siri per android



siri per android

Siri è una delle funzioni più interessanti di iOS, il sistema operativo che anima iPhone e iPad.
Si tratta di un’assistente personale virtuale alla quale ci si può rivolgere tramite comandi vocali, parlando un linguaggio naturale.
Siri ti permette di ottenere informazioni su svariati argomenti, nonché di compiere operazioni quali la creazione di promemoria, l’impostazione di sveglie e l’avvio di applicazioni.
In quest’ottica, quindi, Siri si rivela senz’altro uno strumento molto utile per tutti i possessori di uno smartphone iOS.

Spesso mi domandano se esiste Siri per Android e, in questo momento, la risposta è solo una:
Siri non è per disponibile sugli smartphone equipaggiati con il sistema operativo di Google, ma c’è qualcosa di simile.
Si tratta di Google Now, l’assistente personale di Google, disponibile per tutti i terminali equipaggiati con Android 4.1 e superiori.
Anche l’assistente virtuale Google Now non è perfettamente uguale a Siri ed è strutturato in maniera differente, è ciò che attualmente si avvicina di più all’esperienza d’uso dell’assistente personale Apple.



Di fatto, nonostante Google Now non si caratterizzi per la sua ironia e per la sua “battuta” sempre pronta come il popolare servizio di Apple, è senz’altro un eccellente strumento per reperire informazioni online e impartire ordini al proprio smartphone.
In questo mio articolo di spiegherò quindi nel dettaglio come installare e utilizzare Google Now, nel caso che il tuo dispositivo non abbia tale funzione già integrata.
Tutto quello che ti serve per provare Google Now, detto anche Siri per Android, è uno smartphone con sistema operativo Android 4.1 o superiore e, ovviamente una connessione a Internet per poter effettuare ricerche sul Web tramite comandi vocali.
Sei pronto a scoprire nel dettaglio tutti gli strumenti messi a disposizione da Google Now?
Sì, benissimo, allora non perdiamoci ulteriormente in chiacchiere:
iniziamo subito, ti auguro una buona lettura!

Siri per Android – Come installare Google Now

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La prima cosa che devi fare per attivare Google Now è scaricare l’applicazione sul tuo dispositivo Android, nel caso in cui questa non sia già disponibile in maniera preinstallata.
Apri quindi il Google Play Store (l’icona si presenta con il simbolo di un sacchetto con una bandiera colorata al centro) e, nel motore di ricerca, attivabile premendo il pulsante della lente di ingrandimento, digita Google Now.
Quando compariranno i primi risultati di questa ricerca, l’applicazione che dovrai installare sarà il primo risultato.
Individua infatti l’app chiamata Avvio Applicazioni (simbolo di una G bianca su sfondo azzurro), fai tap sulla sua icona e poi premi il pulsante Installa e poi sul pulsante Accetto, per avviare la procedura di installazione.
Attendi ora qualche instante affinché l’applicazione si scarichi e installi correttamente sul tuo dispositivo.

Qualora ti venga richiesto, installa anche l’applicazione Google:
si tratta dell’applicazione ufficiale dedicata al motore di ricerca omonimo.
Tale applicazione è necessaria per il corretto funzionamento di Google Now in quanto assistente vocale di Android.
Trovi l’applicazione Google sul Play Store, ti basterà digitare la voce Google, avendo cura di installare l’app ufficiale sviluppata da Google.
Non preoccuparti, non puoi sbagliarti, l’icona dell’app ha il simbolo della G colorata di Google.
In ogni caso, se non sei sicuro su come procedere e hai bisogno di ulteriori delucidazioni, puoi leggere la mia guida su come scaricare Google gratis.



La procedura per l’attivazione di Google Now, attraverso l’applicazione Avvio Applicazioni, può risultare leggermente diversa a seconda del dispositivo Android sul quale si vuole attivarla.
Avvio Applicazioni non è soltanto un’assistente vocale come Siri, ma si configura anche come launcher ufficiale e preinstallato in alcuni dispositivi di recente uscita, negli smartphone Nexus, ad esempio.

In ogni caso, se hai dovuto scaricare l’applicazione Avvio Applicazioni Google per l’attivazione di Google Now, è probabile che tu debba impostare l’app scarica come launcher predefinito del tuo dispositivo.
Segui quindi i seguenti passaggi:
per prima cosa individua e apri l’app Impostazioni (ha il simbolo di un ingranaggio) e cerca la sezione Dispositivo per poi fare tap sull’opzione Home Page.
A questo punto, metti il segno di spunta sulla voce Avvio Applicazioni Now, attivando così l’app di Google installata come launcher predefinito.
Fatto questo, tornando alla schermata Home del tuo dispositivo, dovresti notare delle differenze per via del nuovo launcher Google che hai installato.
In alto, infatti, sarà comparsa una barra di ricerca, attraverso la quale potrai effettuare le ricerche vocali sul motore di ricerca Google.



Per attivare tale il servizio, ti basta fare tap sul simbolo del microfono, dopodiché puoi parlare a Google Now in maniera semplice e diretta, proprio come se stessi utilizzando Siri per Android, usando un linguaggio naturale.
Sono davvero tantissime le informazioni che puoi richiedere e le operazioni che puoi compiere.
Facciamo qualche esempio pratico.

  • Meteo – Tramite Google Now puoi richiedere all’assistente vocale di Google alcune informazioni generiche sulle condizioni atmosferiche della tua città.
    Prova per esempio a chiedere a Google Now “Che tempo fa oggi”, oppure anche relativamente a una città specifica, puoi dire “Qual è il meteo previsto per Roma, domani?”.
    In alternativa, puoi anche formulare richieste più articolate, come “Domani a Milano farà freddo?”, “giovedì pioverà?” e così via.
  • Ricerca di locali – Puoi effettuare una ricerca vocale, attraverso con comandi del tipo “Cerca ristorante cinese nei paraggi” o “Cerca cinema vicini a me” Google Now troverà tutti i locali richiesti che si trovano vicini alla tua posizione attuale.
  • Sport – Puoi chiedere a Google Now diverse informazioni sugli eventi sportivi, come per esempio “classifica della serie A” oppure quando/contro chi giocherà la tua squadra del cuore.
  • Informazioni su persone e/o oggetti – Sei curioso di scoprire la data di nascita di un personaggio famoso, l’inventore di un oggetto, l’autore di un’opera o il significato di un termine?
    Android risponde anche a queste domande.
    Per esempio, prova a chiedere a Google Now:
    “Chi ha scritto la Traviata?”, oppure “Quando è nato Albert Einstein?”
  • Indicazioni stradali e informazioni geografiche – Grazie all’integrazione con Google Maps, puoi chiedere a Google Now di indicarti la “strada per” una determinata via della tua città, di “mostrare la mappa” di una località che devi visitare o di “cercare foto di” un monumento o un edificio famoso.
    È possibile anche cercare voli, grazie al supporto di Google Flight.
  • Promemoria e/o Sveglie – Google Now consente di impostare promemoria e sveglie attraverso comandi come “ricordami di” e “svegliami alle”.
    I reminder possono contenere informazioni su data e ora (es.
    “ricordami che il 20 maggio devo andare da Antonella alle 21.00”) e possono essere legati a dei luoghi (es.
    “ricordami di pagare la bolletta quando torno a casa”), in questo modo Android sarà in grado di ricordati uno o più impegni quando ti troverai in un luogo specifico.
  • Avvio applicazioni – Dicendo “avvia [nome applicazione]” puoi avviare qualsiasi app installata sul tuo smartphone tramite Google Now.
    Purtroppo non funziona sempre benissimo e dipende anche se l’applicazione supporta l’avvio tramite comandi vocali.
  • Invio messaggi e chiamate – Attraverso i comandi “scrivi email a” o “invia messaggio a” puoi avviare la composizione di nuovi messaggi da Google Now, mentre dicendo “chiama [nome contatto]” puoi avviare delle telefonate “al volo”.
  • Calcoli e conversioni – puoi usare Google Now anche come calcolatrice, per effettuare qualsiasi tipo di operazione, e come convertitore di unità o valuta.

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Google Now, oltre ad essere un ottimo assistente personale simile a Siri per Android, fornisce anche delle schede informative con impegni imminenti, notizie personalizzate, risultati sportivi, orari dei voli e tantissime altre informazioni basate sulle tue attività e i tuoi gusti personali.

Per ottenere un’esperienza ancora più completa, utilizzando Google Now, ti basterà accedere alle apposite schede informative con uno swipe verso sinistra dalla Home (o tenendo premuto il pulsante Home e poi facendo tap sull’icona di Google).
Inoltre, nel caso ti venga richiesto, concedi al servizio di accedere alla tua posizione.



Le schede informative che verranno visualizzate dovrebbero rispecchiare i tuoi interessi ma qualora non lo fossero, puoi personalizzare il tuo feed fornendo alcune informazioni a Google.
Per farlo, premi il tasto menu in alto a sinistra e poi fai tap sulla voce Personalizza in corrispondenza dell’icona con il simbolo della bacchetta magica.
Potrai quindi inserire ulteriori dettagli su di te e i tuoi interessi, come ad esempio i mezzi di trasporto con cui ti sposti normalmente (bici, mezzi pubblici, auto, ecc.), le tue squadre sportive preferite, gli indirizzi di casa/ufficio e via discorrendo.
Se desideri personalizzare ulteriormente il tuo feed, puoi premere sul menu e poi sulla voce Impostazioni.
A questo punto, individua e fai tap sulla la voce Il tuo Feed per attivare o disattivare gli argomenti per il quale riceverai delle notifiche.
Puoi per esempio attivare o disattivare le notifiche delle voci meteo, sport, azioni, luoghi, elezioni, film/programmi TV, Voli e cali di prezzo relativi a prodotti che hai cercato.

