come spostare applicazioni android su sd



come spostare applicazioni android su sd

Hai installato talmente tante app che la memoria del tuo smatphone sta per “scoppiare”?
È una situazione piuttosto comune, non disperare.
Ti assicuro che in un modo o nell’altro riuscirai a risolvere il problema.
Il primo consiglio che mi sento di darti è quello di disinstallare tutte le app che non utilizzi spesso, ma se hai un dispositivo dotato di memoria espandibile puoi percorrere anche un’altra strada:
puoi spostare le applicazioni dalla memoria principale del telefono alla microSD e continuare a utilizzarle senza visualizzare più quei fastidiosi errori relativi alla “memoria insufficiente” del dispositivo.

Per spostare le applicazioni sulle microSD, basta recarsi nelle impostazioni di Android, selezionare le app da trasferire e premere sul pulsante “Sposta in scheda SD”.
L’unico problema è che quest’opzione non è sempre disponibile, ci sono alcune app che possono essere installate solo sullo storage interno dello smartphone… a meno di non effettuare il root su Android.



Sottoponendo il tuo smartphone alla procedura di root (cioè ottenendo i privilegi da amministratore) puoi forzare il trasferimento delle app sulle microSD anche quando normalmente questo non sarebbe possibile.
Ti va di saperne di più? Bene, allora prenditi cinque minuti di tempo libero e scopri come spostare applicazioni Android su SD grazie alle indicazioni che sto per darti, le quali valgono per tutte le versioni più diffuse di Android e i device di tutte le principali marche (compresi i tablet).

Procedura standard per spostare app su SD

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Android include “di serie” una funzione che consente di trasferire le app dalla memoria del telefono alla scheda SD.
Tuttavia funziona solo in pochi casi, ossia solo per quelle applicazioni che prevedono lo spostamento su memory card esterna ma di default vengono salvate sull’unità interna dello smartphone.

Per spostare applicazioni Android su SD usando solo le opzioni previste naturalmente dal sistema operativo, recati nella schermata delle Impostazioni (l’icona dell’ingranaggio) e seleziona la voce App  (oppure Gestione applicazioni) dal menu che compare.
Dopodiché premi sulla scheda Tutte (in alto) e scegli l’applicazione che vorresti far “traslocare”.



A questo punto, se l’opzione è disponibile, premi sul pulsante Sposta in scheda SD e attendi che Android completi lo spostamento della “app”.
Ti accorgi che l’applicazione è terminata quando al posto del pulsante che hai premuto compare l’opzione Sposta in telefono.

Se l’opzione Sposta in scheda SD non è disponibile può significare che l’applicazione selezionata è già presente sulla SD del telefono; che normalmente non prevede l’opzione di spostamento, oppure che la versione di Android con cui è equipaggiato il tuo terminale non prevede naturalmente questa funzione.



Come forzare lo spostamento delle app su SD

Adesso invece vediamo come spostare applicazioni Android su SD in maniera forzata, procedura abbastanza semplice da compiere ma che richiede un paio di operazioni preliminari leggermente impegnative.

  • Eseguire il root sullo smartphone o sul tablet in uso.
  •  Creare una partizione secondaria sulla microSD che funga da estensione della memoria dello smartphone.
  • Attivare il debug USB sul telefono o sul tablet.
  • Installare l’applicazione gratuita Link2SD dal Play Store, la quale permette di forzare lo spostamento delle app sulle microSD.
  • Qui sotto trovi le istruzioni necessarie a portare a termine tutte le operazioni di cui ti ho appena parlato. Segui attentamente tutti i passaggi e non dovresti avere problemi.



    Effettuare il root

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    Il root è una procedura mediante la quale si ottengono i permessi da amministratore su Android.
    Ciò consente di utilizzare applicazioni come Link2SD, le quali permettono di agire in maniera profonda sulle impostazioni di sistema bypassando le restrizioni standard di Android.



    La procedura di root non è particolarmente complessa, tuttavia varia da dispositivo a dispositivo e necessita di un po’ di tempo per essere portata a termine.
    Inoltre può comportare la cancellazione completa delle app e dei dati presenti sul device.
    Se vuoi saperne di più consulta la mia guida su come effettuare il root su Android, lì trovi spiegato tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

    Come partizionare la microSD

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    Per creare una partizione secondaria sulla tua microSD puoi utilizzare il software gratuito MiniTool Partition Wizard Home Edition per Windows.
    Collegati dunque al sito Internet dell’applicazione e provvedi a scaricarla sul tuo PC cliccando prima sul pulsante From Cnet collocato accanto alla voce Free edition e poi sul bottone Download Now.

    A download completato, avvia il pacchetto d’installazione del software (es. pwfree9.exe) e clicca in sequenza su Next cinque volte consecutive, Install e Finish per portare a termine il setup.



    Adesso avvia MiniTool Partition Wizard, clicca con il tasto destro del mouse sulla voce relativa alla partizione principale della microSD (che devi aver inserito nel computer tramite un apposito adattatore) e seleziona l’opzione Move/Resize dal menu che compare.

    Nella finestra che si apre, utilizza la barra collocata sotto la voce Size and location per specificare le dimensioni da assegnare a ciascuna delle due partizioni della scheda (ti consiglio di mantenere un rapporto 60%/40%) e clicca prima su OK e poi su Apply (in alto a sinistra) e Yes per applicare i cambiamenti.



    Successivamente, fai click destro sulla voce Unallocated comparsa accanto all’icona della microSD e scegli l’opzione Create dal menu che compare. Dopodiché premi su Yes, imposta la voce Primary nel menu a tendina Create As, la voce EXT3/EXT4 nel menu File System, seleziona tutto lo spazio libero a disposizione sulla scheda (sempre tramite la barra Size and location) e clicca in sequenza su OKApply e Yes per applicare i cambiamenti.

    Alla fine dovrai ottenere una microSD con due partizioni primarie:
    una in FAT/FAT32 più grande e una in EXT3/EXT4 più piccolina.



    Attivare il debug USB

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    Il debug USB è una modalità speciale che permette di collegare i device Android al PC avendo un accesso più “profondo” al sistema.
    È usata dalla maggior parte dei software per il root e anche da applicazioni come Link2SD.
    Puoi attivare il debug USB sul telefono andando nelle impostazioni di Android e attivando l’apposita opzione presente nel menu Opzioni sviluppatore.



    Per far comparire il menu con le opzioni di sviluppo, potrebbe essere necessario andare nelle impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio), selezionare la voce Info sul telefono e premere per sette volte consecutive sulla dicitura Numero buid.

    Come spostare le applicazioni su microSD in maniera forzata

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    Una volta modificata la microSD come appena visto insieme, puoi reinserire la scheda nel telefono e passare all’installazione di Link2SD. Al suo primo avvio, la app ti chiederà qual è il file system che hai utilizzato per la memory card: seleziona l’opzione EXT3/EXT4 e premi OK per andare avanti. Autorizza quindi la app in SuperSu o SuperUser per concederle i permessi di root (premendo sul pulsante Concedi) e, se richiesto, riavvia il telefono premendo sull’apposita opzione.

    A questo punto puoi procedere liberamente al trasferimento delle tue app sulla microSD.
    In che modo?
    Te lo spiego subito.
    Tutto quello che devi fare è avviare Link2SD, selezionare il nome della app che vuoi trasferire sulla scheda SD e premere prima sul pulsante Sposta su scheda SD e poi su OK.
    Facile, vero?



    Alcune applicazioni di sistema potrebbero avere il pulsante per il trasferimento su SD disabilitato.
    In casi come questi puoi ricorrere alla funzione dei link simbolici che spostano in maniera forzata i dati delle app facendo credere al sistema che questi ultimi siano ancora nella loro posizione originaria.
    Per utilizzarla, premi sul pulsante Collegamento a scheda SD, seleziona tutte le voci disponibili nella schermata che si apre e premi OK per completare la procedura.

    Esiste ache una versione a pagamento di Link2SD che costa 1,99 euro e offre alcune funzioni aggiuntive, come lo spostamento di alcune app di sistema su SD tramite link simbolici. Attenzione però, lo spostamento di alcune app di sistema è sconsigliato perché potrebbe causare l’instabilità di Android.



    Nota: se hai uno smartphone o un tablet su cui non è presente il Google Play Store, puoi utilizzare Link2SD per installare il Play Store e convertirlo in applicazione di sistema.
    Trovi spiegato tutto nel mio tutorial su come installare Google Play Services.

    come trasmettere schermo android su tv



    come trasmettere schermo android su tv

    Hai uno smartphone con sistema operativo Android, ma lo schermo ti sembra troppo piccolo per la riproduzione di file multimediali?
    Certo, ti capisco.
    Lo sapevi che potresti risolvere la cosa, semplicemente trasmettendo il video dallo smartphone Android alla TV, in maniera veramente semplice?
    Sì, dico davvero.
    In questo modo avrai la possibilità di riprodurre il filmato sulla TV per godertelo a pieno con uno schermo più grande.

    Non ne sapevi nulla?
    Beh, non preoccuparti, stai leggendo proprio la guida giusta.
    Nell’articolo di quest’oggi, infatti, approfondiremo la questione nel dettaglio e ti spiegherò passo per passo come potrai trasmettere lo schermo Android sulla TV. Ti assicuro che è possibile farlo in maniera più semplice di quanto credi.
    Grazie alle moderne tecnologie potrai farlo in modalità wireless, senza dover per forza ricorrere all’utilizzo di cavi.



    Vi sono infatti alcuni standard che, sfruttando la tecnologia wireless di cui sono dotati i dispositivi Android, ti permettono di trasmettere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV.
    Questo tipo di operazione viene chiamata in gergo tecnico mirroring e, genericamente, viene utilizzata per trasmettere contenuti di tipo multimediale dallo smartphone alla TV.
    La possibilità di trasmettere contenuti multimediali è però vincolata anche all’applicazione che vuoi utilizzare in quanto deve supportare lo standard per la trasmissione via wireless.

    In realtà sono ormai moltissime le app per l’intrattenimento che supportano la trasmissione dello schermo Android sulla TV, ma la presenza di tale funzionalità, in un’applicazione, non è da dare per scontata.
    In ogni caso, non preoccuparti; nel corso di questo articolo, oltre a parlarti dei due standard di trasmissione wireless più utilizzati, ti elencherò le principali app per l’intrattenimento che offriranno il supporto alla trasmissione dello schermo sulla TV.



    Chromecast

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    Per trasmettere lo schermo Android sulla TV, uno degli strumenti più diffusi di cui ti consiglio vivamente l’utilizzo è Chromecast.
    Chromecast è un dispositivo prodotto da Google che dovrai collegare alla porta HDMI del televisore, affinché possa effettuarsi il collegamento tra lo smartphone e la TV.



    Chromecast è compatibile con la maggior parte dei modelli di televisore che sono dotati di porte HDMI.
    Non è quindi necessario l’acquisto di una Smart TV di recente generazione, in quanto Chromecast potrà essere alimentato anche tramite presa elettrica oppure porta USB del televisore.

    Il punto di forza di Chromecast è sicuramente la sua semplicità di configurazione e utilizzo.
    Una volta che avrai collegato il dispositivo alla TV, questo andrà configurato tramite l’applicazione Home disponibile per smartphone, ma ti assicuro che farlo è facilissimo.
    Chromecast offre inoltre il supporto ai contenuti di tipo multimediale per tutte le app compatibili.



