come creare app android gratis



come creare app android gratis

Tra i principali pregi di Android, c’è il fatto che tutti possono cimentarsi nello sviluppo di applicazioni, avendo poi la possibilità di distribuire le proprie creazioni mediante vari canali; il tutto senza investire cifre stratosferiche.
A tal proposito, se anche tu, come molti altri utenti, vorresti sapere come creare app per Android gratis e non sai da dove cominciare, sappi che posso aiutarti.

Ovviamente, dovrai metterci del tuo, profondendo la giusta dose d’attenzione e impegno nel tuo progetto e mettendoti di buzzo buono per quel che concerne lo studio dei linguaggi di programmazione:
senza questi elementi, infatti, non è possibile in alcun modo approcciarsi alla creazione di un’app.



Ciò detto, se sei quindi pronto a scoprire in che modo procedere per creare la tua applicazione per Android, ti suggerisco di concederti un po’ di tempo libero soltanto per te e di dedicarti alla lettura di quanto riportato qui di seguito.
Spero che, alla fine, tu possa ritenerti ben contento e soddisfatto di quanto appreso e che riesca a raggiungere i tuoi obiettivi.
Buona lettura e in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Software per creare app Android gratis
    • Android Studio (Windows/macOS)
    • Eclipse IDE (Windows/macOS/Linux)
    • Visual Studio (Windows/macOS)
  • Come creare app Android gratis online
  • Come creare app Android gratis e guadagnare

Informazioni preliminari

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Prima di entrare nel vivo di questo tutorial, ci sono alcune informazioni che è mio dovere fornirti per consentirti di creare app per Android gratis nel miglior modo possibile.

In primo luogo ribadisco che, per sviluppare applicazioni per Android, occorre conoscere i linguaggi di programmazione.
Nel caso specifico del sistema operativo del robottino verde, i più diffusi sono Java e XML.
Per approfondimenti a tal proposito, ti rimando alla lettura delle mie guide su come iniziare a programmare, come creare un programma, come imparare Java e come programmare in Java.



I linguaggi di programmazione, una volta appresi, possono essere adoperati mediante appositi software utili per lo sviluppo delle app.
Degli strumenti in questione fanno in primo luogo parte gli SDK.
Acronimo di Software Development Kit, essi sono delle raccolte di strumenti ufficiali (messe a disposizione dalle aziende che curano le piattaforme software di rifermento, in questo caso Google con Android) per lo sviluppo e il testing delle app.
Consentono di sfruttare al massimo la piattaforma a cui si rivolgono e di gestire la cosa in maniera molto dettagliata.

Ci sono poi i software commerciali indipendenti, vale a dire quelli che, come intuibile dalla definizione stessa, sono stati realizzati da aziende terze e consentono di creare contenuti all’interno di un ambiente integrato.
Solitamente, risultano più semplici da usare rispetto agli SDK e permettono di strutturare un progetto unico esportabile in formati differenti, come pacchetto compatibile con varie piattaforme, in base alla licenza in proprio possesso.



Software per creare app Android gratis

Come ti dicevo nelle righe precedenti, per sfruttare i linguaggi di programmazione per creare app per Android gratis è necessario ricorrere all’uso di appositi software:
qui di seguito trovi indicati quelli che, a mio modesto avviso, rappresentano i migliori della categoria.
Mettili subito alla prova!

Android Studio (Windows/macOS)

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Android Studio è lo strumento reso ufficialmente disponibile da Google per lo sviluppo delle app per Android.
È gratis, si può usare su Windows e macOS e include tutto ciò che occorre per compiere l’operazione oggetto di questo tutorial e per testare le applicazioni realizzate.



Per effettuarne il download, recati sul sito Internet del programma e clicca sul bottone Download Android Studio posto al centro.
Seleziona, poi, la voce I have read and agree with the above terms and conditions nel modulo che ti viene mostrato e clicca sul bottone azzurro, situato in basso, per avviare il download

Completata la procedura di scaricamento, se quello che stai usando è un PC basato su Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che compare sul desktop, clicca sui pulsanti , Next (per tre volte di seguito) e Finish.



Se stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg scaricato, trascina l’icona di Android Studio nella cartella Applicazioni del Mac, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Apri dal menu che compare, per avviare Android Studio andando ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso le applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va effettuata solo al primo avvio).

Ora che visualizzi la finestra del software sullo schermo, clicca sui pulsanti OK e Next (per tre volte), attendi che il download dei componenti necessari per utilizzare Android Studio venga portato a termine e clicca sul pulsante Finish.



Adesso che visualizzi la schermata principale di Android Studio, inizia pure a cimentarti nello sviluppo della tua prima app selezionando l’opzione Start a new Android Studio project, dopodiché scegli il modulo da cui intenti partire, assegna un nome all’app e seleziona la versione dell’SDK da usare.

In seguito, clicca sul pulsante Next e indica quale base preimpostata vuoi eventualmente usare, configurane i valori (se vuoi, puoi anche lasciare quelli predefiniti) e, infine, fai clic sul bottone Finish.



Personalizza, dunque, il modello scelto per la tua app usando l’editor del programma: a sinistra trovi la struttura, a destra l’editor vero e proprio e in alto ci sono i pulsanti per inserire oggetti, incollare le parti di codice ecc.
e la barra dei menu.

Quando lo vorrai, potrai salvare il progetto della tua applicazione cliccando sulla voce File, che si trova in alto a sinistra, e selezionando l’apposita dicitura dal menu che compare.



Eclipse IDE (Windows/macOS/Linux)

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Un’altra risorsa che ti invito a prendere in considerazione è Eclipse IDE:
si tratta di un software gratuito, disponibile per Windows, macOS e Linux e grazie al quale è possibile compilare applicazioni basate su Java.
Usandolo in accoppiata al componente aggiuntivo gratuito Android Development Tools può essere impiegato per lo sviluppo delle applicazioni per la piattaforma mobile di Google.
Da notare che, a sua volta, necessita dell’installazione di Java sul PC per funzionare.



Per effettuarne il download, recati sul sito Internet di Eclipse e clicca prima sul pulsante Download 64 bit e poi su quello Download, presente nella nuova pagina visualizzata.

Ultimato il download, se stai usando Windows, estrai l’archivio ZIP appena ottenuto in una cartella a piacere e avvia il software Eclipse presente al suo interno.
Clicca poi sui pulsanti e OK nella finestra che compare sul desktop.



Invece, se stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg ottenuto e trascina l’icona del programma nella cartella Applicazioni del Mac.
Successivamente, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Apri dal menu che compare, così da aprire Eclipse andando però ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso le applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va effettuata solo al primo avvio).

Aspetta, ora, che il software venga scaricato ed eseguito, fai clic sulla “x” che trovi accanto alla voce Welcome nella finestra che si è aperta ed effettua l’installazione di Android Development Tools:
per riuscirci, clicca sulla voce Help che si trova in alto a sinistra, seleziona la dicitura Install New Software dal menu che compare, digita l’indirizzo http://dl-ssl.google.com/android/eclipse/ nel campo vuoto annesso alla finestra visualizzata e clicca sul pulsante Add.
A questo punto, seleziona la casella per l’installazione del componente Developer Tools, clicca sul bottone Next e accetta la relativa licenza d’uso.



Fatta anche questa, puoi cimentarti nello sviluppo della tua prima applicazione usando l’editor di Eclipse:
a sinistra trovi l’elenco di tutti i progetti, in basso ci sono la barra a schede tramite cui ottenere informazioni su quello che stai programmando e a destra puoi visualizzare tutti i membri della classe selezionata.

Per cominciare a lavorare a un progetto, clicca sulla voce File posta nella parte in alto a sinistra della finestra di Eclipse, seleziona le voci New e Java Project, compila il campo Project name digitando il nome che vuoi assegnare al tuo progetto e premi sul bottone Finish.



Quando lo riterrai opportuno, potrai salvare il lavoro svolto, cliccando nuovamente sul menu File, selezionando la voce Save Ad da quest’ultimo, specificando posizione e nome che vuoi assegnare al file di output e facendo clic sul pulsante OK.

Visual Studio (Windows/macOS)

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Un altro ottimo strumento al quale, a parer mio, faresti bene ad appellarti per creare app per Android gratis è Visual Studio.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un programma reso disponibile da Microsoft, compatibile sia con Windows che con macOS e grazie al quale si possono sviluppare applicazioni per tutte le più diffuse piattaforme, sia mobile che non, usando differenti linguaggi di programmazione.



Per effettuarne il download sul tuo PC, visita il sito Internet di Visual Studio e clicca sul bottone Download che trovi in corrispondenza della voce Community.

Completata la procedura di download, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto, premi sui bottoni e Continua e aspetta che venga eseguita l’installazione del programma.
A procedura ultimata, individua la sezione Dispositivi mobili e giochi, seleziona la casella che trovi accanto al linguaggio di programmazione che intendi usare (es.
Sviluppo di applicazioni per dispositivi mobili con C++) e clicca sul pulsante Installa.



Su macOS, invece, apri il pacchetto .dmg ottenuto, fai doppio clic sull’icona dell’installer del programma e, nella finestra che si apre, premi sul bottone Continua.
Fatto ciò, seleziona la casella posta in corrispondenza della dicitura Android, per eseguire l’installazione del componente necessario per sviluppare app per Android e premi sul pulsante Installa.

A questo punto, se disponi di un account Visual Studio, effettua il login tramite quest’ultimo.
In caso contrario, seleziona il collegamento per saltare questo step e segui la procedura di configurazione iniziale che ti viene proposta.



Clicca poi sul bottone Avvia Visual Studio, seleziona la voce Crea un nuovo progetto, scegli uno dei modelli preimpostati disponibili per avviare lo sviluppo della tua app e premi sul pulsante Avanti.
Assegna, quindi, un nome al progetto, indica il percorso in cui vuoi salvare il tutto e il nome che vuoi assegnare al contenitore e premi sul bottone Crea.

Successivamente, ti ritroverai dinanzi all’editor del programma con a destra le sezioni per visualizzare la struttura del progetto e le proprietà dei vari elementi aggiunti; al centro la sezione che mostra le parti di codice e in alto la barra degli strumenti e quella dei menu con tutti i bottoni e le funzioni utili per creare e modificare l’app.



Quando lo vorrai, potrai salvare l’applicazione che hai sviluppato, nel percorso indicato in fase di creazione del progetto, facendo clic sulla voce File che si trova in alto a sinistra e sulla dicitura Salva [nome progetto], presente nel menu che si apre.

Come creare app Android gratis online

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Creare app per Android è cosa fattibile anche online, senza dover scaricare assolutamente nulla sul computer in uso, agendo direttamente e comodamente dalla finestra di qualsiasi browser Web. In che modo?
Semplice:
basta rivolgersi a MIT App Inventor.

MIT App Inventor è un servizio online gratuito, grazie al quale è possibile creare app per Android in maniera abbastanza semplice e senza dover necessariamente approfondire lo studio dei linguaggi di programmazione.
Rispetto alle risorse di cui ti ho parlato in precedenza, è una soluzione un po’ più limitata, ma comunque molto valida.



Mi chiedi come potertene servire?
Te lo spiego sùbito.
Tanto per cominciare, recati sulla home page del servizio, effettua l’accesso con il tuo account Google (è indispensabile per poter usare MIT App Inventor) e clicca sul pulsante Start new project, che si trova in alto.
Fatto ciò, digita il nome che vuoi assegnare all’app che intendi creare e clicca sul bottone OK.

