miglior browser android



miglior browser android

Innanzitutto veloce, ma anche user-friendly, sicuro e capace di integrarsi perfettamente con altri dispositivi:
dev’essere così un buon navigatore Web per smartphone e tablet.
Facile a dirsi, vero?
Ma, nel caso specifico della piattaforma mobile di casa Google, qual è, in realtà, il miglior browser Android fra i tanti disponibili sul Play Store?
Proviamo a scoprirlo insieme.

Qui sotto trovi un elenco con alcuni dei browser per Android più completi ed affidabili – oltre che gratuiti! – attualmente disponibili su Google Play con le loro principali caratteristiche.
Non ne esiste uno nettamente superiore agli altri, quindi provali tutti e scegli qual è il miglior browser Android in base a quelle che sono le tue personalissime esigenze e preferenze.



Fatta questa doverosa premessa, direi dunque di non perdere ulteriore tempo prezioso, di mettere al bando le ciance e di cominciare subito a cercare di individuare qual’è il miglioro browser Android per te.
Sono sicuro che alla fine riuscirai a trovare una soluzione in grado di soddisfare a pieno le tue necessità e che qualora necessario sarai anche pronto a fornire tutte le informazioni del caso ai tuoi amici desiderosi e bisognosi di ricevere qualche dritta analoga.
Scommettiamo?

Chrome

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Consigliato se… utilizzi Chrome per computer e vuoi beneficiare della sincronizzazione di preferiti e password.

Cominciamo questa guida dedica al miglior browser per Android con Chrome.
Trattasi senza ombra di dubbio della soluzione favorita, soprattutto per coloro che sono abituati ad usarlo su computer.
Questo perché Chrome è capace di sincronizzare i dati di navigazione (preferiti, password, schede e quant’altro) con tutti i device indipendentemente dal loro sistema operativo.



Anche in ambito mobile mantiene la sua velocità nel caricamento delle pagine – che può essere “aiutata” da una tecnologia di compressine dei dati – e funzioni avanzate quali la navigazione in incognito e la possibilità di visualizzare i siti in modalità desktop.

Puoi effettuare il download di Chrome dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo (anche se risulta già preinstallato sulla maggior parte degli smartphone e tablet Android in circolazione).



Firefox

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Consigliato se… utilizzi già la versione del browser per Windows, macOS e/o Linux per aver bookmarks, schede e form sempre sincronizzati.



Altro navigatore molto popolare in ambito desktop che porta gran parte delle sue caratteristiche su Android è Firefox.
La versione mobile del browser Mozilla è in grado di sincronizzare dati e impostazioni con la sua controparte per computer (o anche con altri dispositivi portatili) e dispone di una vastissima gamma di estensioni che possono essere usate per ampliare le funzioni della app “modellandola” in base alle proprie esigenze.

Protegge dai siti di phishing e dal tracciamento da parte dei sistemi pubblicitari.
In termini di prestazioni forse è leggermente inferiore a Chrome, ma nulla di drammatico.



Puoi effettuare il download di Firefox dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.

Dolphin Browser

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Consigliato se… cerchi un browser per device mobile versatile e potente e non sei particolarmente interessato alla sincronizzazione dei preferiti con il computer.

Fra i principali contendenti alla palma di miglior browser Android c’è anche Dolphin Browser.
Si tratta di un navigatore molto leggero, rapido e ricco di funzionalità interessanti che può contare su una serie di estensioni per svolgere varie operazioni, come per esempio convertire le pagine Web in PDF, gestire le password e visualizzare i siti in versione desktop.



Sincronizza i dati di navigazione e le impostazioni su più device e, tramite un’apposita estensione per Chrome, Firefox o Safari, può inviare contenuti direttamente al computer.
Molto simpatica la possibilità di aprire siti Internet o compiere altre operazioni tramite gesture o comandi vocali personalizzati.
Funziona egregiamente anche sui terminali più datati.

Puoi effettuare il download di Dolphin Browser dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



Puffin Web Browser

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Consigliato se… cerchi un browser che garantisca la totale compatibilità con i contenuti in Flash disponibili online.



In un articolo dedicato a quelli che sono i migliori browser per Android non può non essere presente Puffin Web Browser.
Stiamo parlando dell’unico browser che, in ambito mobile, riesce ad assicurare la piena compatibilità con i contenuti in Flash.

Il browser, infatti, non utilizza il vecchio plugin di casa Adobe (che ormai non viene più sviluppato attivamente da anni), bensì una soluzione cloud che riesce a riprodurre abbastanza bene sia i video che i contenuti interattivi.
È gratis ma eventualmente è disponibile anche in una variante Pro (a pagamento) comprensive di funzionalità extra.



Puoi effettuare il download di Puffin Web Browser dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.

Next Browser

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Consigliato se… badi più all’apparenza che ai contenuti e cerchi un browser alternativo a quelli che utilizzi solitamente per navigare in rete.

Da valutare con attenzione anche Next Browser, il quale presenta un’interfaccia utente particolarmente curata e, soprattutto, tante funzionalità interessanti.
Una di queste è la pagina iniziale, che oltre alle anteprime dei siti più visitati include delle notizie aggiornate in tempo reale da fonti personalizzabili (a mo’ di feed reader).



Supporta molteplici estensioni, fra cui quelle di Pocket, Facebook ed Evernote, e la sincronizzazione dei dati di navigazione con Chrome.
Non “gira” sempre benissimo sui terminali più datati.

Puoi effettuare il download di Next Browser dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



Opera (versione Mini/versione completa)

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Consigliato se… hai un dispositivo di fascia bassa o sei soggetto a soglie di traffico non proprio generose.



Se sei alla ricerca del miglior browser Android da installare su un dispositivo datato e/o poco performante, puoi provare Opera Mini che è molto leggero e dispone di una tecnologia di compressione dei dati che promette di far risparmiare fino al 90% di traffico.

La versione completa di Opera per Android, invece, offre un’interfaccia più curata e altre funzioni interessanti, come la possibilità di gestire i download e di leggere le news dai principali giornali online in una comoda schermata a schede.



Puoi effettuare il download di Opera Mini dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.
Puoi invece scaricare la versione completa di Opera premendo qui.

UC Browser

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Consigliato se… non ti importa di sincronizzare preferiti e password tra più device e se sei soggetto al controllo delle soglie del traffico dati.

UC Browser è un altro tra i navigatori Web che ti suggerisco di provare se stai cercando un valido candidato al titolo di miglior browser Android.
Trattasi infatti di una soluzione ampiamente apprezzata sia dal pubblico che dalla critica e che vanta numerose recensioni positive su più siti specializzati.



Fiore all’occhiello di questo browser, è il suo sistema di precaricamento dei contenuti su server cloud grazie al quale è possibile ottenere prestazioni consistenti e un ampio risparmio di energia e dati.
Provalo e vedrai che non te ne pentirai.

Puoi effettuare il download di UC Browser dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



Naked Browser

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Consigliato se… non vuoi fornire i tuoi dati personali alle grandi azione e preferisci un browser con un’interfaccia, per così dire, povera.



Ad essere estremamente leggero e veloce è anche Naked Browser che ha un’interfaccia utente ridotta all’osso per pesare il meno possibile sulle risorse di sistema.
Tra le sue funzioni ci sono il ripristino automatico dai crash, la possibilità di ripristinare le schede chiuse, lo zoom con un solo dito e altro ancora.

Ad essere decisamente interessante è anche il fatto che questo browser risulta praticamente spoglio di tutte le funzioni “spia” solitamente presenti negli altri navigatori.
Naked Browser, infatti, non traccia, non salva preferenze e non comunica con nuvole e server remoti vari.
Insomma, è essenziale, sicuro e veloce.
Vale senz’altro la pena provarlo.



Puoi effettuare il download di Naked Browser dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.

Sleipnir Mobile

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Consigliato se… apprezzi il controllo mediate gesture e sei alla ricerca di un prodotto in grado di sincronizzare i preferiti.

I browser Web per Android che ti ho suggerito nelle righe precedenti non sono riusciti ad attirare in maniera particolare la tua attenzione?
Allora da’ subito uno sguardo a Sleipnir Mobile. Si tratta di un navigatore Web per la piattaforma del robottino verde che propone un’interfaccia utente tanto interessante quanto innovativa.



Sleipnir Mobile fa inoltre ampio uso delle gesture ed offre un sistema di sincronizzazione cloud multi-device e multi-piattaforma.

Puoi effettuare il download di Sleipnir Mobile dal Play Store facendo tap qui direttamente dal tuo dispositivo.



risparmiare batteria android



risparmiare batteria android

Negli ultimi giorni hai acquistato un nuovo e “fiammante” smartphone Android ed al momento puoi ritenerti più che soddisfatto della scelta fatta. Va tutto alla grande, fatta eccezione per il fatto che la batteria del tuo nuovo device non riesce quasi mai ad arrivare a sera.
Scommetto quindi che ti piacerebbe guadagnare qualche ora di autonomia per il tuo telefono ma non sai come riuscirci.
Come dici?
Le cose stanno esattamente in questo modo?
Beh, allora forse posso darti una mano io a scoprire come risparmiare batteria Android.

Premesso che di miracoli non se ne possono fare (se la batteria del tuo smartphone non è abbastanza potente non puoi pretendere di farla durare chissà quanto), scaricando le app che sto per consigliarti e seguendo le indicazioni che trovi di seguito dovresti riuscire a migliorare la situazione. Quanto?
Dipende tutto da come e quanto agirai contro le applicazioni che mettono maggiormente alla prova la batteria del telefono, ad ogni modo dovresti riuscire ad arrivare alla fine della giornata senza troppi affanni.



Se sei quindi effettivamente interessato a scoprire tutto ciò che è possibile fare per provare a risparmiare batteria Android ti suggerisco di prenderti qualche minuto di tempo libero, di afferrare il tuo smartphone e di concentrarti sulla lettura di questo tutorial.
Allora dimmi, sei pronto a scoprire come fare per poter risparmiare batteria Android?

Effettuare il root

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Mi spiace dirtelo, ma se vuoi agire in maniera chirurgica – e soprattutto efficace – sui consumi energetici del tuo smartphone devi sbloccare Android e ottenere i permessi di root.

Non sai di cosa sto parlando?
Allora ti spiego immediatamente di che cosa si tratta! Il root è una procedura che permette di ottenere i permessi da amministratore su Android ed eseguire operazioni a livello di sistema che normalmente non si possono effettuare a causa delle protezioni imposte da Google sul suo sistema operativo.
L’operazione richiede un po’ di impegno, un po’ di tempo ed ha qualche controindicazione, come per esempio la perdita della garanzia e la cancellazione dei dati presenti sul dispositivo (solo in caso di sblocco del bootloader).



Se vuoi saperne di più e se ti interessa capire in che modo procedere per poter sbloccare il tuo cellulare, leggi la mia guida su come effettuare il root su Android in cui ti ho spiegato in maniera dettagliatissima come prendere il pieno controllo di uno smartphone equipaggiato con il sistema del robottino verde.

Individuare le app che “succhiano” più energia

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Uno dei modi più efficaci per risparmiare batteria Android è scoprire quali app tengono impegnato il processore del telefono anche quando lo schermo è spento.
Si tratta di tutte quelle applicazioni che hanno bisogno di sincronizzare i dati o controllare aggiornamenti di contenuti o notizie online, che rimangono sempre attive in background e finiscono col consumare molta batteria.

Per scoprire quali app disturbano il “sonno” del tuo smartphone (deep sleep, in gergo), scarica Wakelock Detector dal Google Play Store e attendi qualche ora.
A questo punto, avvia Wakelock Detector, seleziona l’icona del processore (CPU wakelock) dal menu in alto a destra e troverai la lista delle applicazioni che occupano per più tempo la CPU quando il telefono è in stand-by.