    Ti faccio anche notare il prezzo competitivo di Chromecast:
    39€ per la versione base che permette la riproduzione dei contenuti fino alla risoluzione 1080p e 79€ per la versione avanzata che, chiamata Chromecast Ultra, ti permette di effettuare la riproduzione in streaming di immagini e video fino alla risoluzione 4K Ultra HD con supporto all’HDR.

    Chromecast è inoltre compatibile con Windows, macOS e Linux, tramite il browser Chrome, oltre che con tutti i principali modelli di smartphone e tablet Android. Tutti i dispositivi mobili Android possono anche trasmettere a livello nativo il contenuto dello schermo, mentre per la riproduzione dei contenuti multimediali si è vincolati a controllare che l’app supporti la trasmissione tramite Chromecast.



    Per smartphone Android la lista delle applicazioni compatibili è davvero lunghissima e puoi consultarla nel dettaglio al sito ufficiale della Chromecast.
    In ogni caso, tra le principali applicazioni compatibili, facendo riferimento soltanto relativamente al settore intrattenimento, ti segnalo la compatibilità offerta da Netflix, Youtube, Infinity, Spotify, Google Play Music e Deezer.
    Se desideri approfondire l’argomento e vuoi maggiori informazioni, puoi anche leggere la mia guida completamente dedicata alle applicazioni per Chromecast.
    Attraverso una divisione per categoria, ti ho parlato in maniera dettagliata di alcune delle popolari app compatibili con Chromecast.
    Inoltre, se sei interessato a saperne di più su Chromecast, puoi leggere la mia guida su come funziona Chromecast.

    Se hai intenzione di acquistare la Chromecast o un televisore di nuova generazione, è bene che tu sappia che alcuni moderni televisori offrono già il supporto alla tecnologia Google Cast, in quanto la possiedono integrata.
    In questo specifico caso, potrai trasmettere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV in maniera ancora più facile, senza ricorrere all’utilizzo della Chromecast.
    Per sapere quali Smart TV offrono il supporto a Google Cast, leggi la mia guida all’acquisto completamente dedicata alle migliori TV del momento.



    Questa premessa ti ha incuriosito e ora vorresti sapere come trasmettere lo schermo Android sulla TV, utilizzando Chromecast?
    Certo, te lo spiego subito.
    Per prima cosa, se è la prima volta che utilizzi la Chromecast, dovrai installare l’app Home sul tuo smarphone Android ed eseguire la procedura guidata di configurazione che ti verrà indicata dall’app su schermo.
    Quest’operazione andrà eseguita soltanto la prima volta, affinché venga effettuato correttamente il collegamento tra il tuo smartphone Android e la TV.
    Una volta che avrai portato a termine la configurazione iniziale sarai pronto per trasmettere ogni volta che vorrai.
    Per trasmettere lo schermo Android sulla TV, d’ora in avanti, ti basterà che lo smartphone sia collegato alla stessa rete wireless a cui è collegata la Chromecast.

    Fai una prova e guarda tu stesso com’è facile trasmettere un contenuto multimediale sulla TV.
    Avvialo prima sul tuo smartphone Android, utilizzando una tra le app compatibili con Chromecast (Youtube per esempio), e premi sull’icona della trasmissione (lo schermo con le onde della rete Wi-Fi in basso a sinistra). La visione si interromperà sullo smartphone e riprenderà sulla TV, esattamente dal punto in cui l’avevi interrotta.



    I dispositivi con sistema operativo Android, oltre ai contenuti multimediali, possono trasmette lo schermo sulla TV con Chromecast.
    Per farlo, ti basterà recarti nel menu Impostazioni, andare alla voce Display e selezionare la voce Trasmetti:
    apparirà la voce Chromecast, tramite la quale potrai condividere lo schermo del tuo dispositivo sulla TV.

    Miracast

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    In alternativa a Chromecast e al protocollo Google Cast, vi è Miracast, la tecnologia sviluppata da Wi-Fi Alliance, che ti permetterà di trasmettere lo schermo e i contenuti multimediali del tuo smartphone Android sulla TV.
    A differenza di Google Cast, Miracast funziona attraverso il Wi-Fi, evitandoti così l’ingombro di utilizzare un cavo HDMI e di collegare i dispositivi alla stessa rete domestica.

    Miracast è una tecnologia ormai altamente diffusa, praticamente quasi al pari di Google Cast.
    Lo standard è supportato dalla maggior parte degli smartphone Android recenti e non, in quanto Google ne ha annunciato ufficialmente il supporto nel 2012, integrando tale standard nei suoi dispositivi, partendo dalla versione Android 4.2 e arrivando fino ad oggi con la versione più recente di Android.
    La tecnologia Miracast si è recentemente diffusa anche nelle Smart TV, permettendoti così di effettuare la trasmissione dello schermo Android sulla televisione, senza dover necessariamente utilizzare la Chromecast di Google.
    In ogni caso ti consiglio di non dare mai nulla per scontato:
    se cerchi una Smart TV con tecnologia Miracast, prima di fare un acquisto, ti consiglio di effettuare una verifica e di leggere se lo standard Miracast è supportato tra le specifiche tecniche del prodotto che desideri acquistare.



    Tra le caratteristiche principali della tecnologia wireless Miracast vi è senz’altro la possibilità di trasmettere i contenuti multimediali attraverso la tecnologia Wi-Fi Direct.
    Ciò significa che, come accennavo prima, lo smartphone Android e la TV comunicheranno tra loro indipendente dalla presenza di una connessione a Internet in casa.
    Quindi, anche in assenza di una connessione ADSL, potrai trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV.

    Miracast è un ottimo standard per la trasmissione di contenuti multimediali e offre la trasmissione con risoluzione fino a 1080p e assenza di lag.
    Il suo utilizzo è quindi estremamente consigliato per la trasmissione di elementi multimediali come film o serie TV, per esempio, oltre che per condividere lo schermo del proprio dispositivo Android.
    Meno fluida sarà invece l’esperienza di trasmissione nel caso si condividano sullo schermo della TV giochi Android molto frenetici:
    ogni frazione di secondo può essere fondamentale per vincere una partita e lo streaming potrebbe subire dei cali di frame.



    Detto questo, vorresti sapere come trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV, utilizzando Miracast?
    Se hai un televisore e uno smartphone che supportano lo standard Miracast, per trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android alla TV, non devi far altro che premere il pulsante della trasmissione sul cellulare.

    Per trasmettere lo schermo di Android con Miracast basta infatti seguire le indicazioni viste in precedenza per il Chromecast.
    Vai quindi al menu Impostazioni, trova e tocca la voce Display e seleziona la voce Trasmetti:
    apparirà la voce relativa al tuo televisore, tramite la quale potrai condividere lo schermo del tuo dispositivo Android sulla TV.



    Anche utilizzando la tecnologia Miracast puoi trasmettere un contenuto multimediale:
    avvialo prima sul tuo smartphone Android, utilizzando una tra le app compatibili con Miracast (Youtube per esempio), e premi sull’icona della trasmissione (lo schermo con le onde della rete Wi-Fi in basso a sinistra).

    Tramite cavo

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    In alternativa, puoi trasmettere lo schermo del tuo smartphone Android sulla TV, utilizzando un cavo.
    Il tipo di cavo da utilizzare varia però da smartphone a smartphone, a seconda del tipo di porta.
    La maggior parte degli smartphone Android con uscita microUSB, se supportano lo standard MHL, possono trasmettere il contenuto del loro schermo attraverso un cavo MHL.
    In caso contrario, probabilmente il tuo dispositivo supporta lo standard Slimport:
    dovrai quindi collegarlo alla TV con un cavo Slimport.

    giochi android gratis



    giochi android gratis

    Come abbiamo visto in passato, il Google Play Store pullula di applicazioni utilissime che possono trasformare qualsiasi dispositivo Android in un compagno di lavoro straordinario.
    Però diciamocelo:
    cosa sarebbe uno smartphone senza giochi?

    E allora eccomi qui, pronto a segnalarti alcuni giochi per Android gratis semplicemente imperdibili.
    Che tu sia un amante dei platform o dei giochi strategici, dei puzzle game o dei titoli d’azione, ci sono decine di videogame che non aspettano altro che essere scaricati.
    Che aspetti a cominciare?



    Puzzle Game

    Cominciamo questa raccolta di giochi per Android gratis con alcuni dei migliori puzzle game disponibili attualmente sul Google Play Store.
    Ce n’è davvero per tutti i gusti!

    • Juice Cubes – un divertentissimo puzzle game nel quale bisogna far esplodere dei frutti quadrati posizionandoli uno accanto all’altro.
      Include oltre 165 livelli e permette di sfidare gli amici su Facebook.
    • Angry Birds Star Wars II – il mitico Angry Birds nella sua seconda variante dedicata a Star Wars.
      Oltre 30 personaggi giocabili.
      Non c’è bisogno di aggiungere altro.
    • Mahjong Drluxe – una versione digitale dello storico gioco cinese contenente 56 differenti layout e 8 sfondi fra cui scegliere.
    • Cut the rope – popolarissimo puzzle game per smartphone e tablet all’interno del quale bisogna far cadere una caramella nella bocca del protagonista (una simpatica rana) tagliando le funi che la tengono ferma.
    • Pet Rescue Saga – un nuovo puzzle game dai creatori di Candy Crush Saga.
      Lo scopo è quello di far scoppiare i blocchi colorati mettendoli l’uno accanto all’altro e salvando i cuccioli presenti nei vari livelli.

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    Azione/Strategia

    Ora passiamo a una selezione di giochi per Android gratis di tipo action e strategico.
    Se amate l’azione, troverete pane per i vostri denti.

    • Plants vs.
      Zombies – secondo capitolo del popolarissimo tower-defense in cui bisogna seminare delle piante per battere un’orda di zombie che si avvicina.
      Da provare assolutamente.
    • Zombie Frontier – uno sparatutto con visuale in prima persona in cui bisogna affrontare orde di zombie.
      Include una buona grafica 3D e una vasta gamma di armi fra cui scegliere.
    • Castle Clash – titolo strategico molto popolare in cui bisogna allestire un esercito di elfi, nani, animali o robot e costruire il proprio impero conquistando varie città.
    • Ninja Revenge – apprezzabilissimo side-scrolling game in cui bisogna vestire i panni di un ninja e “affettare” tutti i nemici che si incontrano lungo il cammino.
    • Bloody Harry – un divertentissimo sparatutto in 2D, con grafica cartoonesca e ritmi frenetici, in cui bisogna affrontare orde di mostri avendo a disposizione un parco di oltre 15 armi.

    Platform

    • Manuganu – coloratissimo platform con grafica 3D in cui bisogna saltare, raccogliere monete, spostare piattaforme e molto altro ancora nei panni di un piccolo indigeno.
      Le ambientazioni vanno dalla giungla ai ghiacciai.
      Da provare assolutamente.
    • Lep’s World 3 – platform dallo stile super-classico con una grafica 2D eccezionale.
      Una sorta di Super Mario per Android, ma al posto di Mario c’è un simpatico elfo.
    • Cordy 2 – altro imperdibile titolo di piattaforme con grafica 3D.
      Nel gioco, bisogna guidare un omino con un televisore al posto della testa (Cordy) e aiutarlo a raccogliere delle gocce di energia disseminate lungo i vari livelli.