Ulteriori opzioni di modifica e personalizzazione del feed sono disponibili per le singole schede informative.
Nell’eventualità che Google ti proponga una notizia che non ritieni interessante, puoi premere il pulsante dei tre puntini. Nel menu che si aprirà avrai a disposizione alcune opzioni:
nascondere la notizia (pulsante Nascondi questa notizia), disattivare le schede relative all’argomento (pulsante [nome dell’argomento] non mi interessa) o disattivare direttamente le schede relative a un determinato portale d’informazione (pulsante [nome del sito] non mi interessa).



applicazioni per scaricare musica android



applicazioni per scaricare musica android

Stai cercando delle app per scaricare musica sul tuo smartphone?
Nessun problema, dimmi che sistema operativo utilizzi e cercherò di suggerirti alcune soluzioni in grado di incontrare le tue necessità.
Come dici?
Utilizzi un terminale Android?
Bene, allora ho delle ottime notizie da darti:
esistono tantissime applicazioni per scaricare musica Android, sia gratis che a pagamento, e tu hai solo l’imbarazzo della scelta!

Le applicazioni in questione appartengono a varie categorie:
ci sono i motori di ricerca MP3 che permettono di scaricare musica gratis attingendo ai database di vari servizi siti, servizi di hosting e social network; i servizi di streaming che in cambio di un piccolo canone mensile (generalmente pari a 9,99€) permettono di scaricare la musica offline; le app di musica “free” che permettono di scaricare gratis la musica prodotta da artisti emergenti e/o indipendenti e, infine, le app dedicate alle suonerie.
Coraggio, scegli l’applicazione che ti sembra più adatta alle tue esigenze (e ai tuoi gusti musicali) e utilizzala seguendo le indicazioni che sto per darti.
Ti assicuro che non te ne pentirai!



ATTENZIONE: scaricare abusivamente da Internet della musica protetta da copyright può essere un reato.
Questo tutorial è stato scritto a puro scopo illustrativo, non è assolutamente mia intenzione incentivare la pirateria e pertanto non mi assumo alcuna responsabilità circa l’uso che verrà fatto delle informazioni presenti in esso.

Indice

  • Operazioni preliminari
  • TinyTunes (gratis)
  • Fildo (gratis)
  • Jamendo Music (gratis)
  • Zedge (gratis)
  • Flud (gratis)
  • Servizi di streaming musicale (in abbonamento)
    • Spotify
    • Google Play Musica
    • Amazon Music
    • YouTube Music

Operazioni preliminari

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Alcune applicazioni per scaricare musica Android non sono presenti sul Play Store.
Questo significa che per utilizzarle devi procurarti il loro pacchetto apk e installarla “manualmente”.

Per poter installare una app “manualmente” devi attivare il supporto alle origini sconosciute, cioè alle applicazioni che non provengono dal Google Play Store nelle impostazioni di Android.
Pigia quindi sull’icona dell’ingranaggio che si trova nel menu iniziale del tuo device, vai su Sicurezza e attiva la levetta relativa all’opzione Origini sconosciute.
Rispondi in maniera affermativa all’avviso che compare sullo schermo.



Dopo aver installato le applicazioni che necessitano del supporto alle origini sconosciute, torna nelle impostazioni di Android e attiva nuovamente il blocco per le app che non provengono dal Play Store.
Una volta installate, infatti, le app che non provengono dal Play Store si possono utilizzare anche riattivando il blocco per le origini sconosciute.

TinyTunes (gratis)

Cominciamo con TinyTunes, un motore di ricerca MP3 che consente di scaricare musica da vari siti e servizi di hosting.
Purtroppo l’applicazione non è disponibile sul Play Store, quindi per installarla devi collegarti al suo sito Internet e scaricare “manualmente” un pacchetto apk.



Entrando più in dettaglio, quello che devi fare è aprire il browser che usi solitamente per navigare in Internet (es. Chrome), visitare il sito exigocs.com e premere sul pulsante Install che si trova sotto l’icona dell’applicazione, cioè la lente d’ingrandimento.
Se ti viene chiesto con quale app intendi effettuare il download, scegli il browser (es.
Chrome).
Se compare un avviso di sicurezza in basso, premi invece sul pulsante OK.

A download completato, apri l’applicazione Download di Android oppure utilizza un qualsiasi file manager (es. ES Gestore File) per recarti nella cartella Downloaddel tuo dispositivo e seleziona il file TinyTunes_xx.apk.
Nella schermata che si apre, premi sui pulsanti AvantiInstalla e Fine e il gioco è fatto.
Complimenti, hai appena installato TinyTunes!



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Scaricare una canzone con TinyTunes è semplicissimo.
Dopo aver avviato l’applicazione, non devi far altro che premere sull’icona della lente d’ingrandimento che si trova in alto a destra e cercare il brano che intendi scaricare.



Nella pagina con i risultati della ricerca, individua quindi le canzoni di tuo interesse, metti il segno di spunta accanto ai loro titoli e premi sull’icona della freccia collocata in alto a destra per avviarne il download.
Puoi seguire l’avanzamento dei download recandoti nella scheda Scaricamenti di TinyTunes.

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Una volta scaricati, i brani saranno archiviati tutti nella cartella /home/tinytunes/song/ del dispositivo e si potranno ascoltare tramite la scheda Libreria di TinyTunes.

Qualora ti interessasse, ti segnalo che nella schermata iniziale di TinyTunes puoi trovare anche delle classifiche con i brani più popolari su iTunes e Billboard:
un modo simpatico per scoprire la musica più in voga del momento.

Fildo (gratis)

Fildo è un’altra applicazione per scaricare musica su Android che funziona come un motore di ricerca.
Per scaricarla sul tuo dispositivo, apri il browser, collegati al sito fildo.net e premi sulla voce Download Last version che si trova in basso.
Se ti viene chiesto con quale applicazione intendi effettuare il download, scegli il tuo browser (es.
Chrome).
Quando compare l’avviso di sicurezza in basso, premi su OK.



A download completato, apri l’applicazione Download di Android oppure recati nella cartella dei download del tuo dispositivo usando un qualsiasi file manager (es. ES Gestore File).
Seleziona quindi il file fildo-xx.apk e installa Fildo su Android premendo prima sul pulsante Installa e poi su Fine.

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Per scaricare una canzone con Fildo, avvia l’applicazione, premi sul pulsante ?collocato in alto a sinistra e cerca il brano di tuo interesse utilizzando l’apposita barra di ricerca.
Dopodiché scegli la fonte dalla quale intendi scaricare la musica (es. NeteaseKogou o Playlists) e fai “tap” prima sulla canzone da scaricare e poi sul pulsante (…) collocato accanto al suo titolo e infine sulla voce Downloadpresente nel riquadro che si apre.

In alternativa, se preferisci, puoi recarti nella schermata iniziale di Fildo e sfogliare le classifiche con i brani, gli album e le playlist più popolari del momento.
Playlist e altri contenuti preselezionati sono disponibili anche nella barra laterale di sinistra, che compare premendo sul pulsante ?.



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Puoi seguire l’avanzamento dei tuoi download premendo sul pulsante ? di Fildo e selezionando la voce Coda di download dalla barra che compare di lato.
I brani vengono archiviati tutti nella cartella Download/FildoDownloads del dispositivo.



Jamendo Music (gratis)

Odi la musica che passano le radio?
Vai alla ricerca di band e artisti indipendenti che possano regalarti qualcosa di nuovo per i tuoi ascolti?
Allora installa Jamendo Music.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, Jamendo Music è la app ufficiale di Jamendo:
uno dei portali di riferimento per la musica “free”, nel quale band e artisti provenienti da ogni angolo del mondo caricano la loro musica per renderla disponibile a tutti.

Per sfogliare i brani e gli album disponibili su Jamendo, avvia la app Jamendo Music, premi sull’icona della lente d’ingrandimento collocata in alto a destra e seleziona una delle community o delle classifiche elencate nella schermata che si apre.
Le community e le classifiche sono suddivise per generi musicali, quindi dovresti riuscire a individuare le opere di tuo interesse piuttosto facilmente.



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Una volta trovato un brano da scaricare, seleziona la freccia collocata di fronte al suo titolo e fai “tap” sul pulsante Download gratuito per usi personali qualità MP3.
Per avviarne il download.



Alcuni brani disponibili su Jamendo sono rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Questo significa che possono essere riutilizzati liberamente all’interno di progetti personali (con menzione degli autori facoltativa o obbligatoria a seconda delle condizioni d’uso di ogni specifico brano).
Se cerchi della musica da poter riutilizzare in progetti commerciali, rivolgiti a Jameno Licensing che propone tanta buona musica da riutilizzare anche per fini commerciali in cambio di un piccolo canone mensile.

Zedge (gratis)

Ti piacerebbe scaricare delle canzoni sul suo smartphone per trasformarle in suonerie?
Allora credo che tu possa trovare molto utile Zedge, una app che permette di scaricare suonerie gratis e di impostarle facilmente come suonerie predefinite, suonerie per i contatti, sveglie e suoni di notifica su Android.

Per scaricare una suoneria con Zedge, non devi far altro che avviare l’applicazione in questione sul tuo smartphone, premere sul pulsante ? che si trova in alto a sinistra e selezionare la voce Ringtones dalla barra che compare di lato.



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A questo punto, scegli se cercare una suoneria usando la lente d’ingrandimentocollocata in alto a destra o se sfogliare le varie categorie di suonerie disponibili in Zedge e premi sul titolo del brano di tuo interesse (puoi ascoltarne un’anteprima in tempo reale premendo sul pulsante ??.



Nella schermata che si apre, fai “tap” sull’icona della freccia collocata in basso a destra, attendi che il download della suoneria venga portato a termine e scegli se impostare il brano come suoneria predefinita (Ringtone), suono di notifica (Notification), suoneria personalizzata per un contatto specifico (Contact) o sveglia (Alarm).