Se non ne hai strettamente bisogno, provvedi ad eliminare le app che figurano ai primi posti della graduatoria e avvertirai subito dei miglioramenti nella durata della batteria.
Se non sai come disinstallare una app, non ti preoccupare:
basta andare nel menu Impostazioni, fare tap sulla voce Applicazioni, selezionarla e premere sul bottone Disinstalla.
Più semplice di così?

Ibernare le applicazioni

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Se con Wakelock Detector hai scoperto delle app succhia-energia ma non puoi cancellarle perché ti servono, puoi provare a ridurre il loro impatto sulla batteria installando Greenify.
Si tratta di un’applicazione che agisce proprio quando lo smartphone viene messo in stand-by per bloccare le app che tentano di “svegliare” il processore.

Funzionerebbe anche sui dispositivi non sottoposti alla procedura di root, ma per sfruttarne appieno tutte le capacità occorre avere un terminale sbloccato.
Puoi scoprire come usarla in dettaglio nella mia guida su come ibernare app Android.



Limitare l’uso della rete dati

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Un’altra tecnica molto efficace per ridurre i consumi energetici degli smartphone è limitare l’uso della connessione Internet, in Wi-Fi ma soprattutto in 3G ed LTE.
Per raggiungere questo scopo, puoi aiutarti con DroidWall, un firewall che consente di scegliere quali app possono accedere alla rete limitando il loro funzionamento solo sotto Wi-Fi o sotto connessione dati.



Per usarla, avviala, premi sul pulsante menu che si trova in basso a destra (l’icona con i tre puntini) e seleziona la voce Firewall disabilitato per attivare il firewall.
A questo punto, decidi se utilizzare il sistema whitelist (per bloccare l’accesso a Internet a tutte le app e segnare solo quelle che possono collegarsi alla rete) oppure il sistema blacklist (per consentire l’accesso a Internet a tutte le app e segnare solo quelle da bloccare) premendo sull’apposita voce in alto a sinistra.

Una volta fatto ciò, metti il segno di spunta accanto al tipo di connessione che può usare ciascuna app (Wi-Fi e/o 3G) e rendi attive le modifiche premendo prima sul pulsante menu in basso a destra e poi sulla voce Applica regole presente nel menu che si apre.



Ridurre la luminosità dello schermo

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Se hai effettuato le operazioni che ti ho indicato nelle righe precedenti, dovresti essere già riuscito a risparmiare un bel po’ di energia e ad aumentare l’autonomia del tuo smartphone.
Tuttavia c’è ancora una piccola cosa che puoi fare per cercare di risparmiare batteria Android:
abbassare la luminosità dello schermo.
Niente consuma di più la batteria del telefono che tenere il display acceso, pertanto abbassare la sua luminosità aiuta a risparmiare un bel po’ sui consumi.



Per compiere questa operazione, puoi recarti nel menu Impostazioni, premere sulla voce Schermo e fare tap su Luminosità.

In alternativa, puoi scaricare l’app gratuita Screen Filter, che permette di abbassare la luminosità del display andando oltre i valori previsti in maniera predefinita da Android.



Per servirti dell’app, avviala e sposta la sua barra di regolazione in avanti o indietro (per abbassare o aumentare la luminosità) dopodiché pigia sul bottone Set.
Per disattivarla, bisogna invece avviarla e premere su Clear.

Ridurre l’uso dei widget

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Lo so, i widget sono quella “cosa” che contribuisce a rendere lo smartphone più, per così dire, fico. Considerando però che il loro uso equivale un po’ come avere delle “mini-app” sempre in esecuzione, servirsi solo ed esclusivamente dei widget ritenuti indispensabili può essere senza ombra di dubbio molto utile per evitare di andare ad incidere in maniera negativa sulla reattività del dispositivo e sull’autonomia della batteria.

Se vuoi risparmiare batteria Android, ti suggerisco quindi di rimuovere i widget che non sono reputi fondamentali per le tue attività quotidiane. Se non sai come eliminare un widget, tieni il dito premuto su di esso per qualche secondo e trascinalo sull’icona Rimuovi che compare in alto.



Effettuare una scansione anti-malware

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Hai messo in pratica tutti gli accorgimenti di cui sopra ma la batteria del tuo smartphone Android continua a scaricarsi in maniera troppo rapida?
Se la risposta è affermativa allora prendi in seria considerazione l’idea che la colpa potrebbe essere, almeno in parte, di un malware.



Android, come senz’altro già saprai, è un OS mobile più “aperto” rispetto a Windows Phone e iOS.
Le applicazioni si possono scaricare anche da fonti esterne rispetto al Play Store e questo, unito al fatto che si tratta della piattaforma software più diffusa in ambito smartphone, ha reso il sistema operativo del robottino verde un bersaglio molto ghiotto per i fabbricanti di malware.
Dunque, in maniera pressoché analoga a quanto avviene sui PC, la presenza di un malware può causare rallentamenti e malfunzionamenti di vario genere, incluso un eccessivo consumo della batteria.

Quindi, se di recente hai scaricato qualche applicazione al di fuori del Play Store ufficiale, da’ uno sguardo alla mia guida dedicata agli antivirus Android ed installa subito un antivirus sul tuo smartphone (ce ne sono tantissimi gratuiti!) dopodiché effettua una scansione del sistema.
Probabilmente scoprirai che a consumare in maniera anomala la batteria del tuo smartphone Android era un malware.



Altre dritte utili

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Per concludere “in bella”, qui sono trovi alcuni ulteriori utili dritte che possono permetterti di risparmiare batteria Android in accoppiata ai suggerimenti già forniti.



  • Non usare task killer automatici – Anche se apparentemente possono sembrare efficaci, le applicazioni che forzano in maniera automatica la chiusura dei processi che presumibilmente consumano troppa CPU o RAM sono controproducenti poiché costringono il sistema operativo a ricaricare interamente le app terminate e quindi a consumare più risorse e batteria, occhio.
  • Non forzare la chiusura delle app manualmente – Per la medesima ragione di cui sopra, generalmente è inutile forzare la chiusura di un’applicazione rimuovendola dal menu del multi-tasking.
    Questa procedura è utile solo se l’app in questione risulta bloccata e non c’è verso di ripristinare il corretto funzionamento.
  • Aggiorna Android – Cerca di manette il tuo smartphone Android sempre aggiornamento all’ultima versione del sistema operativo disponibile per lo stesso (per maggiori informazioni su questa procedura leggi la mia guida sull’aggiornamento di Android).
    In questo modo eviterai di andare incontro ad eventuali bug e malfunzionamenti, compresi quelli che vanno a gravare sulla batteria, che potrebbero insorgere durante l’uso di alcune versioni meno recenti di Android.
  • Disattiva gli sfondi animanti – I wallpaper animati sono bellissimi ma consumano moltissima batteria.
    Per disattivarli, recati nella sezione dedicata alle applicazioni del menu delle impostazioni di Android e sostituiscili con degli sfondi statici.
  • Usa la modalità Risparmio energetico – La batteria del tuo smartphone Android è quasi del tutto scarica, non hai il caricatore a portata di mano e non sai come fare per evitare che il device si spenga inesorabilmente?
    Sfrutta il risparmio energetico. Tutto quello che devi fare per attivare la suddetta funzionalità è scorrere lo schermo dall’alto verso il basso per visualizzare il menu relativo alle impostazioni rapide, scorrere la barra apparsa finché non individui l’opzione in oggetto e pigiarci sopra.
    Per disattivarla effettua nuovamente la procedura appena vista.

app per ascoltare musica offline android



app per ascoltare musica offline android

La musica per te è tutto ed ogni momento è quello giusto per ascoltare i tuoi brani preferiti, che sia a casa o per strada non fa differenza, ti bastano il tuo fido smartphone (o tablet), l’app del servizio per lo streaming musicale che di solito utilizzi ed è fatta.
Peccato solo che non sempre sia disponibile una connessione ad Internet (indispensabile per poter riprodurre brani in streaming, appunto) e che quindi avere a portata di mano una o più risorse per fare il tutto anche offline farebbe decisamente comodo.

Come dici?
È proprio questo il motivo per cui sei qui sul mio sito?
Perché ti piacerebbe che ti consigliassi quale applicazione utile allo scopo?
Detto, fatto.
Se mi concedi qualche minuto del tuo prezioso tempo libero e se hai un dispositivo basato sulla piattaforma mobile del “robottino verde” posso indicarti tutte quelle che a mio modesto avviso rappresento le migliori app per ascoltare musica offline Android del momento e, credimi, ce ne sono veramente tante, alcune probabilmente le usi già ma non sai che possono essere sfruttate anche per lo scopo in questione.



Allora?
Ti va di approfondire l’argomento?
Si?
Grandioso! Suggerisco dunque di non perdere altro tempo in chiacchiere e di passare immediatamente all’azione vera e propria.
Mettiti bello comodo, afferra il tuo device e concentrarti sulla lettura di questo tutorial.
Vedrai, alla fine potrai dirti ben felice e soddisfatto di quanto appreso.
Buona lettura e buon download (delle app)!

PowerAmp

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Iniziamo questo excursus tra le app per ascoltare musica offline su Android parlando di PowerAmp.
Non la hai mai sentita nominare?
Strano, è famosissima.
Ad ogni modo non hai di che preoccuparti, rimediamo immediatamente. Trattasi di una delle migliori applicazioni per Android per riprodurre musica senza Internet.
Include tutta una serie di funzionalità avanzate che strizzano l’occhio ai veri aduiofili ma si presta senza problemi anche all’utilizzo da parte degli utenti senza particolari pretese.

Tra le funzioni di punta è il caso di segnalare il supporto ad un gran numero di formati, un equalizzatore a 10 bande, la ricerca automatica delle copertine e un controllo dedicato per i bassi.
Costa 3,99 euro (ma eventualmente è disponibile in versione trial scaricabile gratuitamente).



Per servirtene, scarica, installa ed avvia l’app sul tuo smartphone o sul tuo tablet dopodiché ti ritroverai al cospetto dell’interfaccia principale di PowerAmp.
Pigia dunque sul bottone con la nota musicale che sta in basso per selezionare i brani da riprodurre archiviati sul dispositivo.
Puoi cercarli nelle cartelle o nella libreria selezionando la rispettiva scheda.

Per quel che concerne i comandi per la riproduzione, puoi effettuare uno swipe verso destra o verso sinistra per cambiare la traccia in riproduzione oppure verso l’alto o verso il basso per cambiare le liste.
Facendo tap una volta sullo schermo puoi invece attivare i pannelli, mentre premendo a lungo più cambiare la copertina del brano.



In basso ci sono invece i pulsanti per andare alla lista precedenti oppure a quelle successive, quelli per “riavvolgere” il brano e per andare avanti nella riproduzione ed il bottone Play/Pausa.
Ancora più in basso viene poi indicato il tempo di riproduzione, qualità e formato del file audio in ascolto e la durata dello stesso.

I pulsanti presenti in alto ti consentono invece di accedere all’equalizatore ed alle opzioni di controllo del volume ed al menu per impostare il timer di spegnimento, i tag e alto ancora.



Shuttle Music Player

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L’app per ascoltare musica offline su Android che ti ho segnalato nelle righe precedenti non ti ha convinto perché cerchi di qualcosa di più semplice ed al contempo con un’interfaccia accattivante e leggera?
Allora credo proprio che Shuttle Music Player saprà soddisfarti.
Si tratta di un applicazione dotata di una UI molto elegante che offre tutte quelle che sono le funzioni di base per la riproduzione dei brani in libreria.



Ha dalla sua anche la presenza di ben due equalizzatori ed offre una buona gestione della coda.
L’app è gratuita (ma ne è disponibile anche una versione a pagamento con funzioni aggiuntive).