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    Sport e giochi di carte

    In conclusione, eccoti una imperdibile raccolta di giochi per Android gratis a tema sportivo e alcune imperdibili versioni digitali dei giochi di carte più famosi del mondo.

    • Dream League Soccer – un ottimo gioco di calcio caratterizzato da un’ottima grafica in 3D in cui bisogna allestire la squadra dei propri sogni e portarla alla vittoria del campionato.
      Prevede sessioni di calciomercato per rafforzare la propria compagine e sfide multiplayer.
    • Ice Rage Free – un divertentissimo gioco di hockey con grafica 3D cartoonesca.
      Permette di sfidare altre persone online e di giocare con gli amici sullo stesso smartphone/tablet.
    • 250+ Collezione solitario – una raccolta di oltre 150 solitari di carte.
    • Fresh Deck Poker – gioco di Poker gratuito con una grafica 3D davvero spettacolare ed avatar personalizzabili.
      È basato su un sistema di chip virtuali e supporta le sfide online.
      Si può giocare anche come guest senza iscriversi.
    • Scopa Jogatina – impeccabile trasposizione digitale del gioco della Scopa con mazzi di carte e tavoli di gioco personalizzabili.
      Supporta sfide a 2 o 4 giocatori.

    miglior emulatore android



    miglior emulatore android

    I tuoi amici possiedono uno smartphone o un tablet Android di ultima generazione e riescono sempre a divertirsi giocando ai giochi più di tendenza del PlayStore.
    Tu invece, dal momento in cui utilizzi un dispositivo di fascia bassa, riscontri sempre problemi di vario tipo.
    Crash improvvisi dell’applicazione e batteria che si surriscalda sono problemi all’ordine del giorno.
    Puntualmente, quando cerchi di giocare ai più recenti giochi Android, il tuo fedele (e un po’ obsoleto) compagno di avventure, finisce per bloccarsi.

    Se le cose stanno effettivamente così devi sapere che purtroppo è normale; alcuni giochi per Android non sono ben ottimizzati per smartphone e tablet low cost:
    per un esecuzione ottimizzata è richiesto un dispositivo di fascia alta che presenti caratteristiche tecniche elevate.
    Se però al momento attuale non vuoi acquistare un nuovo smartphone, sappi che non tutto è perduto.
    Per riprodurre i giochi e le applicazioni Android di ultima generazione puoi scegliere la via alternativa degli emulatori Android.



    Come dici?
    Non sai che cos’è un emulatore Android?
    Non preoccuparti, chiariremo l’argomento assieme in questa mia guida.
    Nelle righe che seguiranno potrai infatti trovare spiegazioni dettagliate su quali sono i migliori emulatori Android.
    Ti spiegherò per filo e per segno a cosa servono gli emulatori Android e, soprattutto, come si usano.
    Non temere, le informazioni che ti fornirò saranno scritte in maniera semplice e chiara:
    tutto quello che dovrai fare è metterti seduto comodo al PC e prenderti qualche minuto di tempo libero per leggere questo articolo.
    Come al solito, prima di incominciare, ti auguro una buona lettura.

    Indice

    • Cos’è e come funziona un emulatore Android
    • BlueStacks
    • Memu
    • NoxPlayer
    • Altri emulatori Android

    Cos’è e come funziona un emulatore Android

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    Un emulatore Android è una riproduzione del sistema operativo di Google per dispositivi mobili che funziona all’interno di una macchina virtuale.
    Il compito della macchina virtuale non è affatto da sottovalutare:
    si tratta di un software completo che è in grado di emulare a pieno il funzionamento del sistema operativo, assegnando al PC ogni tipo di questione tecnica.

    Il vantaggio dell’utilizzo di un emulatore Android sta nel poter utilizzare il sistema operativo Google in maniera indipendente dal sistema operativo Windows o Mac.
    Non è infatti richiesto alcun dual boot in quando Android sarà riprodotto esclusivamente all’interno del software di emulazione.
    Un emulatore Android ha anche come vantaggio la sua facilità d’uso:
    solitamente gli emulatori sono software facili da installare e che presentano una procedura di configurazione completamente guidata.



    Lo svantaggio di dover utilizzare un emulare Android, piuttosto che un tablet o uno smartphone di nuova generazione, potrebbe però essere dato dalle prestazioni.
    Questo tipo di software ha precisi requisiti tecnici; qualora il tuo computer non li supportasse, l’esperienza di emulazione di Android potrebbe chiaramente risultare meno fluida.

    Per il resto, l’utilizzo di un emulatore Android è praticamente identico all’utilizzo di uno smartphone o tablet dotato del sistema operativo Google.
    I giochi e le applicazioni, quindi, si scaricano dal PlayStore, il quale per funzionare, necessita del collegamento di un account Google.
    Nulla di diverso all’utilizzo di un dispositivo mobile Android, insomma.



    Nel corso di questo tutorial ti parlerò quindi di quelli che considero i migliori emulatori Android e, per ognuno di esso ti parlerò delle loro caratteristiche di maggior risalto.
    Vedrai che se leggerai attentamente questa mia guida riuscirai a trovare l’emulatore Android che più si adatta alle tue esigenze.

    BlueStacks

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    Uno tra i migliori emulatori Android in circolazione (e probabilmente anche il più utilizzato) è BlueStacks, disponibile gratuitamente per Windows e macOS.
    Il punto di forza è dato dalla sua sulla semplicità d’utilizzo, in quanto permette di virtualizzare il sistema operativo Android su computer, senza che sia necessario dover effettuare complicate operazioni di dual boot.

    È inoltre un programma apprezzato in particolar modo dagli amanti dei videogiochi Android e supportata la possibilità di creare più istanze, le quali permettono di avviare contemporaneamente più giochi o applicazioni.



    BlueStacks è gratuito e si supporta grazie alla presenza banner pubblicitari che invitano saltuariamente all’installazione di applicazioni sponsorizzate (per rimuoverli bisogna acquistare un abbonamento al prezzo di 4$/mese o 40$/anno).
    Questo software presenta inoltre alcune possibilità di personalizzazione a livello tecnico, ma si tratta comunque di un programma di emulatore Android utilizzabile anche da chi non ha molta esperienza e vuole soltanto usufruire di app e giochi Android su PC.
    BlueStacks permette inoltre l’installazione di app tramite i file APK.

    Per scaricare BlueStacks su computer, collegati al suo sito Internet ufficiale e premi prima sul pulsante Scarica BlueStacks poi su Download.
    Una volta completato il download del pacchetto di installazione, avvialo, in modo da iniziare la procedura di installazione del software di emulazione su Windows o macOS, seguendo le indicazioni che sto per fornirti nelle righe che seguono.



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    Su Windows, fai clic su nella finestra di Controllo dell’Account Utente, poi premi sul pulsante Installa ora e attendi che vengano scaricati automaticamente tutti i file necessari alla corretta installazione dell’emulatore.
    Attendi quindi il termine di questa procedura automatica e, infine, premi sul bottone Completo.



    Per installare BlueStacks su macOS, invece, porta a termine il download del file .dmg e poi avvialo, tramite un doppio clic sullo stesso.
    Fatto ciò, fai doppio clic anche sull’icona di BlueStacks, per avviare l’installer e, se richiesto, conferma la sua apertura, premendo su Apri.

    In seguito, fai clic sui pulsanti Continuare e Installare, digita la password che usi per accedere al Mac e premi sulla voce Installa Assistente.
    Attendi adesso che venga ultimata la procedura di installazione automatica dell’assistente e poi, nel caso in cui ti venga chiesto, fai clic sul pulsante Apri le preferenze di sistema.



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    A questo punto, attraverso il pannello delle Impostazioni del Mac, premi prima su Consenti, poi sull’icona del lucchetto in basso a sinistra.
    Digita quindi la password del tuo computer e poi premi su Sblocca, per terminare l’installazione di BlueStacks su macOS.



    A installazione avvenuta, sia su Windows che su macOS devi eseguire la stessa procedura di configurazione guidata.
    Questa prevede il login con un account Google ed è indispensabile per l’utilizzo del PlayStore, e quindi per poter scaricare le applicazioni e i giochi Android.

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    Ad ogni modo non devi assolutamente preoccuparti, non è nulla di complicato.
    Per farlo, premi sul pulsante Inizia e poi, nei successivi campi di testo che ti vengono mostrati, digita l’indirizzo email e la password dell’account Google che possiedi e desideri collegare a BlueStacks.

    Accetta quindi i termini e le condizioni del servizio, premendo su Avanti e Accetto e, infine, termina la configurazione dell’emulatore, facendo clic sul bottone Comincia a usare BlueStacks.



    Fatto ciò, puoi scaricare giochi e applicazioni tramite il Play Store, in modo da avvalertene da computer.
    Per farlo, premi innanzitutto sull’icona dello store virtuale Google che si trova nella schermata Home dell’emulatore.

    Utilizza quindi il motore di ricerca in alto per cercare il gioco o l’app di tuo interesse, dopodiché scaricala e installala, premendo i pulsanti Installa e Accetto, proprio come se l’emulatore fosse un tradizionale smartphone o tablet Android (se non ti ricordi bene come si scaricano le app su Android, fai riferimento a questo mio tutorial).



    Al termine del download automatico, avvia quindi il gioco o l’app scaricata, per usufruirne, premendo sul pulsante Apri che ti viene mostrato.

    Memu

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    Tra gli emulatori Android che ritengo validi di menzione vi è Memu.
    Ho scelto di parlarti di questo emulatore dal momento in cui è gratuito e presenta soltanto suggerimenti non invasivi per l’installazione di applicazioni consigliate.
    Memu offre prestazioni di emulazioni elevate e possibilità di personalizzazioni avanzate a livello tecnico.

    A differenza di BlueStacks, Memu è però un emulatore Android disponibile solo per PC Windows e, attualmente, non è presente una versione Mac.



    Tra le caratteristiche degne di nota di Memu vi è il supporto alla creazione di più istanze per l’utilizzo di applicazioni e giochi contemporaneamente.
    Di base l’emulatore Android offre il sistema operativo alla versione Kitkat, ma è disponibile anche una versione con Android 5.1 Lollipop.

    L’interfaccia utente di Memu è inoltre molto snella, oltre ad essere completamente in lingua italiana.
    Memu è inoltre un emulatore che può essere dotato dei permessi di root, impostazione che può essere attivata in un solo clic e senza alcun tipo di configurazione.



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    Per scaricare e utilizzare Memu dovrai scaricare l’emulatore dal suo sito Internet ufficiale premendo sul pulsante Download.



    Una volta che avrai scaricato il client di Memu, dovrai fare doppio clic su di esso per avviare l’installazione del software.
    Nel caso ti venga richiesto, premi sul pulsante  per autorizzare Windows all’esecuzione del pacchetto di installazione.

    Nel caso in cui il software di installazione si avvii in lingua inglese, premi sul pulsante Custom per personalizzare la lingua dal menu a tendina presente a schermo.
    Puoi scegliere la lingua italiana prima di avviare l’installazione, affinché l’interfaccia utente di Memu sia impostata sulla lingua da te scelta.



    Per avviare l’installazione, premi poi sul pulsante Installa.
    Una volta terminata, premi sul pulsante Avvia per eseguire l’emulatore Android Memu.