Ora che visualizzi l’editor del servizio, traducine l’interfaccia, selezionando l’Italiano dal menu a tendina che si trova in alto a destra.
Successivamente, comincia pure a cimentarti nella creazione della tua app mediante gli strumenti e i comandi disponibili sullo schermo:
a sinistra trovi l’elenco degli elementi e degli oggetti che puoi aggiungere all’interfaccia dell’applicazione, al centro trovi la schermata mediante cui visualizzare l’app in anteprima, mentre a destra c’è l’elenco degli elementi che la compongono, il menu con le proprietà degli oggetti selezionati e il pulsante per effettuare l’upload dei file media.



Per aggiungere degli elementi all’interfaccia dell’app, ti basta selezionarli dall’elenco a sinistra e trascinarli nella schermata al centro.
Se vuoi, puoi anche modificare le proprietà di un determinato elemento, selezionandolo e usando le voci e le opzioni che trovi nella sezione a destra.

Per aggiungere ulteriori schermate all’applicazione, invece, clicca sul pulsante Aggiungi Schermo che si trova in alto, mentre per rimuoverle, in caso di ripensamenti, premi sul bottone Rimuovi Schermo adiacente.



Quando lo riterrai opportuno, potrai salvare il progetto dell’applicazione creata selezionando il menu Progetti, che si trova in alto a sinistra, e cliccando sulla dicitura Salva.
Per effettuarne il download sul PC, invece, scegli l’opzione Esporta il progetto selezionato (.aia) nel mio computer, annessa sempre al menu Progetti.

Come creare app Android gratis e guadagnare

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Hai seguito per filo e per segno le mie indicazioni su come creare app per Android gratis e adesso ti piacerebbe capire come distribuirle sul Play Storeguadagnare grazie a esse?
Per riuscirci, devi in primo luogo creare un account come sviluppatore e associare a quest’ultimo il tuo account Google, pagando 25$.



Per compiere l’operazione in questione, collegati a questa pagina Web ed effettua la registrazione su Google Play Console.
Per cui, accedi con il tuo account Google o verifica che quello attualmente in uso sia corretto (in caso contrario, clicca sul collegamento Accedi con un altro account e modificalo), spunta la casella posta sotto la dicitura Accetto il contratto con gli sviluppatori, fai clic sul pulsante Vai al pagamento che si trova in basso, immetti le informazioni relative alla tua carta di credito per il pagamento e, infine, fornisci i dati per creare il tuo account da sviluppatore.

In seguito, provvedi a inviare a Google le applicazioni che hai sviluppato, effettuando l’upload dei relativi file APK.
Provvedi altresì a gestirne i metadati (vale a dire il versionamento e i requisiti di sistema) e la parte commerciale (quindi il titolo, la descrizione ecc.).



Per quanto concerne la possibilità di guadagnare con le tue app, puoi sia scegliere di rendere queste ultime disponibili solo tramite acquisto, previo pagamento di una data somma di denaro, che gratuitamente, inserendovi però all’interno dei banner pubblicitari e andando quindi a racimolare denaro in tal modo.
Un altro sistema che puoi valutare è quello di proporre acquisti in-app.
In questo caso, gli utenti vengono invitati ad acquistare funzioni e/o contenuti aggiuntivi in seguito al download. Per ulteriori dettagli, ti rimando alla consultazione della guida ufficiale di Play Console.

come emulare android su mac



come emulare android su mac

Muori dalla voglia di provare un’applicazione per Android che non è compatibile con il tuo smartphone?
Beh, potresti emulare il sistema operativo di Google sul PC e testarla in questo modo.
Come dici?
Non hai un PC Windows ma un Mac?
Non vedo dove sia il problema.

Con il programma gratuito BlueStacks puoi emulare Android su OS X e testare tutte le applicazioni che desideri sul computer senza passare per il telefonino.
Lo so, detta così può sembrare una cosa difficile, e invece ti è assicuro che è un gioco da ragazzi.
Scopri subito come emulare Android su Mac e provaci tu stesso.



Se vuoi scoprire come emulare Android su Mac, il primo passo che devi compiere è collegarti al sito Internet di BlueStacks e cliccare sul pulsante Download for Mac OS X per scaricare il programma sul tuo computer.

A download completato apri, facendo doppio click su di esso, il file appena scaricato (BlueStacks_AppPlayer-Beta.dmg) e trascina l’icona di BlueStacks nella cartella Applicazioni di OS X per installare l’applicazione sul tuo Mac.



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Per emulare Android su Mac usando BlueStacks, avvia l’applicazione e clicca prima su Apri e poi su Accept, in modo da accettarne le condizioni di utilizzo.
Attendi dunque che il caricamento iniziale finisca (ci vorranno solo pochi secondi) e traduci i menu del programma in italiano selezionando l’icona con il cacciavite e la chiave inglese collocata in basso a destra.
Nella schermata che si apre, recati nel menu Change Language e selezione l’Italiano fra le lingue disponibili per salvare le impostazioni.



Adesso torna al menu iniziale di BlueStacks (cliccando sul logo dell’applicazione) e seleziona una app qualsiasi fra quelle disponibili in Top Charts.
Nella schermata che si apre, clicca su Continue, Avanti e poi su Accedi (se vuoi associare il servizio al tuo account Google) o Crea (per creare un account apposito da utilizzare con BlueStacks).
Compila quindi modulo che ti viene proposto per effettuare il login o creare un nuovo account Google e clicca sul pulsante Termina configurazione per eseguire l’autenticazione.

Ad operazione completata, fai click prima su Continue e poi su Proceed.
Esegui nuovamente l’accesso al tuo account Google, clicca su Accedi, seleziona un dispositivo Android dall’elenco che compare (se disponibile) e fai click su Done per cominciare ad usare BlueStacks.



Se non compare alcuna lista di dispositivi Android e BlueStacks sembra bloccarsi, riavvia l’applicazione cliccando sulla sua icona presente nell’area di notifica di OS X (accanto all’orologio nella barra dei menu) e seleziona la voce Restart dal menu che compare, dopodiché ripeti quest’ultimo passaggio e tutto dovrebbe filare per il verso giusto.

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Ora devi accedere al Google Play Store facendo click prima su Finish e poi su Let’s Go e Continue e potrai finalmente cominciare a installare le tue app Android preferite sul Mac.
Per cercare un’applicazione in BlueStacks, clicca sull’icona della lente d’ingrandimento che si trova in alto a destra, digita il nome della app da trovare e premi il tasto Invio sulla tastiera del Mac per avviare la ricerca.

Seleziona quindi la app da installare, fai click sulla sua icona collocata sotto il logo del Google Play Store (il robottino verde) e clicca prima su Scarica e poi su Accetta e scarica per eseguire download ed installazione del software selezionato.



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Al termine dell’installazione, puoi avviare tutte le app Android che hai scaricato in BlueStacks recandoti nella schermata iniziale del programma, selezionando la voce My apps e cliccando sull’icona dell’applicazione da lanciare.



Per quelle app che presentano problemi di visualizzazione (es.
Ruzzle), imposta la modalità tablet di BlueStacks.
Per farlo, recati nelle impostazioni del programma, seleziona la voce Gestione applicazioni nel menu che compare e metti il segno di spunta accanto alla voce Tablet in corrispondenza dell’icona dell’applicazione che si vede male.

come hackerare un telefono android



come hackerare un telefono android

La mia casella di posta elettronica e i miei account social sono pieni di messaggi in cui mi viene posta sempre la stessa domanda:
quella relativa a come hackerare un telefono Android.
C’è chi, preoccupato per la propria privacy, mi contatta per scoprire come difendersi dagli attacchi dei pirati informatici e chi, invece, spinto da pura curiosità, vorrebbe scoprire quali sono le tecniche che i cosiddetti “cracker” (cioè gli hacker “cattivi”) utilizzano per attaccare gli smartphone delle proprie vittime.

Di fronte a una mole di richieste così ampia non potevo di certo restarmene con le mani in mano, e infatti oggi sono qui per occuparmi dell’argomento e per chiarire tutti i dubbi che si possono avere in merito.
O quasi.



Vedremo prima le “armi” con le quali i malintenzionati spiano e/o comandano più comunemente gli smartphone Android a distanza, dopodiché cercheremo di stilare un insieme di regole per proteggerci da questo tipo di minacce.
Ti assicuro che con un pizzico di buonsenso si riescono ad ottenere ottimi risultati e a dormire sonni relativamente tranquilli.
Insomma, la sicurezza assoluta non esiste, né su Android né su qualsiasi altra piattaforma software, ma se si utilizza il proprio smartphone in maniera attenta si possono scongiurare un bel po’ di rischi.
Continua a leggere per saperne di più.

App per hackerare un telefono Android

Cominciamo con una rapida selezione delle app e delle tecniche utilizzate dai malintenzionati per hackerare un telefono Android.
D’altronde solo conoscendo il “nemico” si può imparare a contrastarlo efficacemente.



Applicazioni per il parental control e app anti-furto

Anche se realizzate per scopi leciti, le applicazioni per il parental control possono essere facilmente “piegate” al volere dei malintenzionati.
Questo perché includono tutto il necessario per tracciare le attività degli utenti (monitorano la navigazione Internet, le chiamate, le applicazioni utilizzate ecc.) e spesso sono in grado di nascondersi dagli occhi dell’utente rimuovendo le loro icone dalla home screen e dal drawer di Android.

Di applicazioni per il parental control ce ne sono tantissime, anche in ambito free, e il loro funzionamento è davvero alla portata di tutti:
basta installarle, configurarle e poi fanno tutto da sole consentendo un monitoraggio e/o un controllo dello smartphone da remoto.
Fra le app per il parental control più “quotate” del momento ci sono Screen Time, Mobile Fence e Qustodio di cui ti ho parlato ampiamente nei miei post su come spiare Android e come spiare cellulare Android.



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Altre applicazioni alla portata di tutti, che sono perfettamente lecite ma possono essere usate dai malintenzionati per monitorare uno smartphone da remoto, sono quelle antifurto.
Con le applicazioni anti-furto, infatti, è possibile localizzare un telefono da remoto, comandarlo tramite SMS, realizzare foto e video da remoto e molto altro ancora senza che l’utilizzatore del device si accorga di nulla.



Tra le applicazioni anti-furto più popolari in ambito Android ci sono Lost Android che è completamente gratuita e Cerberus che invece costa 4,99 euro dopo una settimana di prova gratis.
Ti ho illustrato il loro funzionamento nei miei tutorial su come ritrovare il cellulare Android e

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Applicazioni-spia

Se le applicazioni per il parental control e le applicazioni anti-furto nascono con finalità lecite ma possono essere “piegate” al volere dei malintenzionati, ci sono applicazioni – fortunatamente più difficili da usare e configurare – che hanno come scopo principale proprio quello di hackerare e/o spiare i dispositivi Android.
Attenzione, non si tratta di app “cattive” di per sé, infatti possono essere usate anche per scovare vulnerabilità di sicurezza e/o per testare la sicurezza dei propri device, ma come facilmente immaginabile spesso vengono usate per finalità meno nobili.

Tra le applicazioni di questo genere ti segnalo AndroRat che permette di monitorare e comandare Android da remoto “catturando” i messaggi che vengono inviati o ricevuti sullo smartphone, localizzando il terminale su una mappa, attivando la fotocamera, catturando il suono dal microfono e molto altro ancora.



Molto potenti sono anche cSploit che permette di rilevare le vulnerabilità di Android e di sfruttarle per accedere da remoto agli smartphone e DroidSheep, che invece serve a “catturare” le comunicazioni di Facebook, Twitter e altri social media.

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Come già detto, nessuna di queste app può essere utilizzata senza avere un minimo di dimestichezza in materia di sicurezza informatica, quindi non si tratta di soluzioni particolarmente diffuse, ma è bene conoscerle per sapere come contrastarle al meglio.
E qui comincia la seconda parte del nostro tutorial.