Mi chiedi come si utilizza?
Te lo spiego subito! Scarica, installa ed abbia Shuttle Music Player sul tuo dispositivo dopodiché seleziona i file audio da riprodurre prelevandoli dalla libreria del dispositivo, premi sul pulsante con i tre puntini che trovi in corrispondenza dell’anteprima del file audio n primo piano e seleziona Riproduci dal menu che appare per avviarne la riproduzione.



Ti segnalo poi che dallo stesso menu puoi visualizzare la biografia dell’artista/gruppo di riferimento, puoi aggiunge il brano ad una playlist ed alla coda di riproduzione, alla lista nera oppure puoi eliminarlo.

Mediante il mini player che vedrai comparire in basso potrai invece gestire al volo la riproduzione del brano premendo sul pulsante Play/Pausa a destra, mentre tappando sula sua copertina potrai visualizzare quest’ultima a tutto schermo ed accedere agli ulteriori controlli di riproduzione.



Pigiando poi sul bottone con i tre puntini che vedrai apparire nella parte in alto a destra potrai anche selezionare l’opzione per impostare il timer di spegnimento, potrai accedere all’equalizzatore e ricevere maggiori info sul brano selezionato.

Spotify

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Ha davvero bisogno di presentazioni?
Siamo al cospetto di Spotify, l’app di uno dei servizi per lo streaming musicale più popolari al mondo.
Perché te ne parlo in questo articolo se ad essere oggetto di discussione sono le app per l’ascolto della musica offline?
Beh, semplice, perché Spotify consente di fare anche questo. Sottoscrivendo un abbonamento Premium al costo di 9,99 euro/mese per un utente singolo (4,99 euro/mese se si è studenti) o 14,99 euro/mese per la variante Family utilizzabile da cinque persone è infatti possibile scaricare e riprodurre offline qualsiasi brano presente nell’immensa libreria musicale del servizio.

Il servizio Premium è comunque fruibile a costo zero per tutti i nuovi utenti per un periodo di prova solitamente compreso tra i 7 e i 30 giorni.
Come noto, Spotify può essere usato anche gratuitamente a vita, nella variante Free, ma in questo caso specifico vengono imposte molteplici limitazioni e, ovviamente, l’ascolto offline non è contemplato.



Per servirtene per ascoltare i tuoi brani musicali preferiti anche senza Internet, scarica, installa ed avvia l’app sul tuo dispositivo dopodiché accedi al servizio creando un account (per maggiori info sul da farsi puoi leggere il mio articolo su come si usa Spotify), individua l’album e la playlist di tuo interesse esplorando la home all’app o le varie sezioni disponibili previo tap sulla icone in basso, premi sull’immagine di copertina e sposta la levetta a fianco della voce Download da OFF a ON.

In caso di singoli brani, fai tap sul pulsante con i tre puntini verticali e tappa sulla voce Salva dal menu che vedi comparire.
Pigia poi sul bottone La tua libreria che sta in basso, seleziona la voce Brani e attiva l’opzione Download spostando la levetta da OFF a ON.
Facendo in questo modo, la funzione di download rimarrà attiva e ogni volta che salverai un brano nella tua libreria, questo verrà scaricato in maniera automatica.



Google Play Music

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In alternativa a Spotify, puoi rivolgerti a Google Play Music, l’app del servizio di streaming musicale di casa Google, come facilmente deducibile dal nome stesso, lanciato in Italia nel 2013.
Similmente a Spotify, si tratta di una risorsa che merita di essere menzionata in un articolo di questo tipo poiché nella sua forma a pagamento offre la possibilità di effettuare il download offline dei brani di interesse.



Per usufruire di tale funzionalità oltre che per accedere all’intero catalogo musicale di Play Music, occorre sottoscrivere l’abbonamento Unlimited (la versione gratuita del servizio non prevede l’ascolto offline ed applica svariate altre limitazioni) al costo di 9,99 euro/mese o di 14,99 euro/mese per la versione Famiglia ma per tutti i nuovi iscritti il servizio può essere provato gratuitamente per un certo numero di giorni e senza obbligo di rinnovo.

Per servirete, scarica, installata ed avvia l’app sul tuo dispositivo dopodiché esegui l’accesso tramite il tuo account Google (se non ne hai già uno, ti consiglio di leggere il mio articolo su come creare account Google per maggiori approfondimenti).
Attiva dunque la trial del servizio (se non hai già provveduto a farlo, altrimenti dovrai abbonarti direttamente) premendo sul pulsante Abbonati, scegli un metodo di pagamento e fornisci gli eventuali dati richiesti dopodiché autorizza l’esecuzione dell’operazione.



A questo punto, per scaricare un brano in modo tale da poterlo ascoltare anche offline, cercalo mediante l’apposita barra in alto oppure esplorando le varie sezioni annesse all’app che puoi richiamare previo tap sul pulsante con le tre linee in orizzontale sulla sinistra, premi sul pulsante con i tre puntini orizzontali a fianco del titolo e tappa sulla voce Aggiungi alla raccolta.

Successivamente premi sul già menzionato pulsante con le tre linee in orizzontale, fai tap sull’opzione Raccolta di musica e premi sulla sezione Album.
Premi quindi sulla copertina del brano da scaricare e fai tap sul pulsante con la freccia rivolta verso il basso per avviare il download.



Per quel che concerne invece il download di album o playlist, il procedimento da seguire è questo:
premi sul titolo del contenuto di interesse premi direttamente sul bottone con la freccia rivolta verso il basso. Et voilà!

Altre app per ascoltare musica offline Android

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Le app per ascoltare musica offline su Android di cui ti ho già parlato non ti hanno convinto in maniera particolare e stai cercando delle valide alternative?
Mi dispiace ma… non gettare ancora la spugna! Prova prima a dare un’occhiata all’ulteriore elenco di risorse apposite che ho preparato per te e che trovi proprio qui di seguito.
Magari riesci finalmente a trovare l’applicazione che ritieni possa fare maggiormente al caso tuo.

  • Neutron Music Player – Player musicale per audiofili con tante opzioni che per gli ascoltatori “comuni” risulterebbero probabilmente superflue.
    Supporta qualsiasi codec, include impostazioni su tono e tempo, l’inversione di fase e tante altre features difficili da trovare su altre applicazioni della categoria.
    Costa 6,49 euro (ma può essere scaricata anche in versione trial).
  • Phonograph Music Player – Una delle app per ascoltare musica offline su device Android più belle in circolazione.
    Vanta un gran numero di impostazioni tra cui la possibilità di visualizzare l’intera libreria audio e di navigare per cartelle, quella di modificare i tag, scaricare le copertine mancanti, impostare un timer di spegnimento e molto altro ancora.
    Si scarica gratis.
  • BlackPlayer Music Player – Ottimo player musicale per dispositivi Android caratterizzato da un’interfaccia utente ben curata d elegante.
    Supporta l’aggiunta e la modifica dei tag, il timer di spegnimento, include varie opzioni per usare al meglio un equalizzatore esterno e molto altro ancora.
    Si scarica gratis (ma è disponibile anche in una variante Exclusive, a pagamento e con un maggiori numero di funzioni).
  • Pulsar Music Player – Altra ottima app per l’ascolto della musica offline con un buon numero di opzioni.
    Garantisce un ottima gestione ella coda, offre la possibilità di editare i tag, ha una gradevole interfaccia utente ed anche la navigazione per cartelle non è affatto malvagia.
    Si scarica gratis.
  • Jamendo – App del noto sito Internet Jamendo che ospita migliaia di brani indipendenti di tutti i generi.
    Permette di cercare, ascoltare in streaming e, ovviamente, scaricare i brani di interesse per l’ascolto offline.
    Non ci sono le hit del momento ma una marea di brani capaci di riservare tane piacevoli sorprese.
    Si scarica gratis.
  • SoundCloud – È l’app di SoundCloud, una delle piattaforme più popolari tra artisti e DJ emergenti (ma talvolta anche di fama internazionale) per sponsorizzare le loro creazioni.
    Permette dunque di ascoltare brani inediti direttamente in streaming e di effettuarne il download per la riproduzione offline (motivo per cui te ne parlo in questo mio articolo).
    Si scarica gratis.
  • Amazon Music – È l’app del servizio di streaming musicale di casa Amazon, come facilmente deducibile dal nome.
    Perché te ne parlo in questo mio articolo?
    Semplice:
    perché oltre ad offrire la possibilità di ascoltare tutti i più grandi successi musicali, recenti e non, drittamente tramite Internet consente anche di scaricarli per l’ascolto offline.
    Si scarica gratis, ma per usare il servizio occorre sottoscrivere un abbonamento a pagamento, come ti ho spigato in dettaglio nel mio articolo su come funziona Amazon Music Unlimited, anche se all’inizio viene concesso un periodo di prova gratis e gli abbonati ad Amazon Prime possono accedere gratis a parte del catalogo con 40 ore di ascolto mensili.
  • Deezer Music – Altra app di uno dei servizi per lo streaming musicale più noti al mondo che oltre ad offrire la possibilità di ascoltare via Internet tutti i più grandi successi musicali di sempre, italiani ed internazionali, offre anche l’opportunità di effettuarne il download sullo smartphone o sul tablet per l’ascolto in assenza di connettività. Si scarica gratis (ma per effettuare il download offline dei brani bisogna attivare un abbonamento a pagamento, come ti ho spiegato in dettagli nel mio articolo sull’argomento, spesso fruibile gratuitamente oppure a prezzo scontato per un periodo di prova)

come associare android a google



come associare android a google

Come sicuramente ben saprai, Android è un sistema operativo per smartphone e tablet sviluppato da Google.
Questo vuol dire che se hai acquistato un telefonino basato su questa piattaforma e vuoi usufruire di tutti i servizi che offre, devi avere un account Google e collegarlo al dispositivo.

Con la guida di oggi, voglio quindi illustrarti come associare Android a Google ed iniziare ad usare subito l’Android Market o servizi come Gmail, Google Talk, Google Reader e YouTube, sul tuo nuovo smartphone usando lo stesso profilo di Google che usi sul computer.
Vedrai, è un vero gioco da ragazzi!



Se vuoi imparare come associare Android a Google, non devi far altro che recarti nel menu delle applicazioni dello smartphone premendo sul pulsante blu collocato in basso a destra nella schermata principale di Android e selezionare l’icona Impostazioni (l’ingranaggio blu).

Scorri quindi il menu che si apre verso il basso, seleziona la voce Account e sincronizzazione per accedere alle impostazioni relative agli account da collegare al telefono e premi prima sul pulsante Aggiungi account (collocato in basso) e poi sulla voce Google per avviare la procedura guidata per l’associazione di un account Google ad Android.
Per portare a termine questo processo, devi essere connesso ad Internet (Wi-Fi o rete dati del cellulare).



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Nella schermata che si apre, premi sul pulsante Avanti e, a seconda se sei già in possesso di un account Google o desideri crearne uno nuovo, sfiora il pulsante Accedi o Crea.
Presumendo che tu abbia già un account Google e che quindi abbia selezionato la voce Accedi, adesso devi inserire i dati di accesso del tuo profilo Google nei campi Nome utente e Password e premere sul pulsante Accedi.



Aspetta quindi che venga effettuata la connessione per associare Android a Google e, se tutto è filato per il verso giusto, ti comparirà una schermata che ti chiede se vuoi attivare il backup e la sincronizzazione dei dati del tuo telefonino con l’account Google.
In questo caso, lascia tutto come da impostazione predefinita (ossia con il backup attivato) e premi prima sul pulsante Avanti e poi su Termina configurazione per completare l’operazione e salvare i cambiamenti.