Flud (gratis)

Molti album musicali ormi vengono distribuiti tramite la rete BitTorrent, quindi mi sembra opportuno parlarti anche di Flud:
un client BitTorrent per Android che permette di scaricare qualsiasi tipo di file da questo famosissimo network peer-to-peer senza utilizzare il computer.



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Per scaricare qualcosa con Flud, basta selezionare un file .torrent o un magnet link nel browser e selezionare Flud come applicazione con la quale aprire il file o il collegamento selezionato.



Tra i siti che permettono di scaricare musica gratis tramite la rete BitTorrent ti segnalo Archive.org, sul quale puoi trovare tantissimi album di pubblico dominio e registrazioni di concerti live, ma di siti Torrent ce ne sono davvero a bizzeffe (nel mio tutorial dedicato all’argomento te ne ho segnalati un bel po’).

Servizi di streaming musicale (in abbonamento)

servizi di streaming musicale rappresentano una soluzione pratica, semplice e soprattutto legale al download della musica da Internet.
In cambio di un piccolo canone mensile, che solitamente si aggira sui 10€, permettono di ascoltare tutta la musica che si vuole e di scaricarla in locale per ascoltarla offline.
Sono accessibili da una vasta gamma di dispositivi:
non solo smartphone, ma anche computer, tablet e device come console per videogiochi, Chromecast ecc.
Questo significa che permettono di mantenere la propria musica sincronizzata su tutti i dispositivi senza dover spostare “manualmente” i file da una postazione all’altra.

L’unico neo dei servizi di streaming è che non consentono di esportare in altre applicazioni i brani scaricati offline:
le canzoni archiviate in locale non sono dei semplici MP3.
Si tratta bensì di file musicali protetti da DRM che possono essere eseguiti solo all’interno delle app ufficiali dei servizi di streaming.



Spotify

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Chiariti questi piccoli concetti fondamentali, lascia che ti parli di Spotify:
uno dei migliori servizi di streaming presenti attualmente sul mercato.
Spotify dà accesso a un immenso catalogo di brani, album e playlist di tutte le principali major discografiche, come ad esempio Sony, EMI, Warner Music Group e Universal, più una serie altrettanto sterminata di contenuti realizzati da etichette per così dire minori.
Insomma, ci puoi trovare di tutto:
dai Queen a Gigi D’Alessio, dalle ultime hit radiofoniche ai brani, immortali, della musica classica.



La versione base di Spotify si può utilizzare gratuitamente ma contiene diverse limitazioni:
interrompe saltuariamente la riproduzione con messaggi pubblicitari, non permette di scaricare la musica offline e, su smartphone, limita l’ascolto alla modalità shuffle (cioè non permette all’utente di scegliere liberamente i brani da ascoltare).
Per rimuovere tutte queste limitazioni e attivare il download dei brani offline bisogna passare alla versione Premium del servizio che costa 9,99€/mese o 99€/anno dopo 1 mese di prova gratis (senza obbligo di rinnovo).
Esiste anche un piano famiglia di Spotify che per 14,99€/mese consente l’ascolto a un numero massimo di 6 utenti.
Se vuoi, iscrivendoti al sito Together Price puoi organizzarti con amici e parenti e dividere la spesa di un abbonamento famiglia pagando solo un sesto del prezzo mensile previsto dal piano di Spotify.

Una volta attivato l’abbonamento Premium a Spotify, per scaricare la musica sul tuo smartphone o sul tuo tablet Android, non devi far altro che avviare la app ufficiale del servizio, individuare un album o una playlist di tuo interesse e spostare su ON la levetta dell’opzione Download, che si trova in alto.
Per scaricare singoli brani, devi prima aggiungerli tutti alla tua libreria personale e poi attivare la funzione di download nella sezione La tua libreria > Brani della app.



Se hai qualche dubbio circa il funzionamento di Spotify e/o vuoi saperne di più su questo ottimo servizio di streaming, leggi i miei tutorial su come funziona Spotify e come scaricare canzoni da Spotify.

Google Play Musica

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Fra i servizi di streaming musicale va preso in considerazione anche Google Play Musica, che ha un catalogo abbastanza simile a quello di Spotify ma, come facilmente intuibile, si integra meglio nell’ecosistema Android, include uno store per acquistare i brani che non sono inclusi nel catalogo del servizio e permette di caricare le canzoni dal proprio computer (in realtà questo lo consente di fare anche Spotify, ma in maniera molto più macchinosa e inaffidabile).



Google Play Musica costa 9,99€/mese dopo 30 giorni di prova gratuita(senza obbligo di rinnovo) oppure 14,99€/mese se si sceglie di sottoscrivere il piano famiglia che dà accesso a un numero massimo di 6 utenti.
Anche l’abbonamento per la famiglia di Google Play Musica si può “dividere” grazie a soluzioni come Together Price.

Dopo aver effettuato l’iscrizione a Google Play Musica, per scaricare un album o una playlist in locale, basta selezionare la sua immagine di copertina e premere sull’icona della freccia presente accanto al suo titolo.



Amazon Music

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Amazon Music è la risposta di Amazon a Spotify.
Si tratta, infatti, di un servizio di musica in streaming che permette di accedere a un vastissimo catalogo di brani da ascoltare sia online che offline.



La sua offerta si suddivide in due:
Amazon Prime Music che permette a tutti gli abbonati ad Amazon Prime di ascoltare 2 milioni di brani a costo zero, senza interruzioni pubblicitarie ma con un limite di 40 ore di ascolto al mese, e Amazon Music Unlimited che, invece, per 9,99 euro/mese o 99 euro/anno permette di accedere a un catalogo composto da 50 milioni di brani senza limiti d’ascolto mensili.

Per scaricare un brano in Amazon Music, non devi far altro che individuarlo all’interno dell’app (previa accesso al tuo account Amazon), premere sull’icona ⋮ collocata accanto al suo titolo e selezionare la voce Scarica dal menu che si apre.
Successivamente, potrai trovarlo nella scheda Recenti > Scaricati.
Per scaricare album e playlist, invece, puoi usare il pulsante con la freccia verso il basso che si trova nelle schermate con le tracklist.



Se qualche passaggio non ti è chiaro e/o vuoi scoprire più da vicino come funziona Amazon Music Unlimited, consulta il mio tutorial dedicato al servizio.

YouTube Music

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YouTube Music è un’applicazione musicale (accessibile anche da PC, via Web) che permette di accedere all’immenso catalogo di YouTube e di ascoltarlo anche in background e in modalità offline.
Per usufruire di queste due interessantissime funzioni, però, occorre sottoscrivere un abbonamento pari a 9,99 euro/mese (o 14,99 euro/mese per il piano Famiglia, utilizzabile da 6 persone), dopo una prova iniziale gratuita di 3 mesi.



Una volta scaricata e installata l’app, basta effettuare l’accesso al proprio account Google, accettare la sottoscrizione dell’abbonamento a YouTube Music (che successivamente si può disattivare premendo sulla propria foto profilo e andando nella sezione dedicata agli abbonamenti a pagamento) e si può cominciare ad ascoltare e scaricare musica senza limiti.

Per scaricare una canzone (o anche un album o una playlist), basta premere sul pulsante ⋮ collocato accanto al suo titolo e scegliere la voce Scarica dal menu che si apre.
Successivamente, l’elemento scaricato viene reso disponibile nella sezione Raccolta dell’applicazione.
Se qualche passaggio non ti è chiaro e/o vuoi maggiori info su YouTube Music, consulta il mio tutorial dedicato al servizio.



cambiare dns su android



cambiare dns su android

I server DNS, ho già avuto modo di spiegartelo in altre mie guide, sono degli strumenti che ci semplificano la vita in maniera incredibile.
Noi non ce ne accorgiamo ma ci permettono di risparmiare ogni giorno un mucchio di tempo. Si tratta, infatti, di quei “traduttori” che ci consentono di accedere ai siti Internet digitando degli indirizzi semplici e facili da ricordare, come ad esempio google.com, al posto di lunghissimi indirizzi numerici (es.
74.125.224.72) che poi sarebbero le loro reali coordinate.

Non è dunque difficile immaginare che utilizzare dei server DNS veloci consente di velocizzare, appunto, la connessione ai siti da visitare.
Su computer questa operazione può essere effettuata andando ad intervenire sulle impostazioni di Windows e macOS (se ben ricordi, ti ho spiegato come fare nel mio articolo su come cambiare DNS) ma per quanto riguarda smartphone e tablet, e più precisamente Android?
È possibile fare altrettanto?
La risposta è affermativa ed in questa mia guida dedicata, appunto, a come cambiare DNS su Android sarà mia premura spiegarti per filo e per segno in che modo procedere.



Dunque dimmi, ti va’ di approfondire la questione?
Si?
Molto bene.
Direi allora di non perdere altro tempo prezioso e di iniziare immediatamente a darci da fare.
Ti anticipo però che le procedure possibili sono due.
Una può essere applicata senza problemi da tutti ed è quella relativa alle reti Wi-Fi (quelle generate dai modem/router), l’altra può invece essere effettuata solamente da chi ha eseguito il root del dispositivo e fa riferimento alla rete dati (la rete 3G/4G fruibile tramite il modulo cellulare).
Per saperne di più continua a leggere, torvi tutte le informazioni di cui hai bisogno proprio qui sotto.

Vai subito a ▶︎ Quali DNS scegliere? | Cambiare i DNS usati per le reti Wi-Fi | Cambiare i DNS usati per la rete dati

Quali DNS scegliere?