Come difendersi

Come abbiamo appena visto insieme, hackerare un telefono Android non è impossibile.
Purtroppo non lo è.
Tuttavia adottando delle misure preventive adeguate si può riuscire a ridurre il rischio di intrusioni al minimo.
Quali sono le misure preventive di cui parlo?
Tranquillo, nulla che tu non possa fare da solo.
Si tratta di misure semplicissime, di puro, buonsenso che non richiedono né l’intervento di un tecnico né conoscenze avanzate nell’ambito della sicurezza informatica.



Verificare i permessi di amministrazione delle app

La prima misura preventiva che ti consiglio di adottare è verificare, di tanto in tanto, che sul tuo smartphone non ci siano applicazioni sospette a cui sono stati concessi i permessi di amministrazione.

Come già sottolineato in precedenza, le app-spia per Android si nascondono, nella maggior parte dei casi non si fanno vedere né nella home screen né nel drawer del sistema, ma questo non significa che siano impossibili da rintracciare.
Se ci si reca nel pannello delle impostazioni di Android e si controlla la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il sistema, spesso si riesce a individuarle (e quindi ad eliminarle).



Per scoprire la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il tuo smartphone, recati nel menu Impostazioni > Sicurezza > Amministratori dispositivo di Android.
Se fra le applicazioni in elenco ce ne sono alcune sospette (cioè alcune che non hanno a che fare con il sistema operativo e sei sicuro di non aver installato in prima persona), disattivale e provvedi a rimuoverle dallo smartphone.

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Se utilizzi una versione di Android pari o superiore alla 6.0, puoi controllare anche quali applicazioni hanno il diritto di modificare le impostazioni di sistema.
Per farlo, recati nel menu Impostazioni > App di Android, premi sull’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra e seleziona la voce Modifica impostazioni di sistema dalla schermata che si apre.

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Se tra le applicazioni in elenco ne trovi qualcuna che non fa riferimento a servizi di sistema e/o non hai installato in prima persona, provvedi subito a disattivarla e a rimuoverla dallo smartphone.

Controllare i processi in esecuzione sul telefono

Se nelle impostazioni di Android non hai trovato app sospette, ma temi ugualmente che il tuo telefono sia sotto controllo, prova a controllare la lista di tutti i processi in esecuzione su Android tramite System Monitor Lite.



Come si intuisce abbastanza facilmente anche dal suo nome, System Monitor Lite è un task manager gratuito per Android che permette di scoprire tutti i processi (e quindi tutte le app) in esecuzione sullo smartphone.
Per utilizzarla, avviala, premi sull’icona che si trova in alto a sinistra e seleziona la voce Top apps dalla barra che compare di lato.

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Se tra le applicazioni in esecuzione sul telefono ce ne sono alcune “sospette”, cerca su Google il nome del processo ad esse relativo e, se i tuoi sospetti sono confermati, provvedi subito a rimuovere la app “incriminata” dal dispositivo.

Utilizzare un antimalware

Che tu abbia o meno il sospetto che qualcuno ti stia spiando, ti consiglio caldamente di installare un antimalware per Android.
Come mai?
Te lo spiego subito.
Installando un antimalware per Android, potrai scoprire facilmente se sul tuo smartphone ci sono delle app malevole e/o se qualche app nasconde al suo interno un meccanismo per rubarti dati e informazioni.



Ci sono tanti antimalware per Android.
Io personalmente ti consiglio Avast Mobile Security che è completamente gratuito e molto facile da usare, ma ce ne sono anche altri che vale la pena prendere in considerazione:
te ne ho parlato nel mio post sugli antivirus per Android.

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Spiegare come funzionano gli antimalware (o “antivirus”) per Android è pressoché superfluo:
una volta installati sul telefono, controllano tutte le app presenti sul dispositivo e monitorano lo stato del sistema in tempo reale (scansionando tutte le nuove applicazioni installate sul terminale).
Se qualche app viene riconosciuta come “sospetta”, cioè pericolosa per la privacy o la sicurezza, viene immediatamente bloccata.

Rimuovere il root (se non ritenuto necessario)

Come ti ho spiegato nel mio tutorial su come effettuare il root su Android (e come probabilmente già saprai), il root è una procedura mediante la quale è possibile ottenere i permessi di amministrazione su Android e quindi è possibile modificare più a fondo il comportamento del sistema operativo.
Si tratta di una risorsa molto utile – ammesso che si sappia bene dove mettere le mani e si abbia bisogno di app che non funzionano senza il root – ma rappresenta anche un potenziale rischio.



Avere uno smartphone sbloccato tramite root, espone infatti il dispositivo all’installazione di app, comprese le applicazioni spia, che possono agire in maniera indisturbata sugli aspetti più profondi del sistema.
Alla luce di ciò, se tu non hai bisogno del root in quanto non sei un utente particolarmente esperto e/o non utilizzi applicazioni che lo richiedono, faresti meglio a rimuoverlo.

Per scoprire come rimuovere il root da Android, vai su Google e cerca la procedura più adatta al tuo smartphone (es.
“come rimuovere il root da Samsung Galaxy S7”).
In genere basta aprire SuperSU e selezionare l’opzione per l’unroot completo dalla scheda impostazioni, ma per andare sul sicuro è meglio cercare la procedura specifica per il proprio modello di smartphone.



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Disattivare l’installazione di app provenienti da origini sconosciute

Una volta disattivato il root, il rischio più grande proviene dalle applicazioni installate dalle fonti esterne al Play Store, laddove è molto facile imbattersi in malware e applicazioni-spia di vario genere.



Per aumentare il livello di sicurezza del tuo smartphone e quindi ridurre il rischio di imbatterti in app malevole, recati nelle impostazioni di Android, seleziona la voce Sicurezza dalla schermata che si apre e, se attiva, disattiva la levetta che si trova accanto all’opzione Origini sconosciute.
In questo modo, sullo smartphone si potranno installare solo le applicazioni che provengono dal Google Play Store (che sono generalmente sicure) e non più quelle scaricate da altre fonti.

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Aggiornare Android

Per hackerare un telefono Android, i malintenzionati possono sfruttare eventuali falle di sicurezza presenti nel sistema operativo; falle che possono essere corrette solo aggiornando Android all’ultima versione disponibile.

Se non l’hai ancora fatto, recati dunque nelle impostazioni del tuo smartphone, seleziona le vociInfo sul telefono e Aggiornamenti di sistema e verifica se è disponibile una versione più recente del sistema operativo (che potrebbe correggere eventuali falle di sicurezza e quindi potrebbe rendere più sicuro il telefono).



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Se qualche passaggio non ti è chiaro, consulta la mia guida su come aggiornare Android facilmente in cui ti ho spiegato come aggiornare tutti i device equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.



Proteggere l’accesso al telefono

Per quanto possa sembrare banale, una delle misure di sicurezza più efficaci per evitare il monitoraggio del proprio smartphone è proteggere in maniera sicura l’accesso al dispositivo.
Questo significa utilizzare un PIN sicuro o una sequenza di sblocco complessa (associati, se possibile, all’impronta digitale).

Per impostare un PIN o una sequenza di sblocco su Android, non devi far altro che recarti nel menu Impostazioni > Blocco schermo del telefono e selezionare l’opzione per aggiungere un PIN o una sequenza di sblocco al sistema.



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Non utilizzare le reti Wi-Fi pubbliche

Un altro consiglio che mi sento di darti è quello relativo alle reti Wi-Fi pubbliche:
a meno che tu non ne abbia strettamente bisogno, evita l’utilizzo delle reti Wi-Fi pubbliche (che possono essere più facilmente attaccate dai malintenzionati per captare dati e comunicazioni degli utenti) e affidati alla rete 3G/4G del tuo operatore.



Ripristinare Android

Infine, se arrivato a questo punto hai ancora il sospetto che qualcuno stia spiando/controllando il tuo telefono da remoto, prendi la situazione in mano e provvedi a formattare il tuo smartphone riportando Android allo stato di fabbrica.
In questo modo cancellerai tutte le app presenti nel sistema (comprese, eventualmente, quelle spia) e potrai usare un device “pulito”.

Se non sai come ripristinare Android e/o vuoi dei consigli su come preparare l’intera operazione, dà un’occhiata al tutorial che ho dedicato all’argomento:
lì puoi trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno.



come ottimizzare android



come ottimizzare android

Il tuo smartphone Android comincia a dare segni di cedimento?
L’apertura delle applicazioni sta diventando sempre più lenta e snervante?
Ti prego, prima di scaraventare il dispositivo dalla finestra e correre in negozio ad acquistarne un altro prova a ottimizzare Android seguendo i consigli che sto per darti.

Miracoli non te ne posso promettere, questo mi sembra chiaro, però con un pizzico di fortuna potresti migliorare le prestazioni del tuo device più di quanto immagini.
Il segreto – se così vogliamo chiamarlo – sta nell’individuare i processi che occupano più risorse hardware (quindi che consumano più RAM e CPU) e cancellarli, oppure sostituirli con delle alternative più “leggere”.



Ti assicuro che non è un’operazione complessa.
Magari richiederà un po’ di tempo per essere portata a termine, questo è vero, ma non bisogna essere degli esperti per ottenere risultati apprezzabili, te lo prometto! A questo punto, direi dunque di non perderci più in chiacchiere e passare subito all’azione.
Qui sotto trovi tutto quello di cui hai bisogno:
gli strumenti per scoprire le applicazioni colpevoli del rallentamento del tuo Android e le istruzioni necessarie per utilizzarli al meglio.
In bocca al lupo!

Cancellare applicazioni superflue

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A volte i consigli più banali sono anche quelli più efficaci.
Ecco il motivo per il quale, prima di passare al resto, ti invito ad analizzare tutti i processi in esecuzione sul tuo smartphone/tablet e di disinstallare le applicazioni superflue.
Per “applicazioni superflue” intendo tutte quelle app che non utilizzi e che, quindi, se costantemente in esecuzione, potrebbero occupare inutilmente RAM e CPU (oltre che spazio sul disco).



Per avere una panoramica completa sullo stato del sistema e scoprire quali sono le app che “consumano” di più, rivolgiti a dei task manager come System Monitor Lite.

System Monitor Lite è completamente gratis (nella sua versione base) e ha un’interfaccia molto intuitiva che rende molto semplice l’individuazione delle applicazioni che consumano più risorse.
Per utilizzarla, scaricala dal Play Store, avviala e seleziona la voce Top app dalla barra laterale di sinistra (alla quale puoi accedere premendo sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra).



A questo punto, premi sulla voce RAM o sulla voce CPU per ordinare le applicazioni in base al loro consumo di RAM o al loro “peso” sul processore e individua quelle di cui puoi fare a meno.
Per disinstallare un’applicazione che ritieni superflua, seleziona il suo nome e premi sul pulsante Disinstalla presente nella schermata che si apre (oppure vai nel menu Impostazioni > App di Android).

System Monitor Lite non consuma molte risorse in quanto non esegue un monitoraggio del sistema in tempo reale.
O meglio, la sua funzione di monitoraggio in real-time è disabilitata di default.
Per verificare tale impostazioni puoi andare nel menu impostazioni della app (l’icona dell’equalizzatore collocata in alto a destra) e selezionando la voce Monitoraggio in background dalla schermata che si apre.



Un’altra applicazione che potrebbe aiutarti a individuare le applicazioni che consumano più risorse Watchdog, la quale, a differenza di System Monitor Lite, ha bisogno di monitorare costantemente il sistema per svolgere il proprio lavoro.

Dopo aver controllato lo stato di Android per qualche ora, la app è in grado di rivelare comportamenti anomali da parte delle applicazioni (quindi se c’è un consumo abnorme di RAM o CPU) e permette di visualizzare una lista delle app che consumano più CPU.
Il mio consiglio è quello di installare Watchdog, utilizzarla per un paio di giorni per vedere se c’è qualcosa che non va e poi disinstallarla (in modo da liberare ulteriori risorse di sistema).