Ecco fatto! Adesso il tuo account Google è collegato al tuo telefonino e potrai accedere liberamente a tutti i servizi di Google, nonché all’Android Market, senza doverti autenticare.
Te l’avevo detto che era facilissimo!



come cambiare icone android



come cambiare icone android

Sei stanco delle icone predefinite di Android, vorresti sostituirle con uno dei tanti pacchetti di icone che si possono scaricare gratuitamente dal Play Store, ma non hai la più pallida idea di come fare?
Evidentemente non hai mai installato un launcher alternativo sul tuo smartphone o il tuo tablet:
è proprio quello il motivo per il quale non riesci a cambiare icone su Android.

I launcher sono delle applicazioni che sostituiscono la home screen e l’app drawer di Android (il menu in cui vengono mostrate tutte le applicazioni installate sul dispositivo) e permettono di personalizzare il loro aspetto fin nei minimi dettagli:
non solo l’aspetto delle icone, ma anche il numero delle app da mostrare in home screen o nella barra Dock e molto altro ancora.
Se non installi uno di questi software — e quindi non sostituisci il launcher predefinito di Android — mi spiace, ma non potrai utilizzare i pacchetti di icone che si possono scaricare da Internet.



Lascia, dunque, che ti consigli alcuni launcher alternativi che puoi utilizzare per personalizzare il tuo smartphone/tablet e ti mostri in dettaglio come applicare i set di icone che si possono trovare sul Play Store.
Scommetto che rimarrai sorpreso da quanto è semplice compiere un’operazione del genere! Allora, sei pronto per iniziare?
Sì?
Perfetto:
mettiti bello comodo, prenditi tutto il tempo necessario per concentrarti sulla lettura delle prossime righe e attua le “dritte” che ti darò.
Se lo farai, non avrai il benché minimo problema nel cambiare l’aspetto delle icone su Android.
Buona lettura!

Indice

  • Cambiare icone Android con launcher alternativi
  • Cambiare icone Android con collegamenti personalizzati

Cambiare icone Android con launcher alternativi

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Come ti accennavo in apertura, il metodo principale per cambiare le icone su Android è quello di installare dei launcher alternativi, ovvero delle app che, come ti accennavo in apertura, permettono di modificare l’aspetto delle icone e della schermata Home del sistema operativo realizzato da Google.

Di launcher alternativi ce ne sono a bizzeffe sul Play Store, sia gratuiti che a pagamento, ma io ti consiglio di andare “dritto” su Nova Launcher, che riesce a offrire quello che è probabilmente il miglior compromesso tra prestazioni, grado di personalizzazione e funzionalità aggiuntive.
È disponibile in due versioni:
una di base, gratuita, e una denominata Prime, che costa 4,50 euro e offre diverse funzionalità aggiuntive, come la possibilità di nascondere le applicazioni nel drawer o raggrupparle in cartelle.
Per modificare l’aspetto delle icone su Android, però, può andare benissimo la versione free dell’app.



Per scaricare Nova Launcher sul tuo smartphone (o tablet), apri il Play Store, cerca l’applicazione (o premi qui per recarti direttamente sulla sua pagina) e avviane il download premendo prima sul pulsante Installa e poi su Accetto.
A installazione completata, recati nel menu Impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio che si trova nell’app drawer) e seleziona la voce Home page.
Apponi, quindi, il segno di spunta accanto all’icona di Nova Launcher e quest’ultimo diventerà il launcher predefinito del tuo smartphone/tablet.

Ora non devi far altro che tornare sulla home screen di Android (che a questo punto dovrebbe essere gestita da Nova) e aprire il Play Store per scaricare i pacchetti di icone personalizzati da applicare sul tuo device. Per trovare facilmente dei pacchetti di icone sul Play Store, cerca “icon pack” e avvia il download dei set che ti piacciono di più premendo prima su Installa e poi su Accetto (come se fossero delle comuni app).
Alcuni set di icone sono completamente gratis, altri invece sono a pagamento.
Se ti piacciono, acquistali, così potrai supportare attivamente il lavoro di tanti designer in gamba!



A download completato, per applicare un tema di icone a Nova Launcher, torna sulla home screen di Android e tieni il dito premuto in un punto qualsiasi dello schermo.
Dopodiché premi sull’icona Impostazioni che compare in basso a destra, seleziona la voce Aspetto dalla schermata che si apre e scegli il tema di icone da utilizzare dall’apposito menu.

Molti set di icone vengono forniti completi di wallpaper “a tema” che puoi utilizzare aprendo le loro applicazioni (ogni set di icone viene fornito con un’applicazione che permette di visualizzare per intero le icone che compongono il pacchetto, applicarle nei launcher e utilizzare gli sfondi che contengono) oppure recandoti nelle impostazioni di Nova.



Per applicare un wallpaper incluso nei set di icone con Nova Launcher, basta recarsi nella home screen, tenere il dito premuto in un punto qualsiasi dello schermo e premere sul pulsante Sfondi che compare in basso a sinistra.
Dopodiché bisogna scorrere fino in fondo il menu che compare in basso, selezionare l’icona Apps & Themes e scegliere il nome del tema di icone applicato al dispositivo.

Nel caso in cui non ti trovassi bene con Nova Launcher, puoi provare altri launcher interessanti, come Smart Launcher, che suddivide automaticamente le app in cartelle in base al loro genere di appartenenza (te ne ho parlato dettagliatamente nel mio tutorial su come creare cartelle Android) e Holo Launcher che è piuttosto “leggero”.



Nota: non tutti i pacchetti di icone sono compatibili con tutti i launcher.
Prima di scaricarne uno, leggi la descrizione del Play Store e verifica che sia utilizzabile con il launcher in uso sul tuo smartphone/tablet.
Chiaro?

Cambiare icone Android con collegamenti personalizzati

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Se non vuoi applicare dei set di icone personalizzati al tuo smartphone ma stai cercando, molto più semplicemente, un sistema per “camuffare” l’icona di un’app nella home screen, puoi anche evitare di installare dei launcher alternativi e provvedere a cambiare le icone su Android con collegamenti personalizzati. Come puoi riuscire a fare una cosa del genere?
Anche in questo caso, è sufficiente installare delle app ad hoc che permettono di creare dei collegamenti alle app installate sul tuo device, le cui icone sono completamente personalizzabili.

Una delle migliori soluzioni per riuscire a fare ciò è Icon Changer Free.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un’applicazione completamente gratuita che permette di cambiare icona e nome di una app nella home screen di Android (ma non nel drawer) indipendentemente dal launcher utilizzato (funziona anche con il launcher predefinito di Android).



Il funzionamento dell’applicazione è alquanto intuitivo.
Dopo averla scaricata dal Play Store e avviata, premi sull’icona con i due robottini di Android che compare al centro dello schermo e scegli l’applicazione da camuffare (es.
Calendario).

Dopodiché premi sul pulsante Change e scegli se utilizzare come icona del collegamento da creare un’icona presa dalle altre applicazioni installate sul dispositivo (Default icons), un’immagine presa dalla galleria di Android (Gallery) o un’icona contenuta in un pacchetto di icone personalizzato (Icon Packs).



Una volta scelta l’icona da utilizzare, digita il nome che vuoi assegnare al collegamento nel campo Title, premi sul pulsante OK che si trova in alto a destra e il tuo collegamento camuffato verrà aggiunto automaticamente alla home screen di Android.
Più facile di così?!

Qualora tu voglia modificare leggermente l’aspetto dell’icona dell’app che hai selezionato poc’anzi, fai tap sulla scheda Decorate situata in alto e modifica il colore, la saturazione e altri parametri riguardanti l’aspetto dell’icona in questione.



Se, invece, vuoi modificare “al volo” il colore e l’aspetto di un’icona, puoi utilizzare la funzione che permette di applicare dei filtri:
per farlo, premi sulla scheda Filter situata in alto, seleziona uno dei filtri tra quelli disponibili (in basso) e fai tap sulla voce OK situata in alto a destra per salvare le modifiche apportate e poi premi ancora una volta su OK per confermare il cambiamento e creare un collegamento nella schermata Home con la nuova icona personalizzata.

come creare app android gratis



come creare app android gratis

Tra i principali pregi di Android, c’è il fatto che tutti possono cimentarsi nello sviluppo di applicazioni, avendo poi la possibilità di distribuire le proprie creazioni mediante vari canali; il tutto senza investire cifre stratosferiche.
A tal proposito, se anche tu, come molti altri utenti, vorresti sapere come creare app per Android gratis e non sai da dove cominciare, sappi che posso aiutarti.

Ovviamente, dovrai metterci del tuo, profondendo la giusta dose d’attenzione e impegno nel tuo progetto e mettendoti di buzzo buono per quel che concerne lo studio dei linguaggi di programmazione:
senza questi elementi, infatti, non è possibile in alcun modo approcciarsi alla creazione di un’app.



Ciò detto, se sei quindi pronto a scoprire in che modo procedere per creare la tua applicazione per Android, ti suggerisco di concederti un po’ di tempo libero soltanto per te e di dedicarti alla lettura di quanto riportato qui di seguito.
Spero che, alla fine, tu possa ritenerti ben contento e soddisfatto di quanto appreso e che riesca a raggiungere i tuoi obiettivi.
Buona lettura e in bocca al lupo per tutto!

Indice

  • Informazioni preliminari
  • Software per creare app Android gratis
    • Android Studio (Windows/macOS)
    • Eclipse IDE (Windows/macOS/Linux)
    • Visual Studio (Windows/macOS)
  • Come creare app Android gratis online
  • Come creare app Android gratis e guadagnare

Informazioni preliminari

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Prima di entrare nel vivo di questo tutorial, ci sono alcune informazioni che è mio dovere fornirti per consentirti di creare app per Android gratis nel miglior modo possibile.

In primo luogo ribadisco che, per sviluppare applicazioni per Android, occorre conoscere i linguaggi di programmazione.
Nel caso specifico del sistema operativo del robottino verde, i più diffusi sono Java e XML.
Per approfondimenti a tal proposito, ti rimando alla lettura delle mie guide su come iniziare a programmare, come creare un programma, come imparare Java e come programmare in Java.



I linguaggi di programmazione, una volta appresi, possono essere adoperati mediante appositi software utili per lo sviluppo delle app.
Degli strumenti in questione fanno in primo luogo parte gli SDK.
Acronimo di Software Development Kit, essi sono delle raccolte di strumenti ufficiali (messe a disposizione dalle aziende che curano le piattaforme software di rifermento, in questo caso Google con Android) per lo sviluppo e il testing delle app.
Consentono di sfruttare al massimo la piattaforma a cui si rivolgono e di gestire la cosa in maniera molto dettagliata.

Ci sono poi i software commerciali indipendenti, vale a dire quelli che, come intuibile dalla definizione stessa, sono stati realizzati da aziende terze e consentono di creare contenuti all’interno di un ambiente integrato.
Solitamente, risultano più semplici da usare rispetto agli SDK e permettono di strutturare un progetto unico esportabile in formati differenti, come pacchetto compatibile con varie piattaforme, in base alla licenza in proprio possesso.



Software per creare app Android gratis

Come ti dicevo nelle righe precedenti, per sfruttare i linguaggi di programmazione per creare app per Android gratis è necessario ricorrere all’uso di appositi software:
qui di seguito trovi indicati quelli che, a mio modesto avviso, rappresentano i migliori della categoria.
Mettili subito alla prova!

Android Studio (Windows/macOS)

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Android Studio è lo strumento reso ufficialmente disponibile da Google per lo sviluppo delle app per Android.
È gratis, si può usare su Windows e macOS e include tutto ciò che occorre per compiere l’operazione oggetto di questo tutorial e per testare le applicazioni realizzate.



Per effettuarne il download, recati sul sito Internet del programma e clicca sul bottone Download Android Studio posto al centro.
Seleziona, poi, la voce I have read and agree with the above terms and conditions nel modulo che ti viene mostrato e clicca sul bottone azzurro, situato in basso, per avviare il download

Completata la procedura di scaricamento, se quello che stai usando è un PC basato su Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che compare sul desktop, clicca sui pulsanti , Next (per tre volte di seguito) e Finish.



