disposizione uno spazio cloud illimitato.
    Per saperne di più leggi il mio post su come caricare immagini online.

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Ricordati, inoltre, di salvare le chat di WhatsApp su Google Drive e assicurati che tutti i tuoi contatti siano sincronizzati con la rubrica di Gmail (in questo modo li ritroverai tutti al loro posto dopo aver effettuato il reset di Android).



Per quanto concerne foto e video, anche se hai attivato il backup online di Google Foto, ti consiglio di collegare il tuo smartphone/tablet al computer e di copiarli tutti sul computer.
Se non sai come collegare Android al PC, segui le indicazioni presenti nel mio tutorial dedicato all’argomento.

Resettare Android

Adesso è arrivato il momento di resettare Android.
Recati dunque nel menu Impostazioni del tuo dispositivo (l’icona dell’ingranaggio che si trova nella schermata con tutte le app installate sullo smartphone/tablet) e seleziona la voce Backup e ripristino da quest’ultimo. A questo punto, fai “tap” sull’opzione Ripristino dati di fabbrica, digita il PIN di sblocco di Android e premi sui pulsanti Ripristina telefono e Cancella tutto affinché il device venga riportato alle impostazioni di fabbrica con la conseguente formattazione della sua memoria interna.



Se utilizzi un device dotato di memoria espandibile e hai impostato una microSD come memoria primaria, puoi formattare il contenuto della microSD (quindi applicazioni, foto e dati delle app) recandoti nel menu Impostazioni > Archiviazione e USB > Scheda SD di Android, premendo sul pulsante (…) che si trova in alto a destra e selezionando l’opzione Formatta come memoria portatile dal menu che compare.
Così facendo la memory card verrà formattata e riportata allo stato di memoria secondaria.

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Dopo qualche secondo di attesa il tuo telefono (o tablet) si riavvierà e partirà la procedura di configurazione iniziale di Android.
Imposta quindi l’utilizzo della lingua italiana, collegati a una rete wireless, esegui l’accesso con il tuo account Google (oppure creane uno nuovo premendo sull’apposita voce) e scegli se ripristinare il dispositivo usando un backup precedente o se configurarlo come un nuovo terminale.
Nel primo caso devi scegliere il backup da ripristinare dal menu a tendina Ripristina da questo backup e le applicazioni da reinstallare dal menu a tendina Includi anche.
Se invece vuoi ripartire da zero, espandi il menu Ripristina da questo backup e seleziona la voce Configura come nuovo dispositivo da quest’ultimo.

Per concludere, scegli se attivare il backup automatico di app, dati e impostazioni (tramite Internet), se abilitare i servizi di localizzazione e se contribuire al miglioramento dei servizi Google inviando statistiche d’uso anonime, premi su Avanti, OK e divertiti a usare il tuo “nuovo” dispositivo Android.



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Per ripristinare i dati salvati precedentemente con Titanium Backup o Easy Backup fai ancora una volta riferimento alla mia guida su come effettuare backup Android.



Hard reset Android

Nel malaugurato caso in cui il tuo smartphone/tablet Android non funzionasse in maniera corretta e si fosse bloccato, puoi resettare Android ricorrendo a una procedura denominata hard reset. Per effettuare l’hard reset di uno smartphone Android bisogna spegnerlo e accedere alla recovery, un software che opera al di fuori del sistema operativo e consente di avviare la cancellazione di dati e impostazioni (oltre che di compiere molte altre operazioni).

La recovery può essere stock o personalizzata:
quella stock si trova preinstallata sul proprio dispositivo al momento dell’acquisto (quindi è quella predefinita di Android) e presenta una serie di funzioni abbastanza limitata, quella personalizzata invece si installa separatamente (te ne ho parlato anche nel mio tutorial su come effettuare il root su Android) e permette di compiere un numero maggiore di operazioni, come ad esempio il backup e il ripristino dei dati e l’installazione di ROM personalizzate.
Per l’hard reset fortunatamente basta la recovery stock.



Per accedere alla recovery devi riavviare il tuo terminale in recovery mode, operazione che generalmente si fa premendo i tasti Volume +, Power e Home contemporaneamente (oppure Volume – e Power) fino a che lo smartphone/tablet non si riavvia.
Se il tuo device è bloccato e non riesci a spegnerlo, prova a rimuoverne temporaneamente la batteria o cerca su Internet la combinazione di tasti per forzarne lo spegnimento.

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A questo punto, devi selezionare la voce Recovery dal menu che si apre e avviare un Wipe Data/Factory Reset selezionando l’apposita opzione.
Per spostarti nei menu della recovery utilizza il tasto Volume –, mentre per selezionare le varie opzioni utilizza Volume +.