Prima di fornirti tutte le spiegazioni del caso su come cambiare DNS su Android mi sembra doveroso fare un piccolo excursus in merito alla scelta dei DNS.
Attualmente esistono numerosi server DNS che possono rivelarsi più o meno adatti alla connessione in uso sulla base di vari fattori.
Tra i tanti disponibili io però ti suggerisco di usare i server DNS di Google, quelli di Cloudflare oppure quelli di OpenDNS.



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I server DNS di Google e Cloudflare sono noti in tutto il globo e particolarmente apprezzati per la loro velocità.
Inoltre, essendo internazionali offrono la possibilità di visitare anche tuti quei siti che solitamente vengono resi irraggiungibili dai provider italiani.
Inoltre, per quel che concerne i server DNS di Cloudflare, vale la pena evidenziare l’alto livello di privacy che offrono (difatti promettono di non tenere traccia delle attività degli utenti).
I server di OpenDNS vengono sfruttati perlopiù per la loro funzione di parental control grazie alla quale è possibile inibire la visualizzazione di specifiche categorie di siti.
In ogni caso, sono anch’essi abbastanza veloci e permettono di accedere a tutti quei siti generalmente inaccessibile per l’utenza italiana.



Google DNS

  • Server DNS preferito: 8.8.8.8
  • Server DNS alternativo: 8.8.4.4

Cloudflare DNS

  • Server DNS preferito: 1.1.1.1
  • Server DNS alternativo: 1.0.0.1

OpenDNS

  • Server DNS preferito: 208.67.222.222
  • Server DNS alternativo: 208.67.220.220

In alternativa ai server DNS che ti ho appena suggerito, puoi affidarti a quelli indicati dalle stesse app di cui ti parlerò nelle righe successive oppure puoi scovarne di nuovi ricorrendo però prima all’uso del computer e ad una delle apposite risorse che ti ho indicato nella mio articolo dedicato, appunto, ai programmi per DNS.
A te la scelta.

Cambiare i DNS usati per le reti Wi-Fi

Come ti dicevo ad inizio guida, è possibile cambiare DNS su Android senza scaricare assolutamente nulla sul dispositivo e senza effettuare il root ma in tal caso le modifiche avranno effetto solo ed esclusivamente in relazione alla rete Wi-Fi alla quale si è collegati e non anche sulla connessione dati.
Inoltre, per poter applicare questo tipo di modifica è indispensabile assegnare un IP fisso al dispositivo, ovvero quella sequenza numerica che identifica il dispositivo all’interno della rete.



Quindi, procedi innanzitutto andando ad impostare.
un IP statico sul tuo smartphone o tablet.
Per fare ciò, accedi alla schermata del device in cui risultano raggruppate tutte le app, recati nella sezione Impostazioni e fai tap sulla voce Wi-Fi dal menu che successivamente ti viene mostrato.

Nella schermata che si apre, cerca di individuare il nome della connessione Wi-Fi attualmente in uso, pigiaci sopra e continua a tenere il dito premuto per qualche istante.
A questo punto, tappa sulla voce Modifica rete/Modifica config.
di rete
 dal menu che si apre, apponi un segno di spunta accanto all’opzione Mostra opzioni avanzate e scegli l’opzione IP Statico nel menu a tendina Impostazioni IP che si trova in fondo.



Per concludere, compila il campo Indirizzo IP con l’indirizzo IP che vuoi utilizzare (es.
192.168.1.1) ed assicurati del fatto che tutti gli altri campi visibili risultino compilati in modo corretto (puoi reperire le informazioni richieste collegandoti al pannello di configurazione del modem/router com ti ho spiegato nel mio articolo su come entrare nel router).

Una volta impostato l’IP statico puoi finalmente passare allo step successivo, ovvero cambiare i DNS sul tuo dispositivo Android.
Per cui, sempre agendo dalla sezione Modifica rete/Modifica config.
di rete
della connessione wireless in uso e sempre dopo aver selezionato l’opzione Mostra opzioni avanzate così come ti ho spigato nelle righe precedenti, scorri lo schermo verso il basso e seleziona l’opzione Statico dal menu Impostazioni IP.



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Per concludere, scorri ancora una volta lo schermo verso il basso, imposta i server DNS che intendi utilizzare nei campi DNS 1 e DNS 2 e premi sul pulsante Salva.
Non è stato affatto complicato, vero?

Cambiare i DNS usati per la rete dati

Per quanto riguarda invece la modifica dei DNS relativi alla rete dati 3G/4G, devi rivolgerti alle applicazioni di alcuni provider di server DNS o provvedere a sbloccare il tuo dispositivo ottenendo i permessi di root (operazione che consente, poi, di utilizzare qualsiasi tipo di server DNS e non solo quello di un determinato servizio).



Se non vuoi effettuare il root, puoi installare l’app 1.1.1.1 di Cloudflare, che permette di usare i server DNS di Cloudflare sia sotto rete Wi-Fi che sotto rete dati, installando un apposito profilo VPN (il quale, bada bene, non consente poi di utilizzare altri servizi di VPN sul device).
Una volta installata l’app tramite il Play Store, avviala, scorri la prima schermata di presentazione e premi prima su Install VPN Profile e poi su OK per due volte consecutive per installare il profilo VPN che da questo momento in poi permetterà di veicolare le richieste di “traduzione” degli indirizzi a Cloudflare.

Fatto ciò, sposta su ON la levetta presente nella schermata principale dell’applicazione 1.1.1.1 e aggiungi quest’ultima alla lista delle applicazioni che possono restare in esecuzione anche quando il telefono ha lo schermo spento (altrimenti le impostazioni per il risparmio energetico la chiuderanno automaticamente e non consentiranno ai DNS di Cloudflare di funzionare sul device).
Per aggiungere l’app alle eccezioni devi andare nel menu Impostazioni > Impostazioni avanzate > App protette e spostare su ON la levetta relativa ad essa (i passaggi da compiere e le voci da selezionare possono variare leggermente in base al dispositivo e alla versione di Android in uso, io ho usato un terminale Huawei con Android 6.x).



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Se non vuoi usare i server DNS di Cloudflare, devi ricorrere al root.
La procedura per sbloccare i terminali Android non è complicata, tuttavia richiede un po’ di tempo e varia a seconda del modello di smartphone o tablet in proprio possesso.
Inoltre, questo è bene che tu lo tenga presente, può portare all’annullamento della garanzia (sebbene la procedura sia completamente legale), quindi fai molta attenzione!



Devi sapere anche che ogni smartphone e tablet richiede una procedura a sé:
non esiste un metodo universale valido per tutti i dispositivi. Ad ogni modo, se hai già provveduto ad effettuare il root sul tuo dispositivo non credo ci sia bisogno di aggiungere altro al riguardo, dovresti già essere preparato sull’argomento.
Se invece il tuo device Android non è stato ancora “sbloccato”, puoi fare riferimento al mio tutorial su come effettuare il root su Android per approfondire la questione.

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Stabilito il fatto che per poter cambiare i DNS della rete dati su Android occorre sbloccare il terminale, la modifica vera e propria dei server può essere effettuata tramite alcune app gratuite disponibili sul Play Store.
Tra le varie applicazioni disponibili, io ti consiglio di rivolgerti a Override DNS che consente di applicare DNS personalizzati per la connessione dati (ed eventualmente anche per quella Wi-Fi) in appena due tap.

Mi chiedi come si utilizza?
Nulla di più semplice.
Tanto per cominciare effettuane subito il download del Play Store facendo tap direttamente dal tuo dispositivo sul link che ti ho fornito poc’anzi dopodiché premi prima su Installa e poi su Accetta.
A procedura di installazione completata, recati nella schermata del tuo dispositivo in cui sono raggruppate tutte le app e premi sull’icona di Override DNS (il cubo con su scritto DNS).



Una volta visualizzata la schermata dell’app, pigia sul pulsante Concedi per concederle i permessi di root dopodiché espandi il menu Choose from a predefined list, seleziona i server DNS che intendi utilizzare per la tua connessione (es.
OpenDNS o Google) e premi il bottone Apply DNS now per applicare le modifiche.

In alternativa, puoi compilare i campi Primary e Secondary con degli indirizzi personalizzati e premere sempre su Apply DNS now per salvare i cambiamenti.
Più facile di così?



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Se possiedi un terminale equipaggiato con una versione di Android datata, puoi modificare le impostazioni dei DNS usando la app gratuita Set DNS il cui funzionamento è praticamente identico a quello di Override DNS.



Per scaricarla sul tuo dispositivo, collegati alla sezione del Google Play Store dedicata all’app utilizzando il link che ti ho appena indicato, premi sul bottone Installa e poi su quello Accetta dopodiché recati nella schermata del device in cui sono raggruppate tutte le app e premi sull’icona di Ovveride DNS (è il cerchio blu con su scritto DNS).

Una volta visualizza la schema principale dell’applicazione, pigia sul pulsante Concedi in modo da autorizzare la sua esecuzione con i permessi di root, selezionare i server da applicare alle connessioni Wi-Fi ed alla connessione dati (es.
Google DNS o Symantec) dal menu a tendina che si trova in alto a sinistra e premi il bottone Apply per applicare le impostazioni.



Se vuoi inserire degli indirizzi personalizzati, devi invece impostare la voce Custom nel menu a tendina in alto a sinistra e digita le coordinate dei server DNS che intendi utilizzare nei campi DNS1 e DNS2.
Anche in tal caso, non dimenticare di fare tap sul bottone Apply per fare in modo che le modifiche vengano effettivamente applicate.