    La configurazione guidata di Memu si avvierà non appena aprirai il PlayStore di Google.
    Proprio come in un tradizionale dispositivo Android, occorre un account Google per poter scaricare giochi e app dallo store digitale di Google.
    Dovrai quindi seguire le istruzioni che troverai a schermo per effettuare l’accesso al tuo account Google già esistente o creare uno nuovo sul momento.



    NoxPlayer 5

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    Vi sono diversi emulatori Android meno conosciuti rispetto a Memu e BlueStacks; tra questi voglio parlarti di Nox, un emulatore altrettanto degno di nota per via della sua elevata ottimizzazione a livello tecnico.



    Nox, attualmente alla sua versione NoxPlayer 5 è senza ombra di dubbio un emulatore Android pensato per i videogiocatori.
    Proprio per questo motivo sono infatti presenti alcune particolari funzionalità tra cui la possibilità di utilizzare un gamepad o più genericamente un controller, in alternativa alla classica tastiera e al mouse.

    Tra gli emulatori citati finora ritengo sia quello più avanzato:
    oltre a offrire i permessi di root (operazione eseguibile in un clic), Nox presenta diverse altre impostazioni tecniche pensate per venire incontro alle esigenze degli utenti più esperti.



    Ciò che lo accomuna invece agli altri emulatori Android elencati è la possibilità di creare più istanze.
    L’interfaccia utente di quest’emulatore è però disponibile soltanto in lingua inglese e vi è presente una versione per Mac.
    Per quanto riguarda la presenza di banner pubblicitari, Nox presenta soltanto indicazioni di applicazioni consigliate le quali non risultano particolarmente invasive.

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    Per incominciare a utilizzare Nox come emulatore dovrai per prima cosa recarti sul suo sito Internet ufficiale.
    Per scaricare il software premi sul pulsante Download.

    Una volta che avrai terminato il download del file di installazione dovrai fare clic su di esso.
    Per effettuare l’installazione di Nox dovrai premere sul pulsante Install.
    Per avviare il software premi sul pulsante Start.



    Come per ogni altro emulatore o dispositivo Android, al fine di poter essere utilizzato per scaricare giochi e App dal PlayStore è richiesta la configurazione di un account Google.
    Per effettuare questa procedura all’interno di NoxPlayer5 dovrai fare clic sull’icona del PlayStore e seguire la procedura guidata.
    Tutto ciò che dovrai fare sarà effettuare il login con un account Google preesistente o crearne uno nuovo sul momento.

    Altri emulatori Android

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    Che ne dici se veniamo insieme altri emulatori degni di nota?
    Te ne elenco altri gratuiti nelle righe che seguono, in modo da aiutarti a individuare quello più rispecchia le tue esigenze.

    • ARC Welder (Google Chrome):
      un emulatore Android più snello che è possibile installare come estensione per browser Google Chrome.
      È gratuito ma un po’ limitato perché non supporta il Google PlayStore e per utilizzare le applicazioni bisognerà caricare manualmente i file APK.
    • Andy:
      un emulatore Android di facile utilizzo che non presenta requisiti tecnici elevati per essere utilizzato.
      Puoi scaricarlo dal sito Internet ufficiale.

    root android



    root android

    Se hai degli amici appassionati di tecnologia, avrai sicuramente sentito parlare del root Android.
    Si tratta di una procedura mediante la quale è possibile scavalcare alcune limitazioni previste normalmente dal sistema operativo del robottino verde e agire in maniera più approfondita sulle impostazioni del proprio smartphone.

    All’atto pratico, ciò si traduce nella possibilità di utilizzare applicazioni per regolare alcuni parametri avanzati, quali ad esempio le prestazioni del processore; effettuare backup completi di app e dati; spostare applicazioni su schede microSD anche quando non sarebbe consentito e molto altro ancora.



    Se effettuato con attenzione, seguendo i giusti tutorial, il rooting di Android presenta rischi minimi di brick (ossia di rottura del telefono sul quale viene eseguito) ma la sua applicazione – salvo rare eccezioni – comporta una rinuncia alla garanzia sul prodotto.
    Inoltre, ti ricordo che installando gli aggiornamenti del sistema operativo, spesso il root viene rimosso automaticamente.

    Fatte queste doverose precisazioni, direi di passare al “sodo” e di fare una rapida panoramica sui principali tool per eseguire il root Android.
    Come?
    Non ce n’è uno, affidabile, compatibile con tutti i device?
    Purtroppo no, mi spiace.
    Il processo di rooting varia a seconda del telefono da sbloccare e prevede l’utilizzo di vari software.



    Per Samsung Galaxy S5, Galaxy S4 e altri telefonini prodotti dalla famosa azienda coreana, ad esempio, occorre utilizzare l’applicazione gratuita Odin 3 (che puoi trovare sul forum XDA o effettuando una rapida ricerca su Google) insieme ad un file in formato TAR denominato CF-Root (da scaricare separatamente).
    La procedura da seguire è piuttosto semplice:
    basta cliccare sul pulsante PDA, dargli “in pasto” il file CF-ROOT e cliccare sul pulsante START.
    Nulla di più.

    Prima però occorre collegare lo smartphone al computer e avviarlo in modalità download (premendo in contemporanea i tasti Volume -, Home e Power).
    Quando il dispositivo viene connesso al PC, Odin segnala la sua presenza colorando di giallo o di azzurro il riquadro ID:COM collocato in alto a sinistra.
    Se ciò non avviene, occorre installare i driver USB di Samsung scaricandoli dal sito dell’azienda.



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    Un altro smartphone molto popolare sul quale è possibile effettuare il root Android in maniera abbastanza semplice è il Nexus 5.
    In questo caso, occorre scaricare l’applicazione Auto CF Root da questo sito Internet ed estrarla in una cartella di propria scelta.
    Dopodiché bisogna collegare il telefono al computer, avviarlo in modalità fastboot (premendo contemporaneamente i tasti Vol +, Vol – e Power) e lanciare il programma root-windows.bat per poi seguire le istruzioni su schermo.
    Attenzione:
    questa procedura potrebbe portare alla cancellazione di tutti i dati salvati sul telefono, quindi prima di metterla in pratica fai un backup di foto, video, contatti e quant’altro.



    Per quanto concerne i terminali di casa LG, come ad esempio il top di gamma LG G2, c’è bisogno del software IOroot che funziona in maniera simile al tool di sblocco per Nexus 5 (cercalo su Google).
    Prima di utilizzarlo, però, occorre attivare il debugging USB su Android.
    Per compiere quest’operazione, bisogna recarsi nelle Impostazioni del sistema operativo, selezionare la voce Info sul telefono dal menu che si apre e premere sul pulsante Numero build per sette volte consecutive.
    Verrà così sbloccato il menu Opzioni sviluppo all’interno del quale si trova l’opzione relativa al debug USB.
    Lo step finale consiste nel collegare lo smartphone al PC, lanciare il programma root.bat e seguire le indicazioni su schermo.

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    Alcuni terminali, come il Moto G di Motorola, richiedono una procedura un po’ più articolata per essere sbloccati.
    In primis, occorre scaricare le utility fastboot.exe e adb.exe per sbloccare il bootloader del telefono (il software che si occupa di lanciare il sistema operativo dello smartphone quando si accende il dispositivo).
    Le puoi trovare facendo una semplice ricerca online.

    Successivamente, si deve attivare il debug USB su Android seguendo la medesima procedura illustrata in precedenza per il Nexus 5 e bisogna avviare il Moto G in modalità fastboot (premendo contemporaneamente i tasti Power e Volume -).
    Una volta collegato lo smartphone al PC, occorre lanciare il Prompt dei comandi, indirizzarlo verso la cartella in cui sono stati estratti fastboot e adb e dare il comando fastboot oem get_unlock_data.



    Se il device non viene riconosciuto da Windows, bisogna installarne i driver tramite il programma Motorola Device Manager.
    Come ultimi step bisogna accedere al sito Web di Motorola, incollare il codice restituito dal Prompt dei comandi nel campo Check if your device can be unlocked by pasting this string in the field below, and clicking “Can my device be unlocked?” e cliccare sul pulsante Can my device be unlocked?.
    Così si ottiene un codice da accodare al comando fastboot oem unlock e inserire nel Prompt di Windows, in modo da ottenere qualcosa come fastboot oem unlock [codice].

    Una volta sbloccato il bootloader, tocca effettuare il root vero e proprio del telefono.
    Per compiere quest’operazione, serve l’utility Moto G Superboot (superboot-windows.bat) che va utilizzata con il telefono in modalità fastboot semplicemente seguendo le indicazioni su schermo.



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    Indipendentemente dallo smartphone sul quale intendi effettuare il root Android, ricordati di verificare sempre il modello esatto del dispositivo (Impostazioni > Info sul dispositivo) e il suo grado di carica:
    per scongiurare il pericolo di rimanere a corto di batteria proprio durante la procedura, è consigliabile avere almeno il 50% di autonomia residua.



    Se t’interessa scoprire la procedura di rooting per i telefoni più datati, dai un’occhiata al mio articolo su come ottenere i permessi di root su Android.
    Per altri device più recenti, invece, consulta il forum XDA Developers che è sempre molto aggiornato e include tutorial dedicati a smartphone di tutte le marche.
    È in inglese ma è abbastanza facile da consultare anche per chi non “mastica” benissimo la lingua, ricco di immagini e indicazioni passo-passo.
    Se poi hai dubbi su qualche passaggio specifico, prova a cercare su YouTube “[nome smartphone] root” e troverai sicuramente dei video tutorial su come sbloccare il tuo device.

    app per scaricare musica gratis android



    app per scaricare musica gratis android

    Vorresti aggiungere delle canzoni alla libreria musicale del tuo smartphone ma non ti va di collegare il telefono al PC?
    Beh, ma chi ti ha detto che devi farlo?
    Se hai uno smartphone Android, puoi installare delle app gratuite dal Google Play Store (e non solo dal Google Play Store) e scaricare canzoni gratis direttamente sulla memoria del tuo smartphone.
    Non ci credi?
    Allora prenditi cinque minuti di tempo libero e prova le applicazioni che sto per consigliarti.

    Di seguito c’è una lista con le migliori app per scaricare musica gratis Android disponibili attualmente sul mercato:
    consultala e scoprirai tantissime soluzioni in grado di attingere file audio da tutti i principali servizi di file hosting.
    Inoltre troverai delle fantastiche app dedicate al mondo della musica free, grazie alle quali scoprire nuove band e nuovi artisti emergenti che hanno deciso di diffondere la propria musica gratuitamente sul Web.
    Insomma:
    qualunque siano i tuoi gusti e le tue esigenze in ambito musicale, sta sicuro che riuscirai a trovare quello che fa per te.
    Coraggio, non perdere altro tempo e mettiti subito all’opera:
    trovi tutto quello di cui hai bisogno proprio qui sotto!



    Attenzione: scaricare abusivamente della musica protetta da copyright è illegale.
    Questo tutorial è stato scritto a puro scopo illustrativo, non è mia intenzione incentivare la pirateria e pertanto non mi assumo alcuna responsabilità su come verranno utilizzate le informazioni presenti in esso.

    TinyTunes

    La prima app per scaricare musica gratis Android che ti consiglio di provare è TinyTunes, la quale sfrutta i database di vari servizi di file hosting e social network per trovare brani di ogni genere.
    È estremamente facile da usare, ma purtroppo non è distribuita ufficialmente tramite il Google Play Store.
    Se vuoi installarla sul tuo device, devi disattivare momentaneamente la protezione contro le app provenienti da origini sconosciuti (quindi da fonti diverse rispetto al Play Store), devi scaricare il suo pacchetto d’installazione e devi installare quest’ultimo in maniera “manuale”.
    Andiamo con ordine.