Una volta effettuato il wipe del tuo dispositivo Android, riavvialo (selezionando la voce Reboot) e dovrebbe partire la procedura di configurazione iniziale del sistema operativo, che puoi portare a termine seguendo le indicazioni che ti ho fornito prima.



come registrare telefonate android



come registrare telefonate android

Il tuo smartphone Android può fare davvero di tutto:
riprodurre musica, scattare foto spettacolari, eseguire videogame di ultima generazione; e l’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Ma ti sei mai chiesto se sarebbe anche in grado registrare le chiamate? Ebbene, sappi che la risposta è sì! Ma che cosa, di preciso, bisogna fare per registrare telefonate Android?
Leggi questa mia guida sull’argomento e lo scoprirai!

Nelle righe successive andrò infatti ad indicarti quali operazioni bisogna compiere per riuscire “nell’impresa” e, soprattutto, a quali app bisogna rivolgersi per riuscirci.
Scaricando le app giuste dal Play Store, puoi infatti trasformare il tuo telefonino in un registratore e captare tutto quello che viene detto nel corso di una chiamata, sia da te che dal tuo interlocutore.



Se sei quindi effettivamente interessato alla questione e desideri saperne di più, ti invito a non perdere ulteriore tempo prezioso, ad afferrare il tuo cellulare ed a concentrarti su questa mia guida su come registrare telefonate Android.
Però, mi raccomando, se provi a svolgere un’operazione del genere avverti chi si trova dall’altro capo del telefono:
registrare la conversazione a sua insaputa potrebbe violare la sua privacy (anche se la legge ammette la registrazione delle chiamate, a patto che poi queste non vengano divulgate pubblicamente).
Io non mi assumo alcuna responsabilità in merito.

Operazioni preliminari

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Mi spiace darti subito due cattive notizie – se così le vogliamo definire – ma per registrare le chiamate in modo serio, cioè con una buona qualità audio e in modo che si senta chiaramente la voce di entrambi gli interlocutori, occorre sbloccare Android e bisogna mettere in conto di sborsare qualche euro.

Sul Play Store, infatti, sono disponibili tantissime app che promettono di registrare telefonate Android in maniera totalmente gratuita e senza effettuare il root (cioè senza sbloccare il sistema operativo), purtroppo però, da quello che ho potuto rilevare nei miei test, non sono quasi mai affidabili.



Il primo passo che ti consiglio di compiere, dunque, è quello di effettuare il root su Android seguendo le indicazioni presenti nella mia guida sull’argomento:
è un’operazione un po’ impegnativa, lunga, e con qualche controindicazione pesante da superare, ma non è impossibile da portare a termine, te l’assicuro.

Una volta sbloccato il tuo terminale, collegati al Play Store e acquista CallRecorder, quella che probabilmente è la migliore app per registrare le chiamate disponibile attualmente su Android.
Costa 10,99 euro ma, se vuoi, puoi scaricarne anche una versione di prova gratuita della durata di una settimana.
Non sai come installare le applicazioni scaricate al di fuori del Play Store?
Nessun problema, leggi il mio tutorial su come installare APK e troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.



Registrare telefonate Android

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Una volta completata la procedura di installazione dell’app, avvia CallRecorder e premi prima sul pulsante Concedi per consentire all’applicazione di accedere al sistema con i permessi di root e poi su Accetta e OK per accettare le condizioni d’uso del software.
A questo punto, sei già pronto per entrare in azione!



Non appena avvierai o riceverai una chiamata, CallRecorder, infatti, si avvierà in automatico e registrerà la telefonata.
Ti accorgerai della sua presenza grazie a un’icona verde che comparirà nella schermata con la foto del tuo interlocutore.

Al termine della conversazione, potrai ascoltare le registrazioni delle tue chiamate semplicemente avviando CallRecorder e premendo sul riquadro relativo alla telefonata che vuoi riprodurre.
Tenendo premuto il dito sul titolo di una conversazione (es.
, 10 aprile, 21:12:33) e premendo sull’icona dei tre puntini in alto a destra potrai convertire la registrazione in MP3 o AMR e criptarla per impedire accessi non autorizzati.



Inoltre, premendo sull’icona della condivisione collocata sempre in alto a destra potrai inviare la registrazione selezionata ad un’altra app installata sul telefono e farne ciò che vuoi:
salvarla su un servizio di cloud storage, modificarla, inviarla via email e via di seguito.