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Ti segnalo infine che esiste anche un componente aggiuntivo a pagamento per Set DNS, denominato SetDNS Pro che è a pagametlp (2,76 euro) ed una volta acquistato consente di modificare i DNS per il Wi-Fi anche sui dispositivi non sottoposti a root.
Va tuttavia tenuto conto del fatto che la procedura non va sempre a buon fine.

come bloccare chiamate android



come bloccare chiamate android

Sei stufo di ricevere decine di chiamate al giorno da parte degli operatori di telemarketing?
C’è un numero anonimo che ti chiama di tanto in tanto e vorresti trovare un modo per bloccarlo?
Nessun problema, se utilizzi uno smartphone Android puoi dire facilmente addio a tutte le telefonate moleste.
Basta utilizzare alcune applicazioni gratuite adatte allo scopo o sfruttare alcune delle funzioni, forse un po’ nascoste, previste dal sistema operativo del robottino verde.
Sarà facile come bere un bicchiere d’acqua, se seguirai le istruzioni che ti indicherò in questo mio tutorial.

Se vuoi bloccare solo i numeri di alcune persone che ti disturbano spesso, puoi entrare nell’applicazione Contatti del tuo smartphone e bloccarle da lì.
Se invece vuoi prevenire le chiamate da parte degli operatori di telemarketing, dei truffatori e di altri seccatori noti, puoi installare una tra le numerose applicazioni per bloccare chiamate Android che fanno tutto in automatico e di cui ti spiegherò il funzionamento.



Grazie a dei database online aggiornati quotidianamente (spesso con il contributo degli stessi utenti), queste app consentono di bloccare in anticipo tutte le chiamate provenienti dai numeri ritenuti poco affidabili o, in alternativa, di indicare l’ID del chiamante come seccatore.
In questo modo potrai evitare di rispondere per scoprire che dall’altra parte del telefono vi è l’ennesimo operatore di telemarketing.
Se queste premesse ti hanno incuriosito e vuoi sapere come bloccare chiamate Android, continua a leggere per saperne di più.

Bloccare le chiamate Android (funzione di sistema)

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Se utilizzi una versione abbastanza recente di Android puoi bloccare le chiamate dai mittenti indesiderati senza installare alcuna app.

Tutto quello che devi fare è aprire l’applicazione Contatti (simbolo di un omino) creare un contatto contenente il numero (o i numeri) da bloccare e attivare la deviazione automatica alla segreteria.



  • Per creare il contatto, premi sul pulsante (+) che si trova in basso a destra;
  • Dopo aver creato il contatto, apri l’applicazione Telefono che sarebbe quella che usi normalmente per effettuare una chiamata dal tuo smartphone Android (icona a forma di una cornetta)
  • A questo punto, premi sul pulsante (…)collocato in alto a destra e fai tap sulla voce Impostazioni.
    Nella schermata che si apre, fai tap sulla voce Blocco delle chiamate.
    Successivamente premi sulla voce Aggiungi un numero e aggiungi manualmente il numero della persona che desideri bloccare.
  • Torna ora indietro alla schermata Impostazioni e fai tap sulla voce ID chiamante e spam.
    Nella schermata successiva, verifica che vi sia la levetta su ON in corrispondenza della voce ID chiamante e Spam.
    Se è su OFF, attiva spostando la levetta verso destra.

Da questo momento in poi, ogni volta che riceverai una chiamata dai numeri inclusi nella lista dei bloccati, il mittente potrà ascoltare solo un breve squillo e poi verrà dirottato alla segreteria telefonica.
Se la tua segreteria telefonica è disattivata, il mittente potrà comunque ascoltare un breve squillo ma poi verrà avvisato che il numero chiamato è occupato.

Per quanto riguarda invece i numeri che non hai salvato nella lista dei bloccati, una volta che avrai attivato l’opzione per mostrare l’ID chiamante, sarà grazie a Google che potrai ricevere informazioni utili sull’identità del numero che ti sta chiamando.
La chiamata non verrà bloccata in automatico in caso di possibile spam, ma potendo visualizzare informazioni utili, riuscirai quindi in autonomia a capire se si tratta di un operatore di telemarketing.



Se utilizzando questo strumento di blocco delle chiamate Android hai scoperto che la segreteria è ancora attivata e vuoi disattivarla, scopri come fare leggendo il mio tutorial su come disattivare la segreteria telefonica.

Calls Blacklist

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In alternativa allo strumento nativo di Android, puoi bloccare chiamate Android rivolgendoti a delle applicazioni di terze parti.

Una delle più note, in questo settore, è Calls Blacklist, applicazione che consente di bloccare i numeri aggiunti dall’utente alla sua “blacklist” e tutte le chiamate provenienti da numeri anonimi o non inclusi nella rubrica del cellulare.



Calls Blacklist è completamente gratis, anche se ne è disponibile una versione Pro (da 1,99 euro) che non presenta banner pubblicitari al suo interno.
In ogni caso, utilizzarla nella sua versione gratuita è davvero un gioco da ragazzi.

Tutto quello che devi fare è avviare l’applicazione e autorizzarla affinché possa accedere ai tuoi contatti, premendo sul pulsante Continuare e sul pulsante Consenti per tre volte consecutive.



A questo punto, una volta che ti troverai nella schermata principale dovrai premere sul pulsante (+) e tra le opzioni disponibili potrai scegliere se bloccare un contatto dal registro delle chiamate, un nominativo dai contatti o se digitare un numero manualmente.
Per bloccare tutte le chiamate provenienti dai numeri anonimi e/o non inclusi nella rubrica del telefono, seleziona invece l’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra, vai su Blocco e scegli le opzioni che desideri attivare:
numeri privati, numeri sconosciuti, ad esempio.

In caso di ripensamenti, per sbloccare un numero precedentemente bloccato in Calls Blacklist, avvia l’applicazione, premi sul numero bloccato e seleziona la voce Cancella dal menu che si apre.



Nota: Calls Blacklist include anche una funzione per bloccare gli SMS dai mittenti indesiderati, ma ti consiglio di attivarla.
Il motivo è che su Android 4.4 e successivi funziona solo se si trasforma la app nell’applicazione predefinita per la gestione dei messaggi, e ciò può comportare dei costi aggiuntivi sull’invio degli SMS.
Se compaiono dei messaggi che ti invitano ad attivare questa funzione, rifiuta.

TrueCaller

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TrueCaller è un’altra ottima applicazione che ti permette di bloccare le chiamate Android che si configura inoltre come più completa rispetto a Calls Blacklist.
Oltre a impedire le chiamate provenienti dai mittenti indesiderati (scelti dall’utente), ha un database costantemente aggiornato che le permette di bloccare e segnalare automaticamente tutti i numeri dei “seccatori noti”:
operatori di telemarketing, truffatori ecc.

Funziona bene, ma bisogna precisare una cosa molto importante:
installando TrueCaller sul proprio smartphone, si accetta la creazione di un account che rende il proprio numero di cellulare rintracciabile nel database pubblico del servizio (insieme al proprio nome, che però risulta visibile solo agli altri iscritti al servizio).
Per cancellare il proprio recapito dal database di TrueCaller bisogna disattivare il proprio account, disinstallare l’applicazione e compilare l’apposita richiesta presente sul sito ufficiale del servizio.



Fatta questa doverosa precisazione passiamo al funzionamento dell’applicazione, che è estremamente intuitivo.
Dopo aver installato TrueCaller, crea il tuo account gratuito premendo su Inzia per cominciare a usare il servizio e consenti che l’applicazione abbia accesso al tuo smartphone per gestire le telefonate premendo sul pulsante Consenti per due volte consecutive.
Inserisci quindi il tuo numero di telefono e premi sul pulsante Continua per due volte consecutive.
Salta quindi il tutorial premendo su Avanti e Capito.
Inoltre, nel caso in cui ti venga richiesto di utilizzare Truecaller come app per gli SMS, premi su No.

Per bloccare i numeri dei seccatori noti e i numeri anonimi, fai tap sul menu in alto a sinistra e fai tap su Impostazioni > Blocca.
Nella scheda che si aprirà puoi spostare alcune levette su ON in corrispondenza della voce Blocca gli spammer arcinoti e Blocca numeri privati. 



Per aggiungere un numero alla tua blacklist personale, invece, fai “tap” sul pulsante con il simbolo dello scudo collocato in alto a destra per accedere alla scheda Bloccato e, tramite il pulsante + e scegli se digitare un numero manualmente (blocca un numero) o se bloccare una serie di numeri (blocca una serie numerica).

In caso di ripensamenti, per sbloccare un contatto bloccato in precedenza, recati nuovamente nella scheda Bloccato premendo sul simbolo dello scudo dal menu principale.  Premi ora il simbolo dei tre puntini in alto a destra e fai tap sulla voce La mia lista di indesiderati.
Pigia quindi sul pulsante (–) situato accanto al numero da sbloccare e poi su per sbloccarlo.



Should I Answer?

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Should I Answer (conosciuta in Italia con il nome di Dovrei Rispondere?) è un’applicazione molto simile a TrueCaller.
Una volta che avrai autorizzato l’applicazione ad accedere ai tuoi contatti, questa funzionerà tramite un database collaborativo, grazie al quale riesce a bloccare in anticipo tutte le chiamate provenienti dai numeri che la community ha ritenuto poco affidabili:
degli operatori di telemarketing, dei truffatori e così via.



A differenza di TrueCaller, non richiede la creazione di un account e quindi non rende i numeri degli utenti rintracciabile pubblicamente.
Tuttavia nella prima schermata della app ti consiglio di disattivare l’opzione Invia statistiche anonime sulle chiamate in arrivo che potrebbe rappresentare un potenziale rischio per la privacy (basso come rischio, ma pur sempre da evitare).

Il funzionamento della app è estremamente intuitivo.
Selezionando la scheda Bloccando è possibile scegliere se bloccare i numeri valutati negativamente dalla community di Should I Answer, i numeri nascosti, i numeri stranieri, i numeri premium (a pagamento) o i numeri non memorizzati nei contatti.