Mi raccomando, non disinstallare mai applicazioni di sistema come Google Play Services o altri processi collegati ai servizi di “big G”.
Potresti compromettere il corretto funzionamento del Play Store e di tutte le applicazioni targate Google.

Ridurre l’uso dei widget

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I widget possono essere molto utili.
Spesso contribuiscono a rendere più gradevole la home screen di Android, tuttavia il loro utilizzo andrebbe dosato in maniera intelligente.
Diciamo pure centellinato.

Utilizzare dei widget è un po’ come avere delle “mini-applicazioni” sempre in esecuzione, e questo può impattare in maniera negativa sia sulla reattività del device sia sull’autonomia della batteria.
Questo vuol dire che se vuoi ottimizzare Android devi “far fuori” tutti i widget che non sono di importanza “vitale” per le tue attività quotidiane.



Se non sai come cancellare un widget, tieni il dito premuto su di esso per qualche secondo e trascinalo sull’icona Rimuovi che compare in alto.
Tutto qui!

Ottimizzare animazioni e launcher

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Le animazioni rendono più piacevole l’utilizzo dei nostri device, ma solo quando le risorse hardware sono in grado di supportarle appieno.



Se hai uno smartphone piuttosto datato (o comunque non molto “dotato” sotto il punto di vista tecnico) puoi rendere Android più reattivo velocizzando o addirittura disattivando le animazioni della sua interfaccia utente.

Per compiere quest’operazione, vai nel menu impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio), seleziona la voce Info sul telefono dal menu che si apre e fai “tap” su Numero build per 7 volte consecutive.
In questo sbloccherai le impostazioni da sviluppatore, le quali consentono anche di velocizzare o disattivare le animazioni di sistema.



Ad operazione completata, recati nel menu Impostazioni > Opzioni sviluppatore e modifica i seguenti valori.

  • Scala animazione finestra – imposta il valore su 0,5x per velocizzare l’animazione delle finestre o su Animazione disattivata per disattivarla completamente.
  • Scala animazione transizione – imposta il valore su 0,5x per velocizzare gli effetti di transizione o su Animazione disattivata per disattivarli completamente.
  • Scala durata animatore – imposta il valore su 0,5x per velocizzare l’animazione o su Animazione disattivata per disattivarla completamente.

Utilizzi uno smartphone o un tablet equipaggiato con una versione “personalizzata” di Android?
In questo caso potresti sostituire il launcher del tuo dispositivo, ossia il programma che gestisce la home screen di Android, con un’alternativa più leggera.
Eccone alcune fra le migliori.



  • Google Now Launcher – è il launcher ufficiale di Google.
    Consuma poche risorse e si integra alla perfezione con tutti i servizi di “big G”.
  • Nova Launcher – è uno dei launcher alternativi più “quotati” del momento.
    È molto fluido anche sui terminali meno potenti e offre tante funzioni interessanti.
  • Smart Launcher – un ottimo launcher, molto leggero, che organizza automaticamente le app in base alla loro categoria di appartenenza.
  • Zeam Launcher – launcher minimalista ispirato alle vecchie versioni del sistema operativo di casa Google.
  • SickSky Launcher – un launcher ancor più minimalista prodotto dagli stessi sviluppatori di Zeam Launcher.
  • Apus Launcher – un launcher abbastanza leggero, ricco di funzioni interessanti (anche se a mio modesto avviso inferiore a Nova).

Per cambiare il tuo launcher con una delle app scaricate dal Play Store, recati nel menu Impostazioni > Home page di Android e metti il segno di spunta accanto al nome del launcher che intendi utilizzare.

Da sottolineare che molti launcher hanno delle impostazioni separate per regolare la velocità delle loro animazioni.
Dovrai modificare anche quelle oltre alle impostazioni di sistema, che abbiamo visto prima.



Un altro consiglio che mi sento di darti è quello di disattivare gli sfondi animati.
I wallpaper animati sono molto belli da vedere, è vero, ma consumano moltissima batteria e possono avere degli effetti negativi sulle prestazioni di Android.
Per liberartene, cancellali dal menu Impostazioni > App di Android e sostituiscili con degli sfondi statici attraverso il menu Impostazioni > Display > Sfondo.

Effettuare una scansione anti-malware

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Nonostante tu abbia messo in pratica tutti gli accorgimenti di cui sopra, il tuo smartphone continua ad andare lento come una lumaca?
La colpa potrebbe essere di un malware.

Android, come sicuramente ben saprai, è più “aperto” rispetto a Windows Phone e iOS.
Le applicazioni si possono scaricare anche da fonti esterne rispetto al Play Store e questo, unito al fatto che si tratta della piattaforma software più diffusa in ambito smartphone, ha reso il sistema operativo del robottino verde un bersaglio molto ghiotto per i fabbricanti di malware.



Se di recente hai scaricato qualche applicazione al di fuori del Play Store ufficiale, installa subito un antivirus per Android (ce ne sono tantissimi gratuiti) ed effettua una scansione del sistema.
Probabilmente scoprirai che a rendere il tuo dispositivo inutilizzabile era un malware!

Ibernare le applicazioni

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Se hai sbloccato il tuo dispositivo tramite la procedura di root (leggi la mia guida su come effettuare il root su Android se vuoi saperne di più) puoi ottimizzare Android e diminuire il consumo di batteria ibernando le applicazioni.



Ibernare un’applicazione significa bloccarne automaticamente l’esecuzione quando il telefono è in stand-by (quindi con lo schermo spento) ed evitare che quest’ultima consumi risorse preziose.
La migliore app che consente di compiere quest’operazione si chiama Greenify, te ne ho parlato approfonditamente nel mio tutorial su come ibernare app Android.

Altra applicazione che potrebbe tornarti utile in tal senso è Wakelock Detector, la quale monitora costantemente il sistema per scoprire quali sono le app che “svegliano” la CPU quando il telefono è in stand-by.
Trovi maggiori dettagli sul suo funzionamento nel mio post su come risparmiare batteria Android.



Ripristinare Android

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Quando la situazione sembra davvero disperata, ossia quando nessuno dei rimedi sopracitati riesce a fare effetto, l’unica soluzione alla quale si può ricorrere è formattare il proprio device.



Se non sai come resettare Android per riportare il sistema allo stato di fabbrica, consulta la mia guida dedicata all’argomento.
In essa troverai tutte le informazioni (e le app) di cui hai bisogno per tentare un salvataggio in extremis del tuo smartphone/tablet.

Installare una ROM personalizzata

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Hai mai sentito parlare di ROM personalizzate?
Si tratta di versioni modificate di Android che spesso risultano più ottimizzate di quelle ufficiali e includono numerose funzionalità extra.
Se hai già una certa dimestichezza con la procedura di root, l’utilizzo di recovery personalizzate ecc.
prendi seriamente in considerazione l’idea di installarne una, potrebbe riportare il tuo smartphone/tablet a nuova vita.
Dovrebbe bastarti una ricerca su Google (es.
best custom rom for [modello smartphone]) per trovare le ROM personalizzate compatibili con il tuo device.



Se, al contrario, non sei ancora molto pratico di questi argomenti, ti sconsiglio caldamente di installare una ROM personalizzata.
Potresti rischiare il “brick” (ossia la rottura) del tuo dispositivo.
Rivolgiti piuttosto a un tuo amico più esperto e cercate una soluzione insieme.

Consigli sparsi

Per concludere, lascia che ti fornisca qualche suggerimento “sparso” per ottimizzare Android, o meglio, per non peggiorare ulteriormente le prestazioni del tuo dispositivo.



  • Aggiorna Android – ricordati sempre di aggiornare Android all’ultima versione disponibile.
    In questo modo avrai un sistema più sicuro e, si spera, più veloce.
    Per maggiori informazioni su questa procedura leggi la mia guida sull’aggiornamento di Android.
  • Non utilizzare task killer automatici – anche se inizialmente possono sembrare efficaci, le applicazioni che forzano automaticamente la chiusura dei processi che (secondo loro) consumano troppa CPU o RAM sono controproducenti.
    Costringono, infatti, il sistema operativo a ricaricare interamente le app terminate e quindi a consumare più risorse.
  • Non forzare la chiusura delle app manualmente – per la stessa ragione di cui sopra, spesso è superfluo forzare la chiusura di un’applicazione rimuovendola dal menu del multi-tasking.
    Ricorri a questa procedura solo se la app in questione si è bloccata e non vuole più saperne di funzionare.
  • Non fare overclock (se non ne sei in grado) – su Internet ci sono molte guide legate all’overclocking dei dispositivi Android.
    Se non sei esperto in questo genere di cose, mi raccomando, desisti di fronte alla tentazione di spingere le prestazioni del tuo smartphone oltre il limite.
    Rischieresti di fare solo danni.

come riavviare android



come riavviare android

Ogni tanto anche gli smartphone Android possono bloccarsi e, molte volte, l’unico modo per sbloccarli è riavviare il sistema.
Tu sai come si fa, giusto?
No?! Allora dobbiamo rimediare subito.
Prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri subito come riavviare un device Android in maniera corretta.

Qui sotto trovi tutte le indicazioni di cui hai bisogno. Vedremo prima come come riavviare Android in maniera tradizionale (anche se questo dovresti saperlo già fare!), poi ci occuperemo del riavvio forzato dei dispositivi bloccati e infine ti farò fare la conoscenza di alcune app che permettono di spegnere e riavviare lo smartphone senza l’ausilio di tasti fisici:
una soluzione perfetta se il tasto di accensione del telefono è rotto o non funziona più bene.



Le indicazioni presenti nel tutorial valgono per la maggior parte dei terminali Android e per tutte le versioni più diffuse del sistema operativo del robottino verde.
Che altro dire?
Buona lettura e buon divertimento! Mi auguro vivamente che questi suggerimenti possano aiutarti a sistemare piccoli fastidi e noie che incontri nell’utilizzo quotidiano del tuo smartphone (o anche del tuo tablet).

Riavvio standard di Android

Per completezza d’informazione comincerei questo tutorial dalla modalità di riavvio standard di Android, quella che tecnicamente viene chiamata anche soft reset.



Per riavviare un telefono Android che funziona correttamente – ma probabilmente già lo saprai – non bisogna far altro che premere il tasto di accensione per qualche secondo, selezionare la voce Spegni che compare al centro dello schermo e attendere che il dispositivo si spenga completamente. Dopodiché bisogna riaccendere lo smartphone tenendo premuto il tasto di accensione per qualche secondo e il gioco è fatto.

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Riavvio forzato di Android

Se vuoi sapere come riavviare Android perché il tuo smartphone si è bloccato e/o non risponde più ai comandi, puoi provare a forzare il suo riavvio tenendo premuto per circa dieci secondi il tasto Power del telefono (ossia il tasto di accensione del terminale).
Il device dovrebbe spegnersi completamente e quindi dovresti essere in grado di riaccenderlo.

Se con il solo tasto di accensione non riesci a riavviare forzatamente lo smartphone, prova ad usare varie combinazioni di tasti (es.
Power+Volume – oppure Power+Home) tenendole premute per 5–10 secondi oppure, se hai uno smartphone con batteria rimovibile, rimuovi la batteria e reinseriscila.



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App per riavviare Android

Il tasto di accensione del tuo smartphone si è rotto?
Non disperare, esistono delle app che consentono di spegnere e riavviare Android mediante l’utilizzo di pulsanti virtuali visualizzati sullo schermo del dispositivo.
Purtroppo necessitano tutte dei permessi di root, quindi funzionano solo se hai effettuato il root su Android, ma una volta superato questo piccolo “ostacolo” puoi utilizzarle senza il benché minimo problema.