Se stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg scaricato, trascina l’icona di Android Studio nella cartella Applicazioni del Mac, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Apri dal menu che compare, per avviare Android Studio andando ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso le applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va effettuata solo al primo avvio).

Ora che visualizzi la finestra del software sullo schermo, clicca sui pulsanti OK e Next (per tre volte), attendi che il download dei componenti necessari per utilizzare Android Studio venga portato a termine e clicca sul pulsante Finish.



Adesso che visualizzi la schermata principale di Android Studio, inizia pure a cimentarti nello sviluppo della tua prima app selezionando l’opzione Start a new Android Studio project, dopodiché scegli il modulo da cui intenti partire, assegna un nome all’app e seleziona la versione dell’SDK da usare.

In seguito, clicca sul pulsante Next e indica quale base preimpostata vuoi eventualmente usare, configurane i valori (se vuoi, puoi anche lasciare quelli predefiniti) e, infine, fai clic sul bottone Finish.



Personalizza, dunque, il modello scelto per la tua app usando l’editor del programma: a sinistra trovi la struttura, a destra l’editor vero e proprio e in alto ci sono i pulsanti per inserire oggetti, incollare le parti di codice ecc.
e la barra dei menu.

Quando lo vorrai, potrai salvare il progetto della tua applicazione cliccando sulla voce File, che si trova in alto a sinistra, e selezionando l’apposita dicitura dal menu che compare.



Eclipse IDE (Windows/macOS/Linux)

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Un’altra risorsa che ti invito a prendere in considerazione è Eclipse IDE:
si tratta di un software gratuito, disponibile per Windows, macOS e Linux e grazie al quale è possibile compilare applicazioni basate su Java.
Usandolo in accoppiata al componente aggiuntivo gratuito Android Development Tools può essere impiegato per lo sviluppo delle applicazioni per la piattaforma mobile di Google.
Da notare che, a sua volta, necessita dell’installazione di Java sul PC per funzionare.



Per effettuarne il download, recati sul sito Internet di Eclipse e clicca prima sul pulsante Download 64 bit e poi su quello Download, presente nella nuova pagina visualizzata.

Ultimato il download, se stai usando Windows, estrai l’archivio ZIP appena ottenuto in una cartella a piacere e avvia il software Eclipse presente al suo interno.
Clicca poi sui pulsanti e OK nella finestra che compare sul desktop.



Invece, se stai usando macOS, apri il pacchetto .dmg ottenuto e trascina l’icona del programma nella cartella Applicazioni del Mac.
Successivamente, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Apri dal menu che compare, così da aprire Eclipse andando però ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso le applicazioni provenienti da sviluppatori non certificati (operazione che va effettuata solo al primo avvio).

Aspetta, ora, che il software venga scaricato ed eseguito, fai clic sulla “x” che trovi accanto alla voce Welcome nella finestra che si è aperta ed effettua l’installazione di Android Development Tools:
per riuscirci, clicca sulla voce Help che si trova in alto a sinistra, seleziona la dicitura Install New Software dal menu che compare, digita l’indirizzo http://dl-ssl.google.com/android/eclipse/ nel campo vuoto annesso alla finestra visualizzata e clicca sul pulsante Add.
A questo punto, seleziona la casella per l’installazione del componente Developer Tools, clicca sul bottone Next e accetta la relativa licenza d’uso.



Fatta anche questa, puoi cimentarti nello sviluppo della tua prima applicazione usando l’editor di Eclipse:
a sinistra trovi l’elenco di tutti i progetti, in basso ci sono la barra a schede tramite cui ottenere informazioni su quello che stai programmando e a destra puoi visualizzare tutti i membri della classe selezionata.

Per cominciare a lavorare a un progetto, clicca sulla voce File posta nella parte in alto a sinistra della finestra di Eclipse, seleziona le voci New e Java Project, compila il campo Project name digitando il nome che vuoi assegnare al tuo progetto e premi sul bottone Finish.



Quando lo riterrai opportuno, potrai salvare il lavoro svolto, cliccando nuovamente sul menu File, selezionando la voce Save Ad da quest’ultimo, specificando posizione e nome che vuoi assegnare al file di output e facendo clic sul pulsante OK.

Visual Studio (Windows/macOS)

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Un altro ottimo strumento al quale, a parer mio, faresti bene ad appellarti per creare app per Android gratis è Visual Studio.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di un programma reso disponibile da Microsoft, compatibile sia con Windows che con macOS e grazie al quale si possono sviluppare applicazioni per tutte le più diffuse piattaforme, sia mobile che non, usando differenti linguaggi di programmazione.



Per effettuarne il download sul tuo PC, visita il sito Internet di Visual Studio e clicca sul bottone Download che trovi in corrispondenza della voce Community.

Completata la procedura di download, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto, premi sui bottoni e Continua e aspetta che venga eseguita l’installazione del programma.
A procedura ultimata, individua la sezione Dispositivi mobili e giochi, seleziona la casella che trovi accanto al linguaggio di programmazione che intendi usare (es.
Sviluppo di applicazioni per dispositivi mobili con C++) e clicca sul pulsante Installa.



Su macOS, invece, apri il pacchetto .dmg ottenuto, fai doppio clic sull’icona dell’installer del programma e, nella finestra che si apre, premi sul bottone Continua.
Fatto ciò, seleziona la casella posta in corrispondenza della dicitura Android, per eseguire l’installazione del componente necessario per sviluppare app per Android e premi sul pulsante Installa.

A questo punto, se disponi di un account Visual Studio, effettua il login tramite quest’ultimo.
In caso contrario, seleziona il collegamento per saltare questo step e segui la procedura di configurazione iniziale che ti viene proposta.



Clicca poi sul bottone Avvia Visual Studio, seleziona la voce Crea un nuovo progetto, scegli uno dei modelli preimpostati disponibili per avviare lo sviluppo della tua app e premi sul pulsante Avanti.
Assegna, quindi, un nome al progetto, indica il percorso in cui vuoi salvare il tutto e il nome che vuoi assegnare al contenitore e premi sul bottone Crea.

Successivamente, ti ritroverai dinanzi all’editor del programma con a destra le sezioni per visualizzare la struttura del progetto e le proprietà dei vari elementi aggiunti; al centro la sezione che mostra le parti di codice e in alto la barra degli strumenti e quella dei menu con tutti i bottoni e le funzioni utili per creare e modificare l’app.



Quando lo vorrai, potrai salvare l’applicazione che hai sviluppato, nel percorso indicato in fase di creazione del progetto, facendo clic sulla voce File che si trova in alto a sinistra e sulla dicitura Salva [nome progetto], presente nel menu che si apre.

Come creare app Android gratis online

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Creare app per Android è cosa fattibile anche online, senza dover scaricare assolutamente nulla sul computer in uso, agendo direttamente e comodamente dalla finestra di qualsiasi browser Web. In che modo?
Semplice:
basta rivolgersi a MIT App Inventor.

MIT App Inventor è un servizio online gratuito, grazie al quale è possibile creare app per Android in maniera abbastanza semplice e senza dover necessariamente approfondire lo studio dei linguaggi di programmazione.
Rispetto alle risorse di cui ti ho parlato in precedenza, è una soluzione un po’ più limitata, ma comunque molto valida.



Mi chiedi come potertene servire?
Te lo spiego sùbito.
Tanto per cominciare, recati sulla home page del servizio, effettua l’accesso con il tuo account Google (è indispensabile per poter usare MIT App Inventor) e clicca sul pulsante Start new project, che si trova in alto.
Fatto ciò, digita il nome che vuoi assegnare all’app che intendi creare e clicca sul bottone OK.

Ora che visualizzi l’editor del servizio, traducine l’interfaccia, selezionando l’Italiano dal menu a tendina che si trova in alto a destra.
Successivamente, comincia pure a cimentarti nella creazione della tua app mediante gli strumenti e i comandi disponibili sullo schermo:
a sinistra trovi l’elenco degli elementi e degli oggetti che puoi aggiungere all’interfaccia dell’applicazione, al centro trovi la schermata mediante cui visualizzare l’app in anteprima, mentre a destra c’è l’elenco degli elementi che la compongono, il menu con le proprietà degli oggetti selezionati e il pulsante per effettuare l’upload dei file media.



Per aggiungere degli elementi all’interfaccia dell’app, ti basta selezionarli dall’elenco a sinistra e trascinarli nella schermata al centro.
Se vuoi, puoi anche modificare le proprietà di un determinato elemento, selezionandolo e usando le voci e le opzioni che trovi nella sezione a destra.

Per aggiungere ulteriori schermate all’applicazione, invece, clicca sul pulsante Aggiungi Schermo che si trova in alto, mentre per rimuoverle, in caso di ripensamenti, premi sul bottone Rimuovi Schermo adiacente.



Quando lo riterrai opportuno, potrai salvare il progetto dell’applicazione creata selezionando il menu Progetti, che si trova in alto a sinistra, e cliccando sulla dicitura Salva.
Per effettuarne il download sul PC, invece, scegli l’opzione Esporta il progetto selezionato (.aia) nel mio computer, annessa sempre al menu Progetti.

Come creare app Android gratis e guadagnare

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Hai seguito per filo e per segno le mie indicazioni su come creare app per Android gratis e adesso ti piacerebbe capire come distribuirle sul Play Storeguadagnare grazie a esse?
Per riuscirci, devi in primo luogo creare un account come sviluppatore e associare a quest’ultimo il tuo account Google, pagando 25$.



Per compiere l’operazione in questione, collegati a questa pagina Web ed effettua la registrazione su Google Play Console.
Per cui, accedi con il tuo account Google o verifica che quello attualmente in uso sia corretto (in caso contrario, clicca sul collegamento Accedi con un altro account e modificalo), spunta la casella posta sotto la dicitura Accetto il contratto con gli sviluppatori, fai clic sul pulsante Vai al pagamento che si trova in basso, immetti le informazioni relative alla tua carta di credito per il pagamento e, infine, fornisci i dati per creare il tuo account da sviluppatore.

In seguito, provvedi a inviare a Google le applicazioni che hai sviluppato, effettuando l’upload dei relativi file APK.
Provvedi altresì a gestirne i metadati (vale a dire il versionamento e i requisiti di sistema) e la parte commerciale (quindi il titolo, la descrizione ecc.).



Per quanto concerne la possibilità di guadagnare con le tue app, puoi sia scegliere di rendere queste ultime disponibili solo tramite acquisto, previo pagamento di una data somma di denaro, che gratuitamente, inserendovi però all’interno dei banner pubblicitari e andando quindi a racimolare denaro in tal modo.
Un altro sistema che puoi valutare è quello di proporre acquisti in-app.
In questo caso, gli utenti vengono invitati ad acquistare funzioni e/o contenuti aggiuntivi in seguito al download. Per ulteriori dettagli, ti rimando alla consultazione della guida ufficiale di Play Console.

come emulare android su mac



come emulare android su mac

Muori dalla voglia di provare un’applicazione per Android che non è compatibile con il tuo smartphone?
Beh, potresti emulare il sistema operativo di Google sul PC e testarla in questo modo.
Come dici?
Non hai un PC Windows ma un Mac?
Non vedo dove sia il problema.

Con il programma gratuito BlueStacks puoi emulare Android su OS X e testare tutte le applicazioni che desideri sul computer senza passare per il telefonino.
Lo so, detta così può sembrare una cosa difficile, e invece ti è assicuro che è un gioco da ragazzi.
Scopri subito come emulare Android su Mac e provaci tu stesso.



Se vuoi scoprire come emulare Android su Mac, il primo passo che devi compiere è collegarti al sito Internet di BlueStacks e cliccare sul pulsante Download for Mac OS X per scaricare il programma sul tuo computer.