    Il primo passo che devi compiere è recarti nelle Impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio) e selezionare la voce Sicurezza dalla schermata che si apre.
    Dopodiché devi attivare la levetta relativa alle Origini sconosciute e devi premere sul pulsante OK per confermare la disattivazione della protezione contro le app provenienti da origini sconosciute.

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    A questo punto, apri il browser che utilizzi usualmente per navigare in Internet con il tuo smartphone (es.
    Chrome), collegati al sito Internet exigocs.com e premi sul pulsante Install collocato sotto l’icona di TinyTunes per avviare il download del pacchetto d’installazione dell’applicazione.
    Se ti viene chiesto con quale app intendi completare il download, scegli il browser che stai utilizzando attualmente (es.
    Chrome) e premi sul pulsante OK che compare in basso a destra per confermare lo scaricamento del pacchetto apk con i file d’installazione di TinyTunes.

    Al termine del download, apri l’applicazione Download di Android oppure utilizza un file manager per aprire la cartella Download del tuo device e apri il file TinyTunes_xx.apk.
    Nella schermata che si apre, premi sui pulsanti AvantiInstalla e Fine e l’installazione di TinyTunes verrà portata a termine entro pochi istanti.
    Al termine della procedura, puoi tornare nelle impostazioni di Android e riattivare la protezione contro le app che non provengono dal Play Store.



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    Adesso viene la parte più semplice:
    scaricare la musica con TinyTunes.
    Avvia dunque l’applicazione, premi sull’icona della lente d’ingrandimento collocata in alto a destra e cerca il brano di tuo interesse.



    Al termine della ricerca, seleziona i brani che vuoi scaricare sullo smartphone, premi sull’icona della freccia collocata in alto a destra e questi verranno scaricati istantaneamente nella cartella /home/tinytunes/song/ del device.

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    Per ascoltare i brani scaricati con TinyTunes, puoi recarti nella succitata cartella oppure puoi selezionare la scheda Libreria dell’applicazione.

    Zedge

    Ti piacerebbe scaricare una canzone e trasformarla in una suoneria per il tuo smartphone?
    E allora perché non scaricare direttamente una suoneria pronta all’uso?! Installando l’applicazione gratuita Zedge avrai a tua disposizione centinaia di suonerie tratte da brani e colonne sonore famose da impostare subito come suoneria del tuo telefono.



    Zedge non richiede alcuna registrazione ed è estremamente semplice da usare.
    Dopo averla installata dal Google Play Store, non devi far altro che avviarla, premere sul pulsante che si trova in alto a sinistra e selezionare la voce Ringtones dalla barra che compare di lato.

    Adesso dovresti essere al cospetto della lista delle suonerie disponibili nell’applicazione.
    Per sfogliarle tutte, utilizza le schede situate in alto (Popular per visualizzare quelle più popolari, Recent per visualizzare quelle più recenti e così via).
    Per scaricarle, invece, selezionale e pigia sull’icona della freccia presente nella schermata che si apre.



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    Al termine del download potrai scegliere se impostare la suoneria appena scaricata come suoneria predefinita sul tuo smartphone (Ringtone), suono di notifica (Notification), suoneria personalizzato per un contatto della rubrica (Contact) o sveglia (Alarm).



    Jamendo Music

    Sei un appassionato di musica indipendente?
    Ti piace scoprire continuamente nuovi artisti e nuove band?
    Allora credo che dovresti proprio installare la app di Jamendo Music.

    Qualora non ne avessi mai sentito parlare, Jamendo è un famosissimo sito Internet che ospita i brani e gli album di tantissimi artisti che hanno deciso di distribuire la propria musica gratuitamente su Internet.
    La maggior parte delle opere disponibili sul servizio è stata rilasciata sotto licenza Creative Commons, il che significa che può essere riutilizzata in qualsiasi progetto personale, mentre per i progetti commerciali esiste un servizio apposito – Jameno Licensing – che prevede il pagamento di un piccolo canone mensile.



    Chiarito ciò, se sei interessato a scaricare musica da Jamendo, non devi far altro che avviare la app e sfogliare tutti i contenuti proposti in primo piano nella schermata iniziale della app:
    la top 10, le radio più ascoltate, le community con i generi musicali più popolari e così via.
    Pigiando sull’icona della lente d’ingrandimento, poi, puoi cercare brani e artisti direttamente oppure puoi consultare le pagine con le community dedicate ai vari generi musicali.

    Una volta individuato un brano di tuo interesse, per scaricarlo offline, non devi far altro che premere sulla freccia collocata di fronte al suo titolo e confermare il download facendo “tap” sul pulsante Download gratuito per usi personali qualità MP3.



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    Le canzoni scaricate da Jamendo vengono archiviate nella cartella dei download di Android, come qualsiasi altro file scaricato da Internet.



    Free Music Archive

    Free Music Archive è un altro sito sul quale è possibile trovare musica “free” da ascoltare e scaricare legalmente a costo zero.
    Nel suo database sono presenti centinaia di album che non sono più protetti da copyright o i cui autori hanno autorizzato la distribuzione gratuita su Internet.

    Per utilizzare Free Music Archive, non devi far altro che avviare la app del servizio sul tuo smartphone o sul tuo tablet, selezionare un genere musicale, poi un album e un brano da scaricare.
    Quando ti viene chiesto con quale app intendi riprodurre il file, scegli il tuo player audio preferito e il gioco è fatto.



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    Get Cloud

    SoundCloud è un portale utilizzato da migliaia di cantanti, deejay e musicisti che permette di condividere la musica facilmente.
    Tutti i brani ospitati dal servizio si possono ascoltare gratuitamente in streaming.
    Alcuni di essi si possono perfino scaricare offline a costo zero, ma non da smartphone.



    Utilizzando la app ufficiale di SoundCloud per Android, infatti, non è possibile scaricare le canzoni che invece si possono scaricare tramite la versione desktop del servizio.
    E qui entra in gioco Get Cloud.

    Get Cloud è una semplicissima app per Android che permette di scaricare i brani da SoundCloud semplicemente cercandoli e premendo prima sui loro titoli e poi sull’icona della freccia presente nella schermata che si apre.



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    I brani scaricati dalla app possono essere riprodotti direttamente in quest’ultima o navigando nella cartella Get Cloud del proprio device.



    Servizi di streaming musicale

    In conclusione, anche se non si tratta di soluzioni propriamente gratuite, mi sento di consigliarti vivamente l’utilizzo dei servizi di streaming musicale.

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    Iscrivendoti a un servizio di streaming musicale, avrai la possibilità di ascoltare e scaricare qualsiasi tipo di brano, album o playlist pagando poco meno di 10€ al mese.
    Il bello dei servizi di streaming è che funzionano su tutti i device (non solo smartphone, ma anche tablet, computer e altro), non hanno vincoli contrattuali (l’abbonamento si può disdire in qualsiasi momento) e permettono di scoprire nuova musica interessante in base ai propri ascolti precedenti.

    Tra i migliori servizi di streaming musicale disponibili attualmente ci sono Spotify, Apple MusicGoogle Play MusicYouTube MusicAmazon Music che hanno tutti un costo mensile di 9,99€ per il piano singolo (o 14,99€/mese per il piano familiare utilizzabile da più utenti) e possono essere provati gratis per almeno 30 giorni.
    Amazon Music, inoltre, consente il download gratuito di parte del suo catalogo agli utenti Amazon Prime.
    Se vuoi saperne di più, leggi il mio tutorial su come ascoltare musica offline:
    lì trovi spiegato tutto.



    come attivare sensore di prossimita android



    come attivare sensore di prossimita android

    Recentemente ti è capitata una cosa alquanto strana:
    mentre parlavi con un tuo amico al telefono, l’orecchio ha sfiorato il pulsante tramite il quale terminare la chiamata e così, senza volerlo, gli hai chiuso il telefono in faccia! Beh, forse questo è successo perché hai disattivato (forse senza nemmeno accorgertene) il sensore di prossimità sul tuo dispositivo e ora lo schermo non si spegne quando lo avvicini all’orecchio.

    Se le cose stanno effettivamente così, sicuramente vorrai sapere come attivare il sensore di prossimità su Android, vero?
    Beh, allora sappi che sei capitato proprio nel posto giusto, anzi nel post giusto, al momento giusto! Nella guida che stai leggendo, infatti, ti spiegherò per filo e per segno come attivare (o meglio riattivare) il sensore di prossimità sul tuo smartphone o sul tuo tablet.
    Nella seconda parte del tutorial, poi, ti illustrerò anche come puoi risolvere eventuali problemi legati a questo sensore, qualora questo abbia smesso di funzionare correttamente.



    Allora, sei pronto per iniziare?
    Sì?
    Benissimo! Coraggio:
    mettiti bello comodo, prenditi tutto il tempo necessario per concentrarti sulla lettura delle prossime righe e, cosa ancora più importante, segui passo-passo le “dritte” che ti darò riguardo all’attivazione del sensore di prossimità sul tuo terminale.
    Sono convinto che, dopo aver letto questa guida, saprai esattamente come procedere per riattivarlo.
    Ti auguro buona lettura e ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutto!

    Indice

    • Attivare il sensore di prossimità su Android
    • Verificare lo stato del sensore di prossimità
      • Codici segreti
      • Test sensori
      • Proximity sensor test
    • Cosa fare in caso di problemi

    Attivare il sensore di prossimità su Android

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    Dal momento che, come ti ho già spiegato nell’introduzione, il sensore di prossimità entra automaticamente in funzione nel momento in cui si porta il dispositivo all’orecchio quando si riceve o si effettua una telefonata, è attivato di default e non vi è alcun bisogno di mettere mano alle impostazioni per abilitarlo manualmente.

    Tuttavia, se hai “smanettato” con le impostazioni del tuo dispositivo e temi di aver erroneamente disabilitato il sensore in questione, sappi che puoi riattivarlo recandoti nuovamente nelle impostazioni di Android.
    A causa della “frammentazione” che caratterizza il sistema operativo di Google (ovvero dell’esistenza di numerose versioni dello stesso), non esiste una procedura “standard” per attivare il sensore di prossimità su Android.
    In linea di massima, però, dovresti riuscire a compiere questa operazione dalle impostazioni del tuo telefono.



    Prova a fare quanto segue:
    avvia l’app Telefono per accedere al dialer (la schermata dalla quale componi i numeri di telefono), premi sul simbolo dei tre puntini posto in alto a destra, sul pulsante (≡) o sull’icona della rotellina (dipende dal dispositivo in tuo possesso), fai tap sulla voce Impostazioni chiamata/Impostazioni delle chiamate e apponi il segno di spunta sulla casella Attiva sensore di prossimità/Spegni lo schermo durante le chiamate (se non è già presente).

    Su alcuni dispositivi il sensore di prossimità può svolgere altre funzioni:
    ad esempio, può permettere di sfogliare delle schermate con delle gesture oppure può evitare che il dispositivo si accenda quando si trova in tasca o in borsa.
    Se queste funzioni “extra” sono disponibili anche sul tuo device, dovresti riuscire a individuarle aprendo l’app Impostazioni (quella con l’icona raffigurante gli ingranaggi situata nella schermata Home) e recandoti nella sezione Display/Schermo.