Per aggiungere una valutazione negativa a un numero e quindi bloccarlo, fai tap sulla scheda Valutazione e aggiungi il numero tramite il pulsante (+).
Puoi scegliere se rendere la valutazione privata o se indicare a tutta la community dell’applicazione che il numero presenta una valutazione negativa, indicandone i motivi tramite i menu a tendina disponibili.

In caso di ripensamenti, per sbloccare un numero bloccato in precedenza, recati nuovamente nella sezione Valutazioni dell’applicazione e premi prima sul numero da sbloccare e poi sul pulsante Elimina che compare alla sua sinistra.



Ricapitolando:
se devi bloccare solo pochi numeri, utilizza la funzione di blocco prevista in Android o Calls Blacklist.
Se invece necessiti di una protezione contro le chiamate dei “seccatori” rivolgiti a Should I Answer o Truecaller (prova prima Should I Answer, che sembra tutelare maggiormente la privacy dei suoi utenti).

come cancellarsi da twitter android



come cancellarsi da twitter android

Dopo varie settimane di inutilizzo, hai deciso di cancellare Twitter dal tuo smartphone Android ma prima di compiere questa operazione vorresti eliminare definitivamente il tuo account dal social network?
È un’operazione molto semplice… a patto che tu sia davanti allo schermo di un computer.

La versione mobile di Twitter, infatti, così come la sua app ufficiale per Android, non permette di cancellare gli account.
Per compiere questa operazione da smartphone (o tablet), bisogna ricorrere ad un piccolo trucchetto che ora ti illustrerò in dettaglio.
Se vuoi scoprire come cancellarsi da Twitter Android, ecco tutti i passaggi che devi compiere.



Prima di vedere in dettaglio come cancellarsi da Twitter Android, occorre che installi sul tuo smartphone un browser capace di farti navigare sulla versione desktop del social network (quella che viene visualizzata su PC, tanto per intenderci) bypassando quella mobile che viene attivata automaticamente quando si accede ad esso da Android.
Mi riferisco a Dolphin Browser, che fra le sue tante funzioni include anche il supporto ad alcuni componenti aggiuntivi che consentono la visualizzazione dei siti Internet in modalità desktop.

Dopo aver scaricato Dolphin Browser dal Google Play Store (operazione che come ben saprai puoi compiere sia da telefono che da PC), torna nella vetrina digitale di “big G” e cerca Dolphin Desktop Toggle.
Si tratta di un’estensione gratuita per Dolphin che consente di accedere con un semplice “tap” alla versione standard dei siti Web.



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A questo punto, per avviare la procedura necessaria a cancellarsi da Twitter Android, lancia Dolphin Browser e collegati a twitter.com.
Una volta caricata la pagina iniziale del social network, premi il tasto Menu del tuo smartphone e premi prima sul pulsante Add-ons presente nel menu che compare e poi sulla voce Desktop Toggles nella barra laterale di destra.



Ora non ti rimane che cancellarti da Twitter seguendo la procedura che abbiamo visto qualche tempo fa in ambito PC.
Per riassumerla brevemente, dopo aver eseguito l’accesso al tuo account Twitter devi premere sull’icona dell’ingranaggio collocata in alto a destra e selezionare la voce Impostazioni dal menu che compare.

Devi dunque scorrere la pagina che si apre fino e in fondo e premere prima sul link Disattiva il mio account e poi Disattiva @tuonome per confermare l’operazione.
L’account verrà disattivato dopo 30 giorni dalla richiesta di cancellazione (periodo entro il quale, volendo, potrai riattivarlo eseguendo semplicemente un login al tuo profilo).



come disinstallare app android



come disinstallare app android

Entusiasmato dall’acquisto del tuo primo smartphone Android hai fatto incetta di app, hai scaricato tutto quello che ti capitava a tiro nel Play Store e ora, come ampiamente prevedibile, non hai più lo spazio per far nulla. Vista la situazione non ci sono dubbi:
il tuo cellulare ha bisogno di una massiccia opera di “pulizia”.
Devi fare una cernita delle app che ti servono davvero e devi sbarazzarti di tutte le altre.
Sai già come procedere, vero?
No?! Allora rimediamo subito, non c’è altro tempo da perdere.

Prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri come disinstallare app Android grazie alle indicazioni che trovi di seguito.
Vedremo innanzitutto come cancellare le applicazioni in maniera “standard” agendo dalle impostazioni di Android, dopodiché scopriremo come rimuovere più app in sequenza e come eliminare tutte quelle applicazioni che non si riescono a disinstallare in quanto protette a livello di sistema.



Mi chiedi se si possono rimuovere anche quelle app, spesso inutili, che si trovano preinstallate su molti smartphone Android?
La risposta è sì, ma di quest’argomento ci occuperemo nella parte finale del tutorial.
Per ora concentriamoci sulle operazioni più basilari e vediamo come disinstallare le app “normali” da tutte le versioni più diffuse di Android, ti assicuro che è davvero un gioco da ragazzi!

Disinstallare un’app da Android

Cominciamo dalle basi, ossia dalla procedura standard per rimuovere le applicazioni da Android.
Per disinstallare un’applicazione da Android in maniera “tradizionale” non devi far altro che aprire il menu delle impostazioni (l’icona dell’ingranaggio), selezionare la voce Applicazioni dalla schermata che si apre e premere sulla scheda Tutte che si trova in alto a destra (scorri la schermata da destra verso sinistra se non la vedi). Successivamente, seleziona il nome dell’applicazione da disinstallare, premi sul pulsante Disinstalla e conferma la rimozione della app premendo sul bottone OK.



Troppi passaggi da fare dici?
Nessun problema, molti launcher per Android come il famosissimo Nova Launcher permettono di disinstallare le applicazioni agendo direttamente dal drawer (cioè la schermata con l’elenco di tutte le app presenti sul dispositivo).
Tutto quello che bisogna fare è tenere il dito premuto per un paio di secondi sull’icona dell’applicazione da eliminare, trascinarla sull’icona del cestino che compare in alto a sinistra e confermare la disinstallazione.
Più facile di così?!

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Disinstallare le app “bloccate”

Come accennato in apertura del post, in alcuni casi la rimozione delle app non riesce perché le applicazioni in questione sono “bloccate” a livello di sistema, cioè hanno dei permessi da amministratore e quindi impediscono la loro eliminazione diretta.

Quando ti imbatti in un problema di questo genere, devi recarti nel menu Impostazioni > Sicurezza di Android, devi fare “tap” sulla voce Amministratori dispositivo, devi togliere il segno di spunta dal nome della app da disinstallare e devi premere sul pulsante Disattiva presente nella schermata che si apre. Ad operazione completata prova a rimuovere l’applicazione seguendo la procedura di disinstallazione standard e tutto dovrebbe filare liscio.



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Nota: alcune applicazioni “particolari”, come ad esempio gli antivirus o i software anti-furto, possono includere delle misure di protezione aggiuntive per le quali bisogna avviare o sbloccare la procedura di disinstallazione direttamente dalla app (agendo nelle sue impostazioni interne).



Disinstallare più app Android in sequenza

Hai bisogno di rimuovere un bel po’ di app dal tuo telefono?
Allora ti consiglio vivamente di scaricare Uninstaller di Rhythm Software.
Si tratta di un’applicazione gratuita che automatizza il processo di rimozione delle app su Android avviandone la cancellazione in sequenza (una dopo l’altra).

Funziona così:
tu la avvii e selezioni i nomi delle app che vuoi disinstallare, poi premi sul pulsante Disinstalla le App selezionate che si trova in alto e rispondi OK a tutte le richieste di cancellazione che compaiono sullo schermo.
Tempo qualche secondo e ti sarai liberato di tutte le applicazioni superflue presenti sul tuo terminale!



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Disinstallare app di sistema e bloatware

Stai cercando un modo per cancellare le applicazioni di sistema e/o le applicazioni che hai trovato preinstallate sul tuo smartphone ma non si possono rimuovere?
Conosco un paio di applicazioni che potrebbero fare al caso tuo, attenzione però, il loro utilizzo può compromettere in maniera molto seria la stabilità di Android. Usale solo se sai bene dove mettere le mani, mi raccomando.



Altra cosa importante da sapere è che queste applicazioni richiedono i i permessi di root per funzionare.
Se non sai come effettuare il root su Android leggi la mia guida dedicata all’argomento e valuta se è il caso di metterla in pratica.
Ed ora ecco le app a cui facevo riferimento.

System App Remover

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Come suggerisce abbastanza facilmente il suo nome, System App Remover è un’applicazione gratuita che permette di rimuovere le applicazioni di sistema da Android (ed eventualmente ripristinarle).
È molto utile in quanto indica in maniera chiara quali sono le app che si possono eliminare, quali invece è consigliato tenere e quali non vanno assolutamente toccate in quanto cruciali per il funzionamento del sistema.

Dopo aver scaricato System App Remover dal Play Store, concedile i permessi di root rispondendo in maniera affermativa all’avviso che compare sullo schermo e individua le applicazioni di sistema da rimuovere:
le app contrassegnate con la scritta rossa Key module sono essenziali per il corretto funzionamento di Android e quindi non vanno rimosse; quelle contrassegnate con la scritta arancione Da tenere non vanno altresì disinstallate (anche se non sono importanti quanto le prime), mentre quelle che non hanno alcuna scritta accanto al loro nome si possono cancellare tranquillamente.



Per disinstallare una app con System App Remover, metti il segno di spunta accanto al suo nome e premi prima sul pulsante Disinstalla che si trova in basso e poi su quello  che compare al centro dello schermo.
In caso di ripensamenti potrai ripristinare le applicazioni cancellate in precedenza recandoti nel cestino (l’icona in alto a destra), mettendo il segno di spunta accanto al nome delle app da ripristinare e premendo sul bottone Restore.