Qualora riscontrassi dei problemi in fase di registrazione, prova ad entrare nel menu delle impostazioni di CallRecorder effettuando uno swipe da sinistra verso destra e selezionando la voce Impostazioni dalla barra che compare di lato e cambia il metodo di registrazione dalla schermata Registrazione.
C’è anche un metodo di registrazione che funziona senza il root (Standard API) ma di solito non riesce a captare la voce dell’interlocutore o la capta a volume bassissimo.



Per disattivare CallRecorder senza disinstallare l’applicazione, recati nel menu Impostazioni dell’applicazione, premi poi sulla voce Registrazione e sposta su OFF la levetta che si trova in alto a destra.
Se invece vuoi bloccare la registrazione solo per un contatto, un gruppo di contatti o un numero di telefono specifico, seleziona la voce Eccezioni e premi sul bottone + per indicare le persone da escludere dalle registrazioni automatiche.

Soluzioni alternative

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Nel caso in cui CallRecorder non dovesse soddisfarti, puoi provare RMC:
Android Call Recorder
, un’applicazione gratuita che nelle mie prove ha dato buoni risultati. Funziona su tantissimi modelli di smartphone, anche quelli più datati/economici, anche se su alcuni device potrebbe offrire una qualità di registrazione non eccelsa (specie per quanto riguarda quello che dice l’interlocutore che si trova dall’altra parte).

Utilizzare RMC:
Android Call Recorder
 è un vero gioco da ragazzi.
Tutto quello che devi fare è scaricare l’applicazione sul tuo telefono mediante il collegamento al Play Store che ti ho appena fornito ed avviarla.
Successivamente accetta le sue condizioni di utilizzo premendo sul pulsante Accept, dopodiché metti il segno di spunta accanto alle voce Activate Service per rendere attiva la registrazione automatica delle chiamate e scegli se nascondere o meno i riferimenti all’applicazione durante le telefonate.



Se vuoi mantenere la app visibile con notifiche a fine chiamata ed un’icona nella barra di stato di Android, lascia tutte le impostazioni così come stanno, in caso contrario togli i segni di spunta dalle voci Show notification e Show Review.
L’app entrerà in funzione automaticamente, quindi la registrazione delle chiamate avverrà senza che tu debba avviare precedentemente RMC:
Android Call Recorder o compiere operazioni particolari.

A chiamate terminata, potai riascoltarla dalla app avviando quest’ultima e selezionando la scheda Unsorted dalla sua schermata principale.
In seguito, fai tap sul nome della registrazione da ascoltare (es. Incoming_Call – nome interlocutore – xxxx.mp3), seleziona la voce Play dal menu che compare e potrai ascoltare la registrazione selezionata direttamente dallo smartphone.



Dallo stesso menu, puoi inoltre archiviare la registrazione nell’elenco delle registrazioni importanti (Move to Important), rinominarla (Rename), condividerla via Bluetooth o email (Share) o cancellarla (Delete).
Per accedere alle impostazioni della app, devi invece premere il tasto Menu del telefono e selezionare prima il pulsante Dashboard che compare in basso e poi la voce Settings dalla barra laterale di sinistra.

Nello sfortunato caso in cui la voce dell’interlocutore presenta un volume eccessivamente basso, puoi esportare la registrazione sul computer (scovandola nella cartella RecordMyCall del telefono) ed amplificare il volume con programmi come Audacity (se ben ricordi te ne ho parlato nella mia guida su come usare Audacity) oppure puoi provare a selezionare Phone Call come Audio Source nel menu Tricks della app.



Neppure RMC:
Android call Recorder è riuscita a convincerti e sei ancora alla ricerca di una qualche soluzione che ti consenta di registrare telefonate Android?
Allora perché non provi ad utilizzare Registratore di chiamate?
Si tratta di un’altra app utile per lo scopo in questione di cui, se ben ricordi, te ne ho parlato qualche tempo fa in maniera abbastanza dettagliata nella mia guida su come ascoltare le telefonate.

come registrare schermo android



come registrare schermo android

Vorresti registrare lo schermo del tuo smartphone Android per creare una breve presentazione da postare sul tuo blog e/o sul tuo canale YouTube ma non sai come riuscirci?
Non ti preoccupare, ormai esistono tantissime app per registrare schermo Android, tutte gratuite ed estremamente facili da utilizzare, che non aspettano altro che essere provate! Non devi far altro che sceglierne una, installarla e utilizzarla seguendo le indicazioni che sto per darti.

