come cancellare cronologia android



come cancellare cronologia android

Il tuo smartphone Android finisce spesso tra le “grinfie” di parenti e amici e non ti va che loro possano ficcare il naso fra i siti Internet che hai visitato?
La soluzione è semplice:
cancella con una certa frequenza la cronologia del tuo browser e non avrai più problemi di questo tipo.

Come dici?
Ci hai già pensato ma non essendo particolarmente ferrato in campo tecnologico non sai ancora come cancellare cronologia Android?
Non ti preoccupare, rimediamo subito.
Ti assicuro che è una delle cose più facili del mondo.
D’altronde la procedura da seguire è la medesima per tutti i device e per tutte le versioni più diffuse del sistema operativo del robottino verde.



Coraggio, non perdere altro tempo! Prenditi cinque minuti liberi e da’ un’occhiata alle indicazioni che sto per darti:
qui sotto trovi spiegato come eliminare i dati di navigazione da tutti i principali programmi di navigazione per Android e come cancellare la cronologia di Google, cioè i dai dati che il celebre motore di ricerca registra quando cerchiamo qualcosa online.
Ti auguro una buona lettura e, soprattuto, una buona “pulizia” dei tuoi dati!

Chrome

Cominciamo da Chrome, il browser predefinito di Android.
Per cancellare la cronologia dal programma di navigazione targato Google devi avviare quest’ultimo, premere sul pulsante (…) che si trova in alto a destra e selezionare la voce Cronologia dal riquadro che compare.



Nella schermata che si apre, pigia sul bottone Cancella dati di navigazione che si trova in basso.
Dopodiché espandi il menu a tendina Cancella dati a partire da, scegli se cancellare la cronologia relativa all’ultima ora, l’ultimo giorno, l’ultima settimana, le ultime 4 settimane o se eliminare tutto e avvia la rimozione dei dati premendo sul pulsante Cancella dati.

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Se non vuoi che vengano cancellate le password o i dati per la compilazione dei moduli che hai salvato nel browser, premurati di rimuovere la spunta dalle opzioni Password salvate e Dati della compilazione automatica dei moduli dal riquadro che compare dopo aver premuto il pulsante per la cancellazione della cronologia.

Se invece vuoi cancellare un singolo sito dalla cronologia senza eliminare gli altri, premi sul pulsante (…) che si trova in alto a destra, seleziona la voce Cronologia dal menu che si apre e fai “tap” sulla x collocata accanto all’indirizzo del sito che vuoi rimuovere dalla cronologia.



ATTENZIONE: se il tuo device è associato a un account Google, cancellando la cronologia da Chrome cancellerai la cronologia anche dagli altri dispositivi connessi al medesimo account (computer, tablet e via discorrendo).

Firefox

Firefox è il tuo programma di navigazione preferito?
In questo caso, per cancellare cronologia Android devi avviare il browser e aprire una nuova scheda.
Se non sai come si fa, basta premere sul pulsante (…) in alto a destra e selezionare la voce Nuova scheda dal riquadro che compare.



Adesso scorri lateralmente la pagina iniziale di Firefox in modo da arrivare alla schermata con la Cronologia e premi prima sul bottone Elimina cronologia e poi su OK per cancellare tutti i dati di navigazione.
Se vuoi rimuovere solo singole pagine dall’archivio e non tutta la cronologia, individua il loro indirizzo, tieni premuto il dito su questi ultimi e seleziona la voce Rimuovi dal menu che si apre.

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Se vuoi un controllo più granulare sui dati da eliminare, recati nel menu (…) > Impostazioni di Firefox e seleziona l’opzione Elimina dati personali dalla schermata che si apre.

Dopodiché metti il segno di spunta accanto alle voci relative ai dati che vuoi cancellare e premi sul pulsante Elimina dati per completare l’operazione. Se vuoi preservare password e dati dei moduli, ad esempio, rimuovi la spunta dalle voci Accessi salvati e Cronologia moduli.



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ATTENZIONE: se hai connesso Firefox per Android al tuo account Firefox, cancellando la cronologia dal tuo smartphone o tablet la cancellerai anche dagli altri device connessi allo stesso account.



Altri browser “stock”

Alcuni smartphone vengono forniti con un browser predefinito diverso da Chrome.
In questo caso la procedura per cancellare la cronologia della navigazione varia da device a device. In linea di massima bisogna quasi sempre recarsi nelle impostazioni del browser, selezionare la voce relativa ai dati personali o alla privacy e premere sul pulsante per la cancellazione della cronologia.

Sui terminali Samsung più recenti – per fare un esempio pratico – bisogna aprire l’applicazione Internet, dopodiché bisogna premere sul pulsante Altro che si trova in alto a destra e bisogna seleziona la voce Impostazioni dal menu che compare.
Nella schermata che si apre, occorre dunque andare su Privacy, selezionare la voce per cancellare i dati personali e scegliere i dati di navigazione da cancellare.



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Cronologia Google

Nella fase conclusiva di questo tutorial voglio parlarti di un tipo particolare di cronologia:
quella che Google memorizza nei suoi server ogni volta che effettuiamo una ricerca online (sul motore di ricerca o in uno qualsiasi dei servizi online di “big G”).
Se vuoi, puoi cancellarla in maniera parziale o totale agendo direttamente dal tuo dispositivo Android.



Per scoprire come si fa, recati nelle impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio) e seleziona la voce relativa a Google.
Se non vedi alcuna voce relativa a Google nel menu di Android, apri il drawer (cioè la schermata in cui vengono elencate tutte le applicazioni installate sul device) e premi su GoogleImpostazioni Google.

A questo punto, vai su Ricerca e Now > Account e privacy > Gestione attività Google > Attività Web e app e premi sul pulsante Gestisci cronologia. Fai quindi “tap” sul pulsante (…) collocato in alto a destra, seleziona la voce Elimina attività per dal menu che si apre, scegli l’intervallo di tempo per il quale cancellare la cronologia di Google tramite gli appositi menu a tendina e premi sul pulsante Elimina per due volte consecutive per avviare l’eliminazione dei dati.



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Se vuoi disattivare la memorizzazione futura della cronologia di Google, torna nel menu Impostazioni > Google > Ricerca e Now.
Dopodiché spostati su Account e privacy > Gestione attività Google > Attività Web e app, imposta su OFF la levetta relativa alla cronologia Web e conferma la sospensione del servizio rispondendo in maniera affermativa all’avviso che compare sullo schermo.



ATTENZIONE: la modifica sarà valida anche per le ricerche effettuate dal computer e da tutti gli altri device connessi al tuo account Google, non solo dallo smartphone (o dal tablet) che stai usando al momento.
Per maggiori info, leggi la mia guida su come cancellare la cronologia di Google su Android.

come cambiare sistema operativo android



come cambiare sistema operativo android

Con il passare del tempo, hai acquisito molta dimestichezza con il sistema operativo Android e con le sue modalità di personalizzazione, tant’è che, dopo aver parlato con il tuo amico esperto d’informatica, sei giunto a una decisione a dir poco “radicale”:
vuoi modificare completamente il sistema operativo a bordo del tuo smartphone o del tuo tablet, così da poter provare funzionalità non previste dalla versione che usi attualmente o solo per dare un tocco di nuovo al tuo ormai fedele device.

Seriamente intenzionato a procedere in tal senso, hai aperto Google e cercato una guida che ti insegnasse come cambiare sistema operativo Android, finendo proprio sul mio blog:
ebbene, sono ben felice di comunicarti che sei capitato nel posto giusto, in un momento che non poteva essere migliore! Di seguito, infatti, ti illustrerò le tecniche da utilizzare per sostituire completamente il sistema operativo da te in uso, agendo in modo “avanzato” su di esso oppure aggiornandolo all’ultima versione disponibile.



Dunque, senza esitare oltre, mettiti bello comodo e procedi con la lettura di questa mia guida:
sono sicuro che, una volta giunto al termine, avrai le idee perfettamente chiare sul da farsi.
Mi raccomando, agisci sempre con estrema prudenza e soltanto nella piena consapevolezza di ciò che ti appresti a fare:
come scoprirai in corso d’opera, alcuni passaggi potrebbero mettere a serio rischio l’integrità del tuo dispositivo (e io non mi assumo alcuna responsabilità in merito).
Chiarito ciò, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e, perché no, buon divertimento.

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Come cambiare sistema operativo Android sostituendo la ROM
  • Come cambiare sistema operativo Android effettuando l’aggiornamento

Informazioni preliminari

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Prima di entrare nel concreto di questa guida e spiegarti le tecniche più valide per cambiare il sistema operativo installato sul tuo device Android, lascia che ti dia qualche informazione in più sull’argomento.

Se è tua intenzione passare alla versione successiva di Android utilizzando la procedura prevista dal sistema stesso, dunque, installando gli update offerti dal produttore del tuo dispositivo, puoi agire in completa sicurezza:
contrariamente a quanto succedeva in passato, gli aggiornamenti OTA (over-the-air, cioè distribuiti tramite Internet) possono essere installati comodamente nel giro di un paio di tap e non comportano rischi per l’integrità dei dati.



Per quanto riguarda, invece, l’installazione manuale di una ROM personalizzata (o custom ROM), tramite una procedura in gergo chiamata flashing, il ragionamento è completamente differente:
per effettuare quest’operazione, avrai bisogno di sbloccare e sovrascrivere parti delicatissime del sistema operativo, come per esempio il settore d’avvio o la cartella dei file di sistema.

È proprio per questo motivo che l’operazione di flashing comporta dei rischi estremamente alti! Basta, infatti, un solo errore in corso d’opera (uno su tutti è il cedimento della batteria in fase di reflash) per andare incontro a conseguenze sgradite, come il danneggiamento delle partizioni della memoria, che potrebbe mandare il device in stato di full brick: quando ciò accade, il dispositivo non riesce più ad avviarsi in nessun modo a causa della corruzione delle aree di memoria dedicate, pertanto esso diventa completamente inutilizzabile e, nella maggior parte dei casi, irrecuperabile (a meno di non inviarlo in un centro di assistenza per l’eventuale sostituzione o riprogrammazione del chip di memoria).



Inoltre, flashare una nuova ROM significa irrimediabilmente eliminare l’intero contenuto della memoria, oltre che invalidare la garanzia del telefono.
Dunque, se deciderai di effettuare questo passo, valuta attentamente i rischi connessi e accertati di essere assolutamente sicuro di ciò che stai per fare:
poi non dire che non ti avevo avvisato!

Come cambiare sistema operativo Android sostituendo la ROM

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Hai compreso perfettamente i rischi annessi alla procedura di flash, ma vuoi procedere comunque e cambiare la versione del sistema operativo Android sostituendo completamente la ROM a bordo del tuo dispositivo e installandone una personalizzata?
Allora questa è la sezione che fa al caso tuo.

In genere, questa procedura si divide in quattro passi fondamentali:
la creazione di un backup dei dati (che verranno eliminati successivamente dalla memoria del dispositivo), lo sblocco del bootloader (cioè del sistema che si occupa di inizializzare l’esecuzione di Android), l’installazione di una Recovery personalizzata (un sistema operativo “esterno” che possa avviare l’installazione della nuova ROM) e, infine, l’installazione vera e propria della ROM stessa.



Ancora una volta, ti raccomando di prestare estrema attenzione a tutti i passaggi che ti appresti a compiere e di attenerti scrupolosamente alle istruzioni che ti fornirò di seguito:
basta un piccolo errore per rendere inutilizzabile (e, nel peggiore dei casi, addirittura irrecuperabile) il dispositivo.
Agisci sempre con massima cautela!

Nota:
purtroppo, non posso segnalarti una procedura “standard” per portare a termine quest’operazione, poiché esistono davvero molti dispositivi, tante Recovery e numerose custom ROM:
il numero di combinazioni possibili è davvero enorme e non basterebbero le pagine del mio sito per raccoglierle tutte! Il consiglio che mi sento di darti, dunque, è di cercare comunque le guide specifiche per il modello di smartphone o tablet in tuo possesso e di attenerti alle procedure in esse specificate.



Di seguito, comunque, intendo illustrarti quelli che sono grossomodo i passaggi da compiere per installare una custom ROM su Android, agendo da un computer dotato di sistema operativo Windows.

Operazioni preliminari

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Poiché, come ti ho già accennato in precedenza, flashare una custom ROM comporta la perdita totale dei dati memorizzati sul dispositivo, ti consiglio di creare un backup che contenga foto, video e qualsiasi altro tipo di file personale salvato nella memoria del device.
Se non sai come procedere, puoi seguire le indicazioni che ti ho fornito nella mia guida su come effettuare un backup su Android.

In secondo luogo, affinché il collegamento tra il dispositivo Android e il computer avvenga in modo corretto, avrai bisogno di installare i driver – o il software di gestione – dello smartphone o del tablet, prelevandoli dal sito Web del produttore:
ti ho spiegato tutto nella mia guida su come collegare Android al PC.
In alternativa, puoi utilizzare i driver ADB universali disponibili sul sito Internet di ClockWorkMod.