    Purtroppo non posso andare nello specifico perché, come ti spiegavo prima, le procedure e le funzioni disponibili variano da dispositivo a dispositivo.
    Se vuoi provare a capire come attivare una funzione “secondaria” del sensore di prossimità come quelle che ti ho citato poc’anzi, prova a fare una ricerca su Google cercando termini del tipo “gesture sensore di prossimità [nome/modello del tuo device]” o “spegnimento schermo sensore prossimità in tasca [nome/modello del tuo dispositivo]“.
    Tramite questa semplice ricerca potresti riuscire a risalire alla procedura esatta da seguire, magari grazie al forum di assistenza ufficiale del produttore del tuo smartphone/tablet.

    Verificare lo stato del sensore di prossimità

    Hai attivato il sensore di prossimità su Android mediante la procedura che ti ho indicato nel capitolo precedente, ma questo sembra non funzionare correttamente?
    In tal caso puoi verificare lo stato del sensore di prossimità recandoti nel pannello che diventa visibile premendo delle codici segreti oppure ricorrendo ad alcune app ad hoc, così da scovare eventuali malfunzionamenti.



    Codici segreti

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    Per accedere al menu nascosto tramite il quale verificare lo stato del sensore di prossimità, puoi utilizzare dei codici segreti, ovvero una sequenza di numeri e simboli che permettono di accedere a tutta una serie di impostazioni solitamente inaccessibili.
    Per procedere, apri l’app Telefono, accedi al tastierino  premendo sul pulsante Componi (le diciture potrebbero essere leggermente diverse in base alla versione di Android in uso) e digita il codice  *#*#4636#*#*.
    Se non dovesse funzionare, prova con i codici *#0*# oppure #7378423#*#*.



    Dopo essere riuscito a effettuare l’accesso al menu segreto, seleziona la voce Sensor test/Service test/Info telefono (dipende dal dispositivo in tuo possesso) e, nella schermata che si apre, premi sulla voce corrispondente al test del sensore di prossimità (es.
    Proximity Switch).

    Se dovesse comparirti un messaggio d’errore, evidentemente c’è qualcosa che non va nel sensore:
    se si tratta di un problema software, potresti riuscire a risolvere semplicemente riavviando il dispositivo o facendo il reset (più avanti ti spiego come procedere).
    Se i problemi persistono, invece, il problema potrebbe essere legato all’hardware e quindi il device va portato in assistenza presso un centro di riparazione autorizzato.



    Test sensori

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    Come ti dicevo, esistono anche alcune app che permettono di testare la “salute” dei sensori presenti sul proprio dispositivo Android:
    una di queste è Test sensori.
    Dopo aver installato e avviato quest’app gratuita sul tuo terminale, premi sul pulsante (≡) posto in alto a sinistra e seleziona la voce Prossimità dal menu che compare lateralmente sulla sinistra.



    Come puoi notare, nella parte superiore della schermata viene riportata la dicitura LONTANO:
    per verificare che il sensore funzioni correttamente, appoggia un dito su di esso (in prossimità della capsula auricolare) e, se compare la dicitura VICINO, vuol dire che il sensore di prossimità ha rilevato la tua mano e funziona correttamente.

    Se la dicitura “VICINO” non compare all’avvicinarsi della tua mano sul sensore di prossimità o se, addirittura, aprendo il menu laterale non viene segnalata nemmeno la presenza di quest’ultimo, evidentemente c’è un problema.
    Se questo è legato al software, puoi risolvere semplicemente effettuando il riavvio del dispositivo o facendo il reset (più avanti ti spiego come fare).
    Se, invece, si tratta di una problematica hardware, il dispositivo va portato in assistenza.



    Proximity sensor test

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    Un’altra app che può tornarti utile per verificare lo stato del sensore di prossimità è Proximity sensor test.
    Si tratta di un’app gratuita che permette in modo molto semplice di verificare se il sensore di prossimità del proprio dispositivo è ben funzionante o meno.
    Funziona su praticamente tutti i dispositivi (anche se lo sviluppatore ha segnalato problemi con il Motorola G5, dove risulta non perfettamente funzionante).



    Dopo aver installato e avviato Proximity sensor test, premi sul pulsante Test situato in alto e, dopo aver visualizzato la schermata rossa, passa il palmo della mano sulla parte superiore dello schermo (dove dovrebbe essere presente il sensore di prossimità):
    se lo schermo si colora in verde, allora il sensore funziona correttamente.
    Se il palmo della mano non viene rilevato e lo schermo rimane colorato di rosso, il sensore ha degli evidenti problemi di funzionamento.

    Se questo malfunzionamento deriva da problemi legati al software, potresti provare a risolvere effettuando il riavvio del dispositivo o facendo il reset (di cui ti parlerò fra poco).
    Se, invece, si tratta di problemi di natura hardware, il dispositivo va riparato presso un centro specializzato.



    Cosa fare in caso di problemi

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    Dopo aver verificato lo stato del sensore di prossimità sei giunto alla conclusione che questo non funziona correttamente e ora vorresti sapere cosa fare per risolvere il problema?
    Come ti ho già accennato nei paragrafi precedenti, molto dipende dalla causa legata al malfunzionamento del sensore di prossimità:
    se si tratta di un problema di natura software, potresti riuscire a risolvere effettuando semplicemente un riavvio del dispositivo oppure eseguendo un hard reset.



    Per effettuare il riavvio del tuo dispositivo Android, premi per qualche secondo il tasto Power (quello di accensione/spegnimento), seleziona la voce Spegni, attendi qualche secondo e poi premi nuovamente il tasto Power per effettuare il riavvio del device.
    Se il dispositivo è bloccato e non riesci a eseguire il riavvio mediante la procedura che ti ho appena indicato, tieni premuto per una decina di secondi il tasto Power:
    il dispositivo dovrebbe spegnersi completamente e dovresti essere in grado di riaccenderlo.

    Altrimenti, se premendo soltanto il tasto di accensione/spegnimento non riesci a effettuare il riavvio forzato del device, prova a tenere premuti per una decina di secondi i tasti Power+Volume (–)/(+) o Power+tasto Home e, se il tuo device ha la batteria rimovibile, estraila dal suo vano e reinseriscila dopo una decina di secondi.
    Per maggiori informazioni su come riavviare Android, consulta la guida che ti ho appena linkato.



    Effettuando il riavvio del dispositivo non sei riuscito a risolvere i problemi legati al funzionamento del sensore di prossimità?
    Beh, allora prova a effettuare il reset del dispositivo recandoti in Impostazioni > Backup e ripristino > Ripristino dati di fabbrica > Ripristina telefono > Elimina tutto (se il dispositivo funziona in modo corretto e non è bloccato) oppure esegui l’hard reset (se non riesci a resettarlo mediante la procedura che ti ho indicato poc’anzi, qualora sia bloccato).
    Ambedue le operazioni permettono di eliminare in un colpo solo tutti i dati presenti in esso e, quindi, di risolvere all’istante tutte le problematiche legate a eventuali “conflitti” software.
    Prima di procedere, però, ti invito a eseguire un backup dei dati (visto che andranno persi).

    Per effettuare l’hard reset del tuo dispositivo, fai quanto segue:
    premi contemporaneamente i tasti Volume (+) + Power + Home oppure Volume (–) e Power finché il device non si riavvia.
    Dal menu che si apre (quello di Recovery), seleziona la voce Recovery e scegli l’opzione Wipe Data/Factory Reset (per spostarti nel menu della recovery premi il tasto Volume (–) e per selezionare le varie opzioni premi il tasto Volume (+)).



    Per concludere, seleziona la voce Reboot e, se tutto è andato per il verso giusto, partirà la procedura di configurazione iniziale del sistema operativo.
    Se hai bisogno di maggiori informazioni su come resettare Android, consulta pure la guida che ti ho appena linkato.

    Se dopo aver effettuato il riavvio e l’hard reset del tuo device il sensore di prossimità continua a fare le “bizze”, è probabile che dietro ai suoi malfunzionamenti ci sia un problema legato all’hardware:
    in tal caso, porta il tuo smartphone/tablet in assistenza per farlo riparare.



    come cambiare la tastiera android



    come cambiare la tastiera android

    L’avvento dei telefonini dotati di touch-screen ha reso la scrittura di testi in mobilità molto più agevole rispetto a quella che si aveva con i vecchi tastierini numerici con T9, questo però non vuol dire che la situazione non si possa migliorare ulteriormente.

    Se si utilizza uno smartphone Android, ad esempio, è possibile sostituire il tastierino virtuale predefinito del sistema operativo con uno personalizzato scaricato dal Play Store.
    Non lo sapevi?
    Allora rimediamo subito. Sullo store di Android ci sono tante tastiere alternative, spesso più pratiche e funzionali di quelle che i produttori includono “di serie” nei loro dispositivi, che non aspettano altro che essere scaricate.



    Vuoi che te ne consigli qualcuna fra quelle che ritengo più interessanti e che ti spieghi come cambiare la tastiera Android?
    Con molto piacere.
    Prenditi cinque minuti di tempo libero, da’ un’occhiata ai suggerimenti che sto per darti e cerca di individuare la tastiera per Android più adatta alle tue necessità.
    Resterai meravigliato da quanto è facile scrivere su uno smartphone (o su un tablet) se si utilizza la tastiera giusta!

    Tastiere per Android

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    Come appena detto, di tastiere per Android ce ne sono a bizzeffe.
    Basta accedere al Google Play Store e cercare un termine generico come “tastiera” o “keyboard” per trovarne a centinaia, sia gratis che a pagamento, ed è proprio per questo ti dico di fare molta attenzione prima di scaricarne una.



    Una tastiera “confezionata” da malintenzionati potrebbe infatti spiare le tue attività e tenere traccia di tutti i testi che digiti sul tuo telefonino, comprese le password che usi per accedere alle tue caselle email, ai social network e ad altri servizi Web.
    Per fortuna sul Play Store è difficile incontrare app così pericolose, ad ogni modo prima di installare qualunque tastiera aggiuntiva sul tuo device verifica che lo sviluppatore sia affidabile e controlla che nei commenti non ci siano segnalati comportamenti sospetti della app (es.
    l’installazione di software aggiuntivi inutili o la visualizzazione di banner pubblicitari invasivi).

    Altra regola fondamentale che devi seguire per dormire sonni relativamente tranquilli è evitare l’installazione di tastiere che non provengono dal Play Store (quelle che si scaricano da siti esterni e si installano “manualmente” sotto forma di pacchetti apk). Fatta questa doverosa premessa, vediamo insieme alcune delle migliori tastiere alternative che si possono trovare sul Google Play Store.