Grazie a queste applicazioni potrai registrare tutto quello che succede sullo schermo del tuo dispositivo Android, smartphone o tablet che sia, dalla home screen alle applicazioni passando per i videogame.
Inoltre potrai commentare tutte le operazioni che svolgi e registrare la tua narrazione come traccia audio del video.
Rimarrai stupito da quanto è semplice!



Ho giusto un’unica raccomandazione da farti:
se utilizzi un terminale equipaggiato con Android 4.4 KitKat, prima di utilizzare una qualsiasi delle app elencate di seguito, effettua il root (trovi spiegato come fare nella guida che ho scritto sull’argomento).
Se invece utilizzi un device animato da Android 5.0 o da una versione superiore del sistema operativo di casa Google, nessun problema, la registrazione dello schermo funziona anche senza aver ottenuto i permessi di root.
Detto questo possiamo passare all’azione:
nelle righe che seguono ti spiegherò come registrare lo schermo Android.
Buona lettura e buon divertimento!

ADV Screen Recorder

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ADV Screen Recorder è una delle migliori applicazioni per registrare schermo Android presenti attualmente sul Play Store.
È completamente gratuita e include tantissime funzioni avanzate:
cattura l’audio del microfono, permette di aggiungere un box con l’inquadratura della fotocamera frontale o posteriore alle registrazioni, supporta l’aggiunta di annotazioni e disegni, consente di regolare frame rate (fino a 60 fps), risoluzione del video e molto altro ancora.
Non richiede il root, ma purtroppo è compatibile solo con Android 5.0 e superiori.



Per utilizzare ADV Screen Recorder, scarica l’applicazione dal Google Play Store e avviala.
A questo punto, ti troverai nel menu principale e dovrai modificare per prima cosa le impostazioni di registrazione dello schermo.
Per farlo, fai tap sull’icona […] che si trova in alto a destra e poi sulla voce Settings presente nel menu che si apre, scegli le tue preferenze relative a risoluzione, audio, frame rate ecc.
e torna nel menu iniziale dell’applicazione premendo il pulsante con il simbolo della freccia indietro.

Ora, fai “tap” sull’icona dell’obiettivo collocata in alto a destra e premi prima su Avvia Adesso per attivare i comandi di registrazione.
Attenzione però, non mettere il segno di spunta accanto alla voce Non mostrare più in corrispondenza del menu che è appena apparso o la app potrebbe andare in crash:
si tratta di problema che dovrebbe riguardare solo Android 5.1, ma al momento in cui scrivo non è stato ancora risolto.
Se per sbaglio metti la spunta su quella voce e non riesci a utilizzare ADV Screen Recorder, reinstalla l’applicazione.



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Superato questo step, vai sulla home screen di Android o nell’applicazione che vuoi registrare e premi prima sull’icona della telecamera collocata in alto a destra e poi sul pulsante OK per chiudere il menu fluttuante.
Effettua quindi la tua registrazione e, quando sei arrivato alla fine, stoppa la registrazione aprendo il menu delle notifiche di Android (quindi toccando la barra situata in cima allo schermo e trascinando il dito verso il basso) e premi il bottone Stop.



Se vuoi aggiungere un disegno o un’annotazione sullo schermo, richiama il menu delle notifiche di Android durante la registrazione e premi sul pulsante Draw.
In alto a sinistra comparirà anche una tavolozza attraverso la quale impostare il colore della matita virtuale.
Più facile di così?

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Le registrazioni vengono salvate in formato MP4 nella cartella /ADVScreenRecorder/ del dispositivo.
Possono essere visualizzate direttamente dalla schermata iniziale di ADV Screen Recorder, premendo sulle loro miniature e scegliendo uno dei player installati su Android, oppure tramite la app Galleria di Android, cercando l’album ADV Screen Recorder.

L’applicazione ADV Screen Recorder è gratuita e si supporta tramite banner pubblicitari non particolarmente invasivi.



Rec Screen Recorder

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Rec Screen Recorder è un’altra applicazione molto apprezzata dagli utenti Android per registrare lo schermo dei loro dispositivi.
È disponibile in due versioni:
una gratuita con pubblicità e una a pagamento (2,89 euro) che elimina i banner, consente di nascondere le notifiche di registrazione e include altre funzioni extra come preset predefiniti aggiuntivi per le impostazioni di registrazioni.
È compatibile con Android 4.4 KitKat (solo previa effettuazione del root) e con Android 5.0 e superiori (senza root).



Per utilizzarla, scaricala dal Play Store, avviala e imposta le preferenze relative alla registrazione che vuoi effettuare.
Puoi regolare le dimensioni del video (cioè la sua risoluzione), il Bit rate (in Mbps), il nome del file e la durata massima della registrazione (max 1 ora).
Mettendo o togliendo la spunta dalla voce Audio puoi invece decidere se attivare o disattivare la registrazione dell’audio, mentre premendo su Registra e poi su Avvia adesso puoi avviare la registrazione dello schermo.