Inoltre, affinché tu possa impartire i comandi necessari, avrai bisogno di installare l’utility ADB, cioè il sistema di comunicazione progettato da Google finalizzato alla gestione completa di Android tramite la linea di comando del computer (nel nostro caso, il Prompt dei comandi di Windows):
puoi scaricare la versione minimale da questo sito Internet o l’intera suite di sviluppo Android Studio da quest’altro.

Per concludere, devi essere assolutamente certo del modello (e del relativo codice identificativo) del tuo smartphone o tablet Android, così da poter scaricare sia la Recovery che la ROM più adatte allo stesso ed evitare eventuali danni accidentali:
dunque, accedi alle Impostazioni del dispositivo, fai tap sulla voce Info sul dispositivo/telefono o Informazioni sul dispositivo/telefono e annota il nome e il modello dello stesso (e, se disponibile, il nome in codice).



Infine, prima ancora di effettuare qualsivoglia operazione, assicurati che la batteria del dispositivo funzioni correttamente e di avere un livello di carica residua vicino al 100% per evitare spegnimenti imprevisti.

Sblocco del bootloader

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Ora che disponi di tutti gli strumenti necessari per riuscire nell’impresa, puoi finalmente metterti all’opera ed effettuare lo sblocco del bootloader dello smartphone:
all’atto pratico, questa procedura serve a ottenere i privilegi necessari per poter caricare un sistema operativo differente da quello installato dal produttore (come scoprirai di seguito, si tratta della Recovery personalizzata).
Prima di andare avanti, tieni presente che lo sblocco del bootloader invalida la garanzia del device e cancella tutte le app e i dati salvati in memoria.

Ribadito ciò, passiamo alla pratica:
alcuni produttori, come Sony e Motorola, forniscono strumenti e istruzioni ufficiali per lo sblocco del bootloader (sebbene la procedura ne invalidi comunque la garanzia).
Per esempio, sugli smartphone Motorola, devi innanzitutto avviare il telefono in modalità fastboot (spegnendo dapprima del tutto il dispositivo, per poi premere e tenere premuto il tasto Volume giù per 3 secondi e, successivamente, premere il tasto di accensione finché il device non entra in tale modalità) e collegarlo al computer tramite cavo USB.



Fatto ciò, avvia il Prompt dei comandi di Windows richiamandolo dalla cartella Sistema Windows/Accessori di Windows del menu Start e impartisci al suo interno il comando fastboot oem get_unlock_data, seguito dalla pressione del tasto Invio, per ottenere il codice identificativo del dispositivo, di cui devi prendere nota; completata quest’operazione, devi recarti sul sito Internet dedicato, effettuare l’accesso tramite l’account Motorola Care (che, volendo, puoi creare sul momento utilizzando l’apposito link) e indicare il codice annotato in precedenza per ottenere il codice di sblocco del bootloader.

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Una volta ottenuto questo codice, puoi sbloccare finalmente il bootloader ritornando al Prompt dei comandi di Windows e, sempre con il telefono collegato in modalità Fastboot, impartendo il comando fastboot oem unlock codiceRicevuto e schiacciando il tasto Invio della tastiera.
Fidati, sembra complesso ma, in realtà, non lo è affatto!

Come già detto, la procedura per lo sblocco del bootloader varia da dispositivo a dispositivo:
per trovare quella più adatta al terminale in tuo possesso, ti consiglio di cercare su Google la frase “sblocco bootloader [marca e modello smartphne/tablet]” e di attenerti scrupolosamente alle istruzioni ivi indicate.



Installazione della Recovery personalizzata

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Lo sblocco del bootloader, come ti ho già accennato poc’anzi, autorizza il dispositivo ad avviare un sistema operativo differente dalla versione di Android installata dal produttore:
pertanto, è ora possibile procedere all’installazione della Recovery personalizzata, cioè di un sistema operativo “esterno” ad Android che permette di effettuare operazioni delicate sulla memoria del telefono, come l’installazione di una custom ROM oppure l’attivazione dei permessi di root.



Al momento, una delle Recovery più semplici da utilizzare è la TWRP:
disponibile per un gran numero di dispositivi, essa permette di effettuare le operazioni di flash di ROM e altre tipologie di file installabili (ad es.
le app SuperSU e SuperUser, indispensabili per ottenere i permessi di root), di backup, di pulizia totale e alcune operazioni di diagnostica e ripristino del sistema grazie a un’interfaccia pienamente compatibile con il touch del telefono.

Per ottenerla, collegati al relativo sito Internet, indica il produttore e il modello del device cliccando sulle voci proposte e provvedi a scaricare la versione più adatta al tuo dispositivo, sotto forma di file img:
presta bene attenzione a questa fase, in quanto l’installazione di una Recovery errata potrebbe irrimediabilmente compromettere il device! A download completato, segui le istruzioni più adatte al tuo dispositivo per flashare la Recovery appena scaricata (se non l’hai già fatto, puoi cercare su Google la frase “installare TWRP [marca e modello dispositivo]”).



In linea generale, ciò che devi fare è portare Android in modalità fastboot, collegarlo al computer e, dopo aver aperto il Prompt dei comandi di Windows, impartire in esso l’istruzione fastboot flash Recovery percorsoRecovery seguita dalla pressione del tasto Invio (sostituendo a percorsoRecovery la posizione in cui hai salvato il file precedente, a es.
C:\twrp-x.y.z.k-modello.img).
Soltanto quando il processo sarà terminato, spegni completamente il telefono premendo e tenendo premuto il tasto Power.

Installazione della ROM

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Ora viene la fase più bella:
l’installazione della custom ROM! Se non hai ancora scelto la nuova versione di Android da caricare sul tuo dispositivo, ora è giunto il momento di farlo:
tra le più note ROM personalizzate esistenti, meritano sicuramente menzione LineageOS, Dirty Unicorns e Paranoid Android, ma ne esistono davvero molte altre.

Come sempre, assicurati che la ROM da te scelta sia pienamente compatibile con il dispositivo che possiedi e, soprattutto, accertati di scaricare quella specifica per il tuo modello (e, se necessario, anche per la CPU a bordo), onde evitare di incappare nel temuto soft brick:
se non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di uno stato di blocco del telefono che comporta la completa inavviabilità del sistema operativo.
Al contrario del full brick, però, il soft brick è completamente reversibile:
basta ripetere la procedura d’installazione usando una ROM corretta.



Ad ogni modo, dopo aver scaricato sul computer il file più adatto al tuo caso (distribuito in formato .zip), copialo sulla memory card del dispositivo e inserisci quest’ultima al suo interno; se hai bisogno di aiuto in tal senso, puoi dare un’occhiata alla mia guida su come spostare file su scheda SD.
Se non la possiedi, puoi avviare la “vecchia” versione di Android (che è ancora installata sul sistema) e, dopo aver saltato la configurazione iniziale, copiare il file della ROM sulla memoria interna del dispositivo (qui ti ho spiegato come fare).

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A questo punto, puoi finalmente scollegare il telefono dal computer e procedere con la fase di flash:
avvia il device in modalità Recovery premendo contemporaneamente i tasti Power VolumeSu e seleziona l’opzione per installare un file .zip da microSD.
Per esempio, se hai usato la TWRP, devi fare tap sui bottoni Installa Scegli archivio, selezionare la tipologia di memoria su cui hai copiato il file .zip e fare tap sullo stesso per selezionarlo.
Quando sei sicuro, apponi il segno di spunta accanto alla voce Verifica della firma del file Zip, fai scorrere la barra inferiore verso destra per avviare il processo e attendi pazientemente che il tutto venga completato.

Quando hai finito, torna indietro e scegli le opzioni per cancellare la cache “semplice” e la Dalvik/ART:
su TWRP, devi premere sui pulsanti Pulisci Pulizia avanzata, apporre il segno di spunta accanto alle voci Dalvik / ART Cache Cache e trascinare la barra inferiore verso destra.
A pulizia completata, riavvia il dispositivo e goditi la ROM appena installata!



Nota:
se hai scelto una ROM non comprende le app Google (Play Store, Gmail, Music e così via), potresti dover installare le Gapps effettuando il flash del relativo file zip; per procurarti il pacchetto più adatto al tuo caso, ti consiglio di cercare su Google la frase gapps Android x.x (ad es. Android 7.1), in base alla versione base di Android usata nella ROM da te scelta.

Come cambiare sistema operativo Android effettuando l’aggiornamento

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Se non hai voglia di stravolgere lo smartphone o il tablet installando da zero una nuova ROM, puoi invece provare a cambiare sistema operativo Android scaricando e installando gli eventuali aggiornamenti rilasciati dal produttore del dispositivo:
in questo modo, hai la possibilità di ottenere correzioni importanti per i bug e le falle di sicurezza del sistema e, se previsto dal produttore, di installare la versione successiva di Android in tutta sicurezza.



Attualmente, la distribuzione degli aggiornamenti avviene principalmente in modalità OTA, cioè attraverso Internet: il file viene reso disponibile per i possessori di un dato dispositivo, che hanno la possibilità di scaricarlo attraverso una specifica funzione del sistema operativo.

Quale?
Te lo spiego subito:
per iniziare, avvia le Impostazioni di Android, tocca le voci Sistema Avanzate, accedi alla sezione Aggiornamento di sistema e sfiora la voce Verifica la presenza di aggiornamenti per cercare, ed eventualmente scaricare, l’update disponibile.
Su versioni di Android precedenti alla 8.0, devi, invece, recarti in Impostazioni > Info sul dispositivo > Aggiornamento software. A download terminato, devi semplicemente premere sulla voce Installa che compare nella medesima schermata (o, a volte, anche nell’area di notifica). Per informazioni aggiuntive sull’argomento, ti consiglio di dare un’occhiata al mio tutorial su come aggiornare Android facilmente, in cui ti ho fornito tutte le spiegazioni del caso.



Ma aspetta un attimo, mi stai dicendo che non hai trovato utili le spiegazioni fornite finora, poiché vuoi liberarti definitivamente di Android e installare iOS (il sistema operativo di smartphone e tablet Apple) sul device in tuo possesso?
Purtroppo sono costretto a darti una cattiva notizia:
questo passaggio non è fattibile in alcun modo, poiché iOS è un sistema operativo progettato nello specifico per funzionare con iPhone, iPad e iPod Touch, pertanto non può essere installato altrove.

Ciò che puoi fare, però, è modificare la tua attuale versione di Android per renderla, almeno esteticamente, molto simile al sistema di Apple:
se sei interessato a procedere in tal senso, puoi consultare la mia guida su come trasformare Android in iPhone, in cui ti ho spiegato per filo i passaggi da compiere per ottenere questo risultato.



come cambiare programma predefinito per aprire un file android



come cambiare programma predefinito per aprire un file android

Solitamente, tendi a installare sul tuo dispositivo Android molteplici app dedite alla gestione di svariati tipi di file, al fine di provare le rispettive funzionalità e decidere, dopo averle provate, quale si adatta meglio alle tue esigenze.
Durante uno dei tuoi test, però, hai involontariamente impostato un’app predefinita (toccando il pulsante Sempre visualizzato all’interno della finestra di scelta app di Android) per gestire un determinato tipo di file ma, subito dopo, ti sei reso conto che quel software proprio non fa al tuo caso.
Per questo motivo, hai aperto Google alla ricerca di una guida che potesse spiegarti come cambiare programma predefinito per aprire un file Android, capitando qui sul mio sito.

Beh, sono ben lieto di comunicarti che ti trovi nel posto giusto, in un momento che non poteva essere migliore:
di seguito, infatti ti spiegherò per filo e per segno come cambiare l’app predefinita per aprire un file su Android, come annullare tutte le preferenze applicate manualmente e, infine, come gestire le app predefinite in base alla categoria per la quale devono essere utilizzate.
Lo so, detto così potrebbe sembrarti quasi un rompicapo ma posso garantirti che, all’atto pratico, la questione è molto più semplice di quanto immagini:
è infatti sufficiente accedere alle funzioni disponibili in Android per gestire il tutto, senza applicare profonde modifiche al sistema né agire tramite app di terze parti.



Dunque, senza attendere oltre, ritaglia qualche minuto di tempo libero per te, mettiti bello comodo e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento:
posso garantirti che, una volta conclusa la lettura di questa guida, sarai perfettamente in grado di impostare autonomamente le app predefinite per te migliori, raggiungendo, dunque, l’obiettivo che ti sei prefissato.
Detto ciò, non posso fare altro se non augurarti buona lettura e, perché no, buon lavoro!

Indice

  • Come cambiare app predefinita per aprire un file
  • Come reimpostare le preferenze delle app
  • Come gestire le app predefinite

Come cambiare app predefinita per aprire un file

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Se, involontariamente, hai toccato la voce Sempre alla richiesta di selezione dell’app per l’apertura di un determinato tipo di file e ora vuoi tornare sui tuoi passi, puoi ovviare al problema modificando l’impostazione applicata erroneamente.