A download completato apri, facendo doppio click su di esso, il file appena scaricato (BlueStacks_AppPlayer-Beta.dmg) e trascina l’icona di BlueStacks nella cartella Applicazioni di OS X per installare l’applicazione sul tuo Mac.



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Per emulare Android su Mac usando BlueStacks, avvia l’applicazione e clicca prima su Apri e poi su Accept, in modo da accettarne le condizioni di utilizzo.
Attendi dunque che il caricamento iniziale finisca (ci vorranno solo pochi secondi) e traduci i menu del programma in italiano selezionando l’icona con il cacciavite e la chiave inglese collocata in basso a destra.
Nella schermata che si apre, recati nel menu Change Language e selezione l’Italiano fra le lingue disponibili per salvare le impostazioni.



Adesso torna al menu iniziale di BlueStacks (cliccando sul logo dell’applicazione) e seleziona una app qualsiasi fra quelle disponibili in Top Charts.
Nella schermata che si apre, clicca su Continue, Avanti e poi su Accedi (se vuoi associare il servizio al tuo account Google) o Crea (per creare un account apposito da utilizzare con BlueStacks).
Compila quindi modulo che ti viene proposto per effettuare il login o creare un nuovo account Google e clicca sul pulsante Termina configurazione per eseguire l’autenticazione.

Ad operazione completata, fai click prima su Continue e poi su Proceed.
Esegui nuovamente l’accesso al tuo account Google, clicca su Accedi, seleziona un dispositivo Android dall’elenco che compare (se disponibile) e fai click su Done per cominciare ad usare BlueStacks.



Se non compare alcuna lista di dispositivi Android e BlueStacks sembra bloccarsi, riavvia l’applicazione cliccando sulla sua icona presente nell’area di notifica di OS X (accanto all’orologio nella barra dei menu) e seleziona la voce Restart dal menu che compare, dopodiché ripeti quest’ultimo passaggio e tutto dovrebbe filare per il verso giusto.

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Ora devi accedere al Google Play Store facendo click prima su Finish e poi su Let’s Go e Continue e potrai finalmente cominciare a installare le tue app Android preferite sul Mac.
Per cercare un’applicazione in BlueStacks, clicca sull’icona della lente d’ingrandimento che si trova in alto a destra, digita il nome della app da trovare e premi il tasto Invio sulla tastiera del Mac per avviare la ricerca.

Seleziona quindi la app da installare, fai click sulla sua icona collocata sotto il logo del Google Play Store (il robottino verde) e clicca prima su Scarica e poi su Accetta e scarica per eseguire download ed installazione del software selezionato.



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Al termine dell’installazione, puoi avviare tutte le app Android che hai scaricato in BlueStacks recandoti nella schermata iniziale del programma, selezionando la voce My apps e cliccando sull’icona dell’applicazione da lanciare.



Per quelle app che presentano problemi di visualizzazione (es.
Ruzzle), imposta la modalità tablet di BlueStacks.
Per farlo, recati nelle impostazioni del programma, seleziona la voce Gestione applicazioni nel menu che compare e metti il segno di spunta accanto alla voce Tablet in corrispondenza dell’icona dell’applicazione che si vede male.

come hackerare un telefono android



come hackerare un telefono android

La mia casella di posta elettronica e i miei account social sono pieni di messaggi in cui mi viene posta sempre la stessa domanda:
quella relativa a come hackerare un telefono Android.
C’è chi, preoccupato per la propria privacy, mi contatta per scoprire come difendersi dagli attacchi dei pirati informatici e chi, invece, spinto da pura curiosità, vorrebbe scoprire quali sono le tecniche che i cosiddetti “cracker” (cioè gli hacker “cattivi”) utilizzano per attaccare gli smartphone delle proprie vittime.

Di fronte a una mole di richieste così ampia non potevo di certo restarmene con le mani in mano, e infatti oggi sono qui per occuparmi dell’argomento e per chiarire tutti i dubbi che si possono avere in merito.
O quasi.



Vedremo prima le “armi” con le quali i malintenzionati spiano e/o comandano più comunemente gli smartphone Android a distanza, dopodiché cercheremo di stilare un insieme di regole per proteggerci da questo tipo di minacce.
Ti assicuro che con un pizzico di buonsenso si riescono ad ottenere ottimi risultati e a dormire sonni relativamente tranquilli.
Insomma, la sicurezza assoluta non esiste, né su Android né su qualsiasi altra piattaforma software, ma se si utilizza il proprio smartphone in maniera attenta si possono scongiurare un bel po’ di rischi.
Continua a leggere per saperne di più.

App per hackerare un telefono Android

Cominciamo con una rapida selezione delle app e delle tecniche utilizzate dai malintenzionati per hackerare un telefono Android.
D’altronde solo conoscendo il “nemico” si può imparare a contrastarlo efficacemente.



Applicazioni per il parental control e app anti-furto

Anche se realizzate per scopi leciti, le applicazioni per il parental control possono essere facilmente “piegate” al volere dei malintenzionati.
Questo perché includono tutto il necessario per tracciare le attività degli utenti (monitorano la navigazione Internet, le chiamate, le applicazioni utilizzate ecc.) e spesso sono in grado di nascondersi dagli occhi dell’utente rimuovendo le loro icone dalla home screen e dal drawer di Android.

Di applicazioni per il parental control ce ne sono tantissime, anche in ambito free, e il loro funzionamento è davvero alla portata di tutti:
basta installarle, configurarle e poi fanno tutto da sole consentendo un monitoraggio e/o un controllo dello smartphone da remoto.
Fra le app per il parental control più “quotate” del momento ci sono Screen Time, Mobile Fence e Qustodio di cui ti ho parlato ampiamente nei miei post su come spiare Android e come spiare cellulare Android.



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Altre applicazioni alla portata di tutti, che sono perfettamente lecite ma possono essere usate dai malintenzionati per monitorare uno smartphone da remoto, sono quelle antifurto.
Con le applicazioni anti-furto, infatti, è possibile localizzare un telefono da remoto, comandarlo tramite SMS, realizzare foto e video da remoto e molto altro ancora senza che l’utilizzatore del device si accorga di nulla.



Tra le applicazioni anti-furto più popolari in ambito Android ci sono Lost Android che è completamente gratuita e Cerberus che invece costa 4,99 euro dopo una settimana di prova gratis.
Ti ho illustrato il loro funzionamento nei miei tutorial su come ritrovare il cellulare Android e

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Applicazioni-spia

Se le applicazioni per il parental control e le applicazioni anti-furto nascono con finalità lecite ma possono essere “piegate” al volere dei malintenzionati, ci sono applicazioni – fortunatamente più difficili da usare e configurare – che hanno come scopo principale proprio quello di hackerare e/o spiare i dispositivi Android.
Attenzione, non si tratta di app “cattive” di per sé, infatti possono essere usate anche per scovare vulnerabilità di sicurezza e/o per testare la sicurezza dei propri device, ma come facilmente immaginabile spesso vengono usate per finalità meno nobili.

Tra le applicazioni di questo genere ti segnalo AndroRat che permette di monitorare e comandare Android da remoto “catturando” i messaggi che vengono inviati o ricevuti sullo smartphone, localizzando il terminale su una mappa, attivando la fotocamera, catturando il suono dal microfono e molto altro ancora.



Molto potenti sono anche cSploit che permette di rilevare le vulnerabilità di Android e di sfruttarle per accedere da remoto agli smartphone e DroidSheep, che invece serve a “catturare” le comunicazioni di Facebook, Twitter e altri social media.

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Come già detto, nessuna di queste app può essere utilizzata senza avere un minimo di dimestichezza in materia di sicurezza informatica, quindi non si tratta di soluzioni particolarmente diffuse, ma è bene conoscerle per sapere come contrastarle al meglio.
E qui comincia la seconda parte del nostro tutorial.

Come difendersi

Come abbiamo appena visto insieme, hackerare un telefono Android non è impossibile.
Purtroppo non lo è.
Tuttavia adottando delle misure preventive adeguate si può riuscire a ridurre il rischio di intrusioni al minimo.
Quali sono le misure preventive di cui parlo?
Tranquillo, nulla che tu non possa fare da solo.
Si tratta di misure semplicissime, di puro, buonsenso che non richiedono né l’intervento di un tecnico né conoscenze avanzate nell’ambito della sicurezza informatica.



Verificare i permessi di amministrazione delle app

La prima misura preventiva che ti consiglio di adottare è verificare, di tanto in tanto, che sul tuo smartphone non ci siano applicazioni sospette a cui sono stati concessi i permessi di amministrazione.

Come già sottolineato in precedenza, le app-spia per Android si nascondono, nella maggior parte dei casi non si fanno vedere né nella home screen né nel drawer del sistema, ma questo non significa che siano impossibili da rintracciare.
Se ci si reca nel pannello delle impostazioni di Android e si controlla la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il sistema, spesso si riesce a individuarle (e quindi ad eliminarle).



Per scoprire la lista delle applicazioni che hanno il permesso di controllare il tuo smartphone, recati nel menu Impostazioni > Sicurezza > Amministratori dispositivo di Android.
Se fra le applicazioni in elenco ce ne sono alcune sospette (cioè alcune che non hanno a che fare con il sistema operativo e sei sicuro di non aver installato in prima persona), disattivale e provvedi a rimuoverle dallo smartphone.

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Se utilizzi una versione di Android pari o superiore alla 6.0, puoi controllare anche quali applicazioni hanno il diritto di modificare le impostazioni di sistema.
Per farlo, recati nel menu Impostazioni > App di Android, premi sull’icona dell’ingranaggio che si trova in alto a destra e seleziona la voce Modifica impostazioni di sistema dalla schermata che si apre.

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Se tra le applicazioni in elenco ne trovi qualcuna che non fa riferimento a servizi di sistema e/o non hai installato in prima persona, provvedi subito a disattivarla e a rimuoverla dallo smartphone.

Controllare i processi in esecuzione sul telefono

Se nelle impostazioni di Android non hai trovato app sospette, ma temi ugualmente che il tuo telefono sia sotto controllo, prova a controllare la lista di tutti i processi in esecuzione su Android tramite System Monitor Lite.



Come si intuisce abbastanza facilmente anche dal suo nome, System Monitor Lite è un task manager gratuito per Android che permette di scoprire tutti i processi (e quindi tutte le app) in esecuzione sullo smartphone.
Per utilizzarla, avviala, premi sull’icona che si trova in alto a sinistra e seleziona la voce Top apps dalla barra che compare di lato.

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Se tra le applicazioni in esecuzione sul telefono ce ne sono alcune “sospette”, cerca su Google il nome del processo ad esse relativo e, se i tuoi sospetti sono confermati, provvedi subito a rimuovere la app “incriminata” dal dispositivo.

Utilizzare un antimalware

Che tu abbia o meno il sospetto che qualcuno ti stia spiando, ti consiglio caldamente di installare un antimalware per Android.
Come mai?
Te lo spiego subito.
Installando un antimalware per Android, potrai scoprire facilmente se sul tuo smartphone ci sono delle app malevole e/o se qualche app nasconde al suo interno un meccanismo per rubarti dati e informazioni.



Ci sono tanti antimalware per Android.
Io personalmente ti consiglio Avast Mobile Security che è completamente gratuito e molto facile da usare, ma ce ne sono anche altri che vale la pena prendere in considerazione:
te ne ho parlato nel mio post sugli antivirus per Android.

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Spiegare come funzionano gli antimalware (o “antivirus”) per Android è pressoché superfluo:
una volta installati sul telefono, controllano tutte le app presenti sul dispositivo e monitorano lo stato del sistema in tempo reale (scansionando tutte le nuove applicazioni installate sul terminale).
Se qualche app viene riconosciuta come “sospetta”, cioè pericolosa per la privacy o la sicurezza, viene immediatamente bloccata.