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Nota: se utilizzi Android 5.1, anche in questo caso, prima di avviare la registrazione non mettere il segno di spunta accanto alla voce Non mostrare più o l’applicazione potrebbe andare in crash.
In caso di problemi, prova a reinstallare l’applicazione.

Quando hai finito di lavorare alla tua registrazione, richiama il menu delle notifiche di Android (toccando la barra situata in cima allo schermo e trascinando il dito verso il basso) e premi il bottone Registrando.



Le registrazioni vengono salvate in formato MP4 nella cartella /Rec/ del dispositivo e possono essere visualizzate accedendo all’applicazione Galleria, cercando l’album REC.

Mobizen Screen Recorder

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Se vuoi sapere come registrare lo schermo Android devi pensare di affidarti a una tra le applicazioni più note in quest’ambito:
Mobizen Screen Record.
Tale applicazione è nota e utilizzata per registrare i gameplay su Android.
Proprio per questo motivo può essere usata in maniera altrettanto semplice per registrare lo schermo Android.

Mobizen Screen Recorder è gratuita, permette la registrazione video con una risoluzione massima di 720p, e include diversi strumenti per personalizzare le registrazioni effettuate.
L’applicazione include anche la possibilità di registrare la fotocamera frontale del proprio smartphone per includere il proprio volto nelle registrazioni.
Se vogliamo trovare una pecca in quest’applicazione, è da imputarsi a Mobizen Screen Recorder l’applicazione di un watermark nei video registrati, anche se è possibile disattivare manualmente tale opzione, recandosi nelle impostazioni dell’app.



Inoltre, trattandosi di un’applicazione gratuita, si supporta tramite la pubblicità:
purtroppo però i banner sono un po’ invasivi.
Detto questo, sei pronto per scoprire come utilizzare Mobizen Screen Recorder?
Te lo spiego nelle righe qui di seguito.

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Per prima cosa, dopo aver scaricato e installato Mobizen sul tuo smartphone, avvia l’applicazione e premi sul pulsante Benvenuto e poi su quello Avvia adesso per avviare la cattura dello schermo.
Attendi a questo punto che venga portata a termine la procedura dedicata alla configurazione iniziale della app, affinché vengano impostate in maniera automatica le migliori impostazioni per la registrazione.
Terminata la procedura di configurazione, potrai incominciare a registrare lo schermo del tuo smartphone (o tablet) con Mobizen.

Fatto questo, per poter avviare una registrazione dello schermo del tuo dispositivo Android con Mobizen, recati nella home screen e premi sul pulsante arancione fluttuante con il simbolo M che sarà comparso sul lato destro dello schermo.
Per avviare seleziona l’icona dellavideocamera dal menu che si apre e premi sul pulsante Avvia adesso .



D’ora in avanti potrai utilizzare il tuo smartphone come al solito e potrai registrare qualsiasi schermata del tuo dispositivo.
Per interrompere la registrazione, premi nuovamente sul pulsante arancione fluttuante con il simbolo M, premi il pulsante Stopdal menu che si apre e rispondi Vicinoquando comparirà una notifica su schermo.

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Tutti i video registrati con Mobizen saranno visibili come al solito nell’applicazione Galleria di Android.
Tramite l’applicazione è anche possibile effettuare un editing di base, tramite lo strumento di modifica integrato.
Per farlo, pemi sul pulsante arancione fluttuante con il simbolo M situato sul lato destro dello schermo, tocca l’icona con i quattro quadratini dal menu che compare e fai uno swipe da destra verso sinistra.

Una volta fatto, cerca il video che desideri modificare e poi premi sulla icona con il simbolo della matita. Potrai così modificare il tuo video aggiungendo alcuni effetti di base.
Al termine dell’utilizzo, per chiudere Mobizen Screen Recorder, dovrai tenere premuta l’icona fluttuante con il simbolo M e trascinarla sulla che vedrai comparire in fondo allo schermo.



Mobizen Screen Recorder potrebbe non funzionare con dispositivi con sistema operativo Android 4.4 o precedente.
Per utilizzarla è necessaria di un’app gratuita sul PC per effettuare il collegamento tra il dispositivo Android e il PC.
Trovi tutte le informazioni di cui hai bisogno per eseguire tale procedura sul sito ufficiale di Mobizen.