Ci sono almeno due modi in cui puoi riuscirci.
Il primo è quello di disinstallare l’app resa predefinita per errore:
se non l’hai mai fatto prima e vorresti imparare, puoi dare un’occhiata alla mia guida su come disinstallare le app su Android.
A disinstallazione eseguita, il sistema operativo ti chiederà nuovamente quale app utilizzare quando aprirai il file di tuo interesse:
a quel punto, starà a te scegliere se effettuare l’apertura utilizzando un’app alternativa in maniera provvisoria (Solo una volta), oppure impostarla come predefinita (Sempre).



In alternativa, puoi modificare direttamente le impostazioni dell’app impostata come predefinita per errore:
per riuscirci, apri le Impostazioni di Android toccando l’icona a forma d’ingranaggio collocata nel drawer, sfiora le voci App e notifiche > Mostra tutte le app, se ti trovi su Android 8.0 o successivi, oppure App, se stai usando una versione precedente del sistema operativo.

A questo punto, individua l’app di tuo interesse, sfiora la voce a essa relativa e, giunto alla schermata successiva, tocca le opzioni Avanzate > Apri per impost.
predef
 (su Android 8 e successivi) oppure Apri per impostazione predefinita (sulle versioni precedenti); per concludere, fai tap sul bottone Cancella predefinite e il gioco è fatto!



La prossima volta che aprirai un file precedentemente gestito dall’app in questione, Android ti chiederà di specificare l’applicazione tramite la quale aprirlo, solo per una volta oppure sempre (quest’ultima opzione imposterà, di fatto, la nuova app scelta come predefinita).

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In alcuni casi, è possibile eliminare anche le associazioni abbinate all’apertura di particolari link (ad es.
link di Facebook impostati per l’apertura tramite l’app, link di YouTube con comportamento simile e così via).

Per procedere in tal senso, accedi alla schermata di gestione delle impostazioni predefinite dell’app di tuo interesse (come visto in precedenza), fai tap sulla voce Apri link supportati e scegli l’opzione più appropriata al tuo caso dal menu che ti viene proposto: Apri in quest’app per aprire direttamente i link al suo interno, Chiedi ogni volta per far sì che Android mostri il pannello di scelta o Non aprire in quest’app per accedere ai link tramite il browser (o tramite altre applicazioni compatibili).



Come reimpostare le preferenze delle app

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Se le app predefinite che non gradisci sono davvero troppe e vorresti fare piazza pulita di tutte quelle avviate in automatico all’apertura di un determinato tipo di file, puoi reimpostare le relative impostazioni in un solo colpo.



Tieni ben presente che, in questo modo, non saranno eliminati i dati abbinati alle app (accessi effettuati, file in cache, file temporanei e così via), ma verranno reimpostate allo stato iniziale le opzioni relative alle app disattivate, alle notifiche di app disattivate, alle limitazioni dei dati in background e alle limitazioni di autorizzazioni impostate manualmente, oltre che alle informazioni sulle app predefinite per le azioni.

Per procedere, recati nelle Impostazioni di Android, fai tap sulla voce App e notifiche/App/Applicazioni e, se ti trovi su Android 8.0 o successivi, espandi la lista completa delle applicazioni installate sfiorando la voce Mostra tutte le app.



Giunto alla schermata successiva, tocca il pulsante (⋮) collocato in alto a destra, seleziona la voce Reimposta preferenze app annessa al menu che ti viene proposto e conferma la volontà di procedere sfiorando il pulsante Reimposta app.

Come gestire le app predefinite

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In alternativa, Android offre una comoda funzionalità per gestire le app predefinite in base alla categoria per cui esse vengono impiegate:
in questo modo, per esempio, è possibile modificare al volo il launcher di sistema, il browser, le app per la gestione di chiamate/SMS, la fotocamera e così via. Tieni ben presente, però, che le voci disponibili possono variare in base alla versione del sistema operativo e alle app installate.



Ad ogni modo, per agire in tal senso, apri le Impostazioni di Android e tocca le voci App e notifiche > Avanzate > App predefinite, se ti trovi su Android su 8.0 o successivi; in caso tu stia usando una versione precedente del sistema operativo, recati, invece, in Impostazioni > App e fai tap sul pulsante  collocato in alto a destra.

A questo punto, fai tap sulla voce relativa alla categoria per cui intendi intervenire (ad es. App browser, app Home e così via) e, servendoti della schermata o del menu mostrato successivamente, apponi il segno di spunta accanto all’app da aprire per impostazione predefinita:
la modifica viene salvata immediatamente, senza la necessità di operazioni aggiuntive.



come cambiare la tastiera android



come cambiare la tastiera android

L’avvento dei telefonini dotati di touch-screen ha reso la scrittura di testi in mobilità molto più agevole rispetto a quella che si aveva con i vecchi tastierini numerici con T9, questo però non vuol dire che la situazione non si possa migliorare ulteriormente.

Se si utilizza uno smartphone Android, ad esempio, è possibile sostituire il tastierino virtuale predefinito del sistema operativo con uno personalizzato scaricato dal Play Store.
Non lo sapevi?
Allora rimediamo subito. Sullo store di Android ci sono tante tastiere alternative, spesso più pratiche e funzionali di quelle che i produttori includono “di serie” nei loro dispositivi, che non aspettano altro che essere scaricate.



Vuoi che te ne consigli qualcuna fra quelle che ritengo più interessanti e che ti spieghi come cambiare la tastiera Android?
Con molto piacere.
Prenditi cinque minuti di tempo libero, da’ un’occhiata ai suggerimenti che sto per darti e cerca di individuare la tastiera per Android più adatta alle tue necessità.
Resterai meravigliato da quanto è facile scrivere su uno smartphone (o su un tablet) se si utilizza la tastiera giusta!

Tastiere per Android

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Come appena detto, di tastiere per Android ce ne sono a bizzeffe.
Basta accedere al Google Play Store e cercare un termine generico come “tastiera” o “keyboard” per trovarne a centinaia, sia gratis che a pagamento, ed è proprio per questo ti dico di fare molta attenzione prima di scaricarne una.



Una tastiera “confezionata” da malintenzionati potrebbe infatti spiare le tue attività e tenere traccia di tutti i testi che digiti sul tuo telefonino, comprese le password che usi per accedere alle tue caselle email, ai social network e ad altri servizi Web.
Per fortuna sul Play Store è difficile incontrare app così pericolose, ad ogni modo prima di installare qualunque tastiera aggiuntiva sul tuo device verifica che lo sviluppatore sia affidabile e controlla che nei commenti non ci siano segnalati comportamenti sospetti della app (es.
l’installazione di software aggiuntivi inutili o la visualizzazione di banner pubblicitari invasivi).

Altra regola fondamentale che devi seguire per dormire sonni relativamente tranquilli è evitare l’installazione di tastiere che non provengono dal Play Store (quelle che si scaricano da siti esterni e si installano “manualmente” sotto forma di pacchetti apk). Fatta questa doverosa premessa, vediamo insieme alcune delle migliori tastiere alternative che si possono trovare sul Google Play Store.



  • Tastiera Google – si tratta della tastiera “stock” di Android, che a differenza di qualche anno fa è molto affidabile e comoda da usare.
    Non include funzionalità particolarmente avanzate  ma funziona molto bene e supporta anche le gesture, cioè la digitazione tramite gesti.
  • SwiftKey – è una delle tastiere gratuite più popolari del mondo Android.
    Permette di digitare testi senza staccare mai le mani dallo schermo tramite un sistema che riconosce in maniera intelligente le parole mentre l’utente passa con il dito sulle lettere, fornisce suggerimenti “smart” per il completamento automatico dei testi e si integra con servizi esterni, come Facebook e Twitter per comprendere meglio il modo di scrivere dell’utente.
  • Fleksy – altra tastiera “intelligente” che permette di digitare i testi senza mai staccare il dito dallo schermo.
    Ha un aspetto minimal e sfrutta in maniera molto interessante le gesture, permette cioè di cancellare le parole scritte, muoversi nel testo e compiere altre operazioni con dei semplici gesti sulla superficie della tastiera.
  • Minuum Keyboard – tastiera molto particolare che si può impostare in modo da avere tutte le lettere sulla medesima riga.
    È gratis per i primi 30 giorni, poi si paga 1,99 euro una tantum.
  • ai.type – altra tastiera molto popolare che punta molto sulla personalizzazione.
    Offre molti temi, si può ridimensionare e include una pratica funzione di ricerca per trovare gli elementi di propri interesse.
    Da sottolineare anche il supporto avanzato alle gesture, il supporto al completamento automatico delle parole e l’immancabile supporto agli emoji.
    È gratis ma include degli elementi da sbloccare tramite acquisti in-app.
  • Chrooma Keyboard – la tastiera ideale per chi sta attento al look di Android.
    Come suggerisce anche il suo nome, Chrooma Keyboard  ha la peculiarità di adattarsi automaticamente al contesto e cambia i suoi colori in base ai colori predominanti nella app in cui viene usata. Include anche il supporto agli emoji e alle gesture, ma ovviamente non sono queste le sue caratteristiche migliori.
  • Tastiera Kika – una tastiera che punta tutto sugli emoji, gli sticker, i simboli e le GIF animate.
    Offre molti simpatici temi che si possono installare per rendere l’esperienza d’uso della tastiera ancora più variegata e divertente.
    È gratis con alcuni acquisti in-app.
Come impostare la tastiera predefinita su Android

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Quasi tutte le tastiere alternative per Android, una volta scaricate, propongono all’utente una pratica procedura guidata che permette di impostarle come tastiera predefinita sul dispositivo, scaricare il dizionario per la lingua italiana (se necessario) e collegare la app ai servizi social.



Puoi saperne di più dando un’occhiata al mio post sulle migliori tastiere gratis per Android.
Ad ogni modo adesso vediamo insieme come cambiare la tastiera Android in maniera universale, tramite il pannello delle impostazioni del sistema operativo.

Per attivare e impostare una tastiera appena scaricata dal Play Store, recati nel menu delle impostazioni (l’icona dell’ingranaggio), seleziona la voce Lingua e immissione dalla schermata che si apre, fai “tap” sulla voce Tastiera corrente e seleziona l’opzione Scegli tastiere.



A questo punto, apponi il segno di spunta accanto al nome della tastiera da attivare (es.
Fleksy), rispondi OK all’avviso di sicurezza che compare e torna indietro nel menu di Lingua Immissione.
Per concludere, premi nuovamente sulla voce Tastiera corrente e metti il segno di spunta accanto al nome della tastiera che vuoi usare come tastiera predefinita.

Per regolare le impostazioni di ciascuna tastiera, come la lingua del dizionario, le gesture o l’aspetto estetico, recati nel menu Impostazioni > Lingua e immissione di Android e premi sulle opzioni LinguaControllo ortografico e sul nome della tastiera in usa.



Per passare da una tastiera all’altra mentre stai digitando un testo, premi sull’icona della tastiera che si trova in fondo a destra e seleziona il nome della tastiera che intendi utilizzare dal riquadro che compare.
Se non vedi il pulsante con l’icona della tastiera, prova a tenere premuto il dito per qualche secondo sull’icona del mappamondo o sulla barra spaziatrice.

Cambiare layout della tastiera

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Se non vuoi cambiare completamente la tastiera del tuo telefonino ma solo la disposizione dei tasti, ossia il layout, per adattarlo a lingue diverse dall’italiano, puoi andare nelle impostazioni di Android e selezionare ancora una volta la voce Lingua e immissione dalla schermata che si apre.

Successivamente, devi selezionare il nome della tastiera attualmente in uso e devi modificare le impostazioni relative a lingua e/o layout in base alle tue esigenze.
Purtroppo la procedura non è la stessa per tutte le tastiere, ma se vuoi posso illustrarti quella adatta alla tastiera stock di Android.



Per modificare il layout della tastiera predefinita di Android (la tastiera di Google), seleziona la voce Tastiera Google dal menu relativo a Lingua e immissione, dopodiché vai su Lingue, sposta su OFF la levetta relativa all’opzione Usa lingua di sistema e seleziona tutte le lingue e i layout di tuo interesse.

Una volta aggiunte tutte le lingue desiderate, potrai passare rapidamente da un layout all’altro premendo sull’icona del mappamondo presente nella tastiera di Android e selezionando la lingua desiderata dal riquadro che compare.
Per impostare la lingua predefinita, invece, usa l’opzione Tastiera corrente presente nel menu Impostazioni > Lingua e immissione come abbiamo visto in precedenza.



come cambiare icone android



come cambiare icone android

Sei stanco delle icone predefinite di Android, vorresti sostituirle con uno dei tanti pacchetti di icone che si possono scaricare gratuitamente dal Play Store, ma non hai la più pallida idea di come fare?
Evidentemente non hai mai installato un launcher alternativo sul tuo smartphone o il tuo tablet:
è proprio quello il motivo per il quale non riesci a cambiare icone su Android.

