come effettuare il root su android



come effettuare il root su android

Android è un sistema operativo aperto.
Questo significa che non solo gli sviluppatori possono prendere il suo codice sorgente e realizzarne delle versioni modificate, ma anche che noi utenti possiamo personalizzare il software dei nostri dispositivi portatili potendo contare su un altissimo grado di flessibilità.
Per aumentare ancora di più la nostra libertà d’azione possiamo ricorrere a una procedura di sblocco denominata root che permette di bypassare tutte le restrizioni che normalmente vietano di accedere alle aree più profonde del sistema.

Per dirla in parole povere, quando si provvede ad effettuare il root su Android si diventa al 100% “padroni” del proprio device.
Si possono modificare i file del sistema operativo, si possono “spingere” le prestazioni del telefono alterandone i parametri hardware (es.
la frequenza del processore) e si ottiene la possibilità di utilizzare applicazioni che normalmente non funzionerebbero, come ad esempio quelle che permettono di creare backup completi del sistema o di controllare il terminale da remoto.



La procedura è completamente legale ma in molti casi invalida la garanzia del telefono (o del tablet) su cui viene applicata:
dipende tutto dalle politiche attuate dal produttore.
Il rischio di “brick”, cioè di rottura del device, è minimo ma bisogna stare attenti a seguire la procedura specifica per il proprio dispositivo.
Per attuare il root, infatti, ogni smartphone e ogni tablet richiede un procedimento diverso.
Non ce n’è uno universale valido per tutti i terminali.
Ad ogni modo posso spiegarti, per sommi capi, quali sono i passaggi che dovrai compiere qualora decidessi di sbloccare il tuo smartphone o tablet.

Dizionario del root

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Per prima cosa devi acquisire un po’ di confidenza con i vocaboli legati al root Android, quindi prenditi qualche minuto di tempo libero e leggi questo breve dizionario del root, se così vogliamo chiamarlo.

  • Root – tecnicamente, il root consente di utilizzare Android usufruendo di privilegi da amministratore.
    Questo, come detto in precedenza, consente di avere accesso alle aree di sistema che normalmente risultano inaccessibili e quindi offre la possibilità di usare funzioni e app che gli utenti con privilegi standard non possono utilizzare.
  • ROM – sono le versioni modificate di Android che gli sviluppatori “cucinano” e mettono a disposizione del pubblico.
    Sono fornite quasi sempre con i privilegi di root già sbloccati e possono contenere diverse personalizzazioni, come le ottimizzazioni software per far andare il dispositivo più veloce o dei temi grafici diversi da quello predefinito di Android.
    Bisogna stare molto attenti a scaricarne una adatta al proprio device.
  • Bootloader – è il software che parte appena si accende lo smartphone (o il tablet) e fornisce al dispositivo le istruzioni necessarie ad avviare il sistema operativo, cioè Android.
    Di solito è bloccato e non permette l’installazione di ROM personalizzate, quindi si deve provvedere a sbloccarlo tramite una procedura che analizzeremo un po’ più avanti.
    Attento:
    lo sblocco del bootloader invalida la garanzia del device e cancella tutte le app e i dati salvati su quest’ultimo.
  • Recovery – è un software che permette di effettuare varie operazioni di sistema, come l’installazione di ROM o i backup dei dispositivi Android.
    Quello presente “di serie” sugli smartphone e i tablet in commercio è assai limitato, quindi si deve provvedere a installarne uno alternativo (altro argomento che tratteremo fra qualche riga).
  • Kernel – il kernel è il cuore di Android (così come di ogni altro sistema operativo), quello che gestisce la comunicazione tra il software e l’hardware.
    È possibile installarne di personalizzati per aumentare le prestazioni del dispositivo ma si tratta di un’operazione abbastanza rischiosa per la stabilità del sistema.
  • Radio – è quella parte del firmware che si occupa di mettere in comunicazione il software del dispositivo con l’hardware legato alla connessione Wi-Fi, alla rete dati, alla linea voce e al GPS.
    Su Internet ne sono disponibili delle versioni personalizzate che dovrebbero aumentare le prestazioni della rete, ma anche in questo caso si tratta di modifiche ad alto rischio.
  • Gapps – le ROM personalizzate di Android, per questioni di diritti, non possono contenere le applicazioni di Google (Play Store, Gmail eccetera).
    Per colmare questa lacuna si può scaricare da Internet un pacchetto denominato Gapps che le contiene tutte.
  • Flash – “flashare” è un termine che viene utilizzato come sinonimo di “installare” quando si tratta di inserire sul proprio device una ROM di Android, un kernel o una recovery.
    Significa, dunque, installare sul proprio smartphone o tablet una versione di Android personalizzata, una recovery o un kernel.
  • Nandroid – è un backup completo del terminale contenente app, dati e impostazioni.
    Può essere effettuato solo dopo aver installato una recovery alternativa.
  • ADB – acronimo di Advance Debug Bridge, è un software che permette di comunicare con i dispositivi Android dal PC tramite linea di comando.
    Fa parte dell’SDK di Android, cioè del pacchetto ufficiale che contiene tutti gli strumenti per gli sviluppatori Android, e la sua presenza è fondamentale nella procedura di root di molti dispositivi.
  • SuperSU/SuperUser – sono i software che, a root effettuato, consentono di gestire i permessi delle varie applicazioni.
    Sarai infatti tu a decidere quali app potranno accedere al sistema sfruttando i permessi di root (quindi i privilegi da amministratore) e quali no mediante dei comodi avvisi che compariranno sullo schermo quando tenterai di eseguirle.
  • Fastboot – è una modalità di avvio di Android che permette di modificare file di sistema quando il dispositivo è connesso a un computer tramite cavo USB.
    Per attivarla, bisogna spegnere il terminale e premere contemporaneamente i tasti Power e Volume -.
  • Recovery mode – modalità di avvio che permette di accedere alla recovery.
    Su alcuni dispositivi si richiama premendo Volume +, Power e Home, su altri premendo Volume – e Power per poi selezionare l’opzione Recovery dal menu che si apre.
  • Debug USB – è una modalità per il collegamento di Android al computer tramite cavo USB richiesta dalla maggior parte dei software per il root.
    Per attivarla, bisogna andare nelle impostazioni di Android, selezionare la voce Info sul telefono e premere sulla dicitura Numero buid per sette volte consecutive in modo da far comparire il menu Opzioni sviluppo in cui si trova, per l’appunto, la funzione debug USB.

Effettuare il root su Android

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Fatta questa doverosa panoramica sui termini più importanti del mondo Android possiamo vedere più in dettaglio cos’è la procedura di root e come portarla a termine. Come già detto prima, non esiste una tecnica universale per fare il root su Android:
bisogna cercare i software e le guide specifiche per il proprio smartphone o il proprio tablet.
Ribadito questo concetto, ecco grossomodo i passaggi che dovrai compiere per sbloccare il tuo device.

Operazioni preliminari

  • Backup – la prima volta che si esegue il root di un dispositivo Android occorre sbloccarne il bootloader, operazione che come accennato in precedenza porta alla cancellazione di tutti i dati presenti sulla memoria di quest’ultimo.
    Prima di metterti all’opera provvedi dunque a salvare foto, video e il resto dei file presenti sul terminale collegando il telefono o il tablet al computer.
    Per maggiori informazioni su come effettuare un backup su Android leggi la mia guida sull’argomento.
  • Driver – Per collegare un device Android al computer (sia in caso di backup sia per il root) occorre che sul PC ci siano installati i driver del telefono/tablet.
    Se ad esempio hai un dispositivo Samsung provvedi dunque a installare il software Samsung Smart Switch, se hai un terminale Motorola scarica Motorola Device Manager e così via. Per maggiori informazioni su questa procedura consulta il mio tutorial su come collegare Android al PC.

Root Android

1.
Sbloccare bootloader Android

La prima operazione da effettuare per eseguire il root su Android è sbloccare il bootloader.
Così come il root, anche questo procedimento può variare da dispositivo a dispositivo ma nella maggior parte dei casi richiede l’utilizzo dell’utility ADB che puoi scaricare singolarmente da questo sito o insieme all’Android SDK da quest’altro sito.



Alcuni produttori, come ad esempio Sony e Motorola, forniscono ufficialmente strumenti e istruzioni per lo sblocco del bootloader, ma la procedura invalida comunque la garanzia del telefono/tablet.
Per trovare la procedura più adatta al tuo device, vai su Google e cerca sblocco bootloader [nome tuo smartphone/tablet].

Per farti capire meglio in cosa consiste la procedura di sblocco del bootloader ti faccio un esempio pratico, quello relativo al  Moto G di Motorola per essere precisi. La procedura di sblocco del bootloader su un Moto G consiste nel collegare il device al computer in modalità fastboot, aprire il Prompt dei comandi e trovare il codice identificativo del terminale tramite il comando fastboot oem get_unlock_data.
Dopodiché bisogna andare sul sito di Motorola e incollare il codice restituito dal Prompt per ottenere il codice di sblocco del bootloader, il quale va digitato in coda al comando fastboot oem unlock nel Prompt di Windows per completare l’operazione.
Detta così sembra una cosa complicatissima, ma in realtà si tratta di una procedura abbastanza semplice e veloce.



2.
Installare recovery Android

Dopo aver sbloccato il bootloader bisogna flashare (cioè installare) sul proprio dispositivo una recovery personalizzata, la quale come già accennato permette di caricare il file del root e/o ROM di Android con privilegi da amministratore già sbloccati. Tra le recovery più diffuse del momento ci sono TWRP e ClockworkMod, scegli quella suggerita nella guida per effettuare il root del tuo smartphone/tablet e segui le relative istruzioni per l’installazione.

Generalmente, per installare una recovery personalizzata bisogna avviare il terminale in modalità fastboot (tenendo premuti i tasti Power e Volume -), dopodiché si deve aprire il Prompt dei comandi e si deve digitare il comando fastboot flash recovery file.img (dove al posto di “file.img” va il nome del file immagine che contiene la recovery).



Con i dispositivi Samsung si può ricorrere anche a Odin, un’applicazione gratuita che permette di “flashare” recovery e file di root sui telefoni prodotti dall’azienda coreana in maniera molto semplice. Puoi trovare le istruzioni più adatte al tuo device sui siti Web delle recovery che ti ho appena segnalato o nelle guide per il root Android che trovi linkate alla fine del post.

Prima di passare allo step successivo, fai un backup dell’intero dispositivo (Nandroid) selezionando l’apposita opzione dal menu della recovery personalizzata.



3.
Installare root o ROM Android

Ora viene la parte più divertente, quella in cui devi installare i file del root o una ROM personalizzata sul tuo smartphone.
Nella maggior parte dei casi il processo di sblocco di Android avviene sostituendo la versione standard del sistema operativo con una già “rootata” (quindi con una ROM personalizzata), ma ci sono anche dei casi in cui si possono installare le applicazioni del root (SuperSU/SuperUser) senza sostituire la versione di Android installata sul device, dipende tutto dal modello di smartphone o tablet in proprio possesso.

Dopo aver sbloccato il bootloader e aver installato la recovery personalizzata, procurati dunque i file del root oppure la ROM personalizzata di Android che desideri installare e spostali sulla scheda SD del dispositivo (o sulla sua memoria interna).
Sia i file del root che le ROM personalizzate vengono distribuite sotto forma di pacchetti zip che bisogna avviare da recovery per installare SuperSu/SuperUser (nel caso in cui lo smartphone supportasse l’installazione dei soli file di root) o la ROM personalizzata (se invece si deve installare una versione di Android già sbloccata). Mi raccomando, prima di scaricare una ROM da Internet accertati che questa sia fatta su misura per il modello di telefono o di tablet in tuo possesso.
Se scarichi una ROM non adatta al tuo dispositivo, rischi di “brickarlo” e di comprometterne in maniera irrimediabile il funzionamento! Per scoprire con precisione qual è il modello del tuo smartphone/tablet, recati nella Impostazioni di Android e seleziona la voce Info sul telefono.
Troverai il codice di cui hai bisogno nel campo Numero modello.



Dopo aver copiato i file del root o la ROM sul tuo device, riavvialo in recovery mode, seleziona l’opzione Install/Install ZIP from SD card e scegli il pacchetto ZIP del root o della ROM da installare. Ad operazione completata (ci vorranno alcuni minuti) provvedi a cancellare il contenuto della memoria del dispositivo selezionando le opzioni Wipe Data/Factory Reset e Wipe Cache Partition dal menu della recovery.