Metodi di registrazione alternativi

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Nel caso in cui tu stia utilizzando una vecchia versione di Android inferiore alla 4.4 oppure non riesci a far funzionare le applicazioni che ti ho appena consigliato, puoi eventualmente registrare schermo Android collegando il tuo smartphone/tablet al computer e utilizzando l’SDK di Android.



Purtroppo non si tratta di una procedura molto comoda, o breve, ma è una delle poche strade che puoi seguire.
Per saperne di più, ti invito alla lettura della mia guida dedicata, intitolata su come filmare lo schermo Android.
Troverai tutti le spiegazioni passo per passo che ti permetteranno di capire come eseguire la procedura.

come recuperare video cancellati da whatsapp android



come recuperare video cancellati da whatsapp android

Hai deciso di ripulire la memoria del tuo dispositivo Android e, come da prassi, hai provveduto a eliminare tutti quei video ricevuti dagli innumerevoli gruppi di WhatsApp di cui fai parte.
Trascorsi alcuni minuti, però, ti sei ricordato che avevi tutta l’intenzione di conservare alcuni di quei filmati, poiché ritraevano ricordi per te importanti:
il problema è che, non avendone un’altra copia, proprio non sai come porre rimedio al tuo errore.
Lasciami indovinare, le cose stanno esattamente così?
Allora ho un’ottima notizia per te:
ti trovi nel posto giusto, al momento giusto!

Con la guida di oggi, infatti, andrò a spiegarti come recuperare video cancellati da WhatsApp Android illustrandoti una serie di procedimenti che, nella maggior parte dei casi, permettono di ottenere nuovamente l’accesso ai filmati nel giro di qualche secondo.
Dopodiché sarà mia cura darti qualche informazione in più relativa ai programmi e alle app dedicati all’analisi della memoria di Android, da usare nel caso in cui qualcosa non dovesse andare per il verso giusto.



Allora, cosa ci fai ancora lì impalato?
Ritaglia un po’ di tempo libero per te e leggi attentamente tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento:
posso garantirti che, al termine di questa guida, avrai acquisito le competenze necessarie per ottenere il risultato che ti sei prefissato.
A questo punto, non mi resta altro da fare, se non augurarti buona lettura e farti un gigantesco in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite la Galleria
  • Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite backup
  • Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite cloud
  • Altri metodi per recuperare video cancellati da WhatsApp Android

Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite la Galleria

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Se hai eliminato il messaggio di chat contenente il video di tuo interesse, senza però apporre il segno di spunta accanto alla voce Elimina media dal telefono, allora ci sono ottime probabilità che il filmato sia ancora lì, nella Galleria di Android, pronto per essere recuperato.

Per impostazione predefinita, infatti, WhatsApp salva tutte le immagini e i video ricevuti all’interno di una cartella dedicata, residente nella Galleria del sistema operativo; dunque, a meno che tu non abbia disattivato la funzione per salvare automaticamente le foto di WhatsApp, i file di tuo interesse sono salvi.



Per potervi accedere, avvia l’app di Google Foto (o qualsiasi app preposta alla gestione dell’archivio fotografico) richiamandola dal drawer di Android, fai tap sulla scheda Album e il gioco è fatto:
a questo punto, non ti resta che entrare nell’album WhatsApp Video e potrai così visualizzare i filmati inviati e ricevuti su WhatsApp, inclusi quelli collegati ai messaggi eliminati.

Su alcune versioni di Android, i video ricevuti su WhatsApp potrebbero non essere visualizzati nell’app dedicata alla gestione di foto e video, per precisa impostazione del sistema operativo.
Ciò, tuttavia, non significa che essi non siano più presenti sul telefono, anzi!



Per potervi accedere, devi servirti di un gestore file, come Files di Google (preinstallato su tutte le versioni di Android più recenti):
dopo aver aperto l’app in questione e averle concordato, se necessario, i permessi per operare sulla memoria del device, fai tap sulla scheda Sfoglia collocata in basso, tocca la cartella Memoria interna (o Scheda SD, se hai scelto di salvare i file su microSD) e, per poter visualizzare i filmati ricevuti tramite WhatsApp, recati nel percorso WhatsApp > Media > WhatsApp Video.

Se, invece, il video che ti interessa recuperare era stato realizzato e inviato da te, potrai trovarlo nella cartella Sent situata all’interno del percorso WhatsApp Video.



Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite backup

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Se i filmati ricevuti o inviati su WhatsApp sono stati cancellati anche dalla memoria dello smartphone, puoi tentare di recuperarli avvalendoti del backup delle conversazioni, a patto che tu abbia preventivamente abilitato la funzione di salvataggio automatico di WhatsApp su Google Drive e/o in locale, così come ti ho spiegato nella mia guida dedicata all’argomento, oppure realizzato manualmente un backup delle conversazioni.