I launcher sono delle applicazioni che sostituiscono la home screen e l’app drawer di Android (il menu in cui vengono mostrate tutte le applicazioni installate sul dispositivo) e permettono di personalizzare il loro aspetto fin nei minimi dettagli:
non solo l’aspetto delle icone, ma anche il numero delle app da mostrare in home screen o nella barra Dock e molto altro ancora.
Se non installi uno di questi software — e quindi non sostituisci il launcher predefinito di Android — mi spiace, ma non potrai utilizzare i pacchetti di icone che si possono scaricare da Internet.



Lascia, dunque, che ti consigli alcuni launcher alternativi che puoi utilizzare per personalizzare il tuo smartphone/tablet e ti mostri in dettaglio come applicare i set di icone che si possono trovare sul Play Store.
Scommetto che rimarrai sorpreso da quanto è semplice compiere un’operazione del genere! Allora, sei pronto per iniziare?
Sì?
Perfetto:
mettiti bello comodo, prenditi tutto il tempo necessario per concentrarti sulla lettura delle prossime righe e attua le “dritte” che ti darò.
Se lo farai, non avrai il benché minimo problema nel cambiare l’aspetto delle icone su Android.
Buona lettura!

Indice

  • Cambiare icone Android con launcher alternativi
  • Cambiare icone Android con collegamenti personalizzati

Cambiare icone Android con launcher alternativi

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Come ti accennavo in apertura, il metodo principale per cambiare le icone su Android è quello di installare dei launcher alternativi, ovvero delle app che, come ti accennavo in apertura, permettono di modificare l’aspetto delle icone e della schermata Home del sistema operativo realizzato da Google.

Di launcher alternativi ce ne sono a bizzeffe sul Play Store, sia gratuiti che a pagamento, ma io ti consiglio di andare “dritto” su Nova Launcher, che riesce a offrire quello che è probabilmente il miglior compromesso tra prestazioni, grado di personalizzazione e funzionalità aggiuntive.
È disponibile in due versioni:
una di base, gratuita, e una denominata Prime, che costa 4,50 euro e offre diverse funzionalità aggiuntive, come la possibilità di nascondere le applicazioni nel drawer o raggrupparle in cartelle.
Per modificare l’aspetto delle icone su Android, però, può andare benissimo la versione free dell’app.



Per scaricare Nova Launcher sul tuo smartphone (o tablet), apri il Play Store, cerca l’applicazione (o premi qui per recarti direttamente sulla sua pagina) e avviane il download premendo prima sul pulsante Installa e poi su Accetto.
A installazione completata, recati nel menu Impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio che si trova nell’app drawer) e seleziona la voce Home page.
Apponi, quindi, il segno di spunta accanto all’icona di Nova Launcher e quest’ultimo diventerà il launcher predefinito del tuo smartphone/tablet.

Ora non devi far altro che tornare sulla home screen di Android (che a questo punto dovrebbe essere gestita da Nova) e aprire il Play Store per scaricare i pacchetti di icone personalizzati da applicare sul tuo device. Per trovare facilmente dei pacchetti di icone sul Play Store, cerca “icon pack” e avvia il download dei set che ti piacciono di più premendo prima su Installa e poi su Accetto (come se fossero delle comuni app).
Alcuni set di icone sono completamente gratis, altri invece sono a pagamento.
Se ti piacciono, acquistali, così potrai supportare attivamente il lavoro di tanti designer in gamba!



A download completato, per applicare un tema di icone a Nova Launcher, torna sulla home screen di Android e tieni il dito premuto in un punto qualsiasi dello schermo.
Dopodiché premi sull’icona Impostazioni che compare in basso a destra, seleziona la voce Aspetto dalla schermata che si apre e scegli il tema di icone da utilizzare dall’apposito menu.

Molti set di icone vengono forniti completi di wallpaper “a tema” che puoi utilizzare aprendo le loro applicazioni (ogni set di icone viene fornito con un’applicazione che permette di visualizzare per intero le icone che compongono il pacchetto, applicarle nei launcher e utilizzare gli sfondi che contengono) oppure recandoti nelle impostazioni di Nova.



Per applicare un wallpaper incluso nei set di icone con Nova Launcher, basta recarsi nella home screen, tenere il dito premuto in un punto qualsiasi dello schermo e premere sul pulsante Sfondi che compare in basso a sinistra.
Dopodiché bisogna scorrere fino in fondo il menu che compare in basso, selezionare l’icona Apps & Themes e scegliere il nome del tema di icone applicato al dispositivo.

Nel caso in cui non ti trovassi bene con Nova Launcher, puoi provare altri launcher interessanti, come Smart Launcher, che suddivide automaticamente le app in cartelle in base al loro genere di appartenenza (te ne ho parlato dettagliatamente nel mio tutorial su come creare cartelle Android) e Holo Launcher che è piuttosto “leggero”.



Nota: non tutti i pacchetti di icone sono compatibili con tutti i launcher.
Prima di scaricarne uno, leggi la descrizione del Play Store e verifica che sia utilizzabile con il launcher in uso sul tuo smartphone/tablet.
Chiaro?

Cambiare icone Android con collegamenti personalizzati

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Se non vuoi applicare dei set di icone personalizzati al tuo smartphone ma stai cercando, molto più semplicemente, un sistema per “camuffare” l’icona di un’app nella home screen, puoi anche evitare di installare dei launcher alternativi e provvedere a cambiare le icone su Android con collegamenti personalizzati. Come puoi riuscire a fare una cosa del genere?
Anche in questo caso, è sufficiente installare delle app ad hoc che permettono di creare dei collegamenti alle app installate sul tuo device, le cui icone sono completamente personalizzabili.

Una delle migliori soluzioni per riuscire a fare ciò è Icon Changer Free.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un’applicazione completamente gratuita che permette di cambiare icona e nome di una app nella home screen di Android (ma non nel drawer) indipendentemente dal launcher utilizzato (funziona anche con il launcher predefinito di Android).



Il funzionamento dell’applicazione è alquanto intuitivo.
Dopo averla scaricata dal Play Store e avviata, premi sull’icona con i due robottini di Android che compare al centro dello schermo e scegli l’applicazione da camuffare (es.
Calendario).

Dopodiché premi sul pulsante Change e scegli se utilizzare come icona del collegamento da creare un’icona presa dalle altre applicazioni installate sul dispositivo (Default icons), un’immagine presa dalla galleria di Android (Gallery) o un’icona contenuta in un pacchetto di icone personalizzato (Icon Packs).



Una volta scelta l’icona da utilizzare, digita il nome che vuoi assegnare al collegamento nel campo Title, premi sul pulsante OK che si trova in alto a destra e il tuo collegamento camuffato verrà aggiunto automaticamente alla home screen di Android.
Più facile di così?!

Qualora tu voglia modificare leggermente l’aspetto dell’icona dell’app che hai selezionato poc’anzi, fai tap sulla scheda Decorate situata in alto e modifica il colore, la saturazione e altri parametri riguardanti l’aspetto dell’icona in questione.



Se, invece, vuoi modificare “al volo” il colore e l’aspetto di un’icona, puoi utilizzare la funzione che permette di applicare dei filtri:
per farlo, premi sulla scheda Filter situata in alto, seleziona uno dei filtri tra quelli disponibili (in basso) e fai tap sulla voce OK situata in alto a destra per salvare le modifiche apportate e poi premi ancora una volta su OK per confermare il cambiamento e creare un collegamento nella schermata Home con la nuova icona personalizzata.

come cambiare font android



come cambiare font android

Girovagando su Internet hai trovato alcuni screenshot di Android in cui viene utilizzato un font, ovvero un carattere di scrittura, personalizzato?
Vorresti applicare lo stesso tipo di modifica anche sul tuo smartphone ma non sai come riuscirci?
Non ti preoccupare, ti do una mano io.

Cambiare font su Android è semplicissimo:
basta scaricare alcune applicazioni gratuite dal Play Store, scegliere il font da utilizzare nei menu del telefono e il gioco è fatto.
Attenzione però:
si tratta pur sempre di una modifica ai file di sistema, che spesso rende necessarie un paio di operazioni preliminari.
Le operazioni a cui mi riferisco sono il backup dei dati presenti sul dispositivo e il root.
Del backup inutile parlarne, sai già di cosa si tratta.
Il root, invece, è una procedura mediante la quale si “sbloccano” i dispositivi Android in modo da ottenere i permessi di amministrazione e applicare modifiche “profonde” al sistema, come per l’appunto la modifica dei font.
Avrò modo di parlarti meglio di entrambe le cose tra poco.



Allora, sei pronto a rimboccarti le maniche e scoprire, grazie ai miei consigli, come personalizzare il tuo terminale Android con dei caratteri di scrittura diversi da quelli previsti “di serie” dal sistema?
Se la risposta è affermativa, prenditi qualche minuto di tempo libero, segui attentamente le indicazioni che trovi di seguito e mettile in pratica.
Scommetto che resterai piacevolmente stupito dai risultati che riuscirai a ottenere.

Indice

  • Operazioni preliminari
  • Come cambiare font Android senza root
  • App per cambiare font Android
    • HiFont
    • iFont

Operazioni preliminari

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Come accennato in apertura del post, prima di passare all’azione e cambiare font su Android, è necessario compiere alcune operazioni preliminari:
eccole illustrate in dettaglio.

  • Backup – prima di fare qualsiasi altra cosa, è necessario effettuare un backup dei dati.
    La modifica dei font, infatti, per quanto possa apparire banale, è pur sempre una modifica effettuata a file di sistema di Android.
    Questo significa che , prima di procedere, è caldamente consigliato un backup di tutti i dati presenti sullo smartphone (o sul tablet).
    Ci sono varie applicazioni per Android e programmi per PC che permettono di fare ciò, te ne ho parlato nel mio tutorial su come effettuare un backup Android.
    Se, però, hai un dispositivo soggetto al root (pratica di cui ti parlerò meglio tra qualche riga), puoi effettuare un’immagine completa del dispositivo comprensiva di sistema operativo, app e dati.
    Per creare un’immagine esatta del tuo dispositivo e ripristinarla nel caso in cui qualcosa andasse storto, installa una Recovery personalizzata ed effettua un Nandroid.
    Se non sai di cosa sto parlando, la Recovery è un software che agisce al di fuori del sistema operativo, quindi al di fuori di Android, e permette di compiere varie operazioni avanzate, come ad esempio l’installazione di sistemi operativi personalizzati (ROM), la formattazione della memoria del device e il backup completo del sistema.
    Se hai effettuato il root ne hai quasi sicuramente installata una.
    Il Nandroid è un backup completo della memoria del dispositivo (un po’ come si fa sul PC con applicazioni come Norton Ghost) che può essere salvato su una microSD o sulla memoria interna e può essere utilizzato per riportare Android a uno stato precedente.
  • Root – per cambiare il font su Android ed effettuare operazioni come il Nandroid è richiesto quasi sempre il root, una procedura che permette di bypassare le protezioni standard del sistema operativo e modificarne alcune impostazioni avanzate (ben più significative dei font).
    Per saperne di più, e valutare attentamente tutti i pro e i contro della situazione, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android.
    Esistono anche delle applicazioni che riescono a cambiare i font senza necessitare dei permessi di root, ma solo su alcuni modelli specifici di smartphone Samsung, Xiaomi e Meizu.
    Ne parleremo più in dettaglio a breve.



Come cambiare font Android senza root

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Se la tua intenzione è modificare l’aspetto dei font, quindi ad esempio la loro grandezza, e non proprio il carattere di scrittura usato nei menu e nelle app installate sul tuo smartphone (o sul tuo tablet), allora sarai felice di sapere che puoi fare tutto senza sbloccare il tuo dispositivo e senza ricorrere ad applicazioni di terze parti:
puoi, molto semplicemente, affidarti alle impostazioni di Android.



Ad esempio, se utilizzi un terminale Huawei (io per il tutorial ho usato un P9 Lite equipaggiato con Android 6.0), puoi modificare la grandezza dei font andando nel menu Impostazioni (l’icona dell’ingranaggio situata nella schermata con la lista di tutte le app installate sul dispositivo), poi in Display > Dimensioni carattere e scegliendo una delle opzioni disponibili tra Piccolo, Normale, Grande, Molto grande o Enorme.
Opzioni del genere si trovano un po’ su tutti i device Android, ma le voci e i menu da utilizzare possono variare leggermente di caso in caso.

Rimanendo in tema Huawei, ti segnalo che esiste un “trucchetto” per modificare i font su alcuni dispositivi di questa marca, senza root, andando a sfruttare l’app dedicata ai temi:
te ne ho parlato in maniera più dettagliata nel mio tutorial su come cambiare font su Huawei:
se hai uno smartphone dell’azienda cinese, dagli un’occhiata, ti sarà sicuramente utile.