Pigiando sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra e selezionando la voce User app dalla barra che compare di lato puoi disinstallare anche le applicazioni standard, quelle non di sistema, ma per questo scopo basta e avanza il disinstallatore di cui ti ho parlato prima.



Titanium Backup

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Di Titanium Backup ti ho parlato tantissime volte in passato.
Si tratta di una delle migliori applicazioni per salvare e ripristinare le app su Android.
Quello che non tutti sanno è che integra una funzione utilissima per disinstallare i bloatware, ossia per rimuovere dallo smartphone tutte quelle app che i produttori preinstallano in Android e spesso si rivelano inutili, se non addirittura dannose per le performance del dispositivo.



Per disinstallare i software inutili con Titanium Backup, avvia l’applicazione, concedile i permessi di root e recati nella scheda Backup/Ripristino che si trova in alto.
Dopodiché individua i nomi di una app da rimuovere (le app con il nome in rosso sono le app di sistema e quindi non andrebbero rimosse), selezionalo e premi prima su Disinstalla e poi su  per completare l’operazione.

Quasi inutile dire che prima di cancellare qualsiasi app, ti consiglio di effettuarne un backup con lo stesso Titanium Backup. Per scoprire come si fa leggi il mio tutorial su come effettuare un backup su Android.



come fotografare lo schermo android



come fotografare lo schermo android

Vorresti pubblicare su Internet la home screen del tuo nuovo smartphone Android ma non hai ancora capito come scattare un’istantanea dello schermo?
Non ti preoccupare, basta premere un paio di tasti e il gioco è fatto.

A seconda dei telefoni o dei tablet e delle versioni di Android installate su di essi è necessario utilizzare delle combinazioni di tasti differenti, tu però non ti preoccupare:
se oggi sono qui è proprio per aiutarti a scoprire qual è quella giusta per il tuo device. Coraggio, prenditi qualche minuto di tempo libero e scopri come fotografare lo schermo Android grazie alle indicazioni che trovi qui sotto!



In men che non si dica imparerai come catturare lo schermo di qualsiasi app (o direttamente la home screen del tuo smartphone), come condividerla online e come inviarla ad altri dispositivi in modalità wireless, senza dover collegare il telefono al computer o perdere tempo auto-inviandoti le immagini tramite email.
Ti assicuro che è tutto molto più semplice e veloce di quello che immagini:
provaci subito! Ti auguro una buona lettura e buon divertimento.

Combinazioni di tasti predefinite

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Cominciano vedendo quali sono le combinazioni di tasti più diffuse per la creazione di screenshot su Android.
Funzionano sugli smartphone e i tablet di tutti i principali produttori hardware.

  • Power+Home – su molti terminali Android, gli screenshot si possono fare premendo contemporaneamente il tasto Power (ossia il pulsante di accensione) e quello Home (il pulsante centrale che si trova sotto lo schermo).
    La realizzazione dello screenshot viene segnalata con il lampeggiamento dello schermo e l’emissione di un suono simile al flash delle vecchie macchine fotografiche.
  • Power+Volume giù – nei terminali Android che non hanno un tasto Home fisico, gli screenshot solitamente si effettuano premendo contemporaneamente i tasti Power (il pulsante di accensione) e Volume giù (il tasto per abbassare il volume, che solitamente si trova sulla destra). Anche in questo caso, quando l’operazione va a buon fine viene visualizzato un flash sullo schermo e viene emesso un suono in stile macchina fotografica.

Gli screenshot che effettui su Android vengono salvati nella cartella Screenshot del tuo telefono, o del tuo tablet.
Per visualizzarli, apri l’applicazione Foto e dovresti trovarli fra le immagini della galleria.
In alternativa puoi premere sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra, selezionare la voce Cartelle del dispositivo dalla barra che compare di lato e “navigare” fino alla cartella Screenshots.



Se vuoi condividere “al volo” uno screenshot che hai realizzato sul tuo smartphone o sul tuo tablet, apri il menu delle notifiche di Android (scorrendo il dito dalla cima dello schermo verso il basso) e premi sul pulsante Condividi che si trova sotto la dicitura Screenshot acquisito.
Seleziona dunque l’applicazione con la quale intendi condividere lo screenshot e il gioco è fatto.

Gesture e scorciatoie

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Come sicuramente ben saprai, molti produttori amano personalizzare i propri device aggiungendo app, funzioni e look caratteristici ad Android.
Tra le funzioni che i produttori personalizzano c’è anche quella per fotografare lo schermo Android, che su molti terminali si può richiamare tramite appositi gesti o scorciatoie.
Ecco qualche esempio pratico.

  • Samsung – i terminali Samsung più recenti includono una funzione che permette di fotografare lo schermo del telefono utilizzando delle gesture, ossia dei movimenti della mano.
    Basta appoggiare il lato della mano sul telefono e passarlo da destra verso sinistra (o viceversa) e viene catturato automaticamente uno screenshot.
    Per attivare questa funzione bisogna recarsi nelle Impostazioni di Android, selezionare le voci Movimenti e controlli > Movimento palmo ed attivare l’opzione Screenshot con lato mano.
  • Huawei – grazie alla tecnologia Knuckle-Sense, molti smartphone Huawei permettono di fotografare lo schermo di Android semplicemente “bussando” per due volte sul display con le nocche.
    Per attivare questa funzione, bisogna andare nelle Impostazioni di Android, recarsi nel menu relativo all’assistenza Smart e impostare l’opzione Smart screenshot su On.
  • LG – i telefoni di LG consentono di effettuare gli screenshot anche tramite la app QMemo+, alla quale si può accedere tramite l’apposita icona presente nel menu delle notifiche oppure facendo uno swipe dal fondo dello schermo verso l’alto e selezionando l’icona della matita dal menu che compare.
  • ASUS – alcuni smartphone ASUS, come quelli della linea ZenFone 2, permettono di aggiungere un pratico “interruttore” per la realizzazione di screenshot nel menu delle notifiche.
    Per attivarlo, bisogna recarsi nel menu delle notifiche di Android e premere sul pulsante per la personalizzazione degli interruttori in alto a destra.
  • OnePlus – gli smartphone di OnePlus permettono di scattare gli screenshot direttamente dal menu di spegnimento di Android, basta tenere il tasto Power premuto per qualche secondo e selezionare l’opzione Screenshot dal menu che compare.
    Qualora l’opzione per la realizzazione degli screenshot non fosse presente, è possibile attivarla nel menu Impostazioni > Tasti > Menu tasto di alimentazione > Cattura schermata.

Se qualche passaggio non ti è chiaro, prova ad andare su YouTube e cerca “take screenshot [nome del tuo smartphone/tablet]”.
In questo modo troverai decine di video-tutorial su come scattare gli screenshot tramite gesture e combinazioni di tasti sul tuo dispositivo.



Applicazioni per gli screenshot su Android

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Per concludere, lascia che ti segnali alcune applicazioni che permettono di catturare screenshot, personalizzarli e condividerli facilmente su Android.
Scommetto che ne troverai più d’una adatta a te!

  • Screenshot di Geeks.Lab.2015 – un’applicazione semplice ma efficace, permette di catturare screenshot e modificarli con scritte, ritagli e disegni a mano.
    Per utilizzarla, non devi far altro che premere sul pulsante Avvia acquisizione, catturare uno screenshot usando la classica combinazione di tasti Home+Power o Power+Volume giù e personalizzare l’immagine ottenuta usando gli strumenti inclusi nell’applicazione.
    Al termine delle modifiche potrai salvare lo screenshot nella galleria di Android o condividerlo in altre varie app e social network.
    Qualora il risultato finale non dovesse soddisfarti, puoi provare Super Screenshot che funziona in maniera molto simile a Screenshot di Geeks.Lab.2015.
  •  Nimbus Clipper – un’ottima app gratuita che permette di personalizzare gli screenshot con scritte, frecce e sfocature per nascondere le informazioni sensibili.
    Include anche degli strumenti per aggiungere annotazioni ai PDF, catturare le pagine Web e altro ancora.
    Per modificare gli screenshot scattati precedentemente basta premere sul pulsante From gallery.
  • Screenshot Ultimate – si tratta di un’applicazione destinata soprattutto a coloro che hanno un dispositivo rootato (se non sai cos’è il root di Android leggi la mia guida sull’argomento).
    Permette di catturare lo schermo di Android in tanti modi diversi, ad esempio agitando il dispositivo, premendo su un’icona che si può aggiungere al menu delle notifiche e altro ancora.
    Una volta catturati, gli screenshot possono essere salvati nella galleria di Android, modificati o condivisi.
  • Image Combiner – come suggerisce abbastanza facilmente il suo nome, si tratta di un’applicazione gratuita che permette di unire due o più screenshot in uno.
    È molto semplice da usare e include tante funzioni interessanti.
    Sicuramente da provare!
  • Infinit – è un’applicazione che permette di condividere qualsiasi tipo di file, compresi gli screenshot, in modalità wireless.
    Puoi installarla sul tuo device Android e sul tuo PC o sul tuo iPhone/iPad per passare facilmente gli screenshot da un terminale all’altro.

Che altro aggiungere? Ora sai come fotografare lo schermo Android, come personalizzare gli screenshot e come condividerli.
Fai buon uso delle “dritte” che ti ho appena dato e divertiti a condividere le schermate di Android ovunque tu voglia.



come localizzare android



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Sei stato in giro con alcuni amici e, al tuo rientro a casa, ti sei accorto di non avere più il tuo smartphone Android con te.
Magari l’hai perso perché ti è scivolato inavvertitamente dalla tasca, oppure te l’hanno rubato:
non hai idea di come siano andate le cose, fatto sta che stai cercando una soluzione per ritrovare il tuo amato device.