Va da sé che la data di realizzazione del backup, automatico o manuale che sia, dev’essere antecedente a quella in cui hai eliminato il video:
per verificarlo, avvia l’app di WhatsApp, fai tap sul pulsante (⋮) collocato in alto a destra e tocca la voce Impostazioni situata nel menu che va ad aprirsi.

Successivamente, recati nelle sezioni Backup > Backup delle chat e, per concludere, verifica la data e l’ora indicate accanto alla scritta Ultimo backup.
Qualora la data in cui è stato creato il backup fosse effettivamente precedente a quella in cui hai eliminato il video, puoi recuperare quest’ultimo con facilità, sfruttando la funzione di ripristino di WhatsApp.
Tieni presente, però, che così facendo perderai tutti i messaggi (insieme ai relativi file multimediali) ricevuti e inviati successivamente alla data del backup.



È inoltre indispensabile che, all’interno dei backup, sia stato incluso il salvataggio dei video (risultato ottenibile spostando su ON la levetta Includi video, situata nel pannello Impostazioni > Chat > Backup delle chat di WhatsApp).

Tutto chiaro?
OK, allora procediamo.
Per prima cosa, disinstalla l’app di WhatsApp dal telefono utilizzando la procedura “classica” prevista da Android:
in linea di massima, devi effettuare un tap prolungato sulla sua icona (quella situata nel drawer), sfiorare la voce Disinstalla annessa al menu visualizzato a schermo (oppure “trascinare” l’icona verso il cestino che compare in cima allo schermo) e, infine, premere sul pulsante OK.
Per indicazioni più approfondite sulla disinstallazione delle app su Android, puoi consultare la guida che ho dedicato al tema.



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Ora, segui le istruzioni più appropriate al tuo caso, a seconda che i backup siano stati conservati su Google Drive oppure sulla memoria locale del telefono.



  • Backup su Google Drive – scarica nuovamente WhatsApp dal Google Play Store, avvia l’app e segui la solita procedura di configurazione iniziale:
    verifica il tuo numero di telefono, attendi la ricezione dell’SMS di conferma (immettendo, se necessario, il codice di sicurezza nell’apposito campo) e conferma la tua intenzione di voler ripristinare le chat dai dati di backup precedenti.
    Completato il ripristino dei file, devi semplicemente scegliere il nome da visualizzare e la foto profilo per poter usare nuovamente l’applicazione.
  • Backup locale – prima ancora di procedere con il ripristino dell’app, devi “forzare” WhatsApp a leggere i dati dal backup locale.
    Per agire in tal senso, collegati al pannello di gestione di Google Drive ed effettua l’accesso con l’account Google configurato su Android.
    A login avvenuto, fai clic sul riquadro relativo a WhatsApp Messenger e clicca sui pulsanti Rimuovi accessoOK, per far sì che l’app non utilizzi più, temporaneamente, Google Drive per il salvataggio/ripristino dei dati.
    Fatto ciò, provvedi a reinstallare e configurare nuovamente WhatsApp seguendo le stesse indicazioni che ti ho fornito al punto precedente.

Completato il ripristino del backup, puoi ritrovare i video eliminati in precedenza (ma anche le foto e tutti gli altri file) all’interno delle chat in cui li avevi ricevuti:
per riuscirci, apri la chat di tuo interesse, fai tap sul pulsante (⋮) residente in alto a destra e tocca la voce Media nel menu che compare.

Recuperare video cancellati da WhatsApp Android tramite cloud

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Se avevi attivato il salvataggio automatico delle cartelle multimediali di WhatsApp su Google Foto, oppure caricato manualmente (e poi eliminato) i video su altri servizi cloud, quali Dropbox o OneDrive, esistono ottime probabilità che i video eliminati dal telefono siano ancora lì, pronti per essere recuperati.



Qualora avessi preventivamente configurato Google Foto per il caricamento delle immagini e dei video sul cloud (attivando la levetta Backup e sincronizzazione in fase di primo accesso all’app) e, successivamente, attivato il salvataggio automatico della cartella WhatsApp video (rispondendo affermativamente alla notifica visualizzata a schermo), allora i video cancellati sono quasi certamente al sicuro sullo spazio dedicato di Google.

Per accedervi, non devi far altro che aprire l’app Google Foto, recarti nella scheda Album (in basso) e, da lì, selezionare l’album WhatsApp Video:
con un po’ di fortuna, dovresti riuscire a trovare i video di tuo interesse.