Fra le migliori app per riavviare Android senza usare tasti fisici c’è Simple Reboot che è completamente gratuita e include tante funzionalità interessanti.
Permette non solo di riavviare lo smartphone, ma anche di  spegnerlo completamente, effettuare un soft remoto o riavviare il dispositivo in modalità provvisoria.

Per installare Simple Reboot sul tuo smartphone, cerca l’applicazione nel Play Store e premi sui pulsanti InstallaAccetto.
Ad installazione completata, premi sull’icona di Simple Reboot (che per comodità puoi copiare in home screen semplicemente tenendo il dito premuto su di essa e posizionandola nel punto dello schermo che preferisci) e scegli una delle tante opzioni disponibili.



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  • Shutdown – spegne completamente il telefono.
  • Reboot – riavvia lo smartphone normalmente.
  • Soft Reboot – riavvia Android in maniera “leggera”, cioè senza interrompere l’alimentazione energetica del telefono e senza uscire dal sistema operativo.
  • Reboot to recovery – riavvia il telefono ed entra nella Recovery.
    Se non sai di cosa si tratta, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android in cui ti ho spiegato cos’è la Recovery e a cosa serve.
  • Reboot to the bootloader – riavvia il telefono ed entra nel boot loader. Maggiori info sul boot loader sono altresì disponibili nel mio tutorial dedicato al root.
  • Reboot into safe mode – riavvia il telefono in modalità provvisoria, quindi senza caricare le applicazioni di terze parti.
    Per ritornare alla versione standard di Android bisogna spegnere e riaccendere il telefono.

Se non hai eseguito il root sul tuo Android Phone, puoi rivolgerti ad un’altra applicazione, denominata Fast Reboot, che consente di eseguire una sorta di riavvio soft dello smartphone chiudendo tutte le applicazioni e i processi in esecuzione (non è proprio come spegnere il device, ma può essere utile in alcune circostanze). Per utilizzare Fast Reboot non devi far altro che scaricare la app sul tuo telefonino e premere sulla sua icona:
fa tutto da sola, mostrando al termine del “riavvio” un resoconto con l’elenco di tutte le app e tutti i processi terminati.



Riavviare Android per cambiare utente

A partire dalla versione 4.2 su tablet e dalla versione 5.0 su smartphone, Android supporta la configurazione multi-utente.
Ciò significa che è possibile configurare più account utente (e più account Google) sullo stesso device avendo la possibilità di passare da un profilo all’altro in qualsiasi momento.

Se hai configurato più account sul tuo smartphone (basta recarsi nel menu Impostazioni > Utenti e premere sul pulsante Aggiungi utente) e vuoi sapere come riavviare il sistema per passare da un profilo all’altro, sappi che è facilissimo, non c’è nemmeno bisogno di riavviare completamente il sistema.



Tutto quello che devi fare è espandere il menu delle notifiche di Android (effettuando uno swipe dalla cima dello schermo verso il basso), premere sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e selezionare l’account utente da utilizzare.
Android si preparerà per qualche secondo al cambio di profilo e caricherà tutte le app e tutte le preferenze relative a quest’ultimo.

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Per tornare al profilo utente iniziale, stesso discorso:
espandi il menu delle notifiche di Android, premi sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e seleziona l’account da utilizzare.

Come resettare Android

Android è diventato tremendamente lento? Le app vanno continuamente in crash?
Forse anziché un riavvio, dovresti effettuare un ripristino completo del tuo smartphone.
Ripristinando il tuo telefono puoi cancellare tutte le app e i dati conservati su quest’ultimo e riportare le condizioni del sistema allo stato di fabbrica.



Si tratta di una soluzione abbastanza drastica, lo so, ma a volte è l’unica che funziona per risolvere i problemi di prestazioni di Android.
Se vuoi saperne di più leggi la mia guida su come resettare Android in cui ti ho illustrato tutti i passaggi da compiere (inclusi quelli importantissimi relativi al backup dei dati che poi andranno persi).

come spostare applicazioni android su sd



come spostare applicazioni android su sd

Hai installato talmente tante app che la memoria del tuo smatphone sta per “scoppiare”?
È una situazione piuttosto comune, non disperare.
Ti assicuro che in un modo o nell’altro riuscirai a risolvere il problema.
Il primo consiglio che mi sento di darti è quello di disinstallare tutte le app che non utilizzi spesso, ma se hai un dispositivo dotato di memoria espandibile puoi percorrere anche un’altra strada:
puoi spostare le applicazioni dalla memoria principale del telefono alla microSD e continuare a utilizzarle senza visualizzare più quei fastidiosi errori relativi alla “memoria insufficiente” del dispositivo.

Per spostare le applicazioni sulle microSD, basta recarsi nelle impostazioni di Android, selezionare le app da trasferire e premere sul pulsante “Sposta in scheda SD”.
L’unico problema è che quest’opzione non è sempre disponibile, ci sono alcune app che possono essere installate solo sullo storage interno dello smartphone… a meno di non effettuare il root su Android.



Sottoponendo il tuo smartphone alla procedura di root (cioè ottenendo i privilegi da amministratore) puoi forzare il trasferimento delle app sulle microSD anche quando normalmente questo non sarebbe possibile.
Ti va di saperne di più? Bene, allora prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri come spostare applicazioni Android su SD grazie alle indicazioni che sto per darti, le quali valgono per tutte le versioni più diffuse di Android e i device di tutte le principali marche (compresi i tablet).

Procedura standard per spostare app su SD

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Android include “di serie” una funzione che consente di trasferire le app dalla memoria del telefono alla scheda SD.
Tuttavia funziona solo in pochi casi, ossia solo per quelle applicazioni che prevedono lo spostamento su memory card esterna ma di default vengono salvate sull’unità interna dello smartphone.

Per spostare applicazioni Android su SD usando solo le opzioni previste naturalmente dal sistema operativo, recati nella schermata delle Impostazioni (l’icona dell’ingranaggio) e seleziona la voce App  (oppure Gestione applicazioni) dal menu che compare.
Dopodiché premi sulla scheda Tutte (in alto) e scegli l’applicazione che vorresti far “traslocare”.



A questo punto, se l’opzione è disponibile, premi sul pulsante Sposta in scheda SD e attendi che Android completi lo spostamento della “app”.
Ti accorgi che l’applicazione è terminata quando al posto del pulsante che hai premuto compare l’opzione Sposta in telefono.

Se l’opzione Sposta in scheda SD non è disponibile può significare che l’applicazione selezionata è già presente sulla SD del telefono; che normalmente non prevede l’opzione di spostamento, oppure che la versione di Android con cui è equipaggiato il tuo terminale non prevede naturalmente questa funzione.



Come forzare lo spostamento delle app su SD

Adesso invece vediamo come spostare applicazioni Android su SD in maniera forzata, procedura abbastanza semplice da compiere ma che richiede un paio di operazioni preliminari leggermente impegnative.

  • Eseguire il root sullo smartphone o sul tablet in uso.
  •  Creare una partizione secondaria sulla microSD che funga da estensione della memoria dello smartphone.
  • Attivare il debug USB sul telefono o sul tablet.
  • Installare l’applicazione gratuita Link2SD dal Play Store, la quale permette di forzare lo spostamento delle app sulle microSD.
  • Qui sotto trovi le istruzioni necessarie a portare a termine tutte le operazioni di cui ti ho appena parlato. Segui attentamente tutti i passaggi e non dovresti avere problemi.



    Effettuare il root

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    Il root è una procedura mediante la quale si ottengono i permessi da amministratore su Android.
    Ciò consente di utilizzare applicazioni come Link2SD, le quali permettono di agire in maniera profonda sulle impostazioni di sistema bypassando le restrizioni standard di Android.



    La procedura di root non è particolarmente complessa, tuttavia varia da dispositivo a dispositivo e necessita di un po’ di tempo per essere portata a termine.
    Inoltre può comportare la cancellazione completa delle app e dei dati presenti sul device.
    Se vuoi saperne di più consulta la mia guida su come effettuare il root su Android, lì trovi spiegato tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

    Come partizionare la microSD

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    Per creare una partizione secondaria sulla tua microSD puoi utilizzare il software gratuito MiniTool Partition Wizard Home Edition per Windows.
    Collegati dunque al sito Internet dell’applicazione e provvedi a scaricarla sul tuo PC cliccando prima sul pulsante From Cnet collocato accanto alla voce Free edition e poi sul bottone Download Now.

    A download completato, avvia il pacchetto d’installazione del software (es. pwfree9.exe) e clicca in sequenza su Next cinque volte consecutive, Install e Finish per portare a termine il setup.



    Adesso avvia MiniTool Partition Wizard, clicca con il tasto destro del mouse sulla voce relativa alla partizione principale della microSD (che devi aver inserito nel computer tramite un apposito adattatore) e seleziona l’opzione Move/Resize dal menu che compare.

    Nella finestra che si apre, utilizza la barra collocata sotto la voce Size and location per specificare le dimensioni da assegnare a ciascuna delle due partizioni della scheda (ti consiglio di mantenere un rapporto 60%/40%) e clicca prima su OK e poi su Apply (in alto a sinistra) e Yes per applicare i cambiamenti.



    Successivamente, fai click destro sulla voce Unallocated comparsa accanto all’icona della microSD e scegli l’opzione Create dal menu che compare. Dopodiché premi su Yes, imposta la voce Primary nel menu a tendina Create As, la voce EXT3/EXT4 nel menu File System, seleziona tutto lo spazio libero a disposizione sulla scheda (sempre tramite la barra Size and location) e clicca in sequenza su OKApply e Yes per applicare i cambiamenti.

    Alla fine dovrai ottenere una microSD con due partizioni primarie:
    una in FAT/FAT32 più grande e una in EXT3/EXT4 più piccolina.



    Attivare il debug USB

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    Il debug USB è una modalità speciale che permette di collegare i device Android al PC avendo un accesso più “profondo” al sistema.
    È usata dalla maggior parte dei software per il root e anche da applicazioni come Link2SD.
    Puoi attivare il debug USB sul telefono andando nelle impostazioni di Android e attivando l’apposita opzione presente nel menu Opzioni sviluppatore.



    Per far comparire il menu con le opzioni di sviluppo, potrebbe essere necessario andare nelle impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio), selezionare la voce Info sul telefono e premere per sette volte consecutive sulla dicitura Numero buid.

    Come spostare le applicazioni su microSD in maniera forzata

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    Una volta modificata la microSD come appena visto insieme, puoi reinserire la scheda nel telefono e passare all’installazione di Link2SD. Al suo primo avvio, la app ti chiederà qual è il file system che hai utilizzato per la memory card: seleziona l’opzione EXT3/EXT4 e premi OK per andare avanti. Autorizza quindi la app in SuperSu o SuperUser per concederle i permessi di root (premendo sul pulsante Concedi) e, se richiesto, riavvia il telefono premendo sull’apposita opzione.

    A questo punto puoi procedere liberamente al trasferimento delle tue app sulla microSD.
    In che modo?
    Te lo spiego subito.
    Tutto quello che devi fare è avviare Link2SD, selezionare il nome della app che vuoi trasferire sulla scheda SD e premere prima sul pulsante Sposta su scheda SD e poi su OK.
    Facile, vero?



    Alcune applicazioni di sistema potrebbero avere il pulsante per il trasferimento su SD disabilitato.
    In casi come questi puoi ricorrere alla funzione dei link simbolici che spostano in maniera forzata i dati delle app facendo credere al sistema che questi ultimi siano ancora nella loro posizione originaria.
    Per utilizzarla, premi sul pulsante Collegamento a scheda SD, seleziona tutte le voci disponibili nella schermata che si apre e premi OK per completare la procedura.

    Esiste ache una versione a pagamento di Link2SD che costa 1,99 euro e offre alcune funzioni aggiuntive, come lo spostamento di alcune app di sistema su SD tramite link simbolici. Attenzione però, lo spostamento di alcune app di sistema è sconsigliato perché potrebbe causare l’instabilità di Android.