Rimuovere il root (se non ritenuto necessario)

Come ti ho spiegato nel mio tutorial su come effettuare il root su Android (e come probabilmente già saprai), il root è una procedura mediante la quale è possibile ottenere i permessi di amministrazione su Android e quindi è possibile modificare più a fondo il comportamento del sistema operativo.
Si tratta di una risorsa molto utile – ammesso che si sappia bene dove mettere le mani e si abbia bisogno di app che non funzionano senza il root – ma rappresenta anche un potenziale rischio.



Avere uno smartphone sbloccato tramite root, espone infatti il dispositivo all’installazione di app, comprese le applicazioni spia, che possono agire in maniera indisturbata sugli aspetti più profondi del sistema.
Alla luce di ciò, se tu non hai bisogno del root in quanto non sei un utente particolarmente esperto e/o non utilizzi applicazioni che lo richiedono, faresti meglio a rimuoverlo.

Per scoprire come rimuovere il root da Android, vai su Google e cerca la procedura più adatta al tuo smartphone (es.
“come rimuovere il root da Samsung Galaxy S7”).
In genere basta aprire SuperSU e selezionare l’opzione per l’unroot completo dalla scheda impostazioni, ma per andare sul sicuro è meglio cercare la procedura specifica per il proprio modello di smartphone.



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Disattivare l’installazione di app provenienti da origini sconosciute

Una volta disattivato il root, il rischio più grande proviene dalle applicazioni installate dalle fonti esterne al Play Store, laddove è molto facile imbattersi in malware e applicazioni-spia di vario genere.



Per aumentare il livello di sicurezza del tuo smartphone e quindi ridurre il rischio di imbatterti in app malevole, recati nelle impostazioni di Android, seleziona la voce Sicurezza dalla schermata che si apre e, se attiva, disattiva la levetta che si trova accanto all’opzione Origini sconosciute.
In questo modo, sullo smartphone si potranno installare solo le applicazioni che provengono dal Google Play Store (che sono generalmente sicure) e non più quelle scaricate da altre fonti.

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Aggiornare Android

Per hackerare un telefono Android, i malintenzionati possono sfruttare eventuali falle di sicurezza presenti nel sistema operativo; falle che possono essere corrette solo aggiornando Android all’ultima versione disponibile.

Se non l’hai ancora fatto, recati dunque nelle impostazioni del tuo smartphone, seleziona le vociInfo sul telefono e Aggiornamenti di sistema e verifica se è disponibile una versione più recente del sistema operativo (che potrebbe correggere eventuali falle di sicurezza e quindi potrebbe rendere più sicuro il telefono).



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Se qualche passaggio non ti è chiaro, consulta la mia guida su come aggiornare Android facilmente in cui ti ho spiegato come aggiornare tutti i device equipaggiati con il sistema operativo del robottino verde.



Proteggere l’accesso al telefono

Per quanto possa sembrare banale, una delle misure di sicurezza più efficaci per evitare il monitoraggio del proprio smartphone è proteggere in maniera sicura l’accesso al dispositivo.
Questo significa utilizzare un PIN sicuro o una sequenza di sblocco complessa (associati, se possibile, all’impronta digitale).

Per impostare un PIN o una sequenza di sblocco su Android, non devi far altro che recarti nel menu Impostazioni > Blocco schermo del telefono e selezionare l’opzione per aggiungere un PIN o una sequenza di sblocco al sistema.



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Non utilizzare le reti Wi-Fi pubbliche

Un altro consiglio che mi sento di darti è quello relativo alle reti Wi-Fi pubbliche:
a meno che tu non ne abbia strettamente bisogno, evita l’utilizzo delle reti Wi-Fi pubbliche (che possono essere più facilmente attaccate dai malintenzionati per captare dati e comunicazioni degli utenti) e affidati alla rete 3G/4G del tuo operatore.



Ripristinare Android

Infine, se arrivato a questo punto hai ancora il sospetto che qualcuno stia spiando/controllando il tuo telefono da remoto, prendi la situazione in mano e provvedi a formattare il tuo smartphone riportando Android allo stato di fabbrica.
In questo modo cancellerai tutte le app presenti nel sistema (comprese, eventualmente, quelle spia) e potrai usare un device “pulito”.

Se non sai come ripristinare Android e/o vuoi dei consigli su come preparare l’intera operazione, dà un’occhiata al tutorial che ho dedicato all’argomento:
lì puoi trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno.



come ottimizzare android



come ottimizzare android

Il tuo smartphone Android comincia a dare segni di cedimento?
L’apertura delle applicazioni sta diventando sempre più lenta e snervante?
Ti prego, prima di scaraventare il dispositivo dalla finestra e correre in negozio ad acquistarne un altro prova a ottimizzare Android seguendo i consigli che sto per darti.

Miracoli non te ne posso promettere, questo mi sembra chiaro, però con un pizzico di fortuna potresti migliorare le prestazioni del tuo device più di quanto immagini.
Il segreto – se così vogliamo chiamarlo – sta nell’individuare i processi che occupano più risorse hardware (quindi che consumano più RAM e CPU) e cancellarli, oppure sostituirli con delle alternative più “leggere”.



Ti assicuro che non è un’operazione complessa.
Magari richiederà un po’ di tempo per essere portata a termine, questo è vero, ma non bisogna essere degli esperti per ottenere risultati apprezzabili, te lo prometto! A questo punto, direi dunque di non perderci più in chiacchiere e passare subito all’azione.
Qui sotto trovi tutto quello di cui hai bisogno:
gli strumenti per scoprire le applicazioni colpevoli del rallentamento del tuo Android e le istruzioni necessarie per utilizzarli al meglio.
In bocca al lupo!

Cancellare applicazioni superflue

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A volte i consigli più banali sono anche quelli più efficaci.
Ecco il motivo per il quale, prima di passare al resto, ti invito ad analizzare tutti i processi in esecuzione sul tuo smartphone/tablet e di disinstallare le applicazioni superflue.
Per “applicazioni superflue” intendo tutte quelle app che non utilizzi e che, quindi, se costantemente in esecuzione, potrebbero occupare inutilmente RAM e CPU (oltre che spazio sul disco).



Per avere una panoramica completa sullo stato del sistema e scoprire quali sono le app che “consumano” di più, rivolgiti a dei task manager come System Monitor Lite.

System Monitor Lite è completamente gratis (nella sua versione base) e ha un’interfaccia molto intuitiva che rende molto semplice l’individuazione delle applicazioni che consumano più risorse.
Per utilizzarla, scaricala dal Play Store, avviala e seleziona la voce Top app dalla barra laterale di sinistra (alla quale puoi accedere premendo sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra).



A questo punto, premi sulla voce RAM o sulla voce CPU per ordinare le applicazioni in base al loro consumo di RAM o al loro “peso” sul processore e individua quelle di cui puoi fare a meno.
Per disinstallare un’applicazione che ritieni superflua, seleziona il suo nome e premi sul pulsante Disinstalla presente nella schermata che si apre (oppure vai nel menu Impostazioni > App di Android).

System Monitor Lite non consuma molte risorse in quanto non esegue un monitoraggio del sistema in tempo reale.
O meglio, la sua funzione di monitoraggio in real-time è disabilitata di default.
Per verificare tale impostazioni puoi andare nel menu impostazioni della app (l’icona dell’equalizzatore collocata in alto a destra) e selezionando la voce Monitoraggio in background dalla schermata che si apre.



Un’altra applicazione che potrebbe aiutarti a individuare le applicazioni che consumano più risorse Watchdog, la quale, a differenza di System Monitor Lite, ha bisogno di monitorare costantemente il sistema per svolgere il proprio lavoro.

Dopo aver controllato lo stato di Android per qualche ora, la app è in grado di rivelare comportamenti anomali da parte delle applicazioni (quindi se c’è un consumo abnorme di RAM o CPU) e permette di visualizzare una lista delle app che consumano più CPU.
Il mio consiglio è quello di installare Watchdog, utilizzarla per un paio di giorni per vedere se c’è qualcosa che non va e poi disinstallarla (in modo da liberare ulteriori risorse di sistema).



Mi raccomando, non disinstallare mai applicazioni di sistema come Google Play Services o altri processi collegati ai servizi di “big G”.
Potresti compromettere il corretto funzionamento del Play Store e di tutte le applicazioni targate Google.

Ridurre l’uso dei widget

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I widget possono essere molto utili.
Spesso contribuiscono a rendere più gradevole la home screen di Android, tuttavia il loro utilizzo andrebbe dosato in maniera intelligente.
Diciamo pure centellinato.

Utilizzare dei widget è un po’ come avere delle “mini-applicazioni” sempre in esecuzione, e questo può impattare in maniera negativa sia sulla reattività del device sia sull’autonomia della batteria.
Questo vuol dire che se vuoi ottimizzare Android devi “far fuori” tutti i widget che non sono di importanza “vitale” per le tue attività quotidiane.



Se non sai come cancellare un widget, tieni il dito premuto su di esso per qualche secondo e trascinalo sull’icona Rimuovi che compare in alto.
Tutto qui!

Ottimizzare animazioni e launcher

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Le animazioni rendono più piacevole l’utilizzo dei nostri device, ma solo quando le risorse hardware sono in grado di supportarle appieno.



Se hai uno smartphone piuttosto datato (o comunque non molto “dotato” sotto il punto di vista tecnico) puoi rendere Android più reattivo velocizzando o addirittura disattivando le animazioni della sua interfaccia utente.

Per compiere quest’operazione, vai nel menu impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio), seleziona la voce Info sul telefono dal menu che si apre e fai “tap” su Numero build per 7 volte consecutive.
In questo sbloccherai le impostazioni da sviluppatore, le quali consentono anche di velocizzare o disattivare le animazioni di sistema.



Ad operazione completata, recati nel menu Impostazioni > Opzioni sviluppatore e modifica i seguenti valori.

  • Scala animazione finestra – imposta il valore su 0,5x per velocizzare l’animazione delle finestre o su Animazione disattivata per disattivarla completamente.
  • Scala animazione transizione – imposta il valore su 0,5x per velocizzare gli effetti di transizione o su Animazione disattivata per disattivarli completamente.
  • Scala durata animatore – imposta il valore su 0,5x per velocizzare l’animazione o su Animazione disattivata per disattivarla completamente.

Utilizzi uno smartphone o un tablet equipaggiato con una versione “personalizzata” di Android?
In questo caso potresti sostituire il launcher del tuo dispositivo, ossia il programma che gestisce la home screen di Android, con un’alternativa più leggera.
Eccone alcune fra le migliori.



  • Google Now Launcher – è il launcher ufficiale di Google.
    Consuma poche risorse e si integra alla perfezione con tutti i servizi di “big G”.
  • Nova Launcher – è uno dei launcher alternativi più “quotati” del momento.
    È molto fluido anche sui terminali meno potenti e offre tante funzioni interessanti.
  • Smart Launcher – un ottimo launcher, molto leggero, che organizza automaticamente le app in base alla loro categoria di appartenenza.
  • Zeam Launcher – launcher minimalista ispirato alle vecchie versioni del sistema operativo di casa Google.
  • SickSky Launcher – un launcher ancor più minimalista prodotto dagli stessi sviluppatori di Zeam Launcher.
  • Apus Launcher – un launcher abbastanza leggero, ricco di funzioni interessanti (anche se a mio modesto avviso inferiore a Nova).

Per cambiare il tuo launcher con una delle app scaricate dal Play Store, recati nel menu Impostazioni > Home page di Android e metti il segno di spunta accanto al nome del launcher che intendi utilizzare.

Da sottolineare che molti launcher hanno delle impostazioni separate per regolare la velocità delle loro animazioni.
Dovrai modificare anche quelle oltre alle impostazioni di sistema, che abbiamo visto prima.