Laddove, invece, avessi provveduto a eliminare i filmati di WhatsApp anche all’interno di Google Foto, puoi tentare di recuperarli dal Cestino dell’app (dove gli elementi cancellati restano per 30 giorni, prima dell’eliminazione definitiva):
per accedervi, sfiora il pulsante  situato in alto a sinistra e scegli la voce Cestino dal menu visualizzato.

In seguito, fai tap sul video che intendi recuperare e tocca il bottone Ripristina, per riportarlo nell’album WhatsApp Video.
Tieni presente che i file eliminati restano archiviati nel cestino per un periodo pari a 30 giorni, trascorsi i quali essi vengono definitivamente cancellati dal cloud.



Se stai leggendo questa guida a scopo preventivo, sappi che puoi attivare il backup della cartella WhatsApp Video in Google Foto nel seguente modo:
dopo aver avviato l’app, tocca il pulsante  posto in alto a sinistra, scegli le voci ImpostazioniBackup e sincronizzazione e, se necessario, attiva la levetta che trovi in cima al nuovo pannello visualizzato.

Al fine di avvalerti dello spazio di archiviazione gratuito, imposta l’opzione Dimensioni caricamento su Alta qualità (spazio di archiviazione illimitato).
In seguito, tocca l’opzione Cartelle dispositivo e sposta su ON la levetta posta in corrispondenza della voce WhatsApp Video (e di qualsiasi altra cartella tu voglia effettuare il backup).



Per ulteriori informazioni sui backup automatici e al funzionamento dell’app Google Foto, ti invito a leggere la guida che ho dedicato specificamente a questo servizio.

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Come dici?
Avevi archiviato i video di WhatsApp su Dropbox oppure su OneDrive ma, in un attimo di rabbia, hai provveduto a eliminarli anche da lì? Non temere, anche in questo caso puoi avvalerti del cestino, presente su entrambe le piattaforme cloud, per ripristinare i video cancellati.

Per quanto riguarda Dropbox, il cestino non è integrato all’interno dell’app ma può essere visitato solo tramite il pannello Web del servizio.
I file restano per 30 giorni al suo interno, prima dell’eliminazione definitiva.



Per accedervi, avvia il browser che sei solito usare per navigare su Internet (ad es.
Chrome), collegati al sito dropbox.com, sfiora la voce Accedi collocata in alto a destra e inserisci, negli appositi campi, l’indirizzo email e la password del tuo account.

A login completato, fai tap sul pulsante  collocato in alto a sinistra, scegli la voce File dal nuovo pannello visualizzato e, in seguito, tocca nuovamente il pulsante  per poi selezionare la voce Eliminati di recente.
Una volta individuato il filmato che vuoi recuperare, fai tap sulla sua icona e poi sul pulsante Ripristina, situato in fondo al riquadro visualizzato, per riportarlo tra i file di Dropbox.



Se disponi dell’app di OneDrive, invece, puoi accedere al cestino toccando la scheda Me (in basso a destra) e selezionando la voce Cestino situata nel menu che compare.  Una volta individuato il video da recuperare, fai tap sulla sua icona e, per ripristinarlo, tocca l’icona della freccia circolare con l’orologio che compare in alto.

Altri metodi per recuperare video cancellati da WhatsApp Android

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Aspetta un attimo, mi stai dicendo che non disponi di alcun backup utile e che, sul cloud, non c’è traccia dei filmati che intendi recuperare, pertanto non sei riuscito a recuperare i video cancellati da WhatsApp Android?

A questo punto, il miglior consiglio che mi sento di darti è quello di utilizzare alcuni specifici software finalizzati al recupero dei file cancellati.
Poiché le possibilità di recupero variano in base all’uso che hai fatto del dispositivo (più file sono stati creati/modificati in seguito all’eliminazione del video, meno sono le probabilità che il recupero vada a buon fine), non posso garantirti un margine di successo del 100%, ma vale comunque la pena tentare.



Per ottenere informazioni dettagliate sui programmi disponibili per lo scopo e le loro modalità d’uso, ti invito a leggere la mia guida su come recuperare i dati da cellulare, nella quale ho avuto modo di approfondire la questione.

Infine, se non hai a disposizione un computer, puoi tentare di effettuare il recupero tramite alcune specifiche app per Android, delle quali ti ho parlato nel mio tutorial su come recuperare i video cancellati su Android:
anche in questo caso, non mi è possibile garantirti la riuscita del recupero dei file, ma è sempre meglio di niente.