App per cambiare font Android

Se il tuo intento non è cambiare le dimensioni dei font e/o possiedi un dispositivo che non supporta i “trucchetti” per cambiare font senza root, ecco una serie di app per cambiare font su Android che dovrebbero fare al caso tuo.
Io le ho testate su un Huawei P9 Lite equipaggiato con Android 6.0, ma dovrebbero funzionare nella stessa, identica maniera sulla maggior parte dei terminali equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.
Buon divertimento!



HiFont

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La prima applicazione per cambiare font su Android che ti consiglio di provare è HiFont, che funziona senza root su alcuni terminali Samsung della serie Galaxy e della serie Note e, previa effettuazione del root, permette di cambiare i caratteri scrittura tutti gli altri smartphone/tablet equipaggiati con il sistema di casa Google.



Il funzionamento dell’applicazione è estremamente intuitivo.
Nella sua schermata principale ci sono varie schede:
quella Category in cui puoi sfogliare i caratteri di scrittura in base alla loro categoria di appartenenza (es.
Elegant per i font eleganti, Gothic per quelli in stile gotico e così via); quella New in cui puoi vedere i font aggiunti più di recente nel database della app; Font package in cui puoi scaricare pacchetti di font tematici; Colored Fonts dove ci sono i caratteri di scrittura colorati (compatibili solo con Android 4.4 o superiori e solo con alcuni device) e All in cui puoi vedere tutti i font disponibili per il download.

Una volta individuato il font di tuo interesse, selezionalo e premi sul pulsante Download per avviarne lo scaricamento.
Se compare un messaggio pubblicitario, premi sulla voce Skip (in alto a destra) per chiuderlo.
Dopodiché fai tap sul pulsante Use e conferma l’applicazione del font premendo OK.
Il device si riavvierà automaticamente e, al nuovo accesso, Android utilizzerà il carattere di scrittura da te selezionato.



Sui dispositivi che richiedono il root, la prima volta che utilizzi HiFont devi autorizzare l’applicazione premendo sul pulsante Concedi che compare al centro dello schermo.
Se utilizzi un terminale Huawei, per l’applicazione del font potresti dover andare nell’app Temi e selezionare il carattere di scrittura scaricato con HiFont dalla sezione Miei della stessa.

Se vuoi utilizzare un font “esterno” scaricato da Internet, invece, copialo nella cartella HiFont del tuo smartphone o tablet (sono supportati solo i font in formato ttf) usando un file manager come Total Commander.
Dopodiché apri HiFont, premi sull’icona Settings collocata in basso a destra, seleziona la voce My font dalla schermata successiva, premi sul nome del font da usare e premi sul pulsante Use per applicarlo (o vai nell’app Temi di Huawei, se hai un terminale dell’azienda cinese).



Se, invece, vuoi ripristinare il font predefinito di Android, vai in Settings e seleziona la voce Font Recovery dal menu che si apre.
Conferma quindi la tua volontà di ripristinare il carattere predefinito di Android premendo su Backup font e OK e il gioco è fatto.
Il dispositivo verrà riavviato automaticamente.

Nel caso in cui venisse ripristinato un font sbagliato (cioè diverso da quello che usavi precedentemente sul tuo smartphone/tablet), installa iFont ed esegui la procedura di ripristino con l’Default Font, come ti ho spiegato prima.
Se hai un terminale Huawei, per ripristinare il font predefinito del tuo device devi andare nell’app Temi e selezionare, dalla scheda Miei, il tema EMUI Default.



Nota: per impostazione predefinita, HiFont attiva dei contenuti pubblicitari che possono portare alla visualizzazione di alcuni messaggi relativi all’ottimizzazione del sistema.
Per eliminarli, apri l’app, premi sul pulsante Settings collocato in basso a destra, vai su App optimize e sposta su OFF la levetta relativa alla funzione Auto Clean.

iFont

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Un’altra applicazione che potresti provare iFont, non tanto perché sia migliore di quella che ti segnalerò dopo (sono entrambe ottime) ma perché è quella che funziona senza root con il maggior numero di terminali.



I dispositivi su cui la app funziona senza necessitare dei permessi di root – o dovrebbe, per ovvie ragioni non ho potuto testarli tutti! – sono quelli della famiglia Samsung Galaxy (S3, S4, Note, Note II, ecc.), quelli prodotti da Xiaomi (con MIUI) e quelli di casa Meizu.
Per i dispositivi prodotti da altre aziende, come Motorola, HTC e Sony, è richiesto sempre il root.

iFont si scarica normalmente dal Google Play Store e, al suo primo avvio, mostra una lista di font consigliati tra quelli più scaricati dal momento (scheda Recom).
Se compaiono anche degli avvisi relativi alle pubblicità, premi su No, thankyou.
Se, invece, non vedi alcun font, prova a forzare l’aggiornamento dell’elenco scorrendo la schermata verso il basso.



In alternativa puoi recarti nella scheda Find e visualizzare la lista dei caratteri aggiunti più di recente nell’applicazione (New Font) o di tutti i font disponibili per il download (Font All), oppure puoi premere sull’icona della lente d’ingrandimento (in alto a destra) e cercare i caratteri di scrittura in maniera diretta.

Una volta individuato il font di tuo interesse, selezionalo e premi sul pulsante Download per avviarne lo scaricamento.
L’operazione dovrebbe durare appena pochi secondi.
Se compare un messaggio pubblicitario, chiudilo, premendo sulla (x) o sul pulsante No.



Dopodiché fai tap sui pulsanti Set e Skip (il pulsante “Skip” devi pigiarlo solo la prima volta che applichi un font personalizzato con iFont, serve a saltare la lettura della guida dell’applicazione; negli utilizzi successivi dell’app non comparirà più), conferma l’applicazione del font premendo su OK e aspetta che il telefono venga riavviato:
al nuovo accesso ad Android, il sistema utilizzerà il font da te selezionato al posto di quello predefinito di sistema.
Se utilizzi un terminale Huawei, invece, per applicare il font personalizzato devi aprire l’applicazione Temi, selezionare il font ottenuto con iFont (all’interno della sezione) Miei e applicarlo, premendo prima sul pulsante Applica e poi su Conserva.

Sui dispositivi che richiedono il root, la prima volta che utilizzi iFont devi autorizzare l’applicazione premendo sul pulsante Concedi che compare al centro dello schermo.



Se vuoi, puoi anche scaricare dei font personalizzati da Internet, in formato TTF (leggi la mia guida sui font gratis da scaricare se non sai come fare), copiarli nella cartella iFont del tuo smartphone e utilizzarli in iFont.
Per compiere quest’operazione, va bene qualsiasi file manager, come ad esempio Total Commander.

Se iFont non “vede” i caratteri di scrittura che hai scaricato sul tuo dispositivo, fai tap sulla voce click this e seleziona la cartella in cui si trovano i file ttf che hai scaricato da Internet.
Per applicare i font, invece, apri iFont, vai nella scheda MY dell’applicazione, seleziona la voce My font e procedi come spiegato in precedenza.



In caso di ripensamenti, per ripristinare il font predefinito di Android, avvia iFont, recati nella scheda MY e seleziona l’icona Factory Font dal menu che si apre.
Dopodiché metti il segno di spunta accanto alla voce Backup font e premi su OKper riavviare il dispositivo e completare l’operazione.

Nel caso in cui la procedura non andasse a buon fine, prova a ripristinare il font predefinito di Android ripetendo i passaggi che ti ho appena indicato, ma selezionando la voce Internal Font anziché “Backup Font” dalla schermata di ripristino.
Se, invece, utilizzi un terminale Huawei, per ripristinare i font predefiniti, potresti dover andare nell’app Temi e selezionare il tema predefinito del tuo smartphone o tablet.



come cambiare account gmail su android



come cambiare account gmail su android

Hai deciso di cambiare il tuo account Gmail aprendone uno nuovo ma, al momento di associarlo al telefono Android in tuo possesso, ti sei trovato in difficoltà:
non hai la più pallida idea di come rimuovere l’associazione del vecchio account che avevi utilizzato in principio, pertanto sei alla ricerca di un metodo che ti permetta di compiere quest’operazione in modo semplice e, soprattutto, senza fare nessun tipo di “danno”.

Qualsiasi possa essere la causa che ti ha spinto a voler cambiare account Gmail su Android, sei capitato nel posto giusto al momento giusto:
di seguito, infatti, intendo spiegarti per filo e per segno come aggiungere un nuovo account Google al tuo dispositivo e, successivamente, come eliminare da esso il vecchio account.
Infine, ti fornirò le istruzioni necessarie per cancellare definitivamente ogni traccia dell’account che ormai non desideri più utilizzare.



Se stai pensando a qualche eventuale email importante che hai ricevuto mentre utilizzavi l’account vecchio e potresti perdere, non devi assolutamente preoccuparti:
prima di effettuare un’operazione così drastica come l’eliminazione dell’account, ti mostrerò come effettuare un backup delle email ricevute e inviate, così da conservarle in un archivio locale sempre accessibile.
Buona lettura e buon lavoro!

Indice

  • Aggiungere un nuovo account Gmail su Android
  • Cancellare il vecchio account Gmail da Android
  • Eliminare definitivamente il vecchio account Gmail

Aggiungere un nuovo account Gmail su Android

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Per aggiungere un nuovo account Gmail sul tuo dispositivo Android, devi seguire pochi e semplici passaggi. Se disponi di un terminale equipaggiato con Android 7.x o versioni precedenti, avvia l’app Impostazioni e portati nel menu Account (su alcuni smartphone, questo menu può essere presente sotto il nome di Sincronizzazione), fai quindi tap sulla voce Aggiungi Account e successivamente sulla voce Google.

Ti verrà ora chiesto di inserire le credenziali d’accesso dell’account Gmail che intendi aggiungere (se non ne disponi già, puoi provvedere alla sua creazione seguendo le indicazioni che ti ho fornito nella mia guida dedicata):
inserisci le informazioni richieste nelle varie schermate (in genere devi indicare nome utente e password del nuovo account Gmail da aggiungere, procedendo, se necessario, all’autenticazione a due fattori) e fai tap sulla voce Avanti per avanzare nelle sezioni necessarie. Se tutto è filato liscio, l’account verrà sincronizzato sul dispositivo e risulterà accessibile da tutte le altre app Google già installate (ad es.
Gmail, YouTube e Maps).



Sui dispositivi dotati di Android 8.x o superiori, la procedura è praticamente identica, cambia solo il menu da cui accedere alla sezione di aggiunta dell’account:
per raggiungerla, bisogna aprire l’app Impostazioni e fare tap sulla voce Utenti e account, quindi bisogna toccare l’opzione Aggiungi account (se non è subito visibile, bisogna scorrere la schermata verso il basso). Da questo punto in poi, i passaggi sono identici a quelli visti poco fa:
devi inserire username e password dell’account Gmail da aggiungere e confermare le varie schermate utilizzando il tasto Avanti.

Un altro metodo per aggiungere un nuovo profilo Google ad Android consiste nell’utilizzare il gestore account integrato nell’app di posta elettronica Gmail, presente per impostazione predefinita su praticamente qualsiasi dispositivo animato dal sistema operativo del robottino verde (se per qualche motivo non dovessi averla installata, puoi procurartela gratuitamente dal Google Play Store).



Dopo aver avviato la summenzionata app, effettua uno swipe dal bordo sinistro dello schemro per aprire il menu principale.
Espandi, quindi, la sezione relativa alla gestione dei profili facendo tap sul tuo indirizzo email corrente e, infine, fai tap su Aggiungi account. Nella schermata che si apre, tocca la voce Google e inserisci le credenziali d’accesso dell’account Gmail che intendi aggiungere, quindi sfiora il pulsante Avanti per confermare le varie opzioni e rendere operativo l’account.

Ripeti l’intera procedura per tutti gli altri dispositivi Android in tuo possesso, così da avere due account Gmail sincronizzati contemporaneamente (almeno fino quando non deciderai di rimuovere quello vecchio).



Cancellare il vecchio account Gmail da Android

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Una volta aggiunto il “nuovo” account Gmail al device in tuo possesso, è il momento di cancellare quello vecchio, così da evitare di ricevere troppe email o di confondere le sincronizzazioni (potresti ritrovarti i dati sincronizzati nel profilo che, invece, non desideri mantenere).



Per rimuovere il vecchio account Gmail dal terminale Android, apri la schermata Impostazioni premendo sulla relativa icona, portati nuovamente nella sezione Account, Sincronizzazione o Utenti e account, e fai tap sulla voce Google presente tra gli elementi della schermata.

Dovresti vedere a schermo sia l’account configurato poc’anzi che quello “vecchio” già presente sul dispositivo:
a questo punto, fai tap su quello da rimuovere e, non appena si apre la schermata relativa agli elementi sincronizzati, tocca il pulsante Altro collocato in basso e poi la voce Rimuovi account.
Per concludere, conferma la cancellazione dell’account premendo sul pulsante Rimuovi account.



Se, invece, vuoi rimuovere il vecchio account direttamente dall’app Gmail, apri quest’ultima, fai uno swipe dal bordo sinistro dello schermo (come già visto in precedenza), effettua un tap sul nome dell’account in evidenza e, infine, seleziona la voce Gestisci account.