Un altro consiglio che mi sento di darti è quello di disattivare gli sfondi animati.
I wallpaper animati sono molto belli da vedere, è vero, ma consumano moltissima batteria e possono avere degli effetti negativi sulle prestazioni di Android.
Per liberartene, cancellali dal menu Impostazioni > App di Android e sostituiscili con degli sfondi statici attraverso il menu Impostazioni > Display > Sfondo.

Effettuare una scansione anti-malware

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Nonostante tu abbia messo in pratica tutti gli accorgimenti di cui sopra, il tuo smartphone continua ad andare lento come una lumaca?
La colpa potrebbe essere di un malware.

Android, come sicuramente ben saprai, è più “aperto” rispetto a Windows Phone e iOS.
Le applicazioni si possono scaricare anche da fonti esterne rispetto al Play Store e questo, unito al fatto che si tratta della piattaforma software più diffusa in ambito smartphone, ha reso il sistema operativo del robottino verde un bersaglio molto ghiotto per i fabbricanti di malware.



Se di recente hai scaricato qualche applicazione al di fuori del Play Store ufficiale, installa subito un antivirus per Android (ce ne sono tantissimi gratuiti) ed effettua una scansione del sistema.
Probabilmente scoprirai che a rendere il tuo dispositivo inutilizzabile era un malware!

Ibernare le applicazioni

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Se hai sbloccato il tuo dispositivo tramite la procedura di root (leggi la mia guida su come effettuare il root su Android se vuoi saperne di più) puoi ottimizzare Android e diminuire il consumo di batteria ibernando le applicazioni.



Ibernare un’applicazione significa bloccarne automaticamente l’esecuzione quando il telefono è in stand-by (quindi con lo schermo spento) ed evitare che quest’ultima consumi risorse preziose.
La migliore app che consente di compiere quest’operazione si chiama Greenify, te ne ho parlato approfonditamente nel mio tutorial su come ibernare app Android.

Altra applicazione che potrebbe tornarti utile in tal senso è Wakelock Detector, la quale monitora costantemente il sistema per scoprire quali sono le app che “svegliano” la CPU quando il telefono è in stand-by.
Trovi maggiori dettagli sul suo funzionamento nel mio post su come risparmiare batteria Android.



Ripristinare Android

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Quando la situazione sembra davvero disperata, ossia quando nessuno dei rimedi sopracitati riesce a fare effetto, l’unica soluzione alla quale si può ricorrere è formattare il proprio device.



Se non sai come resettare Android per riportare il sistema allo stato di fabbrica, consulta la mia guida dedicata all’argomento.
In essa troverai tutte le informazioni (e le app) di cui hai bisogno per tentare un salvataggio in extremis del tuo smartphone/tablet.

Installare una ROM personalizzata

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Hai mai sentito parlare di ROM personalizzate?
Si tratta di versioni modificate di Android che spesso risultano più ottimizzate di quelle ufficiali e includono numerose funzionalità extra.
Se hai già una certa dimestichezza con la procedura di root, l’utilizzo di recovery personalizzate ecc.
prendi seriamente in considerazione l’idea di installarne una, potrebbe riportare il tuo smartphone/tablet a nuova vita.
Dovrebbe bastarti una ricerca su Google (es.
best custom rom for [modello smartphone]) per trovare le ROM personalizzate compatibili con il tuo device.



Se, al contrario, non sei ancora molto pratico di questi argomenti, ti sconsiglio caldamente di installare una ROM personalizzata.
Potresti rischiare il “brick” (ossia la rottura) del tuo dispositivo.
Rivolgiti piuttosto a un tuo amico più esperto e cercate una soluzione insieme.

Consigli sparsi

Per concludere, lascia che ti fornisca qualche suggerimento “sparso” per ottimizzare Android, o meglio, per non peggiorare ulteriormente le prestazioni del tuo dispositivo.



  • Aggiorna Android – ricordati sempre di aggiornare Android all’ultima versione disponibile.
    In questo modo avrai un sistema più sicuro e, si spera, più veloce.
    Per maggiori informazioni su questa procedura leggi la mia guida sull’aggiornamento di Android.
  • Non utilizzare task killer automatici – anche se inizialmente possono sembrare efficaci, le applicazioni che forzano automaticamente la chiusura dei processi che (secondo loro) consumano troppa CPU o RAM sono controproducenti.
    Costringono, infatti, il sistema operativo a ricaricare interamente le app terminate e quindi a consumare più risorse.
  • Non forzare la chiusura delle app manualmente – per la stessa ragione di cui sopra, spesso è superfluo forzare la chiusura di un’applicazione rimuovendola dal menu del multi-tasking.
    Ricorri a questa procedura solo se la app in questione si è bloccata e non vuole più saperne di funzionare.
  • Non fare overclock (se non ne sei in grado) – su Internet ci sono molte guide legate all’overclocking dei dispositivi Android.
    Se non sei esperto in questo genere di cose, mi raccomando, desisti di fronte alla tentazione di spingere le prestazioni del tuo smartphone oltre il limite.
    Rischieresti di fare solo danni.

come riavviare android



come riavviare android

Ogni tanto anche gli smartphone Android possono bloccarsi e, molte volte, l’unico modo per sbloccarli è riavviare il sistema.
Tu sai come si fa, giusto?
No?! Allora dobbiamo rimediare subito.
Prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri subito come riavviare un device Android in maniera corretta.

Qui sotto trovi tutte le indicazioni di cui hai bisogno. Vedremo prima come come riavviare Android in maniera tradizionale (anche se questo dovresti saperlo già fare!), poi ci occuperemo del riavvio forzato dei dispositivi bloccati e infine ti farò fare la conoscenza di alcune app che permettono di spegnere e riavviare lo smartphone senza l’ausilio di tasti fisici:
una soluzione perfetta se il tasto di accensione del telefono è rotto o non funziona più bene.



Le indicazioni presenti nel tutorial valgono per la maggior parte dei terminali Android e per tutte le versioni più diffuse del sistema operativo del robottino verde.
Che altro dire?
Buona lettura e buon divertimento! Mi auguro vivamente che questi suggerimenti possano aiutarti a sistemare piccoli fastidi e noie che incontri nell’utilizzo quotidiano del tuo smartphone (o anche del tuo tablet).

Riavvio standard di Android

Per completezza d’informazione comincerei questo tutorial dalla modalità di riavvio standard di Android, quella che tecnicamente viene chiamata anche soft reset.



Per riavviare un telefono Android che funziona correttamente – ma probabilmente già lo saprai – non bisogna far altro che premere il tasto di accensione per qualche secondo, selezionare la voce Spegni che compare al centro dello schermo e attendere che il dispositivo si spenga completamente. Dopodiché bisogna riaccendere lo smartphone tenendo premuto il tasto di accensione per qualche secondo e il gioco è fatto.

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Riavvio forzato di Android

Se vuoi sapere come riavviare Android perché il tuo smartphone si è bloccato e/o non risponde più ai comandi, puoi provare a forzare il suo riavvio tenendo premuto per circa dieci secondi il tasto Power del telefono (ossia il tasto di accensione del terminale).
Il device dovrebbe spegnersi completamente e quindi dovresti essere in grado di riaccenderlo.

Se con il solo tasto di accensione non riesci a riavviare forzatamente lo smartphone, prova ad usare varie combinazioni di tasti (es.
Power+Volume – oppure Power+Home) tenendole premute per 5–10 secondi oppure, se hai uno smartphone con batteria rimovibile, rimuovi la batteria e reinseriscila.



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App per riavviare Android

Il tasto di accensione del tuo smartphone si è rotto?
Non disperare, esistono delle app che consentono di spegnere e riavviare Android mediante l’utilizzo di pulsanti virtuali visualizzati sullo schermo del dispositivo.
Purtroppo necessitano tutte dei permessi di root, quindi funzionano solo se hai effettuato il root su Android, ma una volta superato questo piccolo “ostacolo” puoi utilizzarle senza il benché minimo problema.



Fra le migliori app per riavviare Android senza usare tasti fisici c’è Simple Reboot che è completamente gratuita e include tante funzionalità interessanti.
Permette non solo di riavviare lo smartphone, ma anche di  spegnerlo completamente, effettuare un soft remoto o riavviare il dispositivo in modalità provvisoria.

Per installare Simple Reboot sul tuo smartphone, cerca l’applicazione nel Play Store e premi sui pulsanti InstallaAccetto.
Ad installazione completata, premi sull’icona di Simple Reboot (che per comodità puoi copiare in home screen semplicemente tenendo il dito premuto su di essa e posizionandola nel punto dello schermo che preferisci) e scegli una delle tante opzioni disponibili.



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  • Shutdown – spegne completamente il telefono.
  • Reboot – riavvia lo smartphone normalmente.
  • Soft Reboot – riavvia Android in maniera “leggera”, cioè senza interrompere l’alimentazione energetica del telefono e senza uscire dal sistema operativo.
  • Reboot to recovery – riavvia il telefono ed entra nella Recovery.
    Se non sai di cosa si tratta, leggi il mio tutorial su come effettuare il root su Android in cui ti ho spiegato cos’è la Recovery e a cosa serve.
  • Reboot to the bootloader – riavvia il telefono ed entra nel boot loader. Maggiori info sul boot loader sono altresì disponibili nel mio tutorial dedicato al root.
  • Reboot into safe mode – riavvia il telefono in modalità provvisoria, quindi senza caricare le applicazioni di terze parti.
    Per ritornare alla versione standard di Android bisogna spegnere e riaccendere il telefono.

Se non hai eseguito il root sul tuo Android Phone, puoi rivolgerti ad un’altra applicazione, denominata Fast Reboot, che consente di eseguire una sorta di riavvio soft dello smartphone chiudendo tutte le applicazioni e i processi in esecuzione (non è proprio come spegnere il device, ma può essere utile in alcune circostanze). Per utilizzare Fast Reboot non devi far altro che scaricare la app sul tuo telefonino e premere sulla sua icona:
fa tutto da sola, mostrando al termine del “riavvio” un resoconto con l’elenco di tutte le app e tutti i processi terminati.



Riavviare Android per cambiare utente

A partire dalla versione 4.2 su tablet e dalla versione 5.0 su smartphone, Android supporta la configurazione multi-utente.
Ciò significa che è possibile configurare più account utente (e più account Google) sullo stesso device avendo la possibilità di passare da un profilo all’altro in qualsiasi momento.

Se hai configurato più account sul tuo smartphone (basta recarsi nel menu Impostazioni > Utenti e premere sul pulsante Aggiungi utente) e vuoi sapere come riavviare il sistema per passare da un profilo all’altro, sappi che è facilissimo, non c’è nemmeno bisogno di riavviare completamente il sistema.



Tutto quello che devi fare è espandere il menu delle notifiche di Android (effettuando uno swipe dalla cima dello schermo verso il basso), premere sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e selezionare l’account utente da utilizzare.
Android si preparerà per qualche secondo al cambio di profilo e caricherà tutte le app e tutte le preferenze relative a quest’ultimo.

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Per tornare al profilo utente iniziale, stesso discorso:
espandi il menu delle notifiche di Android, premi sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e seleziona l’account da utilizzare.

Come resettare Android

Android è diventato tremendamente lento? Le app vanno continuamente in crash?
Forse anziché un riavvio, dovresti effettuare un ripristino completo del tuo smartphone.
Ripristinando il tuo telefono puoi cancellare tutte le app e i dati conservati su quest’ultimo e riportare le condizioni del sistema allo stato di fabbrica.



Si tratta di una soluzione abbastanza drastica, lo so, ma a volte è l’unica che funziona per risolvere i problemi di prestazioni di Android.
Se vuoi saperne di più leggi la mia guida su come resettare Android in cui ti ho illustrato tutti i passaggi da compiere (inclusi quelli importantissimi relativi al backup dei dati che poi andranno persi).