Se le cose stanno effettivamente così e quindi ti domandi come localizzare un Android, sappi che non tutto è perduto.
Puoi infatti avvalerti dello strumento predefinito di Google, Trova il mio dispositivo, per rintracciarlo da remoto.
Come dici?
Ne hai già sentito parlare ma non sai come usarlo?
Nessun problema:
in questa mia guida ti spiegherò come usufruirne, illustrandoti anche altre soluzioni utili a rintracciare un dispositivo Android a distanza, agendo da computer o tramite un altro smartphone/tablet.



Coraggio! Si può sapere che altro aspetti?
Mettiti seduto bello comodo e prenditi qualche minuto di tempo libero; segui con la massima attenzione le indicazioni che sto per fornirti, in modo da metterle in pratica, e riuscire così a rintracciare il tuo device.
Ti auguro una buona lettura e ti faccio un grosso in bocca al lupo!

Indice

  • Come localizzare Android perso
    • Operazioni preliminari
    • Attivare la localizzazione Android
    • Trova il mio dispositivo
  • Come localizzare un cellulare Android da PC
  • Come localizzare un cellulare Android con Google
  • Come localizzare Android da iPhone
  • Come localizzare un cellulare Android di un amico
  • Altre soluzioni per localizzare Android

Come localizzare Android perso

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Per localizzare un dispositivo Android perso o rubato puoi avvalerti dello strumento nativo di Google chiamato Trova il mio dispositivo che permette di rintracciare la posizione dello stesso.
Per utilizzarlo, però, sono necessari alcuni requisiti preliminari di cui ti parlerò nelle prossime righe.

Operazioni preliminari

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Per poter localizzare un dispositivo Android da remoto è necessario che questo sia accesso e che sia collegato a un account Google.
Inoltre, è necessaria l’attivazione della connessione a Internet e del GPS, oltre che dello strumento Trova il mio dispositivo.
Ti spiego come procedere nelle righe che seguono.

Per verificare la corretta associazione del dispositivo con un account Google, premi su Impostazioni (l’icona dell’ingranaggio situata nella home screen), poi fai tap sulle voci Account > Google o, se usi Android 8.0 e successivi, sulle voci Impostazioni > Utenti e account > Google.



Nel caso in cui in questa schermata non vi sia indicato alcun account Google (del tipo nomeutente@gmail.com), torna indietro alla schermata Account (o Utenti e account) e premi sulla voce Aggiungi Account. Fai poi tap sul pulsante Google e connetti l’account in tuo possesso, inserendo i dati di login dello stesso (email e password).
In caso di problemi, segui le procedure che ti ho indicato nella mia guida su come aggiungere un account Gmail.

Adesso, connetti il dispositivo a Internet:
recati, dunque, nel menu Impostazioni > Wireless e reti > Rete mobile e sposta su ON la levetta in corrispondenza della voce Dati mobili.



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Se, invece, vuoi eseguire il collegamento in Wi-Fi, premi sulle voci Impostazioni > Wireless e reti > Wi-Fi e fai tap sulla rete a cui vuoi connetterti, inserendone la chiave di accesso, se necessario.



Puoi procedere anche più velocemente, premendo sull’icona del Wi-Fi (il simbolo di un’antenna) situata nel centro notifiche, accessibile con uno swipe dalla cima dello schermo verso il basso.

Attivare la localizzazione Android

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Adesso che hai associato un account Google al tuo smartphone (o tablet) e hai eseguito tutte le operazioni preliminari indicate in precedenza, attiva il GPS spostando su ON la levetta che trovi in corrispondenza della sezione Impostazioni > Geolocalizzazione. Su Android 8.0 e versioni successive, la geolocalizzazione si trova nel menu Impostazioni > Sicurezza e privacy.

Il pulsante per attivare la geolocalizzazione si trova anche nel centro notifiche di Android:
per agire tramite quest’ultimo, fai semplicemente tap su di esso.



Infine, nel menu Impostazioni > Google > Sicurezza > Trova il mio dispositivo, assicurati che la levetta sia impostata su ON.

Trova il mio dispositivo

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Una volta eseguite le operazioni preliminari, puoi utilizzare il servizio Trova il mio dispositivo per localizzare un dispositivo Android da remoto.



Questo strumento gratuito sviluppato da Google è accessibile da qualsiasi altro dispositivo Android, scaricando la relativa applicazione dal Play Store, oppure tramite interfaccia Web.
Il suo funzionamento è identico in entrambi i casi.

Se preferisci agire da smartphone o tablet, dopo aver scaricato l’app Trova il mio dispositivo dal Play Store (ti basta premere sul pulsante Installa), avviala ed effettua l’accesso con i dati dello stesso account Google connesso al dispositivo da rintracciare, premendo sulla voce Continua come [nome del tuo account Google].



Nella schermata principale, fai poi tap sull’icona a forma di telefono raffigurante il dispositivo da rintracciare, dopodiché attendi che ti venga mostrata sullo schermo una cartina geografica con la posizione del device in tempo reale.
Nel caso in cui riscontrassi dei problemi, premi sull’icona della freccia per ricaricare la schermata e attendi la localizzazione del dispositivo.

Oltre a rintracciare il dispositivo, puoi farlo suonare da remoto (Riproduci audio), impostare un messaggio personalizzato nella schermata di blocco dello schermo (Proteggi il dispositivo) e anche eseguire il reset alle impostazioni di fabbrica da remoto (Resetta il dispositivo).
Ti ho parlato nel dettaglio di come usufruire di queste funzionalità nella mia guida dedicata a Trova il mio dispositivo.



Se il device non viene trovato, significa che potrebbe essere spento e/o non connesso a Internet.
Puoi comunque comandarlo da remoto:
le azioni comandate verranno eseguite non appena il dispositivo tornerà online.

Come localizzare un cellulare Android da PC

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Se non hai a disposizione un altro cellulare o tablet Android per installare l’app Trova il mio dispositivo, puoi localizzare il device Android da computer collegandoti, come già detto, alla versione Web del servizio.

Per farlo, effettua l’accesso al sito di Trova il mio dispositivo con i dati (email e password) dello stesso account Google connesso al cellulare Android da rintracciare, dopodiché, attendi che ti venga mostrata su una cartina geografica la posizione del dispositivo.



Da Web il funzionamento di Trova il mio dispositivo è identico all’app per Android e quindi, in caso di problemi, fai riferimento alle indicazioni appena fornite nel capitolo precedente.

Come localizzare un cellulare Android con Google

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Per localizzare un cellulare Android tramite Google puoi avvalerti sempre dello strumento Trova il mio dispositivo, in quanto il servizio è integrato nei risultati del motore di ricerca.

Per usufruire di questa funzionalità, collegati alla pagina principale di Google e premi sul pulsante Accedi situato in alto a destra, per effettuare l’accesso a Google con lo stesso account collegato al dispositivo da rintracciare.
Digita, quindi, i dati di login (email e password) dello stesso account e premi sul pulsante Avanti per due volte consecutive.



Fatto ciò, digita i termini Trova il mio Android nella barra di ricerca, premi Invio e attendi che ti venga mostrata, all’interno di una mappa, la posizione del dispositivo.

Come localizzare Android da iPhone

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Hai bisogno di localizzare il tuo dispositivo Android, ma sei fuori casa e non hai a portata di mano un altro smartphone o tablet Android per usare l’app Trova il mio dispositivo?
Nessun problema, puoi comunque riuscire nell’intento.

Per localizzare un Android da iPhone ti basta collegarti al sito Web di Trova il mio dispositivo, in quanto questo può essere utilizzato nello stesso identico modo da qualsiasi browser per desktop o dispositivi mobili.



Effettua, quindi, l’accesso al servizio con i dati (email e password) dello stesso account Google connesso al cellulare Android da rintracciare:
entro qualche istante potrai visualizzare, su una mappa, la posizione esatta del dispositivo.

In caso di problemi o dubbi, fai riferimento alle indicazioni che ti ho fornito nel capitolo su come rintracciare Android da PC.



Come localizzare un cellulare Android di un amico

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Se hai bisogno di sapere come localizzare il cellulare Android di un amico, devi sapere che, per farlo, vi sono più soluzioni.



In primo luogo, se conosci i dati di accesso del suo account Google, puoi rintracciare per lui lo smartphone, avvalendoti dello strumento Trova il dispositivo di cui ti ho parlato nei capitoli precedenti.

In alternativa, se vuoi rintracciare il cellulare di un amico, perché ti serve sapere dove si trova, in modo da raggiungerlo, puoi avvalerti delle soluzioni di condivisione della posizione messe a disposizione da app come WhatsApp, Facebook o Google Maps.



Ti ho spiegato nel dettaglio di come usufruire di questa possibilità nella mia guida su come sapere dove si trova una persona attraverso il cellulare.

Altre soluzioni per localizzare Android

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Oltre a Trova il mio dispositivo, che è il servizio predefinito di Google preesistente su tutti gli smartphone e tablet Android, esistono anche servizi di terze parti, come per esempio Prey e Cerberus, che permettono di localizzare un device Android a distanza agendo da computer, tramite browser, ma anche da dispositivi mobili, scaricando la loro app dedicata.

In maniera simile a Trova il mio dispositivo, infatti, per essere utilizzati questi strumenti richiedono una connessione a Internet sempre attiva e il GPS abilitato (ti ho parlato di come eseguire queste operazioni preliminari nel capitolo precedente), in modo da poter individuare in tempo reale su una mappa la posizione di uno smartphone o di un tablet Android.
Offrono però funzionalità aggiuntive e, in alcuni casi, impediscono lo spegnimento o la disattivazione di GPS e connessione sul dispositivo da proteggere.



Se vuoi sapere come usarli e/o ti servono maggiori approfondimenti su quelle che sono altre soluzioni utili alla localizzazione remota di un dispositivo Android, ti consiglio di leggere la mia guida specifica sull’argomento.