    • Tastiera Google – si tratta della tastiera “stock” di Android, che a differenza di qualche anno fa è molto affidabile e comoda da usare.
      Non include funzionalità particolarmente avanzate  ma funziona molto bene e supporta anche le gesture, cioè la digitazione tramite gesti.
    • SwiftKey – è una delle tastiere gratuite più popolari del mondo Android.
      Permette di digitare testi senza staccare mai le mani dallo schermo tramite un sistema che riconosce in maniera intelligente le parole mentre l’utente passa con il dito sulle lettere, fornisce suggerimenti “smart” per il completamento automatico dei testi e si integra con servizi esterni, come Facebook e Twitter per comprendere meglio il modo di scrivere dell’utente.
    • Fleksy – altra tastiera “intelligente” che permette di digitare i testi senza mai staccare il dito dallo schermo.
      Ha un aspetto minimal e sfrutta in maniera molto interessante le gesture, permette cioè di cancellare le parole scritte, muoversi nel testo e compiere altre operazioni con dei semplici gesti sulla superficie della tastiera.
    • Minuum Keyboard – tastiera molto particolare che si può impostare in modo da avere tutte le lettere sulla medesima riga.
      È gratis per i primi 30 giorni, poi si paga 1,99 euro una tantum.
    • ai.type – altra tastiera molto popolare che punta molto sulla personalizzazione.
      Offre molti temi, si può ridimensionare e include una pratica funzione di ricerca per trovare gli elementi di propri interesse.
      Da sottolineare anche il supporto avanzato alle gesture, il supporto al completamento automatico delle parole e l’immancabile supporto agli emoji.
      È gratis ma include degli elementi da sbloccare tramite acquisti in-app.
    • Chrooma Keyboard – la tastiera ideale per chi sta attento al look di Android.
      Come suggerisce anche il suo nome, Chrooma Keyboard  ha la peculiarità di adattarsi automaticamente al contesto e cambia i suoi colori in base ai colori predominanti nella app in cui viene usata. Include anche il supporto agli emoji e alle gesture, ma ovviamente non sono queste le sue caratteristiche migliori.
    • Tastiera Kika – una tastiera che punta tutto sugli emoji, gli sticker, i simboli e le GIF animate.
      Offre molti simpatici temi che si possono installare per rendere l’esperienza d’uso della tastiera ancora più variegata e divertente.
      È gratis con alcuni acquisti in-app.
    Come impostare la tastiera predefinita su Android

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    Quasi tutte le tastiere alternative per Android, una volta scaricate, propongono all’utente una pratica procedura guidata che permette di impostarle come tastiera predefinita sul dispositivo, scaricare il dizionario per la lingua italiana (se necessario) e collegare la app ai servizi social.



    Puoi saperne di più dando un’occhiata al mio post sulle migliori tastiere gratis per Android.
    Ad ogni modo adesso vediamo insieme come cambiare la tastiera Android in maniera universale, tramite il pannello delle impostazioni del sistema operativo.

    Per attivare e impostare una tastiera appena scaricata dal Play Store, recati nel menu delle impostazioni (l’icona dell’ingranaggio), seleziona la voce Lingua e immissione dalla schermata che si apre, fai “tap” sulla voce Tastiera corrente e seleziona l’opzione Scegli tastiere.



    A questo punto, apponi il segno di spunta accanto al nome della tastiera da attivare (es.
    Fleksy), rispondi OK all’avviso di sicurezza che compare e torna indietro nel menu di Lingua Immissione.
    Per concludere, premi nuovamente sulla voce Tastiera corrente e metti il segno di spunta accanto al nome della tastiera che vuoi usare come tastiera predefinita.

    Per regolare le impostazioni di ciascuna tastiera, come la lingua del dizionario, le gesture o l’aspetto estetico, recati nel menu Impostazioni > Lingua e immissione di Android e premi sulle opzioni LinguaControllo ortografico e sul nome della tastiera in usa.



    Per passare da una tastiera all’altra mentre stai digitando un testo, premi sull’icona della tastiera che si trova in fondo a destra e seleziona il nome della tastiera che intendi utilizzare dal riquadro che compare.
    Se non vedi il pulsante con l’icona della tastiera, prova a tenere premuto il dito per qualche secondo sull’icona del mappamondo o sulla barra spaziatrice.

    Cambiare layout della tastiera

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    Se non vuoi cambiare completamente la tastiera del tuo telefonino ma solo la disposizione dei tasti, ossia il layout, per adattarlo a lingue diverse dall’italiano, puoi andare nelle impostazioni di Android e selezionare ancora una volta la voce Lingua e immissione dalla schermata che si apre.

    Successivamente, devi selezionare il nome della tastiera attualmente in uso e devi modificare le impostazioni relative a lingua e/o layout in base alle tue esigenze.
    Purtroppo la procedura non è la stessa per tutte le tastiere, ma se vuoi posso illustrarti quella adatta alla tastiera stock di Android.



    Per modificare il layout della tastiera predefinita di Android (la tastiera di Google), seleziona la voce Tastiera Google dal menu relativo a Lingua e immissione, dopodiché vai su Lingue, sposta su OFF la levetta relativa all’opzione Usa lingua di sistema e seleziona tutte le lingue e i layout di tuo interesse.

    Una volta aggiunte tutte le lingue desiderate, potrai passare rapidamente da un layout all’altro premendo sull’icona del mappamondo presente nella tastiera di Android e selezionando la lingua desiderata dal riquadro che compare.
    Per impostare la lingua predefinita, invece, usa l’opzione Tastiera corrente presente nel menu Impostazioni > Lingua e immissione come abbiamo visto in precedenza.



    come creare cartelle android



    come creare cartelle android

    Creare una cartella nella home screen di Android è davvero un gioco da ragazzi.
    Basta selezionare un’applicazione, tenere il dito premuto sulla sua icona e trascinarla su un’altra icona:
    quasi come per magia, il sistema crea così una cartella che contiene entrambe le icone e alla quale si possono aggiungere anche altre app.

    La procedura funziona tutti i launcher più diffusi, compreso quello predefinito delle ultime versioni del sistema operativo, ma alcuni amici mi hanno chiesto una cosa diversa; mi hanno chiesto se si possono creare cartelle Android nell’app drawer, cioè nel menu in cui si trovano le icone di tutte le applicazioni installate sullo smartphone (o sul tablet).
    Ebbene, anche in questo caso la risposta è affermativa!



    Grazie ad alcuni launcher personalizzati, che si possono scaricare facilmente dal Google Play Store e non richiedono permessi di root per funzionare, è possibile raggruppare le applicazioni del drawer e organizzarle in cartelle facili sia da trovare che da consultare.
    Vuoi sapere quali sono i launcher che offrono questa funzionalità?
    Nessun problema, te ne segnalo subito un paio fra i più interessanti e ti spiego come utilizzarli.
    Buon divertimento!

    Launcher Google (Now/Pixel)

    Cominciamo dai launcher ufficiali di Google, i quali si trovano preinstallati sui device appartenenti alle serie Nexus e Pixel e si possono scaricare su altri device tramite il Play Store:
    Google Now Launcher e Pixel Launcher.



    I launcher “stock” di Google consentono di creare delle cartelle di applicazioni solo nella home screen, non nel drawer, quindi non nel menu in cui si trovano le icone di tutte le app installate sul dispositivo (per quello bisogna rivolgersi a dei launcher alternativi come quelli che esamineremo in seguito).

    Per creare una cartella nella home screen di Now Launcher o Pixel launcher, tieni il dito premuto sull’icona di una delle applicazioni che vuoi includere nella cartella e trascinala sull’icona di un’altra app che vuoi includere nella medesima cartella.
    Successivamente, seleziona la cartella che viene generata e rinominala come più preferisci selezionando il suo nome che si trova in basso.



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    Dopo aver creato una cartella, puoi aggiungere altre icone in essa semplicemente selezionandole, tenendo il dito premuto su di esse e trascinandole sulla cartella in questione.
    Inoltre, ti segnalo che aprendo una cartella e tenendo il dito premuto sulle icone contenute in essa, puoi riordinare queste ultime e disporle nella sequenza che più preferisci.



    Nova Launcher

    Nova Launcher è ritenuto da molti, compreso il sottoscritto, il miglior launcher per Android:
    è leggero, ricco di funzioni avanzate e si può personalizzare fin nei minimi dettagli.
    Poteva mai mancargli una funzione come quella per raggruppare le app del drawer in cartelle?
    Certo che no, ma purtroppo si tratta di una delle “feature” riservate agli utenti della versione Prime dell’applicazione, che costa 4,50 euro.

    Se accetti di fare questo piccolo investimento, sappi che prima di acquistare il pacchetto “Nova Prime” dal Play Store devi scaricare il launcher in versione base, che è gratuito.
    L’applicazione rileverà automaticamente la tua “licenza” e sbloccherà tutte le funzioni destinate agli utenti Prime (fra cui, per l’appunto, la creazione delle cartelle nel drawer).



    A download di entrambe le app effettuato, recati nel menu Impostazioni di Android (l’icona dell’ingranaggio che si trova nel drawer), fai “tap” sull’icona Home page e imposta Nova Launcher come launcher predefinito per il tuo smartphone/tablet mettendo il segno di spunta accanto al suo nome.

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    Ora viene il bello! Per creare una cartella nell’app drawer, torna sulla home screen di Android (che ora dovrebbe essere gestita da Nova), tieni il dito premuto su un punto “vuoto” dello schermo e seleziona l’icona delle Impostazioni che compare in basso a destra.

    Nella schermata successiva, seleziona la voce Menu delle app, scorri fino in fondo il menu che si apre e fai “tap” sulla voce Gruppi del menu delle app. A questo punto, seleziona la scheda Cartelle che si trova in alto a destra, premi sul pulsante + (collocato anch’esso in alto a destra) per avviare la creazione di una nuova cartella, digita il titolo che vuoi assegnare a quest’ultima nell’apposito campo di testo e premi sul pulsante Aggiungi per completare l’operazione.



    Successivamente, premi sull’icona della matita collocata accanto al nome della cartella che hai appena creato, premi sul pulsante Seleziona app e scegli quali app includere nella cartella.
    Ripeti la procedura per tutte le cartelle che desideri creare e il gioco è fatto.

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    Missione compiuta! Adesso torna in home screen, accedi all’app drawer e troverai le tue cartelle fra le applicazioni disponibili nel menu.
    Per aggiungere nuove app a una cartella o rinominarla, seleziona la sua icona e premi sugli appositi pulsanti presenti nel riquadro che si apre.

    Se vuoi che le cartelle all’interno del drawer vengano mostrate in ordine alfabetico e non prima delle altre app, torna nelle impostazioni di Nova Launcher, seleziona la voce Menu delle app e sposta su OFF la levetta relativa all’opzione Prima le cartelle.



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    Per cancellare una cartella creata in precedenza, devi andare nel menu Impostazioni > Menu delle applicazioni > Gruppi del menu delle applicazioni di Nova Launcher, selezionare la scheda Folders, tenere il dito premuto sul nome della cartella da eliminare e premere sul pulsante Elimina presente nel riquadro che si apre.



    Infine, ti segnalo che per creare delle cartelle in home screen devi seguire la procedura “classica” già vista per i launcher di Google, ovvero devi prendere l’icona di un’app e trascinarla su quella di un’altra app (o su quella di una cartella già esistente, se vuoi inserire l’applicazione in quest’ultima).

    Smart Launcher

    Cerchi un launcher in grado di organizzare automaticamente le applicazioni in cartelle?
    Allora ti consiglio vivamente di provare Smart Launcher.
    Si tratta di un launcher gratuito (nella sua versione di base, ce n’è anche una Pro che costa 2,99 euro e include alcune funzionalità aggiuntive), estremamente leggerlo ed elegante che fa proprio quello di cui hai bisogno:
    esamina la lista delle applicazioni installate sul telefono e le organizza automaticamente in base alle loro categorie di appartenenza (es.
    Comunicazione, Internet, Giochi e via discorrendo).