    Nota: se hai uno smartphone o un tablet su cui non è presente il Google Play Store, puoi utilizzare Link2SD per installare il Play Store e convertirlo in applicazione di sistema.
    Trovi spiegato tutto nel mio tutorial su come installare Google Play Services.

    come trasmettere schermo android su tv



    come trasmettere schermo android su tv

    Hai uno smartphone con sistema operativo Android, ma lo schermo ti sembra troppo piccolo per la riproduzione di file multimediali?
    Certo, ti capisco.
    Lo sapevi che potresti risolvere la cosa, semplicemente trasmettendo il video dallo smartphone Android alla TV, in maniera veramente semplice?
    Sì, dico davvero.
    In questo modo avrai la possibilità di riprodurre il filmato sulla TV per godertelo a pieno con uno schermo più grande.

    Non ne sapevi nulla?
    Beh, non preoccuparti, stai leggendo proprio la guida giusta.
    Nell’articolo di quest’oggi, infatti, approfondiremo la questione nel dettaglio e ti spiegherò passo per passo come potrai trasmettere lo schermo Android sulla TV. Ti assicuro che è possibile farlo in maniera più semplice di quanto credi.
    Grazie alle moderne tecnologie potrai farlo in modalità wireless, senza dover per forza ricorrere all’utilizzo di cavi.



    Vi sono infatti alcuni standard che, sfruttando la tecnologia wireless di cui sono dotati i dispositivi Android, ti permettono di trasmettere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV.
    Questo tipo di operazione viene chiamata in gergo tecnico mirroring e, genericamente, viene utilizzata per trasmettere contenuti di tipo multimediale dallo smartphone alla TV.
    La possibilità di trasmettere contenuti multimediali è però vincolata anche all’applicazione che vuoi utilizzare in quanto deve supportare lo standard per la trasmissione via wireless.

    In realtà sono ormai moltissime le app per l’intrattenimento che supportano la trasmissione dello schermo Android sulla TV, ma la presenza di tale funzionalità, in un’applicazione, non è da dare per scontata.
    In ogni caso, non preoccuparti; nel corso di questo articolo, oltre a parlarti dei due standard di trasmissione wireless più utilizzati, ti elencherò le principali app per l’intrattenimento che offriranno il supporto alla trasmissione dello schermo sulla TV.



    Chromecast

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    Per trasmettere lo schermo Android sulla TV, uno degli strumenti più diffusi di cui ti consiglio vivamente l’utilizzo è Chromecast.
    Chromecast è un dispositivo prodotto da Google che dovrai collegare alla porta HDMI del televisore, affinché possa effettuarsi il collegamento tra lo smartphone e la TV.



    Chromecast è compatibile con la maggior parte dei modelli di televisore che sono dotati di porte HDMI.
    Non è quindi necessario l’acquisto di una Smart TV di recente generazione, in quanto Chromecast potrà essere alimentato anche tramite presa elettrica oppure porta USB del televisore.

    Il punto di forza di Chromecast è sicuramente la sua semplicità di configurazione e utilizzo.
    Una volta che avrai collegato il dispositivo alla TV, questo andrà configurato tramite l’applicazione Home disponibile per smartphone, ma ti assicuro che farlo è facilissimo.
    Chromecast offre inoltre il supporto ai contenuti di tipo multimediale per tutte le app compatibili.



    Ti faccio anche notare il prezzo competitivo di Chromecast:
    39€ per la versione base che permette la riproduzione dei contenuti fino alla risoluzione 1080p e 79€ per la versione avanzata che, chiamata Chromecast Ultra, ti permette di effettuare la riproduzione in streaming di immagini e video fino alla risoluzione 4K Ultra HD con supporto all’HDR.

    Chromecast è inoltre compatibile con Windows, macOS e Linux, tramite il browser Chrome, oltre che con tutti i principali modelli di smartphone e tablet Android. Tutti i dispositivi mobili Android possono anche trasmettere a livello nativo il contenuto dello schermo, mentre per la riproduzione dei contenuti multimediali si è vincolati a controllare che l’app supporti la trasmissione tramite Chromecast.



    Per smartphone Android la lista delle applicazioni compatibili è davvero lunghissima e puoi consultarla nel dettaglio al sito ufficiale della Chromecast.
    In ogni caso, tra le principali applicazioni compatibili, facendo riferimento soltanto relativamente al settore intrattenimento, ti segnalo la compatibilità offerta da Netflix, Youtube, Infinity, Spotify, Google Play Music e Deezer.
    Se desideri approfondire l’argomento e vuoi maggiori informazioni, puoi anche leggere la mia guida completamente dedicata alle applicazioni per Chromecast.
    Attraverso una divisione per categoria, ti ho parlato in maniera dettagliata di alcune delle popolari app compatibili con Chromecast.
    Inoltre, se sei interessato a saperne di più su Chromecast, puoi leggere la mia guida su come funziona Chromecast.

    Se hai intenzione di acquistare la Chromecast o un televisore di nuova generazione, è bene che tu sappia che alcuni moderni televisori offrono già il supporto alla tecnologia Google Cast, in quanto la possiedono integrata.
    In questo specifico caso, potrai trasmettere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV in maniera ancora più facile, senza ricorrere all’utilizzo della Chromecast.
    Per sapere quali Smart TV offrono il supporto a Google Cast, leggi la mia guida all’acquisto completamente dedicata alle migliori TV del momento.



    Questa premessa ti ha incuriosito e ora vorresti sapere come trasmettere lo schermo Android sulla TV, utilizzando Chromecast?
    Certo, te lo spiego subito.
    Per prima cosa, se è la prima volta che utilizzi la Chromecast, dovrai installare l’app Home sul tuo smarphone Android ed eseguire la procedura guidata di configurazione che ti verrà indicata dall’app su schermo.
    Quest’operazione andrà eseguita soltanto la prima volta, affinché venga effettuato correttamente il collegamento tra il tuo smartphone Android e la TV.
    Una volta che avrai portato a termine la configurazione iniziale sarai pronto per trasmettere ogni volta che vorrai.
    Per trasmettere lo schermo Android sulla TV, d’ora in avanti, ti basterà che lo smartphone sia collegato alla stessa rete wireless a cui è collegata la Chromecast.

    Fai una prova e guarda tu stesso com’è facile trasmettere un contenuto multimediale sulla TV.
    Avvialo prima sul tuo smartphone Android, utilizzando una tra le app compatibili con Chromecast (Youtube per esempio), e premi sull’icona della trasmissione (lo schermo con le onde della rete Wi-Fi in basso a sinistra). La visione si interromperà sullo smartphone e riprenderà sulla TV, esattamente dal punto in cui l’avevi interrotta.



    I dispositivi con sistema operativo Android, oltre ai contenuti multimediali, possono trasmette lo schermo sulla TV con Chromecast.
    Per farlo, ti basterà recarti nel menu Impostazioni, andare alla voce Display e selezionare la voce Trasmetti:
    apparirà la voce Chromecast, tramite la quale potrai condividere lo schermo del tuo dispositivo sulla TV.

    Miracast

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    In alternativa a Chromecast e al protocollo Google Cast, vi è Miracast, la tecnologia sviluppata da Wi-Fi Alliance, che ti permetterà di trasmettere lo schermo e i contenuti multimediali del tuo smartphone Android sulla TV.
    A differenza di Google Cast, Miracast funziona attraverso il Wi-Fi, evitandoti così l’ingombro di utilizzare un cavo HDMI e di collegare i dispositivi alla stessa rete domestica.

    Miracast è una tecnologia ormai altamente diffusa, praticamente quasi al pari di Google Cast.
    Lo standard è supportato dalla maggior parte degli smartphone Android recenti e non, in quanto Google ne ha annunciato ufficialmente il supporto nel 2012, integrando tale standard nei suoi dispositivi, partendo dalla versione Android 4.2 e arrivando fino ad oggi con la versione più recente di Android.
    La tecnologia Miracast si è recentemente diffusa anche nelle Smart TV, permettendoti così di effettuare la trasmissione dello schermo Android sulla televisione, senza dover necessariamente utilizzare la Chromecast di Google.
    In ogni caso ti consiglio di non dare mai nulla per scontato:
    se cerchi una Smart TV con tecnologia Miracast, prima di fare un acquisto, ti consiglio di effettuare una verifica e di leggere se lo standard Miracast è supportato tra le specifiche tecniche del prodotto che desideri acquistare.



    Tra le caratteristiche principali della tecnologia wireless Miracast vi è senz’altro la possibilità di trasmettere i contenuti multimediali attraverso la tecnologia Wi-Fi Direct.
    Ciò significa che, come accennavo prima, lo smartphone Android e la TV comunicheranno tra loro indipendente dalla presenza di una connessione a Internet in casa.
    Quindi, anche in assenza di una connessione ADSL, potrai trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV.

    Miracast è un ottimo standard per la trasmissione di contenuti multimediali e offre la trasmissione con risoluzione fino a 1080p e assenza di lag.
    Il suo utilizzo è quindi estremamente consigliato per la trasmissione di elementi multimediali come film o serie TV, per esempio, oltre che per condividere lo schermo del proprio dispositivo Android.
    Meno fluida sarà invece l’esperienza di trasmissione nel caso si condividano sullo schermo della TV giochi Android molto frenetici:
    ogni frazione di secondo può essere fondamentale per vincere una partita e lo streaming potrebbe subire dei cali di frame.



    Detto questo, vorresti sapere come trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV, utilizzando Miracast?
    Se hai un televisore e uno smartphone che supportano lo standard Miracast, per trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android alla TV, non devi far altro che premere il pulsante della trasmissione sul cellulare.

    Per trasmettere lo schermo di Android con Miracast basta infatti seguire le indicazioni viste in precedenza per il Chromecast.
    Vai quindi al menu Impostazioni, trova e tocca la voce Display e seleziona la voce Trasmetti:
    apparirà la voce relativa al tuo televisore, tramite la quale potrai condividere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV.



    Anche utilizzando la tecnologia Miracast puoi trasmettere un contenuto multimediale:
    avvialo prima sul tuo smartphone Android, utilizzando una tra le app compatibili con Miracast (Youtube per esempio), e premi sull’icona della trasmissione (lo schermo con le onde della rete Wi-Fi in basso a sinistra).

    Tramite cavo

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    In alternativa, puoi trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV, utilizzando un cavo.
    Il tipo di cavo da utilizzare varia però da smartphone a smartphone, a seconda del tipo di porta.
    La maggior parte degli smartphone Android con uscita microUSB, se supportano lo standard MHL, possono trasmettere il contenuto del loro schermo attraverso un cavo MHL.
    In caso contrario, probabilmente il tuo dispositivo supporta lo standard Slimport:
    dovrai quindi collegarlo alla TV con un cavo Slimport.

    giochi android gratis



    giochi android gratis

    Come abbiamo visto in passato, il Google Play Store pullula di applicazioni utilissime che possono trasformare qualsiasi dispositivo Android in un compagno di lavoro straordinario.
    Però diciamocelo:
    cosa sarebbe uno smartphone senza giochi?

    E allora eccomi qui, pronto a segnalarti alcuni giochi per Android gratis semplicemente imperdibili.
    Che tu sia un amante dei platform o dei giochi strategici, dei puzzle game o dei titoli d’azione, ci sono decine di videogame che non aspettano altro che essere scaricati.
    Che aspetti a cominciare?



    Puzzle Game

    Cominciamo questa raccolta di giochi per Android gratis con alcuni dei migliori puzzle game disponibili attualmente sul Google Play Store.
    Ce n’è davvero per tutti i gusti!