4.
Installare Play Store

Adesso puoi riavviare il tuo smartphone (o il tuo tablet) e cominciare a usare Android in versione sbloccata.
Se hai installato una ROM che non comprende le Google Apps (Play Store, Gmail, Google Music e compagnia), provvedi a scaricare il pacchetto delle Gapps più adatto al tuo sistema e installalo da recovery seguendo la procedura che abbiamo appena visto insieme per i file di root e le ROM personalizzate.



Per trovare le Google Apps più adatte al tuo device, cerca su Google gapps Android xx (dove al posto di “xx” devi indicare la versione di Android installata sul tuo terminale, ad esempio “5” o “Lollipop”) oppure Google apps Android xx.
Fra i siti che permettono di scaricare le Google apps ti segnalo Open Gapps, RootzWiki e XDA Forum.

Link utili e altre informazioni

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In conclusione, eccoti i collegamenti alle guide su come effettuare il root su Android per tutti i principali smartphone/tablet attualmente in commercio e le risposte ad alcuni dubbi che potresti avere dopo aver sbloccato il tuo dispositivo.

Guide per il root

Il sito che offre il maggior numero di tutorial per il root è XDA Forums che include guide passo-passo dedicate a tutti i modelli di smartphone e tablet Android.
È solo in lingua inglese ma di facilissima consultazione.



Tutto quello che devi fare è collegarti alla sua pagina iniziale, digitare il nome del tuo dispositivo nella barra di ricerca collocata in alto e selezionare uno dei risultati che compaiono in automatico.
Dopodiché consulta le discussioni presenti nel forum e tra di esse troverai sicuramente quella che riguarda il root.

Se vuoi fare prima, vai su Google e cerca site:forum.xda-developers.com root [modello smartphone/tablet] per trovare i link diretti alle guide che ti interessano.
Se poi hai delle difficoltà con l’inglese, vai su Google e cerca semplicemente guida root [nome del tuo smartphone/tablet].
Mi raccomando però, cerca di affidarti solo a siti, forum e blog di provata affidabilità.



FAQ

  • Si possono ricevere aggiornamenti OTA su un dispositivo rootato? Sì.
    Molte ROM hanno il loro sistema di aggiornamento automatico e consentono di installare versioni di Android anche più recenti rispetto a quelle offerte ufficialmente dal produttore.
    Se si effettua il root senza installare una ROM personalizzata (operazione possibile solo su alcuni terminali) si continuano a ricevere gli aggiornamenti OTA dal produttore ma spesso non si riescono a installare correttamente, anche in questo caso, comunque, tutto dipende dal modello di smartphone o tablet in proprio possesso.
  • Si può disattivare il root? Sì, basta scegliere l’apposita voce dalle impostazioni di SuperSU o installare una ROM “stock” di Android senza i permessi da amministratore sbloccati, su Internet ci sono molte guide a riguardo.
    Tuttavia ci tengo a precisare che la disattivazione del root non ripristina automaticamente la garanzia sul dispositivo.
    Come spiegato in precedenza, la garanzia è legata al bootloader e quindi per ripristinarla bisognerebbe ri-bloccare il bootloader (operazione non sempre semplicissima da portare a termine).
  • Dopo il root bisogna effettuare una calibrazione della batteria? Se si installa una ROM personalizzata di Android, sì, è altamente consigliato calibrare la batteria del telefono o del tablet facendola scaricare completamente e poi ricaricandola oltre il 100% (cioè mantenendo il device in corrente per un po’ di tempo dopo il raggiungimento del 100% di carica).
    Trovi tutte le informazioni relative a questa procedura nel mio tutorial su come calibrare batteria Android.
  • Quali applicazioni bisogna installare dopo aver fatto il root?
    Non c’è una lista di applicazioni da installare obbligatoriamente, dipende tutto dalle proprie esigenze e da cosa si vuole ottenere dal proprio device. Se posso darti qualche consiglio, così, per iniziare, prova Titanium Backup che permette di eseguire un backup completo (e quindi un ripristino) di app e dati, Greenify che permette di “ibernare” le applicazioni per tenere sotto controllo il consumo della batteria e Link2SD che permette di spostare tutte le app su SD.

come funziona google drive su android



come funziona google drive su android

Sei alla ricerca di una soluzione che ti permetta di usare il tuo dispositivo Android per avere sempre sotto mano tutti i file che ti servono per lavoro.
Alcuni tuoi amici, che se ne intendono più di te di tecnologia, ti hanno consigliato di scaricare Google Drive.
Purtroppo però, quando si tratta di compiere operazioni che hanno a che fare con il mondo tech, hai sempre delle difficoltà.
In questo caso, poi, oltre a capire come procedere per scaricare quest’app, hai bisogno di saperne di più su come funziona Google Drive su Android.

Ho indovinato?
Beh, se le cose stanno effettivamente così e ti stai chiedendo se posso aiutarti, sappi che la risposta è come sempre affermativa! Dedicami qualche minuto del tuo tempo e ti spiegherò come procedere per sfruttare al meglio il celebre servizio di cloud storage targato Google, mediante il quale custodire qualsiasi tipo di file online e trovarlo sincronizzato automaticamente su tutti i tuoi device:
non solo quelli Android, ma anche quelli iOS, i computer Windows e i Mac.



Questa mia introduzione ti ha incuriosito e ora non vedi l’ora di saperne di più?
Vorresti apprendere il più possibile sul funzionamento di Google Drive?
Non preoccuparti:
mettiti seduto comodo, leggi con attenzione questo mio tutorial e cerca di seguire attentamente tutti i passaggi che ti illustrerò.
Ti assicuro che, al termine della lettura, Google Drive non avrà più alcun segreto per te.
Buona lettura e buon lavoro!

Indice

  • Come scaricare Google Drive su Android
  • Come funziona Google Drive su Android

Come scaricare Google Drive su Android

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Come già accennato in apertura del post, Google Drive è il famoso servizio di cloud storage e di file sharing sviluppato da Google, l’azienda conosciuta per il suo motore di ricerca omonimo e per il sistema operativo Android.
Il servizio offerto da Google Drive è accessibile via Web e quindi utilizzabile tramite il suo sito Internet ufficiale, ma è anche possibile usufruirne in mobilità, tramite l’applicazione per dispositivi mobili, e da PC, tramite client per sistemi desktop (come ti ho spiegato anche nel mio tutorial su come funziona Google Drive).

In ambito mobile, l’applicazione Google Drive per Android potrebbe essere in alcuni casi già preinstallata e quindi non essere necessario il suo download e la sua installazione.
Per sapere se sul tuo dispositivo è già presente l’applicazione Google Drive, devi cercare la sua icona nella schermata principale:
questa ha il simbolo di un triangolo colorato ed è denominata Drive.
Qualora non la trovassi al primo tentativo, prova anche a cercarla nella sezione del tuo dispositivo che mostra la lista completa di tutte le applicazioni installate (il drawer).
In alcuni casi, inoltre, l’applicazione può trovarsi in una cartella creata automaticamente che, situata all’interno della schermata principale, contiene tutte le applicazioni predefinite di Google.



Sul dispositivo di cui sei in possesso non è presente l’applicazione in questione, e quindi vorresti sapere come installarla?
Non preoccuparti, non è un problema, te lo spiego passo dopo passo nelle righe che seguono.

Per scaricare e installare l’applicazione Google Drive sul tuo dispositivo Android, devi agire tramite il Play Store, ovvero il negozio virtuale predefinito tramite il quale si scaricano gratuitamente, o si acquistano, giochi e applicazioni. Per eseguire quest’operazione, fai tap sull’icona del Play Store situata nella schermata principale del tuo device (presenta il simbolo di un triangolo colorato).
Tramite la sezione Home del Play Store, premi sulla barra di ricerca in alto e, in corrispondenza della dicitura Cerca su Google Play, digita la parola Google Drive e poi premi sul tasto Cerca (simbolo di una lente di ingrandimento) dalla tastiera del tuo dispositivo.



Attendi, adesso, che ti vengano mostrati i risultati della ricerca che hai appena effettuato e, a questo punto, puoi vedere a schermo la scheda di anteprima di Google Drive:
per installare l’app in questione, premi pulsante Installa e poi sul pulsante Accetto.

Qualora invece l’applicazione Google Drive fosse già presente sul tuo dispositivo, in corrispondenza della scheda di anteprima dell’app, sarà presente la dicitura Apri.
In questo caso significa che l’applicazione è già stata installata e puoi quindi avviarla premendo proprio sul pulsante Apri, il quale è visibile anche al termine dell’eventuale installazione.



Come funziona Google Drive su Android

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A installazione completata, puoi incominciare a utilizzare Google Drive e sfruttare, quindi, sul tuo dispositivo Android, tutte le funzionalità di questo servizio di cloud storage e file sharing.
L’utilizzo di Google Drive richiede l’accesso con un account Google:
quest’accesso viene solitamente eseguito automaticamente, dal momento in cui Google Drive si connette utilizzando l’account Google del tuo dispositivo Android.



Google Drive è gratuito, ma il suo spazio di archiviazione online è pari a 15 GB.
Qualora questo non fosse sufficiente, puoi in qualsiasi momento espanderlo, sottoscrivendo un abbonamento a Google One.
Quest’ultimo, infatti, offre diversi piani tariffari (minimo 1,99€/mese) che vado a elencarti qui di seguito.

  • 100GB a 1,99 euro/mese
  • 200GB a 2,99 euro/mese
  • 2TB a 9,99 euro/mese
  • 10TB a 99,99 euro/mese
  • 20TB a 199,99 euro/mese
  • 30TB a 299,99 euro/mese

Nel caso in cui volessi utilizzare un account Google diverso per Google Drive, premi sul pulsante con il simbolo (≡) posto in alto a sinistra e poi, dal menu a tendina che vedi a schermo, fai tap sul pulsante con il simbolo (▼) per vedere così a schermo la dicitura (+) Aggiungi account.
Premi quindi su di essa e poi sulla voce Google, per aggiungere un nuovo account Google e utilizzarlo con Google Drive; segui poi le procedure che vedi a schermo, indicando il tuo indirizzo email e la password di accesso.



Come caricare file su Google Drive

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Tramite la schermata principale di Google Drive, puoi vedere tutti i file caricati all’interno di questo servizio di cloud storage, in corrispondenza della sezione Il mio Drive.
Se vuoi caricare nuovi file all’interno di Google Drive tramite il tuo dispositivo, premi per prima cosa sul pulsante (+) e poi, dal menu che vedi a schermo, fai tap su una delle voci presenti.



Vi è per esempio il pulsante Cartella, che permette di creare una nuova cartella nella quale inserire poi documenti o elementi multimediali, oppure il pulsante Carica, che serve per sfogliare la memoria interna del dispositivo e selezionare così altri contenuti multimediali da caricare.
Pigiando, invece, sul pulsante Scansiona, è possibile utilizzare lo strumento integrato in Google Drive per la scansione di documenti ed eseguire una scansione in PDF.

Gli altri strumenti che è possibile utilizzare sono relativi alla possibilità di creare o modificare documenti, attraverso le applicazioni complementari Documenti Google, Fogli Google e Presentazioni Google.
Tali funzionalità sono visibili in corrispondenza dei pulsanti omonimi:
premendo sulle relative icone viene infatti chiesto di scaricare le relative applicazioni.



I documenti caricati all’interno di Google Drive possono essere modificati in qualsiasi momento, se si dispone delle suddette app; in caso contrario, per estendere le funzionalità di Google Drive, premi sui pulsanti Documenti Google, Fogli Google e Presentazioni Google e installa queste applicazioni premendo poi sui pulsanti Prova documenti > Installa, Prova Fogli > Installa e su Prova Presentazioni > Installa. In alternativa, per installarle, recati sul Play Store, digita i nomi delle applicazioni nel motore di ricerca e, una volta visualizzata la scheda di anteprima delle stesse, premi sul pulsante Installa e poi sul pulsante Accetto.

Al termine dell’installazione, potrai modificare tutti i documenti che sono stati importati all’interno di Google Drive premendo sul documento di tuo interesse e poi sul pulsante con il simbolo della matita, situato in basso a destra.



Come condividere file con Google Drive

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I documenti di Google Drive possono essere facilmente condivisi con altri utenti, utilizzando una funzionalità presente all’interno della stessa applicazione.
Per effettuare questa specifica operazione, premi sul documento di tuo interesse che trovi nella schermata Il mio Drive e poi fai tap sul pulsante con il simbolo dell’omino, situato nella barra in alto.



