come deframmentare android
Girovagando sul Google Play Store, ti sei imbattuto in diverse app per deframmentare la memoria degli smartphone Android e vorresti qualche delucidazione sul loro funzionamento?
Effettivamente sono molti gli amici che mi stanno scrivendo in merito a questo argomento e credo che sia arrivato proprio il momento di occuparsene.
Andiamo dunque dritti al sodo e vediamo come deframmentare Android.
O meglio, cerchiamo di capire se questa procedura è davvero necessaria e se bisogna fidarsi delle app pensate per questo scopo.
Nulla di eccessivamente complicato, promesso! Cercherò di essere il più chiaro possibile.
Cominciamo questa guida su come deframmentare Android partendo dal concetto di deframmentazione.
Come ti ho spiegato anche nella mia guida su come deframmentare il computer, la deframmentazione è una procedura mediante la quale si possono “riordinare” i file sul disco fisso dopo che, con il susseguirsi delle modifiche, le cancellazioni e la creazione di nuovi file, questi si frammentano occupando punti dell’hard disk distanti fra loro (diventando lenti da aprire).
Si tratta di una routine di manutenzione altamente consigliata sui PC equipaggiati con hard disk standard, ma per i dispositivi Android vale lo stesso discorso?
La risposta è no, nella maniera più assoluta.
Deframmentare un dispositivo Android non solo è inutile ma può risultare addirittura dannoso.
Questo perché gli smartphone e i tablet non sono dotati di hard disk normali ma di memorie Flash, che hanno un tempo di accesso uguale per tutti i file ed ordinano questi ultimi in maniera automatica.
Inoltre, questi drive sono caratterizzati da cicli di scrittura limitati, pertanto stressarli con la deframmentazione non fa altro che accorciare inutilmente la loro vita.
Il discorso vale sia per le memorie interne dei telefoni/tablet sia per le schede di memoria SD che si possono inserire in essi.
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Alla luce di ciò, deframmentare Android è assolutamente sconsigliato.
C’è inoltre da considerare il fatto che spesso le applicazioni pensate per questo scopo rappresentano un rischio per la privacy.
Installandole sul proprio smartphone, infatti, si accetta di farle accedere alla cronologia delle navigazioni Web e ad altre comunicazioni di Rete che potrebbero finire nelle mani di qualche malintenzionato.
Meglio starne alla larga, insomma.
E tutti quei feedback a cinque stelle sul Play Store?
Su questo bisognerebbe fare un discorso generale riferito a tutte le app, ad ogni modo ti dico che non di rado gli sviluppatori di applicazioni poco raccomandabili fanno salire artificialmente il rating dei propri software usando commenti fasulli (fake) e votazioni “gonfiate”.
Per smascherare tali “giochetti”, solitamente basta cliccare sul link per leggere tutti i commenti presenti sul Google Play Store e prestare attenzione ai feedback con poche stelle:
se l’applicazione rappresenta un rischio per la privacy, probabilmente ce ne saranno molti tesi ad avvertire gli utenti di ciò.
Basta solo fare un po’ di attenzione, informarsi, e così si evitano un mucchio di rischi inutili.