    • Juice Cubes – un divertentissimo puzzle game nel quale bisogna far esplodere dei frutti quadrati posizionandoli uno accanto all’altro.
      Include oltre 165 livelli e permette di sfidare gli amici su Facebook.
    • Angry Birds Star Wars II – il mitico Angry Birds nella sua seconda variante dedicata a Star Wars.
      Oltre 30 personaggi giocabili.
      Non c’è bisogno di aggiungere altro.
    • Mahjong Drluxe – una versione digitale dello storico gioco cinese contenente 56 differenti layout e 8 sfondi fra cui scegliere.
    • Cut the rope – popolarissimo puzzle game per smartphone e tablet all’interno del quale bisogna far cadere una caramella nella bocca del protagonista (una simpatica rana) tagliando le funi che la tengono ferma.
    • Pet Rescue Saga – un nuovo puzzle game dai creatori di Candy Crush Saga.
      Lo scopo è quello di far scoppiare i blocchi colorati mettendoli l’uno accanto all’altro e salvando i cuccioli presenti nei vari livelli.

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    Azione/Strategia

    Ora passiamo a una selezione di giochi per Android gratis di tipo action e strategico.
    Se amate l’azione, troverete pane per i vostri denti.

    • Plants vs.
      Zombies – secondo capitolo del popolarissimo tower-defense in cui bisogna seminare delle piante per battere un’orda di zombie che si avvicina.
      Da provare assolutamente.
    • Zombie Frontier – uno sparatutto con visuale in prima persona in cui bisogna affrontare orde di zombie.
      Include una buona grafica 3D e una vasta gamma di armi fra cui scegliere.
    • Castle Clash – titolo strategico molto popolare in cui bisogna allestire un esercito di elfi, nani, animali o robot e costruire il proprio impero conquistando varie città.
    • Ninja Revenge – apprezzabilissimo side-scrolling game in cui bisogna vestire i panni di un ninja e “affettare” tutti i nemici che si incontrano lungo il cammino.
    • Bloody Harry – un divertentissimo sparatutto in 2D, con grafica cartoonesca e ritmi frenetici, in cui bisogna affrontare orde di mostri avendo a disposizione un parco di oltre 15 armi.

    Platform

    • Manuganu – coloratissimo platform con grafica 3D in cui bisogna saltare, raccogliere monete, spostare piattaforme e molto altro ancora nei panni di un piccolo indigeno.
      Le ambientazioni vanno dalla giungla ai ghiacciai.
      Da provare assolutamente.
    • Lep’s World 3 – platform dallo stile super-classico con una grafica 2D eccezionale.
      Una sorta di Super Mario per Android, ma al posto di Mario c’è un simpatico elfo.
    • Cordy 2 – altro imperdibile titolo di piattaforme con grafica 3D.
      Nel gioco, bisogna guidare un omino con un televisore al posto della testa (Cordy) e aiutarlo a raccogliere delle gocce di energia disseminate lungo i vari livelli.

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    Sport e giochi di carte

    In conclusione, eccoti una imperdibile raccolta di giochi per Android gratis a tema sportivo e alcune imperdibili versioni digitali dei giochi di carte più famosi del mondo.

    • Dream League Soccer – un ottimo gioco di calcio caratterizzato da un’ottima grafica in 3D in cui bisogna allestire la squadra dei propri sogni e portarla alla vittoria del campionato.
      Prevede sessioni di calciomercato per rafforzare la propria compagine e sfide multiplayer.
    • Ice Rage Free – un divertentissimo gioco di hockey con grafica 3D cartoonesca.
      Permette di sfidare altre persone online e di giocare con gli amici sullo stesso smartphone/tablet.
    • 250+ Collezione solitario – una raccolta di oltre 150 solitari di carte.
    • Fresh Deck Poker – gioco di Poker gratuito con una grafica 3D davvero spettacolare ed avatar personalizzabili.
      È basato su un sistema di chip virtuali e supporta le sfide online.
      Si può giocare anche come guest senza iscriversi.
    • Scopa Jogatina – impeccabile trasposizione digitale del gioco della Scopa con mazzi di carte e tavoli di gioco personalizzabili.
      Supporta sfide a 2 o 4 giocatori.

    miglior emulatore android



    miglior emulatore android

    I tuoi amici possiedono uno smartphone o un tablet Android di ultima generazione e riescono sempre a divertirsi giocando ai giochi più di tendenza del PlayStore.
    Tu invece, dal momento in cui utilizzi un dispositivo di fascia bassa, riscontri sempre problemi di vario tipo.
    Crash improvvisi dell’applicazione e batteria che si surriscalda sono problemi all’ordine del giorno.
    Puntualmente, quando cerchi di giocare ai più recenti giochi Android, il tuo fedele (e un po’ obsoleto) compagno di avventure, finisce per bloccarsi.

    Se le cose stanno effettivamente così devi sapere che purtroppo è normale; alcuni giochi per Android non sono ben ottimizzati per smartphone e tablet low cost:
    per un esecuzione ottimizzata è richiesto un dispositivo di fascia alta che presenti caratteristiche tecniche elevate.
    Se però al momento attuale non vuoi acquistare un nuovo smartphone, sappi che non tutto è perduto.
    Per riprodurre i giochi e le applicazioni Android di ultima generazione puoi scegliere la via alternativa degli emulatori Android.



    Come dici?
    Non sai che cos’è un emulatore Android?
    Non preoccuparti, chiariremo l’argomento assieme in questa mia guida.
    Nelle righe che seguiranno potrai infatti trovare spiegazioni dettagliate su quali sono i migliori emulatori Android.
    Ti spiegherò per filo e per segno a cosa servono gli emulatori Android e, soprattutto, come si usano.
    Non temere, le informazioni che ti fornirò saranno scritte in maniera semplice e chiara:
    tutto quello che dovrai fare è metterti seduto comodo al PC e prenderti qualche minuto di tempo libero per leggere questo articolo.
    Come al solito, prima di incominciare, ti auguro una buona lettura.

    Indice

    • Cos’è e come funziona un emulatore Android
    • BlueStacks
    • Memu
    • NoxPlayer
    • Altri emulatori Android

    Cos’è e come funziona un emulatore Android

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    Un emulatore Android è una riproduzione del sistema operativo di Google per dispositivi mobili che funziona all’interno di una macchina virtuale.
    Il compito della macchina virtuale non è affatto da sottovalutare:
    si tratta di un software completo che è in grado di emulare a pieno il funzionamento del sistema operativo, assegnando al PC ogni tipo di questione tecnica.

    Il vantaggio dell’utilizzo di un emulatore Android sta nel poter utilizzare il sistema operativo Google in maniera indipendente dal sistema operativo Windows o Mac.
    Non è infatti richiesto alcun dual boot in quando Android sarà riprodotto esclusivamente all’interno del software di emulazione.
    Un emulatore Android ha anche come vantaggio la sua facilità d’uso:
    solitamente gli emulatori sono software facili da installare e che presentano una procedura di configurazione completamente guidata.



    Lo svantaggio di dover utilizzare un emulare Android, piuttosto che un tablet o uno smartphone di nuova generazione, potrebbe però essere dato dalle prestazioni.
    Questo tipo di software ha precisi requisiti tecnici; qualora il tuo computer non li supportasse, l’esperienza di emulazione di Android potrebbe chiaramente risultare meno fluida.

    Per il resto, l’utilizzo di un emulatore Android è praticamente identico all’utilizzo di uno smartphone o tablet dotato del sistema operativo Google.
    I giochi e le applicazioni, quindi, si scaricano dal PlayStore, il quale per funzionare, necessita del collegamento di un account Google.
    Nulla di diverso all’utilizzo di un dispositivo mobile Android, insomma.



    Nel corso di questo tutorial ti parlerò quindi di quelli che considero i migliori emulatori Android e, per ognuno di esso ti parlerò delle loro caratteristiche di maggior risalto.
    Vedrai che se leggerai attentamente questa mia guida riuscirai a trovare l’emulatore Android che più si adatta alle tue esigenze.

    BlueStacks

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    Uno tra i migliori emulatori Android in circolazione (e probabilmente anche il più utilizzato) è BlueStacks, disponibile gratuitamente per Windows e macOS.
    Il punto di forza è dato dalla sua sulla semplicità d’utilizzo, in quanto permette di virtualizzare il sistema operativo Android su computer, senza che sia necessario dover effettuare complicate operazioni di dual boot.

    È inoltre un programma apprezzato in particolar modo dagli amanti dei videogiochi Android e supportata la possibilità di creare più istanze, le quali permettono di avviare contemporaneamente più giochi o applicazioni.



    BlueStacks è gratuito e si supporta grazie alla presenza banner pubblicitari che invitano saltuariamente all’installazione di applicazioni sponsorizzate (per rimuoverli bisogna acquistare un abbonamento al prezzo di 4$/mese o 40$/anno).
    Questo software presenta inoltre alcune possibilità di personalizzazione a livello tecnico, ma si tratta comunque di un programma di emulatore Android utilizzabile anche da chi non ha molta esperienza e vuole soltanto usufruire di app e giochi Android su PC.
    BlueStacks permette inoltre l’installazione di app tramite i file APK.

    Per scaricare BlueStacks su computer, collegati al suo sito Internet ufficiale e premi prima sul pulsante Scarica BlueStacks poi su Download.
    Una volta completato il download del pacchetto di installazione, avvialo, in modo da iniziare la procedura di installazione del software di emulazione su Windows o macOS, seguendo le indicazioni che sto per fornirti nelle righe che seguono.



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    Su Windows, fai clic su nella finestra di Controllo dell’Account Utente, poi premi sul pulsante Installa ora e attendi che vengano scaricati automaticamente tutti i file necessari alla corretta installazione dell’emulatore.
    Attendi quindi il termine di questa procedura automatica e, infine, premi sul bottone Completo.



    Per installare BlueStacks su macOS, invece, porta a termine il download del file .dmg e poi avvialo, tramite un doppio clic sullo stesso.
    Fatto ciò, fai doppio clic anche sull’icona di BlueStacks, per avviare l’installer e, se richiesto, conferma la sua apertura, premendo su Apri.

    In seguito, fai clic sui pulsanti Continuare e Installare, digita la password che usi per accedere al Mac e premi sulla voce Installa Assistente.
    Attendi adesso che venga ultimata la procedura di installazione automatica dell’assistente e poi, nel caso in cui ti venga chiesto, fai clic sul pulsante Apri le preferenze di sistema.



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    A questo punto, attraverso il pannello delle Impostazioni del Mac, premi prima su Consenti, poi sull’icona del lucchetto in basso a sinistra.
    Digita quindi la password del tuo computer e poi premi su Sblocca, per terminare l’installazione di BlueStacks su macOS.



    A installazione avvenuta, sia su Windows che su macOS devi eseguire la stessa procedura di configurazione guidata.
    Questa prevede il login con un account Google ed è indispensabile per l’utilizzo del PlayStore, e quindi per poter scaricare le applicazioni e i giochi Android.

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    Ad ogni modo non devi assolutamente preoccuparti, non è nulla di complicato.
    Per farlo, premi sul pulsante Inizia e poi, nei successivi campi di testo che ti vengono mostrati, digita l’indirizzo email e la password dell’account Google che possiedi e desideri collegare a BlueStacks.

    Accetta quindi i termini e le condizioni del servizio, premendo su Avanti e Accetto e, infine, termina la configurazione dell’emulatore, facendo clic sul bottone Comincia a usare BlueStacks.



    Fatto ciò, puoi scaricare giochi e applicazioni tramite il Play Store, in modo da avvalertene da computer.
    Per farlo, premi innanzitutto sull’icona dello store virtuale Google che si trova nella schermata Home dell’emulatore.

    Utilizza quindi il motore di ricerca in alto per cercare il gioco o l’app di tuo interesse, dopodiché scaricala e installala, premendo i pulsanti Installa e Accetto, proprio come se l’emulatore fosse un tradizionale smartphone o tablet Android (se non ti ricordi bene come si scaricano le app su Android, fai riferimento a questo mio tutorial).