Verrai portato nello stesso menu visto in precedenza, in cui dovrai far tap su Google, poi sull’account da eliminare e, una volta selezionato il menu Altro in basso, sulla voce su Rimuovi account.
Apparirà nuovamente la finestra di conferma:
assicurati di aver selezionato il giusto profilo, dunque tocca nuovamente sulla voce Rimuovi account.



Come già consigliato in precedenza, ripeti tutti i passaggi che ti ho descritto sugli altri dispositivi Android in tuo possesso (smartphone e tablet), così da essere pronto a eliminare completamente l’account Gmail di cui vuoi liberarti.

Eliminare definitivamente il vecchio account Gmail

Come dici?
Sei riuscito a cambiare account Gmail su Android seguendo le istruzioni mostrate in precedenza e, ora, ti piacerebbe sapere come fare a cancellare completamente il vecchio profilo utilizzato?
Allora questa è la sezione più adatta a te:
di seguito, infatti, mi appresto a esporti tutti i passi da compiere per portare a termine quest’operazione.

Creare un backup dell’account

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Prima di procedere con l’eliminazione definitiva del vecchio profilo Google, ti consiglio di salvare tutte le informazioni che hai accumulato negli anni in cui lo hai usato:
in questo modo, potrai recuperare qualsiasi informazione possa esserti utile (messaggi di posta elettronica, conversazioni di Google Talk/Hangouts e così via) anche dopo esserti liberato definitivamente dell’account in questione.

Come procedere?
Te lo spiego subito.
Per prima cosa, collegati alla pagina principale di Google utilizzando il browser che più gradisci, tocca sulla tua foto in alto a destra e premi sul pulsante Account Google.
Se sei già collegato con l’account che intendi eliminare, prosegui con la lettura della guida, altrimenti fai nuovamente tap sulla tua foto in alto a destra e, stavolta, premi sul pulsante Aggiungi account, così da poter aggiungere le credenziali dell’account Gmail da cancellare.
Per comodità, puoi raggiungere la pagina dedicata alla gestione degli account direttamente da questo link.



Nella sezione principale appartenente all’account Google che intendi eliminare, tocca la voce voce Controlla i tuoi contenuti, ripeti l’operazione con la voce Crea un archivio e, per avviare la creazione del backup dei dati, premi sulle sezioni Gestisci archivio e Crea nuovo archivio.

Se intendi effettuare unicamente il backup dei soli messaggi di posta elettronica, premi sul pulsante Deseleziona tutto, scorri ora la pagina verso il basso e modifica il pulsante accanto alla voce Posta, finché non si illumina di blu.
Per impostazione predefinita, questo tipo di backup include tutti i messaggi:
puoi personalizzare quali email includere nel backup semplicemente toccando l’opzione Tutti i messaggi e apponendo il segno di spunta sulla voce Seleziona etichette:
in questa fase, devi semplicemente scegliere i tag che intendi salvare nel backup.



Se, invece, intendi effettuare il salvataggio di altri dati relativi all’account in questione, devi semplicemente apporre il segno di spunta accanto alle voci più appropriate.
Quando hai terminato con la configurazione del backup, tocca il pulsante Avanti e segui le istruzioni mostrate a schermo per ricevere tramite email il link di download del backup creato.

Tieni ben presente che, a seconda della portata dei dati da salvare, quest’operazione potrebbe impiegare anche diverse ore (se non addirittura qualche giorno):
abbi cura di attendere la ricezione del messaggio di posta elettronica e di concludere il download del backup, prima di procedere con i passaggi successivi.



Cancellare definitivamente l’account Gmail

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Una volta creato il backup, sei finalmente pronto per eliminare definitivamente il vecchio account Gmail, cancellando dunque per sempre i dati a esso associati.
Tieni presente che quest’operazione è irreversibile e che, una volta completata la procedura di cancellazione, non sarai più in grado di accedere a nessun altro servizio Google a esso associato.



Vuoi procedere comunque?
Ti spiego subito come fare:
per prima cosa, collegati alla pagina personale di Google che ti avevo già indicato in precedenza (raggiungibile anche dal link Account Google personale), premi sulla voce Elimina il tuo account o i tuoi servizi, quindi inserisci nuovamente la password d’accesso per l’account da cui vuoi eliminare Gmail.

A questo punto, seleziona l’opzione Elimina account Google e dati, digita la tua password personale nel campo Inserisci la password e tocca il pulsante avanti.
Fatto ciò, apponi il segno di spunta accanto alle voci Sì, riconosco di essere ancora responsabile di tutti gli addebiti derivanti da eventuali transazioni finanziarie in attesa e comprendo che in determinate circostanze le mie entrate non verranno pagate e Sì, desidero eliminare definitivamente questo account Google e tutti i relativi dati. Per concludere, tocca sul pulsante Elimina account e il gioco è fatto:
le tue informazioni personali spariranno ben presto dai server di Google.



Nonostante, come ti ho già spiegato, si tratti di un’operazione irreversibile, hai a disposizione un breve periodo di tempo per recuperare l’account in caso di ripensamenti.
Per farlo, collegati a Google, tocca il pulsante Accedi e digita l’indirizzo di posta elettronica associato all’account che hai tentato di eliminare:
se visualizzi la voce Questo account è stato recentemente eliminato e potresti riuscire a ripristinarlo, tocca il pulsante Avanti, digita l’ultima password che hai usato per accedervi e tocca ancora sul pulsante Avanti.

Se tutto è filato per il verso giusto, dovresti visualizzare il messaggio Operazione riuscita.
Hai annullato l’eliminazione del tuo account conferma che il tentativo di recupero è andato a buon fine e puoi nuovamente utilizzare il tuo account Google e i prodotti a esso associati
, segno che il profilo è salvo e puoi utilizzarlo nuovamente.
In caso contrario, l’account è da ritenersi definitivamente perso.



Se hai trovato difficoltà durante l’eliminazione del vecchio account Google e hai bisogno di un aiuto aggiuntivo, consulta senza esitare il mio approfondimento su come cancellare un account Gmail.

come calibrare la batteria android



come calibrare la batteria android

Il tuo smartphone Android si spegne all’improvviso?
L’indicatore della batteria passa bruscamente da una percentuale all’altra?
Probabilmente hai bisogno di fare una calibrazione della batteria.

La calibrazione della batteria è una procedura mediante la quale si resetta il modo in cui Android “vede” la percentuale della carica della batteria.
La sua attuazione è consigliata quando si verificano problemi come quelli appena elencati (spegnimento improvviso del telefono o sbalzi della percentuale di carica) e quando si installa una nuova ROM sul dispositivo.
Sia chiaro però, non si tratta di una cura miracolosa.
Se la batteria del telefono è difettata o ha subìto una fisiologica riduzione della sua autonomia, non c’è molto da fare, bisogna agire a livello hardware sostituendola.



Ci siamo intesi?
Bene, allora direi di non perdere altro tempo e di vedere in dettaglio come calibrare la batteria Android.
Il tutorial vale un po’ per tutti gli smartphone (e i tablet) equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.
Qualora la prima procedura non dovesse dare i risultati sperati, prova con le altre illustrate di seguito.
Incrocio le dita affinché tu riesca a risolvere tutti i problemi relativi all’autonomia del tuo device.
In bocca al lupo!

Calibrare la batteria Android – Metodo 1

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Il primo passo che devi compiere è far scaricare il tuo smartphone fino a quando non si spegne da solo.
Successivamente, devi riaccendere il telefono e, se questo resta acceso, devi aspettare che si spenga nuovamente da solo.
Ripeti l’operazione fino a quando la carica della batteria non arriva davvero al suo minimo (al punto che riaccendendo lo smartphone questo si spenga immediatamente dopo la prima schermata).

A questo punto, metti il dispositivo in carica, da spento, e attendi che l’indicatore della batteria arrivi al 100% (o che si accenda il LED della ricarica).
Dopodiché lascia che il telefono si carichi per altre due ore e ignora eventuali messaggi che compaiono sullo schermo del device.
Mi raccomando, questo è un passaggio importante ma non devi esagerare:
passate le due ore, stacca il telefono dalla carica o potresti danneggiare la batteria.



Adesso rimuovi la batteria dallo smartphone per 10-15 minuti e poi reinseriscila.
Se il tuo smartphone non consente di rimuovere la batteria tieni spento il dispositivo per lo stesso lasso di tempo (10-15 minuti).

Ad operazione completata, metti nuovamente il telefono in carica e aspetta qualche minuto (5-10 minuti dovrebbero andare bene), dopodiché accendi lo smartphone, attendi che la schermata principale di Android sia utilizzabile e scollega il terminale dal caricabatterie.
In questo modo dovresti essere riuscito a calibrare la batteria del dispositivo.



Nel malaugurato caso in cui i problemi alla batteria persistessero, ripeti la procedura di calibrazione della batteria.
Altrimenti prova con il metodo alternativo illustrato di seguito.

Calibrare la batteria Android – Metodo 2 (richiede il root)

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Se non sei riuscito a calibrare la batteria Android seguendo la procedura illustrata poc’anzi, prova con quest’altro metodo, il quale però richiede la presenza del root.
Se non sai di cosa sto parlando, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android e valuta se proseguire o meno.

Hai deciso di andare avanti?
Bene, allora apri subito il Google Play Store e installa l’applicazione Battery Calibration sul telefono sul quale vuoi effettuare la calibrazione della batteria.
Successivamente, lascia il dispositivo acceso e fallo scaricare fino a quando non si spegne da solo.
A spegnimento avvenuto, riaccendi lo smartphone e lascialo spegnere di nuovo:
devi arrivare al punto in cui il cellulare si spegne dopo la primissima schermata (segno che la batteria si è esaurita completamente).



Provvedi dunque a collegare il telefono al caricatore, da spento, attendi che la percentuale di carica arrivi al 100% (o aspetta l’accensione del LED di carica) e lascia il device in carica per un paio di ore in più.

Ad operazione completata, accendi lo smartphone (se nel frattempo non si è già acceso da solo), avvia Battery Calibration e concedi i diritti di root all’applicazione premendo sul pulsante Concedi.
Verifica quindi che nella schermata iniziale dell’app la percentuale di carica del telefono sia al 100%, premi sul bottone Battery Calibration e scollega il caricatore.



Se la percentuale di carica non risulta del 100%, rimetti il telefono in carica fino a quando Battery Calibration non indica il raggiungimento del 100% nel campo current charge.
Dopodiché premi sul bottone Battery calibration e scollega il caricatore.

Per concludere, riavvia il telefono, lascialo scaricare completamente e caricalo nuovamente fino al raggiungimento del 100% di carica.
Ad operazione completata dovresti essere riuscito a calibrare la batteria del telefono.



Attenzione: la procedura di calibrazione va eseguita solo in caso di reale necessità (in quanto scaricare e ricaricare completamente la batteria può influire negativamente sulle sue prestazioni).
Se dopo aver ripetuto la procedura per un paio di volte il problema non si risolve, prendi in considerazione l’ipotesi di sostituire la batteria e/o portare il telefono in assistenza.

Come aumentare l’autonomia della batteria su Android

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La calibrazione della batteria è andata a buon fine ma l’autonomia del tuo smartphone continua ad essere non entusiasmante?
In questo caso devi ottimizzare i consumi energetici del dispositivo agendo sulle app e sulle impostazioni di sistema.

Vuoi che ti faccia qualche esempio pratico?
Beh, ad esempio potresti installare un’applicazione come Wakelock Detector e scoprire quali app “svegliano” il telefono consumando energia; potresti installare un launcher meno avido di risorse di quello che utilizzi di solito e, cosa ancora più importante, potresti cancellare tutte quelle applicazioni che girano in background ma non ti servono più.



Per maggiori informazioni dai un’occhiata al mio tutorial su come risparmiare batteria Android, in cui ti ho spiegato dettagliatamente come ottimizzare i consumi energetici di qualsiasi smartphone o tablet equipaggiato con il sistema del robottino verde.

Inoltre, se vuoi approfondire l’argomento relativo all’ottimizzazione di Andorid, consulta la mia guida su come ottimizzare Android nella quale puoi trovare tantissime “dritte” su come velocizzare Android (e quindi agendo in maniera positiva anche sul risparmio energetico).



come calibrare il touch screen android



come calibrare il touch screen android

Hai come l’impressione che lo schermo del tuo tablet Android non risponda correttamente ai comandi?
Quando digiti un testo sul tastierino del telefono la pressione dei tasti non è reattiva e precisa come dovrebbe essere?
Non temere, forse è un problema che si può correggere senza portare il terminale in assistenza, andando a calibrare il touch screen Android a livello software.

Partendo dal presupposto che la perdita di precisione è comune nei dispositivi più datati e/o economici, soprattutto quelli equipaggiati con i display resistivi che soffrono gli effetti del tempo e dei danni accidentali in maniera maggiore rispetto a quelli capacitivi, attualmente più diffusi, calibrare il touch screen Android può dunque rivelarsi utile, se non è stato intaccato l’hardware (vale a dire se le difficoltà riscontrate non sono legate alla rottura del display o a quella di altri componenti interni il dispositivo), per far fronte alle sopracitate problematiche.