    Per usufruire delle potenzialità di Smart Launcher, scarica l’applicazione dal Google Play Store, avviala e premi sulla freccia collocata al centro dello schermo.
    Dopodiché accetta che il launcher possa trasmettere ai suoi server la lista delle applicazioni installate sullo smartphone (in modo da categorizzarle in maniera istantanea grazie a un database remoto), scegli se utilizzare una disposizione per le icone in stile fioregriglia e imposta le tue applicazioni predefinite per l’ascolto di musica, la navigazione online ecc.
    (ti verranno mostrate solo le categorie per le quali hai installato più applicazioni simili, che possono ricoprire lo stesso ruolo).

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    Per concludere, premi sul pulsante  e ti ritroverai al cospetto della tua nuova home screen:
    un menu con delle icone circolari (relative alle tue app preferite per ascoltare musica, navigare online, inviare messaggi, scattare foto, telefonare e visualizzare immagini), l’ora corrente e una barra di ricerca.
    Per accedere al drawer con tutte le app suddivise automaticamente in categorie, fai “tap” sull’icona con i 6 quadratini che si trova in basso a sinistra e sfoglia il menu che si apre usando la barra laterale di sinistra.

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    Per impostare Smart Launcher come launcher predefinito di Android, recati nel menu Impostazioni > Home page del tuo smartphone/tablet e metti il segno di spunta accanto al suo nome.

    TouchWiz

    Se utilizzi uno smartphone Samsung e quindi il tuo launcher predefinito non è quello “puro” di Android, bensì quello TouchWiz sviluppato dal colosso coreano, puoi creare cartelle Android senza ricorrere ad applicazioni di terze parti.



    Tutto quello che devi fare è aprire l’app drawer, premere sul pulsante Modifica (collocato in alto a destra) per attivare la “Edit mode” e accorpare le applicazioni proprio come faresti in home screen, cioè tenendo il dito premuto su un’icona e trascinando quest’ultima su un’altra icona.
    Al termine delle modifiche, premi sul pulsante Fine e il gioco è fatto.

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    Sul Play Store sono disponibili anche alcuni launcher che ricalcano l’aspetto e le funzionalità della TouchWiz di Samsung, come ad esempio S Launcher.

    Creare cartelle nascoste su Android

    Ti piacerebbe creare delle cartelle nascoste per inserire in esse delle applicazioni che non vuoi far vedere i tuoi amici?
    In questo caso ti consiglio di dare un’occhiata al mio tutorial su come nascondere app Android in cui ti ho spiegato come nascondere le icone delle app e come bloccare l’accesso a queste ultime con un PIN di sicurezza usando alcune applicazioni adatte allo scopo: credo sia proprio il tipo di soluzione che fa per te!



    come emulare android su pc



    come emulare android su pc

    Sei solito utilizzare app e giochi sul tuo smartphone o tablet Android ma vorresti poter fare altrettanto dal PC?
    Desideri provare alcune applicazioni per la piattaforma mobile del robottino verde ma il tuo dispositivo non le supporta?
    Se la risposta a queste e ad altre domande simili è affermativa sono certo che l’idea di emulare Android su PC potrà piacerti, e anche tanto.
    Come dici?
    In effetti è una buona trovata ma non hai la più pallida idea di come fare?
    Beh, ma non devi preoccuparti… posso spiegarti tutto io, davvero!

    Nelle righe successive andrò infatti ad indicarti come fare per riuscire ad emulare Android su PC in men che non si dica.
    Prima che tu possa allarmarti e pensare al peggio ci tengo però a precisarti sin da subito che contrariamente alle apparenze emulare Android su PC non è affatto complicato e che tutti, anche i meno esperti in nuove tecnologie, posso riuscire “nell’impresa” senza particolari problemi.



    Premesso ciò, se sei dunque effettivamente interessato a scoprire come procedere per poter emulare Android su PC ti suggerisco di prenderti qualche minuto di tempo libero, di piazzarti ben comodo dinanzi al tuo computer e di concentrarti attentamente sulla lettura di questo tutorial.
    Sono sicuro che alla fine potrai dirti più che soddisfatto e che alla prima buona occasione sarai anche ben disponibile a spiegare ai tuoi amici desiderosi di fare altrettanto come procedere per riuscire ad emulare Android su PC.

    Per poter emulare Android su PC è sufficiente ricorrere all’impiego di apposite risorse che consentono di scaricare applicazioni e giochi per la piattaforma mobile del robottino verde e di eseguirli direttamente sul computer utilizzando mouse e tastiera oltre che di simulare le principali funzionalità del sistema operativo mobile di Google.
    Chiaramente le prestazioni offerte da tali risorse non sono ancora paragonabili a quelle di uno smartphone top di gamma ma ti assicuro che riescono a far girare giochi abbastanza complessi senza particolari problemi.
    Di seguito trovi dunque indicate quelle che a mio modesto avviso rappresentano le migliori soluzioni di questo tipo e le indicazioni da seguire per poterle sfruttare in modo tale da riuscire ad emulare Android su PC.



    Indice

    • Emulare Android su PC con BlueStacks
    • Emulare Android su PC con Android x86

    Emulare Android su PC con BlueStacks

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    Se ti interessa la possibilità di emulare Android su PC ti suggerisco innanzitutto rivolgerti a BlueStacks.
    Qualora non ne avessi mai sentito parlare, sappi che si tratta di un popolare software per Windows e macOS che permette di emulare il sistema operativo Android su computer e quindi di installare applicazioni direttamente dal Play Store.



    Si tratta di un programma davvero facile da utilizzare, visto che non richiede configurazioni particolari e avanzate, come per esempio il dual boot e inoltre supporta il download della maggior parte delle app e dei giochi Android presenti nel Play Store.
    L’utilizzo del software è gratuito ma, questo è bene che tu lo tenga presente, presenta banner pubblicitari che si manifestano sotto forma di consigli per il download di alcune app promozionali. Se vuoi evitare che ti vengano mostrati devi sottoscrivere un abbonamento:
    il prezzo è di 4$/mese o 40$/anno.

    Se sei quindi interessato ad emulare Android su PC con BlueStacks collegati subito al sito Internet del programma, dopodiché pigia prima sul pulsante Scarica BlueStacks e poi, per scaricare l’emulatore sul tuo computer, premi sul pulsante Download.



    Attendi quindi che la procedura di download venga avviata e poi portata a termine automaticamente e, una volta completata, fai doppio clic sul file .exe o .dmg appena scaricato, per dare il via all’installazione del programma, seguendo le indicazioni che sto per fornirti.

    Per installare BlueStacks su Windows, clicca prima su Si nella finestra di Controllo dell’Account Utente, poi per avviare l’installazione di BlueStacks, fai clic sul pulsante Installa ora (la procedura di installazione è stata semplificata moltissimo, rispetto alle precedenti versioni dell’emulatore).
    Al termine del download automatico di tutti i file necessari, premi su Completo.



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    Per installare BlueStacks su macOS, invece, dopo aver avviato il file .dmg con doppio clic, fai doppio clic anche sull’icona di BlueStacks, per avviare l’installer.
    Conferma l’apertura dello stesso, premendo sul pulsante Apri.



    Fatto ciò, premi su Continuare e su Installare, digita la password di amministrazione del Mac (quella che usi per accedere allo stesso) e premi sul pulsante Installa Assistente.
    Adesso, nel caso in cui ti sia richiesto, fai clic sul pulsante Apri le preferenze di sistema.

    Agendo tramite la sezione delle impostazioni di macOS, fai prima clic su Consenti e poi sull’icona con il lucchetto, situata in basso a sinistra.
    Per terminare l’installazione del software su macOS, digita la password del Mac e premi su Sblocca.



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    Adesso inizia, in egual modo su entrambi i sistemi operativi, la procedura relativa all’associazione di BlueStacks al tuo account Google, in modo da poter scaricare applicazioni e giochi dal Play Store. Per fare ciò, devi configurare l’emulatore, aggiungendo allo stesso un tuo account Google esistente.



    Nella schermata di benvenuto visualizzata, premi quindi su Inizia e, nei successivi campi di testo che ti vengono mostrati, digita i dati d’accesso facenti riferimento a quest’ultimo (email e password).
    Conferma la volontà di effettuare il login e accetta i termini e delle condizioni di servizio, premendo su Avanti e poi anche su Accetto.

    Se, invece, non possiedi già un account Google, prima di effettuare i passaggi che ti ho appena indicato provvedi subito a crearne uno, attenendoti alle indicazioni che ti ho fornito nella mia guida dedicata all’argomento.



    Effettuati questi passaggi, premi sul pulsante Comincia a usare BlueStacks.
    A questo punto hai terminato la configurazione di BlueStacks e puoi effettuare l’accesso al Play Store, la cui icona (il simbolo di un sacchetto della spesa bianco) è situata nella schermata principale dell’emulatore (Home).

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    Adesso, per installare le applicazioni Android di cui vuoi usufruire, utilizza il motore di ricerca del Play Store per digitarne il nome e premi il pulsante Invio sulla tastiera, per dare il via alla procedura di ricerca.
    Una volta individuata l’app o il gioco di tuo interesse, fai clic sulla sua icona, dopodiché clicca prima su Installa e poi su Accetto, in corrispondenza della sua scheda Play Store, in modo da scaricarla e poterla utilizzare sul tuo computer.

    Attendi dunque qualche istante, affinché la procedura di installazione dell’app venga avviata e portata a termine, dopodiché fai clic sul pulsante Apri per cominciare ad utilizzare l’app appena scaricata.
    Tutte le app scaricare mediante BlueStacks risultano poi accessibili cliccando sulla loro icona aggiunta alla sezione Home del programma.



    Se, invece, desideri configurare le impostazioni avanzate dell’emulatore, come ad esempio la risoluzione oppure la lingua, fai clic sull’icona di un ingranaggio (Impostazioni) che trovi situata nella barra in alto.
    Nella nuova schermata che ti viene mostrata, puoi trovare alcune voci che ti permettono di regolare le impostazioni dell’emulatore.

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    Ad esempio, mediante le voci annesse alla sezione Display, puoi personalizzare i parametri relativi alla risoluzione, mentre, premendo sulla scheda Engine, hai la possibilità di indicare il quantitativo di CPU e RAM da dedicare al programma.
    In caso volessi cambiare la lingua dell’emulatore, fai clic sulla scheda Preferenze e seleziona quella da te desiderata, tramite il menu Impostazioni – Lingua.

    Per chiudere BlueStacks, invece, fai clic sulla X collocata in alto a destra dopodiché, in corrispondenza dell’avviso Vuoi uscire da BlueStacks? fai clic su Si.



    Emulare Android su PC con Android x86

    Il funzionamento di BlueStacks non ti ha convinto in maniera particolare e sei ancora alla ricerca di un valido sistema mediante cui poter emulare Android su PC?
    Si?
    Bene, allora ti suggerisco di scaricare Android x86, una versione del sistema operativo mobile del robottino verde che risulta ottimizzata per i computer, e di installarla in dual-boot con Windows, proprio come se si trattasse di una distribuzione di Linux.

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    Android x86 è completamente gratis, supporta quasi tutte le app e i giochi per Android e fornisce un accesso completo al Google Play Store.
    Se questa soluzione ti interessa e se desideri dunque provare ad emulare Android su PC sfruttando Android x86 puoi seguire le indicazioni presenti nella mia guida su come installare Android su PC in cui ho provveduto a spiegarti in maniera dettagliata e precisa come procedere.