    Al termine del download automatico, avvia quindi il gioco o l’app scaricata, per usufruirne, premendo sul pulsante Apri che ti viene mostrato.

    Memu

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    Tra gli emulatori Android che ritengo validi di menzione vi è Memu.
    Ho scelto di parlarti di questo emulatore dal momento in cui è gratuito e presenta soltanto suggerimenti non invasivi per l’installazione di applicazioni consigliate.
    Memu offre prestazioni di emulazioni elevate e possibilità di personalizzazioni avanzate a livello tecnico.

    A differenza di BlueStacks, Memu è però un emulatore Android disponibile solo per PC Windows e, attualmente, non è presente una versione Mac.



    Tra le caratteristiche degne di nota di Memu vi è il supporto alla creazione di più istanze per l’utilizzo di applicazioni e giochi contemporaneamente.
    Di base l’emulatore Android offre il sistema operativo alla versione Kitkat, ma è disponibile anche una versione con Android 5.1 Lollipop.

    L’interfaccia utente di Memu è inoltre molto snella, oltre ad essere completamente in lingua italiana.
    Memu è inoltre un emulatore che può essere dotato dei permessi di root, impostazione che può essere attivata in un solo clic e senza alcun tipo di configurazione.



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    Per scaricare e utilizzare Memu dovrai scaricare l’emulatore dal suo sito Internet ufficiale premendo sul pulsante Download.



    Una volta che avrai scaricato il client di Memu, dovrai fare doppio clic su di esso per avviare l’installazione del software.
    Nel caso ti venga richiesto, premi sul pulsante  per autorizzare Windows all’esecuzione del pacchetto di installazione.

    Nel caso in cui il software di installazione si avvii in lingua inglese, premi sul pulsante Custom per personalizzare la lingua dal menu a tendina presente a schermo.
    Puoi scegliere la lingua italiana prima di avviare l’installazione, affinché l’interfaccia utente di Memu sia impostata sulla lingua da te scelta.



    Per avviare l’installazione, premi poi sul pulsante Installa.
    Una volta terminata, premi sul pulsante Avvia per eseguire l’emulatore Android Memu.

    La configurazione guidata di Memu si avvierà non appena aprirai il PlayStore di Google.
    Proprio come in un tradizionale dispositivo Android, occorre un account Google per poter scaricare giochi e app dallo store digitale di Google.
    Dovrai quindi seguire le istruzioni che troverai a schermo per effettuare l’accesso al tuo account Google già esistente o creare uno nuovo sul momento.



    NoxPlayer 5

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    Vi sono diversi emulatori Android meno conosciuti rispetto a Memu e BlueStacks; tra questi voglio parlarti di Nox, un emulatore altrettanto degno di nota per via della sua elevata ottimizzazione a livello tecnico.



    Nox, attualmente alla sua versione NoxPlayer 5 è senza ombra di dubbio un emulatore Android pensato per i videogiocatori.
    Proprio per questo motivo sono infatti presenti alcune particolari funzionalità tra cui la possibilità di utilizzare un gamepad o più genericamente un controller, in alternativa alla classica tastiera e al mouse.

    Tra gli emulatori citati finora ritengo sia quello più avanzato:
    oltre a offrire i permessi di root (operazione eseguibile in un clic), Nox presenta diverse altre impostazioni tecniche pensate per venire incontro alle esigenze degli utenti più esperti.



    Ciò che lo accomuna invece agli altri emulatori Android elencati è la possibilità di creare più istanze.
    L’interfaccia utente di quest’emulatore è però disponibile soltanto in lingua inglese e vi è presente una versione per Mac.
    Per quanto riguarda la presenza di banner pubblicitari, Nox presenta soltanto indicazioni di applicazioni consigliate le quali non risultano particolarmente invasive.

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    Per incominciare a utilizzare Nox come emulatore dovrai per prima cosa recarti sul suo sito Internet ufficiale.
    Per scaricare il software premi sul pulsante Download.

    Una volta che avrai terminato il download del file di installazione dovrai fare clic su di esso.
    Per effettuare l’installazione di Nox dovrai premere sul pulsante Install.
    Per avviare il software premi sul pulsante Start.



    Come per ogni altro emulatore o dispositivo Android, al fine di poter essere utilizzato per scaricare giochi e App dal PlayStore è richiesta la configurazione di un account Google.
    Per effettuare questa procedura all’interno di NoxPlayer5 dovrai fare clic sull’icona del PlayStore e seguire la procedura guidata.
    Tutto ciò che dovrai fare sarà effettuare il login con un account Google preesistente o crearne uno nuovo sul momento.

    Altri emulatori Android

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    Che ne dici se veniamo insieme altri emulatori degni di nota?
    Te ne elenco altri gratuiti nelle righe che seguono, in modo da aiutarti a individuare quello più rispecchia le tue esigenze.

    • ARC Welder (Google Chrome):
      un emulatore Android più snello che è possibile installare come estensione per browser Google Chrome.
      È gratuito ma un po’ limitato perché non supporta il Google PlayStore e per utilizzare le applicazioni bisognerà caricare manualmente i file APK.
    • Andy:
      un emulatore Android di facile utilizzo che non presenta requisiti tecnici elevati per essere utilizzato.
      Puoi scaricarlo dal sito Internet ufficiale.

    root android



    root android

    Se hai degli amici appassionati di tecnologia, avrai sicuramente sentito parlare del root Android.
    Si tratta di una procedura mediante la quale è possibile scavalcare alcune limitazioni previste normalmente dal sistema operativo del robottino verde e agire in maniera più approfondita sulle impostazioni del proprio smartphone.

    All’atto pratico, ciò si traduce nella possibilità di utilizzare applicazioni per regolare alcuni parametri avanzati, quali ad esempio le prestazioni del processore; effettuare backup completi di app e dati; spostare applicazioni su schede microSD anche quando non sarebbe consentito e molto altro ancora.



    Se effettuato con attenzione, seguendo i giusti tutorial, il rooting di Android presenta rischi minimi di brick (ossia di rottura del telefono sul quale viene eseguito) ma la sua applicazione – salvo rare eccezioni – comporta una rinuncia alla garanzia sul prodotto.
    Inoltre, ti ricordo che installando gli aggiornamenti del sistema operativo, spesso il root viene rimosso automaticamente.

    Fatte queste doverose precisazioni, direi di passare al “sodo” e di fare una rapida panoramica sui principali tool per eseguire il root Android.
    Come?
    Non ce n’è uno, affidabile, compatibile con tutti i device?
    Purtroppo no, mi spiace.
    Il processo di rooting varia a seconda del telefono da sbloccare e prevede l’utilizzo di vari software.



    Per Samsung Galaxy S5, Galaxy S4 e altri telefonini prodotti dalla famosa azienda coreana, ad esempio, occorre utilizzare l’applicazione gratuita Odin 3 (che puoi trovare sul forum XDA o effettuando una rapida ricerca su Google) insieme ad un file in formato TAR denominato CF-Root (da scaricare separatamente).
    La procedura da seguire è piuttosto semplice:
    basta cliccare sul pulsante PDA, dargli “in pasto” il file CF-ROOT e cliccare sul pulsante START.
    Nulla di più.

    Prima però occorre collegare lo smartphone al computer e avviarlo in modalità download (premendo in contemporanea i tasti Volume -, Home e Power).
    Quando il dispositivo viene connesso al PC, Odin segnala la sua presenza colorando di giallo o di azzurro il riquadro ID:COM collocato in alto a sinistra.
    Se ciò non avviene, occorre installare i driver USB di Samsung scaricandoli dal sito dell’azienda.



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    Un altro smartphone molto popolare sul quale è possibile effettuare il root Android in maniera abbastanza semplice è il Nexus 5.
    In questo caso, occorre scaricare l’applicazione Auto CF Root da questo sito Internet ed estrarla in una cartella di propria scelta.
    Dopodiché bisogna collegare il telefono al computer, avviarlo in modalità fastboot (premendo contemporaneamente i tasti Vol +, Vol – e Power) e lanciare il programma root-windows.bat per poi seguire le istruzioni su schermo.
    Attenzione:
    questa procedura potrebbe portare alla cancellazione di tutti i dati salvati sul telefono, quindi prima di metterla in pratica fai un backup di foto, video, contatti e quant’altro.



    Per quanto concerne i terminali di casa LG, come ad esempio il top di gamma LG G2, c’è bisogno del software IOroot che funziona in maniera simile al tool di sblocco per Nexus 5 (cercalo su Google).
    Prima di utilizzarlo, però, occorre attivare il debugging USB su Android.
    Per compiere quest’operazione, bisogna recarsi nelle Impostazioni del sistema operativo, selezionare la voce Info sul telefono dal menu che si apre e premere sul pulsante Numero build per sette volte consecutive.
    Verrà così sbloccato il menu Opzioni sviluppo all’interno del quale si trova l’opzione relativa al debug USB.
    Lo step finale consiste nel collegare lo smartphone al PC, lanciare il programma root.bat e seguire le indicazioni su schermo.

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    Alcuni terminali, come il Moto G di Motorola, richiedono una procedura un po’ più articolata per essere sbloccati.
    In primis, occorre scaricare le utility fastboot.exe e adb.exe per sbloccare il bootloader del telefono (il software che si occupa di lanciare il sistema operativo dello smartphone quando si accende il dispositivo).
    Le puoi trovare facendo una semplice ricerca online.

    Successivamente, si deve attivare il debug USB su Android seguendo la medesima procedura illustrata in precedenza per il Nexus 5 e bisogna avviare il Moto G in modalità fastboot (premendo contemporaneamente i tasti Power e Volume -).
    Una volta collegato lo smartphone al PC, occorre lanciare il Prompt dei comandi, indirizzarlo verso la cartella in cui sono stati estratti fastboot e adb e dare il comando fastboot oem get_unlock_data.



    Se il device non viene riconosciuto da Windows, bisogna installarne i driver tramite il programma Motorola Device Manager.
    Come ultimi step bisogna accedere al sito Web di Motorola, incollare il codice restituito dal Prompt dei comandi nel campo Check if your device can be unlocked by pasting this string in the field below, and clicking “Can my device be unlocked?” e cliccare sul pulsante Can my device be unlocked?.
    Così si ottiene un codice da accodare al comando fastboot oem unlock e inserire nel Prompt di Windows, in modo da ottenere qualcosa come fastboot oem unlock [codice].

    Una volta sbloccato il bootloader, tocca effettuare il root vero e proprio del telefono.
    Per compiere quest’operazione, serve l’utility Moto G Superboot (superboot-windows.bat) che va utilizzata con il telefono in modalità fastboot semplicemente seguendo le indicazioni su schermo.



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    Indipendentemente dallo smartphone sul quale intendi effettuare il root Android, ricordati di verificare sempre il modello esatto del dispositivo (Impostazioni > Info sul dispositivo) e il suo grado di carica:
    per scongiurare il pericolo di rimanere a corto di batteria proprio durante la procedura, è consigliabile avere almeno il 50% di autonomia residua.



    Se t’interessa scoprire la procedura di rooting per i telefoni più datati, dai un’occhiata al mio articolo su come ottenere i permessi di root su Android.
    Per altri device più recenti, invece, consulta il forum XDA Developers che è sempre molto aggiornato e include tutorial dedicati a smartphone di tutte le marche.
    È in inglese ma è abbastanza facile da consultare anche per chi non “mastica” benissimo la lingua, ricco di immagini e indicazioni passo-passo.
    Se poi hai dubbi su qualche passaggio specifico, prova a cercare su YouTube “[nome smartphone] root” e troverai sicuramente dei video tutorial su come sbloccare il tuo device.