Detto ciò e visto che tentar non nuoce, ti suggerisco di prenderti qualche minuto di tempo libero e di provare a seguire le indicazioni su come calibrare il touch screen Android che sto per fornirti con questa guida. Se sei fortunato, riuscirai a risolvere i problemi di reattività del tuo telefono senza sostituirlo o portarlo a riparare.
Allora, sei pronto?
Si?
Benissimo! Mettiamo al bando le ciance e procediamo.

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Prima che tu possa spaventati e pensare a chissà cosa, ci tengo a farti presente sin da subito che al contrario delle apparenze calibrare il touch screen Android non è per niente complicato.
Tutti, compreso chi – un po’ come te – non si reputa esattamente pratico in nuove tecnologie, possono infatti riuscirci senza particolari problemi.

Prima di spiegarti in che modo procedere calibrare il touch screen Android ci tengo inoltre a farti presente una cosa.
Attualmente l’unica opzione disponibile sui terminali Android che permette di calibrare il touch screen è quella inerente la tastiera virtuale.
Quindi, se riscontri problemi durante la digitazione del testo molto probabilmente le indicazioni che sto per fornirti potranno rivelarsi utili.
In caso contrario, puoi testare in maniera avanzata il grado di precisione e reattività del display e, a seconda dell’esito della cosa, decidere se portare oppure no il tuo smartphone o tablet in assistenza.
Trovi spiegato tutto di seguito.



Calibrare la tastiera virtuale

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Se vuoi scoprire come calibrare il touch screen Android perché incontri delle difficoltà quando devi digitare del testo sul tastierino virtuale del telefono o del tablet, prova per prima cosa ad eseguire una calibrazione della tastiera virtuale usata dal tuo Android.



Per eseguire una calibrazione del tastierino, accedi alla home screen del dispositivo, premi sull’icona di Impostazioni (la ruota di ingranaggio) e seleziona la voce Lingua e testo Lingua e inserimento (dipende dal modello di smartphone o tablet Android e dalla versione della piattaforma utilizzata) dal menu che compare.
Se non riesci a vedere le voci Lingua e testo o Lingua e inserimento, molto probabilmente devi prima fare tap sulla scheda Controlli che risulta collocata nella parte alta della schermata che ti viene mostrata.

Nella schermata che si apre, seleziona il nome della tastiera usata sul telefono (è quella contrassegnata con il segno di spunta oppure quella che viene indicata in corrispondenza della voce Predefinito) dopodiché recati nel menu con le impostazioni generali e seleziona la voce relativa alla calibrazione.



A questo punto, ti verrà chiesto di digitare un testo sulla tastiera di Android e, successivamente, di premere su Salva per salvare le impostazioni di calibrazione.
Se dopo aver eseguito la procedura la situazione non migliora, prova a ripetere la calibrazione del tastierino mettendo lo schermo dello smartphone in modalità landscape (orizzontale).

Tieni ben presente che l’opzione di calibrazione non è presente in tutte le tastiere di Android, quindi potresti anche non trovarla.
In tal caso, per cercare di rimediare ai problemi di digitazione potrebbe essere utile installare una nuova tastiera sul dispositivo.
Se non sai come si fa e se non sai quali tastiere scaricare, consulta la mia guida su come cambiare la tastiera Android per scoprire in che modo procedere.



Testare il grado di precisione e reattività del display

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Purtroppo, come ti ho già accennato, non esistono altri metodi efficaci per calibrare il touch screen Android a livello software, ma prima di portare il dispositivo in assistenza forse faresti bene a testare in maniera avanzata il grado di precisione e reattività del display.
In che modo?
Te lo indico subito.



Ci sono vari modi per testare il touch-screen di un telefono o un tablet Android.
Il primo sistema, quello più semplice, consiste nello scaricare delle app adatte allo scopo ed utilizzarle per verificare se lo smartphone recepisce in maniera corretta gli input ricevuti su schermo.
Una delle migliori in ambito free è Multi-touch Benchmark Test, la quale permette di visualizzare su uno sfondo nero i punti dello schermo in cui il telefono riconosce il tocco dell’utente e, di conseguenza, di testare il funzionamento del touch screen in maniera estremamente semplice.

Per scaricare Multi-touch Benchmark Test sul tuo dispositivo, accedi alla home screen del tuo smartphone o tablet, premi sull’icona di Play Store, digita multi-touch benchmark test nel campo di ricerca visualizzato in alto e poi fai tap sul pulsante a forma di lente di ingrandimento annesso alla tastiera visualizzata a fondo schermo.
Se vuoi velocizzare l’esecuzione di questi passaggi puoi fare tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



Successivamente premi sul primo risultato presente nell’elenco di ricerca che ora ti viene mostrato dopodiché fai tap prima sul bottone Installa e poi su Accetto. Attendi quindi alche istante affinché la procedura di download e quella di installazione della app vengano aviate e completate dopoché recati nuovamente nella home screen del dispositivo ed avvia Multi-touch Benchmark Test facendo tap sulla sua icona.

Una volta visualizzata la schermata principale dell’app, premi in un punto qualsiasi dello schermo in modo tale da potertene cominciare a servire dopodiché attendi che ti venga mostrato uno sfondo nero ed inizia a premere sullo schermo con le dita per testare i punti del display in cui il dispositivo riconosce il tocco dell’utente.
Eventualmente puoi anche testare il numero di tocchi contemporanei che supporta il display premendo sullo schermo con più dita in simultanea.
Ogni volta che effettui una pressione sul display vengono visualizzati dei cerchi colorati indicanti il fatto che il tocco è stato effettivamente riconosciuto.



Per visualizzare le informazioni il numero di punti simultanei, quello totale dei tocchi oltre che i dati relativi a epa e fps, da’ uno sguardo alle statistiche riportate nella parte in alto a sinistra della schermata della app.

In alternativa, puoi eseguire alcuni test per verificare se sia necessario o meno calibrare il touch screen Android sfruttando degli appositi tool integrati nativamente in alcune versioni della piattaforma mobile del “robottino verde”.



Tali strumenti possono essere richiamati avviando la schermata di composizione della chiamata e “telefonando” il numero *#0*# oppure il numero *#*#2664#*#*.
Per uscire dalle schermata di test e tornare alla home screen di Android, basta premere il tasto Home sul telefono.

Tieni presente che gli strumenti per verificare il corretto funzionamento del touch screen Android non possono essere richiamati con entrambi i codici su tutti i dispositivi.
Inoltre, su alcuni smartphone e tablet tali tool non sono integrati.
In tal caso, per poter verificare se risulti necessario o meno calibrare il touch screen Android dovrai necessariamente ricorrere all’utilizzo di apposite app come quella che ti ho indicato nelle righe precedenti.



come bloccare un telefono android



come bloccare un telefono android

Hai da poco ricevuto in regalo un nuovo telefono Android e, desideroso di proteggere le tue informazioni dagli sguardi indiscreti, stai cercando di bloccarlo per impedire a chiunque di servirsene senza il tuo permesso.
Il problema, però, è che non hai esperienza in questo campo e, poiché non hai la benché minima intenzione di chiedere aiuto a qualche amico e sei deciso a sbrigartela da solo, hai cercato su Internet un tutorial su quest’argomento, finendo dritto sul mio sito.

Ho indovinato?
Perfetto, allora lascia che te lo dica:
questo è proprio il tuo giorno fortunato! Di seguito, infatti, ti spiegherò come bloccare un telefono Android avvalendoti delle apposite funzioni del sistema operativo sviluppato da Google, che permettono di bloccare lo schermo del telefono associando un’impronta digitale, il riconoscimento del volto, un codice di sicurezza oppure una sequenza visiva, in modo estremamente semplice.
Nella seconda parte di questa guida, inoltre, ti illustrerò le precauzioni da prendere nel caso in cui il telefono venisse rubato, al fine di tutelare la tua privacy e di rendere il dispositivo inutilizzabile (entro i limiti del possibile).



Dunque, senza esitare un attimo in più, mettiti bello comodo e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da spiegarti sul tema:
posso garantirti che, al termine di questa lettura, sarai in grado di prendere la decisione più giusta e di agire in totale autonomia per metterla in pratica.
Detto ciò, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e buona fortuna!

Indice

  • Come bloccare un telefono Android
    • Impronta digitale e riconoscimento del volto
    • Codice di sicurezza
    • Sequenza visiva
  • Come bloccare un telefono Android rubato
    • Bloccare un telefono Android a distanza
    • Richiedere il blocco IMEI

Come bloccare un telefono Android

Se hai intenzione di bloccare il tuo smartphone Android per renderlo inutilizzabile senza il tuo permesso, allora ti trovi nella sezione più adatta di questo tutorial.
Devi sapere che, a tal proposito, il sistema operativo sviluppato da Google integra delle misure di sicurezza per consentire lo sblocco del device soltanto da parte del suo legittimo proprietario:
puoi scegliere di associare la tua impronta digitale (se il dispositivo che possiedi è dotato dell’apposito sensore) e/o il tuo volto, un codice di sicurezza oppure una sequenza visiva.



Di seguito ti spiego come procedere, tenendo conto del fatto che le voci di menu esatte da premere possono variare in base alla versione di Android in uso.

Impronta digitale e riconoscimento del volto

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Per proteggere il dispositivo Android con l’impronta digitale, consentendone lo sblocco soltanto quando essa viene inserita, agisci nel seguente modo:
per prima cosa, tocca l’icona Impostazioni collocata nel drawer del dispositivo, fai tap sulla voce Sicurezza e posizione (o, semplicemente, Sicurezza) e poi sulla voce Impronta digitale.

Fatto ciò, dovrebbe esserti chiesto di definire una modalità di sblocco da utilizzare in caso di emergenza (se, per esempio, il sensore dovesse rompersi):
scegli quella che più desideri tra PINPassword Sequenza e inserisci le informazioni necessarie, quando richiesto.
Se la tua scelta è ricaduta sul PIN o sulla password, devi specificare per due volte il codice scelto; se, invece, hai optato per la sequenza di sblocco, devi scorrere le dita sui puntini mostrati a schermo fino a disegnare il percorso che più ritieni opportuno, ripetendo poi la stessa sequenza in un secondo momento.



Una volta definito il metodo di sblocco di backup, premi sulla voce Aggiungi impronta digitale e segui le istruzioni mostrate a schermo per associare l’impronta al telefono:
in genere, ciò che devi fare è poggiare il dito sul sensore e sollevarlo per più volte, finché il sistema non è in grado di riconoscerne i tratti distintivi; all’occorrenza, potrebbe venirti chiesto di effettuare operazioni aggiuntive (ad es.
inclinare il dito o ruotare il sensore).
Quando hai finito, puoi associare ulteriori impronte digitali toccando nuovamente la voce Aggiungi impronta digitale; per eliminare un’impronta, fai tap sull’icona a forma di cestino a essa corrispondente.

Completata l’associazione, l’impronta viene automaticamente salvata nel sistema:
a partire da questo momento, il dispositivo può essere sbloccato inserendo una delle impronte associate o, in alternativa, la sequenza visiva definita.
È inoltre possibile approvare, sempre tramite l’impronta digitale, anche gli acquisti dal Play Store o altre misure di sicurezza.



Se il tuo smartphone è dotato anche di funzione di sblocco tramite riconoscimento del volto, puoi attivare quest’ultimo (e proteggere così l’accesso al tuo device) andando nel menu Sicurezza e posizione (o, semplicemente, Sicurezza) e selezionando la voce relativa all’aggiunta dei dati del volto.

Digita, quindi, il PIN di sblocco del dispositivo, e segui le indicazioni su schermo per far memorizzare il tuo volto allo smartphone (di solito, basta farsi inquadrare dalla fotocamera frontale, spostando il volto all’occorrenza).
Considera, però, che se il tuo telefono non dispone del riconoscimento facciale 3D, lo sblocco potrebbe avvenire semplicemente mettendo una tua foto davanti alla fotocamera frontale del dispositivo!



Tieni inoltre presente che, dopo un riavvio, Android ti chiederà di sbloccare il telefono utilizzando uno dei metodi di backup impostati in precedenza; questi ultimi, inoltre, possono essere utilizzati come sistemi di “emergenza” per sbloccare il telefono.

Codice di sicurezza

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Se non disponi di un lettore di impronte digitali e/o del riconoscimento del volto, puoi proteggere il tuo telefono impostando un codice di sicurezza, che verrà chiesto in fase di avvio e ogni volta che sarà necessario sbloccare lo schermo, agendo in modo molto simile a quanto visto poc’anzi.