Tramite il campo di testo Persone, digita quindi l’indirizzo email della persona con la quale vuoi condividere il documento e poi premi sul pulsante con il simbolo della matita, per regolare le opzioni di condivisione.
In questo modo, puoi scegliere se la persona alla quale vuoi condividere il documento può modificare, può commentare o può visualizzare lo stesso.
Al termine della modifica delle opzioni di condivisione, premi sul pulsante con il simbolo dell’aeroplanino per condividere il documento selezionato.

Come visualizzare i documenti condivisi

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Relativamente al funzionamento di Google Drive su Android, devo anche spiegarti come visualizzare i documenti che altri utenti hanno condiviso con te.
Per effettuare quest’operazione, premi sul pulsante con il simbolo (≡), situato in alto a sinistra, dopodiché premi sulla voce Condivisi con me e visualizzerai tutti i documenti che altri utenti hanno condiviso all’interno del servizio di file sharing offerto da Google.

Nel menu a tendina visibile premendo sul pulsante con il simbolo (≡), vi è anche la voce Recenti, la quale permette di vedere tutti i documenti caricati o modificati di recente all’interno di Google Drive.
La sezione Speciali, invece, è relativa ai documenti che sono stati aggiunti in questa sezione dedicata ai documenti preferiti.



Per aggiungere un documento alla sezione Speciali, torna come prima cosa nella schermata Il mio Drive, in modo tale da vedere la sezione con l’elenco di tutti i file caricati sul servizio.
Dopodiché fai tap sul documento che ti interessa, in modo da aprirlo, e premi sul pulsante con il simbolo (…).
Adesso, nel menu a tendina che vedi a schermo, sposta la levetta da OFF a ON, in corrispondenza della voce In speciali.
La dicitura a schermo Elemento aggiunto agli speciali conferma che l’operazione è stata eseguita correttamente.

Come utilizzare Google Drive in modalità offline

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Un’altra funzionalità molto importante dell’applicazione Google Drive è relativa alla possibilità di visualizzare i documenti contenuti all’interno di questa piattaforma in modalità offline, in modo da poterli visualizzare ed effettuare delle modifiche anche in assenza di una connessione a Internet.

Per fare in modo che un documento di Google Drive sia utilizzabile anche in modalità offline, fai tap su di esso e, in corrispondenza della sezione Il mio Drive, premi sul pulsante con il simbolo (…), situato in alto a destra.
Adesso, sposta da OFF a ON la levetta situata in corrispondenza della dicitura Disponibile offline e il gioco è fatto:
il documento in questione sarà così scaricato nella memoria del tuo dispositivo e sarà presente nella sezione Offline.



Per accedere alla sezione Offline, la quale include tutti i documenti utilizzabili anche senza connessione a Internet, premi sul pulsante con il simbolo () che puoi vedere in alto a sinistra e fai tap sulla voce Offline.
Pigia quindi sul documento che desideri visualizzare e, per modificare quest’ultimo, premi sul pulsante con il simbolo della matita.
Una volta apportate le modifiche, premi sul pulsante con il simbolo √.
Il salvataggio dei cambiamenti avviene in automatico, così come la sincronizzazione del documento in cloud, che avviene non appena si attiva la connessione a Internet.

Come visualizzare i file del computer su Google Drive

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L’applicazione Google Drive risulta anche utile per visualizzare tutti i file del proprio computer, nel caso in cui si utilizzi lo strumento denominato Backup e sincronizzazione.
Quest’ultimo permette infatti di sincronizzare le cartelle e i file del proprio computer con Google Drive, all’interno della sezione Computer, in modo tale che questi possano essere visualizzati tramite l’applicazione.

Per eseguire questa specifica operazione, ti rimando alla lettura della mia guida su come funziona Google Drive, nella quale ti ho spiegato, passo dopo passo, come utilizzare lo strumento Backup e sincronizzazione su computer Windows e Mac.



come localizzare un cellulare android



come localizzare un cellulare android

Hai acquistato uno smartphone Android nuovo fiammante ma lo usi sempre con parsimonia perché hai paura di smarrirlo?
Un po’ ti capisco, ma non devi essere troppo preoccupato per le sorti del tuo telefonino.
Ormai esistono tante soluzioni che permettono di proteggere i cellulari dai furti e di rintracciarli in caso di smarrimento, non devi far altro che sceglierne una e usarla sul tuo nuovo gioiellino tascabile.

Che ne diresti di AVG?
Sì, proprio lui.
Il celebre antivirus per PC è approdato anche su Android ed, oltre ad eliminare i malware che ahimè sono presenti anche sul sistema operativo di Google, permette di rilevare la posizione geografica del telefonino a distanza dal computer.
Coraggio, installalo subito e scopri come localizzare un cellulare Android utilizzandolo.
È gratis!



Se vuoi scoprire come localizzare un cellulare Android, il primo passo che devi compiere è collegarti al Google Play Store e scaricare l’applicazione antivirus AVG sul tuo smartphone.
Puoi eseguire quest’operazione direttamente dallo smartphone, cercando il nome della app dalla barra di ricerca di Google Play, oppure tramite PC usando la versione Web del Play Store.
In quest’ultimo caso, il software verrà scaricato automaticamente sul telefono non appena questo verrà connesso ad Internet.

A download ed installazione completati, avvia AVG sul tuo smartphone e premi sul pulsante Accetto per accettare le condizioni di utilizzo della app ed accedere alla sua schermata principale.
A questo punto, premi il tasto Menu del telefono e seleziona il pulsante Antifurto che compare in basso a destra.
Nella schermata che si apre, seleziona la voce Registrazione, digita il tuo indirizzo di posta Gmail (quello che hai associato ad Android) e premi sul pulsante OK per due volte consecutive per attivare il servizio di localizzazione sul telefono.



Il più è fatto.
Adesso però dobbiamo vedere come usare il computer per localizzare lo smartphone in caso di smarrimento/furto usando il servizio di localizzazione geografica che hai appena attivato.
Vedrai, è più facile di quanto immagini e non occorre installare nessun software sul PC:
funziona tutto via Web.

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Per localizzare un cellulare Android dal computer, tutto quello che devi fare è collegarti al sito Internet di AVG Mobile e cliccare sul pulsante Log in collocato in alto a destra.
Dopodiché clicca sul pulsante Consenti per autorizzare il servizio ad interagire con il tuo account Google ed avvia la localizzazione del telefono facendo click prima sul pulsante Locate e poi su Next.

Il processo di localizzazione durerà uno o due minuti, al termine dei quali verrà visualizzata una mappa di Google Maps con un indicatore sul punto in cui è stato localizzato il telefonino.
La rilevazione del dispositivo viene effettuata in base alla rete cellulare, quindi è molto accurata.
O almeno così è stata nelle mie prove.



Oltre ad identificare la posizione geografica del cellulare, AVG per Android permette anche di bloccare (Lock) e cancellare il contenuto del telefonino a distanza (Wipe).
Basta dare il comando desiderato dal pannello Web di AVG e il gioco è fatto.

come recuperare immagini cancellate android



come recuperare immagini cancellate android

Sbagliare è umano, capita a tutti.
Ma quando l’errore consiste nel cancellare una foto a cui si teneva tantissimo e non si sa come porre rimedio alla situazione, beh, il contraccolpo psicologico è inevitabile.
Tu lo sai bene, vero?

È capitato proprio poco fa:
stavi facendo un po’ di pulizia sul tuo smartphone Android, ti è scappato un “tap” di troppo e hai cancellato per sbaglio alcune immagini che non avresti mai voluto cancellare.
E ora?
Come si fa??
Non vorrei illuderti, ma forse non è ancora detta l’ultima parola.
Con un pizzico di fortuna potresti riuscire a risolvere il problema e a recuperare – almeno in parte – i dati che hai cancellato dalla memoria del tuo telefonino.
In che modo?
Te lo spiego subito.



Se la porzione di memoria su cui erano ospitate le immagini non è ancora stata sovrascritta, cioè non è stata ancora occupata da altri dati, potresti riuscire a recuperare le tue foto in maniera relativamente rapida e semplice.
Se vuoi provarci, conosco un paio di app che potrebbero fare al caso tuo:
installale e prova a utilizzarle seguendo le indicazioni su come recuperare immagini cancellate Android che trovi qui sotto.
Io incrocio le dita per te e ti faccio un grosso “in bocca al lupo” affinché tutto vada per il verso giusto!

Operazioni preliminari

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Prima di entrare nel vivo di questo tutorial e di scoprire insieme come recuperare immagini cancellate Android, voglio darti un consiglio, probabilmente banale, ma che è sempre meglio seguire per sicurezza:
apri l’applicazione Foto e controlla cosa c’è nel suo cestino!

Forse non tutti lo sanno, ma le immagini che si cancellano dalla galleria di Android non vengono cancellate subito dal telefono, finiscono in un “cestino” all’interno del quale rimangono per circa 60 giorni (per poi essere eliminate definitivamente).
Se hai cancellato le tue foto usando l’applicazione standard di Android e non hai ancora svuotato il cestino, dovresti riuscire a recuperare tutte le immagini senza ricorrere a strumenti più avanzati.



Per ripristinare le foto presenti nel cestino di Android, apri la app Foto, premi sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra e seleziona la voce Cestino dalla barra che compare di lato.
Dopodiché individua le immagini che vuoi recuperare, tieni il dito premuto sulle loro miniature e premi sulla freccia che compare in alto a destra per recuperarle.

DiskDigger

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Di applicazioni recuperare immagini cancellate Android ne ho provate diverse.
Quella che mi è sembrata più efficace in rapporto alla sua semplicità di utilizzo è DiskDigger, che è disponibile in due versioni:
una gratuita che permette di recuperare solo i file in formato JPG e PNG e una a pagamento (3,37 euro) che permette di recuperare anche altri formati di immagini, documenti, video, applicazioni e archivi compressi.

In entrambe le versioni, la app richiede il root per funzionare al meglio.
Se non effettui il root su Android potrai sfruttarla solo parzialmente, in poche parole non verranno analizzate tutte le aree della memoria dello smartphone e sarai in grado di recuperare solo immagini in bassa definizione.



Sei pronto a cominciare?
Perfetto, allora scarica DiskDigger dal Google Play Store e avvialo.
Dopodiché autorizza l’applicazione a sfruttare i permessi di root premendo sul pulsante Concedi che compare al centro dello schermo e attendi qualche secondo affinché venga analizzata la memoria dello smartphone.
Se stai usando la versione free dell’applicazione e ti viene chiesto di passare alla Pro, premi su No, thanks per declinare l’invito.

A questo punto, seleziona l’unità relativa alla memoria dello smartphone (/data) o alla scheda SD sulla quale si trovavano le immagini che hai cancellato per sbaglio, apponi il segno di spunta accanto alle voci JPG e PNG e premi sul pulsante OK per avviare la ricerca dei file che si possono ancora recuperare.



La scansione andrà avanti per diversi minuti (la sua durata dipende dalla quantità di dati da esaminare e dalla potenza dello smartphone in uso).
Al termine della procedura, seleziona le miniature delle immagini che vuoi recuperare, premi sul pulsante Recover collocato in alto a destra e scegli se salvarle in una cartella del telefono (premendo sull’icona della cartella) o se condividerle con un’altra app, ad esempio un servizio di cloud storage o un client di posta elettronica (premendo sull’icona della nuvola).

PhotoRec

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Se il tuo smartphone è dotato di memoria espandibile, e quindi le foto vengono salvate su una microSD anziché sulla memoria interna del dispositivo, puoi provare a recuperare le immagini cancellate con PhotoRec, un software gratuito e open source disponibile per Windows, Mac OS X e Linux.

PhotoRec viene distribuito insieme a TestDisk, un altro programma che consente di ripristinare le partizioni perdute e di riparare i dischi danneggiati.
Per scaricare entrambi i software sul tuo PC, collegati a questo sito Internet e clicca sulla voce relativa al sistema operativo installato sul tuo PC:
nel mio esempio userò Windows (clicca sul link “Windows” anche se usi una versione di Windows a 64 bit).



A download completato, apri l’archivio zip che contiene PhotoRec, estraine il contenuto in una cartella qualsiasi e avvia l’eseguibile qphotorec_win.exe.

Nella finestra che si apre, espandi quindi il menu a tendina che si trova in alto e seleziona l’unità SD o USB del tuo computer (a seconda se hai inserito la microSD nello slot SD del computer o hai usato un adattatore USB).Ad operazione completata, seleziona la partizione primaria della scheda SD (dovrebbe essere quella denominata FAT32 o exFAT), metti il segno di spunta accanto alle voci FAT/NTFS/HFS+/ReiferFS e Free e premi sul pulsante Browse per selezionare la cartella in cui PhotoRec dovrà salvare le immagini che riuscirà a recuperare.



Superato anche questo step, fai click sul pulsante File formats, premi sul bottone Reset e metti il segno di spunta solo accanto ai formati di immagini che vuoi recuperare dalla scheda SD:
JPG, PNG, GIF ecc.
Per finire, clicca su OK e Search e attendi pazientemente che tutte le immagini recuperabili vengano recuperate da PhotoRec.
Potrebbero volerci un bel po’ di minuti.

Al termine della procedura troverai tutte le foto recuperate da PhotoRec nella cartella che hai selezionato prima cliccando sul pulsante Browse.



Nota:
se il tuo smartphone non è dotato di memoria espandibile, o comunque le immagini da recuperare si trovavano sulla sua memoria interna, puoi provare a collegare il dispositivo al PC (tramite cavo USB) e a utilizzare PhotoRec sulla sua memoria.
Affinché l’operazione vada a buon fine devi attivare il debug USB su Android.
Se non sai come si fa, recati nel menu Impostazioni > Info sul telefono, premi sulla voce Numero buid sette volte consecutive e seleziona la voce Debug USB dal menu Opzioni sviluppatore (che comparirà quasi come per magia fra le impostazioni di Android).

come sbloccare android



come sbloccare android

Pensavi che non sarebbe mai potuto accaderti una cosa del genere, ma invece eccoti qui:
sei preoccupato perché non riesci più ad accedere al tuo dispositivo Android, dato che hai dimenticato il codice di sblocco dello schermo.
Proteggere la propria privacy è importante, ma ricordarsi delle password che si utilizzano quotidianamente è fondamentale.
Sei disperato, lo so bene, ma non c’è motivo per agitarsi, perché ogni cosa si risolverà.
In che modo?
Te lo spiego a breve.

In questa mia guida, ti illustrerò come sbloccare Android, in modo da riportare il tuo dispositivo alle impostazioni di fabbrica e, quindi, tornare a utilizzarlo come prima.
Se poi il tuo smartphone o tablet bloccato possiede i permessi di root, allora puoi utilizzare un metodo alternativo.
Non sai cos’è il root e, quindi, come ottenerlo?
Anche in questo caso, ti mostrerò la procedura da eseguire per sbloccare questi permessi sul tuo dispositivo.



Se non vedi l’ora di conoscere i consigli che ho preparato per te, dovresti concedermi qualche altro secondo, perché devo dirti una cosa importante:
eseguendo le procedure che ti illustrerò in questa mia guida, potresti incorrere nella perdita dei dati, in danni al dispositivo o l’invalidamento della sua garanzia.
Stai quindi attento alle procedure indicate, se non sei consapevole di ciò che stai facendo.
A tal proposito, se dovessi avere danni o problemi seguendo questo mio tutorial, non mi assumo alcuna responsabilità.
Chiaro il discorso?
Se è così, procedi alla lettura di questa mia guida.
Buona lettura!

Indice

  • Come sbloccare Android senza password
    • Custom Recovery (TWRP)
    • Factory reset
    • Trova il mio smartphone
  • Come sbloccare Android tramite root
    • Prerequisiti
    • Sblocco del bootloader
    • Installazione di SP Flash Tool
    • Installazione di una Recovery
    • Installazione del root o della Custom ROM
    • Verifica del root

Come sbloccare Android senza password

Se non riesci a sbloccare il tuo smartphone o tablet Android perché hai dimenticato la password di sblocco dello schermo, è necessario eseguire delle procedure che possono permetterti nuovamente l’accesso.
Tra i suggerimenti che ti consiglierò, alcuni di essi potrebbero comportare la perdita di dati contenuti nella sua memoria.
Ti consiglio, quindi, a titolo di prevenzione, di effettuare regolarmente un backup.



Custom Recovery (TWRP)

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Se il tuo dispositivo Android possiede i permessi di root, sarai felice di sapere che puoi rimuovere la password di accesso senza rischiare di perdere alcun dato.
Se non sai cos’è il root, ti consiglio di consultare la mia guida dedicata all’argomento oppure leggere la seconda parte di questo mio tutorial, dove ti mostrerò come eseguire lo sblocco di questi permessi.



Nelle righe successive, ti illustrerò i procedimenti da eseguire utilizzando TWRP, una tra le più famose custom Recovery per Android.
Il suo scopo è quello di sostituire la Recovery di default per consentire di installare versioni modificate del sistema operativo o compiere operazioni di base non eseguibili, come per l’appunto lo sblocco dei permessi di root.

Per rimuovere la password di protezione sullo schermo, spegni il dispositivo Android tenendo premuto il tasto di spegnimento e facendo poi tap sulla voce Spegni.
Adesso, riaccendilo in modalità Recovery:
tieni premuti contemporaneamente i tasti Accensione e Volume [+], mantenendone la pressione, fino a quando ti viene mostrato il logo di TWRP.



Dal menu principale della Recovery TWRP, premi sulle voci Advanced > File Manager e accedi alle cartelle Data > System. Scorri la schermata e, tra l’elenco di file, individua quelli che hanno come prefisso gatekeeper e locksettings.
Cancella, quindi, i file gatekeeper.password.key, gatekeeper.pattern.key, locksettings.db, locksettings.db-shm e locksettings.db-wal, premendo su ognuno di essi e selezionando la voce Delete.
Conferma poi ogni operazione con uno swipe da sinistra a destra nella barra in basso.

È il momento di riavviare lo smartphone o il tablet per verificare se la password di accesso è stata rimossa.
Premi il pulsante () per tornare alla schermata principale della Recovery e fai tap sulle voci Reboot > System.
Se dovessi accedere alla home screen, significa che hai seguito alla lettera le mie indicazioni senza commettere alcun errore.



Factory reset

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Se non hai i permessi di root sul tuo dispositivo, dovrai eseguire un reset di Android alle impostazioni di fabbrica (Factory reset).
Il procedimento che sto per illustrarti comporta la perdita di tutti i dati presenti nella memoria del dispositivo, che puoi recuperare solo e soltanto se hai eseguito un backup preventivo.
Tutto chiaro?
Bene, allora proseguiamo.



Il primo passo da effettuare è quello di spegnere il dispositivo, premendo il pulsante di spegnimento per qualche secondo, fino a quando ti viene mostrata una schermata, sulla quale devi fare tap su Spegni.
Adesso, a dispositivo spento, tieni premuti i tasti Accensione e Volume [+], finché non visualizzi sul display un robot con un punto esclamativo.
Premi il pulsante di Accensione per entrare nella Recovery di Android.

Segui le istruzioni a schermo per capire come muoverti tra le diverse opzioni (solitamente si utilizzano i tasti Volume).
Accedi alla voce Wipe data/factory reset e conferma l’operazione di cancellazione, scegliendo Yes delete all user data.
A operazione completata, scegli la voce Reboot system now per riavviare lo smartphone o il tablet Android ed effettuare la configurazione iniziale.



Gestione Dispositivi di Android

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La procedura che ti ho indicato nel paragrafo precedente può essere eseguita anche da remoto, tramite il servizio gratuito Gestione Dispositivi di Android, a cui puoi accedere dal sito Web ufficiale o dall’app Find My Device.
Google ha realizzato questo strumento per permettere ai possessori di un dispositivo Android di localizzarlo e gestirlo da remoto, potendo eseguire dei comandi, come ad esempio il reset alle impostazioni di fabbrica.
Come puoi intuire, anche questa procedura comporta la perdita di dati, se non hai eseguito preventivamente un backup.



Dato che i due strumenti sono identici sia da Web che da app, in questa mia guida ti illustrerò i passaggi da eseguire per resettare il tuo smartphone o tablet tramite pannello Web.
Accedi al servizio, tramite il link che ti ho fornito nelle righe precedenti, ed effettua il login con lo stesso account Google collegato al dispositivo Android che vuoi resettare.

Nella schermata principale di Gestione Dispositivi di Android, seleziona l’icona del dispositivo, situata in alto a sinistra, e premi sulla dicitura Resetta dispositivo, che trovi nel riquadro di sinistra.
Conferma quindi la procedura, premendo sulla voce Resetta dispositivo.
Se il dispositivo è connesso a Internet, riceverà un comando che lo inizializzerà, riportandolo alle impostazioni di fabbrica.



Come sbloccare Android tramite root

Se la tua intenzione è quella di sbloccare uno smartphone o un tablet Android tramite root, puoi seguire i suggerimenti che ti illustrerò nelle prossime righe, sapendo però che la procedura può variare da device a device e quindi nel tuo caso potrebbe essere necessario qualche passaggio alternativo.

Altra cosa importante:
dato che la procedura di sblocco dei permessi di root può arrecare danni al dispositivo o invalidarne la sua garanzia legale, ti consiglio di prestare molta attenzione e di evitare di accingerti a eseguirla, se non sei sicuro di ciò che stai facendo.
Non mi assumo, pertanto, alcuna responsabilità circa possibili danni che potrebbero verificarsi al tuo dispositivo, seguendo le indicazioni di questo mio tutorial.



Prerequisiti

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Se hai intenzione di procedere allo sblocco dei permessi di root su Android, come prima cosa devi assicurarti di avere un backup.
Ti consiglio, a tal proposito, di consultare la mia guida dedicata all’argomento.
Poi, è fondamentale che tu abbia la batteria del tuo dispositivo carica, o per lo meno con una percentuale superiore al 50%; anche in questo caso, puoi consultare la mia guida su come caricare la batteria di uno smartphone o un tablet.



Oltre a quanto detto nelle righe sopra, per eseguire la procedura di cui ti parlerò nei prossimi paragrafi, dovrai avere a disposizione un computer con sistema operativo Windows o Linux e utilizzare il cavo USB che ti è stato dato in dotazione, per stabilire una connessione diretta tra il dispositivo Android e il computer.

Infine, ti consiglio di installare i software ADB, reperibile a questo link, e Android Studio, che ti garantiscono di eseguire alcune procedure che ti indicherò, oltre ad avere i driver universali per il riconoscimento del device.



Sblocco del bootloader

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Il bootloader è un software che esegue le routine per l’avvio del sistema operativo Android e, data la sua importanza, spesso è bloccato dal produttore dello smartphone o tablet, per ragioni di sicurezza e stabilità.
Quando si esegue lo sblocco del bootloader, è possibile predisporre il proprio dispositivo all’installazione di Recovery personalizzate e Custom ROM.
Per tale motivo, quando viene eseguita questa procedura, viene eseguito anche un factory reset automatico, che porta alla cancellazione di tutti i dati.



Per eseguire questa operazione ti serve ADB (te ne ho parlato nel paragrafo precedente) ma, come prima cosa, devi anche abilitare le Opzioni sviluppatore su Android.
Accedi, dunque, al menu delle impostazioni tramite l’icona con il simbolo di un ingranaggio che trovi nella home screen, individua la voce Info sul telefono/Sistema e fai tap per sette volte consecutive sulla dicitura Numero build:
un messaggio a schermo ti confermerà l’attivazione della modalità sviluppatore.

Fai tap sul pulsante Indietro, per tornare al menu precedente, premi sulla voce Opzioni sviluppatore e sposta le levette da OFF a ON sulle funzioni Sblocco OEM/Attiva sblocco costruttore e Debug USB.



Adesso, connetti il dispositivo al PC e avvia ADB, tramite il Terminale del computer.
Nella maggior parte dei casi, basta semplicemente digitare il comando fastboot oem unlock per avviare la procedura di sblocco del bootloader.
In altri, invece, bisogna inserire anche il codice di sblocco, che può essere ottenuto ufficialmente dal produttore del dispositivo, se lo permette.
In quest’ultimo caso, bisogna digitare il comando fastboot oem unlock [codice sblocco]Il dispositivo quindi eseguirà lo sblocco del bootloader, riavviandolo e resettandolo alle impostazioni di fabbrica.

Installazione di SP Flash Tool

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Per sbloccare i permessi di root, bisogna sostituire la Recovery di Android con una personalizzata, come ad esempio TWRP:
ciò può essere effettuato installando sul computer il software gratuito SP Flash Tool.
Si tratta di uno strumento spesso essenziale per eseguire il flash della Recovery o della ROM con altre personalizzate.
Per scaricarlo, raggiungi il suo sito Internet ufficiale e, dalla barra dei menu in alto, fai clic sul pulsante Download.
In questa nuova sezione, individua il link per eseguire il download del software per Windows e Linux e fai clic sul link che ha come dicitura a fianco Latest.

Dopo che hai scaricato l’archivio compresso, estrailo sul computer.
Se non sai come gestire gli archivi compressi, puoi consultare la mia guida dedicata all’argomento.
Apri quindi la cartella appena estratta e fai clic con il tasto destro sul file flash_tool.exe, selezionando dal menu contestuale la voce Esegui come amministratore.
In questo modo avrai avviato SP Flash Tool in modalità amministratore, che dovrai tenere aperto per tutta l’intera procedura che ti illustrerò nelle righe successive.



Installazione di una Recovery

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Per ottenere i permessi di root, bisogna installare una Recovery personalizzata.
Effettuato quindi lo sblocco del bootloader, tramite le indicazioni che ti ho dato nel paragrafo precedente, dovrai effettuare il download di una custom Recovery, come TWRP.
È un tool molto diffuso e compatibile con la maggior parte dei dispositivi Android, che permette di installare Custom ROM e strumenti di terze parti.
Ti consiglio di verificare se il tuo dispositivo è compatibilità con TWRP, per evitare di commettere errori.



A tal proposito, consulta anche alcuni siti esterni dove vengono realizzare continuamente guide sullo sblocco dei permessi di root, l’installazione di Recovery personalizzate e di Custom ROM.
Uno tra questi è il famoso sito Web XDA Forum, che offre consigli e guide specifiche su ogni modello di dispositivo Android.
Usando la barra di ricerca in alto sul sito di XDA Forum, puoi digitare il modello e il produttore del tuo smartphone o tablet e consultare le guide messe a disposizione.

In linea generale, puoi trovare i file per l’installazione di TWRP dal sito Web ufficiale.
Sempre all’interno del sito Web di TWRP, puoi consultare delle guide per la sua installazione su specifici modelli, semplicemente utilizzando ADB.
In altri casi, sempre su XDA Forum, puoi trovare delle guide che ti consigliano di scaricare i file Scatter e TWRP compatibili con il dispositivo.



Se il procedimento per il tuo smartphone o tablet Android richiede l’utilizzo di SP Flash Tool, devi importare il file scatter (con estensione TXT) nel programma, insieme alla Recovery (con estensione IMG).
Se è richiesto l’utilizzo di ADB, il comando fastboot flash Recovery twrp.img dovrebbe essere sufficiente per inizializzare l’installazione di TWRP.

Spegnendo e riavviando il dispositivo in modalità Recovery, è possibile visualizzare il logo di TWRP che anticipa l’accesso alla sua schermata principale e la sua corretta installazione.
Per entrare in modalità Recovery, da dispositivo spento, mantieni la pressione sui tasti Accensione e Volume [+], finché non ti viene mostrato il logo di TWRP.



Installazione del root o della Custom ROM

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Per ottenere, finalmente, i permessi di root, devi scaricare una Custom ROM o delle applicazioni, come SuperSU o Magisk.
Mentre queste app permettono di gestire i permessi di root, senza sostituire il sistema operativo attualmente installato, le Custom ROM sostituiscono completamente il sistema Android di default, con uno che possiede già questi permessi sbloccati.



Per ottenere una Custom ROM ti consiglio, anche questa volta, di raggiungere il sito Web XDA Forum, che contiene tantissime guide dove vengono consigliate delle ROM in base al modello del dispositivo Android.
Una famosa Custom ROM è LineageOS, precedentemente nota come CyanogenMod.

Che tu stia installando l’app per i permessi di root o una Custom ROM, potrebbe esserti richiesta la procedura d’installazione tramite TWRP.
A tal proposito, dovrai spostare il file della ROM o dell’app nella memoria interna del dispositivo; puoi consultare la mia guida su come trasferire file su Android o su come spostare file su scheda SD, per riuscire in questo intento.



Entra quindi in modalità Recovery, spegnendo il dispositivo e riavviandolo mantenendo la pressione sui tasti Accensione e Volume [+], fino a visualizzare il logo di TWRP.
Pigia poi sul pulsante Install e individua la cartella dove hai trasferito il file d’installazione.
Fai quindi tap su di esso e, sulla barra in basso, effettua uno swipe da sinistra a destra, così da avviare l’installazione dell’app o della Custom ROM.

In base alla ROM utilizzata, potresti dover cancellare la Cache e la Dalvik cache.
Se non ti viene mostrata questa opzione a schermo, puoi raggiungere la sezione Wipe > Advanced Wipe, dalla schermata principale di TWRP, per eseguire la pulizia di queste cache.



Verifica del root

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La procedura è finalmente completata:
seguendo i suggerimenti che ti ho indicato nei paragrafi precedenti, hai sbloccato con successo i permessi di root sul tuo dispositivo Android.
Come puoi, però, verificarlo?
Semplice! Installando l’applicazione gratuita Root Checker dal Play Store, puoi verificare se i permessi di root sono stati effettivamente sbloccati.



Apri il link che ti ho fornito per il Play Store di Android e fai tap su Installa e poi su Avvia.
Ad applicazione avviata, fai tap sul pulsante Accetto e poi su Get started.
Adesso, premi sulla dicitura Verifica root e poi sul pulsante Concedi:
se ti appare a schermo il messaggio Congratulation! Root access is properly installed on this device, vuol dire che hai effettivamente eseguito tutta la procedura in modo corretto.

come trasferire file android



come trasferire file android

Vorresti copiare dei file dal tuo computer al tuo smartphone Android ma non sai come riuscirci?
Ti piacerebbe condividere foto, brani musicali o altri file con lo smartphone di un amico ma non sai quali app utilizzare?
Non ti preoccupare, se vuoi ci sono qui io a darti una mano.

Se mi dedichi un po’ del tuo tempo, ti spiegherò come trasferire file Android nella maniera più semplice e veloce possibile.
Ti spiegherò, dunque, come collegare uno smartphone o un tablet Android al PC; come utilizzare la rete Wi-Fi e la connessione Internet per trasferire file in modalità wireless (cioè senza fili); come sfruttare tecnologie quali il Bluetooth e l’NFC presenti su molti device e molto altro ancora.



Insomma:
qualunque sia il tipo di smartphone o tablet in tuo possesso, ti assicuro che troverai un modo per trasferire i file su di esso e imparerai subito a sfruttarlo al meglio.
Si può sapere cosa ci fai ancora lì impalato?! Coraggio, scegli la soluzione che si adatta maggiormente alle tue esigenze e sfruttala per copiare foto, documenti, canzoni e altri tipi di file sui tuoi device Android!

Indice

Scegli un metodo per trasferire file su Android tra quelli elencati di seguito e scopri subito come sfruttarlo al meglio.



  • Collegamento USB al computer
  • Applicazioni per trasferire file in modalità wireless
  • Servizi di cloud storage
  • Bluetooth ed NFC
  • Chiavette USB OTG

Collegamento USB al computer

Cominciamo dalla procedura più “tradizionale”, cioè quella che permette di trasferire file Android dal computer collegando i due dispositivi tramite cavo USB.

Windows

Dopo aver collegato il tuo smartphone o il tuo tablet Android al PC, questo dovrebbe riconoscere il device e configurare automaticamente i driver necessari al suo funzionamento.
L’operazione viene segnalata dalla comparsa dell’icona di un case sulla barra delle applicazioni di Windows.



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Se il dispositivo Android non viene riconosciuto da Windows, c’è qualcosa che non va nelle sue impostazioni oppure bisogna ricorrere al download “manuale” dei driver necessari al suo funzionamento.



Per prima cosa ti consiglio di controllare le impostazioni del device.
Espandi quindi il menu delle notifiche di Android (basta scorrere il dito dalla cima dello schermo verso il basso), seleziona la voce relativa alla connessione USB da quest’ultimo (es.
“USB per la ricarica”) e metti il segno di spunta accanto alla voce Trasferimento di file.
A questo punto, il PC dovrebbe riconoscere il dispositivo e permetterti di accedere alla sua memoria.

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Nel malaugurato caso in cui Windows non riuscisse a riconoscere il tuo device nemmeno dopo aver attivato la modalità “Trasferimento di file” su Android, devi procurarti dei driver e installarli “manualmente”.

Per trovare i driver necessari al funzionamento del tuo smartphone (o del tuo tablet) sul PC, collegati a Google e cerca [modello del tuo device] driver.
Nella pagina con i risultati della ricerca, individua il link relativo al sito ufficiale del produttore del tuo device (es.
Samsung, Huawei ecc.) e procedi al download dei driver da quest’ultimo.
Cerca di evitare siti diversi da quelli “istituzionali” dei vari produttori in quanto potresti incappare facilmente in malware o driver datati/malfunzionanti.



Al termine del download, apri il file exe o msi che hai scaricato sul PC e clicca sempre su Next o Avanti per completare l’installazione dei driver.
Dopodiché riavvia il PC, collega nuovamente il tuo smartphone o tablet al computer e questa volta Windows dovrebbe riuscire a riconoscerlo.

In alcuni casi, i driver di smartphone e tablet sono inclusi nelle applicazioni all-in-one che i vari produttori rilasciano per la gestione dei dispositivi Android dal computer.
Ad esempio, se hai un dispositivo Samsung puoi trovare i driver necessari al funzionamento del tuo device sul PC nell’applicazione Smart Switch.



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Una volta stabilita la connessione fra il tuo device Android e il PC, puoi accedere alla memoria del dispositivo (o alla scheda microSD installata al suo interno se si tratta di un device con memoria espandibile) semplicemente aprendo l’Esplora File di Windows (l’icona della cartella gialla che si trova in basso a sinistra sulla barra delle applicazioni), selezionando la voce Computer/Questo PC dalla barra laterale di sinistra e facendo doppio click sul nome del tuo smartphone o tablet.



Ti troverai al cospetto di tantissime cartelle con nomi “strani”.
Tra queste troverai tante cartelle con i nomi delle app installate sul device (in cui ci sono, per l’appunto, i file delle app che utilizzi su Android) più alcune cartelle “generiche”, come Download in cui ci sono i file scaricati da Internet e DCIM dove ci sono foto e video.
Per trasferire un file dal terminale Android al PC o viceversa, non devi far altro che sfruttare il classico copia-e-incolla di Windows.

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Se vuoi copiare foto e video sul PC in maniera “ordinata”, cioè avendo la possibilità di modificare tag, album e quant’altro, espandi il menu delle notifiche di Android, scegli la voce relativa alla connessione USB (es.
“USB per il trasferimento di file”) e metti il segno di spunta accanto alla voce Trasferimento di foto (PTP).

Dopodiché torna in Esplora File > Computer/Questo PC sul computer, fai click destro sull’icona relativa al tuo smartphone o tablet e seleziona la voce Importa immagini e video dal menu che compare.
Partirà la procedura guidata per l’importazione di foto e video da Android a Windows.
Apponi quindi il segno di spunta accanto alla voce Rivedi, organizza e raggruppa gli elementi da importare, clicca sul pulsante Avanti, organizza tag e cartelle nella maniera che più preferisci e premi sul pulsante Importa per avviare il trasferimento dei dati.
Per cambiare la cartella di destinazione di foto e video (che di default è la cartella Immagini di Windows), clicca sulla voce Altre opzioni che si trova in basso a sinistra.



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Mac

Se utilizzi un Mac, per mettere in comunicazione il tuo computer con il tuo dispositivo Android devi utilizzare Android File Transfer (Trasferimento File Android):
un file manager gratuito che permette di gestire facilmente i file contenuti sugli smartphone e i tablet equipaggiati con il sistema del robottino verde.



Per scaricare Android File Transfer sul tuo Mac, collegati al sito ufficiale del programma e fai click sul pulsante Download Now.
Dopodiché apri il pacchetto dmg che contiene Android File Transfer e copia l’icona del programma nella cartella Applicazioni di macOS per completare la sua installazione.

Adesso collega il tuo device Android al Mac tramite cavo USB e attendi che Android File Transfer venga avviato automaticamente.
Se il programma non si avvia in automatico o compare un messaggio da errore, espandi il menu delle notifiche di Android (scorrendo il dito dalla cima dello schermo verso il basso), seleziona la voce relativa alla connessione USB (es.
“USB per la ricarica”) e apponi il segno di spunta accanto alla voce Trasferimento di file.



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Missione compiuta! Adesso sei libero di navigare fra le cartelle del tuo device Android e di gestire i file presenti sulla memoria di quest’ultimo.
Ciò significa che puoi anche copiare file dal Mac allo smartphone/tablet e viceversa, basta effettuare un semplice trascinamento nella o dalla finestra di Android File Transfer.



Se vuoi copiare le foto e i video realizzati con il tuo device Android sul Mac, espandi il menu delle notifiche di Android, seleziona la voce relativa alla connessione USB (es.
“USB per il trasferimento di file”) e apponi il segno di spunta accanto alla voce Trasferimento di foto (PTP).
Dopodiché apri l’applicazione Foto di macOS (oppure Acquisizione Immagine) e seleziona le immagini e i video che vuoi importare sul computer.

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Applicazioni per trasferire file in modalità wireless

Non ti va di collegare il tuo smartphone o il tuo tablet Android al computer?
Nessun problema.
Esistono delle ottime applicazioni gratuite che permettono di trasferire file da Android al computer e viceversa (o anche da Android ad altri smartphone e tablet) in modalità wireless.

AirDroid

AirDroid è una soluzione all-in-one per la gestione dei terminali Android da PC.
Permette non solo di trasferire file in modalità wireless (tramite Internet o tramite la rete locale se i due dispositivi sono connessi alla stessa rete Wi-Fi), ma anche di visualizzare le notifiche dello smartphone sul computer, inviare e ricevere messaggi dal computer e molto altro ancora.
È gratis fino a 200MB di storage con un limite di upload pari a 30MB per file.
Può essere usato direttamente via browser (con funzioni limitate) o tramite un client da scaricare gratuitamente su Windows o macOS.
Per il trasferimento dei file da PC a smartphone, la versione Web è più che sufficiente.



Per usare AirDroid, devi creare un account gratuito su quest’ultimo.
Collegati quindi al sito ufficiale del servizio, clicca sulla voce Registrati che si trova in alto a destra e compila il modulo che ti viene proposto inserendo email, password e nickname.
A registrazione ultimata, accedi alla tua casella di posta elettronica e clicca sul link di conferma per attivare il tuo account.

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A questo punto, scarica la app ufficiale di AirDroid sul tuo device, avviala ed effettua l’accesso usando l’account che hai creato poc’anzi.
Superato questo step, sei pronto per copiare file dal PC al tuo smartphone o tablet in modalità wireless.

Per copiare un file sul tuo device Android dal PC in modalità wireless, collegati al sito AirDroid Web dal computer, effettua l’accesso con il tuo account AirDroid e attendi qualche secondo affinché venga stabilita la connessione con il tuo smartphone o tablet.
A connessione avvenuta, trascina i file che vuoi copiare sul device Android nel riquadro Trascina qui i file o le cartelle collocato in basso a destra e il gioco è fatto.
Per impostazione predefinita, i file vengono caricati nella cartella AirDroid/Upload del dispositivo, ma puoi anche cambiare percorso premendo sul pulsante […] che si trova accanto alla voce Carica su.



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Se vuoi inviare dei file da AirDroid al computer o a un altro device Android, recati nella scheda Trasferimento della app, seleziona il dispositivo a cui desideri inviare i tuoi file e usa una delle icone collocate in basso per scegliere se inviare foto, brani musicali, documenti o altri tipi di file.



Affinché il trasferimento vada a buon fine, sul computer di destinazione deve esserci installato il client di AirDroid.
Per trasferire file da Android ad Android, su entrambi i dispositivi deve esserci installata la app ufficiale di AirDroid.

Send Anywhere

Send Anywhere è un servizio estremamente comodo ed efficace che permette di trasferire file in modalità wireless usando dei semplici codici (senza registrazione).
Ad ogni file caricato sul servizio corrisponde un codice che, una volta digitato sul dispositivo di destinazione, consente di scaricare il file in questione.
Supporta il trasferimento dei dati tramite Internet e tramite rete locale (se i dispositivi coinvolti nello scambio dati sono connessi alla medesima rete Wi-Fi) ed è compatibile con una vasta gamma di device:
PC Windows, macOS e Linux, device Android, iPhone, iPad e altro ancora.
È accessibile anche direttamente da browser.
Il suo limite di upload è pari a 1GB per file se si utilizza tramite browser e a 20GB se invece si utilizza tramite client installato sul computer.



Per trasferire un file dal computer a un device Android, non devi far altro che avviare il client di Send Anywhere, cliccare sul pulsante Send collocato in alto a sinistra e trascinare i file da trasferire su Android nella finestra del programma.
Successivamente, clicca sul pulsante Send e otterrai il codice da digitare su Android per avviare il download dei file.
Se preferisci usare la versione Web del servizio, collegati invece alla sua pagina iniziale, trascina il file che desideri inviare ai tuoi device Android nella finestra del browser e clicca sul pulsante Send.

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A questo punto, per avviare il download dei file da Send Anywhere, installa la app ufficiale del servizio sul tuo smartphone o tablet Android, seleziona la scheda Ricevi in quest’ultima e digita il codice che hai ottenuto sul PC.

La procedura per inviare un file da Android al PC (oppure ad altri smartphone o tablet) è ugualmente semplice.
Non devi far altro che selezionare la scheda Invia della app di Send Anywhere, selezionare i file da condividere e premere sull’icona dell’aeroplanino che compare in basso a destra.
Otterrai così il codice di download dei file da usare sul device di destinazione.



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ES Gestore File

Di ES Gestore File ti ho parlato innumerevoli volte.
Si tratta di un ottimo file manager gratuito per Android che permette di navigare fra le cartelle di smartphone e tablet come se si stesse utilizzando l’Esplora File su Windows o il Finder su macOS.
Ebbene, forse non tutti lo sanno, ma tra le tantissime funzioni di questa applicazione ce ne sono anche alcune che permettono di condividere i file con il computer (tramite FTP) e con altri device Android su cui è installata la app.



Per condividere i file tramite FTP, premi sull’icona ≡  di ES Gestore File (in alto a sinistra) e seleziona le voci Rete > Gestore controllo remoto dalla barra che compare di lato.
Dopodiché premi sull’icona (…) collocata in alto a destra, vai su Impostazioni > Imposta account di gestione e imposta una combinazione di nome utente e password per proteggere l’accesso al device.
Superato anche questo step, recati nel menu Rete > Gestore controllo remoto  e premi sul pulsante Inizia.

A questo punto, accedi al server FTP indicato da ES Gestore File (es.
ftp://10.0.1.9:3721) dall’Esplora File di Windows o dall’applicazione CyberDuck per macOS e potrai scambiare dati tra smartphone, tablet e computer in modalità wireless.
Ovviamente, affinché tutto funzioni correttamente, entrambi i device devono essere connessi alla stessa rete Wi-Fi.



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Se vuoi scambiare file tra due dispositivi Android, puoi premere sul pulsante di ES Gestore File e selezionare le voci Rete > Sender dalla barra che compare di lato.
Successivamente, premi sul pulsante Invia per inviare un file oppure premi sul pulsante Ricevi per ricevere un file da un altro terminale Android su cui c’è installato ES Gestore File.



Servizi di cloud storage

Un’altra soluzione che ti consiglio vivamente di prendere in considerazione sono i servizi di cloud storage.
Qualora non ne avessi mai sentito parlare, i servizi di cloud storage sono come degli hard disk online che consentono di archiviare i propri file in essi e di sincronizzarli automaticamente su tutti i device:
smartphone, tablet, computer ecc.
Su smartphone e tablet i dati non vengono scaricati automaticamente offline – altrimenti si finirebbe con l’occupare tutta la memoria del dispositivo in un lampo! – ma si possono visualizzare in maniera immediata tramite Internet e, all’occorrenza, si possono scaricare offline con un semplice “tap”.

L’utilizzo dei servizi di cloud storage è estremamente intuitivo:
dopo aver scaricato gli appositi client sul computer e sui dispositivi portatili (smartphone e tablet), basta copiare un file all’interno delle cartelle monitorate dal servizio che si è scelto di utilizzare e questi vengono salvati automaticamente sul cloud.
Dopo essere stati salvati sul cloud, i dati vengono sincronizzati automaticamente su computer, smartphone, tablet e tutti i device su cui si installa il client del servizio di cloud storage (a patto di effettuare l’accesso con il medesimo account su tutti i dispositivi).



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Come facilmente intuibile, lo spazio offerto dai servizi di cloud storage non è infinito:
c’è una soglia di spazio che si può utilizzare gratuitamente (solitamente fra i 2GB e i 15GB) e per andare oltre bisogna sottoscrivere degli abbonamenti a pagamento.
Adesso però al bando le ciance e vediamo alcuni dei migliori servizi di cloud storage che si possono usare su Android.



  • Google Drive – è il servizio di cloud storage targato Google, pertanto dovresti trovare la sua app inclusa “di serie” nel tuo device Android.
    Offre 15GB di spazio gratis e si può accedere da PC, smartphone e tablet.
    Tramite apposito client da installare sul computer permette di sincronizzare i file con Windows e macOS.
    Ti ho spiegato bene come utilizzarlo nel mio tutorial su come condividere file con Google Drive.
  • Dropbox – è uno dei servizi di cloud storage più famosi al mondo.
    I suoi principali punti di forza sono la compatibilità con una vasta gamma di device e sistemi operativi (è disponibile per Windows, macOS, Linux, Android, iOS, Windows Phone e altro ancora) e la velocità di sincronizzazione dei file.
    Il suo piano free prevede 2GB di storage, ma si può aumentare lo spazio invitando amici ad iscriversi a Dropbox e portando a termine alcune procedure indicate dallo stesso Dropbox.
    Per saperne di più, consulta il mio tutorial su come utilizzare Dropbox.
  • OneDrive – si tratta del servizio di cloud storage di casa Microsoft.
    È quello con cui vengono sincronizzati automaticamente i dati dei PC con Windows 8.x e Windows 10, quindi se hai un PC Windows potresti trovarlo molto comodo da utilizzare.
    Offre 5GB di storage gratuito ed è compatibile anche con macOS e iOS.
    Se vuoi scoprire più da vicino come funziona OneDrive, leggi il tutorial che ho dedicato a quest’ultimo.

Se vuoi salvare un file in Google Drive, Dropbox, OneDrive o in un altro servizio di cloud storage su Android, non devi far altro che selezionare il file in questione, premere sul pulsante della condivisione e selezionare la app relativa al servizio di cloud storage dal menu che si apre.

Bluetooth ed NFC

Ormai la maggior parte dei device Android, anche quelli più economici, dispone del supporto alla tecnologia Bluetooth.
Questo significa che è possibile condividere file con altri smartphone e tablet e con i PC che supportano il Bluetooth semplicemente tenendoli a poca distanza l’uno dall’altro.
L’utilizzo del Bluetooth non ha particolari vincoli, questo significa che puoi usare il tuo device Android per scambiare file con smartphone, tablet e PC di ogni marca e con ogni sistema operativo.
Purtroppo da questo novero sono esclusi i dispositivi iOS (iPhone e iPad) che supportano, sì, la tecnologia Bluetooth, ma hanno delle restrizioni che impediscono il libero scambio dei file con altri device.



Per condividere un file tramite Bluetooth, recati innanzitutto nelle impostazioni del tuo dispositivo Android (l’icona dell’ingranaggio), seleziona la voce Bluetooth dalla schermata che si apre e, se necessario, attiva la levetta relativa al supporto Bluetooth (in alto a destra).
A questo punto fai la stessa cosa sul dispositivo di destinazione dei file.
Se vuoi condividere dei file con il computer, scopri come attivare il Bluetooth sul PC e sul Mac seguendo il tutorial che ho scritto sull’argomento.

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Finalmente ci siamo! Adesso seleziona il file che desideri condividere tramite Bluetooth, premi sul pulsante della condivisione di Android e seleziona la voce Bluetooth dal menu che compare.

Scegli, dunque, il dispositivo al quale inviare il file e attendi qualche secondo affinché venga stabilita la comunicazione fra i due device.
Per completare il trasferimento, ci sarà bisogno di dare una conferma sul dispositivo di destinazione.



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Se hai uno smartphone o un tablet dotato di supporto NFC (near field communication) e anche il dispositivo di destinazione supporta tale tecnologia, puoi scambiare dati fra due device Android semplicemente aprendo il file in questione e appoggiando il dorso del dispositivo che deve inviare i dati al dorso del dispositivo che deve ricevere i dati.
Entro qualche secondo si avvertirà una vibrazione e lo scambio dei file potrà essere portato a termine (previa conferma sul device di destinazione).



Affinché la procedura vada a buon fine, bisogna controllare che l’NFC sia attivo nelle impostazioni di Android (menu Impostazioni >Altro/Altre impostazioni).
I terminali Samsung supportano anche una tecnologia denominata S-Beam che funziona in maniera praticamente identica all’NFC ma sfrutta il Wi-Fi Direct per trasferire i dati (anziché il Bluetooth) e quindi risulta mediamente più veloce.

Chiavette USB

In conclusione, ti segnalo l’esistenza di alcune chiavette USB per Android che permettono di trasferire file su smartphone e tablet in maniera semplicissima.
Si tratta di chiavette USB tradizionali che da un lato presentano un attacco MicroUSB per essere connesse a smartphone e tablet.
Funzionano solo sui device dotati di supporto OTG (USB On-The-Go), una tecnologia mediante la quale è possibile utilizzare chiavette, tastiere, mouse e altri dispositivi USB su smartphone e tablet.



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Il prezzo di queste chiavette non è proibitivo, anzi.
Di seguito te ne segnalo alcune fra le più interessanti che è possibile trovare attualmente su Amazon.

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Kingston DTDUO/16GB Chiavetta USB

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Nilox 05NX0206OT001 Chiavetta USB con Capacità:
8 GB, Nero



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Kingston DTDUO3/64GB Chiavetta USB 64 GB, USB 3.0, Velocità Lettura 70…

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Per accedere ai file presenti sulle chiavette USB per Android puoi usare un qualsiasi file manager, come ES Gestore File di cui ti ho parlato prima.

come videochiamare con skype android



come videochiamare con skype android

Videochiamare con Skype attraverso il PC è uno dei migliori modi per restare in contatto con amici e parenti che si trovano all’estero ma, come sicuramente saprai, Skype non è disponibile solo per computer.
Esistono delle versioni del programma anche per i telefonini ed anche con quelle è possibile effettuare delle videochiamate gratuite su Internet usando la fotocamera dello smartphone.

Mi chiedi se è disponibile anche per il tuo smartphone Android?
Ma certo.
Anzi, sai che ti dico?
Se hai cinque minuti di tempo libero, adesso ti spiego tutto in dettaglio e ti faccio togliere ogni dubbio su come videochiamare con Skype Android.
Ricorda, basta una connessione Wi-Fi e puoi videochiamare a costo zero tutti i tuoi amici che usano Skype!



Se vuoi scoprire come videochiamare con Skype Android, il primo passo che devi compiere è ovviamente quello di collegarti all’Android Market da smartphone o PC e scaricare Skype sul tuo telefono.
Una volta completati il download e l’installazione della app (dovrebbe volerci veramente poco), avvia Skype per Android e segui la procedura di configurazione iniziale che ti viene proposta.

Se hai già un account di Skype attivo (sul PC o su qualsiasi altro dispositivo), non devi far altro che premere sul pulsante Avanti, accettare le condizioni di utilizzo del servizio ed effettuare il login con i tuoi dati di accesso.
Ad accesso effettuato, potrai scegliere se sincronizzare o meno i tuoi contatti con Skype ed arriverai finalmente alla schermata principale della app.



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A questo punto, per videochiamare con Skype Android un tuo amico (verso PC o smartphone, non fa differenza) non devi far altro che premere sull’icona Contatti, selezionare il nome della persona che vuoi chiamare dalla lista dei contatti di Skype e selezionare la voce per la videochiamata Skype nella schermata con i dettagli del contatto che si apre.



Se chi è dall’altra parte accetterà di rispondere alla conversazione e darà il suo consenso all’utilizzo della webcam (o della fotocamera del suo telefonino), comincerà immediatamente la videochiamata.
I comandi sono molto intuitivi e comunque sono praticamente identici a quelli della versione PC di Skype, quindi non dovresti incontrare particolari difficoltà nell’utilizzarlo.

Prima di augurarti un buon divertimento, devo però ricordarti che attualmente si può videochiamare con Skype Android solo usando Samsung Google Nexus S, HTC Desire S, Sony Ericsson  Xperia Neo, Sony Ericsson Xperia Pro ed HTC Thunderbolt.
Inoltre, nelle versioni di Android inferiori alla 2.3 non è supportato l’utilizzo della fotocamera frontale degli smartphone ma si può usare solo quella posteriore.



i migliori widget per android



i migliori widget per android

I migliori widget da installare su Android.

Android Pro Widgets

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Android Pro Widgets è un pacchetto di wiget all-in-one dedicato a tutti gli smartphone e i tablet equipaggiati con il sistema operativo Android.
Comprende widget dedicati a Facebook, Twitter, contatti, segnalibri, calendari e messaggi con dimensioni e contenuti personalizzabili fin nei minimi dettagli.
Per attivarli nella home screen di Android, basta accedere al menu dei widget e selezionare il tipo di oggetto da aggiungere sullo schermo.
Scarica da qui.

Sistema di Pannelli

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Come suggerisce il suo nome, si tratta di un widget dotato di un sistema di pannelli attraverso il quale monitorare lo stato del telefono.
Inserisce delle barre molto semplici ed eleganti nella home screen di Android attraverso le quali visualizzare lo stato di carica della batteria, la temperatura del telefono, lo stato della memoria e della microSD.
Sono disponibili due dimensioni diverse per ciascuna barra, inoltre cliccando su di esse è possibile visualizzare tante informazioni avanzate sullo stato dello smartphone.
Scarica da qui.

Elixir

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Elixir è uno dei migliori widget per Android in quanto è un sistema per creare widget personalizzati.
È costituito da una griglia di pulsanti e interruttori personalizzabili attraverso i quali visualizzare lo stato di batteria, processore, memoria, memory card SD WiFi, rete dati, GPS, Bluetooth, Airplane mode, sensori, ecc..
Consente inoltre di attivare/disattivare le reti supportate dallo smartphone e di regolare la luminosità dello schermo.
Ogni griglia può essere variata per numero di pulsanti e colonne.
Scarica da qui.

3D Digital Weather Clock

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Un altro widget dal nome abbastanza eloquente.
3D Digital Weather Clock è un elegantissimo orologio digitale che permette di visualizzare nella home screen di Android, oltre all’orario corrente, anche le condizioni meteo (con previsioni meteorologiche per due giorni) e lo stato della batteria del telefono.
Il tutto con una grafica 3D estremamente curata e bella da vedere.
Il widget è molto personalizzabile, supporta il formato orario in 12/24 ore e può visualizzare le condizioni meteo di qualsiasi città del mondo, basta specificare il luogo in cui ci si trova nelle impostazioni dell’orologio.
Scarica da qui.

Facebook

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L’applicazione ufficiale di Facebook è un must-have per tutti i possessori di smartphone Android, ma forse non tutti sanno che installandola sul proprio telefono si ha la possibilità di aggiungere un widget dedicato al celebre social network nella schermata principale del sistema.
Tramite questo widget, è possibile visualizzare gli ultimi aggiornamenti di stato degli amici e postare nuovi messaggi sul proprio diario in maniera estremamente facile e veloce.
È disponibile in due dimensioni diverse e non necessita di configurazioni in quanto trae tutte le informazioni necessarie per il login dalla app.
Scarica da qui.

Twitter

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Un’altra applicazione immancabile per tutti gli utenti di Android (e non solo) è l’applicazione ufficiale di Twitter che, non solo permette di tenere sempre sotto controllo i “cinguettii” pubblicati dai propri amici ma anche di accedere in qualsiasi momento al social network del volatile azzurro direttamente dalla home screen del telefono.
Installa difatti un widget attraverso il quale è possibile visualizzare gli ultimi tweet pubblicati dalle persone che si seguono e di scrivere nuovi messaggi “al volo”.
Scarica da qui.

navigatore android



navigatore android

Ormai quasi tutti gli smartphone in commercio sono dotati di un modulo GPS che – insieme alla connessione Internet – consente di avere indicazioni stradali estremamente precise e affidabili.
Anche il tuo telefono Android, sebbene non di primissima fascia, non è escluso da questo discorso.
Se ne hai bisogno, può trasformarsi in un ottimo navigatore GPS in grado di guidarti nei tuoi viaggi in auto, in metro o in bici.

Non ci credi?
Allora prova qualche navigatore Android fra quelli che sto per segnalarti.
Ce ne sono davvero per tutti i gusti (e per tutte le tasche):
da quelli super-professionali, che prevedono l’acquisto di singole mappe o la sottoscrizione di abbonamenti annuali, a quelli più semplici che invece si possono utilizzare a costo zero.
Offrono quasi tutti la possibilità di utilizzare le mappe offline (con il solo GPS attivo), trovare velocemente punti d’interesse di vario genere (locali, musei, ristoranti, teatri) e ricevere informazioni in tempo reale sullo stato del traffico o dei mezzi pubblici.



Che tu sia abituato a viaggiare in auto, a piedi, in bici o con i mezzi pubblici troverai sicuramente un servizio adatto alle tue esigenze.
Perciò valuta attentamente tutte le applicazioni che trovi elencate di seguito, scegli quella che ti sembra più interessante e comincia a utilizzarla seguendo le indicazioni che sto per fornirti.
Buon divertimento… e buon viaggio naturalmente!

Waze (gratis)

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Il primo navigatore Android che ti consiglio di provare è Waze, il quale fornisce un servizio totalmente gratuito tenuto in piedi dalla stessa comunità degli utenti, i quali hanno la possibilità di arricchire le mappe fornendo informazioni in tempo reale su traffico, incidenti, lavori e molto altro ancore.
Utilizzandolo avrai indicazioni stradali sempre precise e aggiornamenti in tempo reale su traffico, Autovelox, prezzi del carburante ecc.
Non mancano nemmeno le indicazioni vocali e le mappe in stile 3D.
Purtroppo manca la possibilità di scaricare le mappe offline (si possono scaricare solo le info sul traffico) ma si tratta di una mancanza sopportabile considerando il resto delle funzionalità offerte.

Al primo avvio, dopo aver accettato le condizioni d’uso dell’applicazione, ti verranno chieste alcune informazioni per attivare il tuo account gratuito sulla rete di Waze:  numero di telefono, nome e cognome (passaggio che si può bypassare grazie all’autenticazione tramite Facebook) e nickname da utilizzare all’interno del network Waze.



A registrazione completata, per ottenere indicazioni stradali con Waze premi sull’icona dell’applicazione collocata in basso a sinistra (il fantasmino azzurro) e digita l’indirizzo della località da raggiungere nel campo di testo che si trova in cima alla barra che compare di lato.
Dalla medesima barra puoi anche scegliere le tue località preferite, memorizzare le posizioni di casaluogo di lavoropianificare viaggi e visualizzare le posizioni collegate ai tuoi prossimi impegni (si possono importare anche gli eventi di Facebook).

Dopo aver selezionato una destinazione, premi sul pulsante Partenza per far partire il navigatore con le indicazioni vocali (in lingua italiana) relative al percorso ritenuto migliore dalla app. Per visualizzare altri itineraricondividere la tua posizione o stoppare il navigatore, espandi il menu che si trova in fondo allo schermo e premi su uno dei pulsanti che compaiono sullo schermo.



Per segnalare le condizioni del traffico, gli incidenti, ecc.
premi sul fumetto arancione che si trova in basso a destra e seleziona una delle icone presenti nel menu che si apre (alcune segnalazioni si possono effettuare solo dopo aver aumentato il proprio punteggio nel network di Waze). Infine, ti segnalo che premendo sull’icona dell’omino collocata in basso a destra puoi visualizzare le attività dei tuoi amici su Facebook all’interno di Waze.

Se ti servono maggiori informazioni su Waze e il suo funzionamento, consulta il mio tutorial su come funziona Waze, lì trovi tutto quello che c’è da sapere su questa straordinaria app gratuita.



Nokia HERE (gratis)

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In alternativa puoi affidarti a Nokia HERE, una ottima applicazione per le mappe che assicura una qualità professionale ed è completamente gratuita. Include le mappe di oltre 100 paesi di tutto il mondo e consente il salvataggio dei percorsi in locale per la consultazione offline.
Da evidenziare anche la presenza della funzione Glympse che permette di condividere la propria posizione geografica con gli amici (utile per organizzare raduni), la possibilità di ascoltare indicazioni vocali e il supporto ai percorsi a piedi e con i mezzi pubblici.



Per utilizzare Nokia HERE, installa l’applicazione sul tuo telefonino, premi sui pulsanti Avanti ed Eccezionale! e indica la destinazione che vuoi raggiungere usando la barra di ricerca collocata in alto.
In alternativa puoi trovare dei punti d’interesse nei paraggi (es.
ristoranti, negozi, parcheggi ecc.) premendo sul pulsante Vicino che si trova in fondo allo schermo o usando il menu (…) presente nella schermata per impostare la destinazione.

Una volta impostata la destinazione da raggiungere, sfoglia gli itinerari che compaiono nella parte bassa dello schermo e scegli quale mezzo utilizzare fra automezzi pubblici o nessuno (a piedi).
Se vuoi scaricare le mappe offline, premi sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra e seleziona la voce Scarica mappe dalla barra che compare di lato.
Nella schermata che si apre, premi sul bottone Scarica mappe, scegli il continente e la nazione di cui desideri scaricare la mappa e il gioco è fatto.



Per ricevere le indicazioni vocali in lingua italiana, rispondi OK all’avviso che ti chiede di scaricare una nuova voce all’interno della app e fai “tap” prima su Scegli voci e poi su Italiano.
Il download durerà appena pochi secondi (a differenza di quello delle mappe, che è bello corposo).

TomTom Go (Freemium)

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Se hai bisogno di un navigatore Android professionale, non esitare e rivolgiti a TomTom Go che si basa sulle rinomate mappe TomTom e ì permette di consultare i percorsi anche in modalità offline. Include la navigazione guidata con indicazioni vocali passo dopo passo, gli avvisi per Autovelox e limiti di velocità (per evitare multe), informazioni sempre aggiornate sul traffico e molto altro ancora.

La app è basata su un modello freemium, questo significa che si può scaricare a costo zero, non ci sono somme da pagare per le singole mappe (che includono le località di quasi tutto il mondo) ma ogni mese si possono consumare solo 75Km di navigazione.
Per eliminare questo limite occorre sottoscrivere un piano di 19,99 euro all’anno o 44,99 euro per 3 anni.



Il suo funzionamento è estremamente intuitivo.
Dopo aver installato TomTom Go, basta premere sul bottone Inizia subito, leggere le cinque schermate di introduzione alla app e scaricare una mappa tra quelle di EuropaEuropa occidentaleEuropa orientaleItalia o altre nazioni (premendo il tasto Tutte le mappe).
Da sottolineare il peso piuttosto notevole di tutte le mappe (quella italiana ad esempio pesa oltre 800MB) che obbliga a scaricarle in Wi-Fi.

Una volta completato il download delle mappe, trovi tutte le funzioni principali della app nel menu a cui si accede premendo sul pulsante (…) Menu che si trova in basso a sinistra.
Da lì puoi cercare una destinazione (che può essere il nome di una via, di un locale o un punto d’interesse generico, come ad esempio “cinema” o “teatro”), visualizzare la lista delle destinazioni precedenti, dei tuoi percorsi, scoprire i parcheggi e le stazioni di servizio più vicine, segnalare la presenza di Autovelox ed effettuare l’upgrade alle versioni a pagamento della app.



Dopo aver selezionato una destinazione, premi sul pulsante Accetto/Guida per avviare la navigazione oppure seleziona l’icona […] per accedere alle opzioni avanzate.
Durante la navigazione puoi usare le icone collocate nella barra laterale di destra per visualizzare caselli autostradaliAutovelox rifornitori di carburante. Per maggiori informazioni sul funzionamento di TomTom per Android consulta la mia guida dedicata interamente a quest’applicazione.

Sygic (a pagamento)

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Sygic è uno dei navigatori per Android più completi in assoluto, nonché uno dei più scaricato dal Play Store.
È basato sulle mappe 2D/3D di TomTom e include un numero incredibile di funzioni:
mappe di tutto il mondo con accesso offline e aggiornamenti gratuiti, indicazioni vocali (anche con le voci di personaggi famosi!), calcolo dei percorsi alternativi, punti d’interesse, segnalazione Autovelox, assistente di corsia dinamico, avvisi di superamento dei limiti di velocità, informazioni in tempo reale sul traffico e molto altro ancora.

L’applicazione si può scaricare gratuitamente dal Play Store ma funziona al pieno delle sue possibilità solo per 7 giorni, dopodiché bisogna acquistare la versione completa che è disponibile in due versioni:
quella Premium che non include informazioni sul traffico in tempo reale e costa 19,99 euro nell’edizione Europa e 29,99 euro in quella Mondo e quella Premium + Traffic che costa 24,99 euro in versione Europa e 37,99 euro in quella Mondo.



Per utilizzare Sygic, esegui il download dell’applicazione dal Google Play Store.
Dopodiché premi sul pulsante Scarica Mappa per scaricare la mappa del paese in cui ti trovi attualmente oppure scegli l’opzione Scegliere da altri paesi per scaricare altre mappe.
Scegli dunque se fornire il tuo indirizzo email per la ricezione di newsletter e attendi che il download della mappa venga portata a termine, ci potrebbero volere un bel po’ di minuti.

A scaricamento ultimato puoi cominciare a usare il navigatore premendo sulla barra in alto, in cui digitare la destinazione da raggiungere (che può essere il nome di una via, una località o un punto d’interesse), oppure sull’icona ad hamburger attraverso la quale puoi regolare le impostazioni della app, puoi impostare le tue località preferite ecc.



Una volta impostata una destinazione, pigia sul pulsante Inizia collocato in alto a destra per avviare la navigazione oppure seleziona uno dei percorsi alternativi disponibili nel menu in basso a destra.
Per passare dalla modalità “auto” a quella “a piedi”, usa invece le due icone collocate in basso a sinistra.

Google Maps (gratis)

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Se stai cercando un navigatore Android che ti fornisca le indicazioni per raggiungere una determinata meta ma non vuoi perdere troppo tempo a scaricare e imparare il funzionamento di nuove app, puoi affidarti a un servizio presente “di serie” sul tuo smartphone.
Mi riferisco a Google Maps che – forse non tutti lo sanno – include anche una modalità navigatore che fornisce indicazioni vocali sui percorsi da compiere in auto o a piedi per raggiungere un determinato luogo.

Per attivare il navigatore di Google Maps, non devi far altro che avviare la app, digitare l’indirizzo della località che intendi raggiungere nella barra di ricerca collocata in cima allo schermo e selezionare l’icona della macchina collocata in basso a destra. Successivamente, premi sulla freccia blu che si trova in basso a destra e rispondi Accetto all’avviso che compare su schermo per ricevere le indicazioni stradali dalla app.



In alternativa puoi anche premere sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra, selezionare la voce Inizia a guidare che si trova nella barra che compare di lato e digitare la tua destinazione nella barra di ricerca situata in cima allo schermo.

Al momento in cui scrivo, il servizio Navigatore di Google Maps è ancora in beta, quindi potrebbe non essere affidabile al 100%.
Ad ogni modo, una voce e delle notifiche testuali ti accompagneranno durante il percorso comunicandoti step-by-step le direzioni da prendere.



Se vuoi, puoi anche scaricare delle mappe offline.
Per compiere quest’operazione, pigia sull’icona ad hamburger collocata in alto a sinistra, seleziona la voce Aree offline che si trova nella barra che compare di lato e premi sul pulsante (+) situato in basso a destra.
Seleziona quindi l’area geografica da memorizzare in locale e fai “tap” sul bottone Scarica.
Il download potrebbe durare diversi minuti.

Moovit (gratis)

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Sei solito muoverti con i mezzi pubblici o a piedi?
Allora ti consiglio vivamente di scaricare Moovit, un navigatore Android totalmente gratuito focalizzato sugli orari e i tragitti di bus, metro e treni.
È completamente in italiano e supporta le linee del trasporto pubblico di tutte le principali città del mondo.

Per ottenere le indicazioni stradali basta recarsi nella scheda Home (in alto a sinistra), immettere la destinazione da raggiungere nell’apposito campo di testo e premere sul bottone Cerca i percorsi per visualizzare tutti i percorsi disponibili (con metro, bus e altri mezzi di trasporto).
Selezionando la voce La tua posizione attuale puoi scegliere un punto di partenza alternativo su cui calcolare il percorso, mentre premendo sull’icona con le barre di regolazione blu e sulla voce Cerca includendo tutti i mezzi di trasporto puoi scegliere quali mezzi di trasporto includere o escludere dalle indicazioni di Moovit.



Nella schermata principale della app ci sono anche altre funzioni molto utili:
recandoti nella scheda Preferiti puoi impostare i tuoi luoghi preferiti, come ad esempio “casa”, “lavoro” eccetera; selezionando la scheda Navigazione puoi calcolare i tempi di arrivo stimati per le corse degli autobus e ricevere avvisi su quando scendere; nella scheda Menu invece sono custodite tutte le altre funzioni di Moovit, come ad esempio quella denominata Avvisi sul servizio che permette di scoprire se ci sono scioperi in corso, guasti o altri disservizi che possono variare le corse di bus e metro.

tastiere gratis per android



tastiere gratis per android

Vuoi sfruttare al massimo le potenzialità del tuo smartphone Android?
Allora devi assolutamente provare alcune delle tastiere alternative che sono disponibili sul Play Store, le quali consentono di digitare i testi in maniera molto più rapida rispetto alla tastiera predefinita del sistema operativo.

Utilizzarle è un vero gioco da ragazzi:
dopo averle scaricate sul tuo telefono, avviale e segui le indicazioni su schermo.
Ti verrà chiesto di attivarle nelle impostazioni di Android e di impostarle come metodo di input predefinito sul sistema.



Come ciliegina sulla torta ti dico che molte delle tastiere Android più interessanti sono gratis al 100% e possono essere personalizzate nell’aspetto con appositi temi.
Allora, che aspetti a eleggere la tua preferita?

SwiftKey

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Fra le tastiere gratis per Android più popolari c’è la Swiftkey che utilizza un sistema di previsioni “smart” per suggerire all’utente la parola giusta da digitare e consente di digitare i testi senza mai staccare il dito dallo schermo (strisciando sulle lettere).
Si integra con Facebook, Twitter, Gmail ed Evernote (per carpire le frasi e le parole digitate più spesso dall’utente) e offre un sistema di correzione automatica molto efficace.
Da sottolineare anche la disponibilità di tantissimi temi e la possibilità di personalizzare il layout della tastiera in base alle proprie esigenze.
Include oltre 800 emoji e tutte le preferenze possono essere salvate online.
Scarica da qui.

Fleksy

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Una tastiera minimal basata su un sistema di correzione automatico molto avanzato (denominato intelligenza geometrica) e comode gesture che consentono all’utente di tralasciare un po’ la precisione nella digitazione:
basta uno swipe per aggiungere punti, annullare le parole scritte, correggere errori e quant’altro.
Così come Swiftkey, anche Fleksy si può integrare con Gmail, Facebook e Twitter per migliorare la precisione dei suggerimenti, sincronizza le preferenze online e include una vasta gamma di emoticon.
Scarica da qui.

TouchPal X

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Eccellente tastiera per Android basata sulla digitazione in stile Swype che permette di scrivere parole e frasi senza mai staccare il dito dalla tastiera.
La sua funzione più interessante è probabilmente Touchpal Wave la quale completa in maniera intelligente le frasi digitate dall’utente con vari suggerimenti che compaiono direttamente sulla tastiera.
Per attivarla basta premere sull’icona del guanto e spuntarla.
Per installare la lingua italiana, invece, occorre premere sul tasto EN della tastiera, selezionare la voce Ulteriori > Altre lingue dal menu che compare e avviare il download del file dizionario.
Funzioni avanzate come la clipboard multipla e la sincronizzazione cloud delle preferenze sono sbloccabili tramite acquisti in-app.
Scarica da qui.

Kii Keyboard

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Fra le tastiere gratis per Android si sta facendo apprezzare parecchio Kii Keyboard che pur non avendo funzioni particolarmente originali offre un eccellente mix fra predizione intelligente del testo, gesture, personalizzazione tramite temi ed emoji.
È molto comoda e ha un layout ultra-flessibile.
Il dizionario italiano va scaricato separatamente da Google Play.
Scarica da qui.

Minuum Keyboard

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Minuum Keyboard è una delle tastiere per Android più originali disponibili sul Play Store, ed è per questo che voglio segnalartela nonostante non sia free al 100% ma preveda solo un periodo di prova gratuito di 30 giorni.
Dopo bisogna pagare 1,99 euro per continuare a usarla.
La sua peculiarità principale è la modalità di digitazione a una sola riga che raccoglie tutti i tasti della tastiera nella medesima linea (posta in fondo allo schermo del telefono).
Malgrado questa stranissima disposizione dei tasti, la digitazione risulta molto comoda e rapida.
Basta fare solo un po’ di pratica con le gesture e le funzioni di zoom disponibili per i tasti.
Scarica da qui.