Dunque, dopo esserti recato nelle Impostazioni di Android, accedi alla sezione Sicurezza e posizione/Sicurezza, tocca la voce Blocco schermo e scegli l’opzione PIN dal pannello successivo; a questo punto, specifica se richiedere o meno il codice per avviare Android (in caso affermativo, non sarà possibile ricevere telefonate, messaggi o altre notifiche prima di aver sbloccato il sistema dopo l’accensione/riavvio), immetti il codice numerico che intendi usare per sbloccare il telefono (minimo 4 cifre), premi sul bottone Continua, immetti nuovamente il PIN da te scelto e premi sul pulsante OK per confermare le modifiche.

Per impostare un nuovo codice PIN, modificando quello indicato in precedenza, devi ripetere esattamente gli stessi passaggi (avendo cura di immettere, quando richiesto, il vecchio codice).



Nota:
se lo desideri, puoi impostare una password come codice di sicurezza.
Per farlo, recati in Impostazioni > Sicurezza/Sicurezza e posizione, tocca la voce Blocco schermo e, anziché toccare la voce PIN, accedi alla sezione Password.
Anche in questo caso, il codice da te scelto dovrà essere lungo almeno 4 caratteri.

Sequenza visiva

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Per tua informazione, la sequenza di sblocco è un “disegno” che può essere creato scorrendo il dito sui punti disegnati a schermo, senza però mai alzarlo da quest’ultimo.
Se ritieni opportuno bloccare il telefono con questa tecnica (sapendo però che è quella più facilmente “indovinabile” da parte di chi dovesse guardarti mentre sblocchi il telefono), agisci come segue:
apri le Impostazioni di Android, tocca le voci Sicurezza e posizione/Sicurezza Blocco schermo e, in seguito, recati nella sezione Sequenza.

Fatto ciò, specifica se avviare Android soltanto dopo aver impartito la sequenza, traccia a schermo quella che intendi utilizzare, sollevando il dito soltanto a conclusione della stessa, premi sul pulsante Avanti, ripeti la medesima operazione nella schermata successiva e finalizza il tutto premendo il bottone OK.



Anche in questo caso, puoi definire una nuova sequenza ripetendo gli stessi passaggi:
per completare la modifica, ti sarà però chiesto di tracciare la sequenza attualmente in uso.

Come bloccare un telefono Android rubato

Non hai trovato utili le informazioni che ti ho fornito finora, poiché hai la necessità di bloccare un telefono Android che ti è stato rubato?
Allora, senza esitare un attimo in più, leggi le istruzioni fornite di seguito:
agendo in tempo e con un pizzico di fortuna, è possibile ottenere il risultato sperato, rendendo la vita molto difficile a chi tenterà di approfittare indebitamente del terminale che possedevi.
In bocca al lupo!

Bloccare un telefono Android a distanza

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La prima cosa che devi fare, dopo esserti reso conto del furto, è quella di bloccare immediatamente lo smartphone tramite Android Device Manager (o Gestione dispositivi Android):
un servizio offerto da Google che, tramite l’utilizzo di un’interfaccia molto semplice, permette di localizzare il telefono su una mappa, di bloccarlo con un codice (che non è possibile bypassare neanche spegnendo lo smartphone) oppure di eliminare tutti i dati memorizzati, riportandolo allo stato di fabbrica.

Devi sapere, inoltre, che le versioni di Android pari o successive alla 6.0 integrano un meccanismo di sicurezza “resistente” anche al ripristino del telefono:
la procedura di configurazione iniziale successiva, infatti, richiede l’inserimento dell’account Google precedentemente utilizzato, operazione obbligatoria per poter utilizzare nuovamente il dispositivo.
Per questo, esistono buone possibilità che, dopo il ripristino del dispositivo allo stato di fabbrica (effettuato da te oppure forzato dal “nuovo possessore”), lo smartphone risulti completamente inutilizzabile.



Infine, tengo a precisarti un aspetto fondamentale di Android Device Manager:
è possibile effettuare le operazioni di blocco e di ripristino soltanto se il telefono è acceso e collegato a Internet; inoltre, affinché il dispositivo possa essere localizzato, è necessario che il GPS sia attivo e che siano state concesse le autorizzazioni di localizzazione da remoto.
Se ben ti ricordi, avevo chiarito questo aspetto nel mio tutorial su come localizzare un cellulare con Gmail.

Chiarito questo aspetto fondamentale, è il momento di metterti all’opera:
innanzitutto, accedi al sito Internet di Gestione Dispositivi Android ed effettua l’accesso utilizzando le credenziali Gmail configurate nello smartphone che intendi bloccare.



Successivamente, seleziona il device in questione servendoti delle icone a forma di smartphone collocate in alto a sinistra e attendi qualche istante affinché la schermata di gestione venga caricata:
nella parte centrale della mappa viene mostrata la posizione attuale del telefono, se disponibile, oppure l’ultima posizione nota; nella barra di sinistra, invece, risiedono i pulsanti per effettuare le operazioni di blocco ripristino completo del telefono.

Per bloccare il telefono con un codice, premi sul bottone Blocca il dispositivo, indica un eventuale messaggio da mostrare a schermo (ad es.
un numero di telefono presso cui contattarti) e finalizza il tutto premendo sul pulsante Blocca il dispositivo.
Come ti ho spiegato poc’anzi, il blocco impostato in tal modo non può essere aggirato nemmeno spegnendo e riaccendendo il cellulare.



Se, invece, è tua intenzione cancellare completamente i dati presenti sul dispositivo, devi premere il bottone Resetta il dispositivo per accedere alla sezione più appropriata; prima di andare avanti, tieni presente che quest’operazione comporta la cancellazione completa e irreversibile dei dati in memoria (inclusa l’eventuale scheda microSD) e che impedisce il futuro accesso ai servizi di localizzazione.

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Tutto chiaro?
OK! A questo punto, non ti resta che procedere cliccando nuovamente sul pulsante Resetta dispositivo e digitando, come ulteriore misura di sicurezza, le credenziali dell’account Google associato.
Se il telefono è collegato a Internet, la procedura di ripristino inizierà automaticamente (a meno che il ladro non abbia provveduto a effettuarla in precedenza); in caso contrario, questa verrà avviata non appena il telefono ritornerà online.

Se non disponi di un computer da cui effettuare il blocco, puoi installare l’app gratuita Gestione Dispositivi Android su un altro smartphone o tablet Android:
dopo averla avviata, indica l’account Google con cui effettuare l’accesso (scegliendo, all’occorrenza, di accedere come ospite) e agisci in modo esattamente analogo a quanto ti ho spiegato nei passaggi precedenti.



Come dici?
Sul tuo dispositivo era installata un’app antifurto come Android Lost o Cerberus e ora vorresti capire, nel concreto, come bloccare il telefono “da remoto” sfruttando una di queste due soluzioni?
Allora dai un’occhiata alla mia guida su come ritrovare il cellulare Android, in cui ti ho spiegato nel dettaglio le modalità di funzionamento di queste due app (che, tra le altre cose, permettono anche di impartire comandi tramite SMS, eliminando, dunque, la necessità di una connessione a Internet, presente, invece, in Gestione Dispositivi Android).

Richiedere il blocco IMEI

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Non sei riuscito a bloccare il tuo telefono in tempo perché il ladro, purtroppo, ti ha battuto sul tempo?
Non temere, hai ancora un’altra possibilità di rendere lo smartphone in questione parzialmente inutilizzabile:
quella di richiedere il blocco IMEI.



Se non ne avessi mai sentito parlare, il codice IMEI è un identificativo univoco associato a ogni smartphone (e più in generale, a ogni dispositivo che si collega alla rete mobile), tramite il quale è possibile riconoscerlo a livello di rete; richiedendo il blocco di questo codice, il telefono in questione non potrà più accedere alle reti nazionali, pertanto non sarà più in grado di effettuare o ricevere chiamate, inviare o ricevere SMS e collegarsi a Internet tramite rete cellulare:
una bella grana per chi tenterà di utilizzare il dispositivo in modo indebito o, peggio ancora, di venderlo!

Per procedere in tal senso, devi innanzitutto risalire al codice IMEI del dispositivo che ti interessa bloccare:
esso è indicato sulla confezione di vendita dello stesso, solitamente su un’etichetta bianca incollata a uno dei lati della scatola.
In alternativa, ci sono anche altre strade che puoi seguire, come ti ho spiegato in questo mio tutorial specifico.



Nota:
se stai leggendo questa guida a scopo informativo, sappi che puoi recuperare il codice IMEI digitando il codice *#06# nel dialer del telefono (la schermata di composizione manuale di un numero di telefono).

Individuato il codice, prendine nota e recati alla più vicina stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia di furto (o di smarrimento del telefono):
una volta comunicate le tue intenzioni alle autorità, rispondi alle domande che ti verranno poste (IMEI del dispositivo, dettagli estetici e circostanze in cui si è verificato l’evento) e fornisci un tuo documento in corso di validità.



A denuncia effettuata, puoi procedere con la richiesta di blocco operatore presso il gestore di telefonia a cui appartiene la SIM inserita nel telefono rubato:
come ti ho spiegato nella mia guida su come sbloccare un telefono bloccato da operatore, quest’operazione comporta non soltanto il blocco della SIM rubata, ma anche l’inserimento dell’IMEI del dispositivo in una specie di black list (condivisa da tutti i gestori di telefonia nazionali), la quale impedirà l’accesso del telefono alle reti cellulari.

Il modo più rapido di procedere è quello di recarsi in un punto vendita dell’operatore in questione:
dopo aver comunicato la tua esigenza, ti verrà chiesto di fornire il codice IMEI del telefono, il numero della scheda SIM, un documento di riconoscimento valido e, se necessario, il verbale della denuncia sporta in precedenza.
Conclusa questa fase, l’IMEI verrà inserito in black list e avrai la possibilità di chiedere una nuova SIM con lo stesso numero (e lo stesso credito) di quella rubata.



In alternativa, puoi procedere a mezzo posta o fax, inviando l’apposito modulo presso il recapito specifico del tuo operatore, segnalato sul modulo stesso; ricorda di allegare una copia del verbale della denuncia sporta in precedenza e un documento in corso di validità.
Di seguito ti illustro dove scaricare i moduli dei più noti operatori di telefonia nazionale.

  • TIM – recati nella sezione “modulistica” del portale dell’operatore, scorri in basso fino a trovare la sezione Mobile e, dopo aver identificato il modulo di tuo interesse, premi sul pulsante Scarica in sua corrispondenza, per scaricarne una copia in PDF, oppure sul pulsante Compila, per riempirlo direttamente online.
    Se hai una SIM associata a piano ricaricabile, devi avvalerti del modulo di Richiesta di blocco e sblocco IMEI per apparati rubati o smarriti, collocato sotto la voce Clienti ricaricabili; altrimenti, devi utilizzare un modulo con nome uguale ma disponibile sotto la voce Clienti con abbonamento (per accedervi, potresti dover cliccare sul pulsante Vedi tutti).
  • Vodafone – visita l’apposita sezione del sito Web dell’operatore, accedi con il tuo account Vodafone e compila il modulo attenendoti scrupolosamente alle istruzioni mostrate a schermo.
  • Wind – accedi all’area moduli del sito Internet di Wind, identifica il MODULO RICHIESTA BLOCCO/SBLOCCO DEL TELEFONINO e premi sull’icona a forma di floppy disk a esso corrispondente, per visualizzare il modulo PDF dedicato.
    Una volta scaricato il documento, stampalo, compilalo in tutte le sue parti e invialo all’indirizzo indicato sul modulo stesso, avendo cura di allegare i documenti illustrati in precedenza.
  • Fastweb – scarica questo modulo, compilalo in tutte le sue parti e spediscilo via fax (insieme alla copia del documento di identità e il verbale della denuncia) al numero specificato sulla prima pagina del documento.
  • Tre – collegati al sito Internet di Tre, clicca sulla voce Modulo di richiesta blocco/sblocco del Cellulare per sfurto e smarrimento e scarica il modulo PDF che ti viene proposto; infine, compilalo in tutte le sue parti e trasmettilo al numero di fax indicato in alto a sinistra.
  • Iliad – dopo esserti collegato a questo sito Internet, scarica il modulo per la richiesta di blocco/sblocco della SIM Iliad e del codice IMEI che trovi al suo interno, stampalo, compilalo e spediscilo tramite raccomandata A/R all’indirizzo Iliad Italia S.p.A., CP 14106, 20146 Milano oppure al numero di fax 0230377960 (allegando, in ogni caso, un documento d’identità valido).
  • PosteMobile – accedi al sito Internet dell’operatore, clicca sulla voce Richiesta sblocco/sblocco IMEI e, dopo aver scaricato il modulo PDF, compilalo e spediscilo (allegando i documenti specificati precedentemente) a uno dei recapiti segnalati nella sua parte finale.

Laddove avessi bisogno di chiarimenti su uno dei passaggi sopraelencati, ti consiglio di contattare l’operatore di competenza e richiedere informazioni dettagliate sulla procedura di blocco.
Ti ho mostrato i passaggi da seguire per parlare telefonicamente (ma non solo) con un addetto ai lavori nei miei tutorial dedicati a TIM, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb.